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Racconto di Natale da Paul Auster, da Dead Poets Society o da Smoke: Keanu Reeves è da venerare come la Madonna, mitico in Constantine e in John Wick, io mi propongo per la parte dell’Uomo Tigre


17 Dec

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Be’, chi non conosce il Tigre? Chi, Vittorio Gassman?

In effetti, ne I soliti ignoti, Vittorio fu un pugile un po’ suonato, anche semi-analfabeta. Forse handicappato, ritardato, disoccupato? E Totò lo apostrofò e redarguì con la leggendaria, super epica:

– Sei stato in Cina?

 

A essere sinceri, Totò è un grande. Sì, uso il tempo presente poiché de Curtis è immortale. Fucimin? Ah ah. Era molto colto, malgrado le origini umili e nonostante, a prescindere… da ciò, si auto-denominasse Principe.

Be’, sicuramente fu Dante Cruciani nel capolavoro succitato di Mario Monicelli, probabilmente però non fu erudito come Dante Alighieri…

A proposito, si può dire ma però? Certo, è rafforzativo. Anche se… senza se e senza ma forse sei un vorrei ma non posso? Ti caghi addosso o è la solita storia della volpe e l’uva?

I ragazzi timidi sono paragonabili agli struzzi? Mentre i bulli agli stronzi?

Si può dire invece a me mi piace? No, ma Gigi Proietti disse: sì, non si può dire ma a me mi piace…

Sì, una calligrafia da uomo, diciamo, non molto acculturato, quella di Gassman/Giuseppe Baiocchi, detto Er Pantera.

Insomma, questo Vittorio fu un mattatore, fu il tigre e pure una pantera?

Molte donne sono oche, altre solo sciocche. Quasi tutti gli uomini sono degli animali. Di mio, adoro ancora la serie tv Manimal…

Di mio, me medesimo di persona, inoltre credo di scrivere bene quando m’impegno, quando non leggo Diario di una schiappa per (non) prendermi per il culo da solo e quando so di essere più intelligente del furbo Marcello D’Orta che “scrisse” Io speriamo che me la cavo.

Pearl Harbor, no, peraltro non voglio scendere a una prosa gergale da ragazzini che, alla mia epoca, giocavano agli “sparatutto”. Roba come Duke Nukem 3D, Doom e altri videogames per pc, forse per piccini. Sì, anch’io ne fui patito. Poi patii e basta. Il mio cervello, comunque, non è ancora partito. Neanche qualcos’altro.

Mi spararono addosso, fortunatamente a salve. Salve, buondì, buonanotte! Anche se impiegai vent’anni abbondanti per ricucirmi le ferite. Rambo non fu un impiegato comunale ma impiegò assai meno tempo per fare il bracciante? No, per cucirsi il braccio. Dovetti abbisognare di molte letture di filosofia orientale per sublimare il patimento abissale e carnale scagliatomi contro, per curarmi da un mio evidente, incontrovertibile disagio sociale abbastanza inspiegabile e madornale. Guardate, fu un calvario approfondire tutti i libri concettualmente ascetici di Banana Yoshimoto, non farmi fregare dalle carinerie di Osho, continuare a reputare Kundun di Martin Scorsese una pellicola sbagliata, amando invece Mishima, soprattutto quello delle sceneggiatore di Taxi Driver.

Sì, malavitosi e nerd odiosi, villani adulti bavosi ed attentatori ignominiosi, affamati a morte della mia anima più pura e intonsa della neve a Natale, eh già, provarono a sporcarmi in maniera vergognosa. Accusandomi addirittura di essere la protagonista di Hardcore. Roba da mattti. Mi beccai pure la patente di disadattato quando in verità fui amante solo del libro De måske egnede.

Uhm, film sopravvalutato anche First Reformed sempre di Paul Schrader. Meglio Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Meglio Lamerica o Così ridevano? Anche Il ladro di orchidee di Spike Jonze.

