Posts Tagged ‘Idioti’

Benvenuti a Marwen, che film!


08 May

60101481_10213601839343174_4888534945993064448_n

I registi dementi che non voglio più vedere: Vincent Gallo, Lars von Trier, persino Spielberg, Luciano Ligabue e affini bovari


05 Mar

369447

Sì, partiamo con Vincent. Attore che non mi sento di discutere.

E vi racconto questa. Poco prima dell’anteprima veneziana dello sciapito remake di Werner Herzog de Il cattivo tenente di Abel Ferrara, ordinai un toast a una baracchina di hotdog. Al che, mentre lo stavo sgranocchiando, a un metro da me, ci credereste? Stava tutto in camuffa, con tanto di barbona e look trasandato per non farsi riconoscere, quel bell’uomo del Gallo. Proprio un Gallone a sessanta centimetri da me. Nessuno, combinato e acconciato com’era, l’aveva riconosciuto. Mentre io, ovviamente, sì. E cominciai a guardarlo di sottecchi. Come diceva Totò a Peppino, ne La banda degli onesti, guardi quello là, quel tipo, guardi ma non guardi. Insomma, guardi ma non faccia vedere che guarda.

Ma Vincent si accorse che lo stavo guardando in maniera trafelata e cominciò parimenti a fissarmi. Poi, ridacchiando sotto i baffi, mi annuì in silenzio, come per dirmi…

– Sì, sono io.

 

Dunque, si eclissò in sala, assieme a una bagascia di quart’ordine, forse raccattata al molo del Canal Glande, no, Grande.

Credo, se non sbaglio, che l’anno dopo avrebbe vinto la Coppa Volpi per la sua prova in Essential Killing.

E, fra l’altro, sapete che fine abbia fatto? Sono quattro cinque anni che non gira più un cazzo.

Ma sì, oramai ha dato. Vincent ora starà in qualche tugurio con qualche zoccola che gli lecca le sue palle da bowling da Buffalo ‘66. Qualche Christina Ricci che glielo arriccia e glielo rizza.

Ecco, questa sua regia è buona, molto bona.

Ma mi soffermerei piuttosto su The Brown Bunny. Film ove il nostro Gallo non ha lesinato in pornografiche vanità, facendosi succhiare tutto il caldo ciddone (leggasi uccellone) dalla Sevigny, un ottimo figone. Va dentro, no scusate, va detto.

Devo ammettere che l’uccello di Vincent è da competizione ma devo altrettanto essergli onesto. Il mio è molto più grosso (e qualcuna lo sa, può tangibilmente testimoniare e, da allora, è ricoverata in manicomio per l’irreversibile shock profilattico da crisi ninfomane molto anale, no, anafilattica) ma non mi sarei mai permesso di filmare un lungometraggio, presentato a Cannes (!), con tanto di pompino durissimo da bestione.

Non sono, come sapete, un moralista, anzi. Ma sono per la teoria di Orson Welles. Il sesso al Cinema non serve a un cazzo. Non è compito dell’arte mostrarci ogni minimo dettaglio, ingrossamento e attizzamento, indurimento, allungamento e succhiamento. Sono cazzi che non c’interessano.

Quindi, sia lui che la Sevigny andassero a fare, come dicono in Sicilia, i “suca-minchia” altrove. Questi due minchioni. Sì, anche la Sevigny lo è. Le sue gambe non si discutono ma la sua faccia sembra, alle volte, quella di un uomo.

Bannato lui e lei rimane una lecca-banane.

A proposito di altri idioti… voi dite che Lars von Trier è un genio.

Ma de che? Questo è sempre stato molto ma molto male. E, visto che sta male, ha preso a pretesto le sue psicopatologie per spacciarsi come provocatore geniale. Imbavagliatelo!

In verità vi dico che Lars provoca solo i suoi turbamenti. È un pazzo a cui non darei da girare, in Dogma, neppure il filmino della prima comunione.

Capace che poi rovini l’armonia innocente della festa con qualche sua alzata di testa.

Prendete i resti di torta che sono rimasti come avanzi e… ho detto tutto.

Spielberg se n’è uscito con la campagna anti-Netflix. Per forza, lui ha la Dreamworks e Netflix gli rompe i maroni.

