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Mank di Fincher, che film! Il fascino di Gary Oldman e di Orson Welles e la classe non è acqua, infatti è meglio la Coca-Cola


05 Dec

oldman mank

Insomma, questo Fincher è un bel provocatore. Quasi alla pari di David Cronenberg che nutrì riserve nei riguardi di Shining. Fincher critica Orson… Soffre di blasfemia?

Be’, nella mia vita non ho combinato nulla di buono. Non c’è che dire. Se vossignoria volesse recarsi su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dati alla mano constaterà che stiamo parlando (utilizzo il plurale maiestatico da buffone di corte e scemo del villaggio…) di una persona, cioè il sottoscritto, che nella sua inutile, “improduttiva”, fallimentare (in)esistenza anodina, “anti-emotiva”, asociale e accusata di essere affetta da chissà quali strane, psichiche turbe irrisolvibili da parte di gente “rispettabile” che sa come si st(i)a al mondo, ha scritto pochissimi libri… la cui quantità può rivaleggiare con l’ipertrofica verve letteraria, non so se lessicale, di Stephen King.

In tale mio annotabile excursus bibliografico-autobiografico-esistenziale spaventosamente abissale, non so se da annotare in qualche atto notarile o apprezzato dalla bella società di animali, sciacalli delle emozioni altrui che loro spolpano a mo’ di sanguisughe importanti a livello sociale, rilevanti nella gerarchica scala piramidale da squallida catena alimentare, spuntano libri altamente polemici contro i falsi apparati psichiatrici e para-istituzionali. Dopo la morte insegna…

Un libro “doccia fredda” a mo’ di J’Accuse à la Roman Polanski.

Compaiono altresì saggi monografici, anche tradotti in inglese, su Scorsese, il succitato Cronenberg e John Carpenter. Sono ravvisabili opere noir erotiche che certamente infastidiranno le persone bigotte che rideranno in modo ipocrita sulle modelle da me inserite nelle rispettive cover, dando loro la patente di mign… te.

E risalta un mio libro che ovviamente leggeranno quattro gatti, cioè La leggenda dei lucenti temerari.

Ah, che coraggiosi…

Mentre, in questi giorni, assieme al mio editor personale st(iam)o lavorando a Bologna insanguinata.

Be’, debbo ammettere che, specchiandomi, rividi me stesso (non tanto messo bene o troppo superiore agli altri per potermi rispecchiare nelle loro deficienze bruttissime), denudato di ogni falsa maschera appioppatami. E rinvenni, anzi riesumai il mio viso, ringiovanito di colpo, similmente a Gary Oldman del Dracula di Coppola. Una donna mi vide camminare per strada. Non le succhiai il collo, al massimo le guardai il c… lo, ma lei, quasi (s)venuta dinanzi alla mia beltà da “miserabile”, dirimpetto alla mia rinnovata, ancora molto bella età, volle vampirizzare qualcos’altro…

Oh me, povero tapino, oh, uomo meschino. Che ci fa in questa società infida e cretina?

Costei, non rimanendo fatta da me, bensì solo stupefatta, se la fece nelle mutande? Stupita, stupida o forse da me non cagata? Non lo so. Ah, sono un pis… letto.

Sono un uomo fedele e non posso tradire la mia lei.

Come sapete, la Universal realizzò molti film sui grandi “mostri sacri” non della recitazione come Oldman, vero attore monstre, bensì sulle creature orrifiche più fighe della storia, il cosiddetto Monster Universe.

Di mio, ho un emotivo universo da proteggere. Non c’è verso che qualcuno sappia scrivere meglio di me, maestro di tutti i versi. In passato, onestamente, fui solo… molto introverso. Alla mia lei dedicai e dedico tuttora poesie molto più delicate di quella eccitata, no, citata dall’Oldman di Mank, da lui recitata dinanzi ad Amanda Seyfried. La cui pronuncia esatta è “saifred”. Come per dire, donna, se hai freddo, ti scalderò col mio mantello.

E, giocando di associazioni “linguistiche” e di rime baciate, assai eccitanti e stimolanti, anche con quello… A Marion Cobretti, Brigitte Nielsen offrì la sua bellezza. E Stallone di Cobra seppe bene che le patate potevano affogare nella salsa. Forse anche nella Lambada. O no?

