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Con l’inoltrarsi dell’estate, il mio “lupo” si addolcisce e gioco a nascondino coi miei pensieri “reconditi”


14 Jun

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L’Estate è in piena stagione. Le scuole son chiuse e nell’aria si respira aria di mare. Così in ripropongono Marilyn Monroe di Quando la moglie è in vacanza, e si celebra ancora il suo mito, nonostante, ricordiamo, non per fare i moralisti ma gli obiettivi-realisti, fu una zoccola che andava con Kennedy fra un ciak e un pompino “scattante”. Una donna che alle femministe fa tenerezza e malinconia, a me fa triste presa di coscienza, anche di cosce, che fu sopravvalutata per la sua bellezza “moderna” e visse di segreti “proibiti” inconfessabili. Rispolvero i cuori in Atlantide di Stephen King e ricordo che si poteva fare meglio con quell’Hopkins di Scott Hicks. Speriamo nell’IT del Muschietti. Branagh sta pensando al suo Artemis Fowl e De Niro, suo produttore, si prepara per la fine di agosto alle riprese epocali di The Irishman.

Intanto sto migliorando la vista con gli occhiali e in questa foto, in cui indubbiamente son venuto “bolso”, ricordo il David Callaway di Hide and Seek.

Così…

Eppur rimango un orsacchiotto di profonda mente e in questo sonno letargico sprofondo con un’altra puntata del Twin Peaks.

di Stefano Falotico19113552_10208872606435307_649021442768914003_n movie-scene3 00841508

Director Cary Fukunaga No Longer With Stephen King’s ‘It’


26 May

From Deadline

67th Annual Directors Guild Of America Awards - Arrivals

Cary Fukunaga has left his gig directing New Line’s upcoming adaptation of Stephen King’s It. New Line and the True Detective director are going their separate ways owing to conflicts over budget, derived at least in part from creative differences, sources say.

This puts the production in an awkward place; shooting was scheduled to start in mid-June. To keep on track, the studio is going to have to find a new helmer soon. However, reports have it that the studio is holding firm on a $30 million budget, but submitted script drafts would have required much more finding and that even at this late date, a final draft has not been approved. There has been no word from New Line on either Fukunaga’s replacement, or how this shake-up might affect the production.

The film is based on Stephen King’s sprawling 1986 novel about a group of preteens terrorized by a malevolent entity that prays on children, called (of course) “It”. The group narrowly defeats the monster, but find themselves facing it again as adults. The monster appears mainly in the form of a clown calling itself Pennywise. The book was previously adapted for a 1990 tv miniseries on ABC; Tim Curry starred as the titular monster.

Will Poulter to Play the Evil Clown in ‘It’ Remake


05 May

Da Variety

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New Line and “True Detective” director Cary Fukunaga have found their “It.”

Sources tell Variety that Will Poulter (“We’re the Millers”) is in negotiations to play Pennywise, the evil monster who lured in children disguised as a clown, in the upcoming remake of Stephen King’s horror classic.

Fukunaga will direct “It,” which will be split into two feature films.

The original story followed a group of outcast kids who come together over summer break to take on the monster that’s haunting their town, battling their own personal monsters in the process.

King’s popular book was made into a TV miniseries in 1991 starring John Ritter and Tim Curry, who played the clown in terrifying fashion. A film adaptation was never undertaken given the size of the King novel, but Fukunaga has been very vocal recently that the latest script will stay true to the King story while also giving the film a new look.

Fukunaga penned the screenplay along with Chase Palmer. Seth Grahame-Smith and David Katzenberg are also producing through their KatzSmith banner while Dan Lin and Roy Lee are also producing.

Niija Kuykendall, Dave Neustadter and Walter Hamada are overseeing for Warner Bros. and New Line. Production will begin this summer.

After considering older actors like Mark Rylance and Ben Mendelsohn for the Pennywise role, New Line wanted to take a different route and go younger. New Line also distributed Poulter’s “We’re the Millers,” which co-starred Jennifer Aniston and Jason Sudeikis.

Sources say in the end, Fukunaga could not say no after being blown away by Poulter’s audition for the part and felt he was the right choice for the role.

