Posts Tagged ‘Il padrino – Parte II’

Rocky Balboa o Rocky & Bullwinkle: dimmi quali attori e cantanti ti piacciono e ti dirò chi (non) sei


01 Jul

106541107_598918587676781_6641604299198214793_n

Avete mai visto il film Danny Collins con Al Pacino? Da noi ribattezzato La canzone della vita?

No, non è male ma non è neanche brutto. Così come la vita di quasi noi tutti. A volte, la nostra vita è un capolavoro. Quando viviamo momenti di estasi che, però, scalfiti nella loro omeostasi, sono altresì perturbati da attimi (possono durare pure anni, per la miseria…) dolorosi e certamente non appaganti.

Al che, in alcuni o per molti frangenti possiamo innervosirci, troppo semmai preoccuparci, diventando antipatici e scontrosi. Soprattutto contro noi stessi. Disprezzandoci totalmente, dal mondo oscurandoci, ingiustamente colpevolizzandoci. Autopunendoci.

Diveniamo misantropi oppure solamente apatici, abulici o, di contraltare, pensierosi od eccessivamente contemplativi. In una parola odiosi, facilmente irritabili, nevrotici, cascando per di più nella psicosi.

Al che, crolla la nostra apparente felicità, va a farsi friggere la nostra oasi. Le nostre illusioni vanno pure a farsi fottere e guardiamo il mondo da un oblò, parafrasando la celeberrima canzone di Gianni Togni, Luna, “coverizzata” di recente da Jovanotti. Cosicché, smarriamo la nostra indole spensierata della giovinezza un tempo invece vivamente vivandante, forse solo da allegri viandanti, una gioventù pindarica, colorata e innamorata da gagliardi giovincelli tanto carini che sognavano, anzi, ché sognavamo di suonare non soltanto alla propria conquistata lei il “clarinetto” di Renzo Arbore, non solo il clavicembalo, stimolando le corde vocali di giusto tocco, d’indubbio romantico “taste”, strimpellando il suo splendido fondoschiena a mandolino secondo me molto più arrapante di quello di Penélope Cruz de Il mandolino del capitano Corelli.

Eh sì, miei fringuelli e mie principessine sul pisello, conobbi anni fa un matto che abitava (penso che vi abiti tuttora) a Bologna, in via Arcangelo Corelli.

Si chiama(va) Angelo ma non ha mai chiavato neppure una donna di nome Angela.

Sì, era pazzo, ascoltava Gli angeli di Vasco Rossi e onestamente penso che molte volte sia andato a troie giusto per l’anima del cazzo.

Sì, oltre a essere fottuto socialmente, fotteva di tanto in tanto quelle pure da tutti, non solo metaforicamente, inchiappettate.

Veramente, una vita eccitante. Non c’è che dire. I pochi soldi che gli passava l’assistenza sociale li donava a quelle sui viali.

Cristo! Davvero un filantropo! Lo faranno santo! Ah ah.

Ebbene, riemergono i ricordi della mia vita dapprima auto seppellitasi. Non solo il verbo è riflessivo ma la mia esistenza, da riflessiva che fu, anche da fesso, ricammina adesso spedita.

Ebbene, ragazzi, ho sopra coniato una rima baciata da tramandare ai posteri. A te piace quel poster? Invece, quel posteriore, no?

Voi, maturandi diventati maturati dopo aver dato, malgrado la quarantena spossante, egualmente gli esami di maturità, non dovete amare le pappardelle a memoria (meglio le pappardelle alla panna, fidatevi) rifilatevi dai vostri oramai ex insegnanti andati, i quali fanno tanto i sofisticati ma, alla fin fine, adorano i filmacci Immaturi Notte prima degli esami, identificandosi semmai pure con Giorgio Faletti e rileggendo non Io uccido, bensì uccidendosi di risate, ah ah, sai che ridere, nel riguardare le vecchie puntate del pecoreccio Drive In con Ezio Greggio (ah, super rima da Striscia la notizia) e il mitico, panzone Vito Catozzo. Si riguardassero!

Ma la smettessero. Li inviterò in pasticceria, alle prime luci dell’alba, offrendo alle professoresse nubili, non so se nobili, un maritozzo, mentre ai professori celibi, non so se celebri, un cornuto, no, il film Cornetti alla crema.

Ma quali uomini di cultura!

Questi qua, dei quaquaraquà, vanno “sfanculati”. Gente che, oramai con la panza piena, va integralmente a culo.

Si fottano!

Fanno gli acculturati e vollero farsi Milly Carlucci di Pappa e ciccia ma Scommettiamo che… hanno pessimi gusti non solo in materia letteraria? Sono, sì, effettivamente letterati ma dovrebbero invece essere ignoranti. Poiché, come ben “insegnò” Totò, alias l’auto-definitosi principe De Curtis, autore della ridicolissima lettera epocale scritta assieme a Peppino De Filippo e consegnata alla malafemmina, non solo confondono Il ritratto di Dorian Gray dell’Oscar Wilde con l’interprete omonima dell’amante di Teddy Reno (Rita Pavone?, no) del film sopra menzionatovi, bensì pretendono che la gente, per l’appunto, si acculturi.