Ah, Stallone, uomo allampanato, assai invecchiato, incartapecorito e un po’, forse, in Rocky… un finto ritardato. Uomo pallido però palestrato, forse solo mentalmente appannato, che andava spronato o forse solo abbronzato al tepore di una lampada caliente. Ah, il calore! Stallone starebbe bene anche ossigenato, uomo proletario giammai patinato. Ma al Cinema spesso appare platinato. Gary Oldman è un attore esagerato.

Dopo aver furiosamente litigato con Uma Thurman e con Isabella Rossellini, pazza conclamata più del suo fu David Lynch, più violenta di alcune scene di The Irishman di un altro suo celeberrimo ex, cioè Scorsese Martin, lasciò Gary per andare con un Paisà. Sì, poteva essere sposata a un attore magnifico ma preferì ritirarsi a vita bucolica, quasi da zotica, bagnando nel latte i Pavesini. Solo quelli, però. Ah ah.

Di mio, sono camaleontico come Oldman. Infatti, sono l’unico uomo che, nei momenti miei più allucinati e duri, riesce a delirare più di Gary di Léon, riuscendo però a mantenere intatto un carisma da Jean Reno. Sì, in quegli attimi orrendi, cado in stato catatonico. Raffrontabile alla recitazione mono-espressiva del co-interprete di Ronin. Comunque, non guido una BMW, neanche una Renault.

Il mio primo libro fu pubblicato quando ebbi venticinque anni. La stessa età in cui Orson Welles uscì col suo epocale Quarto potere. A differenza di Orson, patii un calvario ingiusto identico a quello passato da Tim Robbins de Le ali della libertà. Entrai nella mia Rita Hayworth e, sotto una pioggia liberatoria, compresi che molta gente dovrebbe lasciare perdere le compresse. Se è cascata nel tunnel non di The Shawshank Redemption, bensì della droga, io posso aiutarla.

Infatti, non ho mai fatto uso di stupefacenti. Sono stupefacente dalla nascita. Al massimo, me la tiro, fumo parecchio e adoro Dulcinea del Toboso del Don Chisciotte della Mancia. Insomma, dulcis in fundo, non sono Dracula. Forse Wolfman, detto anche lupus in fabula.

Sì, sono un favolista, un uomo favoloso. Dai tratti spigolosi eppur dolcemente schiumosi. Un uomo cremoso… Uomini, se litigherete con la vostra lei, regalatevi Intesa Pour Homme. Ci siamo intesi?

Che voglio dire? A me il dopobarba lo regala lei. Non sono omosessuale.

Dunque, fatevi i caz… i vostri. Oppure, fatevi una canna. Basta che non mi rompiate più la panna… Comunque, non voglio più appannarmi, nemmeno apparire Narciso… Lo sono.

Gary Oldman ed Orson Welles sono indiscutibili, invece. Beati loro. Di mio, metto sempre in discussione anche i miei libri più belli della sceneggiatura di Citizen Kane.

Sì, sono un critico di Cinema, soprattutto di me stesso. E rifletto sempre prima di riflettermi nelle altrui sceme(nze). Posso dirvi che se pensate di essere più bravi e belli di me, ne possiamo discutere. Sì, vi concederò trenta minuti al giorno in salotto. Siete felici? Nelle restanti ore, devo fare altro…

Debbo anche assistervi, no, asserire che, per un tempo infinito, amai Al Pacino e Bob De Niro alla follia. Non amai altro, neppure me stesso. Intanto, Al amò Diane Keaton e tante altre donne. Mentre De Niro pare che sia stato anche con Moana Pozzi durante le riprese di C’era una volta in America.

Non credo nei buonismi e nei buonisti. D’altronde, Non ci resta che piangere…

Sia Massimo Troisi che Roberto Benigni stettero con Moana. Ecco, se voi pensate che il direttore della RKO Pictures versò lacrime vere assistendo al funerale di un suo “amico” suicidatosi, non avete capito nulla della vita.

Nemmeno di Mank. Neanche dei monchi… che siete.

