Archive for August, 2013

Al Pacino con la Chicago Band


08 Aug

Al Pacino sta girando in questi giorni Imagine.

La storia di una ex rock star che scopre una lettera di John Lennon. Sì, proprio il compianto leader dei Beatles. Poco altro si sa della trama, se non qualche accenno da cui possiam dedurre che si tratterà di una storia malinconica a forti tinte emozionali (forse meno della tintura ai capelli di Al, ah ah).

In questa clip ufficiale della Chicago Band, ammiriamo un Pacino alla Rod Stewart, scatenatissimo sul palco. Certamente, parte di questa straordinaria esibizione comparirà in qualche scena del film.

(Stefano Falotico)

Are you Tom Magnolia Cruise, Javier Cristina Barcelona Bardem o solo Woody Allen?


07 Aug

Sono combattuto da un feroce, “maschile” dubbio: non so se sono Tom Cruise di Magnolia, Bardem di Vicky Cristina Barcelona o Woody Allen che se “lo” allena e basta, alienandosi geniale

Non c’è due senza tre, ecco spiegato perché…

Da Tempo… anch’io iscritto al “sociale” Facebook, ove la gente s’accapiglia in citazioni a man bassa, fra una ragazza depressa che vorrebbe farglielo volare ma rimane sull’involtino agro-dolce da frustrato Fabio Volo, tra un video “Postal Market” di culi divini, un fancazzista sbraitante, uno d’alito 4D alla John Waters, ibridi fra un water e un batter le mani da topi di fogna nell’eccitazione di massa putrida-sgallettante per la figa più lercia, ché fa “(s)porca”, un rockettaro spuntato dai 69… su AC/DC molto inacidito, un vecchio ringalluzzito che par Rod Stewart, uno che non “gliela” spunta manco per l’anticamera del cazzo, un cervello nella cameretta, battute da camerate, il “cameo” di Al Pacino in vesti gigione nel presenzialista a derider l’ex Premier Berlusconi, gente felice fra sputtanarsi conclamati in abiti travestiti da cavalle di Troia, un troiano previo Avast, una svestita, un vaso di vetro e i miei occhi su faccia da culo.

Culo “sfondato”.

Sì, al che,vengo (mica tanto, uguale indemoniato d’antiche forze erotiche ritemprate nel delta di Venere, da De Niro adolescente-bobby milk ad allar-g-ar tutte come il Nilo, eccetto Sandra Milo che, rifatta, non s’è ripresa dallo scherzo su Cirooo! Solo alla lacrima sul viso! Che lago!

Meglio delle cremine sulle racchie. Meglio le natiche di fanghi spalmanti, meglio se spalmi di burro su una soda. Fidati.

Non molti lo sanno, ma le donne del mio Passato sì.

Che sanno? Sanno che tanto il mio, osannato, saliva.

Fui un latin lover, poi me lo dormii e si risvegliò “in tiro”, quasi da barbone.

Molti non credettero alla mia storia, mi diedero della scrofa e mi scuoiarono.

Oltre al danno senza danari, anche la beffa di chi pigliò uccel personale e personali sotto i baffi da giochetti infantili e anali.

Sì, attenti allo sparviero, Egli è come i proci, un po’ vuole Elena e poi allenta la tua tensione. Sarà mica un frocio?

A giudicar dalla minchia, ne avrà di amari. Meglio Ulisse, uno che oh oh issa al motto marino.

Mah, ai finocchi preferisco lo zenzero su zazzera da zuccone.

Ad Halloween una vuota d’arrossire.

Al Diavolo l’Angelo. Almeno, si spaccia per buono e le bone gli saltan addosso per mangiarselo col torroncino, assatanate per “dolci” con tanto di “salate”. Coccolano e van le gnocche!

Che sgranocchianti balocchi.

Occhio a quella strabica. Ti avvistò, ti avvisò, era più in gamba delle vacche.
Basta con le anoressiche da insalata. Sono donne, e la so…, da salame!

Vedo del lardo in quella gatta che ci mette lo “zampone”.

E di zampogna soffio… al Cuore.