Quindi, castrate anche Steven il prima possibile. Questi falsi non li vogliamo più vedere.

Su Luciano Ligabue non sarei impietoso. Dategli una piadina romagnola e ficcatelo fra i drogati della Montagnola. Famoso parco di strafatti e bolliti di Bologna.

Finirei con altri due bovari invincibili. Il primo è Russell Crowe. Che si è cimentato con la regia! Uno la cui panza aumenta a vista d’occhio, anzi, ad occhio di bue. Poiché Russell, da gladiatore della buona cucina, una vera Arena come l’omonimo pollo fritto, mangia tante uova e bistecche alla Bismarck.

E poi con Ben Affleck. Oscar regalati. Ma l’avete visto nel trailer di Triple Frontier?

E questo sarebbe un bove, no, un bono? Ma questo ha mangiato polpette a tutt’andare.

Ora, voi ci credereste che costui, nella foto immediatamente sotto, il 13 Settembre di quest’anno compirà quarant’anni?

Lo so, io sono sempre bello e giovane, voi sempre più rincoglioniti.

53117691_10213206168011638_3221383354997800960_n

 

di Stefano Falotico

Altra provocazione: molti 20/25enni sono indubbiamente dei ritardati che guardano solo serie tv sceme


15 Aug

Francesca+Piccinini+Women+Volleyball+European+9f3wmZ--Yv7l Francesca+Piccinini+Italy+v+China+FIVB+Women+wYqgizneYP7l

Questa è un’inconfutabile verità tremenda. E finalmente mi dà ragione anche Federico Frusciante. Su The Hateful Eight e su altre cose non siamo d’accordo. Su questo ovviamente sì.

Come si può negare questa tristissima ma oggettiva realtà?

È da anni che va avanti così. Tutto è iniziato coi nerd del cazzo. Che giocavano a sparatutto come Doom e Duke Nukem e altre sciocchezze per bimbi col ciuccio. Sognando di essere Schwarzenegger, un uomo con un quoziente intellettivo di una stampante B/N. Sì, lo accendi e poi si blocca, appena finisce l’inchiostro. Basta dargli qualche proteina, un paio di bilancieri ed ecco che continua a propinarci il suo Terminator. Ma la smettesse e andasse, piuttosto, a coccolare i nipotini, che ha cinquemila bypass coronarici e fra poco stramazzerà al suolo. E Linda Hamilton gli dirà: – Caro Schwarzy, te l’avevo detto che alla tua età era meglio se scommettevi sui cavalli. Mi dispiace, sei terminato.

Comunque è una bella lotta fra lui e Stallone. Un altro che non si vuole rassegnare al tempo che passa e va sempre dal barbiere a farsi la tintura corvina, allenandosi per Rambo 5! Ma la finisse. Che nei panni di John è sinceramente più credibile il mio vicino di casa Lucchi. Ha la panza ma è un vero duro. La figlia è stata una tossica per anni e se li girava tutti. Ma lui, il Lucchi, non l’ha mai sbattuta al SerT. Ha lasciato che la figlia diventasse completamente obesa. Tanto al Lucchi interessava solo guardare il Bologna la domenica pomeriggio. Un “grande uomo”. Sì, uno che non l’ammazza nessuno. Ah ah.

Ma torniamo alla questione iniziale, non perdiamoci in Lucchi. Sì, molti giovani si combinavano i capelli come l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, un altro che avrei visto bene in campagna coi polli e i maialini a ballare nel calar della sera. Sì, è stato campione mondiale. Di che? Della pallavolo. Sport di bagher.

Sì, il bagher è bello se lo guardi eseguire da dietro da una donna. La donna si china, e il suo culo monumentale mostra tutto intirizzito. Prendete queste due foto della mitica super gnocca Francesca Piccinini. Ecco la vita vera! Ah ah. Se un uomo normodotato guarda questa posa e non ha un’erezione, be’, è meglio che continui a vedere Beautiful.

Questo per dire che questi giovinastri mi paiono abbastanza sul rincoglionito. Sono lentissimi, sono dei moralisti assurdi, roba che neanche la buonanima di mio nonno ch’è morto da un pezzo. Anziché amoreggiare e godersi la loro bellissima età, che fanno? Stanno in casa, con la Nutella in bocca, a vedere la trecentesima “puttanata” della serie televisiva per babbei mai visti.