Sono dei fessi. Se sono istruiti, devono invece far sì che la gente non s’istruisca. Totò di Miseria e nobiltà “docet” allo zotico campagnolo analfabeta in un’altra memorabile scena di epistole rifilata al villico da “egregio” signore, classica intestazione d’una lettera che si rispetti. Ah ah.

A proposito di mandolini e di luoghi comuni, di stereotipie sugli italiani da John Madden della minchia, è vero comunque che, in Italia, si vive/a di nepotismo mafioso da Francis Ford Coppola e Nicolas Cage.

Per esempio, il succitato, spesso sovreccitato Angelo, per ricevere il rispetto della gente che lo piglia(va) per il culo più di come lui prenda/prendesse per il popò le prostitute, ricevendolo parimenti nel posto a livello economico, andava in giro a recitare la parte di De Niro ne Il padrino – Parte II. Vale a dire Vito Andolini. Voleva farsi valere, che uomo caloroso, valoroso!

Cazzo, veramente un tipo tosto, che stoico, che Corleone! Ah ah.

Detto ciò, ancora in Italia permettono a Fabrizio Moro di cantare a squarciagola e d’impazzare in radio a briglia sciolta.

Lui, vincitore assieme a Ermal Meta d’un recente Festival di Sanremo, è un fake mai visto. Poiché, nella sua nuova canzone, Il senso di ogni cosa, già nelle primissime strofe si comporta da ipocrita, forse solo da scrofa.

Sbraitando la testuale, seguente falsissima frase aberrante assai vergognosa. Oserei dire scandalosa, più orripilante del caso Aldo Moro. Veramente scabroso/a!

posso fare a meno dei milioni.

Certo, come no?

Per questo nuovo singolo del cazzo, la sua etichetta quanto gli ha dato?

Invece, per il nuovo tour, quanto gli daranno?

Fabrizio è un bel ragazzo e sono altresì convinto che tante gliela daranno. Insomma, Fabrizio, grazie a questo singolo, riceverà molte donne single.

Al che, lui non rinuncerà soltanto ai danari per riempire il suo salvadanaio. Bensì, ben presto, rinunzierà al credo del suo ritornello… il mio unico amore.

Per fare invece il figo con tantissimi amori, si fa per dire, con una moltitudine di belle (forse delle groupie?) senza cuore ma sicuramente, dopo avergliela data, più ricche a livello esteriore.

Al che, fra questi falsi uomini belli, preferirò sempre il re degli ignoranti, colui che è tuttora sposato con Claudia Mori e, in Segni particolari: bellissimo (Distinguishing features: beautiful), scopa Federica Moro.

Di mio, sto vivendo un periodo da Innamorato Pazzo. Dopo essermi, per molti anni, chiuso nel mutismo, faccio ora all’amore con una donna più bella di Ornella Muti.

La sua venustà mi lascia, infatti, senza parole.

Invece, in televisione ancora propinano la soap opera Beautiful. Non solo l’ex gnoccona Katherine Kelly Lang non è più quella di una volta, bensì Ron Moss è stato, da tempo immemorabile, rimpiazzato da uno ancora più brutto. Sì, credetemi. È meglio Javier Bardem di Biutiful. Ha una vita orribile ma spinge…

Ah ah. Sì, diciamocela, per il ruolo di Ridge ci vorrebbe il sottoscritto.

Sì, però nella parte di Sean Connery di Scoprendo Forrester. Ah ah.

Senz’ombra di dubbio, molti personaggi dei film di Gus Van Sant mi fanno un baffo.

Sì, alla pari di Angelo, voi andate con le battone.

Dovreste ripulirvi dai vostri peccati, miei “toccati”.

Per voi, ci vorrebbe Giovanni Battista.

Non fate i romantici, ricantando le vecchie canzoni di Mogol e Battisti.

Siete solo degli ipocriti e degli uomini tristi. A te piace invece quel batterista?

Sì, va bene. Scopatelo e suonagli l’ocarina.

Sono veramente un battutista e, se mi va, non solo faccio il bell’uomo come Connery/James Bond ma interpreto pure la parte di Sean ne Gli intoccabili.

Sì, per anni fui solo come un cane, fui un tipo veramente alone. Però, al contempo, fui almeno carismatico come Jimmy Malone.

Gli adulti, i quali per l’appunto vollero istruirmi, non mi scambiarono per un metronotte, bensì solamente per un poetico, no, patetico amante del film Warriors.

Fui quasi scambiato per un criminale come Al Capone. E mi gridarono: ti piace solo De Niro? Le ragazze, invece, no? Sei uno zuccone!

Mi presero quasi a testate, urlandomi: – Devi crescere! Sei ancora un bambino da bolognese Teatro Testoni!

Al che, me ne fregai dei loro attestati e attestai di essere un giornalista, scrivendo su una cinematografica testata senza neppure essere laureato.

Roba da matti!

Ecco, perdonate questo lungo preambolo e perdonatemi se non riesco a perdonarvi per non avermi perdonato, ah ah.

