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True Detective 3: requisitoria sociale contro i puttanoni alla Stephen Dorff, il ritratto dell’idiot savant


13 Jan

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Addentriamoci in questa stagione e inoltriamoci anche nella testa di questo Rust Cohle, ovvero il Falotico sottoscritto, oddio mio, Stephen Dorff, il troione per antonomasia.

Sì, appena vedo Stephen Dorff ho dei rigurgiti. Poi l’avete visto come sta combinato in questa serie? Con capelli posticci, un mezzo parrucchino impresentabile.

No, non sono un parruccone ma odio i parrucchieri. Sì, il mio barbiere, Franco, con me c’impiega cinque minuti a tagliarmi i capelli. Gli dico soltanto di farli più corti. Un’acconciatura decorosa senza look da bambocci.

Sì, Stephen Dorff è la nemesi del sottoscritto, il Falotico. Rappresenta la quintessenza d’un pornoattore che, un tanto al chilo di suoi addominali a tartaruga, grazie al suo stronzo agente cinematografico, riesce a incappare in qualche buona produzione.

Immagino sempre quando i produttori devono scritturarlo.

– Per questo film, si è candidato Stephen Dorff.

– Ma no. È un puttaniere conclamato. La qualità del film ne risentirebbe. Non ha l’allure di un uomo di classe.

– Lasciamici pensare. Uhm, be’, non abbiamo di meglio. Jude Law è impegnato al momento, McConaughey ha già girato True Detective, De Niro è troppo vecchio oramai, ci sarebbe quello lì disponibile. Sì, mi risulta che in questi giorni sia libero. Viggo Mortensen.

– No, Viggo chiede troppo. Dai, prendiamo Stephen.

– Ma fa schifo al cazzo.

– Sì, ma non vuole una grossa cifra. Tanto che te frega? Fa la parte secondaria. Poi non è male. Piace alle donne, alza l’audience. Sì, a tutte queste bimbette con gli ormoni a mille, malate di serie televisive, non interessa nulla della diegetica della storia e della messa in scena. A queste zoccoline in erba interessa solo un bel faccino. Le visualizzazioni aumenteranno.

– Mah, non sono convinto. Dorff non ha niente di affascinante. L’unica parte davvero adatta a lui è stata quella in Somewhere, cagata micidiale premiata da Tarantino a Venezia. Ma come cazzo ha fatto Quentin a premiare un film beceramente idiota come questo? Sì, Stephen è accettabile però, qui. Interpreta sé stesso, il burino arricchito, scambiato per star, che passa le giornate a fare il voyeur e a farsi spompinare da Laura Chiatti, andando a dire che ha recitato con Meryl Streep, tanto Simona Ventura di Telecaz’ è andata sempre avanti, lo sapeva bene Stefano Bettarini. Pezzo di marcantonio, un marcatore a zona delle palle nella mentecatta catodica simpatica come il culo.

– Be’, sappiamo che Quentin ha premiato quel film perché si scopava Sofia Coppola.

– Ammazza che orrore. Non sarei stato nella loro camera da letto manco se mi avessero dato venti milioni di dollari. No, Stephen Dorff è un bel ragazzo e come attore è una merda, ma vedere i freaks che s’accoppiano è roba da pervertiti.

– Guarda che Quentin è stato anche con Uma Thurman. Tanto brutto non deve essere. Un certo fascino ce l’ha, diciamo, un qualche ascendente sul gentil sesso.

– No, non è mica brutto. Sembra solo Boris Karloff di Frankenstein ma possiede una testa ottima. Comunque, Uma è stata con Quentin perché le ha dato il ruolo della Sposa in Kill Bill. E Uma, per ringraziarlo dall’averla salvata quando a Hollywood se l’inculava soltanto Ethan Hawke, ha ricambiato il favore in termini carnali. Quindi, quest’altra Uma la finisse di fare la femminista che ce l’ha con Weinstein. Se non era per Harvey, non avrebbe mai recitato in Pulp Fiction. Ah, tutte queste bagasce!

– La Thurman è stata anche con De Niro.

– Sì, aveva venticinque anni o giù di lì. Doveva pur succhiare l’uccello del più grande attore del mondo per fare carriera e spacciarsi come una “talentuosa”, no? Ah ah.