Ma non roba cazzuta come The Night Of e Mindhunter, stronzate micidiali.

Del fesso sesquipedale che ama Laura la scema iper-gallina e dell’altro cornuto che invece vuole farsi Max, in un quartetto d’imbecilli che fa più paura di Jason di Venerdì 13.

A proposito, Jason fa davvero paura? Ma de che!

 

di Stefano Falotico

Discorsi ovvi ed elementari, perfino patetici che però, in quest’assurda confusione di massa, vanno ribaditi e custoditi preziosamente nella memoria in caso di personali derive da uomini di DAMS


26 May

Il terzo uomo

Sì, lo so, sono un uomo insopportabile. Talvolta vengo assalito anche dal feroce dubbio di non essere umano e di essere invece Jeff Bridges di Starman. A me sono imputabili notevole colpe, soprattutto di essere talmente coerente da rasentare l’idiozia più brada, di aver avuto un percorso esistenziale talmente strampalato e fuori dagli schemi da essere diventato paradossalmente lo schematismo fatto persona.

Sì, molta gente ragiona per frasi fatte e luoghi comuni, e parla di massa quando si sente incompresa, blandita, umiliata od offesa. Dovremmo sfatare anche questa cattiva, erronea concezione di massa. La massa siamo noi, è il prodotto delle individualità che fanno una società e decretano spesso il pensiero comune. Pensiero comune che, a mio avviso, è assai pericoloso perché annulla le soggettività e l’eterogeneo splendore delle diversità di ciascuno di noi.

Mi trovavo a dibattere sulla dicotomia fra vita agiata uguale piattezza e vita di stenti uguale vita illuminata.

Invero, questa semplicistica ripartizione fra bianco e nero, come sapete, non si addice a me, adoratore delle sfumature, ma son stato accusato di aver fatto questa netta, lapidaria distinzione da una donna che ha mal sopportato la mia da lei presunta radicalità.

Volevo solo dire che chi vive nel lusso sfrenato è più facile che si disinteressi del sociale e impari ad avere dimestichezza soltanto coi suoi piaceri personali. Ed è dunque lapalissiano che questa tipologia di persone diventi spesso insensibile, cinica, snob o altezzosamente giudichi con troppa fretta il prossimo. Senza preoccuparsi di volervi entrare in contatto perché, a priori, ha già sentenziato che la realtà di quella persona è una realtà che, non solo non capisce, ma lo stizzisce, infastidisce, persino innervosisce e se potesse, addirittura con la forza, vorrebbe zittirla.

D’altro canto solo le persone che hanno vissuto esperienze forti di un certo tipo, si son trovate “pericolanti” in stati psico-emotivi-economici-sociali assai bizzarri e particolari, e possono parlare con cognizione di causa di ciò che hanno sulla propria pelle esperito con dolore e dunque son arrivate anche a sublimare le sofferenze attraverso l’illuminazione. Che poi io conosco solo l’illuminazione dell’ENEL.

Credo che al di là di questa luce non ve ne siano altre. Quindi, la smettesse quell’altro imbecille del Dalai Lama a parlare da illuminato. Illuminato di che? A mangiare il riso e a far finta che non darebbe, se potesse, una botta a quel popò di culo di Jennifer Lopez?

Più chiaro di così? Parlo forse arabo? Ora, voglio dire che tutti i geni hanno vissuto delle sfortune o hanno avuto vite difficili? Se non difficili certamente peculiari o, perlomeno, il loro cervello e la loro anima hanno filtrato ogni esperienza attraverso un’ottica percettiva profonda, persone animate sempre e comunque dal desiderio e dalla curiosità di volerci vedere chiaro, di addentrarsi nei meandri delle proprie oscurità.

Orson Welles aveva tutto, tranne il “difetto” di essere grasso. Ma forse, a ogni risveglio, non era felice né appagato, e allora creava come meccanismo di difesa al suo malessere.

Ma che ne sapete voi che vivete agiati se non avete neanche assaggiato la stranezza della vostra stessa agiatezza? E vi annoiate manco foste la regina d’Inghilterra!

