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Golden Globe 2020: uno schifo, per fortuna vinse Joaquin Phoenix per Joker e assistemmo alle superbe, chilometriche gambe oscarizzabili subito di Renée Zellweger


06 Jan

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No, non seguii la manifestazione in diretta. Sono troppo uomo, eh, come no, per fare nottata con queste scemenze di premi.

Anche se mi piacerebbe fare notte dorata con una che interpretò molte parti da cosiddetta scema svampita ma adorabile. Ovvero, la stupenda Renée Zellweger.

No, non la cagai mai in passato. Anche perché debbo ammettere che fui abbastanza cieco. La Zellweger è dieci anni più grande di me.

Renée, più passano gli anni, eh sì, più assomiglia a Michelle Hunziker. A mio avviso, è pure la versione femminile di Val Kilmer e del compianto, mitico Patrick Swayze.

Sì, Patrick fu un ottimo attore, checché se ne dica. Va detto altresì che l’unica parte in cui stonò parecchio fu quella del medico nel film La città della gioia.

Sinceramente, un miscasting tremendo. Insomma, parliamo di un ragazzo della 56ª strada, di un uomo che riuscì a provocare orgasmi multipli a Demi Moore di Ghost, malgrado fosse già, appunto, morto e sepolto. Evaporatosi, diciamo.

Patrick comunque, dall’alto dei cieli, fu ugualmente un figo della madonna.

Sì, l’espressione figo della madonna viene da Dio. Scusate, non fu Dio a inseminare la Vergine, non so se santissima, attraverso il “vitro” della galassia lontanissima? Ah ah.

Sì, Patrick fu onnipotente col gentil sesso, un Padreterno dell’eccitamento, uno che, appena una donna lo vedeva, voleva che gli entrasse dentro da vero Duro del Road House.

D’altronde, Patrick fu l’interprete di Dirty Dancing, cioè l’emblema, l’incarnazione dell’uomo che, con un solo colpo di bacino, riuscì a sciogliere ogni donna neanche se ballasse il tango come Al Pacino.

Sì, torniamo a Scent of a Woman. Anche a Val Kilmer, sì, quello di A prima vista.

Sì, io e Val del film appena menzionatovi, eh già, fummo praticamente uguali.

Non so poi cosa successe. Val, in questo film, cambiò le cornee. Di mio, posso dirvi che la mia seconda ragazza mi rese cornuto. Fui accecato di rabbia.

A Prima vista fu tratto da un libro di Oliver Sacks. Così come RisvegliIn Risvegli, De Niro si svegliò dal coma letargico grazie a una giusta somministrazione, detta posologia, farmacologica.

A me successe il contrario. Da quando smisi di assumere quei farmaci del cazzo, fui e sono sessualmente pimpante come Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ah ah.

Per farla breve, la Zellweger interpretò molti ruoli, diciamo, alla Falotico che fui. Eh eh, ça va sans direIl diario di Bridget Jones su tutti. Il titolo, oserei dire, più esemplificativo del mio essere sprofondato, anni or sono, nella stessa situazione sfigata pure di Goldie Hawn de La morte ti fa bella. Ah ah.

Una che, stremata dalla sua depressione, immalinconitasi in maniera atroce, passò le giornate a sognare le vite degli attori di Hollywood e delle serie televisive girate sulle sue colline. Cioè, tale e quale a Betty Love.

Be’, devo esservi onesto. Non ammirai, in quel periodo, solamente gli attori e le attrici da premio Oscar. Mi diedi anche a un’altra industria situata a Beverly Hills.

Sì, divenni fanatico sfegatato, ah ah, sventrato e onanistico eppur inesausto e ostinato, diciamocela, di Brandi Love e di Brianna Love.

Adorai ogni star, anche Rachel Starr.

Ah, che Inland Empire di notti deliranti in queste bionde molto più milf di Laura Dern di Storia di un matrimonio.

Dunque, va detta. Renée Zellweger è, oggi come oggi, una figa che non si può vedere. Ah ah.

Fidatevi, uomini. Non dovete vederla, altrimenti vi monterete la testa come Tom Cruise di Jerry Maguire.

Sì, la Zellweger è una che vi farà uscire di sen(n)o. In confronto a Joker, lupo mannaro incazzato a sangue, fuori come un cavallo o forse da quello dei pantaloni, smarrirete ogni Cold Mountain. E dire, cazzo, che un tempo viveste da Cinderella Man. No, non da Russell Crowe gladiatore/i, bensì da uomini che sognarono le favole da Cenerentola.