Con barba da Babbo Natale, tutte rinascono. Anche le streghe.

Questa è l’epifania, il “puffo” mio da Gargamella che tutte fa volar nel blu dipinto di blu.

Sapor crema e nocciola, gelato e tendente allo sciolto, previo diarrea se la Notte è in bianco, poco fondente di “cioccolato” ma montante di fegato senza panna neanche in frigorifero. Oh, almeno un piatto di tagliatelle alla boscaiola con prosciutto fino ci voleva. Quella sua maglietta fina/e. Mah, meglio i tortellini della Fini.

Insomma, i panni sporchi sono i tuoi. Agli spaghetti di Lino Banfi, ho sempre mangiato meglio i cornetti. Stanno nel freezer, attento al cono. Duro, spacca. Leccante.
All’epoca, alle medie, ero già un “sacerdote” e mi stavan sotto anche le professoresse delle superiori. Le mie coetanee eran tutte lì ad attorniarmelo, io già prediligevo il lessico al gel. La mia “lacca” all’h di Deborah.

Ora, il mio compagno di banco era un onanista e patito di Storia, ghigliottine e moti rivoluzionari alla francese/ina. Insomma, un Pipino il Breve.

Altro che Re Sole.

Vidi la Notte profonda nel cielo in una stanza. Altro che Piccolo Principe. Più che Robespierre uno da poche PR. Asociale di “pubica” relazione coi ragni.
Già molto grande il glande non godette la glassa ma sognavo le galassie. Molto Stardust Memories.

Malinconia pura da Manhattan mentre gli altri le sculacciavan di morte mani. Che ratti. Che fetenti!

Che aitante mio poco “additandola” di toccar ove il punto G fa chicchirichì di limonata al gallo cedrone.

Limoncè, amaro da vero sicuro di sé. “Uguale” al siculo padrino. Guidavo infatti la Pandina. Specie protetta dal WWF, acronimo di “Vaffancul fuck you, sfigato!”, pronunciato da quelle che molto “rispettavano” la mia “guardia forestale”.

A parte i limoni, una delle mie seghe migliori fu su Malèna, la Monica Bellucci di più buoni meloni. Spremuta all’arancia “meccanica”. Il pelo nascondeva Monica ma montava nel mio ripostiglio.

Con tanto di palermitani a urlare di sticchi e a farmelo mentre lo facevo da me. In quella s-cena, il manico parte “in quinta”, ingrana subito la marc(i)a a “tamponamento” indietro. Se eccedi, ti sbatton in manicomio di chimica castrazione.

Altro che oroscopi e astri, solo cul(ett)i a striscio.

Lì, incontri Corleone. Non Riccardo e neanche Marlon Brando. Il tuo ultimo tango sì, però. Più che Parigi, le torri Eiffel dei negri a pera dello sbucciarti.

Esci dal fresco-caldissimo e sei più elefante e sfatto. Che “burro”.

Svettante tanto che non vedi neanche le torri di Bologna, se abiti in via Ugo Bassi.
Eh, per forza. Chi può vedere le torri se sei crollato nei loro perpendicolari a tua oscillante Garisenda?

Evviva Garibaldi!

Quello univa senza secessionismi nazisti.

Fatto sta che il fallo dove stava? Dove cazzo era? Non si vedeva. Eppur ci fu… la prima volta.

Un grande (suc)cesso. “Fallimentare?”.

No, troppo “tardiva”.

Non nel senso che mi sverginai oltre la “sogliola” consentita, ma lei si stufò che per tre quarti di (p)or-coccodè la stantuffassi senza “addivenir” allo stufato.

E andò a mirar i gabbiani su uno scoglio e un risotto amaro a la mer. Mi lasciò solo, già (s)venuta un paio di volte, con l’alambicco ancor briccone. “Brindai” di spumante mentre lei uscì dalla macchina, appunto, per un sex machine molto “Sto per i cazzi miei, fatti (i) tuoi (come stanno?), ti ho già fallato, con calma Falò”.

Tornando al teorema del non c’è due senza tre, eccoci al dunque.