While the role is dark and evil, sources say Poulter is more than capable of taking on the character especially after his work on New Regency’s “The Revenant,” starring Leonardo DiCaprio. In the Alejandro Gonzalez Innaritu film, he plays one of the robbers who leaves DiCaprio for dead after he is mauled in the wilderness by a bear. Insiders who have seen early footage feel that Poulter, 22, is more than ready for a villainous lead.

Since the original novel ran at about 900 pages and spanned several decades, the plan is for New Line to shoot one movie focusing on the protagonists as kids and another focusing on them as adults. Fukunaga has scripts for both ready, with Poulter appearing in both films, making him the star of the project.

He can be seen next in “The Revenant,” which opens on Christmas Day, and is attached to “Yellowbirds” opposite Tye Sheridan.

He is repped by WME, Hamilton Hodell and Pippa Beng and Donna Mills in the U.K.

 

L’eroticus Pennywise, parte seconda


27 Jun

Diciamoci la verità.
Provarono a normalizzarmi con ogni strategia, conducendomi anche da svezzanti donne di malaffare ma non mi smossi, nonostante incontrai una ragazza normale che voleva lo stipendio.

Acquiescenze e dormiglioni a rubacuori invero poc’amanti della vita.
Decadentista, il Pennywise è ardito, rinomato in giullaresco “sfarfallare” nel bel mezzo di tal lor sparlar vano. Che stupida vanità, questi qua…
Salta come un maledetto d’ignota ma tangibile irritazione, tocca “cauto” sulla provocazione “legittima”, in quanto elevò le borie altrui alle sue serene glorie. Mai senile, giovanissimo. Non sarà, per quanto v’ostinerete a subissarlo di gelosia cattiva, adescato da “ambulanti” sirene.
Egli è balena bianca, arcobaleno lucido. Non puoi ucciderlo!
Innaffiato nel suo sparirti accanto, gira di qua e di là, menestrello dello sbrodolar fra cere orrende in castelli “principeschi”, ne smussa le prosopopee e col vento a prua vola notturno ad altro suo divertito, sbruffone sorriso che, in barba a tutti, non abbocca, non è un liofilizzato ma un rizzo colorato impressionante, tatuaggio ferreo e scostumato trucco sol che denudato dalle “nobili” nomee di massa dei ritoccati… Burocrati!
Di cui altezzoso se ne infischia di “fosco” allegrissimo. Ah, i tutori!
Fra le disumane sconcezze, gli abomini perenni, le reiterate ma oscurate, quotidiane, insistenti violenze, ne svela i “nascondigli”, a pianto mesto dell’aspirarli nel sogno stesso ch’essi affliggono d’illusoria sete e abbuffate mai soddisfatte. Affastellan parole su parole nel cinguettio ispido d’ipocondrie e altri alibi della scema consolazione, immaginari dolori per pan-ace-e invero… solo che sciocche siete, immolate al rubicondo (s)fregiarsene.
Ma il Pennywise che, di tal giornalieri imbrogli, n’è Egli stesso “sotterfugio” allo spuntar della Mezzanotte vera, incarna questa dissipatezza davver poco eroica, “pecora nera” dinanzi ai vilissimi usurpatori. Rifulge in Cielo, s’erige al buio come diamante a(l)itante!
A Luna eretta o calante ma splendente a scovarne le mutande.
Bevono sghignazzanti, s’ingozzano di sbronze ed escrementizi altri malati parti generano negli orridi geli tramandati.
Il Pennywise sghiaccia i gelidi.
Il Pennywise, floreale a non svender la sua faccia nel contrabbando degli attriti sociali ipocriti, volteggia a corte nello sfottere la stessa tovaglia (im)bandita sui mendaci florilegi. Al bando, sì, le cene dei cretini.
Coloro che (s)cremarono e infornarono a puntin’ dei puntigli su sudati denti senz’alcuna soavità.
In pastiglie si “posan”, pavoneggiandosi, ad apparecchiar lo smercio falsario, fluidificano la tetraggine in sguaiate “golosità” che, del solare, han perduto anche l’ombra coscienziosa.
Farlocchi, il Pennywise non è un allocco. Pensavate d’averlo sepolto vivo ma dalla bara scaturì il suo fantasma.
Chi troppo dorme, a lungo si risveglia. Un trillo acuto, acustico e acutissimo fra noiosi perditempo, più che altro perdenti della loro “tesa” esistenza e dei malintesi su finti tessuti dalle maschere intoccabili.
Lunga vita al Pennywise. Evviva chi ha il coraggio di sparare la verità!
Ah ah! Oh, rimbomba!
Il Pennywise non lo smonti, il Pennywise è giocattolaio contro i matti.

