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Bomber, recensione


05 Nov

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Talvolta, qualche volta, spesso, soventemente… è necessario fare promemoria della nostra miglior infanzia cinematografica, sommergendoci nel lieto mare cullante emozioni oramai assopitesi nel letargo della dimenticanza, modellando il tempo a risorgimento d’una euforica spensieratezza ritornante in modo miracolante ed eclatante. Recuperando quel gaudio e quella soave, dolce baldanza che fu quasi del tutto oscurata, trucidata, annichilita, soffocata dal cinismo dell’età adulta, barbarica e carnale. Affogandoci nella smemoratezza di noi stessi, dimenticammo per molto tempo, per l’appunto, la lietezza più autentica ed adamantina. Eppur riemergenti lucenti quando, in attimi di esistenziale freschezza, rinfrancati da giornate ancora solari, soprattutto emotivamente, auscultiamo dall’anima le squillanti vibrazioni animose che furono, per l’appunto, affette da tachicardica disaffezione nei riguardi delle nostre più vivaci, accorate pulsioni beatamente sognanti una marmorea, cristallina aurora profumata del nostro navigare nella vita da eterni bambini, risorgiamo nuovamente in gloria. Non da burattini!

Dopo questa doverosa, toccante prefazione, eccoci a Bomber. Uno dei miei must imprescindibili e formativi, con Bud Spencer, il Pedersoli, della mia infanzia ancora intatta.

Poiché, sebbene mi sverginai da tempo immemorabile, malgrado le tante delusioni che io patii e, angosciandomene, soffrii un calvario inimmaginabile in quanto, per l’appunto, bambino illibato e speranzoso, in quel periodo fanciullesco e intriso di puerilità stupenda, non avrei mai predetto tante mie sfighe clamorose, oserei dire inaudite e pazzesche, a dispetto della mia adolescenza forse inesistente poiché, spesso incosciente o inconsciamente, la saltai a piè pari per maturare troppo in fretta pur avendo dato il mio primo bacio dopo aver visto, a vent’anni suonati, L’ultimo bacio di Muccino, ah ah, la mia anima è perfettamente rimasta pura come quella del personaggio incarnato da un attore a me omonimo.

Chi? Stefano Accorsi? Ah ah, no. Bensì Stefano Mingardo, alias Giorgione. Grande campione.

Così come lo fu il suo grintoso, partenopeo, verace allenatore, il mitico Bud nei panni dell’omonimo Bud… Graziano. Da non confondere con Rocky Marciano.

Bomber, capolavoro firmato dal grande Michele Lupo, vero pedagogo che diresse un paio di film vertenti sul forzuto Pedersoli, no, su Maciste, un regista che batté Wolfgang Petersen de La storia infinita grazie al dittico strepitoso Uno sceriffo extraterrestre… poco extra ma molto terrestre e l’irraggiungibile, oserei dire antesignano film anticipatore di Essi vivono di John Carpenter, ovvero il magnifico Chissà perché… capitano tutte a me. Ove il bambino d’Incontri ravvicinati del terzo tipo, vale a dire Gary Guffey, alla pari di me, era già molto avanti, un fenomeno paranormale.

Al che, vide Valeria Cavalli, qui al suo debutto sul grande schermo, e in cuor suo già predisse che sarebbe diventata un suo cavallo… di battaglia post-pubertà.

Poiché Valeria lo educò alla sessualità precoce grazie alle sue magnifiche gambe esibite in molte fiction, lo rizzò, no, l’indirizzò alla beltà del piacere più innocentemente onanistico e sensualmente caloroso grazie al suo fondoschiena scultoreo e mai visto di Le Grand Patron, un lato b dalla perfezione eccitante delle più sconsiderate, qualcosa di turgidamente mastodontico.

In Bomber, Jerry Calà, non ancora sputtanatosi con Sabrina Salerno, allegramente cantò la feliciità è mangiare un panino con dentro un bambino, scimmiottando Al Bano e Romina di parodia bestiale sfottente gli ex coniugi più invidiati del mondo dopo Adriano Celentano e Claudia Mori, questi ultimi ancora felicemente sposati poiché… ci dispiace per gli altri se sono tristi, se sono tristi perché non sanno più cos’è l’amor’!.

Anche se credo che Adriano tradì la mori con Ornella Muti e anche con Fabrizio Moro, no, con Federica Moro di Segni particolari: bellissimo.

Oggi come oggi, come sappiamo, dopo la morte di Yara Gambirasio, no, dopo la scomparsa di Ylenia, il cantante campagnolo natio di Cellino con ambizioni da tenore dei poveri e lontano anni luce da Pavarotti, cioè il Carrisi, e la figlia di Tyrone Power, un figone che mise al mondo una figona, non stanno più assieme. Da tempo immemorabile chiesero e ottennero infatti la sparizione, no, la spartizione dei beni e la separazione consenziente ma molto dolore senziente.

Loredana Lecciso, nel frattempo, ebbe anche una relazione misteriosissima, ancora non del tutto appurata ed oscura, con un pugliese guitto di Alberobello.

Al Bano ne fu informato e s’inalberò, spaccando tutti i trulli e anche ogni bello, no, bullo.

Comunque, Valeria Cavalli, fin dai suoi esordi, fu bellissima. No, scusatemi. Una cotoletta milanese, no, una patonza torinese che indusse e ancora induce molti uomini a combattere e sbracciare, smadonnare per averla.

Sì, mica Adriana di Rocky. Ah ah.

Sì, nella vita non bisogna mai arrendersi e gettare la pugnetta, scusate, la spugnetta.

Così come Bomber, così come Bud ne Lo chiamavano Bulldozer.

Sì, nella vita presi un sacco di batoste e botte.

Ma credo che, alla pari di Sylvester Stallone, qualsiasi Mason Dixon del cazzo farà ancora fatica a buttarmi giù facilmente.

Figuratevi un rospo, no, Rosco Dunn di turno.

D’altronde, nel mio ambiente, li faccio tutti arrosto. Sì, è pieno di polli nel mio quartiere.

Sì, nel mio quartiere, ci sono circa trenta macellerie. Ogni fine settimana, mi piace ordinare più di un pollo allo spiedo.

Sì, lo metto tutto in forno, no, in f… a, no, vi metto tutti in riga.

Sì, ho una faccia da sberla/e.

Se non vi sta bene, non amerete il Bomber, bensì un trench.

Di mio, amo i tramezzini nel cammin’ di mia vita e anche un trancio di pizza. Li gusto, accavallando le gambe con una donna più bella della Cavalli.

Su questa freddura, forse sputata da una tavola calda ripiena di hotdog e patatine fritte nel vostro cervello, al momento vi lascio.

Mandatemi pure a cagare. Sì, fate bene. Da una settimana sono stitico.

Da sempre, invece, sono stupido.

Purtroppo, non crepo.

Per fortuna, non credo che lo sia. Cosa? Stupido? No, io non sono nessuno.

Sì, sono bravissimo a farmi prendere per il culo da tutti.

Tutti però scordano puntualmente un particolare importantissimo.

Sono più bravo di loro a fare le battute e a pugni.

Anche a fare altro. Sì, Joe Biden è oramai il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Di mio, non lecco nessuno ma adoro leccare la Nutella, non solo quella.

 

di Stefano Falotico

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