Guardo fra le foto facebookiane di Deborah Lo P., mia amica di quei tempi “belli”. Pare che sia ancora amica di Sara G.. Al che, scopro che entrambe sono impegnate ma non le scoperò amichevolmente. Non le impregnerò.

Nonostante tanta in due, ci provo lo stesso per un triangolo nel quintetto. Le tette valgono i due da render cornuti.

– Siete solo amiche ancora o il terzo (in)comodo potrebbe tornar dilettevole?
– Accomodati, ti offriamo da bere…

Ce la vogliamo dire?

Non me l’hanno data!

Però la bionda era birra da Fassbinder. Su questa trombata vi lascio. Miei scemi da ovetti Kinder, a Nicole Kidman ho sempre rispettato il mio cazzo!

Andate ove sapete.

No, aspettate. Non ho finito.

Al che, contatto via chat Deborah (chat, Deborah, ehi chi è là?, due fiorini, uno ché son dei bon bon-bocconcini di ton-ne spalmabili), e Lei mi provoca.

– Davvero Deborah, dai tempi delle medie, ancora bazzichi con Sara G.?

– Certo. Te lo ripeto. La cosa bella è che parliamo spesso di te.

– Come, prego? Credo che le mie orecchie abbian udito male. Ripeti, please.

– Parliamo spesso di te, Stefano.

– E di cosa? Di quei tempi?

– No, Ste dovresti sapere dove abita Sara.

– Lo so benissimo, infatti. Nel palazzo di fronte al mio.

– Lei ogni giorno ti ha visto anche quando, durante le tue depressioni adolescenziali, ti sei reso quasi invisibile al Mondo.

– Non dirmi che…

– Già. Dove affaccia la sua finestra?

– Quasi ad altezza del mio balcone dirimpetto. Cazzo.

– Lei ti ha sempre visto, ricordatelo.

– E che ha visto? La faccia affacciata?

Oltre non poteva vedere ma solo immaginare quel che, sotto sotto, si nascondeva.

– Invece ha visto pure quello.

– Ciò è impossibile.

– Ora, il tuo appartamento è provvisto di due balconi.

– E con questo a che vorresti arrivare? A cosa, a quale coscia? Al balconcino doppio di capezzoli?

– Ove è posizionato il rimanente balcone se del primo abbiamo già intravisto?

– Il restante è quello della mia stanza.

– Tu spegnevi le luci quando ti masturbavi di Notte?

– Tiro sempre giù le tapparelle.

– Si vede che tirava lo stesso. E st(r)appava visibilmente. La finestra strategica di Sara è posizionata sghemba fra il primo balcone e, di sottecchi, anche sul secondo.

– Sai che siete delle stronze? Questo lo sapete?

– Lo sappiamo. Ma mi devi dire la verità, Stefano. Non mentire come tuo solito da bugiardino pinocchiesco.

Tu sai molto bene che Sara poteva spiare il tuo pene.

– Lo so. Sono un giocherellone. Mi piacciono le guardone ma fingo di non essere guardato. Questo fa figo eh?

– Allora, scopiamo?

– Non scopiamo proprio un cazzo.  Sono uno scoppiato! Il cazzo è mio e lo gestisco a… voyeur altrui.

Senza offrir molto.

– Ma non godi per niente.

– Mah, secondo me sì. Sara lo sa.

– E che sa?

– Che quando mi guarda qualcosa sale.

– Il caldo?

– … No, l’ascensore che contiene il fidanzato sospettoso tipo Tiberio Murgia de I soliti ignoti (non sospetti con Spacey) versione incestuosa. Invero, è la sorella più grande che vuole controllarla anche ora che è sessualmente adult(er)a.
Sara, quando mi fissa, prova a contenersi ma non sa raccontarla. Fa acqua da tutte le parti.

– Lo squirt?

– No, lo squash delle mie palle a suo splash.

La sirena del mio Tom Hanks, cara Deborah alla Daryl Hannah.

Ah ah. Comunque, sono James Spader di Crash. Ma a quella Kara Unger piace di più quella di Highlander.

