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Siamo Stallone nel “Grudge Match”


21 Jan

Ama San Silvestro ma nel bosco silvestre spinge di più muscolo

Fratelli della congrega, so che state patendo. La crisi si fa sentire e voi poco toccate i gusti della vita che fu. Quando, nelle locande dai nomi come “Maria educa al pan lievitato” oppure “Susanna t’offre la susina”, limonavate con gioia “tocciatina”, fra denti rigogliosi senza l’amarezza dei tartari ma lo zucchero con carie dei cariatidi oggi pieni zeppi di debiti e senza neppure la zuppa.

Sì, quella zuppa, assieme un bagno euforico di “bollicine” con tanto di latte caldo e pasti affamati alla Lucio Battisti, era lì ad aspettar che “affondaste” il cucchiaino per “liofilizzarvi” nelle pa-pi-lle gustative. Invece, ora siete stanchi, non prendete sonno, vi rivolgete a psicologi che possan attizzare anche la “cotoletta” della mozzarella oramai smarrita di quando, segaioli, sfogliavate le margheritine, sperando che Lei vi fosse prato da deflorare. E, così, siete regrediti alle canne. Vostra suocera prepara i cannelloni, ma mancano gli spinaci del Braccio Popeye.

Siete solo dei “Sofficini Findus”, impanati nel “pesce” che non sguazza più in nessuna.

Oh, Capitano Achab lascia stare la mia balena, io morbido son “Dick” di “stecchino” nelle acquose femmine, nella musica elettronica di Moby io smuovo i mobili della figlia del dottorello, presentandole ogni Notte l’uccellone rapace nel v(i)olarle capacissimo.

Vengo da un’epoca lontana, in cui l’Uomo amava la Donna senza metter becco nei d(i)ritti per la sua parità sessuale, ma la “imboccava” con un lavoro “duro”, “mantenendola a galla”.
Un po’ giallina prima d’arrossirla… nel bucarla.

L’Uomo s’alzava… di mattina tutto affaticato dopo la figata della Luna oramai in Lei “andata”, si sottoponeva agli impegni quotidiani, rincasava, leggeva il giornale con leggerezza, sorvolando sulla cronaca nera per non intristirsi, registrava Alba Parietti scosciata del consueto appuntamento domenicale, dopo messa “benedetta” che urlava rabbioso pensandola penzolante di sue calze nel segno della Croce del maledetto Gianluca Vialli che tutta “violona” la fornicava sampdoriano e insaccava di goduria, si consolava con una favola dei fratelli Grimm e poi coccolava la sua bella, raccattata alla sagra del “Siamo uniti almeno in matrimonio, le feste de L’Unità ci stan rendendo poveri anche per un giro in giostra, facciamo i nostri cazzi, le ciambelle non riescon col canestro, evviva le ginestre, evviva le corse campestri, dai scrolliamo nei campetti, campiamo col campionato”.

Date retta a me, Uomo che s’allena e non s’aliena, perché conosce il Mondo e ogni coscia n’è mio muscolo del “basso” addominale rinforzato nella “panciera” nel lilla là a planare.

Sono uno Stallone, fumo e mangio la cioccolata.

Chi non mi ama, non è una Donna. Sarà un gelosone del mio golosone.

Ma, come le mie donne, anche “lui” lo prenderà in quel posto.

Di scemenza voi vi corroborate, io spaparanzato do dello scemo quasi a tutti. Perché sto al tavolo e intavoliamo, senza Tavor ma di pizze mie al taglio nel farcirle di “manico” vincente.

Qui sopra non c’è la rima ma, sotto, io non l’assolvo. La rendo assonanza del mio “a sonagli”.

Chi non mi ama, è proprio colui che poi ricamerà per uccidermi.

Parola del Cristo allegorico nel farti il ghirigoro.
E ricorda: sciogli il bac(i)o quand’è da trasformarlo nello svilupparsi. Altrimenti, sarà tardi ma le tardone neppure t’attraeranno. Dal tirar parte tutto, Freud “lo” sapeva e “junghiava” di pi(p)pa.