 

Ma torniamo a Dorff. Sì, nel suo carnet può vantare scopate e flirt da Soul Asylum, ah ah, proprio un “Religiavision”.

È stato con la bombastica più puttana di tutti i tempi, Pamela Anderson. M’immagino le loro giornate assieme. Stephen tornava a casa. Lei, con foglie d’insalata fra i denti, gli sussurrava che si era annoiata a fare la ceretta e gli preparava la “cenetta”.

Una vita elevatissima. Di salsicciotti e pollo arrosto. Con Pamela che, mentre glielo menava, stava attenta a non rompersi le unghie.

Sì, Stephen Dorff, l’incarnazione del tamarro par excellence diventato attore perché, fra una Lela Star fottuta dietro scontrino fiscale e una sua bevuta di s… a, no, di birra, guardava i neri dell’NBA che facevano canestro mentre stava già pensando a come far il bucaniere con un’altra gallina che l’avrebbe spennato.

Insomma, è credibile secondo voi uno con questa faccia da ganzo con a fianco la mignottona che gli sussurra nell’orecchio… no, non sei un ricchione, sei molto ricco però, tu sei il mio uomo, facciamogliela vedere. Scopiamo qui, davanti a tutti, come ricci, mio ciccio.

Sì, è identico a Pasolini, Dorff. Non credete, ah ah.

Tanto la madre delle baldracche è sempre incinta e va a nozze il lucky bastard. Ah ah.

Sì, non vi sopporto più. Avete la fissa del sesso. Lo mettete in bocca… dappertutto. Avete ribaltato tutto. I rockettari cafoni alla Tommy Lee sono dei grandi perché sanno di maschio zozzo, ruvido, porcello. E votate Salvini, continuando nei bullismi, nei più biechi fascismi, avete tutti la stessa faccia. Sembrate spuntati da Brazil di Gilliam, offendete chiunque, voi ve ne fottete, sapete come si sta al mondo.

Voglio ora parlarvi di un tipo di nome Calzolari. Uno sciroccato che incontrai, per mia disgrazia, molti anni fa. Dopo essere andati a vedere The Aviator di Scorsese, costui, in preda a un delirio co(s)mico, mi guardò con aria compassionevole. Mi chiese, a visione terminata:

– Cosa ne pensi, Stefano? Ti è piaciuto?

 

Gli dissi cosa ne pensavo con una disamina di circa trenta minuti mentre lui, non ascoltando nulla di quello che gli dicevo, stava a pistolare col cellulare, cercando di circuire una sgualdrina contattata in chat per “uccellarsela”, come diceva lui.

Al che, stufato dalla mia recensione “in diretta”, forse perché la tipa l’aveva mandato a farselo dare nel culo, mi vomitò queste esatte, lodabilissime parole da vero “studente” di Scienze Politiche e Amministrative.

– Mi hai rotto! Basta! La gente scopa, si diverte, va alle feste! Demente!

 

Ma costui in fondo è un poveraccio. Molto peggio quelli che per anni si son fatti scarrozzare, poi guardavano i peggiori blockbuster filo-fascistoidi di Roland Emmerich e puttanate affini. Sognando di farsi la guagliona puzzolenta dopo una settimana di genitori fustiganti e liberavano i loro alien(at)i in un cazzone Independence Day.

A canticchiarmi le loro derisioni nello sputarmi addosso il ritornello degli Jarabedepalo, Depende.

Sì, di solito, alle persone scambiate per Flavia Vento, si dice… ah sì, dipende dai punti di vista.

Peccato che anziché essere Flavia Vento assomiglio molto di più a Blade.

Vi sta venendo un forte dubbio. Avevate scambiato uno così per il Dorff di Cecil B. DeMented?

Credo proprio di sì. Non siete stati attenti a forza di pensare alle vostre donnette alla Melanie Griffith.

In Italia siamo messi male, abbiamo i romanzetti rosa, i gialletti, i galletti e Marco Giallini. Ho detto tutto.

Come dice il grande Lee Van Cleef in Per qualche dollaro in più: – Ragazzo, sei diventato ricco.

– Siamo diventati ricchi.

