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Il diavolo tentatore e la psicanalisi su Christopher Nolan


25 Sep
MEMENTO, Guy Pearce, 2000

MEMENTO, Guy Pearce, 2000

Era una sera apparentemente come le altre, né più né meno di ieri. Ero sdraiato sul divano a guardare il Milan su Sky, quando all’improvviso bussarono alla porta. Chi poteva essere alle dieci di sera? Era capitata una sciagura? La vicina voleva avvisarmi che domani sarebbe arrivata la disinfestazione o che la cantina si era allagata? No, era Anne Hathaway in tenuta da Catwoman. Stupito, quasi commosso, addolcito da quella visione paradisiaca, le chiesi che voleva. Ella, senza pensarci due volte, mi diede una spinta e mi tramortì splendidamente con una frase che aveva dell’incredibile.

 

– Voglio te e “lo” voglio subito!

 

Quindi, mentre ancora frastornato dalla sua avance così sfacciata, cercai di ricomporre la mia espressione da inebetito, mi scaraventò sul divano. E m’implorò di non muovermi. Sudavo freddo eppur “ardente”. Ella, arditamente, morbidamente si spogliò mentre Montolivo segnava un goal da centrocampo. Scalza, riuscì a scalzare il mio finto aplomb da fessacchiotto che la fissava e subito la faccenda si sarebbe “fatta” incalzante. Indossava calze a rete e il Milan aveva raddoppiato su grida di giubilo di quel fessone di Fassone.

Insomma, fu una notte buia e avventurosa, “catturante” come un’impresa di Batman.

Fu in quei momenti “affannati”, che compresi la profondità della carne, il mio essere si sciolse e capii “quello” che ne sarebbe “venuto”. Ma soprattutto presi coscienza che, a confronto delle cosce di Anne, io ero solo un buco nero meno gaudente del suo, avevo perso tanto tempo prezioso a cercare il senso “ignoto” della metafisica di Nolan e avevo sacrificato le mie “dure” giornate a danno della figa!

Quando caddi preda di Nolan? Quando iniziò tutto ciò? Andai da uno psicanalista e facemmo i punti della situazione, partendo dall’inizio dell’abisso, all’origine della causa di quel terribile scompenso. Di quella psicosi acuta che mi aveva tenuto lontano dal godimento più concreto a favore invece di un illusorio sincretismo van(esi)o.

Buttammo giù un diario di tristi memorie, di rimpianti inesorabili…

 

Memento

Sì, all’epoca frequentavo ancora il liceo ed ero stato abbandonato dalla mia ragazza, che aveva scelto di essere la ragazza di un ragazzo non con un grande cazzo. Sì, lo sapevo perché era mio compagno di classe e “glielo” avevo visto nello spogliatoio prima dell’ora di educazione fisica. A tal proposito, cercai di dissuadere la mia ragazza dal succhiarglielo, ma oramai il danno era già stato fatto. Ella, senza vergogna, mi confidò di avermi definitivamente mandato a fanculo, “avendolo” già preso da quello lì nell’ano. Rimasi paralizzato in una crisi mistica e, dopo un giorno, il mio cervello si spaccò in mille pezzi da pazzo! Urlai, scappai e da allora mai più scopai, ebbi crisi d’identità e soffrii di crisi compulsive che m’inducevano ad annotarmi tutto sulla pelle, in forma di tatuaggi letterari, per non dimenticare chi fossi. Furono giornate angoscianti, in cui smarrii me stesso in un’apoteosi di demenza…

 

Insomnia

In quei giorni però al cinema davano Boys Don’t Cry. M’innamorai delle fragilità della Swank e sognai di essere il suo “detective”. Così iniziai a non prendere più sonno. Stavo a letto e in piena notte andavo in cucina a mangiare il miele, dicendo ad alta voce cose smielate. Sì, poi riportai tutto in un libro e divenni uno scrittore che tormentava Hilary. Ma una sera diedero in tv L’avvocato del diavolo e compresi il mio Pacino. Non valeva la pena dannarsi per quella sciacquetta. Andai a sciacquarmele…

 

Batman Begins e Il cavaliere oscuro

Avevo perso la mia ragazza, e la Swank stava ad Hollywood. Come potevo occupar il tempo durante il plenilunio quando il mio lupo voleva “ululare?”. Fu allora che divenni il paladino mascherato e combattei la criminalità per pareggiare i conti con le mie psicopatologie. Illudendomi di poter acciuffare i malfattori, compensavo la mia ansia di vivere. Fino a quando incontrai il Joker, uno più pazzo di me che rideva sempre. Fu un duello strepitoso, in cui nessuno dei due vinceva. Ma poi Heath Ledger morì e il Joker divenne Jared Leto. Non mi divertivo più e andai a vedere Suicide Squad per piangere di amarezza.