Se Dio esiste, deve sostituire suo figlio, che siede alla sua destra, con Spike. Her è un film paradisiaco.

Spike stette con Sofia Coppola. Il giardino delle vergini suicide è un bel film, Kirsten Dunst è da suicidio, anzi da infarto ma credo che sia più bella la pellicola La vergine dei sicari di Barbet Schroeder.

È anche più bello Mickey Rourke di Barfly, malgrado sia appesantito, rispetto a quello di The Wrestler in cui è palestrato ma pure invecchiato. O no? Ah ah.

Detto questo, guardi questo filmone di Aronosfky ed è meglio, fidatevi, del virtual sex sparato sopra… un vecchio dvd con Jill Kelly.

Jill era magnifica. Non solo nei porno. He Got Game docet.

Comunque, non può piovere per sempre disse Brandon Lee ne Il corvo. Ora, Jill ha la sua età e usa non solo l’ombrello, utilizza le mutandone da tardona. Cioè, non è più una milf. Ah ah.

A James Deen di The Canyons, continuo a preferire James Dean di Gioventù bruciata.

Invece, a Liz Taylor de Il gigante, preferisco Kendra Lust.

Ultimamente, direi che mi sono riallenato parecchio. Possiedo infatti un cuore zen, pugnace, inarrendevole, combattivo e al contempo riflessivo, dotato innatamente di una ferrea disciplina auto-regolatrice delle mie emozioni spesso rabbiose. Seppi soffrire infatti con zelante “abnegazione”, tenendo tutto dentro a mo’ di Rocky Balboa, giudicato troppo presto un cocone così come Tommy Morrison nel quinto capitolo dedicato al marito di Adriana/Talia Shire. Però, a forza di contemplare l’apollinea perfezione del mio essermi reincarnato… in Keanu Reeves, omone forse bisex di sicuro con grossi ormoni, uomo scultoreo il cui carisma fa rima con perdizione, no, perfezione, persi di vista Charlize Theron de L’avvocato del diavolo. E saltai pure la colazione…

Per di più m’inflissi pene… corporali non certamente eccitanti alla pari della Theron nel vecchio spot del Martini, veramente tanta roba… storica.

Sì, Charlize è sudafricana. Insomma, una terrona. E io, ammirando la sua bellezza da extraterrestre, no, forse mirandogliela da Incontri ravvicinati della terza t… pa, non poco in passato, avendo origini meridionali, vissi all’equatore anche quando, nella mia città, la temperatura scese di tantissimi gradi. Persi quasi la vista e ora mi manca mezzo grado all’occhio sinistro.

Comunque, non date retta agli oculisti. Aveva ragione Checco Zalone… io ci vedo (quasi) perfettamente.

So inquadrare la vita, non solo questa, da cecchino infallibile. In quei momenti tostissimi come l’attività dei fachiri più stacanovisti, no, facchini, fui molto provato e feci la figura del tacchino. Il giorno del Ringraziamento! Sì, provai molto calore ma persi qualche caloria. Insomma, mi diedi da fare. Un lavoro durissimo, sapete. Bisogna esperirlo da uomini che non devono chiedere mai al fine di poter un giorno esseri orgogliosi davanti allo specchio dopo una rasatura con le lamette della Gillette. Massimo Giletti non mi è mai stato simpatico e non vado matto per il gilet.

Vogliamo dircela tutta? Senza balle? Ero un cesso o solo sul divano me la tiravo di brutto? Non lo so. Fatto, sì, ho detto fatto… sta che i genitori hanno un’unica fissa. Desiderano per i figli una sana occupazione, ovvero il posto fisso. Non vi fissate, andate crocifissi. Di mio, posso dirvi che non ero sistemato ma per le feste combinato. Ripeto, mi facevo il culo, anche solo onanisticamente, e vi garantisco che era un lavoro stabile e duraturo…

Rimasi spesso (s)teso ma ugualmente ebbi molto freddo, quasi morendo morto di quella… o solo assiderato, oserei dire allupato. Non molto, di spirito vitale, slanciato. Rasato, sì, depilato metaforicamente più della piattezza degli 0° Fahrenheit. Temperatura allineabile, non so se a livello del mare o del male, alla mia autostima raffreddatasi più di colui che, nell’incipit di Basic Instinct, viene morto ammazzato e assai trucidato di tritaghiaccio dopo essere stato da Stone Sharon (?) cavalcato.

