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The Night Of vs Le ali della libertà, un capolavoro contro una bischerata retorica


05 Jun

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faccia da culo
Sì, credo che Kill Bill sia un brutto film. In toto. Soprattutto nel finale che perde ogni rotta. La storia di una donna che ammazza tre miliardi di persone solo, sostanzialmente, perché è entrata in coma e le hanno ucciso il ragazzo con cui aveva deciso di passare il resto della vita ad ammirare i tramonti, vendendo probabilmente i peggiori dischi di Tom Jones.

Tutto questo “danno” non l’ho visto. O, perlomeno, non giustifica la carneficina che ne consegue. La figlia non l’ha persa, non ha subito alcuna lesione, né cerebrale, nonostante Bill le abbia trivellato il cervello, e neppure fisica, anzi dopo il risveglio è meglio di prima. Più cazzuta, una macchina da guerra.

Ammazza chiunque le capiti a tiro, robe che succedono solo nei film perché questa qua devasta un’intera sala da ballo, mozza teste, amputa arti, compie insomma una strage di proporzioni epiche, e tranquillamente, dopo il massacro sesquipedale, continua a gironzolare a piede libero, ascoltando pure la musica dall’autoradio!

E dire che se uno va in un bar e manda a fanculo qualcuno, si becca una denuncia e tre mesi di arresti domiciliari. Oppure, come fanno in America, appunto, ti obbligano alla “riabilitazione” con lavori “socialmente utili”.

Invece no, questa dimezza demograficamente la popolazione statunitense, ficcando nel calderone omicida tutti, neri, negre, giapponesine, cinesi, white trash, alcolizzati e boss, e alla fine si gusta pure i cartoni animati con la figlia. Ringraziando iddio.

Sì, vuole che sua figlia cresca nella non violenza e nella pace perpetua. Che legga filosofia buddista. Ma non ha previsto la dura realtà. Superata l’infanzia, la figlia, educata a quest’assurdo buonismo, sarà derisa e umiliata a sangue dai bulli della scuola, cominceranno le immani crisi depressive, al che porterà la figlia da uno psicologo che la sederà come una cavalla, mentre tutte le sue coetanee, tatuate e belligeranti, con gli ormoni a mille, saranno su Instagram a mostrar le chiappe chiare. A gozzovigliare con quelli della loro età, mangiando uccelli come fossero caramelle. Poi, codeste, arrivate alla “maturità”, dopo un’adolescenza brada, sposeranno l’industriale di turno, che le tratterà, come si suol dire, a pesci in faccia ma che sta con loro perché indubbiamente hanno dei culi atomici. Eh sì, dopo il “duro” lavoro aziendale, ci vuole la figona ignorante come una capra per “alzare” l’inflazione…

Ma torniamo alla figlia di Uma Thurman. Ecco, complessata e compressa, farà la fine di Amber Heard di The Ward, compirà il gesto folle e verrà istituzionalizzata. In un ospedale psichiatrico ove lei, come il Sam Neill de Il seme della follia, sarà l’unica sana fra mostri, infermiere sadiche che, semmai, leggono Novella 2000 ma impartiscono ordini terrificanti come Nick Nolte de La sottile linea rossa, e le diranno che quella creatura che vede è frutto della sua immaginazione, e che soffre insanabilmente di deliri allucinativi. Giù di farmaci e neurolettici potentissimi. Diagnosi schiaccianti, in poche parole, quest’Amber Heard il suo Johnny Depp che fu lo vedrà col binocolo. Ah ah.

Sì, ce ne sarebbero da dire su questa società del cazzo. Donne che lavorano nelle case-famiglia, accondiscendenti e prodighe verso i “malati”, e poi, finito il turno lavorativo di prese per il culo, ove dicono ai malati di contemplare le roselline nel prato, vanno sui siti di appuntamento per cuori solitari. E stasera è il turno di Armando, uomo che ha letto solo Il Corriere dello Sport ma è ricco, va in palestra e ha un uccellone che la fa godere come una matta… Domani invece è il turno di Michael, ragazzo del Texas che vive in Umbria ad Assisi perché, dopo aver cavalcato tante mucche, ora sta cercando di avere una vita ascetica da San Francesco. Ma la donna della casa-famiglia, frustrata a mille, nel tempo libero l’ha circuito perché non desidera diventi San Francesco, appunto, ma parli alla sua passera. E diventi l’incarnazione del Fratello Sole, sorella Luna di Zeffirelli, versione erotica, molto spinta, del metaforico concetto di congiunzione di due sessi peraltro già ipocritamente espresso nell’ambiguo titolo della pellicola ignobile di Franco.

Ora, quando ero un adolescente, credevo come quasi tutti, che Le ali della libertà fosse un grande film. No, capolavoro non l’ho mai considerato ma ora, da adulto, lo considero proprio brutto, un film terribilmente falso e retorico all’ennesima potenza.

Le ali della libertà è un film per borghesucci che lo amano, mangiando grissini con la “capocchia” bagnata di Nutella, che probabilmente non hanno mai ascoltato Radio Radicale, e adorano i finti dolori e le tragedie rappresentate nel mainstream a stelle e strisce. Sì, perché Andy Dufresne forse non ha ucciso la sua donna e non meritava quella punizione mostruosa. Come non la meriterebbe nessuno. Ma questo qui, sembra che stia ad Honolulu, ha una calma olimpica, perde gli anni migliori della sua vita e, alla fine, con un altro povero Cristo come lui, concorda che, tutto sommato, la vita va avanti e con quella barchetta faranno il giro del mondo.

E se invece Andy avesse davvero ucciso la sua donna? Già il film non regge se ammettiamo che Andy fosse stato innocente, secondo voi potrebbe reggere, partendo dall’assunto che invece è un uxoricida dalla doppia personalità? Ah, certo, ha sbudellato la moglie solo perché l’ha tradito, e ora è pure libero come un uccellino. Bella roba.

Molto più vero The Night Of. La storia di un altro povero Cristo accusato di stupro e omicidio per un enorme equivoco giudiziario. Che, in attesa di giudizio, si mangia la schifosa merda più merdosamente vomitevole. Alla fine viene assolto, dopo che in quel carcere ha visto pedofili farsi fare pompini da ragazzini, uccisioni a mani nude, gente arsa viva, e chi più ne ha più ne metta.

E dire che John Turturro l’aveva capito subito che era solo un timidone…

Libero! Libertà! E infatti sta in riva al fiume Hudson completamente destrutturato.

Ma sì, andiamo al cinema, danno Han Solo: A Star Wars Story.

FORZA, coraggio!The Night Of

 

 

di Stefano Falotico

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