Comunque, se pensate che essere comunisti significhi il predicare banalità e bontà a buon mercato, accattivandovi le simpatie del popolo con video su YouTube in cui, facendo maieutica critica, v’illudete di essere dei divi, guadagnando soldi con le visualizzazioni, siete Mel Brooks di Che vita da cani! Cioè dei bastardi capitalisti. Se non conoscete invece la differenza fra socialismo e comunismo, ve la spiega Oldman/Mankiewicz nel capolavoro di Fincher. Fincher è uno stronzo e non è vero che Orson Welles fu immaturo. Va altresì però ammesso che Mank è un capolavoro. Non è al contempo Quarto potere.

Detto ciò, a Fincher preferisco David Lynch. E credo che, al posto di Peter Finch di Quinto potere, premiato postumo, avrebbe dovuto vincere De Niro di Taxi Driver.

Ora, se credete che Oldman sia più grande di De Niro solamente perché ha poco meno di vent’anni meno di lui e, a differenza di Bob, non ebbe la stessa fortuna, guardatevi Niente per bocca. Cosa voglio dire? Che avete, sinceramente, poco da giudicare le vite degli altri. E che De Niro rimane più grande di Gary. Sebbene entrambi siano doppiati da Stefano De Sando. Secondo me, se a doppiarli fossi io, tutt’e due sarebbero più grandi di Orson Welles. E ho detto tutto…

Amici, non è che mi farete la fine di Oldman in Air Force One? Più che un comunista arrabbiato e in lotta contro il capitalismo personificato dal Presidente degli Stati Uniti, Gary, in tale film, appare come un idiota che inserisce stories su Instagram in cui, atteggiandosi da mitico Oldman, pensava che sarebbe diventato un dio della recitazione grazie a due mi piace in più di qualche donna più deficiente della Rossellini. Cioè, il Gary identico alle donne e uomini che oggi imperano…

Vi do un consiglio da “coniglio” quale sono: i grandi attori e i grandi uomini, le grandi attrici e le grandi donne non si misurano dal ranking dei social network e dalla loro faccia da culo spiccicata a quella di Brad Pitt. Non so se di Fight Club… Ecco, di mio, se per qualche sfiga dovessi morire prossimamente, forse sui grandi schermi, la mia lei direbbe questo: a suo modo era un grand’uomo…

Comunque, la mia lei è più bella di Marlene Dietrich e io sono molto più magro dell’Infernale Quinlan.

Non riesco a capire per quale motivo sia rimasta affascinata da me. Non lo so. Credo che le piaccia Gary Oldman… E dire che pensavo di essere De Niro. Concludo con un piccolo grande uomo? No, aneddoto. Due mesi fa, un tipo grassottello alla Welles, insomma un ragazzotto pienotto con ambizioni da regista, mi contattò su Messenger:

– Lei è Falotico? Guardi, sono un futuro genio del Cinema. Le devo dire la verità, Falotico. Lei è uno sfigato come Mankiewicz. Ma ho letto alcuni suoi libri e vorrei che scrivesse la sceneggiatura del mio film d’esordio. Accetta l’offerta?

– No, grazie.

– Perché mai?

– Lei non è Orson Welles.

– Che modi sono? Le ho detto che io sarò un titano del Cinema.

– Va bene, lo credo. Al momento però non voglio rimediare altre figure di merda. Sa, non vorrei che venisse rovinato tutto…

– Guardi che lei è già rovinato…

– Non ha capito niente. Caro Orson Welles dei poveri, ho un breve messaggio. Glielo posso riportare? Amico, baciami il cu… il cuore…

Ora, non so se Quarto potere sia il film più bello del mondo. So solo che Non finirà di Enrico Ruggeri è magnifica. Penso che Shining non sia il capolavoro che si dice… questo, in work in progress, sarà più bello.

di Stefano Falotico

 

La morte di Alan Parker mi ha rubato l’anima e vago ora fantasmatico come Harry Angel turlupinato nel cuore da Louis Cyphre


01 Aug

Alan+Parker+EE+British+Academy+Film+Awards+nSFBY8AlMGWl

Scioccante. Allucinante. Oserei dire agghiacciante la notizia della morte di Alan Parker.