Un babbeo mi ricatta per provocazioni, salvo che lo defenestrerò assieme alla sciocca delle sue coccoluzze:
– Nessuna te la dà.
– Può darsi. Tu lo dai?
– Cosa?
– Il pugno o la pugnetta? Insomma, getti la spugna?
– Vai vai.
– Ove vado io tua sorella non sa. Sai, tutto fa salire, è di malaffare e afferra il “bene” di chi la paga con il pene.
– Cioè? Si tratta d’un gioco di parole?
– No, di prole. L’ha ingravidata anche il parroco del comune “Marina, somara, suona le campane delle olive ascolane e, nel pascolo del gregge, fa, di bavetta, la brava con lana sul pastorizio tutto rizzo”.
– Che cazzo dici?
– Il tuo sicuramente non parla.

San Patrizio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

 

Guardate, godete ché i piaceri della vita sono un giubbotto di pelle marrone alla Stallone di Grudge Match nel De Niro a scont(r)arsi, le sigarette Chesterfield, una Donna che aspira e la Nutella che le spalmi.

 

 

Giorno importantissimo per il Cinema mondiale


07 Jan

7th January nel centauro del “Grudge Match” fra Robert De Niro vs Sly Stallone

Breve, “lunghissimo” di pareti “in bianco”, parentesi al “peperon’” a “scopo…” sdrammatizzante versione sitcomedy da ring(hio):

come si suol dire, ridendo e scherzando, siam arrivati agli anni del Cristo non con molti ani… ma di molte prese pel’ culo da via crucis…

Sì, fra tanti miei joint, dicesi creazioni, stavo pensando d’inaugurare una splendida, “comica eppur tragica”, sezione dal tal (mica dei tag-li) titolo: “Il marpione con rosse scarpette che, dopo i burroni, di burri è adesso borioso nella scarpina ove le scaloppine son da gustar, arrampicanti al mascarpone”.

La vita va carpita, “carpiando” una Donna alla faraona nei faraglioni di Capri.

Ebbene sì, parve uno scherzo burlone di qualche “troll” internettiano assalito d’antiche nostalgie fottute da “ripescaggi” delle migliori icone leggendarie del century, appunto, più cinefilo.
(Ri)unire antagonisticamente, l’uno di fronte all’altro, dunque (s)contro, un mito inossidabile, immarcescibile al Tempo, Rocky Balboa, e schierarlo proprio pugnace nel distruttivo, anche per se stesso soprattutto, Jake LaMotta.

Due leggende del Cinema, entrambi premio Oscar proprio per questi personaggi indimenticabili.

Rocky esce nel 1976, vince la statuetta come “Miglior Film” e il signor Sylvester viene travolto da una gloria, sino a quel momento, insperata. Addirittura lo “Zio” per la “Miglior sceneggiatura originale”. Eh sì, scritta interamente di suo pugno. Viene anche candidato nella cinquina dei “best actors”, però perde nella “categoria” in quanto non Peter Finch. Va bene la potenza del “colpo mancino”, ma il quinto potere andò all’appena defunto, quindi postumo…

Balboa, ricalcato proprio addosso al suo essere se stesso, trasmutando nello “sfigato” di Philadelphia borderline, poi pluripremiato da “Peso massimo” sia nella finzione che nella realtà. Invero, Hollywood, sebbene gli consegnò l’Academy, lo trascurò, “relegandolo” a ruoli muscolosi abbastanza fascistoidi, eccezion fatta per la “regola” di Rambo. Un film che, dietro l’azione e tutti gli epigoni impresentabili di tamarro (almeno gli altri due seguiti, qualitativamente inguardabili a prescindere dall’invece “carrozzeria” del suo fisico perfetto, l’ultimo si distingue per una poetica tutta personale e apprezzabilissima), è, se non un capolavoro, una pietra miliare, nel bene e nel male, sui traumatizzati dalla guerra del Vietnam. Una canaglia spietata o un povero Diavolo, eroe d’una ribellione giusta come il giudizio “universale” di Salomone?
Rambo John, io non lo sottovaluterei questo ruolo. No, nient’affatto. Tant’è vero che, inizialmente, la parte fu offerta ad Al Pacino.
Ci credereste? Secondo me, avrebbe funzionato. All’epoca Pacino era, già, scarno, incazzato, da pomeriggi da cani, non palestrato ma di chioma lunga come le mitragliatrici d’occhio tagliente e zigomo intagliato nelle rabbie.

