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Attori rinati: Woody Harrelson


11 Oct

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 Continua imperterrita quest’affascinante panoramica sugli attori rinati, cioè quegli attori che, momentaneamente, hanno ciondolato in tanti film sbagliati, risibili oppure dimenticabili e, come per miracolo, grazie a un paio d’interpretazioni indovinate, azzeccatissime, hanno riconquistato a furor di popolo nuovamente il consenso che parevano aver per sempre perduto.

Oggi è il turno di un nostro beniamino, un attore che davvero ci piace tantissimo, un volto oramai onnipresente, dal viso spigoloso, roccioso, perfino un po’ asimmetrico da mostro di Frankenstein. Ovvero il grande Woody Harrelson.

Nato nel Taxas, a Midland, il 23 Luglio del 1961 e il cui nome intero di battesimo è Woodrow Tracy “Woody” Harrelson.

Harrelson, come nome d’arte cinematografico, ha eliso Woodrow e Tracy, nomi troppo ingombranti, che forse lo caricavano di ampie responsabilità, eh eh, e ha selezionato Woody. Un nome peperino, facilissimo da ricordare, d’immediato impatto.

Un nome che si pronuncia esattamente come il wurstel Wudy, sebbene la dicitura di Woody, appunto, sia differente.

Woody Harrelson è un convinto vegetariano e varie volte ha avuto problemi con la giustizia, per via dei suoi vizietti incontrollabili, per i suoi modi spesso maneschi, per la sua irascibilità spasmodica, ma soprattutto per la sua eccessiva stravaganza comportamentale. Come quando, nel 1982, bloccò tutto il traffico della città di Columbus, nell’Ohio, perché all’improvviso si mise a ballare in mezzo alla strada. Fu arrestato e poi pagò la penale.

Un bel tipo, insomma.

Abbastanza fuori di testa, ma a noi garba proprio per questo.

Come il suo stralunato, folle Billy Hoyle di Chi non salta bianco è di Ron Shelton.

Uno dei suoi primissimi film (anno 1992), un enorme successo di pubblico. E trampolino di lancio per la sua carriera e anche per quella del suo compagno di “giochi”, Wesley Snipes.

L’anno successivo è interprete, piuttosto moscio a dir il vero, assieme alla bella Demi Moore e al mitico Robert Redford del film “scandalo” Proposta indecente.

Il regista è Adrian Lyne, un furbacchione, capace da sempre di suscitare scabrosità a buon mercato. Un mezzo ciarlatano. Come nel suo epocale e sopravvalutatissimo 9 settimane e ½. In 9 settimane e ½, almeno, seppure in una fugacissima scena, Kim Basinger mostrava il suo lato B spettacolare, in Proposta indecente non si vede un bel niente. E il film è una ciofeca tutto sommato perbenistica assolutamente velleitaria e patetica. Roba che non ha provato turbamento nemmeno a mia nonna. E ho detto tutto…

Una macchia nella carriera di Woody e infatti si cucca il Razzie Award come peggiore attore non protagonista dell’anno.

Però, Woody rimedia immediatamente dopo, grazie alla sua strepitosa performance in Assassini nati – Natural Born Killers di Oliver Stone.

Il suo psicopatico occhialuto Mickey Knox, con la crapa pelata e la magliettina rossa tutta lisa e trasparente, con tanto di ombelico in bella vista, fa centro.

Quindi è il magnifico protagonista dell’ultimo film del leggendario Michael Cimino, Verso il sole.

E viene candidato agli Oscar come migliore attore per Larry Flynt – Oltre lo scandalo per la regia dello straordinario Miloš Forman.

Non male, no?

Dunque, fa un cammeo coi fiocchi, in un altro ruolo da rintronato mezzo matto, nello stupendo Sesso & potere di Barry Levinson con Bob De Niro e Dustin Hoffman.

Mentre Hi-Lo Country di Stephen Frears e EdTV di Ron Howard, nonostante personalmente non li disprezzi affatto, si rivelano dei grossi flop a livello di pubblico e Critica.

Poi, che succede?