Che voglio dire? Non lo so. Adesso, barista, versami da bere. E che sia qualcosa di unico. Altrimenti non ti pago.

 

Ci sarebbe molto da ridire anche di questi pseudo-“esteti-cultori” di Cinema venuti fuori da quell’altro obbrobrio che è il DAMS, quest’acronimo-paccottiglia di discipline “artistiche”. Che già disciplinare l’Arte credo sia atrocemente osceno.

Li vedi che, arrivano a 19 anni, al primo anno e l’unico film che sino ad allora hanno visto è stato Il gladiatore e altri finti capolavori di sorta, allora s’incantano come bambinelli dinanzi a Stanley Kubrick, perché fino a quel momento hanno frequentato il Classico, ove hanno imparato solo a considerarsi “superiori” sulla base del precetto assurdo, classista e fascista secondo il quale il Classico è la scuola superiore più formativa a livello umanistico, quando invero passavano i sabato sera in qualche pub a gozzovigliare e poi andando nelle multisale a sciropparsi un film strafigo con la figotta Cameron Diaz, e al primo fotogramma un po’ fuori dalla “norma” ecco che or gridano al miracolo.

Qualcuno dice loro che …E giustizia per tutti di Jewison è una grande pellicola. E loro credono a quest’idiozia, perché il loro maestro, uno più indottrinato di scemenze di loro che insegna in quella cattedra perché ha leccato il culo a qualche pezzo grosso dell’ateneo, ha detto proprio loro che è recitazione da Actor’s Studio ed è una cronaca quasi documentaristica del sistema penale americano. Bastasse questo per fare un grande film. Tutto è retorico, tronfio, prevedibile, un campionario di casi umani e legali da manualetto di Giurisprudenza dei nani, con una sceneggiatura didascalica e perfino Al Pacino è teatrale, e sappiamo benissimo noi che teatrale, quando si parla di Cinema, ha spesso una connotazione negativa, perché appartiene a quel tipo di recitazione declamatoria, caricata, innaturale e impostata.

Ma loro si laureano e ci tengono a dire a tutti che sanno cos’è un controcampo e poi scattano una foto da mettere su Instagram con gli effetti “ottici” delle orecchie delle gattine… possono pure farlo per “simpatia”, peccato che poi una scena in controcampo non sanno come si giri. E gira che ti rigira son solo dei paraculi.

Secondo voi quest’umanità di dementi può essere presa seriamente? Bambagia, pappardelle imparate a memoria, un selfie in compagnia della Nutella, una leccatina alla propria scemotta, un panino al Burger King, e vai…

Oggi sono tutti geni, non capiscono non solo gli altri ma nemmeno sé stessi, ma lanciano giudizi su tutto, dissacrano su questo e quello e poi si scandalizzano se uno dice loro che sono dei troioni.

Questo sono. Troioni di ovvietà scolastiche, di sciocchezze, di ampollose prese di posizione su ogni argomento quando non comprendono nemmeno la differenza fra Sergio Leone e Tarantino.

Parlano di equità sociali ma poi s’incazzano come belve feroci se uno se fa loro degli apprezzamenti ironici. E soprattutto, nonostante abbiano frequentato il DAMS, in cuor loro davvero credono che 2001 sia un film palloso. In fin dei conti, quella zoccola su Instagram ti manda nello spazio. Suvvia, no? Che c’è di male? Io l’ammetto che è una zoccola che tira, loro no perché le danno della zoccola che però glielo fa tirare più che a me.

Perché vogliono essere stimati per persone di cultura quando la cultura non sanno nemmeno cosa sia, gridano che Woody Allen è un genio per sentito dire e guai ad affermare il contrario altrimenti verrebbero derise ed esclusi dalle intellighenzie di questo par de palle, vogliono i soldi, vogliono questo e quello e vogliono arrivare, godersela, e poi pontificare come i rimbambiti di ottant’anni.

Una volta mi ricordo che parlai a uno…

– Sai, mi sa che andrò a vedere questo film di un certo Tarkovskij.

 

E lui rise di grana grossa, dicendomi:

– Ah ah ah. Ti rendi conto? Hai detto un CERTO Tarkovskij. Ah ah. Secondo te Tarkovskij è un CERTO? Ah ah ah.