Forse, non un grande ma, senz’ombra di dubbio, un cineasta decisamente superiore a mille altri anonimi, insulsi mestieranti. Un autore maiuscolo, dotato d’una personalità fortissima. Ultimamente boicottato già prima di diventare ammalato. Anzi, di ammalarsi. Era per fare la rima ma non ci sta. Così come non può starci Kevin Spacey, protagonista di The Life of David Gale, messo in disparte, anzi, bruciato nella carriera e soprattutto nell’anima a causa dei suoi peccatucci veniali. Sì, Hollywood lo linciò vivo mentre molti di voi, pur essendo liberi come libellule, dilapidano non solo il proprio talento, bensì millantano di essere dei registi straordinari come Clint Eastwood di Mezzanotte nel giardino del bene e del male.

Ce la possiamo dire senza vergogna alcuna? La figlia di Clint, Alison, è una f… a magnifica. Al bando tutte le vergogne. Film ambientato a New Orleans, la patria dei riti voodoo.

Non sono mai stato a New Orleans ma Sugar Fornaciari, eccome. Baila, baila Morena sotto la luna piena.

E il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e, dietro una tendina di stelle, se la ch… ò.

Sì, in Angel Heart avvenne una sexy thing fra Mickey Rourke e Charlotte Rampling. Poi, Mickey finì forse a Shutter Island per colpa di troppe sue amanti da “Portiere di notte” che perse la testa e anche la faccia. Da cui Johnny il bello, ah ah. In questo film di Walter Hill, Rourke prima fu un freak come in Homeboy, poi divenne più bello della sua faccia da pezzi del lato b attaccatigli sulle gote ridenti, strafottenti in 9 settimane e ½.

Dunque, non pago di essere bellissimo, volle diventare bruttissimo. Combattendo sul ring in incontri di boxe non sempre truccati come le maschere delle sue pessime chirurgie facciali. E, oltre allo spaccato setto nasale, da Hollywood fu, alla pari di Spacey, fortemente emarginato di ostracismo più devastante di un metaforico, straziante an.. le.

Sì, il moralismo negli Stati Uniti, non solo da noi, impera di puritanesimo che non tollera assolutamente neppure le più piccole dosi di puttanesimo. Invero, Kevin non si macchiò di nessuna colpa così scabrosa, siamo sinceri. Hollywood crea infatti scandali e impone assurdi, pazzeschi divieti e censure del tutto risibili e incomprensibili. Per esempio, i censori da maledire come Giuda, per l’appunto, vollero sforbiciare la scena di sesso fra Mickey Rourke e Lisa Bonet nel pre-finale di Angel Heart. Pellicola dalla venustà idilliaca.

Ché chi ama il Cinema, in tutte le sue sfaccettature e sane, creative disinibizioni perfino leggermente spinte, allora faccia il recensore serio, piuttosto, ed elevi, in gloria di Hallelujah e in paradiso, Angel Heart – Ascensore per l’inferno. Che i diavoli bigotti, invece, e le educande troppo schizzinose si diano alle recite parrocchiali di qualche commediola francese pallosa, dedicata ai cretini e ai vecchi rincoglioniti più irrecuperabili, morbosi ed odiosi. Ché gli ignoranti lo diano via sui viali, no, si diano ai cinepanettoni e che gli uomini puri come Nic Cage e Matthew Modine di Birdy vengano liberati da ogni stolta colpevolizzazione e falsissima accusa immonda. A proposito, Tim Robbins de Le ali della libertà fu colpevole o no? Fu, cioè, incriminato ingiustissimamente di uxoricidio oppure fu sbattuto a Shawshank a causa di una frettolosa, giudiziaria causa? Mah, a tua sorella quelli dell’assistenza sociale hanno trovato una casa ma tua sorella, fidati, rimarrà comunque una causa persa. Quando si suol dire salutami a sorrata.

Cosicché, Tim non perse solo la testa se fu vero che ammazzò la moglie ma perdette anche la causa, dunque pure la casa (forse lasciata in eredità a tua sorella) e, in carcere, dovette addirittura arrangiarsi fra qualche giochino di saponetta alla Animal Factory e il tirarsene parecchie, tirandosela poco ma mantenendo un profilo basso e anonimo, al contempo districandosi alla bell’è meglio pur di evadere da un mondo che sarebbe capace, col suo cinismo mostruoso, di uccidere anche la bellezza di Rita Hayworth, la rossa immortale.