Questa è la sinossi, da me scritta. Avevate dei dubbi?

E ora spacchiamo tutto!

Mi son sempre saziato da virtuoso triviale e retrocedo nella “realtà” solo quando ne usufruisco in modo ammuffito. Del poster di Kate Moss in denudato ardor mio nello spezzarle la “lancia” a tanga di Tania, vado “liscio” d’altro libro

Sì, io librai nella fantasia, lavorai in Pinacoteca coi quadri dei pittori bolognesi, animati in mio “pennello proibito” su cherubini di Natura ambigua e, birichino, mi propongo bibliotecario per la libreria ove, di scrivania in manici di “scopa”, potrò scrivere “potente” in quanto patria potestà senza molti attestati ma preso a testate dai fidanzati “nulla osta”, gelosi osti da “mancia salata” per colpa del mio “articolo” scandalistico che, dopo averle sfilato i sandali, salì nei conti in sospeso di Lei che lo soppesò, detto anche “Farmi il culo dell’anello di fidanzamento da me tradito, dunque sarò sbudellato come al Colosseo in un farmi… a fett(ucc)ine alla romana”. Un farmaco tranquillante? No,Maciste nella valle dei farmacisti, famoso peplum di stronzata sesquipedale, “incentrato” di tal trama: Maciste scopre delle cisti, e da Vergine diventa il Cancro su ultime botte d’Ariete a donne cornute, perlopiù delle Madonnine-povere criste. Esagera, e lo fermano con dei neurolettici da chi troppo non va in bianco a letto ma le allatta nella stalla come Barabba. Non funziona e chiamano Sansone, al fine che glielo rimpicciolisca da discendente “parabola”.
Rasato, però denutrito della sua forza, quindi emaciato, giunge con una Samsonite a casa di un bell’abbronzato Maciste, e sfodera dalla famosa valigetta simil Mary Poppins delle troie col trolley. Sansone, deluso dal taglio di capelli alla Full Metal Jacket, fu castrato dai filistei ma non gli spaccarono le tempie, nonostante il temp(i)o crollato. Da allora, si vendicò come Jack lo “squacquerone”, adescando ogni topina per poi ridurla a formaggino.
Maciste: – Che cazzo vuoi, Sansone?
Sansone: – Un look alla Steve Reeves.
Maciste: – Non sono un barbiere, amo anche quelle barbute, mio sbarbatello.
Sansone: – Sono in missione divina. Devo punirti.
Maciste: – Allora, scendiamo nell’arena. Non aver fifa, tu che adesso solo sniffi da tossico e non annusi nessuna figa. Ora sei da lazzaretto, non da Dalila Di Lazzaro. Una che resuscitava anche i morti. “Alzati la gonna e camminava rinato”.
Sansone: – Accetto la sfida. Ti dimostrerò che non sono uno sfigato. Anche se m’ammazzerei, sono peloso, ho altre sei vite. Come i Gatti di Vicolo Miracoli prima che Franco Oppini si prodigasse al suicidio annunciato, sposando Parietti Alba. Una che ti svela, sveltona, la Notte di scopate sgambate e da “sgabello”. Con “quella”, Franco vide la Luce ma non più il Giorno. E fu sera e non fu mattina… Insomma, un Pippo Franco de Il Bagaglino.
Maciste: – Fai l’umorista? Sei un vignettista? Ti brucio come un pessimo fumetto. Avanti, usciamo.

Maciste e Sansone se le dan di “Santa” ragione. Crepano entrambi nonostante l’intervento delle ambulanze con le sirene… nel deserto dei tartari.