Il Sesso di Cronenberg è carne perversa, quel Lambert invece è un figlio di puttana come pochi altri. Sembra strabico eppur la vede lunga. Ciao. Di mio ti vedo male. Presto, te lo faccio.

Un posteriore firmato Stefano Falotico.

 

(Stefano Falotico)

 

  1. 007 Skyfall (2012)
  2. Non è un paese per vecchi (2007)
  3. Highlander 3 (1994)
  4. Crash (1996)
  5. Ritorno al futuro (1985)
  6. Radio Days (1987)
  7. Prendi i soldi e scappa (1969)
    Poi però ci vuole la scopata, se no i soldi dove vanno?
    Nel sacco a pelo?

De Niro, Streep, “The Good House”


06 Aug
Meryl Streep and Robert De Niro (Photo by Tom Kingston/WireImage)

Meryl Streep and Robert De Niro (Photo by Tom Kingston/WireImage)

Due degli attori più amati della loro generazione, e non solo, forse i più grandi di sempre (qui lo dichiaro e non lo nego), torneranno a lavorare assieme, stando all’articolo di “Deadline.

Dopo essersi già incontrati in altri tre film, Il cacciatoreInnamorarsi Marvin’s Room, De Niro e la Streep reciteranno nell’adattamento di “The Good House”, tratto dal bestseller omonimo Amy Leary.

Da quanto apprendiamo, il film non ha ancora un regista ma viene rivelato già invece il nome dello sceneggiatore, il premio Pulitzer Michael Cunningham, autore de “Le ore”, di cui proprio la Streep è stata una delle celebri e lodate protagoniste della famosa trasposizione cinematografica. Anche se a portarsi a casa in quel caso (eh eh) l’Oscar come Miglior Attrice fu Nicole Kidman.

Il film ricalcherà abbastanza fedelmente la “traccia” del romanzo, raccontando la storia della fin ad allora realizzata Hildy Gold (Meryl Streep), spigliata agente immobiliare del New England, una donna con alle spalle problemi di alcolismo, la cui vita “riequilibrata” comincerà di nuovo a vacillare quando una sua vecchia amica, Rebecca, tornerà a farsi “viva”.

Per provare a districare la matassa, allora Hildy andrà a ripescare un suo amore del Passato, Frank Getchell (De Niro). Un uomo forte, sicuro di sé che risolverà i suoi problemi?

Chissà.

Staremo a vedere.

FilmNation Entertainment has acquired from Jane Rosenthal the rights to the bestselling Ann Leary novel The Good House. They’re reuniting one of the great screen couples, Meryl Streep and Robert De Niro, and Michael Cunningham, Pulitzer Prize-winning author of The Hours(Streep starred in the movie) is set to adapt the book.

The novel is darkly comic, and told through the eyes of Hildy Good (Streep), a New England realtor and not-so-recovering alcoholic whose perfectly compartmentalized life starts to come apart at the seams when she forms a new friendship with Rebecca McCallister. As Rebecca becomes the subject of town gossip, Hildy rekindles an old flame with Frank Getchell (De Niro), a tell it like it is Yankee, who tries to un-complicate her complicated life. Streep and De Niro starred together previously in 1978′s The Deer Hunter, 1984′s Falling In Loveand 1996′s Marvin’s Room.

De Niro’s Tribeca Productions partner Rosenthal will produce with FilmNation’s Aaron Ryder and Karen Lunder. Tribeca veep Berry Welsh will be exec producer and FilmNation partner Steve Samuels helped bring the project together through a relationship with the author.

Said Rosenthal: “Ann Leary has an intoxicating voice and created a truly original character in Hildy Good. When I read the book, I was only sorry it ended – but so thrilled that we’ll be able to bring it to the screen with Meryl Streep as the irresistible Hildy. It’s the perfect project to work on with Michael Cunningham and we are excited to be doing this in partnership with FilmNation, as they were equally passionate about Ann’s characters.”

Streep, De Niro and Cunningham are repped by CAA. Leary is repped by Sylvie Rabineau. CAA will broker a domestic rights deal.