D’altronde, se così come disse Checco Zalone, parodizzando Cristicchi, chi su Barbara Bouchet (Buscetta) non s’è mai tirato un pug… ta, credo che già prima di sposarla, Orson Welles se la tirava alla grandissima. Infatti, io alla pari di lui, se avessi realizzato Quarto potere solo a venticinque anni, l’avrei teso, no, avrei preteso Rita, Kim Basinger, Debra Feuer, Carré Otis e altre zoccole varie. Ah ah.

Al che, Tim si destreggiò in prigione e, come si suol dire, di verbo sinonimo, eh sì, con classe e scaltrezza ottimamente si barcamenò. Alla fine, tutti i cattivi infami fregò e dalla gattabuia scappò.

Non sappiamo comunque se, una volta libero e lontano dalla casa di detenzione, altre donne scopò oppure di tutto e tutti/e completamente se ne fotté. Mandando a (fan)culo un mondo (s)porco e corrotto. E deridendo una società iniqua ove il motto La legge è uguale per tutti è una balla messa in giro da Berlusconi poiché, pur di scagionarsi da ogni suo peccato, decisamente maggiore rispetto a quelli commessi da Kevin Spacey, elargì la sua anima al demonio, vale a dire Mefostofele, cioè De Niro di Angel Heart, sogghignando fra un avvocato figlio di tr… a da mettere nell’Inferno di Alighieri Dante e sua moglie oramai a vita resa super cornuta.

Qui voglio fare una battuta alla Woody Allen. Certa gente ha le corna in testa, Belzebù soprattutto. Io invece ho spesso il Cornetto Algida in bocca. Poiché non amo leccare nessuno e dunque spesso rimango solo come un cane bastonato, alla pari quasi di Brad Davis di Fuga di mezzanotte, non demordendo ma rimanendo (in)fermo a mordere soltanto la crema di un Cremino quando i ladri delle vite altrui e gli stronzi amanti con le donne degli altri invece giocano allo “yogurt” con queste oche da loro pappate, palpate e dolcemente succhiate di baci al cioccolato a sera inoltrata. Inoltrandosene in “galleria” come Tim Robbins… Per poi esplodere, tutti bagnati fradici, di gioia incontenibile.

Vite davvero eticamente “deliziose” e cremose, cazzo. E, in una notte piovigginosa al buio, l’urlo catartico di Tim, dopo tanta (il)legale punizione orripilante, detonò in uno sfrontato, potentissimo schiaffo in faccia dolorosissimo scagliato a viso aperto (anche a suo torso nudo) contro tutti i bastardi e i fraudolenti, contro i fetenti e gli aguzzini moralmente deficienti.

Barcamenarsi per riprendere il largo in barca. Ah sì. Orietta Berti cantò il celeberrimo ritornello finché la barca va, lasciala andare. Classica donnetta da fornelli, probabilmente poche volte calorosamente forn… ta, infornata. Comunque, forse sa ancora preparare buonissimi dessert. Per dolcificare la sua asciuttezza in quella zona sua erogena più arida del deserto. Mentre Bud Spencer e Terence Hill di Chi trova un amico trova un tesoro probabilmente furono due amici ancora più grandiosi di Robbins e Morgan Freeman del film sopra menzionatovi.

Dunque, ora cantiamo tutti assieme coi Pink Floyd e The Wall, siamo o non siamo The Commitments?

Dico, siamo totoiani, siamo uomini o caporali?

Detta però onestamente, il diavolo esiste solo nei film, Dio è morto come sostenne Nietszche e così come cantò Guccini, e la Ciccone, seppure reciti benino in Evita, non è che sia propriamente la Vergine…

Quentin Tarantino de Le iene lo sa… Like a Virgin di che?

Fra l’altro, a me fanno ridere quegli pseudo-cinefili della minchia i quali sostengono che Sean Penn sia un dio… Ah ah.

La vita, comunque, non è solo piacere. Lo sa benissimo il grande Mickey Rourke de La promessa.

In questo film diretto dal suo amico Penn, il quale gli rubò con Milk l’Oscar che Mickey avrebbe meritato per The Wrestler, Rourke è più distrutto di come stia messo oggigiorno.