 

Inception

Lo so, ho fatto un salto in avanti. Torniamo indietro. Ritornai a essere solo come un cane, ma ripresi a sognare. La mia ex ragazza voleva essere liberata dal mare di puttanate che il suo nuovo stronzo le raccontava ma non riuscivo a liberarla e l’incubo iniziava daccapo. Un rompicapo per un rompicazzo. Impazzii nuovamente e mi divertii con emozioni asettiche, con estetiche ruffiane, con un cubo di Rubik per principianti. E Lynch in quel periodo non girava più nulla. Vidi la mia intelligenza crollare come grattacieli fatiscenti nell’oceano. E piansi immensamente.

 

Interstellar

Decisi di mollare i miei affetti più cari e di andare altrove, di vivere fra le nuvole. D’altronde, era meglio. Se avessi sposato quella ragazza, avrei avuto una figlia racchia, malata di matematica e l’avrei incontrata rincoglionita attorniata da leccaculo che volevano la sua eredità, aspettando frementi la sua morte. Se fossi sopravvissuto al suo Einstein. Insomma, io volevo una figlia che non fosse una zoccola strafiga, ma nemmeno una bella figa. Ma quale astrofisica! Sì, col tempo sarebbe migliorata e sarebbe stata piacente come Jessica Chastain ma, si sa, la bellezza non dura e da vecchia sarebbe tornata una Burstyn zitella.

 

Dunkirk

Ero completamente “bombardato”. Ero diventato un bersaglio facile e tutti sparavano a zero su di me. Incominciai a delirare come Kenneth Branagh di Hamlet, sul ponte della mia rovina. Ma poi ascoltai le canzoni di Harry Styles e capii che non mi avrebbe salvato neppure Shakespeare.

 

– Bene, lei si è ripreso.

– Dottore, ma che dice? Le ho appena detto che per me è finita.

– Macché. Sarebbe finita se fosse uno a cui piace Christopher Nolan. Lei è un uomo che ne sa una più del Diavolo e non abbocca alle stronzate megagalattiche. Mi dia retta. Vada e inculi.

 

di Stefano Falotico

Sono un giostraio di Woody Allen, un po’ goofy, mentre Fofi non è meno trombone dei Nolan che “ammazza”


20 Sep

Sì, sta per uscire il nuovo film di Woody Allen, e ci è stata mostrata la prima locandina incantatoria, anzi, incatenata alla giostra delle nostre emozioni più nostalgiche, più “asciugate” laddove Coney Island fa l’amore coi gabbiani nei cieli tersi di una New York da cartolina. E io andrò a vederlo, non credo vi rinuncerò, sebbene non abbia amato l’Allen recente, troppo macchiettistico, superficiale e persino “cartoonistico”. Penso che quando riesce a bilanciare le serietà bergmaniane all’umorismo ebraico da uomo che ne ha passate tante, e dunque può ironizzare con gusto sulla vita, faccia centro. Ma si vedrà, ah ah, come già detto. Poi ho voglia di rifarmi la “bocca” con questo Belushi panzone, che pare stia vivendo una seconda giovinezza.

Ma, adesso, mi concentrerei sulla recensione di Fofi, apparsa nell’Internazionale (che potrete “raccattare” andando in giro su Google, non mi perito a linkarla perché spesso il web fa strani scherzi e poi cancella tutto…), inerente o, meglio, distorcente… (a) Nolan.

Fofi non ha torto su tutta la linea e che il film non fosse un capolavoro lo si sapeva già… noi europei, più esigenti, meno trionfalistici e amanti della pomposità degli americani che l’hanno “strombazzato”. Fofi però non lesina sulle parole cattive e alla fine addirittura lo classifica come filmaccio.

