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Bud Spencer, un addio poetico


28 Jun

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Lo sostengo a voce “inascoltata” ma nel mio cuore “auscultata”, son sempre stato uno strenuo difensore del Cinema popolare, e dunque la perdita, nonostante la “veneranda” età, di Bud mi commuove.

Poiché rievoco nel mio “vegliardo”, sveglio core i tempi (non) andati d’una spassionata infanzia quando si rideva per un cazzo(tto) e ci si lasciava trasportare da angeli che mangiano fagioli e da Terence Hill con le sue provocazioni. Chi trova un amico trova un tesoro e io sono amico, come Spencer, di queste avventure veraci, di “spaghettate” a base di pugni, di questo Cinema “basso” e “facilone”, di questo Cinema sentimentale-infantilistico e scacciapen(sier)i, oh sì, sissignori/e. Altrimenti c’arrabbiamo!

Nella mia visione “buddistica” e animistica della vita, io sto con gli ippopotami ma non mi dichiaro un animalista, nonostante abbia “amato” questo bestione, in fondo era un Bomber e Lo chiamavano Bulldozer. Sono figlio dei suoi film degli anni ottanta e mi sento alien(at)o da questa pigra generazione che si trastulla nella noia. Sono, come lui, uno sceriffo molto terrestre e chissà perché capitano tutte a me.

Bud possedeva la robustezza “malinconica” di chi nella vita poteva fare il massimo pugilatore e alla triste serietà d’un mondo, che oggi esalta Christopher Nolan coi suoi cervellotici giocattoloni, io preferirò nostalgicamente sempre la sua maestosa serenità. Basta che lassù non lo fa(re)te incazzare, se no son botte. Non so se di Natale o Lo chiamavano Trinità.

di Stefano Falotico

Banana Joe Bud Spencer


03 May

 

Tutti preoccupati oggi della banalità, va recuperata la “BananaJoe di Bud Spencer, un “gorilla” di Piedone l’africano, che picchia i ragnetti essendone aracnofobia alle sceme scimmiette! A peda(la)te!
Dai!

Parentesi “tonda” su “squadrarla” in modo “accerchiante” fra intimità da non assecondare alla Gioconda nel suo far il cascamorto per gravitarle in tondo.

Alziamo i ton(t)i. Il maschio sono io e pretendo di “sbucciare” ché, spelando, il vizio va succhiato di saccarosio per dolce sacco da orsacchiotti a “pelle”.

Donna, sei tu un’arretrata. Voltati e mostrami allora il “retro” per la mia bott(eg)a!

“Annacquami!. Sorseggia fin ad addivenir in avvinazzato mio spruzzato spumante!

Dialogo di regole dell’attrazione, più che altro di pol(l)i opposti fra “lei” in opposizione al volerla “atomica” in tante posizioni “calme”, come Placido Violante di grosso seno sporgente.

– Tu sbandi per me, ma non hai visitato la mia faccia. Che razza di oltraggio è mai questo al mio pudore?
Come ti sei permessa di sbavar il labbro tuo a “pendulo” dei “personali” senza prima valutare se “penderà” o s’affloscerà penoso da “vuoto” causa la “tua” appunto vacantissima “permalosa” e non a permeare il mio “schizzinoso” d’affare che riguarda solo me, me soltanto?

 

Risolve la faccenda da “sberla”: t’ho appena dato un’occhiata, ci stai per una toccata e fuga?

Replica: no, preferisco la figa che sono io. Forse non lo sai ma, travestito, sto “investendo” molto sulle mie tante facce da culo.

– Ah, ti credevo bello e cervellotico, invece sei banale.
– Opterei per un bignè da me di fai da te. Ci stai?
– A che?
– Al coccodè. Il coccodrillo come fa?…
– Sei un cocchino.
– Sì, uso anche il cucchiaino nello “strapazzato” mio gustare molte gustose uova alla coque. Le tue albicocche non me lo “staccheranno”.
– E io che m’ero illusa che fossi un Uomo… garbato e di stile. Fai schifo! Sei un “tuorlo!”.
– Sono lo strappo alla regola. E le tue calze troppe volte han st(r)appato. Lo intuisco dalla rasatura “reggente” di troppi pelosi nella “depilata” dal grido isterico “raggiante”. L’acquaragia? Coraggio, dilla!
– Porco, a che alludi?
– Alla Luna. Se la verginella dal lupo vien “rosata”, violetta “viene” tacchina. Leggenda popolare secondo cui , quando un licantropo è provocato, o la prende subito o molla la presa.
– Che cazzo dici?
– Non lo so, è tutta una cazzata. Tu sei molte “cazzate”. Se divento incazzato, te la vedrai brutta.
Lascia perdere i cazzoni. Un “calzone” così non l’hai mai mangiato. Al peperone di salame piccante!