– No, tu solo. E te lo sei meritato.

– E la nostra società?

– Un’altra volta…

 

Che film ragazzi. L’Indio sta ammazzando Lee e spunta Clint.

Sei stato poco attento, vecchio.

Si alza la musica.

Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci

Continua la musica e a Gian Maria scende la lacrima e gli tremano le gambe. Che si può dire di me, invece? Sono un rigorista. I portieri pensano che voglia piazzare la palla in un angolo e invece si trovano sempre spiazzati. Alle volte, gli arbitri mi danno del pazzo, mi ammoniscono, talvolta vengo espulso, sto in panchina e quindi rientro in gioco. Faccio il difensore, il terzino, il mediano, l’ala fluidificante poco ficcante che sei tu e il centravanti coi suoi colpi di testa. Ficco le palle in buca ma non mi buco. E, in questo spiazzamento collettivo, mangio un gelato un piazza. Dopo una buona pizza. Ah, guarda quella. Calze col pizzo. Chissà se le piace il mio pizzetto. Sì, vorrei da quella un pizzicotto ma di me non è cotta, andasse a bagnarsela nella fontana, lurida bigotta. Ma sì, non pen(s)iamoci, siam pieni di mignotte.

Ehi, Biondo, la sai di chi sei figlio tu?

Direi di finire con C’era una volta in America.

Sì, facciamoci un bagno.

Adesso, scusate, devo andare a pisciare.

Il Monco: – Colonnello, ma tu… sei mai stato giovane?

Colonnello Mortimer: – Mh, sì… e anche incosciente come te. Fino al giorno in cui mi accadde un fatto… che mi rese la vita estremamente preziosa!

 

 

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di Stefano Falotico

Ogni Stalker ha il suo Leone


17 Sep

Stalking, atti persecutori di una società ipocrita che, stavolta, ha incontrato un uomo più grande della piccola borghesia “probatoria” del (mis)fatto

Oggi, va di moda questo “termine”, cioè la caccia alla preda, quella serie di comportamenti reiterati, per di più “operati” da un “ignoto”, notissimo invece alla “vittima” accusante il “carnefice”, che lederebbero l’incolumità altrui, “minacciandola” con “dosaggi” spesso “dilazionati” e (s)canditi, al fine… d’indurre il “malcapitato”, preso di “mira”, a un profondo malessere psichico, a un’alterazione nevrotica tale da esasperarlo, a “condurlo” out of control, atteggiamenti tanto “minatori” da fargli… perder la brocca, come si suol dire, da “crocifiggerlo”, bestemmiante il “maledetto fantasma” che, a sua detta, lo “perseguiterebbe”.

Ora, perché quest’uso mio “fastidioso” delle virgolette? È abusiva la scrittura “tormentata” dall’integrità della propria espressività messa a dura prova da persone ottuse?

Cioè? Che voglio dire con questa domanda non retorica ma criptica? Da “tombale?”. Tale mio “ermetismo” sottende a una subliminale comunicazione di servizio?

No, di sevizie rovesciate ove, finalmente, gli accusatori saranno smascherati per aver loro stessi (in)teso male la trappola e, non avendo confessato a tempo debito il torto gravissimo commesso, sperano pateticamente, con tali mezzucci controproducenti, di seppellire ancora l’atroce, disturbantissima, imperdonabile verità. Infatti, specchiandosi, nelle lor budella, da ex bulli, “(r)odon” or (era ora!) il suono della coscienza sempre più (s)montante, urlando orridi come il mostro de “Il gatto nero” di Poe. Colui che all’inizio si sentì “protetto” con la polizia, giunta in sua “amorevole” dimora per chiedere informazioni in merito a un osceno “omicidio”, da codesto vile “sepolto”, ma poi, in preda a violenti, irreprimibili attacchi di panico del suo “scheletro” già morto nell’“armadio” da “forte” cagasotto, crollando a pezzi, teneramente lo stes(s)o, eh eh, si sciolse dinanzi alla sua inferta atrocità.

Anni fa, fui tormentato da una serie di persone poco rispettose delle mie scelte elevate di vita. Le quali, dopo avermi gridato “a modo” un “Levati!”, “anonimamente” mi “cacciarono” sul net. Coprendomi di (ver)gogne.