Vissi in modo stoico da vero eroe. Più che altro di autoerotismo veramente sfigato…

Che poi anche questa panzana degli sfigati e dei dogmi inerenti l’essere tali, ecco, appartengono alla “cultura” adolescenziale. L’adolescente medio ragiona così, essendo malato di mente. Sì, nel cervello, non solo…

se uno vuole apparire figo è uno sfigato.

Ecco, in Constantine, Keanu Reeves è fighissimo. Anche in John Wick. Avreste il coraggio di dirgli in faccia che non vale una beneamata min… ia? Non credo, eh. In John Wick, Keanu viene definito Baba Jaga. Ha una forza incredibile, specialmente interiore. Mah, forse praticò molto yoga oppure meditazione trascendentale. Piccolo Buddha docet.

Constantine assomiglia molto a Dylan Dog. Mentre Rupert Everett, in Dellamorte Dellamore di Michele Soavi e non di Tiziano Sclavi, non sembrò tanto “gaio” con Anna Falchi. O no? Sì, dovrei indagare sull’effettiva omosessualità di Everett a mo’ del suo inquisitore Bernardo Gui nella versione televisiva firmata da Giacomo Battiato ne Il nome della rosa.

Sì, sono un indagatore dell’incubo. Anche dell’intimo. Ma non sono un babau come Freddy Krueger di Nightmare.

Ragazzi, fidatevi, furono attimi davvero duri in cui mi diedi alla contemplazione e dunque nutrii una spiccata propensione verso l’elevazione. Non so se solo spirituale…

Ora, oggi come oggi vanno di moda i cinecomic.

Praticamente, per il piccolo o grande schermo, hanno trasposto i maggiori supereroi di sempre.

Ne manca però uno alla cappella, no, all’appello. Appello, ho detto appello. Cioè il protagonista di questa sigla indimenticabile:

Solitamente, sotto Natale mi auto-regalavo un Pandoro.

Quest’anno, ho regalato alla mia lei un anello di Pandora.

Sì, per tutta la vita mi presi la patente di Fantozzi.

La mia lei mi vide e mi chiese senza peli sulla lingua:

– Ne sei sicuro?

 

Voi, adesso, ne siete sicuri? Ah sì? Siete scuri o sbiancati? Allora vi meritate i falsi buonismi di John Lennon. Comunque, John Lennon era un genio. Anche Ken il guerriero. Pure Tyler Rake. O no?

Diciamo che più che assomigliare a Keanu Reeves, sono Al Pacino de L’avvocato del diavolo. Forse.

Dunque, a ogni ieratico, no, esaltato dico questo:

devi mantenere un profilo basso, innocuo, sembrare insignificante, uno stronzetto, emarginato, costantemente nella merda… 

 

 

di Stefano Falotico

JOKER: lo Youtuber MATIOSKI, critico distinto, in tal CASO si fa prendere dai peggiori istinti e le spara grosse da “villain”


09 Oct

joker phoenixQuasi sempre impeccabile e critico, ripeto, egregio e distinto, stavolta di troppo istinto ha cannato tutto sul film di Phillips, perdendo la testa, apparendomi leggermente arrugginito, cioè stanco.

Sì, questo è il video “incriminato” ove Mattia Pozzoli, classe ‘88, in arte Matioski, ha affermato con boria, sì, signorile ma un po’ indubbiamente fanfarona, che una puntata di Criminal Minds vale più delle due ore del Leone d’oro di quest’anno, ovvero Joker.