Vi estraggo i pezzi più “esaustivi”, tralasciando la parte ove cita film del passato, che credo sia poco interessante per il nostro “discorso” ed è soltanto sfoggio “decorativo” delle sue conoscenze:

Dunkirk è un film brutto e detestabile per molti motivi, un fallimento anche spettacolare e anche per lo standard ruffiano ma solitamente efficiente del suo autore-demiurgo, un divo del jet set anglostatunitense come quelli di cui tratta Hanif Kureishi nel suo ultimo e splendido romanzo-farsa. So di irritare i suoi fan e gli pseudocritici del web, vittime consenzienti della stupidità programmata dai poteri (web = ragnatela, in cui il capitale contemporaneo cattura e divora o, al meglio, castra i moscerini che siamo), ma la perdita di senso dell’esperienza, e in questo caso dell’esperienza estetica e prima ancora morale, va combattuta con tutte le (poche) armi che si hanno a disposizione.

Partiamo dal titolo, che i distributori italiani, genìa ipercolonizzata, hanno lasciato in inglese, fingendo di ignorare che la città di cui si parla sta in Francia e si chiama Dunkerque. È legittimo che gli inglesi la ribattezzino, come noi ribattezziamo, per esempio, London in Londra, Paris in Parigi. Ma non siamo nel Regno Unito e lasciare il titolo inglese è un atto di sudditanza altrettanto imbecille che se si ridistribuisse in Italia, che so, L’oro di Napoli chiamandolo L’oro di Naples.

Questo, ovviamente, non è imputabile a Nolan. Il cui film, tronfio e meccanico e noioso, sta in piedi per la musica roboante e invasiva, ossessiva, di Hans Zimmer, più sound che musica. E un regista che si serve della musica per dare unità e pathos a una storia che altrimenti non regge, è, da sempre, un regista che non sa come emozionare, e che di emozioni vere non si intende. Effetti sonori più che effetti speciali, e comunque effetti, trucchi, tecnica, non un linguaggio autonomo e creativo. E siccome è più facile in laboratorio produrre effetti speciali con gli aerei (il cielo) che con le navi (il mare), dagli con le picchiate e con i primi piani degli aviatori, inespressivi perché il loro volto è nascosto da caschi e occhialoni.

S’intuisce che Nolan, in assenza di ispirazione perché in assenza di convinzione, e avendo ben presenti le bravate del maestro numero uno tra i registi tromboni, Steven Spielberg (ben più astuto di Nolan) in Salvate il soldato Ryan, pensasse al suo film come a un oggetto compatto, come a una sorta di sinfonia sonoro-visiva circuente e stordente, dove il flusso dell’azione fosse appena interrotto da personaggi-guida che scandiscono la buriana senza però spezzarla, senza cioè che l’umano riesca a prevalere, sia pure per poco, sul dominio della macchina.

… film di Nolan, la cui maggiore odiosità sta nel cosciente o incosciente progetto di abituare i giovani spettatori a una visione della guerra imbecille e retorica e disumana. Quei giovani spettatori che ben potrebbero, in mano a governanti mascalzoni e a un capitalismo guerrafondaio che domina i mezzi di comunicazione e finanzia i Dunkirk, trovarsi a fungere da carne da macello per le guerre future, come già accade in molte parti del pianeta. E che oggi applaudono i filmacci kolossal che li abituano all’idea del massacro, pensando però che non saranno loro a crepare.

 

Parole come sempre esposte con enorme padronanza del linguaggio e cultura indubitabile, che quasi quasi ci persuadono al cento per cento che sia una boiata. Ma Fofi, oramai ottantenne stagionato della disillusione più pericolosa, talmente idealista da sfiorare il ridicolo più allarmante, lo conosciamo. Da oramai tre decenni almeno, stronca per “partito preso”, è il caso di dirlo, vista la sua militanza comunista sino al parossismo più paradossale, i registi che gli stanno antipatici, a maggior ragione se sono gli esponenti di un Cinema “grandioso” e spettacolare. E quindi pollice giù all’oramai rincoglionito Goffredo (mi perdoni, “esimio”), che prende fischi per fiaschi e va “avanti”, anzi di “Unità!”, coi paraocchi più tristi. Ma che il film di Nolan non sia la mastodontica opera che, comunque, certamente si aggiudicherà molte nomination agli Oscar… io l’avevo già detto, meglio di lui, con toni canzonatori ben più leggeri e dissacranti, senza la sua seriosità da trombone, non migliore dello Spielberg che lui tanto vorrebbe veder morto e crocefisso.