Ingenerando nel sottoscritto un terribile “disagio” tale da “costringere” le istituzioni a prendere delle mi(su)re “cautelative”.

Dopo tale “infermità” e dopo tal obbrobrioso, raccapricciante, ingiust(ificat)o stato di fermo, le dimissioni decretarono la giusta libertà.

Ma qualcuno ancora non ci sta. E persevera per volermelo cacciar nel sedere. Tutto qua e la storia non finirà purtroppo, per lui, qui. Caro baccalà, sei stato beccato.

Già, tale idiota denuncia a tutt’andar ad auto-prenderselo nel cu(cu)l’ perché avrà forse ricevuto qualche “mi(na)ccia” ten(d)ente a far emergere quel che, sbrigativamente, lui tacciò e tacque con l’accetta e l’aceto.

Piccolo particolare sfuggitogli… però, ahia, stavolta, c’è un’altra denuncia per violazione di “acconto”.

E i conti stavolta torneranno al nostro Indio?

Adoro Sergio Leone e anche Nic Cage


23 Oct

Prefazione alla David Cronenberg


Il fumo riduce la fertilità e provoca ictus? Bene… allora me n’accendo un’altra, anzi tre e ti spezzo in due, mio sterile senz’emozioni, perché luciferino io vivo polmonare…

… e non sono un vigliacco da imborghesiti fegati deboli

Sono il pensiero nietzschiano del Superman, se sto antipatico al Joker, chiamo il mio fratello di sangue Batman e anneriamo i cattivi in “fumetto” inventato di sano “piantarglielo”. Affumicandogliele con licenza del suo… che arderà e or non più ardisce a violentare. Eccoti la ricompensa, criminale. Sei paralizzato, bloccato, stai soffocando d’attacchi di panico o, impaurito, temi che potremo attaccarti al muro? La seconda che hai pensato, presto penerai penzolante. Non ti preoccupare, do not disturb, giusto un “leggero” sturbo quando, strozzato, esalerai sfiatante prima di non salir in cielo. Nessuna grazia di Dio! Non perdoniamo!
Tu stuprasti e noi siam qua a “infuocarti”. Eh sì, la forca non è come le tue infornate “sorche”.
Dopo la decollazione, (pre)vediamo, caro nostro “veggente” dei destini altrui che violasti, un tuo deturparti “infiammato” su… ah ah, discesa infernale. Lì, Satana è sempre infervorato, troverai “pene” per i suoi denti cotti “al dente”. Vedi, appunto? Sei passato dalla tua allegrezza boriosa del sempre menartela nel blu dipinto di blu “spensierato”, a intralciar le felicità del prossimo, qui adesso invece nel buio “illuminato” dalle “luci rosse”. Tu “facesti” e sei fece. Te lo falciamo!
Grande scopatore, laggiù te lo fan bruciacchiandotelo con killing you softly. Tra un affievolirti “andante”, una pausa sadica e un ripetente castigare quel che “castravi”. Noi siamo i soffici! Ah ah, il soffietto al tuo di pietra cuoricino. Noi ti (ef)fondiamo “calore”, te lo sfonderanno!
Assieme a Mefistofele, sgonfian la tua mongolfiera, “caro” mongolo e pallon gonfiato come quel panzon’ che t’ha messo al “Mondo”. Siete entrambi immondi, infatti anche tuo padre ne riceverà tante da “imbalsamarglielo” con tanto di schiuma al “balsamo”. Sarà incenerito e i suoi resti getteremo in mare. Alzando poi il pomello del rubinetto “rubino”, bevendocelo in un sol “boccale”. Sì, quel bevitore di “bionde” birrine, che lo sbocchinavano, macchiava le coscienze giovani con adult(er)o spermicida birichino. E quindi gli saremo a(r)manti, vicini vicini, nei pressi dell’ingozzarlo e poi, sgozzato, “verrà” dagli squali “ingoiato”. Che aperitivo! Che bicchierini! Cattivo seme finisce sempre a “galleggiar” come uno scemo ché, se tanto fu goloso, lo spolperanno in sgolanti cenette “abissali”.
Caro mio pirata, beccati la “boccuccia” dei piranha. Son “pesci” svegli come il “tuo” uccellino ma i gabbiani vedran a malapena il tuo “pene” superficiale, ove nessun acqua femminile oserà “nuotarsela”.
Che cazzo sta succedendo? Te lo chiedi e rimani turbato. Il vortice di Nettuno, riemerso da dove lo sommergesti, te lo sta mettendo? Il tuo presentimento peggiore s’è avverato. Tanto con strafottente osé disossasti ché, scarnificante, ti sarò “rimpolpante”. Aggiungendo dei colpi asse(s)tanti!
Tom Stall è tornato, ripassa i libri di A History of Violence.
Come si suol dire, dunque suonartele, volesti ridestar il “dolce” can che dormiva e non calcolasti il tuo ululato, causa strappartelo.
Ciao. Non è Maria Bello e io non sono la Vergine.


