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JACK TORRANCE meets JOKER: peccato che non diano più ZELIG, volevo incontrare Vanessa Incontrada ma andrò a vivere in altre contrade


03 Nov

abatantuono ecceziunale veramenteTutti pensarono che fossi timido ma con una bella voce alla Ermal Meta, insomma, non un metallaro con la voce da orco, invece devo solo tirare a campare per poter mangiarvi tutti. Ah ah.

Avete letto l’articolo sui migliori film tratti da Stephen King di Pier Maria Bocchi su FilmTv? Leggetelo perché questo mio pezzo lo sbrana, ah ah

Non vorrei che, Pier Maria, se mai sia dovesse leggere questo mio articolo, dalla rabbia ululasse come in The Howling di Joe Dante.

Come dico io, chi ha il pane non ha i denti e chi non è Alighieri Dante, alla pari del sottoscritto, non potrà mai trasformarsi, dopo la mezzanotte, in un Gremlin.

Poiché, quando scende la notte, l’uomo comune in maniera animalesca s’accoppia e fa le pecorine mentre io, essendo insonne, mi alzo dal letto e vado a mangiare un pecorino.

Sì, non m’è mai piaciuto accodarmi al gregge di pecoroni.

Sì, sono un cabarettista, un comico nato. Trasformo ogni quotidiana disgrazia in qualcosa di grazioso. Anche grinzoso. Sì, mi arrabbio e divento lupesco, quasi un animale ecceziunale veramente come Abatantuono Diego.

Poi mi calmo e divengo adorabile come un cagnolino tenero e delizioso. Ma sì, non dovete allarmarvi quando do di matto, sono il Jack Nicholson italiano. La mia non è pazzia, è istrionismo, versatilità, polivalente fare apposta il deficiente. Almeno, se reciti la parte del demente, tutti credono che tu lo sia davvero e puoi goderti il dolce far niente. Ah ah.

Jack è oramai in pensione, io al massimo, coi pochi soldi che ho, posso passare le vacanze in una pensioncina.
Dunque, a tutti quegli scellerati che continuano davvero a credere che io sia pazzo e da curare, prescrivo immediatamente una visita.

Non dallo psichiatra, però, bensì dal cardiologo. Devono avere davvero la panza piena e un appetito poco da ludri e lupi per trattarmi da agnellino.

Di mio, posso solo dire che Lupo solitario è il miglior film da regista di uno dei migliori amici di Nicholson, Sean Penn.

E col Jack de La promessa ho poco da spartire.

Sì, scioccati da questa mia licantropia benevola, potreste avere un infarto, guardandomi così. Ovvero più in forma di Michael J. Fox di Voglia di vincere quando diventa wolf.

Io sono specializzato nei mostri. Io stesso sono un attore monstre di me stesso. A volte, infatti, mi specchio e vedo un uomo piacente, spesso invece gli altri non si rispecchiano in me poiché, dinanzi al mio fascino da camaleonte, rimangono impressionati. E per invidia mi urlano che sono un porco quando i maiali sono loro.

Ah, sono persone facilmente suggestionabili. Pensare che si terrorizzano a guardare L’esorcista.

Anzi, vi dirò di più. Sconvolti da quello che reputano un mio cambiamento scientificamente inspiegabile, pensano che sia stato il demone Pazuzu a entrare/penetrare nella mia anima.

Suvvia, è gente superstiziosa da Esorciccio.

Di mio, per molto tempo volli spalmare Vanessa Incontrada. A una spagnola non si dice mai di no? O no? Ah ah.

Da quando ho iniziato a fare lo scrittore, sebbene i miei libri vendano poco e dunque non siano dei bestseller come quelli di King, appena una grassona alla Kathy Bates di Misery non deve morire, su Facebook, mi dice che ha comprato un mio libro, le dico di non provarci. Poiché, potrei essere un playboy come James Caan ma anche con lei molto cane.

Lei, di fronte a un mio rifiuto così terribile, capisce che oramai la sua vita sessuale sta vivendo L’ultima eclissi.

In questi anni, vi devo essere sincero, ho incontrato molti ragazzi simili ad Andy Dufresne de Le ali della libertà.

Sulla parete della loro cameretta, hanno affisso il poster non di Rita Hayworth ma della ragazza dei loro sogni. A volte, di nome fa davvero Rita, a volte è solo una bollita che ancora sfoglia le margherite.

Fatto sta che loro sono innocenti ma non riescono a uscire di casa poiché sono legati al letto come Carla Gugino de Il gioco di Gerald.

No, non hanno ammazzato nessuno ma sono semplicemente pazzi. Si sono rinchiusi da soli nella loro eterna adolescenza complessata da Carrie.

Comunque, sono simpatici. Quelli antipatici sono i cinquantenni frustrati che, non riuscendo più a scopare la moglie, ogni sera riguardano Stand by Me – Ricordo di un’estate.

Li comprendo. La loro moglie è più racchia di Shelley Duvall, appunto, di Shining.

Eppure, malgrado questi panzoni s’immergano nei lieti ricordi della loro infanzia felice per allontanarsi dal presente e, di patetiche reminiscenze passatiste, celebrare le loro melanconie, manco in questi momenti magicamente lirici sono realmente contenti.