This is the latest indication of FilmNation’s diversification from sales company to a buyer spending money on development and production. Recent home grown productions include the Jeff Nichols-directed Mud, which premiered at Cannes. Upcoming projects include The Rules of Inheritance with Jennifer Lawrence.

 

 

 

Le recensioni del corsaro


06 Aug

COMPRARE!

Stefano Falotico ha pubblicato “Le recensioni del corsaro”, per un’umanità più immaginativa e a mia “Imagine” di Lennon nel PacinoIl video, che più sotto troverete, esemplificante è una figata di raro gusto. Sol(e) chi, non nell’anima vetusto, potrà arruffarsi nell’ennesimo delirio falotichesco, un Falotico ruspante, gaudente e che perfin balla, fra un nero che sfuma e un “bianco” che si sfama da Notte “lupa”.Sì, fratelli della congrega, qui riuniti in religioso silenzio e a miei inchini, son Uomo che mille ne pensa e moltiplica il pensiero per un progresso.
Il Genius, avveniristico, avvenente più d’ogni Venere mascolina, d’ambiguo è oggi femmina, domani fiammeggiante, ieri antropomorfo e nel Futuro deformante a vostri (di)letti allietanti. Ah ah. Aggiungi un posto a tavola! Alleluja!
Nuota con vigorosa “ipocondria” fra sbalzi umorali da spaventar anche il suo “sonnifero” più pigro a recinzioni d’un castigo che si perpetra da sé con gli eccitanti. Ah ah!
Allattato dal seno della vita, di Cinema aspirò ogni “ombra”, di luci d’illumina, spaziale è già personalità. Per frontal bifronte, miei “unti” dall’unica mano che tocca le corde dell’anima da voi stessi sfondata. Ah ah!
Non bestializzatevi, vi conosco. Corteggiate le donne da “montati”, ma son qui io colui che non (s)monti, ché cavalco il mare per il Sinai. Asini. Ah ah!
Monte saggio, a mio comandamento non solipsistico dei dogmi biblici, ideologici e fanatici.
Io spartisco le acque e anche le fette di torta, diluendole nel purpureo candor a sapore oceanico.
Dall’Oceania alla Mesopotamia salto con far da canguro, non ingravido di “marsupiale” eppur di soppiatto un altro libro piazzo. E non mi vendo in piazza. Ah ah!
Mentre voi ve le spupazzate sopra e dietro, io mi spelai, mai bruciato son lindo e non laido, son lì dietro di te e spio, son là nella l(i)ana in queste giungle soffocanti. Districandomi e c’è talvolta l’orticaria. Ah ah!
Alitante la brezza dei tempi stoici, rimembro la Preistoria a Rinascimento dei tempi, costruisco grechi templi e di tempie scardino ogni ottuso basamento. In quanto nuovo Michelangelo e di mente, miei dementi senza dipinto della mia faccia da “paint”. Ah ah.
Entropico, genero caos pedissequo, mi perseguiteranno ma nell’ano ecco il mio “ricevimento”.

Acquistate questo libro, donatevene tutti. Sfoglierete i vostri cuori impietriti, fra un Bryan Adams di colonna sonora, un Kubrick di glorie, un fisher king con Williams e il mio “Lebowski” da Jeff Bridges.
Sì, che mareggiata. I fiumi esondano, il di Brooklyn ponte addento da Godzilla, io pontifico fra un cavalcar e il valicare. Fra divaricate e ora però non di troppo complimenti allargatevi.
Altrimenti, mi monterò la testa. E poi la coda patirà il reflusso gastrico. Detto anche vortice della mia forza, con evacuazione da tutte le circuizioni.
Aiuto, il leone è scappato dal circo! Sono io, ma tu sei la giraffa?
Ah no? Allora, sei la tigre. E che facciamo? Ce la mangiamo? Ah ah!

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Totò o Al Pacino?


