Posts Tagged ‘The Mission’

E poi dicono che i giovani sono sfaticati e perdigiorno… ritratto di un’Italia falsa e demagogica, facciamoci p(r)eti


12 Mar

Mission

Eh sì, un tempo credevo che più fossi andato avanti nella vita e più avrei vissuto serenamente. Stabilizzandomi economicamente e rallegrandomi di più, dopo tanti bui, anche faceti e solipsistici, patetici e vittimistici della mia balzana adolescenza. A proposito… ma io ho avuto un’adolescenza? Che io mi ricordi sì, anche se definirla eccentrica… peccherei nel romanzarla.

Ma comunque sia… la situazione socio-lavorativa qui stenta a cambiare, nonostante i miei mille propositi, il mio scervellarmi, arrovellarmi, incaponirmi giustamente che esista una vita moralmente retta e integerrima che possa soddisfarmi. Sì, sono tra quei “fessi” che credono ostinatamente che far soldi significhi far valere le proprie risorse, darsi a una passione, semmai intellettiva, per cui prodigarsi… la chiamano “mission”…

Ora, pausa di riflessione, catartica e redentiva come Mendoza in Mission, appunto, di Roland Joffé.

Questo De Niro sgualcito, inedito, che ammazza scelleratamente suo fratello perché si è scopato sua moglie, e da allora non riesce a darsi pace e vive di un senso di colpa inestinguibile. E si punisce, poi come nelle fatiche di Sisifo scala una montagna con un fardello e, arrivato alla cima, si lascia andare giù, come se la sua espiazione non avesse mai fine. Fine condanna mai.

Quindi, dopo l’ennesima scalata (quando si dice… quello ha fatto passi da gigante, è riuscito a scalare una montagna… ma è sempre al punto di partenza), si ferma e scoppia a piangere. E nel suo gesto puro vi è qualcosa di meraviglioso, finalmente comprende che indietro non può tornare ma può cambiare vita. E si fa abbracciare dai fratelli, con Jeremy Irons che lo accoglie e la musica di Morricone che, altissima, s’innalza a sua avvenuta salvazione.

Un film che, nonostante se ne dica, rimane bellissimo e anche commovente. Fu candidato a molti Oscar e non ho mai capito perché snobbarono le prove di Irons e De Niro. Ma una spiegazione me la sono data. Visto che non potevano candidare solo uno, altrimenti avrebbero fatto torto all’altro, hanno escluso entrambi. Bella porcata… Il film alla fine vinse una sola statuetta, per la splendida fotografia di Chris Menges, che aveva vinto due anni prima per Urla del silenzio, sempre di Joffé.

Poi, ci siamo persi Joffé, anche se il suo nuovo The Forgiven con un grande Eric Bana non sembra malissimo.

Ma che c’entra tutto questo? Non lo so…

Fatto sta che l’altro giorno ricevo una risposta… un sito alquanto pregiato di news mi dice che hanno accettato la mia candidatura come articolista, poi io dico ok, va bene, da domani allora possiamo iniziare? E silenzio di tomba, non si fanno più vivi e scompaiono nel nulla.

Al che sempre si arranca, fra qualche collaborazione, libri che rendono poco, le solite macellerie della gente, e avvocatesse da diecimila euro al mese che, oltre a non dartela, ti trattano come uno scarafaggio.

Ma questa è la vita. Oramai, come si suol dire, ci ho fatto il callo.

Ah, le calli veneziane, ove i giovani possono innamorarsi felicemente e sognare di approdare al mare lindo e sconfinato… Sì, ho visto tanti giovani con grandi ideali di amore puro e fraterno che, dopo mille delusioni, avendo smarrito ogni ambizione, sempre fustigata, castigata, inculata, oramai vanno in giro per Via Indipendenza e, appena passa una bella donna con un bel culo, fischiettano, urlando Vieni qua che ti faccio vedere io…

Piuttosto che ridurmi così, preferisco fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Anche tre… più dieci caffè. Tempo previsto per oggi: sereno variabile con qualche pioggia e sprazzi di Sole tra nuvole grigie.

 

 

di Stefano Falotico

“Mission” – Recensione


18 Oct

Mendoza nel suo eremitaggio dorato di cascate, a pregare per il silenzio dei “vivi”

Di quelle pellicole avvezze a commuovermi e ad avvinazzar le iridi mie “pensatrici”, a effonderle in caldo “sciacquio” ove il Tempo è l’aurora parsimoniosa del mio tenero “ottenebrar” la calma, navigandoci di vigoria che contempla le nature docili d’un Mondo remoto da me, nei “distacchi” di cui rimpiango solo le frenesie degli orrori a cui mai mi genuflessi, né m’inchinerò alla predica moralista del loro asservimento.

Sì, sono un cacciatore, di taglie o di schiavi, nerbo di “neve” e dissolvenza che adocchia il becero qualunquismo nel suo “tempestarsi” di t(u)oni futili, a cui sfilo i miei “cappellai matti”, ingraziandomi il Cielo di non avermi ingravidato nei suoi troni, “proni” alle poltrone.
(S)calzo nella mia guerra, battagliero che “fuorviò” le ripicche e i giochi di spada, ché già caddi nei vizi della gelosia e del suo “dilaniarmi” dentro. Mi salvai in questa selva di primigeni pudori incontaminati e illesi dal barbarico “amputar” la Bellezza.
Qui, “vigo” vigilissimo in me, nei miei arbitri senza fischietto ma di musica evocativa alla Morricone, magica foschia delle palpebre e del non “assonnarmene” o a voi assoggettarmi.
Fra i selvaggi rinacqui, e ora son padrone del destino, libero dai falsi oneri del vostro “onore”.
Io sono il Re. Della foresta. Sono Rodrigo.

(Stefano Falotico)

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)