La sua ottimamente argomentata, soventemente pacata eppur al contempo agguerrita e feroce invettiva superba, inizia, dopo un preambolo superfluo e didascalico, tedioso e inascoltabile, dopo le sue stronzate su Scorsese (30:50), al min.1:02:02 quando Mattia, alla maniera di Joaquin Phoenix di Her, cioè aggiustandosi gli occhiali ogni 30 secondi, similmente a Vittorio Sgarbi dei bei tempi quando si tirava su il ciuffo ogni tre parole, definisce la pellicola di Phillips estremamente banale.

Asserendo, ripetutamente, che il film non solo è quasi totalmente difettoso, bensì è un filmico problema toutcourt e soffre di problematiche irrisolvibili più dell’irrisolta psicopatologia non ben definita di Arthur Fleck.

Secondo Mattia, Arthur è caratterizzato di troppi cliché e manca solo il padre violento e alcolizzato per completare il quadro di sfighe e insuperati traumi insuperabili.

Come si suol dire, la ciliegina sulla torta per completare la distruzione psicologica di Fleck, dopo troppe ricevute torte in faccia, metaforicamente parlando, e troppi imperdonabili, subiti torti da parte di stronzi che, solo in branco, si fanno forti.

La cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. Cosicché Fleck, dopo aver oramai da una vita recitato la parte di Pinocchio, facendosi dunque crescere il naso nel mentire a sé stesso pur di rimanere innocuo, si fa crescere esageratamente le palle e diventa Mangiafuoco, vale a dire un orco.

Chiariamoci, quando sento dire che certe delicatissime tematiche andrebbero approfondite, rispondo sempre: guardate che l’Alma Mater Studiorum della facoltà di Psichiatria è aperta a tutti, basta versare la tassa universitaria e applicarsi con metodo.

I film offrono una panoramica, non pretendono di essere i progenitori di nuove teorie freudiane.

Una volta laureativi con tanto di Master, eh già, potrete praticare la professione di curatori dell’anima. Se v’assumono al pubblico, dovrete dar retta però alle direttive dei superiori. Soggiacendo a ordini istruttori non so quanto istruttivi, credo invero solamente distruttivi.

Perciò, anche se un vostro paziente, con gli psicofarmaci da voi prescrittigli, sta malissimo e umanamente v’azzarderete a sperimentare nuove posologie e dosi miracolose come fa Robin Williams di Risvegli, il direttore preferirà continuare tradizionalmente a imbottire i malati. Obbligando i suoi dipendenti a perseverare nello psicofisico massacro.

Mel Brooks di Alta tensione docet.

Sì, la psichiatria è sostanzialmente inutile. La percentuale delle persone ammalatesi di psichiche patologie, eh già, purtroppo non si riprende più. Se ne salva solo una ogni morte di papa…

Infatti, chi si salva, avendo però nel frattempo perso tutto, ha tre possibilità che gli si parano dinanzi: si ammazza, per troppa rabbia qualcuno ammazza oppure si dà a Radio Maria e, d’estate, anziché asciugarlo alle bagnanti di Riccione, va a Lourdes, intingendo soltanto la marina, no, la manina.

Verrà considerata una persona speciale e le belle fighe gli diranno: che Dio ti benedica…

Perché mai il direttore psichiatrico compie queste oscene castrazioni?

Poiché è spaventato dagli esperimenti. Meglio, secondo lui, che i pazienti, semplicemente impazienti di vita loro perennemente castigata, restino dementi.

Sì, pur di non correre il rischio che diventino Joker, li reprime, togliendolo loro pure la pazzia (in)felice e la purezza esistenzialista alla Fleck. Ah, complimenti…

Al che, ridestatisi dal torpore neuro-letargico, indotto dalle violenti, compressive sedazioni, questi (im)pazienti, anziché incazzarsi a morte, propenderanno intellettualmente per la sublimazione, elevandosi spiritualmente da saggi come Gandhi.