Ecco, direi che Stallone in quanto Attore con la A maiuscola, dopo una miriade di stronzate e porcate alla Cobra, lo ritrovammo in Cop Land.
Ove adottò il metodo camaleontico alla De Niro di Toro scatenato.
Infatti, per “aderire” nel corpaccione bolso, stanco e appesantito dello sceriffo pachidermico e “suonato”, ingrassò una trentina di chili “robusti”.
Nel film, guarda caso, il suo “braccio destro”, che gli dà la sveglia, è Bob.
Con tanto d’Harvey Keitel, “pappone”, a ricordarci che Taxi Driver perse “ai punti” perché, sì capodopera immane, ma meno simpatico di Rocky. Il pubblico pagante decretò il vincitore meno “angosciante”.
Vi basterà scorrere nell’archivio del ’76 per afferrare ogni riferimento.

Così, si sparge la voce (grande rumor…) che, a distanza (im)memorabile, qualche “matto” ha pronto uno scriptchiamato “Grudge Match”. E che la Warner Bros sta(va) pensando d’“affidar” i “guantoni” a De Niro e a Stallone, per una “rimpatriata” rancorosa.

Eh già, Bob vinse per il Jake iperrealistico di Scorsese, ma Travis Bickle fu sconfitto.
Che grave sbaglio nelle votazioni…

“Deadline” ci rise sopra, e considerò la notizia una bazzecola, partorita da qualche perditempo del web. Impensabile una stronzatona del “genere”.

Invece, sarà lo stesso “Deadline”, qualche mese più tardi, a smentirsi e a confermare ufficialmente che la pellicola si farà, eccome.

Oggi, in quel di New Orleans, iniziano le riprese, che si protrarranno nel capoluogo per 45 “Lune”.
Per poi trasferirsi un po’ in giro per gli USA.

Ora, fratelli della congrega. Stallone, a ben vedere, smaltì tutto il cop land, e diventò di nuovo mercenario a cazzone.

De Niro, gli vogliamo molto bene, anche troppo, l’abbiamo lasciato con un po’ di pancetta.

Nelle recenti interviste, ha dichiarato che si stava preparando con un trainer (di training autogeno, in caso di “bocca-bocca” polmonare da crisi cardiaca prossima all’infarto?) per entrare nel suo “method”.

Vedremo. Forse delle belle scazzottate, appunto, o un autosputtanamento (il regista Segal Peter promette una “farsa”) capace, con un “gancio”, d’appendere al chiodo la carriera d’entrambi.

Mah.

Fidatevi, figliuoli.

La pornostar Mischa Brooks vale il “pezzo” del “biglietto” da “staccartelo”.
Una che merita d’essere messa a “tappeto”.

Perché come succhia la figona Mischa, neppure Sara Tommasi più “fighter”.

Ho detto tutto… tutto tutto…

Ma vengo corteggiato e da chérie, non da sheriff, rispondo nel mio umorismo irresistibile:

Eh eh, con questa tua dobbiam confutare parecchie leggende, rimanendo in ambiti e abiti batmaniani, sul mio (reso-non arreso mai) conto. Rendiamocene di conti che non tornano, alla Clint Eastwood del Dollaro. Sì, in effetti, sai che, quando mi sbarbo e m’alliscio le gotine, al Clint assomiglio non poco, giovialmente e giovanilissimo parlando?

Ora, il Genius, che hai incrociato oramai quasi un anno fa, era un Genius distrutto e tumefatto da esperienze di cattive frequentazioni. So a cosa addurre tale villana emarginazione, adesso. Si chiama invidia, gente che aveva annusato già or son il mio talento letterario e volle perfino rubarmelo. T’aggiornerò di tal sciagura, causa disgraziati citati e non da citar più (come delle Cheete, scimmiette di Tarzan), se ne vorrà e varrà l’occasione. Di mio, spero di leggere da qualche parte il loro memoriale…, no, troppo cattivo? Se ti narrassi tutta la storia, son anche quasi “ecumenico”. Era d’arrivar alle mani! A mano armata! No, scherzo, ma uno schiaffo, perlomeno, se lo meritavano proprio “sfacciato”.