Esordì al Cinema con 1941 – Allarme a Hollywood. Altro cammeo cult!

Il suddetto film di Spielberg fu presentato per la prima volta il 13 dicembre del 1979.

Io nacqui il 13 Settembre dello stesso anno. Sì, sono filo-rourkiano…

Mentre due miei libri, Cuore angelico, tenere tenebre sangugne e Il diavolo è un giocattolaio, ispirati al leggendario Angel Heart, ce la vogliamo dire senza infingimenti? Sono due capolavori viventi, più che altro attualmente ancora in vendita. Non so però se, dopo la mia morte, rimarrà in catalogo anche un altro mio libro, Dopo la morte.

Morale: Alan Parker è morto, io fui tanto tempo fa, eh sì, giovane e bello come Rourke. Poi impazzii, nell’animo morii ma non vendetti mai l’anima al diavolo per ritornare più bravo e carismatico di Bob De Niro.

E questo è quanto. Buon Sabato a tutti.

E ricordate: il Cinema e la vita, una volta, erano davvero una cosa meravigliosa. Ma oggi siete diventati peggio del Rourke odierno. Il quale, su Instagram, alla veneranda età di quasi settant’anni, corteggia volgarissimamente le modelle pressoché minorenni. Uno schifo. Una merda. Capace pure di sputtanare De Niro.

Caro Bob, mi faresti un piacere? Fagli rivedere Saranno famosi. E mostragli come si recita Il diavolo nel campanile di Edgar Allan Poe.

Insomma, quando mi arrabbio davvero, mi viene duro, no, ho un diavolo per capello. Sì, soffro di molte fragilità e lo stress mi provoca la calvizie.

Mentre De Niro è camaleontico, cambia aspetto sotto ogni mia doppia punta del mio bulbo pilifero anche sottocutaneo.

E, con la grinta del miglior Rourke, uomo imprevedibile, del miglior De Niro, il più grande attore di tutti i tempi, e del miglior Alan Parker, non voglio più sentire che Blu di Zucchero sia una canzone plagiata.

La verità è che una canzone stupenda.

Per finire, potevo diplomarmi al Liceo Scientifico, laurearmi in Astrofisica Nucleare oppure adagiarmi a una vitarella da impiegato aziendale-comunale paraculo forse statale con tanto di direttore galattico interspaziale. Invece, decisi di essere un artista come Rourke di Barfly.

E, come Rourke/Chinaski/Bukowski di questo straordinario film di Barbet Schroeder, stasera voglio offrire a tutti da bere.

Sì, non ho neppure i soldi per regalare alla mia lei un vino di ottima annata ma sono bello e dannato.
E voglio donare a voi un sogno.

Anche se, a dirla tutta, non meritereste un cazzo. Molti di voi, difatti, sono già da tempo immemorabile fottuti, andati, sputtanati. Più di Rourke strafatti e rifatti, molto sfatti.

Cioè, siete stagionati. Osceni, invecchiati, imbruttiti, inguardabili, impresentabili, imbevili, insopportabili.

E non sapete neanche più gustarvi delle seghe d’estate. No, scusate, ho bevuto troppo. Sparo porcate e stronzate come Rourke.

Volevo dire, sere d’estate dimenticate…

 

di Stefano Falotico

JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

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The Night Of vs Le ali della libertà, un capolavoro contro una bischerata retorica


05 Jun

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faccia da culo
Sì, credo che Kill Bill sia un brutto film. In toto. Soprattutto nel finale che perde ogni rotta. La storia di una donna che ammazza tre miliardi di persone solo, sostanzialmente, perché è entrata in coma e le hanno ucciso il ragazzo con cui aveva deciso di passare il resto della vita ad ammirare i tramonti, vendendo probabilmente i peggiori dischi di Tom Jones.

Tutto questo “danno” non l’ho visto. O, perlomeno, non giustifica la carneficina che ne consegue. La figlia non l’ha persa, non ha subito alcuna lesione, né cerebrale, nonostante Bill le abbia trivellato il cervello, e neppure fisica, anzi dopo il risveglio è meglio di prima. Più cazzuta, una macchina da guerra.