Sino ad ora, come abbiamo visto, Harrelson ha lavorato con registi di grido ma, senz’apparenti motivi, ecco che precipita nel Cinema di cassetta, relegato a comprimario.

Sì, è in Radio America di Robert Altman e in Non è un paese per vecchi dei Coen, ed è padrone della scena in The Walker di Paul Schrader, ma qualcosa non va ugualmente.

Per Oltre le regole – The Messenger viene candidato nuovamente agli Oscar ma non ci siamo lo stesso.

Ma, proprio quando Harrelson sembra annaspare, con Benvenuti a Zombieland ritorna in formissima.

E si succedono altre sue prove abbastanza forti… 7 psicopatici di Martin McDonagh, regista che poi gli regalerà uno dei suoi migliori personaggi degli ultimi anni, quello del sceriffo suicida dell’acclamatissimo Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Altra nomination… ma al solito, comunque, non vince.

Indubbiamente, però, è il suo Marty Hart della prima stagione di True Detective di Fukunaga a riportarlo in auge. E, assieme a un altrettanto strepitoso Matthew McConaughey, ha dato vita a uno dei più carismatici duetti attoriali della “televisione”.

Adesso Woody Harrelson è di nuovo un fulmine di guerra e gira film come un ossesso.

Lo stiamo vedendo in Venom con Tom Hardy ma soprattutto lo vedremo, su Netflix, in Highwaymen di John Lee Hancock con Kevin Costner, a brevissimo già sorprendentemente disponibile alla visione mondiale.

Woody Harrelson, un attore versatile, simpatico, che sa interpretare la parte di un uomo gentile e raffinato ma anche quella del buzzurro cafoncello senza battere ciglio, un uomo bruttino ma di fascino. Il fascino del super stempiato di razza.attori-rinati-woody-harrelson-01- true-detective-fenomeno-culto-02--e1524482464620 attori-rinati-woody-harrelson-03-

 

di Stefano Falotico

 

Venezia 74. Tre manifesti a Ebbing, Missouri e la mia “bruttezza” alla McDormand


06 Sep

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Io non vivo in Missouri ma, dubbioso sulla sua esistenza “tangibile”, sfuggendomi di mano, me “lo” misuro. È lungo in modo proporzionale alla mia volpe. Sì, rossa, esemplare di raro gusto estetico che “sguazza” nell’emisfero boreale del circolo polare artico. Anche se alle volte assomiglio a un fagiano, animale che potrete incontrare nelle superstrade di provincia, a tagliarvi la strada e, nell’incidente a lui mortale, a venir schiacciato su vostre gomme pneumatiche non frenanti la “cacc(i)a” che rappresentate.

Invero, ieri sera, quando il Sole di questo Settembre focoso eppur fosco sdilinquì nel vivo tramonto dei miei sogni di gloria, mangiai una pizza capricciosa, fregandomene delle prime piogge tardo-estive e dunque della variabilità meteo delle quattro stagioni. Poi, bevvi un Gingerino, pensando a Fred Astaire.

Questa McDormand del film di McDonagh è bravissima e merita la nomination all’Oscar e anche un buono-pasto da Mc Donald’s. Il film non l’ho visto ma mi fido dell’unanimità di Critica e pubblico che l’ha osannato. Frances, dunque, ritorna in zona Fargo, anche se non avrei sottovalutato il suo ritratto di donna stanca e anche franca in quel film con De Niro e James Franco, City by the Sea…

A proposito di De Niro, non sono come il suo Alfredo Berlinghieri ma, amareggiato come ad Asbury Park, guardo la vita dalla ringhiera, ringhiando.

Ieri, l’italia di Ventura ha giocato malissimo con Israele, per colpa soprattutto della verruca di Verratti.

In passerella a Venezia ha sfilato quella passerona della Lawrence, che ha presentato uno dei film più brutti della storia del Cinema.

A proposito di bruttezze, la McDormand indubbiamente può concorrere al premio di miglior racchia della Settima Arte, eppur s’incazza e giustamente non incassa.

 

di Stefano Falotico

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