Molti di voi si fanno i film sulle persone, non solo su di me.

Cazzo. Pensavo che si trattasse soltanto di pettegolezzi riguardanti la mia persona. Allora, guardate, ho da proporvi un lavoro. Potreste farvi i soldi, scrivendo della nuova fiamma, su Novella 2000, non solo del sottoscritto, bensì anche di Fabrizio Moro.

Lei è mora? Ah no? È bionda?

Parafrasando il grande Bob De Niro del già citato The Untouchables, quando si rivolge a Kevin Costner:

– Con me non ce la fai, buffon’!

È la stessa cosa che dice Ilaria D’Amico a suo marito. Il quale, anziché ritirarsi, da poco ha firmato un contratto che lo legherà alla Juventus sino al 2021.

Sì, Ilaria ammonisce Gianluigi. Non lo espelle, però. Neanche più lo spella. Gli dice soltanto di possedere un invidiabile coraggio per voler dimostrare di avere ancora le palle di scendere in campo, non parandone più nessuna. Ah ah. Ma sì, Gigi lo fa per garantire alla sua prole, sì, ai suoi figli, un futuro da campioni. Più che altro, da paraculi.

– Amore, dovresti tirartela di meno. Hai fatto il tuo tempo. Anziché cazzeggiare, perché non ti fai me? Ti devo fare lo spelling?

L’ultimo figlio che abbiamo avuto assieme risale a parecchio tempo fa – sacramenta Ilaria.

Buffon, al che, le risponde:

– Tu ancora ti fai, no, scusa, per me tifi?

– Solo quando i tuoi compagni di squadra, troppo machi e volgari, vogliono farmi il culo.

– Quello te lo faccio io.

– Gigi, cazzo! Ma come ho fatto a sposare un tonto come te?

E dire che le donne dicono che sei affascinante.

– Lo sono perché ho più soldi di Fabrizio Moro.

– In effetti, entrambi non avete i coglioni per essere sinceri. Ma i soldi servono. Basta chiederlo a Olivia Wilde di Richard Jewell. Confermerà che ho sposato un tipo alla Jon Hamm. Anzi, sai che faccio? Le chiedo lo scoop. Gliela do, no, glielo do in esclusiva.

106749826_297305324967519_2718250283110035593_n

Sì, molte persone sono come Buffon e come Fabrizio.

Sono retorici, fanno i grandi, i duri.

Ma, secondo me, non sono tosti come Rocky Balboa né possiedono la cultura di un uomo che conosce anche questo film semisconosciuto con De Niro.

Dovrebbero rivedere anche Buongiorno, notte. Mentre, alcuni miei parenti, i quali abitano in un paesino del sud, cioè della Basilicata, in cui v’è peraltro un quartiere estremamente periferico e fatiscente che si chiama Aldo Moro, non sanno neanche cosa siano le brigate rosse.

Almeno, dopo una vita da disoccupati, troveranno un posto fisso subito, divenendo brigadieri. In quei posti, statene sicuri, ci sono delle mafie che non potreste immaginarvi.

Sì, va detto. Fui anche scambiato per un “duce”. Cioè per Filippo Timi di Vincere. Fui giudicato paradossalmente anche troppo timido e, appena mi ribellai, sputtanando tutti, molti fascisti vollero sbattermi in manicomio come Giovanna Mezzogiorno. Mi spiace deludervi.

Non sono Clint Eastwood di Gran Torino ma possiedo una faccia di merda come quella di Sam Rockwell del film sopra scrittovi, firmato dal maestro, con la Wilde.

Per questo, la mia lei è follemente innamorata di me. Sì, se avessi prestato fede alle fandonie messe in giro sul mio conto da tanti stronzi e poveretti, oggi sarei ancora subissato di psicofarmaci e sarei più grasso di Paul Walter Hauser.

Sì, aveva ragione John Lennon. I Beatles non mi sono mai piaciuti ma John disse il vero. Sì, disse che la gente la dovrebbe finire di guardare e adorare la vita degli altri. Secondo me, molta gente non capisce i film anche se ha tre lauree al DAMS, non capisce la Musica anche se guadagna più soldi di Fabrizio Moro, ah ah, secondo me, sì, detta come va detta, si fa solo le seghe.

E, su quest’ultima freddura, vi lascio con un’altra inculata che vi ha messo totalmente a pecora.

Infine, aggiungo questo. Fottetevi. Tanto non sono cazzi miei. Ah ah.

Voglio continuare, andare avanti!

Eh già, per molto tempo la gente pensò che io pensassi di essere Robert De Niro.

Sono davvero costernato ma debbo nuovamente smentirla. Pensai di essere solo De Niro di Taxi Driver. Ah ah.

Sinceramente, ce la possiamo dire in tutta franchezza?

Non sono un coglioncello ma, alla pari di Zac Efron di Nonno scatenato, ho un bell’uccello.

E sapete che vi dico?

Ammazzatemi pure ma, a mio avviso, Dirty Grandpa non è affatto un film triste e triviale.

Non è niente male, cazzo, non è niente male, cazzo, non è niente male.