Ammazza chiunque le capiti a tiro, robe che succedono solo nei film perché questa qua devasta un’intera sala da ballo, mozza teste, amputa arti, compie insomma una strage di proporzioni epiche, e tranquillamente, dopo il massacro sesquipedale, continua a gironzolare a piede libero, ascoltando pure la musica dall’autoradio!

E dire che se uno va in un bar e manda a fanculo qualcuno, si becca una denuncia e tre mesi di arresti domiciliari. Oppure, come fanno in America, appunto, ti obbligano alla “riabilitazione” con lavori “socialmente utili”.

Invece no, questa dimezza demograficamente la popolazione statunitense, ficcando nel calderone omicida tutti, neri, negre, giapponesine, cinesi, white trash, alcolizzati e boss, e alla fine si gusta pure i cartoni animati con la figlia. Ringraziando iddio.

Sì, vuole che sua figlia cresca nella non violenza e nella pace perpetua. Che legga filosofia buddista. Ma non ha previsto la dura realtà. Superata l’infanzia, la figlia, educata a quest’assurdo buonismo, sarà derisa e umiliata a sangue dai bulli della scuola, cominceranno le immani crisi depressive, al che porterà la figlia da uno psicologo che la sederà come una cavalla, mentre tutte le sue coetanee, tatuate e belligeranti, con gli ormoni a mille, saranno su Instagram a mostrar le chiappe chiare. A gozzovigliare con quelli della loro età, mangiando uccelli come fossero caramelle. Poi, codeste, arrivate alla “maturità”, dopo un’adolescenza brada, sposeranno l’industriale di turno, che le tratterà, come si suol dire, a pesci in faccia ma che sta con loro perché indubbiamente hanno dei culi atomici. Eh sì, dopo il “duro” lavoro aziendale, ci vuole la figona ignorante come una capra per “alzare” l’inflazione…

Ma torniamo alla figlia di Uma Thurman. Ecco, complessata e compressa, farà la fine di Amber Heard di The Ward, compirà il gesto folle e verrà istituzionalizzata. In un ospedale psichiatrico ove lei, come il Sam Neill de Il seme della follia, sarà l’unica sana fra mostri, infermiere sadiche che, semmai, leggono Novella 2000 ma impartiscono ordini terrificanti come Nick Nolte de La sottile linea rossa, e le diranno che quella creatura che vede è frutto della sua immaginazione, e che soffre insanabilmente di deliri allucinativi. Giù di farmaci e neurolettici potentissimi. Diagnosi schiaccianti, in poche parole, quest’Amber Heard il suo Johnny Depp che fu lo vedrà col binocolo. Ah ah.

Sì, ce ne sarebbero da dire su questa società del cazzo. Donne che lavorano nelle case-famiglia, accondiscendenti e prodighe verso i “malati”, e poi, finito il turno lavorativo di prese per il culo, ove dicono ai malati di contemplare le roselline nel prato, vanno sui siti di appuntamento per cuori solitari. E stasera è il turno di Armando, uomo che ha letto solo Il Corriere dello Sport ma è ricco, va in palestra e ha un uccellone che la fa godere come una matta… Domani invece è il turno di Michael, ragazzo del Texas che vive in Umbria ad Assisi perché, dopo aver cavalcato tante mucche, ora sta cercando di avere una vita ascetica da San Francesco. Ma la donna della casa-famiglia, frustrata a mille, nel tempo libero l’ha circuito perché non desidera diventi San Francesco, appunto, ma parli alla sua passera. E diventi l’incarnazione del Fratello Sole, sorella Luna di Zeffirelli, versione erotica, molto spinta, del metaforico concetto di congiunzione di due sessi peraltro già ipocritamente espresso nell’ambiguo titolo della pellicola ignobile di Franco.

Ora, quando ero un adolescente, credevo come quasi tutti, che Le ali della libertà fosse un grande film. No, capolavoro non l’ho mai considerato ma ora, da adulto, lo considero proprio brutto, un film terribilmente falso e retorico all’ennesima potenza.