Poiché ricordano che, in effetti, anche la loro infanzia fu uno schifo. Trovavano difatti sempre qualche bullo come in It.

Alcuni si sono salvati, sì, non hanno incrociato sulla loro strada un pedofilo come Tim Curry ma solo un pagliaccio come il clown di Pennywise della cagata di Muschietti.

No, questi qua non sono Tim Robbins di The Shawshank Redemption, nemmeno quello di Mystic River. Peccato però che non abbiano la fantasia di King e non sappiano dunque godere neppure del piacere delle loro esistenze horror.

Sì, molti di questi pseudo-adulti cazzuti si credono fighi come Matthew McConaughey de La torre nera.

Ho detto tutto. È la peggiore interpretazione di Matthew.

Queste persone però sono intimamente consapevoli di essere impresentabili. Al che, per fare i duri, hanno abbracciato le teorie filo-scioviniste di Hitler e compagnia non tanto bella.

Insomma, sono dei rincoglioniti come Ian McKellen de L’allievo. Di mio, che posso dirvi? No, non sono un tipo viulento al cento per cento come Diego, sono un giocoliere della mia anima come Maradona. Maradona non aveva bisogno di allenarsi. Cioè di stare assieme agli altri per migliorare. Anzi, a contatto coi brocchi, avrebbe perso il suo genio e avrebbe disimparato.

Gli altri si facevano il culo tutta la settimana mentre Maradona saltava tutti gli allenamenti.

Ed è per questo che Paolo Mereghetti è laureato in Filosofia e io no. Ma sono più bravo di lui sia come critico che come uomo.

 

di Stefano Falotico

nicholson shining

Jennifer Jason Leigh ha 56 anni, sono stupefatto e sconvolto


06 Jun

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 Oggi voglio parlarvi di un’attrice che sta tornando alla ribalta, uno di quei nomi comunque abbastanza prestigiosi di Hollywood e la cui carriera, filmografia alla mano, è già a suo modo leggendaria, un’attrice che vedremo presto in grande spolvero in Cocaine – La vera storia di White Boy Rick con Matthew McConaughey. Ovvero, la mitica Jennifer Jason Leigh. Un’attrice che, nonostante il suo carnet, non è mai diventata una diva da copertina, una star, come si suol dire. Perché quando la guardi sei irresistibilmente attratto dalla sua recitazione sopraffina, ma non sai mai con chiarezza se è bella, se è insomma figa o sensuale, oppure se è un’irresistibile bruttina affascinante. E in forse in questa magnetica ambiguità consiste il suo perverso fascino. E non c’è da stupirsi che sia divenuta famosa per questa sua atipica bellezza particolare, fine ma non volgare, tanto acqua e sapone da risultare persino quasi anonima, impalpabile. E che per la stessa ragione abbia interpretato spesso personaggi marginali, con vite disperate, in ruoli da donna pericolosa, borderline, psicotica o malata di mente. E basterebbe citare uno dei suoi ruoli celeberrimi, almeno per noi cinefili, quello di Hedra Carlson-Ellen Besch, la “doppia” donna di Single White Female di Barbet Schroeder, per inquadrarla.

Il suo vero nome all’anagrafe è Jennifer Leigh Morrow, lei comincia a recitare a soli quattordici anni, il cognome Morrow non le piace, lascia Leigh, però interponendo il maschile Jason in omaggio al vecchio amico di famiglia Jason Robards.

E infatti lei è sempre stata un maschiaccio. Come si suol dire. Piace da morire ai registi alternativi, Robert Altman la adora e le dà due ruoli potenti in America oggi e in Kansas City.

È stata la testarda amante di William Baldwin in Fuoco assassino, una pazzerella ostinata che fa di tutto per averlo, ma non solo.

Ci sono film cult nel suo percorso attoriale. Da L’amore e il sangue di Paul Verhoeven a Hitcher, pellicole nelle quali duetta con Rutger Hauer, o film fuori dagli schemi che non piacciono ai critici snob e troppo classicisti, come Ultima fermata Brooklyn, e poi Mister Hula Hoop e L’uomo che non c’era dei geniacci Coen, L’ultima eclissi di Taylor Hackford da Stephen King, eXistenZ di Cronenberg, Era mio padre di Sam Mendes, e la Leigh incrocia altri nomi pregiati e autori considerevoli come Charlie Kaufman, Noah Baumbach, Jane Campion.

Viene scandalosamente trascurata dagli Academy Award per la sua prova in Georgia, e in quasi cento credits all’attivo tra Cinema e televisione ha ricevuto una sola nomination agli Oscar come miglior attrice non protagonista per The Hateful Eight di Tarantino.

E di recente l’abbiamo vista anche in Good Time con Robert Pattinson, sebbene qui recitasse solo un cameo, e in Annientamento di Alex Garland.

Ma ciò che più m’impressiona è che costei sia nata il 5 Febbraio del 1962. Perché non sembra affatto, sinceramente, che sia vicina alla sessantina. Sconvolgente.

Le daresti al massino quarantacinque anni. O forse sono i miei occhi e la mia memoria a tradirmi. Perché appena la vedo mi torna in mente la sua splendida silhouette in Fusi di testa.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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