Almeno sulla montagna, un porno lo puoi vedere, c’è l’ADSL anche sull’Everest.

Se invece stai a San Pietro, non lo vedo molto duro ma molto dura come la roccia de La pietà di Michelangelo. Ah ah. Anche se qualcuno la scappellò, no, di scalpello e martellino riuscì a scalfirla…

Ah, non hanno scelta. Fra l’altro, non hanno nemmeno soldi.

Che cazzo possono fare? Davvero i Joker? Sì, così se furono dimessi una volta dal manicomio, la seconda volta finiranno all’ergastolo.

Come no? Ah ah.

Insomma, MATIOSKI è un grande forse come Charles Bukowski ma ultimamente sta sparando parecchie stronzate quasi losche.

Passi quindi la sua critica a Scorsese, lo perdono, passi anche la sua stroncatura a Joker, è il suo punto di vista, condivisibile o meno, ma ci sta.

Ma se Scorsese vincerà il suo secondo Oscar come Miglior Regista per The Irishman, come assai probabilmente accadrà, e se invece Joker vincerà per la Sceneggiatura, non è che in un possibile sequel della pellicola di Phillips, vedremo lui nella parte di Catwoman?

Ah, secondo me, sì. Della serie, non televisiva: cane che abbaia non morde ma, se abbaia senza motivo, un giorno miagolerà come una micina tanto carina…

Ovviamente, caro Mattia, si scherza.

Guarda che se non stai allo scherzo, Arthur Fleck sei tu. Eh eh.

Ma so che tu, anche se ci sei andato giù pesante, sai scherzare.

Dunque, ora ti propongo un balletto come quello di Joker.

Non sparare altre cazzate altrimenti scenderai le scale ma non vi sarà nessuna musica rock assai figa che ti salverà dalla figura di merda pazzesca.

Poi, perché chiami gli spettatori giovani dei giovinastri?

A parte gli scherzi, sei del 1988 ma a sentirti parlare, cazzo, sembri molto più vecchio di zio Marty.

Non te la prendere ma pari uno da Circolo ARCI.

Forza, mancano tre giorni a sabato sera.

Matioski, voglio vederti ballare come John Travolta. Dai, dai.

 

di Stefano Falotico

Dopo accurate riflessioni e ponderati risparmi, ho deciso: vado alla FESTA DEL CINEMA DI ROMA come accreditato stampa ed evviva i cherubini Jovanotti!


29 Sep

71189224_10214586776565989_3022707642582695936_nmoretti ecce bomboNo veramente non mi va, ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è, non è che alle dieci state tutti a ballare in girotondo, io sto buttato in un angolo, no, ah no: se si balla, non vengo. No, no, allora non vengo. Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi cri quarantametto così, vicino a una finestra di profilo in controluce, voi mi fate:

– Michele vieni in là con noi, dai…

E io:

– Andate, andate, vi raggiungo dopo. Vengo! Ci vediamo là. No, non mi va, non vengo, no. Ciao, arrivederci, Nicola.

(Michele Apicella, alias Nanni Moretti di Ecce Bombo)

 

Sì, qui è sempre una rincorsa contro il tempo.

Ma alla fine, nonostante la mia economia non sia delle più esaltanti, non posso tradire gli amici da me incontrati al Festival di Venezia. Che trepidantemente m’aspettano a Roma.

Allora, sì, vengo. Spero anche d’incontrare Cristina Quaranta, sì, la super figa di Non è la Rai. A me ancora attizza, non poco, che porco. Ah ah. Da tempo immemorabile, sogno di venirle… in cor(po). Uh uh.

Le ho pure scritto ieri una mail. Sì, la bellissima Cri ha messo la sua mail su Instagram. E io ho colto l’occasione per lanciarmi a volo d’angelo.

Sarà una figura di merda catastrofica ma almeno mi sarò fatto il viaggio.