Apparentemente sembra un film, per l’appunto, di merda e del cazzo, invece, a ben vedere non è per niente banale. Vi è tutto un discorso, sì, certamente campato per aria contro il conformismo e, sostanzialmente, rimane un film debolissimo e innocuo, prestissimamente dimenticabile.

Ma le spara grosse.

Ci vogliono le palle per dire la verità.

Altrimenti rimanete, anzi, rimarrete fermi a Il laureato, al Cinema oramai superato e alle puttanate di Pieraccioni e dei Laureati cazzoni…

Detto ciò, ora vado a leccare un gelato.

Più tardi, qualcos’altro.

Ripeto, come già dissi, mia nonna paterna è sempre stata appassionata di fotoromanzi.

Non ho mai capito come io abbia fatto a nascere.

Sì, mia nonna ebbe due figli. Mio zio e mio padre.

Ma credo che mia nonna abbia solo leccato il gelato ai gusti di crema e nocciola.

La verità è che, nessuno di noi, della vita degli altri sa nulla. Ma qui ora il Falò fa tutto un altro gioco. S’è stufato di parlare solo di film. Vuole farli e vuole con la sua lei rifarlo. Ancora e ancora, ancora e ancora. Cazzo, quando si dice… hai proprio una bella voglia, ma chi te la fa fare?

Ah, nessuno. La mia lei è una donna magnifica e non è una facile. Se non vi sta bene, fatevi ma non “stantuffatemi”.

Oh, rimanga fra voi, no, fra noi… Sono molto, molto più giovane di Al Pacino.

Sì, debbo ammetterlo.

Avevo sbagliato tutto nella vita.

Per forza, ho aperto la lettera che mi inviò John Lennon, cazzo, un po’ tardi.

Comunque, c’è di peggio.

Conobbi donne laureate in Lettere che non lessero mai una sola lettera scritta loro dal sangue del proprio sangue.

In compenso, adorarono La stanza del figlioMah, che tipe.

Che fossero e siano delle gran tope, ecco, stendiamo un velo pietoso. Queste qui non si salveranno neppure mettendoci molte toppe. Sono già, di loro, zoccole. Ah ah.

Non sono un terrone, non amo le tettone, sono nato a Bologna, ho origini terragne, ah ah, non mi fanno schifo i ragni e ho solo paura del terremoto. Che è provocato dallo smottamento tettonico.

Non sono neanche daltonico.

Comunque, a Fabrizio Moro, di mio, continuerò a preferire Fabrizio De André.

 

di Stefano Falotico

pacino danny collins

 

Tutto l’encomiabile egoismo di Robert De Niro, attore mirabile che, malato di egotismo, è tale e quale al Falotico


23 Feb

Robert+De+Niro+92nd+Annual+Academy+Awards+7PvctyHr3rNl

Vi consiglio il mio libro su Bob De Niro, intitolato Robert De Niro, l’intoccabile. Lo trovate in Amazon-Kindle e in cartaceo sulle maggiori catene librarie online. Ricevette critiche assai lusinghiere anche se andrebbe ora aggiornato.

Solo pochi eletti possono amare davvero De Niro ed essere perfino meglio di lui

De Niro fu ospite, qualche settimana fa, anzi, mesi oramai addietro, del/al programma di Stephen Colbert. Ad Aprile dello scorso anno?

Alla domanda del conduttore rivolta a Bob in merito al miglior attore col quale Bob ha/avesse mai lavorato, Bob rispose me stesso.

Con ironica sfacciataggine ed ego incommensurabili assai lodevoli, si autoincensò, pur ammettendo onestamente la verità, indiscutibilmente. Inoppugnabile. Almeno opinabile da Al Pacino o Jack Nicholson, forse persino da Dustin Hoffman.

Il miglior attore del mondo, età permettendo e troppe scelte professionali sbagliate nelle ultime due decadi, è infatti lui stesso, Bob. Compresi gli altri tre appena menzionativi. Appartenenti alla rivoluzionaria, epocale New Hollywood.

Personaggio schivo, un tempo gelosissimo della sua privacy.

Uno dei pochissimi attori che, al Festival di Venezia, durante la presentazione di Shark Tale non si fermò a firmare gli autografi. Disdegnando, con arroganza indicibile, la gente (da lui probabilmente reputata ignobile plebaglia) assiepata dietro le transenne per poter ammirar dal vivo, per l’appunto, il più grande attore vivente.

Daniel Day-Lewis non è il più grande ed è inutile che sghignazzi dall’alto dei suoi tuttora imbattuti tre Oscar all’attivo come Best Actor.

De Niro, quest’anno, non fu candidato per The Irishman ma ugualmente si presentò, in prima linea anche se non in prima fila, alla cerimonia degli Academy Awards. In quanto nominato come produttore.

De Niro si recò alla manifestazione degli Oscar solamente quando vinse la statuetta per Toro scatenato.

Tutte le altre volte, invece, disertò sorprendentemente.

Anche nell’anno in cui vinse come miglior attore non protagonista per Il padrino – Parte II.

Poiché convinto che non avrebbe vinto.