Ma chi pensate di essere diventati? Richard Gere di Chicago? Ah ah. Vi andrà già troppo grassa se riuscirete a reggere un’altra delusione amorosa. Altrimenti, prevedo per voi altre notti folli da Io, me & Irene.

Ora, per quanto riguarda la vittoria di Brad Pitt per C’era una volta a… Hollywood, non sono affatto soddisfatto. Chiariamoci, però. A me Brad piace, sì, certamente. Come attore, dimostrò di essere bravissimo. Vedi L’arte di vincere. Che puoi dirgli? Sottoporlo a un’Intervista col vampiro?

Dissanguando e impallidendo la perfezione diafana della sua prova bellissima e divina, dionisiaca?

Ma avrebbe meritato di vincere Anthony Hopkins de I due Papi. The Irishman, scandalosamente, rimase a mani vuote.

Mentre io so che adesso, se vi mostrassi, sì, ve le mostro, queste due tre foto, le vostre mani vorranno toccare e quindi riempire il vuoto “interiore” di qualcosa che non sempre riuscite a permeare…

Ecco, altro che tragedia di Sharon Tate.

La mia vita è peggio. Vi spiego, ah ah.

Per molti anni, credetti di essere Dustin Hoffman di Rain Man.

Ora, la scorsa settimana, chiesi a un mio amico su Facebook:

– Secondo te, assomiglio a un attore di Hollywood?

– Certamente.

–  A chi? A Dustin Hoffman?

– No, a Tom Cruise.

 

Sì, c’è invero una certa rassomiglianza fra me e Tom. Nel portafoglio, no, però. Come la vedete? Balliamo? Ah ah.

Pigliatevi la Zellweger e, intanto, nell’attesa delle nomination agli Oscar, rispolveriamo una statuina niente male, Juliette Lewis. Ex di Brad Pitt ma anche colei che succhiò il dito, sì, solo quello, a Bob De Niro di Cape Fear. Eh sì, miei lupi, vi conosco. Non fate i volponi, perdeste il pelo ma non il vizio.

Dunque, buon “uva” a tutti.Juliette+Lewis+AMPAS+30th+Anniversary+Screening+iL5OTsfeWrsl

di Stefano FaloticoRenee+Zellweger+77th+Annual+Golden+Globe+Awards+_qGb4CWFPotl Renee+Zellweger+77th+Annual+Golden+Globe+Awards+8jhaysHbqBHl Renee+Zellweger+NBC+77th+Annual+Golden+Globe+uuQmXzKL4FHl

Gli uomini preferiscono le bionde? Sì, ma a me Scarlett Johansson non piace, purtroppo (non) sto mentendo


08 May

lost in translation

Sì, non riesco a capacitarmi della vostra unanime venerazione per Scarlett.

Come, d’altronde, non riesco a capire che ci troviate di così irresistibile in Michelle Hunziker.

Sì, parimenti al successo inspiegabile di Laura Pausini, non capirò mai che ci vediate di tanto sensuale in queste due. Siete uomini da misteri di Fatima che, appena vedono Scarlett e Michelle, gridate alla Renato Pozzetto: eh, la Madonna!

La Hunziker ha sempre avuto un fisico mozzafiato ma i suoi modi smancerosi, le sue moine da immigrata raccomandata grazie a Eros Ramazzotti, la sua cosiddetta simpatia programmatica, appunto da varietà e spettacolini televisivi di grana grossa, mi fanno accapponare la pelle. Rabbrividisco.

Capisci che questa un film di Bergman pensa che sia Ezio Greggio vestito da Marty Feldman.

E Martufello secondo lei, a mio avviso, è Woody Allen.

È strano però questo fatto.

Com’è possibile infatti che non mi piaccia Scarlett quando, invero, la mia prima ragazza, una triestina bionda come lei, coi capelli a caschetto come la sua Black Widow, era praticamente identica alla Johansson?

Non mi credete?

Sì, non so come successe. C’incontrammo in chat, in uno di quei siti per cuori solitari da Seduzione pericolosa.

Parlammo per giorni interi. Io avevo inserito un paio di mie foto e lei altrettanto.