05 Aug

I film che attendo di più dopo questa stagione “traballante”, in memoria di quella trascorsa del 2012, ben più feconda, fruttifera, oserei dire florida

Sì, appoggio il moderatore che, in quanto a gestir oculatamente le “relazioni” anomale fra utenti di questo sito, prim’ancor di schermaglie “pericolose” nell’alimentarsi da “fuochi fatui”, da falò bruciacchiati, “occlude” la mia ultima play, da paciere salomonico. Esperanto. Diamo speranza!
Credo sia giusto così. Inutile, dispendioso quanto sperperante è attizzar i tizzoni nell’arderci in quanto invero qui tutti amici.
Alcuni talora irrispettosi, altri permalosi, altri a facilmente indispettirsi, io sopra le parti, non so se sotto una Donna amante o un gioco pesante a schiacciarmele.

Bene, pulizia è stata fatta, e mi par doveroso rivolgerci or alla Settima Arte, ché di stil mio dantesco son aulico ivi a descriver voi quel che s’anticipa scottante.

Ora, li troverete poi doviziosamente citati. A corrisponderli di elenco “indovinello”.

Vi propongo e già faccio assaggiar film che si preannuncian gustosi. Tre, non più di tre. Perché non c’è due senza un’altra che mette pepe.
Partiamo col primo. Commedia “assurda” che del grottesco si divertirà di citazioni nello scontro-nuovo-rancoroso fra Rocky e Jake LaMotta.
A brevissimo, il trailer della Warner sarà sfornato, già sul “Tubo” qualcheduno non ha rispettato la “licenza” e l’ha reso disponibile, sebbene “piratato”.
Scovatelo e ciucciatelo. Questo De Niro bolso, però smagrito fisicamente, tirato e senza doppio mento ma di buoni pettorali, questo Stallone asciutto, che recita benino, al di là delle peggiori aspettative mi par una stronzata colossale.
Epico-“ridicolo” ring fra due ex campioni di razza.
Quando a Hollywood venne in mente di scriver sol certa roba, la genialata è davvero così servita.
Spiattellata di colpo da incassi fenomenali. De Niro compirà 70 anni il 17 Agosto. L’anniversario è alle porte.
I miti entran nella leggenda, spassandosela da matti nel prendersi in giro. Dandosele. Han fatto epoca, allora buttiamola in botte.

Il secondo lo vedremo a Venezia, è il teorema versione Gilliam di Pasolini?
No, un Einstein eremita che ha il volto “in utero” di Christoph Waltz, planante nella sua 2001 senza Tempo.
A forza d’usar solo le tempie, solissimo s’isolò ma capì tutto oppure è un russo?
Sì, a forza di russar da matematici nel voler rivoluzionare il Mondo, fuori la gente tromba ed è tutta una “relatività”.
Massa per accelerazione di gravità uguale un capolavoro sesquipedale o una boiata pazzesca da prender a pedate?
Riceverà applausi in Sala Grande? E Barbera andrà con Daria Bignardi come da una vita spera?
Mah. A ogni intellettuale il suo microcosmo. A ogni Daria i suoi diari di bordo. Da cui il detto: “Figa di legno depressa fa rima con fessa”. Alberto, lasciala a suo marito. Meglio i debiti della Biennale che una da delusioni anali. Fidati.
Di mio, preferisco Star Trek, le mie orecchie pretendo a “sventole” migliori delle accavallate da intellettualotte.
Esigo lo scoscio in presa diretta, per interviste barbariche fai da me nel viaggio mentale.
Onanista oppur interplanetario d’occhi fuor dalle orbite?
Non lo so ma, quando non ho sonno, noleggio il “cavo”.
Il terzo è Pacino alla ricerca di Lennon. Questa un’anticipazione. A volte, Al sembra figo sul palc’, altre scimunito a cantar fuori sincrono, imbarazzato, imbranatissimo e mal’.
Speriamo che gli vada bene.
Da quel che vedo, altra chiavica. Al che cazzo fai? Balli da Re Riccardo? Meglio Shakespeare di questo sospirar da concerti.
Abbi fede. D’altronde, la catenona a camicia aperta un po’ tamarra fa.
L’età è però quel ch’è, e non gliela poi fa’.
Anche la tua giovane fidanzata, Lucila Sola, lo sa.
Ma Totò sembri “marionetta” poiché il Principe sapeva che a Losanna lo sanno…