Soltanto qualche anno fa, sì, l’eccezione che conferma la sua regola, presenziò alla suddetta kermesse.

Sicurissimo, infatti, che avrebbe trionfato per Il lato positivo. Perse, sconfitto invece in extremis da Christoph Waltz di Django Unchained. Quest’ultimo, infatti, dato come sfavorito sino alla vigilia. De Niro emise un indistinto lamento silenziosissimo, porgendoci una sottile, sardonica smorfia di disappunto, dissimulando l’amarezza dietro il suo proverbiale ed emblematico stile falsamente strafottente. Applaudendo Waltz con delicato aplomb che non dà e diede nell’occhio.

De Niro doveva girare Honeymoon with Harry per la regia, all’epoca, del compianto Jonathan Demme.

Ma non fu soddisfatto delle revisioni apportate alla sceneggiatura originale di Paul Haggis. Pretendendo che la sua parte fosse scritta meglio e più finemente.

Litigò con Mike Nichols, sul set dell’irrealizzato Bogart Slept Here, non chiedendo scusa alla produzione e al regista stesso. Anzi, pagando la clausola rescissoria del contratto a cui non mantenne fede, fregandosene adorabilmente delle conseguenze che tale trasgressiva scelta avrebbe potuto avere nefastamente sulla sua carriera già comunque assai promettente.

Abbandonò Mel Gibson e Martin Campbell, fottendosene di Edge of Darkness. Più avanti, in questo pezzo, ve ne parlerò di maggiori dettagli. Puro De Niro Fuori controllo a sbattersene dei precedenti, sottoscritti presi accordi irrinunciabili a meno che, se foste attori normali e non leggende, non si voglia passare per persone denunciabili.

Poiché Bob si può permettere di sfanculare a destra e a manca. Ridendosela sotto i baffi e allisciandosi la barba da Jacknife.

Il suo carisma e la sua rispettabilità non ne risentirono né ne risentono o risentiranno affatto. Anzi, cresce ancora di più maggiormente il suo mito perennemente intatto da interprete monstre inaudito.

Da nessuno Bob viene scalfito, è come un impermeabile che, in virtù del suo innato carisma e della sua forza ipnotica, permea il Cinema di un non so che di magico e magnifico.

Insomma, è come il Falotico.

Indubbiamente, il più grande uomo della storia. Magari… Anche perché, va detto, nessuno fu, è e mai sarà uguale a me poiché io so essere perfino più bravo di De Niro, non solo a imitarlo.

Voi, al massimo, potete scimmiottarmi e invidiarmi, calunniarmi o tentare pateticamente di boicottarmi.

Vi guardo in faccia e vi porgo una smorfia deniriana come per dirvi e retoricamente chiedervi: You Talkin’ to Me?

Sono Ernest Hemingway/Corey Stoll di Midnight in Paris. O fu F. Scott Fitzgerald/Tom Hiddleston?

Colui, comunque, che afferma/ò di essere il più grande scrittore del mondo, cioè me stesso. Sì, parimenti ad Ernest, in mio stile alla Woody Allen, non leggo i libri dei grandi scrittori poiché sono invidioso. Anzi, li leggo eccome ma li stronco senza pietà perché sono stupendi. Eppure, anche se molti di questi scrittori furono indubbiamente più bravi di me, sono morti e posso quindi sputtanarli a sangue e a morte.

Ah ah. Insomma, De Niro disse il vero assoluto. Anzi, come si suol dire… ridendo e scherzando enunciò la palese verità visibile. Per quanto mi riguarda, una donna molto bella viene corteggiata da me in modo sfrontato. Io arrivo subito al sodo, senza girarvi attorno. Senza inutili panegirici e rose rosse, cioè senza leccate di culo. Cioè, le dico immantinente che vorrei lecc… la ardentemente.

Al che lei, falsamente scandalizzata e stizzita:

– Ehi, porco! Sei impazzito? Chi credi di essere per porti così? L’uomo più bello del mondo?

 

Io, con nonchalance da Buddy Love de Le folli notti del dottor Jerryll, mi aggiusto il ciuffo delicatamente, ammiccandole dolcemente. Dunque sussurrandole tanto svergognatamente quanto furbescamente:

– Perché, bellissima donna, vorrebbe forse obiettare in merito al fatto che non sia oggettivamente l’uomo più bello del mondo? Se vuole farlo, si accomodi pure. Poi però, giunta a novant’anni, in punto di morte, non abbia rimpianti. Allora, che faccio? La lascio qui sola soletta a guardare alla tv l’ultima puntata di Uomini e donne? Sì, faccio così. Ora, tolgo il disturbo. Vado a fare un giro. Tornerò da lei per il digestivo.

 

Sì, sono diventato pure identico a De Niro di New York, New York. Volete trombarmi col sassofono o picchiarmi con dei sassi? Fate voi.

Avrei visto benissimo invece Bob nella parte andata a Ray Winstone che, come sopra detto, rimpiazzò De Niro a riprese in corso del film Fuori controllo

Jedburgh, questo è il nome del personaggio. Un uomo mellifluo e sulfureo che, in piena notte, davanti proprio a un falò (ah ah), rivelò a Craven/Gibson la verità atroce sulla morte di sua figlia.