– Che cazzo ridi, tonto babbeo di merda? Ora voglio chiederti per curiosità tu che cazzo di film hai visto di Tarkovskij?

– Non mi ricordo.

 

Ecco, non mi ricordo o non so. Questa fu la sua eterna, immutabile, fottuta risposta dinanzi alla sua arroganza. Parlava e si atteggiava da trombone ma era lui che non sapeva chi fosse Tarkovskij. Ma da qualche parte aveva letto che è un gigante. Ecco, da qualche parte, ma non ha mai appurato, non ha mai approfondito, non ha mai io credo neanche saputo guardare le stelle. Ma ride, giudica, giudica, giudica tranne sé stesso.
Sì, un CERTO. Perché ancora non lo conoscevo e quindi era un CERTO come poteva essere un qualunque passante della strada che solo se avevo voglia di conoscere potevo entrarvi in empatia.
Non fa una grinza.

 

 

di Stefano Falotico

Questa genia di furfanti che si credono geni, questa grande bellezza…


13 Apr

Debito di sangue

Space Cowboys

 

Molta gente, la maggior parte non sa che significa, o per dirla alla Totò de I re di Romache significhi… genia, che da dizionario vale a dire, dico, vale a dire accolita o stirpe di persone spregevoli, cioè gentaglia, senza articolo determinativo la davanti perché la… nobiliterebbe femminilmente.

Che poi anche sulle donne avrei da ridire, da obiettare, da polemizzare, nel mio stile, falotico per antonomasia.

 

Su “donna con le palle” crollerebbe qualsiasi gentiluomo… Stefa’ l’hai voluto tu, eh? In ordine sparso: la tua vocazione civile ai tempi dell’università non se la ricorda nessuno; molti invece ricordano personalmente un’altra tua vocazione che si esprimeva a quei tempi, ma si consumava nei bagni dell’università… La storia ufficiale del partito l’hai scritta perché per anni sei stata l’amante del capo del partito. I tuoi undici romanzi pubblicati da una piccola casa editrice foraggiata dal partito, recensiti da piccoli giornali, vicini al partito, sono romanzi irrilevanti, lo dicono tutti, questo non toglie che anche il mio romanzetto giovanile fosse irrilevante, su questo ti do ragione. La tua storia con Eusebio: ma quale? Eusebio è innamorato di Giordano, lo sanno tutti… da anni pranzano tutti i giorni da Armando, al Pantheon, sotto all’attaccapanni, come due innamoratini sotto alla quercia. Lo sanno tutti e fate finta di nulla. L’educazione dei figli che tu condurresti con sacrificio minuto per minuto: lavori tutta la settimana in televisione, esci tutte le sere, pure il lunedì, quando non si manifestano neppure gli spacciatori di popper. I tuoi figli stanno sempre senza di te: pure durante le vacanze, lunghe, che ti concedi, poi hai per la precisione un maggiordomo, un cameriere, un cuoco, un autista che accompagna i ragazzi a scuola, tre babysitter… Ma insomma… come e quando si manifesta il tuo sacrificio?! Queste sono le tue menzogne e le tue fragilità. Stefa’, madre e donna, hai cinquantatré anni e una vita devastata, come tutti noi… Allora invece di farci la morale… di guardarci con antipatia… dovresti guardarci con affetto… Siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che guardarci in faccia, farci compagnia, pigliarci un poco in giro… O no?

(Gambardella/Toni Servillo)

 

Che dire? Io, fra i tanti libri che potete trovare nelle librerie online, scrissi anche Una passeggiata perfetta, “romanzetto” giovanile irrilevante, tanto irrilevante che successe il finimondo. Perché da “investigatore privato” della mia anima, scandagliai, scorticai, devastai un sacco d’ipocrisie sulla mia persona, al che attorno a me crebbe la paranoia, una psicosi talmente piccolo-borghese, da “dottorini” alla Eyes Wide Shut, che fui visto come Amleto, un menestrello senz’arte né parte in piene crisi deliranti da protagonismo e con manie complottistiche. In realtà, come il grande Jim Morrison, ero già morto nella rinascita, come nel finale della Grande bellezza..è solo un trucco…