Fin(al)e al cardiopalma

– Colonnello, ma tu sei mai stato giovane?
– Sì, e anche incosciente come te. Fin al giorno in cui m’accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.
– Quale?.. Forse, è una domanda indiscreta?
– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.


Tira aria di famiglia in quella foto…
E te lo sei meritato.

No, niente vecchio, non mi tornavano i conti…

Crescendo, mia madre pensava che sarei cambiato. Invece sono identico a mio padre. Da giovane, mi raccontò che faceva tutti i culi.


Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Per qualche dollaro in più (1965)
  2. L’esercito delle 12 scimmie (1996)
  3. Ronin (1998)
  4. Cuore selvaggio (1990)
    Grande Cage, vaffanculo.
  5. Ritorno al futuro. Parte II (1989)
    Il migliore è il terzo.

    Con tanto di pistole.

Il Conte Dracula pretende il “conto” in “tabaccheria”


13 Nov

Jack Nicholson era amico di Marlon Brando, e Naomi Watts di Laura HarringLynch lo sapeva, e allestì quelle ville di Mulholland, spedendo Laura Dern nel “manicomio” dei conigli, ove l’Inland Empire l'”accolse a braccia aperte”

Sì, nel marasma della mia mente, non riesco mai a prender sonno. Ieri Notte, dopo esser crollato in seguito, anche inseguito, (d)a una giornata oberante, con tanto di operatori sociali che provaron a estrapolarmi le palle “rimanenti”, dopo le Red Lights di Cortés, da me opportunamente “videorecensite” come da “Cinerepublic”, dopo cont(r)atti a destra e a “manico” a cont(r)armelo, dopo ragazzine che m’han telefonato per chiedermi il “numero” del “cavo” di un altro, più bravo a “collegarle” nel “doggy” stile davvero del ferro da (s)tiro, dopo essermi svegliato alle tre in preda a convulsioni alla ricerca disperata dell’ultimo “colpo” di cucchiaino su tremila baci-barattoli di Nutella da me “prematuramente” fottuti, sbiancai allo specchio, perché da dietro il tavolo della cucina apparve Federico Frusciante, con cui stiamo allestendo un sito di Cinema.
E m’urlò “Non ti pagherò mai i soldi che hai anticipato per aprirlo. Anzi, ti apro, dopo averti ficcato in frigo!”.

A parte gli scherzi, su Facebook rilasciò pochi minuti fa un post “equivoco”: “Se non mi ricorderò, anche oggi, d’andare alle poste a far il bonifico, Stefano m’ucciderà”.

Sono pochissimi Euro, Davide Stanzione n’è consapevole, perciò anche lui tende a “evadere” accampando scuse ché oggi deve vedere l’ultimo film del regista belga-olandese-slovacco-musulmano Jean Valente detto il “Malsano”. Il film s’intitola Sapore di rughe e di Marina Ripa di Meana, storia cronenberghiana di trasformazioni “al car(l)ino” durante le notti convulse, “brasiliane” della “Mostra” di Venezia. Film d’analizzare nel salotto di Marzullo con la Marzotto mentre il telecronista Mazzocchi pensa a quando Barbara d’Urso fu zoccola anche con “lui”.