Gibson infatti, convintosi oramai che si fosse trattato di una tragedia casuale, dimenticò ingenuamente la cosiddetta “causale”.

Sì, fu Jack Huston, nel ruolo del gran bastardo Jack Bennett, a ordire quello che fu, senza se e senza, uno stupido complotto invero letale. Che maiale…

Winstone illuminò Gibson durante una fredda serata invernale.

Di mio, posso dire, come già in passato senza colpa alcuna ammisi e così come con enorme schiettezza per l’appunto incolpevole dichiarai innocentemente, che al sopraggiungere della mia prima, davvero perturbante adolescenza a nascere, mentre i miei coetanei, già corrotti e imputriditi nell’animo, trascorsero le loro giornate in modo porcellesco e viscido, accontentando apparentemente i genitori, fingendo di studiare diligentemente per farli felici e contenti, in realtà fumando solamente da mattina a sera delle gran canne, ecco, di mio tutto cannai.

Preferii nobilmente estraniarmi da quasi tutti gli adolescenti infami e di quella cosa… assai luridamente affamati.

Al che, la mia notevolissima trascendenza esistenziale fu erroneamente, anzi, orridamente equivocata e scambiata per fobia sociale. Addirittura fui tacciato, alla pari di De Niro in Taxi Driver, di essere quasi un ragazzo pericoloso in quanto troppo nudo e crudo al naturale senza bisogno di maschere pirandelliane.

Debbo ammettere anche, indubbiamente, che la mia mirabile altezza quasi nobiliare fu presa per superbia insopportabile. E di conseguenza, non leccando io il culo a nessuno, cioè non accattivandomi le simpatie della frivola socialità più carnascialesca e onestamente bestiale, molti haters mi (mal)trattarono, ripudiandomi, disprezzandomi ma soprattutto disegnandomi a loro immagine e somiglianza. Dunque, assai male, essendo loro per l’appunto avvezzi già alle viziosità più capricciose e belluine, più (da) fighette e da mezze calzette che se la tirarono da presto arrivati… a enormi vertici mondiali.

Fui infatti descritto come il mostro di Eraserhead e dissero che mio padre non seppe educarmi poiché fu ed è, peggio di me, tonto e di mente malato. Di mio so che è laureato.

Di mio so che mio padre svolse anche un lavoro assai rispettabile e non passò le giornate nel negozio Bazar Affari. A differenza di un pagliaccio miserabile che agli amici disse di essere un giornalista pubblicista quando in verità fu solo un dottor Balanzone dalla vita molto piccola e assai poco invidiabile.

Quando ebbi l’ardire di ribellarmi a questo squallido gioco perpetratomi in maniera ferina, efferata e caudina, la mia situazione addirittura io stesso peggiorai.

Poiché la villania di queste persone piccine e malvagie ebbe il coraggio di pronunciare, dalle loro bocche fetide e infide, parole ancora più mostruose e abominevoli. Mi fu detto, infatti, che mi credetti Robert De Niro quando invece mi sarei dovuto guardare allo specchio e prendere coscienza d’essere solamente un poveretto. Anzi, quasi un ignominioso e indignitoso pervertito. Furono inviate missive gravissime, sotto falsi profili, alle ragazze che all’epoca frequentai. Certa gente inventò altre calunnie persino su costoro. Dicendo che furono prostitute da me pagate affinché mi potessi filmare e fotografare con loro. Oppure che, per compassione, da tali unti e bisunti, cornuti diffamatori presunta, avessi elemosinato per autocommiserazione un po’ di momentanea passione. Insomma, fu combinato un terrificante casino da queste brave personcine così a modo, educate, gentili e carine. Sarebbe bastato ammettere, con estrema onestà, che raramente nasce uno come Bob De Niro. Un uomo capace di ascoltare sia Levante con Tikibombom che Ghali con Boogieman. Come Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo so che non può piovere per sempre. Così come so che molti di voi, nonostante abbiate cinquant’anni suonati, non capite questo ritornello:

spegni queste nuvole ché lei si bagna più di me.

 

Ora, amici, s’è fatto tardi. Ho da scrivere altre recensioni, ho da scrivere altri libri, ho da recitare altri pazzi, no, pezzi.

Devo farmi il culo…

Ma, nel frattempo, come sfondo… no, sottofondo…

Mettiamo su Dua Lipa?

E ricordate…

Come dice il grande Max Cady:

– Te la sei goduta la colazione?

 

Al che, con molto ritardo, il mio calunniatore si ferma assieme ai suoi amici in uno spiazzo e si sente come Al Pacino di Heat. E grida:

– What are they looking?

 

 

Sì, penso che Neil McCauley/De Niro non sia più molto solo. Sebbene rimanga un lupo solitario? No, un tipo solitario.

Questo mio scritto è dedicato a tutti i ragazzi che, lungo il loro percorso, incontrarono, incontrano e incontreranno dei volponi coi cervelli piccolo che non calcolarono, essendo molto limitati, che McCauley, a costo di perdere l’amore della sua vita, non dimenticò né dimenticherà mai i William Fitchner di turno e soprattutto chi fu ed è ancora (il) Viscido.

