Posts Tagged ‘Survivor’

Uomini immarcescibili come Rocky Balboa, gli intrallazzi cine audiovisivi del Joker, video incredibili e il grande Colin Farrell


14 Apr

Come sta andando la quarantena, figlioli? Vi vedo già sul moscio. Non state resistendo.

Vi mancano i baci di una donna che, dolcemente, lambisce/a le vostre labbra al calar delle tenebre e al calare dei vostri pantaloni quando qualcosa, sapete bene cosa, non è più tenero. E con lei, indurendosi più di Sly Stallone degli anni ottanta, edonisticamente si tende con un montante imprendibile.

Gli ani, no, anni novanta… peraltro. In cui spopolò la Tarantino mania e la vita assunse un colorito più pulp.

Andarono forte anche le storie hardboiled in noir cazzuti ma Stallone rimase un mito anche quando, ingrassando a dismisura, interpretò Cop Land. Una delle sue migliori interpretazioni in assoluto.

Stallone non fu mai portato per la commedia. Infatti, quando se ne cimentò, fallì miseramente in maniera ignobile. Poiché Stallone, a prescindere perfino dalle sue parti impegnate, è uomo onesto con sé stesso. E spudoratamente, in tempi non sospetti, ammise che non sarebbe mai stato un attore capace di recitare Shakespeare.

Stallone è così, prendere o lasciare.

Un uomo che, con gli anni, divenne pure amico di Bob De Niro. Per Rocky, Stallone fu candidato agli Oscar ma non lo vinse. Neppure De Niro per Taxi Driver, nominato nello stesso anno. Rocky vinse però come miglior film, battendo Taxi Driver.

Mentre De Niro vinse l’Oscar come miglior attore protagonista per Toro scatenato. Perdendo ai punti contro Stallone ne Il grande match.

Su un bel canale YouTube si sta discutendo in merito alla saga balboiana. Dilatata poi nello spinoff Creed e nel suo sequel.

Ora, a sproposito, collezionisti di ombre, tranne della loro vita oramai fantasmatica o troppo acculturata, eh eh, si scherza, per pura antipatia gratuita contro Sly, asseriscono con fare prosopopeico assai ardito che Over the Top e Cobra siano due cagate micidiali.

In effetti, è così. Cinematograficamente e idealisticamente fanno pietà. Ma hanno momenti che valgono il prezzo del biglietto.

Chi, dopo la quarantena, sarà un Survivor? Vi state infrollendo come il Balboa nel terzo Rocco…

Mentre Siffredi, a forza di fare il duro al colare delle sue tenere, non capisce più un cazzo. Completamente rincoglionito. Insomma, fottuto. Ah ah. E la dovrebbe finire anche con lo spot sulle patatine. Visto e rivisto, fatto e strafatto con la panza piena e qualcosa che non spinge più come una volta.

Di mio, gigioneggio. Mi districo fra intrallazzi da cinefilo, articoli giornalistici, flessioni ginniche.

E voglio qui ricordare a tutti i voi i miei tempi del Ginnasio. Che non vi furono poiché m’iscrissi al Liceo Scientifico ma presto gettai la spugna.

Sì, un ambiente di damerini tutti in tiro, trigonometrici e robotici, non si addisse al mio talento imprevisto da uomo nudo e crudo come la pelle di Stallone al mattino sotto una doccia fredda.

Mi applicai da autodidatta, fui additato come sfigato e malato di depressione cronica, mi appassionai sfegatatamente a De Niro, incontrai una e fu un incontro sino all’ultimo round sul suo letto ove, di Eye of the Tiger, venne fuori il ring(hio).

Sì, all’epoca ripresi a respirare, fu un Burning Heart. Un cuore bruciante agganciato a qualcos’altro ficcante.

Successero dei casini, avvennero delle risse ma non ricordo di essere mai stato ingannato da una rossa come quella che sta con Tommy Gunn per soldi nel quinto Rocky.

Sino a qualche mese fa, fui molto vicino a diventare Arthur Fleck/Joaquin Phoenix nel pre-finale di Joker quando, distrutto, esausto, massacrato e massacrante, inneggiò alla libertà con la folla in lacrime a onorarlo in gloria.

Anzi, sinceramente in disgrazia.

Una scena commovente.

Oserei dire straziante. Ogni nostra emozione celata davvero svelante.

Sì, gli anni passano, lo presi in quel posto non so quante volte.

Mi scatto un selfie e come mai io sembro un ventenne quando voi invece, a trent’anni, sembrate davvero suonati?