Nella vita, caro Fofi, bisogna essere obiettivi, e lei lo è, glielo riconosco, senza sfociare nella Critica troppo cinica e talmente assurda da sconfinare nell’idiozia. Comunque, le stringo la mano per il coraggio. Lei il suo tempo l’ha fatto e non comprende la “modernità” frenetica ed effettistica di Nolan, capisco, nemmeno io “ci arrivo” più di tanto, ma sparare così a zero sa di fascismo peggiore del più bieco e ottuso comunismo.

Nolan e il suo finto capolavoro di Dunkirk


29 Aug

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Sì, son duro a morire e Nolan mi ha sempre puzzato di “adattamento alla massa”, per come compiace un gusto medio oramai fastidiosissimo che ha sostituito il grande Cinema con lo spettacolo, a mio avviso abietto e uso un eufemismo per quanto possiate pensare che esageri, più facile a “insaporire” il palato di spettatori che oggi s’improvvisano critici quando, invero, son persone spesso fustigate da vite mediocri che non amano gli alati deliri del Cinema più schietto, non come quello di Nolan “chiatto” ad accontentare le vostre bocche “buone”, cari ubriachi appunto di mediocrità. Le fiaschette, nella cantina di tal vostra “opulenza” olezzante, vi aspettano affinché possiate bervi, imberbi, la nuova stronzata spacciata per arte raffinatissima. Quelli di Nolan sono giocattoloni buoni per chi dal Cinema e dalla vita ama quella “perfezione” virtuale che sempre cozzerà col mio realismo poetico, aderente a una poetica del vivere che non sia trastullarsi coi balocchi, miei allocchi. So che non vengo sopportato per questo mio atteggiamento cinico e dunque atrocemente sentimentale, attenzione non sentimentalistico, e che il mio sfrenato romanticismo in cerca della vera bellezza possa esser tacciato e scambiato per follia, cari pecoroni di tal esultante folla smaniosa di vederlo…

Son altre le cose che attirano la mia curiosità, come “incendiarsi” dinanzi a una sigaretta nel tramonto che fiorisce nel crepuscolo della pura, quella sì, estatica immaginazione.

Altro che visioni “immersive”, parola che fra l’altro non esiste neanche nel vocabolario.

Basito, osservo la rovina.

 

Mi spiace per chi non capirà, ostinatamente, l’ironia che sottende quanto da me detto e “recitato”.

Comunque, non cambio molto opinione su Nolan.

 

di Stefano FaloticoBodega Bay

(Non) mi scuso per la mia uscita “fuori luogo” su Nolan e qui chiedo venia, non sono un pentito


21 Aug

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Non posso accontentare tutti riguardo il mio post che ha scatenato quasi un “omicidio”, con me vittima “indifesa”, su Facebook. Commenti dei più disparati mi son stati sparati contro, e io contro questi (non) ho il culo parato. Non bisogna parlar male dei film senza averli visti, ma ha ragione il caro Marko Kapitan… a ironizzare con estremo gusto stroncante, tanto che fa ammenda per non essere stato ancora arrestato. Suvvia, lo vedrò e saprò dirvi con più obiettività, a ragion veduta, è il caso di dirlo, ma si sa che sono un estremo provocatore e me le vado a cercare. Ma, per piacere, non definite Nolan un genio. I geni son altri, anche se io, essendo estremamente esigente, annetto a questa categoria davvero pochissimi nomi, in generale, non mi riferisco solo alla Settima Arte. Diciamo che alcuni registi hanno indovinato alla perfezione alcuni film e saranno ricordati per quel periodo di fortuite circostanze per come riuscirono a centrare l’ispirazione massima e a trasporla in immagini e a volte parole che son state un “colpo”. Nolan un genio? Questo è il colmo. So che si tifa in Italia e mi odierete perché mi son schierato, non solo in questo caso, contro uno dei registi più amati della contemporaneità. Ma la vita è fallace ed è giusto che, giovani e idealisti come siete, v’infervoriate come Keanu Reeves dinanzi al Diavolo Pacino, il qui presente-assente, ammetto troppo spesso che recito la parte del finto deficiente. Accanitevi a elogiare Nolan, d’altronde chi sa cos’è l’essenza della vita? Potreste essere nel giusto, voi che l’avete elevato a totem intoccabile e non siete pervasi dal sano gusto dello sfottò adottato con criterio, creanza, e quel gusto bellissimamente sadico di dargli un po’ addosso. Che ce volete fa’. A me Nolan non piace. Non per questo merito di essere crocefisso. La vita, per molte donne, è sesso scatenato e si lamentano di quegli uccelli sterilmente poco esuberanti che non danno loro “affetto”. A me Nolan pare affettato, definitemi pure affrettato…