Sì, Totò era come me. Forse il più grande. Aveva capito tutto appena puberale e, da allora, vi piglia(va) sonoramente per il culo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. All’ultimo pugno (2013)
  2. The Zero Theorem (2013)
  3. Phil Spector (2013)
    Invero, parlavo di Imagine. Ma meglio David Mamet di Lennon.
    Meglio mammata di sorrata. Meglio le sogliole delle zoccole “al limone”. Già.
  4. Totò a colori (1952)
    E ricordate: la trombetta si mette in bocca.
  5. Totò, Peppino e la… malafemmina (1956)
    Si deve prendere la Laura. Sì, meglio studiare di (l)auree su tutte da lodare, piuttosto che diventar un babbeo laureato.
    Da me solo la testa al solito posto, cioè sul collo!
  6. Warrior (2011)
    Questo spacca, anche se uscito un anno prima.
    Tutto un ano!

Playlist cattiva


04 Aug

La playlist più stronza della Storia, non solo di FilmTv.it, tre utenti che se ne “sbattono” ma sarebbero da “internare”

Partiamo subito col dire che non è offensiva ma onestà morale di un Uomo al di sopra d’ogni legge storica e mai tale, come me, sarà concepito: fresco, schizzante, sul matto andante, fottuto dalla nascita in quanto di un altro Pianeta, detentore dell’unica sfiga che rende il sapiente un “deficiente”: il genio assoluto in un’umanità di frivolezze e prese con la scossa.

Amai ma non voglio più amare, meglio farsi i cazzi propri. Altrimenti, solo divorzi da pagare e litigi da sfatare. Alle fate preferisco Falotico, al Sesso a due l’onanismo che mente di “naso”.
Invero, è grosso ma cresce più di te “cresciuto”. In quanto grande, non fui capito, in quanto il capo decise di accalappiarmi per il suo cappone.
Me ne fotto tante ma son fatti miei. Se lor poi son delle fatte, mi han già (stra)fatto. Quindi, si “bucassero” con un drogato, di mio prediligo il “cappio”.

Dato che son state infrante le regole della comune convivenza della “comunità” dal “playboymaso, utente di cui dileggeremo più avanti le esecrabili, “trionfanti” conquiste (sicuramente femminili ma non so di quale “specie”), in pompa magna, io che non magno nulla eppur Alessandro grandissimo, qui mi permetto il lusso, con tanto di lussazioni alle spallucce e “Mi fate venir’ du’ palle”, di sbertucciare gli utenti che dovrete indovinare.
Solo un’indicazione, il primo della classifica è stato già citato, anche se Cita, la scimmia di Tarzan, ha più sex appeal delle sue amanti, che “intravedo” leccanti ma poco adoranti la sua banana.

1) M che sta per? Esemplare di frustrato latente, adora farsi allattare dal gentil sesso, più forte di lui a dargli “manforti”. Filibustiere della Cornovaglia “romantica” in quel dell’Italietta “spadaccina” del famoci du’ spaghi, fenomeno dello sfottò allineato al gusto fetido di massa (nomen quasi omen d’ominidi), par che arranchi nell’arte d’arrangiarsi, fra un pigliamola a novanta e vettovaglie con bavetta alla bocca.
Metodico fanatico dell’onanismo, stacanovista di tal “piacere” solitario, sfila le conigliette dal suo cilindro ma spesso non esce neanche bianco, in quanto raggrumato d’asso senz’ass re(g)ale e quindi castrato di fegato logorato, non “produttivo” di scrotal sacca ma in “saccoccia” e il pelo del sacco per una vita, tutto sommato, da Mulino e “parapiglie”. A tutt’oggi, mezzo disoccupato con tanti cazzi per la testa a carico e poche fighe a caricarlo. Solo a sfogarlo.
Una Escort non può aiutarlo. Nonostante le molte “pagate”, non riesce il Cuor a “sollevar” per colpa delle multe.
Eh sì, se ne paghi tante, c’è il p(r)ezzo da pagare. Sono io, di merda, che ti abbatto e (non) cago.
Hai pisciato fuori dal vaso, mio m…