Ma, a parte gli scherzi, no, non sono vendicativo ma ho finito di frequentare gli stupidi e di stare dietro ai loro fuorvianti condizionamenti da stolti. Sinceramente, non ho più l’età per affiancarmi a una banda di scalcagnati che, ancora fermi ai tempi del liceo, dividono le persone fra sfigati e perdenti contro vincenti, cazzuti e saccenti, forse i più deficienti. Ho il festival di Cannes che mi aspetta. Se siete degli incapaci, rivolgetevi ai migliori assistenti… Non ho più un solo minuto da perdere coi disgraziati, gli invidiosi e i dementi.

In fede,

Bob, famosissimo per essere il più grande… stronzo

87145230_861398557615033_134891105857568768_n

 



di Stefano Falotico

 

A proposito di De Niro e Pacino di The Irishman, perché nessuno parla di Righteous Kill? Ne parlo io, un uomo “b movie”, arrabbiato come il detective Rooster


28 Nov

heat

padrino parte seconda

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

Ah ah.

Sì, Pacino e De Niro, assieme a Jack Nicholson, Dustin Hoffman e forse Robert Redford, sono considerati gli attori più iconici dei seventies.

Gli unici due della loro generazione, fra l’altro, a non aver mai girato un western.

Per tempo infinito, vissero d’una profonda rivalità.

Tant’è che, quando si parla di loro due, al cinefilo sorge spontanea la domanda: chi è il migliore?

Mi ricordo che, tanti anni fa, nella landa desolata di Matera, durante un’estate della mia adolescenza mai carnalmente vissuta, ah ah, bensì sognante la metafisica di Hollywood, alloggiando nel paese natio dei miei genitori, in Basilicata, durante un pomeriggio assolato, mi recai al più grosso videonoleggio, per l’appunto, del capoluogo lucano.

Un’intera parete era tappezzata delle VHS dei film con De Niro e Pacino. Sì, tutto ciò avvenne prima dell’avvento dei dvd, dei Blu-ray e soprattutto dello streaming.

Anzi, per l’esattezza, su una mensola erano collocati i maggiori film con De Niro e, in quella adiacente, quelli più importanti con Pacino.

Al che, entrò un altro cliente-avventore e noleggiò un film con De Niro. Perdonatemi, non mi ricordo quale affittò ma invece precisamente rimembro cosa poi successe assurdamente:

Il cliente afferrò la VHS e la consegnò al gestore:

– Ah, stasera, gusterò Prima di mezzanotte col più grande attore del mondo.

– E chi sarebbe il più grande attore del mondo?

– Be’, c’è bisogno di chiederlo? Ovviamente, Bob De Niro.

– Lei ne sarebbe così sicuro? Sa che Prima di mezzanotte è di Martin Brest, regista peraltro di Scent of a Woman?

– Ah sì? Grazie per la preziosa informazione. No, non sapevo che fosse dello stesso regista. Quindi?

– Quindi, lei sa che Pacino vinse il suo primo e unico Oscar quando De Niro, più di dieci anni prima, ne aveva collezionati già due?

– No, non lo sapevo. E con questo?

– Ecco, secondo me è un’ingiustizia assoluta. Poiché è Pacino il più grande attore del mondo!

– Suvvia, non scherziamo. De Niro non si tocca. Lui è l’eterno Al Capone, inoltre, de Gli intoccabili.

– Sì, di Brian De Palma. De Niro, dopo alcune particine abbastanza irrilevanti, divenne amico proprio di De Palma. Ma Pacino fu più grande di De Niro per De Palma. Vorrebbe venirmi, forse, a dire che le sue interpretazioni in Scarface e Carlito’s Way sono paragonabili, tralasciando The Untouchables, a quelle, sì, ottime di De Niro in Ciao America e in Hi, Mom?

Così come, vorrebbe forse obiettare sul fatto inequivocabile che Pacino fu un Mefistofele, ne L’avvocato del diavolo, decisamente una spanna sopra il De Niro/Lucifero, anzi, Louis Cyphre di Angel Heart?

E sa che le sputo ora in faccia? Pacino, in Heat, non vede proprio De Niro. Prendiamo la celeberrima scena del diner.

De Niro si limita a motteggiare qualche frase a capo chino, parlando quasi a monosillabi. Invece, l’incubo raccontato da Pacino è più lungo, più dettagliato, magnificamente recitato.

E sa che le aggiungo, pure? Pacino è sempre stato più figo di De Niro.

– Ma per l’amor di dio! Lei sta bestemmiando! Ora, visto che preferisce Pacino, parafraserò come Frank Slade del profumo di donna… entrerei col lanciafiamme in questo videonoleggio!

Robe da matti. Affermare che Pacino sia più talentuoso di De Niro, oddio, è una blasfemia!

Si vergogni! Vada a confessarsi, per la Madonna di Cristo in croce!