In gir(in)o, mi chiamano il finto ghiro. Il sombrero del Mexico a coltivare le patate fra le nuvole.
Tu pensi che “dorma”, invece ti “domina”, arando nel “fumarsela” con mille gradi all’ombra. Dell’arrancar’!
Zum zum! Zoom!

Dell’ultimo Sole? No, qui solo Notte fonda.

Te lo do io… il letargo!

Sai dove ti vedo bene, puttana? In mezzo proprio alla tua “foresta”. Mi sembra l’unico posto a cui puoi in… d(i)rizzarlo con la “foglia morta”.

Più che appaiarmi ai tuoi cornuti, rimango unicorno.

Comunque, dopo averti “in(o)culato”, le mie cornee hanno spogliato viva una scimpanzé.

Molto meglio della bertuccia.

 

E delle bucce tue da boccuccia!

Bocciata dalla mia testa di noce!

Sette film sull’amicizia (virile)


21 Jul

 

Amicizia, friendship.

Altro che love story e tanti “matrimonietti” che poi, fra piatti “(s)lanciati” e vettovaglie “divorziste”, alimentan solo già inconciliabili differenze, peraltro “ingiallite”, sin dall’inizio, di alibi e sospetti, e di “lei” che credo se “la” faccia con l’albino.

“Amare” un amico non pretende il tuo orgasmo, ma soddisfa sinceramente di più.

Sono l’Uomo che non “rosica” se il mio amico “approderà” sulle tette di Kate Upton o “slinguazzerà” nelle a(r)mene cavità “sondabilissime” di Kim Kardashian.

Sì, poi mi ricoverano perché il mio fegato s’è sventrato di “lune” alcoliche per placare il “dolorino”, ma vale la pena “sorreggere” un compagno del viaggio.
Basta che non scopi me, e può inculare tutto il Crazy Horse.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chi trova un amico trova un tesoro (1981)
    Film imprescindibile dell’infanzia, da rivedere anche alla nostra età, nei momenti in cui la vita, in “avaria”, si vorrebbe abbandonare a un “rilassante” giro in barca.La strana coppia Spencer-Hill, al solito s'”arruffa” d'”azzuffate” e scherzettini. Hill, l’atletico e dritto, sfrutta la dabbenaggine del gigante buono Spencer e, navigando per il mare, la stretta di mano è un’ancora di salvataggio.
  2. Windtalkers (2002)
    Prima visione: pessima.
    Seconda: rivalutazione.
    Terza: forse un capolavoro indiscutibile, indicibile, anzi, da discuterci sopra.John Woo, il Re delle sparatorie ove gli amici si scambian la “pistola”, allestisce un coreografico balletto bellico.Nic Cage, qui quasi quasi melodrammatico senza imbarazzanti smorfie, e un indiano di una Cultura diversa.
    Non si capiscono, e il marine osserva, (dis)incantato, le superstizioni del “muso seduto e riflessivo-magico” mentre combattono i musi gialli.Poesia, commozione, quasi John Ford.
  3. Le ali della libertà (1994)
    Ma, allo spettatore, interessa davvero la “colpevolezza” d’un Tim Robbins mai così viscerale nella nostra empatia?Fuggirà da una prigione di massima sicurezza, con calma premeditata, “artefatta” in Rita Hayworth, la rossa per cui vale la pena di vivere e sognare la pioggia in una Notte dallo scroscio “piovigginoso” e catartico.Alla fine, Lui e Freeman s’incontreranno vicino alla riva marina delle (dis)illusioni.
  4. Ronin (1998)
    Io salvo la vita a te e tu a me.Ci ritroveremo, dopo tanti “inseguimenti” e una Nizza argentata nel plumbeo e nei “piombi”, in un bistrot parigino, guardandoci negli occhi e augurandoci, sulle strade del destino, “Buona fortuna”.Il sapore melodico della malinconia di Frankenheimer.
  5. La versione di Barney (2010)
    Amici per la “pelle”, con uno stronzo che si fotte tutte le tue donne.L’hai ucciso? No, forse no, sarà “inciampato” per un tuffo battesimale nel lago.Ma tu hai tradito l’unica che amavi davvero.
    Ma chi se ne frega.
  6. Pulp Fiction (1994)
    Travolta e Jackson, gangster che s’appoggian di “minchiate”.Ne succedono di tutti i colori su “salsa” pulp, e si esce poi da una tavola calda ma “freddissima”, vestiti come due cazzoni.
  7. Terra di confine – Open Range (2003)
    Qui, mi sembra si sia “sconfinato” parecchio.
    Addirittura (ci) han ammazzato un povero Cristo che non faceva del male a nessuno.E allora, amico Duvall, grande mio mentore, ritorniamo in città.
    E la Notte sarà loro “illuminante”.