Sfatiamo il mito che mi vuol eremita. Ho sempre primeggiato, sin alle mie prime crisi depressive, in prima linea. Che tu mi creda o meno, ero un valido e valorosissimo attaccante che sfiorò categorie e vette anche di laute paghe. L’avresti immaginato? Vedi, alle volte il caso, la necessità, le vie “traverse”, i pali, la rete sociale, l’imbragatura, gli imbrogli, gli autoinganni e anche gli autogoal come posson “arretrar” in difesa a zona mista di pressing e stress? Sì, ero un Roberto Baggio, più colto dei miei coetanei, quasi tutti tamarroidi con già del catarro di troppe sigarette, signorile nelle movenze imprendibili, ma pur sempre balistico. Un campioncino dei campi. Un budino, un buddhista, un antimaterialista nelle aree di rigore… (u)morale.

Poi, appunto vari (e)venti traviaron la vita allegrella e m’indussero alle tentazioni metafisiche.
Ciò non toglie che alcune mie fobie claustrofobiche fossero state avvelenate alla radice da erbe malsane. Colpa dell’erboristeria che mi rifilò delle tisane non savie?

Mah.

No, ho la patente, e ho ritrovato altri amici. Certamente, il percorso, dopo il “fallo” non di fair play a incendiarmi come un falò, è stato duramente riabilitativo. Ma non pensare che sia sempre stato così. Anzi, credi che per scrivere io tragga spunto solo dalla fantasia? No, se non vivessi e mi mischiassi al Mondo comune, sarei un noioso esistenzialista farfallone da fiocchettino di Prima Comunione. Anche finocchietto e Pinocchiello. Anche se, sul suo naso, allestirei una tua strizzatina in mezzo alle tette. Il naso s’allunga e qualcos’altro, di gambe nelle minigonne corte, s’ingrossa, e “la” spunta.

Le resistenze, dopo l’operazione al mio motori(n)o, son ancora visibili. Quanto il dimagrimento dopo aver assunto dei “calmanti” per risollevarmi-alleviarmi (secondo me, affossarono-afflosciaron e basta d’ottundimento neuronale nella libido ammosciata). Infatti, mi candiderò come cristologico evanescente e vanesio che non c’è, lo specchio a volte non sa cosa riflettere. Se la mia immagine irriconoscibile o tale riflessione: “Prima era scomparso, adesso a mala pen’ lo vedo…”.

Tutto vero, e amo ironizzarci per non piangerci.

Ah, il discorso, per la presentazione del mio capolavoro letterario, è pronto e ben “rodato” con tanto di miei allenamenti ritmati previo “gargarismi” per sciacquare lindo le labbra e schiarir la gola.

Lo so, suonerà preparato ma vorrei leggere e, in qualche modo, recitare tutto il testo da me approntato. Per lasciar così l’impronta. Delle onte e dei racconti di chi mi darà del “tonto”, solo perché terrò sotto mano il fogliettino, non m’importa. Quanto importerò, di vendite acquistandole da buon imbonitore? Son o non sono la bomboniera?  Apparirebbe forse più falso se sciorinassi una pappardella “a memoria”. Da confettino.
Fra l’altro, vista la complessità dei riboboli e dei giochi di parole, neppure il più ispirato Al Pacino dei tempi d’oro potrebbe tener tutto a mente e scandirlo senza inceppare. Alfredo fu lupo di gran pelo, appunto, ma questa sua versione, a Broadway, di “Glengarry Glen Ross”, ha smarrito qualche lines. Si chiama leggero rincoglionimento dovuto alla sua amante molto più sciolta di “lingua?”.

Comunque, vi saranno dei suggerimenti. M’hanno garantito di star tranquillissimo. Tanto è tutto registrato. Se va pessima la prima, come si suol dire, ci sarà la seconda. Il centesimo Ciak potrebbe provocare un crack, però.

Mi terranno dentro tre ore piene, tonde tonde. Per una manciata di minuti radiofonici e altrettanti audiovisivi. Che cazzo (scusa la volgarità, ma ci vuole sebben a me sia desueta) mi stan combinando? Non è che spunterà Tom Cruise d’Intervista col vampiro per succhiarmi il sangue, rubarmi il libro e, rubin-rubicondo tanto tronfio, urlare: “Sono sempre io il più bello!”.