A furia di andare con bagasce varie, a forza di drogarvi o, pure peggio, di cazzeggiare da intellettuali della minchia, siete andati giù.

Molto giù.

Non ce la fate più.

Eh sì, No Easy Way Out.

Be’, debbo dirvi che fu un anno intenso, quasi da circense. Un mio amico, prima del Covid-19, mi portò sempre a Imola.

Soprattutto al locale LAB0542.

Posto pieno di vita. Sono stanco di gente che non vale il mio mignolo sinistro e vuole rendere la mia vita una tragicommedia.

Il JOKER MARINO, signore e signori.

Un uomo che s’inabissò, molto se la russò ma che conosce tutto e tutti.

Infatti, il regista Petrarolo mi saluta, chiamandomi per il mio vero nome.

Poiché io l’intervistai di persona.

Il Joker rinasce sempre come Rocky.

Fa la parte del matto poiché conosce la realtà. Che è dura e fa male.

Ma il Joker sa il Falò suo.

Se pensate di essere arrivati, sbagliate di grosso come Mason Dixon. Anche se siete i più forti, non bisogna mai abbassare la guardia.

Per tutti noi, che vogliate o no, ammesso che vivere vogliate davvero, arriveranno altre palate. Non so se patate, sicuramente le bollette. Alcuni di voi, inoltre, perderanno la testa e pure i testicoli per delle bollite.

 

di Stefano Falotico

Memorie Rock-y


08 Jun

 

Incitiamoci nel “Burning Heart”.

Ogni Uomo ha una colonna sonora, portante, del suo portamento, della sua dignità, della sua forza, del suo “combattimento”. Cadere e rialzarsi ancora.
Sempre!

 

 

Spacchiamo tutto!
Anche Rocky Balboa ha chi lo butterà giù, è quel ragazzino che amava il capolavoro di John G. Avildsen

Mi “sminuzzarono”, e li polverizzai, mi “spezzarono le gambe” e li trancia di netto, mi “amputarono” l’anima e incrinai loro le costole con “biblico” superomismo.
Al che, mi guardai allo specchio, il mio labbro “pendulo” ammiccava ancora a Sylvester, e, fra un occhio della tigre, un’occhiataccia della vecchia, e i malocchi sconfitti, scalai un’altra montagna.
Dopo averli spaccati in due, dopo il K2, dopo l’Everest e le “foreste”, mi preparo per il mio nuovo film: Rocky 7, sottotitolo, I peccati capitali d’uno schiacciassi “veniale” ma che ama le vene.

Sì, la saga balboiana non si regge solo sulla splendida, titanica, epica colonna sonora di Bill Conti e su Philadelphia, ma anche su alcune track pazzesche.
Di quei pezzi, anzi, che quando sei “sul moscio” ti “viagrizzano” più d’uno “stallone” purosangue da scommesse per i cavalli.
Fidatevi. Non vi fidate?

A parte il “Living in America” d’un James Brown che “gigioneggiava” alla grande, da nero che fa sbiancare tutti, perfino il russo omicida Drago, e la storica, incitante, “animalesca” e portentosa “Hearts On Fire” di John Cafferty, quello che spinge di più, non raccontatevi cazzate per compiacere qualche oca, è “Burning Heart”…, sempre dei Survivor, gli autori dell’Eye…

Con una musica così, è poi importante che il filmone sia tamarro?

Evviva, allora il tamarro!

Burning Heart
Two worlds collide
Rival nations
It’s a primitive clash
Venting years of frustrations
Bravely we hope
Against all hope
There is so much at stake
Seems our freedom’s up
Against the ropes
Does the crowd understand?
Is it East versus West
Or man against man
Can any nation stand alone

Coro incazzato!

In the burning Heart
Just about to burst
There’s a quest for answers
An unquenchable thirst
In the darkest night
Rising like a spire
In the burning heart
The unmistakable fire
In the burning heart
In the warrious code
There’s no surrender
Though his body says stop
His spirit cries – never!
Deep in our soul
A quiet ember
Know it’s you against you
It’s the paradox
That drives us on
It’s a battle of wills
In the heat of attack
It’s the passion that kills
The victory is yours alone

FORZA!
In the burning heart

Qui c’è tutta la mitologia, l’Est contro l’Ovest, l’Uomo contro lo stronzo, la lotta, la frustrazione, la sofferenza, la rinascita, il combattimento, la vittoria!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Rocky (1976)
  2.  Rocky III (1982)
  3.  Rocky IV (1985)
  4.  Rocky IV (1985)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)