Ah, il chiacchiericcio…

Personalmente, l’unico complotto che ho mai visto nella mia vita è stato il rinnegare per tempo immemorabile la mia anima, contraffacendola per far piacere a coloro che da me, vivendo spesso da recluso, probabilmente da “escluso”, si aspettavano che da pari mi comportassi, cioè da illuso e “tonto”, e che il mio allontanamento dalle frivolezze adolescenziali, da quel periodo immaturo di ripicche, pettegolezzi, caccia disperata alla figa, per gli altri, non per me, quell’età in cui quasi tutti si credono geni sulla rampa di lancio e invece, scontrandosi poi con la vita adulta, si svelano per quelli che sono, paurosi, incerti, sempre prodighi di consigli e mentori ma invero mentitori biechi della propria coscienza, bravi a far gli “spauracchi”, bluffando dietro falsi profili coi quali possono offendere e anche ottundere chiunque, pensando che tanto saranno impuniti, nell’alterigia “allegrissima” di bullismi degni del periodo deficiente che viviamo ormai da anni, sarebbe volata via, attutita dal mondo che va avanti, accetta gli affronti vergognosi, se ne fa una ragione e procrastina ancor sé stesso/a, spudoratamente vivendo nella “castrazione” delle sue potenzialità.

Perché l’Italia, incurabile, insalvabile, è un Paese piccolo borghese. Le donne adesso si esibiscono su Instagram, sfoderando il peggio della loro volgarità ma, se sfacciatamente fai loro apprezzamenti sinceri quanto la loro mancanza di finezza, ti sputano in faccia le offese più schifose. E poi scopri che sono consulenti d’immagine, P.R. forse solo delle loro ancor sguaiate laidezze, “formalizzate” in foto piccanti, esuberanti, provocanti, celate dinanzi al caporedattore delle loro ansie devastanti, davanti al quale sono invece integerrime o solo malate di disturbi da mal di pancia che abbisognano di Enterogermina.

Gli uomini oramai vanno presi per quelli che sono sempre stati. Dei cascamorti, dei sapientoni da manuale delle Giovani Marmotte, che discettano di Cinema, politica, Arte e poesia sempre in termini astratti, e poi non saprebbero neanche filmare i lor (r)atti in contatto “dialogico” con la tazza del cesso “diegetico” delle loro virilità da nani o solo da onanisti. Ma non onanisti puri, vivaddio la masturbazione, no, masturbatori di cazzate degne di quello di John Holmes.

Di mio, oggi pomeriggio mi stavo recando al bar. C’è il matto del quartiere, anima pia, idiota, che tutti i giorni scende dall’autobus, afferra le cartacce dal marciapiede e le getta oltre i recinti delle abitazioni private. Poi ride… l’altro giorno, davanti a tre ragazze, si è tirato giù i pantaloni e comodamente se l’è grattate. Ma non l’ha fatto per dare scandalo, né per “eccitarle”. L’ha fatto perché gli prudevano e candidamente doveva “scrollarsele”.

Che sia un genio costui?

So solo che stasera mangerò con la forchetta. Molta gente mangia i polli con le mani e anche con le cattiverie, ma io non son manesco, esco, eppur gli stronzi con me stanno freschi… vanno a prender per scemi la loro sorella.

 

Il mondo, d’altronde, si divide in due categorie: quelli che fanno un lavoro per essere ammirati, dunque i giornalisti, gli psichiatri, i direttori di azienda, e quelli che vivono sapendo che questi qua mentono…

Categoria Clint Eastwood, che non sai mai se è un comunista, un fascista, un fancazzista o uno che odia il razzismo.

E nel dubbio te lo piazza in culo ancora.

Insomma, siamo pieni di Jeff Daniels di Blood Work, un poveretto invidioso e rosicone, che tanto prima o poi viene scoperto, fa una figura di merda immensa, anche se ti fa venire un infarto e te la combina sporchissima. Fino a prova contraria, non è ancora nato chi possa dirmi come stare al mondo, se a me il mondo piace viverlo da Falotico. Che poi il mio mondo non venga capito, è un problema che riguarda le persone paranoiche. Credo di essere “idolo” per questo, a differenza della massa di pecoroni coi loro luoghi comuni e le loro limitatezze. Il prossimo film di Eastwood si chiama The Mule, ho detto tutto.

Siamo uguali.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)