Che c’entrano i farmacisti? Sono la Croce Rossa d’insegna sonnambula.
Salvano il salvabile ma alle volte non bastano le aspirine.

Sì, Sabrina Ferilli era imperatrice a me l’“ammiratore” quando, adolescente, “esalai” nel “sognarla” poco ascetico eppur “gozzovigliante” da “poppante” immolato a suo seno imperioso e oggi decadente. Care principesse sul pisello, non ci sono cazzi che tengano più del mio. Il materasso lo sa. Infatti, è sempre bagnato dalla mia pipì.
Me la faccio nelle mutande? Sì, solo quando sono pigro nello sfilarle quel filino di vestito a mo’ di “filotto” da biliardo. Anche da bile, essendo tu un bidone. Aiuto, la badante mi fa da balia. E abbaia anche! Che bidet questa vita!
La dobbiamo smettere coi moralismi. Retrogradi, aggiornatevi ed aggradatevi d’abbuffate nello scivolare esaltati al mar “tempestato” di donne, nella cui levigatura dorata di gambe chilometriche, estasianti in avvilupparti la gola in permeato già madido di secchezza carezzevoli sulle labbra dolcificanti all’innalzato clamor “vacuo” del riempitivo a mo’ di perdigiorno, vi seccherete. Per altre secchiate alle secchione e un gavettone a una tettona. Non contenetevi, sboccati porgete lor boccali di bocche e doratene le già bionde con docce rinfrescanti d’arsura saliente al salato degli amplessi calienti.
Sprofondate, e vibrerete “fluttuanti” in orgasmi “lucidanti”. Sì, sono Lucignolo, miei “usignoli” ne siam assetati di voli “pindarici” in tal sguazzar “annuvolati da pensierosi” e quindi umorali in una serenità atmosferica della burrasca su un (a)temporale issarci estivi anche nell’Inverno dei ricordi maligni e poco perciò a strizzarci in femmine “levitanti” il nostro “leviatano”. Ah, anche anali osate, osannate l’osé, e non rinnegate il piacer’ del toccare con semplice ma efficace schizzare, ondanti e venenti in saponi detergenti, acque bollenti che prima intiepidiscono la miscela dei “rubinetti” e quindi a Lei, di getto, esplodono in dighe ché sei figa oceanica, immensità del Cosmo e comodo ti entra senza Condom ma Condor, uccello rapace, di tutte sbrananti sullo sbrinar l’impudicizia delle troppo assidue inibizioni, mia gabbianella.
Sì, Uomo, aziona il “panettiere” che sempre hai dileggiato, credendoti d’altra “cresta” e gettando le molliche al “rovo” per “perdenti” da rovi(nare).
No, so che anche tu, “intellettualotto”, dietro quel paio di occhiali, vorresti “appaiarti” col tuo palo nell’ingrandimento a contatto. E piover su di Lei, sudato, in rugiada gocciolante un dissanguato abbracciarla con tattili tattiche ed erettile nella na(u)tica.
Sì, tu che fingi di amare il Cinema “elevato”, sei solo come tutti… un bassotto per le cosce di Tania Cagnotto. Quand’Ella si tuffa, plani nell’immagine umida del suo costumino rizzante da santarellina, che salto dal trampolino, a ogni “abboccante” tuo volerle schiumar sui boccoli in coccole vertiginose, massaggianti di tanta Donna su cui anche il più “tosto” Ercole vorrebbe “colare”, patendo le vertigini del suo muscolo per quei quadricipiti. Le sue caviglie, sottili, delicate nello “scioglimento”, abissali perdizioni a immolarci per la muliebrità di questa delfina. Finissimi piedi da solleticarci in circumnavigazioni da squali.
Solo tu, non vuoi squagliarti. Sei un guaglione di piccolo taglierino, tira fuori la quaglia e arrostisci il pollo tuo di pelle amante della Donna natante. Ah, come rosoli! E innaffi di vino rosato!
Tania, io ti voglio con zoom e zampettare a circondar il tuo petto nell’impettita Cagnotto che, durante l’atto impuro, diverrà con me cagna, per poi allargare e allagarti.
E di cuccagne, a torso nudo, mia rana per il Principe dorsale, sarai stile d’una staffetta in te “staffilato” in albero maestro. A poppa al vento! Col timone di te che imbarchi e sei crociera di sc(r)osciate.
Affilati a me, affida le bollicine al bollore. Che effervescenza!
E vedrai come nuoterai da campionessa su mia faccia da pesce lesso.
Insomma, Tania, dammi il tuo cellulare a cristalli liquidi, e solidifica la “tastiera” del mio touch mai “incrinato” mahard appena il tuo pezzo… appare nello screen e io non posso che adorar la tua schiena da crema solare, ondulando come uno splash.
Sei perfetta, neanche un grammo di cellulite, quante stalattiti quando attillata “stiri” di carpi(a)to.