Sì, come canta Lorenzo Cherubini, detto Jovanotti:

ho la pressione giusta, stratosferica, dimmi che non è un miraggio, che stasera partiremo insieme per un grande viaggio.

 

Sì, la sua mail è cri.quaranta@gmail.com. Questa la mia epistola sfrontata:

 

Ciao Cri,

sono Stefano Falotico.

Colui che, arditamente, ti scrive spesso dei commenti su Instagram. Anche oggi pomeriggio ne ho inseriti un paio col link a uno dei miei funambolici, intrepidi video “folli”.

Sì, te lo dico qui. Non so se questa sia la tua mail o quella del tuo ufficio stampa ma, in onore alla tua bellezza inaudita, vorrei regalarti dei miei libri.

Sì, sono uno scrittore, splendida Cri. Da tempo anche critico di Cinema e scrivo per Daruma View. Quest’anno, in veste di accreditato stampa, sono stato al Festival di Venezia.

Sì, in veste di critico, vorrei svestirti e poi scriveremo assieme la recensione.

Quanto mi darai? Quattro stellette? Dove lo facciamo? In un albergo a 5 stelle?
Tu per me sei indimenticabile. E ti garantisco che, dopo aver visto il mio film, sì, comprerai anche il Blu-ray della nostra notte d’amore. Mettendo in pausa nei momenti top.

Per rievocare quegli istanti romanticamente sanguigni della nostra passione incendiaria. Sì, nei momenti di sconforto, ormonale scombussolamento e di scoramento, Cri, rivedrai questa splendida pellicola e, trasfondendotene come James Woods di Videodrome, ripensando intensamente alla nostra congiunzione psicofisica, impazzirai d’amore e perderai la testa come in Scanners.

Ti seguo sin da quando, pre-adolescente e puberale, mi piacevi da morire e vedevo ogni puntata di Non è la Rai nella quale sensualmente ballavi, incantandomi.

Sinceramente, eccitandomi. Non dovrei dirtelo ma oramai non ho più peli sulla lingua, tranne i tuoi.

Sei la donna più bella del mondo, secondo me.

So che riderai, sogghignerai dinanzi a questa mia sperticata affermazione senza fronzoli. Un po’ da Fonzie.

Ma mi sto leccando i baffi come nella pubblicità dei Fonzies. Pregustando la delicatezza del momento affamante delle gioie nostre sensualmente sgranocchianti.

Potrei però finire surgelato e mi sbatterai in freezer. Bruciando ogni mio erotico slancio con un calcio nelle palle. No, non elettrizzante, bensì refrigerante. Nel senso che io volevo cucinarti la mia bistecca al sangue ma mi tratterai da Pinguino De’Longhi.

So solo che, appena ti vedo, mi diventa lungo. Sono pingue ma tu mi asciugherai tutto.

Sì, mi allungherò sin a Roma per rendere più corposo e soprattutto cremoso questo mio capriccio bollente come la besciamella delle lasagne dopo 40° nel microonde.

Presto, sarò alla Festa del Cinema di Roma. Tu accetteresti di bere un caffè con me?

Dimmi di sì. Vado a prelevare subito altri 100 Euro col Bancomat e potrò offrirti anche il mio gelato all’amarena.

Cri, basta leccarlo dolcemente e si scioglie in bocca.

Cri, approfitta di un uomo così, non perderti il suo profiterole.

 

Ah ah.

Sarà molto dura piacerle. Spesso sono Edward Norton di Motherless Brooklyn. Faccio ciò delle espressioni, a prima vista, da mezzo spastico.

Ma Cri, lo so, ha la mente elastica. Non è una nazista con la svastica. Detta come va detta, vorrei che me lo mastichi.

Cri sa che la vita di noi tutti è una sega, no, un’epica saga come The Irishman.

Sì, potrei essere il Joker vivente anche se, onestamente, Joaquin Phoenix di Her è uguale a me.

Insomma, la faccia da cupo, no, da culo è questa.

 

di Stefano Falotico

her joaquin phoenix

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