Sarà un tonfo? Un trofeo? In poche, molte parole, la tua figa?

Ricordate: comunque vada, non “entrerà”.

Dove ogni Uomo vuole ma sa che nell’eppur, di puè, non se la fa.
Sotto…

Sparatevi questo video illustrativo. Di Manzoni Alessandro qui io vi parlo in toni elegiaci alla Terrence Malick ma il catalogo delle modelle di “Sports Illustrated” è meglio.

Fidatevi. Affidatevene e annuserete il “prete” bugiardo ch’è in ognuno di voi.

Parola del Signore. Scambiatevi un segno di Pace e, se qualche vecchietta rompe le palle, picchiatela simil Stallone alla De Niro.

Perché abbinerete il “muscolo pompato” a un fanculo beffardo di sorriso-Robert su “Beccati questa” alla Bickle.

E, soprattutto, meglio sotto mia bella, quando il “gioco” si fa duro…, il cazzo un po’ si ritrae e un po’ tira. Si chiama “effetto montante” da stenderla…

E, se i tendini dell’avvinghiamento vengon scort(a)ti da un guardone dietro le tendine, perché costui soffre di “tendenze” anomale, dategli un pugno e speditelo alle “pugnette”.

La vita è come un Pulp Fiction. Oggi sei Marcellus Wallace, domani senz’uccell’ in cul’, domani Travolta con le “mani in pasta” e poi Willis che fa delle scenate per un orologio da “gioielli di famiglia”.

Abbiate fede. Ve lo dice Padre Quintana.

P.S: per colpa d’inutili psicofarmaci sfioravi un quintale di bilancia, dopo i bilancieri mi son ridato, eccome se me la danno, ai “pettorali”.

Un po’ “pollo” Balboa e un po’ “toro del Bronx”.

Di mio, m’accontenterei di Marisa Tomei. Di denti è apparato gengivale sul castoro ma, di cosce, è da incastonare di “botte” con tanto di saliva.

Tale è una porcata? Meglio di tua sorella, che serve messa e dà agli ammalati il vino col salame, nelle “cappelle” del parroco, che tal è solo quando celebra l’“ascensione”.

Eh sì, Adelmo Fornaciari detto Sugar (Ray?) è Uomo Zucchero e, durante le “ostie”, canta(va)… e mangio pane, p… ne e “sale”.

Solo una sana e consapevole libidine salva… dall’azione cattolica.

Ora, attaccate quel merdoso al palo, e voi donne “accattatevelo!”.
Che coro, che cuori, che “stiratura”.

Che die hard.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Evviva Rocky!

  1. Toro scatenato (1980)
  2. Rocky Balboa (2006)
  3. The Fighter (2010)
  4. Cop Land (1997)
  5. Lassù qualcuno mi ama (1956)
  6. Città amara. Fat City (1972)

Mezzanotte “sottovoce” dei pugili rancorosi: prima immagine da “Grudge Match”


27 Nov

Ecco, la Warner Bros sta tirando fuori dal cilindro dei film di “grossa” cilindrata. Da recinto, più che altro

L’ultima stronzata partorita dalle menti “geniali”, che lavorano di “capa-tosta” per questa major, sarà Grudge Match, pellicola che metterà assieme Rocky Balboa vs Jake LaMotta.

Stallone contro De Niro, per intenderci.

Le riprese son previste per Febbraio del prossimo anno.

Ma, a quanto pare, i due attori si son già incontrati.
Ed ecco che spunta la prima immagine ufficiosa.

Questo “capolavoro annunciato” ha “Oscar” che sbucan anche dalle orecchie.

Chi è quello sceneggiatore che ha concepito una roba simile?

Sanguina il Cinema “aureo” delle narici stanche.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rocky (1976)
  2. Rocky Balboa (2006)
  3. Toro scatenato (1980)
  4. Match Point (2005)
  5. Cop Land (1997)
  6. Avventure sul tappeto volante (1995)
  7. Ultimo incontro (1951)

“Grudge Match” si girerà a New Orleans


12 Nov

 

Come da location, dopo la new entry di Alan Arkin nei panni del coach di Stallone, la commedia (agrodolce?) di Peter Segal, Grudge Match, finanziata dalla Warner Bros, veniam ad prrendere che sarà “filming” in quel della città del “Diavolo”.