Che c’entra Kate Moss? C’entra tutto. Si fotografa anche Lei a bordo piscina, e il mio pisellino diventa accrescitivo. Fa buchi da tutte le parti, me ne affogo. E sbraccio con foga.

Johnny Depp lo sa. Quella sua oggi faccia da eunuco ha conosciuto un monte (stavolta siam passati alla rocciosa recitazione dopo il volto liquido da espressivo, che stella questo marinaio!) di dossi, dolls e giocatrici di volley fra undolly e una pecora.

E si fa pur dar del Tonto!

Non ci crede nessuno!

Winona Ryder può garantire il tuo indiano a cavallo davvero selvaggio.

Fidati, Johnny.
Oggi, sei una merda, sia come uomo e sia come attore.

Rivogliamo Dead Man!

Meglio Daryl Hannah. Doppia di Ah, prima h davanti poi didietro di urletto.

Eh eh.


 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Splash – Una sirena a Manhattan (1984)
  2. The Lone Ranger (2013)
  3. Pirati dei Caraibi 4. Oltre i confini del mare (2011)

Tifate per “Il lato positivo” di Robert De Niro


18 Feb

Anche perché m’ha rubato la parte dalla nascita di tutte le mie smorfie: guardare questo video per credere

A volte, la vita è un Rupert Pupkin, la cui corretta dizione-pronuncia è “Papkin”, come in versione originale di madrelingua e non letto com’è scritto, da solita ignoranza dei nostri doppiatori.
Per fortuna, al posto di De Sando, c’era il Ferruccio Amendola meno roco e più sfumato, ne avrebbe risentito il nostro modo di captare la performance del Bob. Un’interpretazione “buffona” da colpaccio quanto “studiato” tanto ai detrattori a renderli ratti.

Ora, sapete che De Niro è candidato per il nostro tanto beniamino amato David O.Russell.

Ma devo dirvi la verità.

Sono nato nel ’79, Lui nel ’43.

Ma non riesco a spiegarmi come sia possibile che sia più De Niro a migliorarlo.

Ecco, un’inversione del percorso di “maturità”. Lui ha “delfinato” negli eccessi mimici quasi ridicoli e caricati, io iniziai a emularlo e or son carico di Max Cady.

L’adesione al ruolo è impressionante, sono diventato il suo personaggio senza “copione”.

Cazzo, com’è possibile? E dire che non ho mai copiato neppure alle scuole elementari.

Quindi, denuncerò De Niro per esser diventato famoso quando sono io, invece, il suo Maestro.

Ah, ridete? Ridete.

Scusate, la somiglianza si macchia di “giallo”.

Qui, l’espressività tocca vette che neanche Travis Bickle (pronunciato proprio così come si scrive, e non “Baicol”) ha mai potuto immaginare nel suo febbrile esistenzialismo “camoscio”.
Sparatevelo:

 

Dopo di che, l’avete visto?, avvistatemi. Sono l’Uomo che non ti aspetteresti. Di portamento fine e glabro su scarpe “scosciate” in tempi “grana grossa”, magro quando non mangio, causa apatia del far la spesa, appendo quando qualcuna vuole che penda dai suoi labbroni, “lebbroso” per chi non è gioioso, ameno e anche ammenicolo, suppellettile, e arredo il teatro di mio fantasma del palcoscenico.
Metodo “infallibile” per tastare, “dal vivo”, le attrici senza occhi guardoni di spettatori a mirar sol le loro gambe. Io miro più in basso, quindi in “alto”.

