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Rusty il selvaggio: anche le società più primitive hanno un innato rispetto per gli alienati


08 Apr

rusty rourke

Battuta memorabile di un grande Mickey Rourke nel capolavoro Rumble Fish di Francis Ford Coppola.

Sì, in occasione degli ottant’anni del maestro, ieri sera, intimamente ho rivisto questo suo film magnifico.

Esistono film fuori dal tempo, magici. Sensazionali.

Film che ti riportano indietro con la memoria quando come Matt eri un ragazzino un po’ disilluso. Al che tuo fratello maggiore, forse solo il tuo amico migliore, quello che ti capisce al volo senza che tu abbia bisogno di riferirgli per filo e per segno i potenti struggimenti del tuo cuore che tanto ti stanno tormentando, ti dice:

– Dai, cavalca e monta in sella sulla mia moto. Facciamoci un giro.

 

E, con la testa fra le nuvole, vivendo quei pochi istanti pindarici, nell’accelerazione gravitazionale della tua anima, dimentichi le fratturanti trappole dell’amore. Incantandoti nell’ammirare velocemente le insegne luminose, addentrandoti nel buio della notte ove la poesia più alta fa rima con l’immaginazione alata.

Rusty il selvaggio con un Dennis Hopper da Oscar sebbene si veda pochissimo.

Un avvocato disoccupato che vive in un tugurio. Che rincasa, fra opachi riflessi di animali domestici stampigliati nei muri fatiscenti di uno squallido stabile, come ombre cinesi dell’appartamento cangevole delle tue passioni infinite.

Matt, sconsolato, da solo al bar, chiede a Tom Waits come si possa capire se uno è matto.

E Tom, sorridendo dinanzi alla sua giovinezza acerba, gli dice che non sempre si capisce.

Quindi, Dennis chiede ai suoi ragazzi come va. Come in una canzone di Ligabue. Se in questo viaggio chiamato vita ora sono felici.

La sua vita è oramai rovinata ma quelli sono i due imperdibili boys. Il suo bene più caro al mondo. I suoi pupilli, i ragazzi per cui nutriva grandi speranze dickensiane.

La loro madre non è pazza, non vede la vita come gli altri.

Voi come state, amici? Fra poche ore mi aspetta un appuntamento cruciale per il mio destino.

Vi terrò aggiornati.

Ah, da quanto tempo non ci vediamo. Ne ho da raccontarvene. Andiamo a berci una birra e a farci delle pazze risate per le strade?

Io sono colpevole di molti errori. Lo so, me ne vergogno.

Ma il carisma brandiano resta e a maggio si parte con le riprese di un cortometraggio importante con un mio amico.

Abbiamo entrambi enorme fiducia l’uno dell’altro. Anche grande coraggio.

E possiamo garantirvi che ci stiamo impegnando al massimo.

 

di Stefano Falotico

 

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