Warner Bros. feature film Grudge Match starring Sylvester Stallone, Robert De Niro, and Kevin Hart will shoot January 7th for 45 days in New Orleans.

Il ritorno di Kim Basinger per il “Grudge Match” con Stallone e De Niro


03 Nov

No, in realtà non s’è ritirata la nostra Kim, anche se nessuno lo sa.

Gira film, infatti, che da noi neppure arrivano in home video.

 

Di stasera, una notizia “col botto” e “coi pugni”.

 

Kim Basinger, è di Lei che parliamo, è stata appena ingaggiata per il Grudge Match di Peter Segal con Stallone e De Niro. Assurdità “megastronzatona” che vedrà Rocky Balboa e il Toro scatenato darsele di santa ragione a distanza d’un trentennio, “vecchietti” ancora indomabili.

A riportar la news è “Variety“:

Kim Basinger joins ‘Grudge Match’

 

Thesp joins De Niro, Stallone in Warner Bros. pic

 

By Jeff Sneidero

Oscar-winner Kim Basinger has closed a deal to join Robert De Niro and Sylvester Stallone in Warner Bros.’ movie “Grudge Match.”

Peter Segal (“Get Smart”) is directing from a script by Tim Kelleher that was most recently rewritten by “Entourage” creator Doug Ellin. Billy Gerber is producing with Michael Ewing and Mark Steven Johnson.

De Niro and Stallone, who are no stranger to boxing pics between “Raging Bull” and the “Rocky” franchise, play retired fighters who decide to step into the ring one last time to settle an old score.

Basinger will play the woman caught in the middle, while Kevin Hart will co-star as the fight promoter.

Basinger, who was last seen alongside Zac Efron in “Charlie St. Cloud,” is currently filming Paul Haggis’ “Third Person.” The Oscar-winning “L.A. Confidential” star will next be seen opposite Richard Jenkins in the indie drama “One Square Mile.” She’s repped by Paradigm, manager Oren Segal of MPE and attorney John LaViolette.

 

 

Premio Oscar per L.A. Confidential, meritato tutto sommato…

 

 

Notizia ufficiale, Stallone e De Niro si “picchieranno” in “Grudge Match”


12 Oct

 

Questo è rancore? No, questa è la “nocca”, di mia nuca “dura”, contro le tue “gnocche”

Ancorati al Passato, rimestiamo e non ci vestiremo più. C’investirete di preconcetto per sposarvi a Concetta, col “confettino” del fiocchetto azzurognolo. Amarognolissimo. Ché rosa è il fiore, e la vostra anima, forata, non riaffiora.

Oggi, fratelli della Notte, sebbene sia Giorno dall’alba al tramonto, appunto, punteremo il dito proprio contro di voi. Segregandovi nelle vostre paure mai superate, di “dottrine” da “diottria” indotta, dunque erronea di “vederla” male. Ché puri non lo siete mai stati, e ora sarete arrestati. “Assetatevi” in questa “siesta” d'”isolamento”.
Perché vi siete sposati con una che, di cognome, “fa” Manservigi?
Non serve e non servì, ma voi “le” siete (tele)dipendenti, e questa qui, di labbra, “pendula”.
Appendete la giacca al chiodo, sì, un Tempo lo indossavate da ribelli mentre adesso vi siete ridotti come l’attaccapanni, e appiccicate solo la panna al suo “fondoschiena” afflosciato, appassendovi a vicenda e poi tifando per la squadra cadetta, il Vicenza.
Caduti, canditi o caduchi?
Dica ducaduca dica, io propendo sì per Bowietotoianamente “marionetta” di me, senza maccheroni e “matrone” d'”amatriciane” da “sugo in scatola” di vostre “sensualità” che, anziché, salire, scendono nella “scarpetta”. Succhia lo spaghetto… e l’esistenza s’aggroviglia nel “fegatino”.