Incommensurabile, mi do arie da commendatore e, se v’ostinerete a rubarmi i bottoni, avrete solo un’ammenda.
Quindi, non me la menate. Di mio, me lo meno. E diviene “manesco”.

Le donne mi paralizzano per (in)castrarmi, tento tutto tutto per tenderlo ma mi stendono:

– Amore, devi ammettere che, al di là del naso mio “allungabile”, emano un fascino morituro.
– Devo?
– Eh sì, mi sarai devota. Sono un poeta. Conosco a memoria il vocabolario “Devoto-Oli” e non mi voterò alle “cinture”. Anzi, dimmi subito come ti paio e piaccio senza pantaloni. “Olé!”. La tua gonna farà la ola e poi, senz’orli, la orlerà.Alè oh oh! Diamoci di colla.
– Ma ti spacco le palle, idiota!
– Come, come prego? Viziami, dai su. “Lingueggia” d’inguinale. Non far la criminalotta. Voglio solo “riempirti”.
– Non fare il pupo.
– Sono Pupkin. E ora me “la” pappo tutta.
– Come ti permetti?
– Mi permetto questo e “altro”, senza neanche chiedere permesso. Tu mica vai a messa? Insomma, vuoi la minchia o no?
– Che cazzo dici?
– Quello che sta in mezzo, se non ti va bene, ne ho una scorta… di profilattici al cas(c)o nostro.
– Porco!
– Puttana!

Finì in rissa ma, comunque, due giorni dopo, ce l’avevo rosso. Sì, “infornai” ma scoprii che era una regina di cuori, detta più volgarmente “zoccola”.

Più che Diahnne Abbott, fu una botta, come mia madre che beve dalla botte, mentre le vostre son bottan’.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Ballare,
controcazzi,
succhia tua sorella,
la chitarra spinge ma io ti respingo.

Ama!

  1. Re per una notte (1983)
  2. Malavita (2013)
  3. Showtime (2001)

“It” di Stephen King, prodotto dalla Warner Bros per la regia di Cary Fukunaga


08 Jun

 

Era ora.

L’ora del ritorno di Pennywise.

Da anni, si parla d’una trasposizione cinematografica del più grande capolavoro letterario (e non solo) di Stephen King, quell'”It” che, sin a questo momento (strano, ma verissimo), è stato solo “traslato” in un filmucolo televisivo, salvato, in parte, dall’inquietantissima maschera d’un Tim Curry spaventoso.

Chi, infatti, può dimenticarsi del suo “volto” pagliaccesco quando, dopo pochi minuti, appare, da dietro le “lenzuola stese” e adocchia la bambina che, prima incuriosita dal “fruscio”, rimane agghiacciata quando il nostro clown “non ride più?”.

 

Secondo “The Hollywood Reporter“, il progetto prenderà forma “nelle mani” di Cary Fukunaga, il regista dell’ultimo Jane Eyre, “quello” con Michael Fassbender, per intenderci.

 

The Jane Eyre filmmaker is boarding the Warner Bros. project as

director and will co-write the script with Chase Palmer

 

Warner Bros’ adaptation of the classic Stephen King novel It has a director and writer.

  

Cary Fukunaga, the hot-shot filmmaker behind last year’s adaptation of Jane Eyre, is boarding the project as director and will co-write the script with Chase Palmer, who previously adapted Frank Herbert’s Dune for Paramount.

Roy Lee and Dan Lin are producing It, as are Seth Grahame-Smith and David Katzenberg of KatzSmith Production.

A best-selling book when it was published in1986, It, like The Stand, is one of King’s biggest and most dense tomes, and the plan is for Fukunaga and Palmer to adapt the work into two films.

The story follows a group of kids called the Losers Club that encounter a creature called It, which preys on children and whose favorite form is that of a sadistic clown called Pennywise. When the creature resurfaces, the kids are called upon to regroup again, this time as adults, even though they have no memory of the first battle.