– Invece, io ritengo e ribadisco, impunemente, che sia Pacino il più grande. Che mi rappresentò, per esempio, quell’Oscar come miglior attore non protagonista a De Niro per Il padrino – Parte II?

E l’Oscar come protagonista a Pacino dove lo mettiamo? Fra l’altro, perché premiare come protagonista Marlon Brando per il capostipite, Il padrino, e candidare soltanto come non protagonista il mio Pacino?

Fu lui il protagonista! Questo è nonnismo, cazzo!

Sì, è ingiusto. Così come fu abominevole non dare l’Oscar a Pacino per …e giustizia per tutti!

Pacino, viva Pacino! Abbasso De Niro!

– Guardi, a questo punto, non noleggio più niente da lei.

– Sì, lei è un ammiratore sfegatato di De Niro. Scommetto che le piace persino The Fan. Le vorrei chiedere anche questo. Qual è la sua squadra di Calcio del cuore?

– La Juventus.

– Ecco, lo sapevo. Lei dovrebbe tifare per l’Inter. Lei non capisce un cazzo. Non sa niente di Cinema e di Calcio.

Anzi, ora faccio la sparata alla Al Pacino!

Sua moglie è come la consorte di Nanni Moretti in Aprile.

Al Pacino, in Heatè sempre più bello.

– E sempre più basso!

– Ti sei scopato (a) mia moglie?

– Sì, amo De Niro di Toro scatenato!

– Lei è un cornuto!

 

Sì, stanno accadendo episodi strani nella mia vita. Durante il periodo delle scuole medie, nel mio quartiere spadroneggiava la ragazza dei nostri sogni. Quella inarrivabile, la fantasia erotica idealizzata dai nostri patetici desideri puberali, pre-adolescenziali del cazzo.

Tutti i maschi, appena la vedevano in autobus, impazzivano.

Da poche ore, costei mi ha chiesto l’amicizia su Facebook.

– Sei davvero tu? Come mai mi hai chiesto l’amicizia? Da giovani, parlavamo tutti di te ma tu manco mi conoscevi. Anzi, neppure adesso mi conosci.

– Sì, ma ho appena visto che abbiamo un’amicizia in comune. Guardando le tue foto, devo ammettere che mi piacerebbe esserti amica…

 

Sapete la verità?

Vedendola invece io, in foto, devo esservi sincero.

Non è così figa come si diceva. Chissà che minchia vedemmo di bello in questa qua.

Non è un granché, a darglielo tutto, no, a dirla tutta.

Io sono molto più bello di lei, se vogliamo essere onesti.

Anzi, sapete che vi dico?

Sono pure più bravo di De Niro e Pacino.

Purtroppo, è così.

Insomma, questa mia vita è stata, come dice Pacino in Heatun disastro assoluto.

Così come Pacino di Sfida senza regole, idolatrai De Niro, prendendolo a modello.

Mi dimenticai però di questa qui del quartiere eppur mi feci dei grandissimi film in ogni posizione sul divano.

Poco altro, realisticamente scopando, no, parlando.

Dunque, come Pacino di Righteous Kill, sono veramente stufo di farmelo e riceverlo nello stesso posto da gente che spaccia e chissà per cosa o chi si spacci, da gente che millanta, ruba ma indossa la maschera dell’integerrima dignità falsa, da gente che delinque ma viene premiata, da gente che non sa usare non solo la Lingua italiana ma nemmeno quella che sta in bocca. Questa è tutta gente che fotté la ragazza più amata, per l’appunto, del quartiere. Sì, lei andò con tutti, tranne che con me. Anche perché la colpa fu mia. Me l’avrebbe offerta volentieri ma io scomparii dal mondo. Adesso è troppo tardi. Lei è diventata una zoccola ignorantissima, non sa neppure chi siano De Niro e Pacino. Scambia Pacino per Dustin Hoffman e Dustin Hoffman per Jack Nicholson. Da me, questa qui, lo prenderà solo nel culo. Ah ah.

Sì, vado matto per i b movie. Questi film sporchi, dimenticati, detestati, stroncati, dalla Critica alta inculati, snobbati, fottuti. Io sono il Critico per eccellenza. Impietoso con me stesso. Sì, la mia vita poteva essere un capolavoro ma la recensii malissimo. Devo rivederla…

Quindi, Sfida senza regole è un masterpiece. Così sia scritto, così come quella del quartiere sia (s)fatta e salutatemi sorrata! Comunque sia. Questo 2019 sarà ricordato anche per il grande ritorno di De Niro e Pacino dopo tanti film mediocri. Joker, The Irishman, C’era una volta a… Hollywood.

Per quanto riguarda la ragazza di FB, no, non è così bella come la ricordavo. Ma è sempre bella. Io invece sono meno pazzo di quello che potevo sembrare. Infatti, lo sono di più. Ah ah. Anche se a questa stronzata del pazzo non crede più nessuno, tantomeno io.

Quando mi curo, sono anche un bel ragazzo. Va ammesso, soprattutto a questa va messo, cazzo. Ah ah.

Sì, lei fu solo una leggenda metropolitana. De Niro, Pacino e il sottoscritto siamo leggende viventi.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)