A proposito di Vicenza, ho sempre preso “seriamente” mio cugino Vincenzo, un Joe Pesci da Oscar che manda a monte tutte le regole della “legge”, “soverchiando” Marisa Tomei con la sua colazione “al bacon“, anzi “al bacio”. Da Uomo che non deve chiedere mai, soprattutto di ripassare Giurisprudenza.
V’cinz‘” è un siculo sicuro di sé, si basa sull’istinto primordiale del suo giubbotto “di pelle”, afferra Marisa, la “giovine“, per quei suoi denti da castorina e “lo” incastra, ingiustizie (in)comprese, su esibizione pagliaccesca del suo “elegante” portamento “sputtanante”.

Egli indossa scarpe “di serpente” su pettinatura “cotonata”.
Vincenzo è mio cugino, e difende i figli unici.

Al che, leggo che la Warner Bros ha ufficializzato il “green light” per Grudge Match, ritorno sul ring(hio) di Sylvster Stallone, Balboa, e Bob De Niro, LaMotta, uno che smontò ogni avversario, prima di tutto se stesso in un “colar a picco”, dopo averli spiaccicati, d’autodistruzione “pedofila” alla sua autostima. Sì, prima Ercole, la “presa” e poi lo prese d’auto-(in)culo.

Sulla trama, ancor, non c’è dato sapere, ma pare una versione “senile” di The Wrestler fra il personaggio più popolare (dunque “populista”) di Sly e the greatest actor of all time.
Due interpreti, comunque, da Hall of Fame, “la stanza della fama”.
Infatti, chi è più famoso di loro? Stallone, fra l’altro, fu anche assai “formoso” (lo è anche adesso, “resistente” e “lo” mantiene “muscoloso”), specie (esemplare per un “quintale”, la libbra è quella sì, di “cazzi suoi” da schiacciassi) quando concupì donne “rambistiche“, De Niro è sempre stato un “delirio”, malinconico e fuori dagli schemi.

Codesta sfida “spinge” già.
Se vi perderete questi campioni, siete fuori come delle campane. Il gong.

Quindi, accendo l’autoradio, “sento” parlare una radiocronista che non capisce nulla di Sport (di Harvey Keitel di Taxi Driver, però, sì), “tiro” fuori il cellulare, compongo il numero della “diretta”, “intervengo” subito a fermarla:

– Pronto? Chi Parla?
– Sei una mignotta!
– Come, prego?
– Ecco, vai a pregare!
– Prendete carta e penna, rintracciate chi è l'”autore” di queste offese. Denunciamolo subito.
– State attenti che non vi segnali Io, Io, Io! Spargete solo porcatone nell’etere.
Ecco, io non sarò “tenero”. E ribadisco che la “conduttrice” è da “cattiva (con)dotta”.
Cioè, se qualche ascoltatore non “la” ha “auscultata” bene (già, tutti l’hanno “toccata” ma mentono “tappandosele”), sturi le orecchie.
Ripeto, è una mignotta!
E non intendo “tornarci sopra”. anche perché sta sempre “sotto”.

Ah-ah!


Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Toro scatenato (1980)
  2. Rocky (1976)
  3. The Boxer (1997)
  4. The Wrestler (2009)
  5. The Fighter (2010)
  6. Lassù qualcuno mi ama (1956)
  7. Città amara. Fat City (1972)

“Grudge Match”: sfida “rancorosa” fra due lottatori di un’epoca “lontana”


10 Jun

Rocky Vs Jake, “riesumati” dalla ruggine “incenerente” del Tempo, di guantoni lividimanente “senili” che “borbotteranno”, si boicottano e ancor combatteranno

Incandescenza di qualche “geniaccio” scriteriato per una rimpatriata d’antichi miti, la leggenda “proletaria” del Sogno americano, agguantatissimo di guantoni, e i pugni dolenti dell’indole (auto)ditruttiva del LaMotta.