 

 

The book was previously adapted in 1990 as an ABC miniseries that starred John Ritter, Harry Anderson, Tim Reid, Annette O’Toole, Richard Thomas and Tim Curry played Pennywise.

Warners picked up the rights in 2009 and originally intended to adapt it into a single movie.

Jon Silk is co-producing.

Fukunaga won the directing award at the Sundance Film Festival for his drama Sin Nombre. He is attached to develop

HBO’s True Detective, which has Woody Harrelson and Matthew McConaughey attached as stars.

 

Palmer, an award-winning shorts director, first worked with Fukunaga on Focus’ No Blood, No, Guts, No Glory.

Fukunaga and Palmer are repped by WME. Fukunaga is additionally repped by Anonymous Content and Lichter Grossman while Palmer is also repped by The Gotham Group and Weissman Wolff.

 

Com’era lecito aspettarsi, vista la “mole” di questo romanzo “intraducibile”, la pellicola sarà suddivisa in due “tronconi”.

 

Attendiamo fiduciosi, adesso, il casting.

 

Chi vedreste bene, fra gli attori A-list di Hollywood come “papabile” per il ruolo, appunto, più ambito, il Pennywise?

 

Ve ne propongo qualcuno.

Lo stesso Fassbender, Nicolas Cage (sì, perché no, non abbisogna di trucco, giusto qualche “pennellata”), Robert Downey Jr., Mickey Rourke, se vogliamo rendere, il “pagliaccio”, abbastanza maturo ma ancora giovanile…, be’, Rourke è sufficientemente, però, “distrutto” e terribile, di suo…

 

Se, invece, vogliamo rendere il Pennywise un “uomo” senz’età, o un mostro dalle infinite sfumature espressive (ah, so che è una mia “fissazione”), io vedrei bene proprio Bob De Niro, con quel ghigno sardonico, quella risatella un “po’ così” e la sua “aria” assai, assai beffardella, ma anche “triste” e “malinconicona”.

Proprio il Pennywise.

Potrei candidarmi io stesso, alcune mie foto ritraggono bene il Pennywise, ma temo che dovrò scalzare interpreti di più rinomata fama, e che la competizione sia, onestamente, nonostante il mio superior talento, “impari” per possibilità.

Questo, il libro.

 

 

In una ridente e sonnolenta cittadina americana, un gruppo di ragazzini, esplorando per gioco le fogne, risveglia da un sonno primordiale una creatura informe e mostruosa: It. E quando, molti anni dopo, It ricomincia a chiedere il suo tributo di sangue, gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. E l’incubo ricomincia…

 

 

It, una creatura mostruosa, ricompare dopo che trentanni prima era stata risvegliata da un gruppo di ragazzini. Viene infatti a chiedere il suo tributo di sangue e gli stessi ragazzini, ormai adulti, abbandonano famiglia e lavoro per tornare a combatterla. In questo modo l’incubo ricomincia, un viaggio allucinante lungo l’oscuro corridoio che conduce dagli sconcertanti misteri dell’infanzia a quella della maturità.

 

(Stefano Falotico)

Il miglior incubo gigantesco


29 Apr

 

In una Notte tempestosa, di “mostrifognari, la barchetta scivolò, “cadenzata” dalla Luna, nel tombino, e il “morto”, di savia rinascenza poderosa e giocosamente “impertinente”, nelle allibite prurigini della mental, sedimentata, cronica caligine borghese e “chiesaiola”, dalla tomba, con occhi deniriani d’incipriato neostardust d’anima lindissima, riemerse a galla tra le bugie omertose d’una città terrificata dalla vergogna agghiacciante della nuda, cruda, “insopportabile” nudità. In ogni sua divelta “fierezza” abominevole.

 

Donne, ai bordi della strada, che si “smaltan” le suole delle scarpe per attizzar, di tacchi “svelti, il maschio arrapatissimo su occhio di “trucido-sdrucito” jeansettino strappatino per “stapparlo” nello strappo di Lei, sempre “dolce” di “ferite”.

 

Tra osceni e cene di cretini, di prima mattina, con cresta da gallo, esco di casa già “incappucciato” per un cappuccin “scremabile” nel mio odor cremosissimo come gelato al caffè.