Bando alle ciancione, www.mulhollandlynch si presenta già “a spingere”, con tanto di Travis Bickle che se ne frega di sorrisetto falotichesco.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Insider. Dietro la verità (1999)
  2. Per qualche dollaro in più (1965)
  3. Dracula 3D (2012)
    Mah… il dubbio permane d'”anteprima” raccapricciante. Ora, come detto, ieri son andato a vedere Red Lights. Di solito, gli esercenti fan così. Prima d’un film “mistery“, infilano i trailer dei coming soon “de’ paura“. Prima [Rec]3(sì, “alla terza” media di prima di seno), con una ragazzina “semisforbiciata” solo perché il matto di turno voleva scoparsi la sua migliore amica ma scoprì che l’avevano “inculato” a sangue, quindi questo devastante Dario Argento.
    Il mio amico critico Giona Nazzaro, lo difese quando fu presentato a Cannes (?), definendolo “decoroso”.
    Ora, stimo molto Giona, ma dalle prime immagini mi sembra una stronzata da render rossi, sì, paonazzi.
    A questo punto, se vogliam buttar in vacca il mito del Conte, direi “raffinatamente” di scegliere Aldo Baglio del trio…
  4. Dracula morto e contento (1995)
    Ecco, ho detto tutto.
  5. Brazil (1985)
    Marina mi “sbertuccia” accarezzandomi da cagnolino:- Sei un gattino peloso da film di Terry Gilliam.
    – Come prego?
    – Sì, ecco cucciolotto. Vai all’oratorio.
    – E tu troia vai a dar via il culo “dorato”.

Gran Torino – Night of the Hunter – Siamo soli io e te…


01 Nov

Una tenera paura serpeggiò d’impeti sull’eretta, impettita Giustizia, per voli di libertà intessuti nelle vene lucenti

Soleggiato, direi assolato, a rassodar le delinquenze “gioviali” d’una società “pudicissima”, pulita come i giochini psicologici di strafatti colmi e zeppi di neuroni fradici di sperma assai grigio nel “guazzabuglio e cianfrusaglie” cervello appannato, di “pallottole” tese e protervissime ai tendini e alle meningi delle altrui dignità. Da incenerir d’amene calunnie, “garbugli” e “impiccagioni”. E poi celar i reati nel “nascondiglio”. Porta che spaventa l’orrore agghiacciante dell’abominio perpetrato, reiterato e assai recidivo a costituirsi. Omicida e sacrilego. Immondo e molto “nobile”. Oh, appiccaron il fuoco d’intimidazioni, sventrando col piombo i vetri da infrangere e ledendo i civili confini, “recintando” le purezze, circuendole, inondandole di “goliardia” esplosiva d’ormoni un po’ troppo “bollenti”, a prender fiato dopo altre Lune “romanticissime” di bagorda combriccola da (ba)lordissimi. Davvero dei “baronetti”, tutti boriosi a saccheggiarsi a vicenda e a scheggiar le verginità e le “senili dolcezze” per ironizzar di “gaudio” davvero “fertilissimo”. Partorito da aberrazioni per abortire innocenze, a infangarle, deturparle di “turpiloquio” anche fisico, di violenza a “castigare” e creder di fuggire senza macchia, nel vigliacco “addio” dei convenevoli che prima stupraron e arsero di “cenette” assai “illibate”.

Ma i nodi vengon al pettine e anche i nani, ché la verità è corta di bugie, e i criminali non scorazzeran più tanto a zonzo insudiciando l’onore di chi ammonì la loro “superba” congrega di spaventapasseri, così “bravi” a spararle “grosse”. Che “palle”.

Un Uomo, pian pian, “carezzevolmente”… si avvicina nella casina dei malviventi, sta per aprir bocca ma vien subissato d’offese e altre “mortificazioni”.
Accenna a un gesto che gli costerà cara, carissima, la pelle.
Ma lo fa apposta. Per incastrarli.

Perché ricordate le parole dell‘Indio, uno così è meglio ammazzarlo subito anziché trovarselo in posizione orizzontale.
Uno così ti disintegra solo aggrottando la fronte e fissandoti negli occhi si a farti crollare.

Parola del Signore…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

      1. Per qualche dollaro in più (1965)
      2. Gli spietati (1992)
      3. Gran Torino (2008)
      4. La morte corre sul fiume (1955)

 

Genius-Pop

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