Siamo “nemici pub(bl)ici” delle nostre “Man(n)i” romantiche

24 Oct

 

Gli occhi circospetti, e il mio Sguardo che “noleggia” anche un porno per spassarsela fra qualche passerotta che non è inibita, ancor meno lo è l'”attore” che “affonda” senza troppe (s)cortesie.

 

Se voglio pensare a un fondoschiena che mai mi stancherei d'”ammirare”, mi salta in “mente” quello di Naomi Russell, pornostar di “desueto” usarlo.

È da un po’ che non lo fa vedere, ma le memorie son “giocose”.

Ma sì, meglio una così di tante pazze isteriche “indaffarate” in tanti affari molto più sporchi, ché poi non lo fanno neanche, “arrembano” di tacchi & giuocan a “scacchi”.

Meglio John Dillinger di Michael Mann, uno che va da una ragazza e le dice, senza fronzoli, che vorrebbe “infronzolarla”, perché il Sol(e) sia sempre in fronte.
Quando uscì, due anni fa, questo Nemico pubblico fu bersagliato da una critica feroce, che non risparmiò attacchi pesanti, definendo “manieristico” lo stile di Mann, e anche un tantino sdolcinato nei suoi “favoleggiamenti” troppo “sbaciucchianti” da romanzetto Harmony.
Invece, è un capolavoro, e sfido qualsiasi fesso che si crede un capoccione, o un Capone, a sostenere le sue tesi (in)fondate. A proposito di “fondi”.

 

 

Un libro che Mann ha trasformato in dinamica poesia, un film futurista, sì, lo è.

 

Firmato il Genius

 

 

 

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