 

 

 

Il miglior incubo gigantesco


29 Apr

 

In una Notte tempestosa, di “mostrifognari, la barchetta scivolò, “cadenzata” dalla Luna, nel tombino, e il “morto”, di savia rinascenza poderosa e giocosamente “impertinente”, nelle allibite prurigini della mental, sedimentata, cronica caligine borghese e “chiesaiola”, dalla tomba, con occhi deniriani d’incipriato neostardust d’anima lindissima, riemerse a galla tra le bugie omertose d’una città terrificata dalla vergogna agghiacciante della nuda, cruda, “insopportabile” nudità. In ogni sua divelta “fierezza” abominevole.

 

Donne, ai bordi della strada, che si “smaltan” le suole delle scarpe per attizzar, di tacchi “svelti, il maschio arrapatissimo su occhio di “trucido-sdrucito” jeansettino strappatino per “stapparlo” nello strappo di Lei, sempre “dolce” di “ferite”.

 

Tra osceni e cene di cretini, di prima mattina, con cresta da gallo, esco di casa già “incappucciato” per un cappuccin “scremabile” nel mio odor cremosissimo come gelato al caffè.

D’occhio alla Clint Eastwood contro le teppistiche violenze dei soliti malviventi, “nascosti” dietro abiti “patrizi” di vaga “plebaglia” cagna d’un recidivo canagliume.

 

Uh-uh, ululo. Mi “adulo”. I miei pantaloni, attillati ma “dimagriti” nelle mie gambe solitarie, pretendono che, con lestezza, mi svesta.

 

Sì, tra “fragorosi” disabili e invalidi della mutua, mi “calo” le mutande, in un “bacio alla francese” al Mondo, in tutto la mia potenza erotica di Natura déshabillé, italianamente Uomo e stalloniano d’istinto…, non siam stinchi di Santo, suvvia, “aizziamolo” e “attizziamolo”, in mezzo alle bili dei “bulli” e alle trombate dei tromboni.

 

Sì, anni fa incappai in una famiglia di dementi.

Il padre, a tutt’oggi, flatulente di boriosa cretineria, si sposò con una cretina.

Una mentecatta sicula di conclamata frigidità che, per compensazione alla “lacuna”, inculcò ai “pargolini”, già quando eran “avvolti”, stronzetti nel pannolino, il “culto” dei “culi”.

 

Prima li “sedò” in licei fetidi ove, più che insegnar Catone, l’”istruirono” a ostruire chi non la pensava come loro.

Sì, questa gente, dal “podio” dei loro insanabili, xenofobi, omofobi odi, “affratellati” in congreghe “vanagloriose” di già “indotti” giochi di potere, “picchiavano” di ricatti subdoli i neri, gli omosessuali, le ragazze vergini, “sodomizzandole”, e tutte le persone libere.

 

In mezzo a questo schifo, un Uomo che si “ritirò” a “vita privata”, dopo esser stato infamato di calunnie e pregiudizi vomitevoli, “calmissimamente” ritornò sulle scene.

 

Sì, il celeberrimo colpo di scena.

 

 

E dopo tanti ingiusti, sleali, balbuzienti, infondate, gratuite cattiverie, in un carisma “spensierato” alla Bud Spencer più Braccio di ferro di “spinaci”, oggi, con impagabili, vittoriose botte da orbi a questi ipocriti ciechi e “cecchini” delle anime, è diventato il loro IT peggiore.

 

Sì, questo “fantasma” roccioso di muscoli e forza, è un clown danzante, molto inchiappettante.

 

Sogniamo tutti, spacchiamo la faccia a quel presuntuoso “tuttologo” delle vite degli altri!

 

Davvero bella questa mia frase, me ne compiaccio, d’altronde son piacente, e m’enuncio di tal implacabile annuncio!

 

Anni fa, sognavo, sognavo e sognavo.

E nessuno mi dava credito, anzi, azzannando il mio amor proprio, smontava ogni slancio, ogni iniziativa, ogni anelito.

 

Poi compresi che, tali vili materialisti falsi, s’eran già prostituiti al “puttanaio” più corrotto, e ruppi loro le ossa, perché, concretizzatisi i miei ardori, “mi balzò” che avevo avuto sempre ragione io, e, assieme ad altri affini, finissimi, roventi cuori, rovinammo la loro festa, anzi, li “turbammo” nei loro “festini”.

Ah, ve “le” sbattete, circuendole e promettendo loro oro e felicità? Le “baiocchinizzate”, immondi?

Vi conosciamo. Siete solo dei laidi approfittatori delle loro “clementin-clemenze”, prima ve “le” godete, “spassandovele” un po’, poi le “svergognate” denunciandole appena segnalano i vostri abusi.

Maiali!

 

E noi vi sbattiamo dei pugni in faccia.

Sì, credo che niente m’abbia dato più soddisfazione, in questa mia vita, d’aver steso un imbecille e la sua famiglia di viscidi.

 

Cos’altro andran a raccontare? Quali altre fandonie “inventeranno?”.

Inveiranno d’altri “assalti?”.

 

Il mio ditino, su “nocche” durissime, “motteggia” un “flebilino”… “No!”.

 

 

 

 

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