Le ali della libertà è un film per borghesucci che lo amano, mangiando grissini con la “capocchia” bagnata di Nutella, che probabilmente non hanno mai ascoltato Radio Radicale, e adorano i finti dolori e le tragedie rappresentate nel mainstream a stelle e strisce. Sì, perché Andy Dufresne forse non ha ucciso la sua donna e non meritava quella punizione mostruosa. Come non la meriterebbe nessuno. Ma questo qui, sembra che stia ad Honolulu, ha una calma olimpica, perde gli anni migliori della sua vita e, alla fine, con un altro povero Cristo come lui, concorda che, tutto sommato, la vita va avanti e con quella barchetta faranno il giro del mondo.

E se invece Andy avesse davvero ucciso la sua donna? Già il film non regge se ammettiamo che Andy fosse stato innocente, secondo voi potrebbe reggere, partendo dall’assunto che invece è un uxoricida dalla doppia personalità? Ah, certo, ha sbudellato la moglie solo perché l’ha tradito, e ora è pure libero come un uccellino. Bella roba.

Molto più vero The Night Of. La storia di un altro povero Cristo accusato di stupro e omicidio per un enorme equivoco giudiziario. Che, in attesa di giudizio, si mangia la schifosa merda più merdosamente vomitevole. Alla fine viene assolto, dopo che in quel carcere ha visto pedofili farsi fare pompini da ragazzini, uccisioni a mani nude, gente arsa viva, e chi più ne ha più ne metta.

E dire che John Turturro l’aveva capito subito che era solo un timidone…

Libero! Libertà! E infatti sta in riva al fiume Hudson completamente destrutturato.

Ma sì, andiamo al cinema, danno Han Solo: A Star Wars Story.

FORZA, coraggio!The Night Of

 

 

di Stefano Falotico

In flebile attesa de La Torre Nera, qualcuno sostiene che tutti i film tratti da King siano mediocri


06 Aug

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Ora, non mi aspetto molto dall’accoppiata Elba-McConaughey e le negativissime critiche americane mi dan ragione e “stimolano” questo mio pensiero. Ma ho trovato quest’articolo che mi ha turbato come un Pennywise coi suoi palloncini “galleggianti”. Costui sostiene che, eccetto Shining, tutti i film tratti da King siano delle schifezze. Ora, concordo sul tv movie IT, che vale solo per il make up di Tim Curry, ma che bestemmia. C’è da dire che molte trasposizioni in effetti sono inguardabili, ma quanti invece ottimi film tratti dal maestro dell’horror.

di Stefano Faloticozona_morta_11 00048811

Le esigenze di libertà di un Uomo che ha bisogno solo della lama del rasoio al suo mento “spiccato”


21 Sep

 

Guidai la macchina nel tramonto, al che “montai” in sella

No, non credo che muterò, amo le danze in mezzo a chi si pavoneggia, e scuoto la “cresta”, “inchinandola” negli sciacquoni di chi si “scia(la)qua” e poi, esagitato, è un esaltato, in total mio ammiccar di “buffoneria” in segno di stima e “stigmate” in questa società “ingioiellata” di tanto “ghingheri” ma da sgridar’ anche gridandole dietro, perché il loro “fondoschiena” non è pulito, semmai “polluzione” moralista, “semantica” di scemenza senza vero “seme” che nasconde anche il “boxer“, temendo di “eruttare” senza castigarsi nelle patte e poi, di “patate”, brindar di branco fra “abbracci” e un altro “laccio”.

Chi è Batman non si sa.
In mezzo al piattume, Egli è “immondizia” per chi superficialmente lo “scartò” e dono prezioso per una Donna che lo scarta, mentre Lui “la” smarca con un “Me ne frega un cazzo”, di codice d'”onore” e non “donato”.

Filastrocca che vi strucca e un po’ “rutta”.

Telefono a un “roditore” che presta servizio “radioattivo”, e “lui”:
– Basta! Che vuoi? Noi qui non cazzeggiamo!
– Sì, però “puttaneggiate” e, fra un disco e un “liscio”, la “botta” è piena e poi con la moglie vi sposate con lo “spumante” da ubriachi.
Vedi di stare zitto o ti riduco come il “cestino”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Il grande Lebowski (1998)
  3. Le ali della libertà (1994)
    All’aguzzino “sadico” grido “Pietà!”, in quanto genio di Michelangelo che può trattarlo da ingenuo come una statua.

Genius-Pop

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