D’occhio alla Clint Eastwood contro le teppistiche violenze dei soliti malviventi, “nascosti” dietro abiti “patrizi” di vaga “plebaglia” cagna d’un recidivo canagliume.

 

Uh-uh, ululo. Mi “adulo”. I miei pantaloni, attillati ma “dimagriti” nelle mie gambe solitarie, pretendono che, con lestezza, mi svesta.

 

Sì, tra “fragorosi” disabili e invalidi della mutua, mi “calo” le mutande, in un “bacio alla francese” al Mondo, in tutto la mia potenza erotica di Natura déshabillé, italianamente Uomo e stalloniano d’istinto…, non siam stinchi di Santo, suvvia, “aizziamolo” e “attizziamolo”, in mezzo alle bili dei “bulli” e alle trombate dei tromboni.

 

Sì, anni fa incappai in una famiglia di dementi.

Il padre, a tutt’oggi, flatulente di boriosa cretineria, si sposò con una cretina.

Una mentecatta sicula di conclamata frigidità che, per compensazione alla “lacuna”, inculcò ai “pargolini”, già quando eran “avvolti”, stronzetti nel pannolino, il “culto” dei “culi”.

 

Prima li “sedò” in licei fetidi ove, più che insegnar Catone, l’”istruirono” a ostruire chi non la pensava come loro.

Sì, questa gente, dal “podio” dei loro insanabili, xenofobi, omofobi odi, “affratellati” in congreghe “vanagloriose” di già “indotti” giochi di potere, “picchiavano” di ricatti subdoli i neri, gli omosessuali, le ragazze vergini, “sodomizzandole”, e tutte le persone libere.

 

In mezzo a questo schifo, un Uomo che si “ritirò” a “vita privata”, dopo esser stato infamato di calunnie e pregiudizi vomitevoli, “calmissimamente” ritornò sulle scene.

 

Sì, il celeberrimo colpo di scena.

 

 

E dopo tanti ingiusti, sleali, balbuzienti, infondate, gratuite cattiverie, in un carisma “spensierato” alla Bud Spencer più Braccio di ferro di “spinaci”, oggi, con impagabili, vittoriose botte da orbi a questi ipocriti ciechi e “cecchini” delle anime, è diventato il loro IT peggiore.

 

Sì, questo “fantasma” roccioso di muscoli e forza, è un clown danzante, molto inchiappettante.

 

Sogniamo tutti, spacchiamo la faccia a quel presuntuoso “tuttologo” delle vite degli altri!

 

Davvero bella questa mia frase, me ne compiaccio, d’altronde son piacente, e m’enuncio di tal implacabile annuncio!

 

Anni fa, sognavo, sognavo e sognavo.

E nessuno mi dava credito, anzi, azzannando il mio amor proprio, smontava ogni slancio, ogni iniziativa, ogni anelito.

 

Poi compresi che, tali vili materialisti falsi, s’eran già prostituiti al “puttanaio” più corrotto, e ruppi loro le ossa, perché, concretizzatisi i miei ardori, “mi balzò” che avevo avuto sempre ragione io, e, assieme ad altri affini, finissimi, roventi cuori, rovinammo la loro festa, anzi, li “turbammo” nei loro “festini”.

Ah, ve “le” sbattete, circuendole e promettendo loro oro e felicità? Le “baiocchinizzate”, immondi?

Vi conosciamo. Siete solo dei laidi approfittatori delle loro “clementin-clemenze”, prima ve “le” godete, “spassandovele” un po’, poi le “svergognate” denunciandole appena segnalano i vostri abusi.

Maiali!

 

E noi vi sbattiamo dei pugni in faccia.

Sì, credo che niente m’abbia dato più soddisfazione, in questa mia vita, d’aver steso un imbecille e la sua famiglia di viscidi.

 

Cos’altro andran a raccontare? Quali altre fandonie “inventeranno?”.

Inveiranno d’altri “assalti?”.

 

Il mio ditino, su “nocche” durissime, “motteggia” un “flebilino”… “No!”.

 

 

 

 

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