Io, sinceramente, non ero molto interessato. Anzi, mi stava soltanto stressando. Tramite mail, mi arrivavano sempre le notifiche per cui su questo sito c’erano, nella mia posta privata, dei messaggi di lei.

Io andavo a sbirciarli e notai un interesse da parte sua sempre più smodatamente crescente. Si era già sbriciolata.

Sì, stava scoppiando di desiderio. E forse, nell’intimità della sua solitudine, guardando le mie foto, screpolata si dannava bollentissima.

Io ero molto titubante, non mi ero trovato mai, prima di allora, a dover dibattere coi miei demoni sessuali, essendo io sempre stato un ascetico convinto eppur onanista incallito.

Ma lei spingeva sempre di più. Chiedendomi perfino d’incontrarla. Scese lei da me. E l’aspettai alla stazione. Presto tutto salì.

Io, totalmente incosciente, la prima cosa che feci fu prenderle la mano.

Lei rimase piacevolmente scioccata. Già scottata, cottissima. Dunque, c’inoltrammo lungo i colli bolognesi, giungendo in prossimità di un parcheggio appartato. E lei si avventò sul mio collo, succhiandomi tutta la lingua.

Era pieno giorno e le chiesi di calmarsi. Lei si calmò anche se dovetti comunque chiamare lo spurgo perché, pur non essendoci ancora stato fra noi alcun rapporto, diciamo, strettamente intimo e da pre-igiene intima, aveva già allagato l’intero abitacolo della macchina in maniera quasi infima.

E mi sembrava che stessimo entrambi nel film The Abyss. Con la macchina immersa nelle profondità della sua eccitazione oceanica. Come il finale di questo filmone di Cameron.

Inoltre, più io, come il Titanic, affondavo di lingua, più lei colava a picco.

Sì, mi sverginai con lei. Ecco, come detto, se già accadde quest’allagamento senza che neppure mi fossi avvicinato al suo Triangolo delle Bermude, immaginate quando le sfilai le mutande e le fui totalmente ignudo.

Fu qualcosa da mostro della laguna.

Altro che La forma dell’acqua.

Purtroppo, non sto scherzando, le cosce andarono così. Volevo dire, scusate, le cose.

Lei abbisognava a ogni ora del mio anfibio e se ne squamava, viscidamente lasciava che esso sibilasse serpentesco come un cobra e sfibrasse frusciante, sempre più ingrossante prima che tutti e due ci spompassimo (s)venenti.

Io colavo solo dopo un’ora, lei dopo trenta secondi era già barcollante.

Sì, impazziva per me, si dimenava, mi abbrancava, poi mi abbracciava, di nuovo baciava e ancora di gattona covava.

Sì, questo è uno dei miei più grossi segreti che solamente ora vi ho confidato.

No, non scherzo. Questa è proprio vera.

E lei era realmente spiccicata a Scarlett.

Chi mi conosce, lo sa. Si chiama Roberta.

E allora come mai non mi piace Scarlett?

Perché forse, sì, mi piace moltissimo ma sono come Bill Murray di Lost in Translation.

Fra me e Roberta finì. Lei era più grande di me, soltanto però all’anagrafe.

Io, come Murray, le sussurrai qualcosa all’orecchio.

Volete sapere cosa?

Le dissi che io sono una persona troppo malinconica e, al di là del piacere intenso di quei giorni nostri estremamente passionali, lei aveva ancora bisogno di divertirsi ed essere ingenua.

Lei mi disse altrettanto. Cioè che lei era la mia prima ragazza e non poteva essere l’unica della mia vita. E che io, dunque, non potevo stare con lei sino alla morte.

Io, col passare del tempo, l’avrei peraltro resa involontariamente infelice. A causa dei miei umori balzani, dei miei repentini sbalzi emozionali, delle mie depressioni e nevrosi.

Amici, pensate che io menta?

Be’, mi conoscete. Ne sparo tante. Ma in questo caso son stato molto sincero.

E persino commovente.

È tutto vero.

Ma è stata una bellissima storia d’amore durata come un soffio di vento.

Sì, io e Bill Murray ci assomigliamo tanto. Siamo entrambi consapevoli che la vita sia dolce ma è anche amara.

E perciò porgiamo a tutti il nostro sorriso beffardamente triste e al contempo magnificamente contagioso.

Chi non ci vuole credere, è solo un idiota.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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