Un Uomo, disperatamente alla ricerca di se stesso e delle speranze “macerate”, che ritrova fiducia nei suoi “mezzi”, a mani nude polverizza tutti i pronostici sfavorevoli, lui, che riscuoteva i debiti e a cui nessuno dava credito.
Gangster di mezza tacca, come lo definisce il “vecchio”.
Perché sa che, in quel Bronx di Little Italy, non c’è niente di più triste del talento sprecato, e lo punzecchia per farlo rimontare in sella, lo Stallone italiano…

Dopo un po’, Apollo capisce che il “pollo” potrebbe anche “macellarlo”, ma continua a sbeffeggiarlo e lo tratta come una trottola. Si chiama farsela sotto e temere il peggio…, si chiama codardia mascherata da “buffoneria”.
Alludendo, non molto per il sottile, che è solo un poveraccio (dis)illuso, Apollo “smargiassa” e gigioneggia un po’ troppo sopra le righe.
Vincerà, mica tanto, però.
Tanto che ad Apollo proprio non va giù che un “tontarello” gli abbia fatto far la figura del gran coglione.
Lo sfiderà di nuovo. E rimedierà una figuraccia devastante, da spezzargli la carriera.

Rocky, per la “demenza” di Peter Segal, incontrerà Robert De Niro.
S’erano “spalleggiati” in Cop Land, il miglior ruolo “serio” di Sly.

Che dire di Bob?
Alt(r)a Scuola, altri registi, altra fama.

Pugilemedio, però, rispetto a Sylvester, ammettiamolo.
Come “culturista” non è mai stato credibile, fino in fondo, in Cape Fear. E anche quando fa il duro, ha l’occhiolino malinconico che picchia tanto per…, e pensa a non “sputtanarsi” troppo. Anche quando, cioè, “tamarreggia”, fa il “fine”.

Eccoli, dunque, riuniti per questa gustosa, galatticissima assurdità.

Old Henry “Razor” Sharp confronto/scontro con Old Billy “The Kid” McGuigan.

Impagabile “ghiottoneria”.

Il film che mai (non) avremmo voluto vedere.
E che credo, invece, vedremo.

Vedremo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1.  Rocky (1976)
    Sono figlio dei ’70 e dell’onda (s)cavalcante degli ’80. Do consigli alle ragazzette che mi alzano il dito medio e poi “tifano” per me, anche quando grido loro “Levati dalle palle!”.
  2.  Toro scatenato (1980)
    Sono insopportabile.
    Se avessi un fratello gli chiederei “Te la sei scopata mia moglie?”. E sapete perché? Perché Pesci è uno stronzo. Casinò “lo” dice tutto.
  3. Killing Season (2013)
    Ah, direte… voi.
    C’è Travolta. Sì, uno staying alive.

A tutto Bob!


03 Jun

 

Gli anni passano anche per le leggende ma, nonostante lo smalto un po’ “arrugginito” che non è più “lucido” come una volta, la malattia, vinta-“trafitta”, al Cancro, Robert De Niro è attivo come non mai.

La lista di film, già belli che “impacchettati”, confezionati extralusso, in fase di “filming” o annunciati, è da lasciar a bocca aperta.

Con buona pace di chi, negli ultimi anni l’ha screditato e ha poi preferito “darsi” ad attorucoli che han azzeccato solo un paio di “filmoni”.

Qualche “esempio?”

Uscirà domani nelle sale italiane, ma alcuni cinema lo proietteranno stasera.

Parliamo di Killer Elite, solido “actionissimo” con tre attori machissimi.

Oh, ma ne abbiam già parlato negli scorsi post. E allora? Riparliamone ancora. Parlando, parlando va l’amandolo…

 

Qui, un ampio riepilogo di tutti gli altri post.

Ah, ma questo è solo il “principio” del nostro Principe.

Il 13 Luglio debutta, anche in “America”, Red Lights, di cui è, da oggi, disponibile il trailer targato Millennium.

Identico a quello spagnolo, con l’aggiunta di poche ma significative varianti.

 

 

 

Delle scorse ore è la notizia che, la straordinaria Michelle Pfeiffer, sarà sua moglie in Malavita di Luc Besson.

Vi ricordate, inoltre, il rumor “persistente” del 2010 (addirittura), che pareva uno scherzo di qualche buontempone? De Niro & Stallone, riuniti sul ring per un incontro da toro scatenato contro Rocky?

Be’, c’è poco da ridere, perché l’attendibilissimo “The Wrap”, stamane, ne dà la conferma in esclusiva.

 

 

Che dire?

 

In bocca al lupo!

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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