 

di Stefano Falotico

Francesco Alò stronca Dunkirk e io non posso che essere d’accordo


21 Aug

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Da qualche anno a questa parte seguo Francesco e lo trovo coerente, estremamente coerente, spigliato, in gamba e con una profonda cultura cinematografica, sebbene talvolta se la “tiri” da cazzaro. Sì, perché si prende con enorme leggerezza e ha il coraggio, mai premeditato e cinico, di andare controcorrente e sparare a zero anche su grandi registi o presunti tali. A me Nolan non ha mai pienamente convinto, diciamo che non mi piace appieno. Lo trovo in apnea, scisso fra il bisogno commerciale e la necessità d’autore perché vuole appunto essere annoverato nella categoria dei “maestri”, appellativo fra l’altro che aborro e che andrebbe eliminato dal dizionario “serio” del Cinema. Non credo che andrò a vedere Dunkirk sul grande schermo per molteplici ragioni. “Fruire” dell’esperienza IMAX non è, come per Francesco, qualcosa che poi mi attiri granché, oramai possiamo ammirare il Cinema anche “netflixizzandolo”, a differenza di ciò che sostiene Christopher, e spesso l’IMAX è un artifizio “spettacolare” per coprire i buchi di sceneggiatura. Più volte già mi pronunciai su questo film, pur non avendolo visto, e la mia posizione fu aprioristicamente negativa. Poi come farei a sopportare quell’assurda massa delle multisale che lo “idolatra” a prescindere? Ecco, potrebbe anche piacermi, ma a me i capolavori annunciati non son mai garbati e con Nolan ho parecchi problemi, ricercando personalmente un Cinema che sia, sì, elegante, ma che non si svenda per il grande pubblico coi trucchi della ruffianeria. Bravo, Francesco.

 

di Stefano Falotico

 

La Critica americana esalta Nolan, ma ci sta, ne sa qualcosa?


21 Jul

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Basta farsi un salto su Rotten Tomatoes, per rendersi conto della media altamente “devastante”. Tutti d’accordo. Pare che Nolan abbia firmato il suo film più compiuto e bello, libero dai discutibili voli pindarici e cervellotici che hanno sin a ora contraddistinto la sua filmografia. Eppur io rimango perplesso e mi mantengo moderato. Non posso esprimermi sul giudizio, non avendolo visto, poi garantisco a tutti che manterrò la sufficiente onestà intellettuale per giudicarlo senza infingimenti e quei condizionamenti che adesso mi mantengono appunto sul chi va là. Un chi va là che forse riecheggerà una volta che il film avrò visto. Se ben scorriamo le critiche, ne troviamo però una ventina assolutamente negative. Quasi tutte quest’ultime concordano con quello che è il mio vago pensiero sul Nolan e il suo Cinema. Anche per questo film pare che Nolan non si sia smentito. Poco cuore e per niente umorismo. Al solito il suo modo di girare è elegante e sontuoso, conosce il mezzo fin troppo, ma pare che quando filmi non vi metta l’anima. Sarà vero? A fine, spero finissimo, Agosto per saperlo. Nel frattempo, elucubrate di congetture.

Beccatevi questa stroncatura!

 

 

di Stefano Falotico

Il Cinema, indubbiamente, ha creato molti scompensi nella gente


07 Jul

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Io difendo a spada tratta, anche (t)irata, il Cinema, essendo Arte per privilegiati. Sì, lo è, solo chi lo conosce può fruirne, gustandone ogni minima parte. Eppure oggi è strumentalizzato a fini giornalistici, ove tutti si son improvvisati “dottori della comunicazione”, elargendoci un sapere miope, modaiolo, “modernistico”, di rara presunzione e perseveranza d’ignoranza profonda. Sono rammaricato per loro ed è un cordoglio da cui elevo con importante classe. Sì, amai anch’io Villaggio quando duettò con Reder e fu vessato da Lino Banfi, e nei miei attimi di ermetica solitudine accendo una candela in sua memoria, cosciente che molta gente lo snobberà, considerandosi radicalchic. Un’elitaria falange di nuovi ammiratori di quel mezzo disastro che è Nolan Christopher avanza, Nolan, la cui peggior sciagura, quest’enfatico Dunkirk, sta per sbarcare, ahinoi, nei nostri occhi. Sempre comunque meglio di Michael Bay. Il Cinema di oggi è in una fase “addolorata”, impera Netflix e forse surclasserà la sala cinematografica, d’altronde quello che i fautori dell’home video si augurano da trent’anni a questa parte. Perché è una grande bugia che il Cinema va assaggiato in compagnia. Le compagnie sono fuorvianti, travianti, indottrinano al pensiero di quello che è il leader del gruppo, presunto tale quando spesso è un borioso insetto pieno di sé, e sono un branco spesso di sapientoni che amano il Cinema “colto” oppure ancor peggio quello “cool”, del momento, della tendenza più in voga. La dovremmo finire di osannare il Cinema del presente, tranne in pochi casi assai scarso, perché ha perduto il gusto di quell’artigianalità che lo rendevano splendidamente naif.

Ecco che vanno di moda allora i film per categorie, film di diari di Briget Jones in cui l’anoressica-bulimica di turno, anzi di “torta”, si riconosce nelle sfighe della protagonista, o solitudini di numeri primi per fanatici del fai da te. Io sono comunque, e rimarrò sempre, un esaltato della masturbazione. Quando scende la sera, il Cinema videoclippato di oggi mi fa una sega.

 

di Stefano FaloticoBodega Bay

Dunkirk, questo trailer è un inverno del nostro scontento


15 Dec

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Ah, è uscito il trailer di questo film molto atteso, non da me.

Ah, dame, Nolan ci dà questa schifezza con CGi e la solita freddezza, insomma, è ambientato in una zona nordica con Branagh il Bardo che rimembra il suo film invernale, auspicandosi che questo film sia (non) essere fra tante immagini evanescenti. Evento che cambiò il destino del mondo? E venti soffieranno contro Christopher, illuminando le testoline, anche i testicoli, di chi lo apprezza e continua ad appoggiare questi kolossal bellici, tanto bellicosi, brutti da sbellicarsene. Viaggiano ondate di artica decadenza tra esplosioni e liquame albino, no, marino in albeggiar di fotografia giallo-ocra virata al polmone, no, al timone della scempiaggine e del melodrammatico con moto triste cavalleggero andante svolazzante come Tom Hardy fuori posto in questo filmato alla mia anima ignoto. Notate come forse USS Indianapolis con Cage non abbia nulla da invidiargli in fatto di deflagrazioni ricreate a computer.
Insomma, allocchi, Nolan vi circuì e siete rimasti con acque alle gole perché questo trailer non mette acquolina al vostro fanatismo.

In fondo in fondo, oceanico, se siete survival a tal orrore, potrete aspettare il prossimo.

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

The Irishman di Scorsese sarà mille volte più importante di Dunkirk di Christopher Nolan


26 May

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Nolan, in quel della Scandinavia, no, nella Gran Bretagna, no, sulle coste danesi, forse curdo-polacche dell’entroterra russo ai confini con un western battagliero dal sapor medio-orientale ed eastern “sudista” fra (non) pacifisti nordisti, ha iniziato le riprese di Dunkirk, nuova sua poco fantascientifica “stronzata” mega-galattica di sto(r)ica presunzione, con un cast d’eccezione, Branagh, Mark Rylance, Tom Hardy & Cillian Murphy. Già si preannuncia una cagatona pretenziosa come d’altronde tutta la sua filmografia “esagerata”, bellissima o forse pessima, fra cavalieri risorgenti en travesti di Batman, detectiveinsomniaci” per remake “insomma insomma”, interstellari prese per il culo alle serietà “relativistiche” di Einstein, etc…

Mentre la Lucky Red, a metà anno, oggi insomma, annuncia la distribuzione italiana del prossimo film di Scorsese, The Irishman. Pesci fa orecchie da mercante e rifiuta, momentaneamente (?), la parte dell’imbufalito Bu(f)falino, De Niro tornerà con Martin a distanza di oltre un ventennio, e il film segnerà inoltre la prima collaborazione fra lo Zio Marty, appunto, e Al Pacino, appena reduce dall’impresentabile Conspiracy con quel trombone di Hopkins.

Sì, ma fra i due litiganti “blockbuster” m’attizza di più Scorsese. È più Cinema grande, vero, umanistico, gangsteristico, meno manierato eppur manieristico, un Cinema di pistol(ettat)e, altro che le piroette di Chris.

Con buona pace dei “futuristi”-progressisti, preferisco il Cinema “vecchio” e classico dell’unico Maestro.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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