2) Inside Man di Spike Lee porta il suo nick, si dichiara cinefilo ma invero è cagnolino sempre rabbioso e dunque “in calore” per incagnite zizzanie.
Egli cerca uno spazio in tal Mondo infausto, paraculando di qua e di là fra poche botte e molte inculate.
Contatta tutti in cerca di amicizie che possan allargar il giro. Ma, fra un giretto a Matera e uno di vacanze romane, sol che sassi prende in testone.
Vagando nel “riempitivo” a surrogati virtuali in quanto solaris è nel vuoto mental deprimente e poco a premer in mezzo per (com)baciarle.
Questione di feeling. Lui “la” vede così…

3) Donna repressa fa rima con mezza calzetta? No, assonanza da semi-assonnata sognatrice con la strega Oriana Fallaci.
Insomma, donna di pochi “falli” ma fallace in quanto acciuga e magra come le alici, astiosa come l’accidia, cioè ecco a voi Tina Pica.
Da me, solo che pigne e un bignè in faccia.

Morale delle contese, delle faide, delle faine e delle fav(ol)e:

molti pensarono che il Principe qui sottoscritto, una volta riaffaciatosi alla “dura realtà”, sarebbe stato trasformato in un maiale come da tradizione millenaria dei porcili di fig(li)o in fighette.
Invece, mentre la gentaglia deride, io a Settembre uscirò con un altro libro capolavoro, in quanto adesso perfin elevato a Re, oltre Stephen King, eh eh.
Questi qua, invece, han perso i “colpi” non solo in figa m’anche della biro della lista della “spesa”. A quanto ammonta il lor danno da “montoni?”.
Li smontiamo subito. Offrite lor della birra sporca, son da osterie!

“Sentite” condoglianze, lo “sbronzo” per antonomasia.

 

 

Al Pacino filming “Imagine” on stage


04 Aug

Il video lo vedrete nel film. Ah ah, è stato tolto.

Meglio la Gioconda, il giochetto o Vahina Giocante? Grande!


04 Aug

VahinaGiocante-BlindnessPremiere_Vettri.Net-01

Musée du Louvre? Meglio a muso duro del ludro senza la Gioconda: quattro film ove il dipinto si vendica di “pennello”

In questa società di buonisti falsi e fascisti, c’è bisogno di rispolverare le armi con del sano Cinema di vendetta: V per Vendetta? No, tre, come la Trinità?
Facciamoli in quattro quei quattr’occhi. L’ultimo si chiama Tong Po, è più stronzo, ma la mia giravolta non è solo vendetta ma Van Damme, da cui il detto “Vattelo a pigliar’ inter… cul’, ecco lo scalpo di calci”.

Vendetta fatale che prima o poi, dopo tanto “suonato” ma riscoccato, paura tremar fa.
Rannicchiati, inviperiti, temono oh sì il “signorino” che a tal signoria sarà principesco.
Come nelle storie dei film indimenticabili, alcuni sottovalutati ché mai dar del “nano” a uno più avanti, ingigantito potrebbe lì punirti anche da folli onanismi tuoi mentali.
Oh mio demente, guarda un po’ che scoppi sorprendenti. Volesti sorprendermi alle (s)palle, come dico io, accoppiare a questa visione lercia e immonda del Mondo.
Invece, son cagnone ché incagnisti sol per accanirlo. Che manipolazione. E la mandibola, di stessa carne lacerata, fremerà per dissanguarti in macelleria.
Oh, uccelin dove pensi di vol(t)are?

4 film che fanno al “caso” nostro. Ove cascò l’asino che volle combinar un casino alla vita altrui, invece accoppato verrà assai presto “sculacciato”.
Eufemismo per dir che, “ardendo”, a testa in giù penzolerà sgolato. Forse, decollandolo o in bocca ingoiato?

Ahi ahia, che brutta storia, che “scottatura”. Di catture fosti, mio impostore, rapitore d’ostaggi da tener “buoni”, ma guarda che boia!

Sbudellato come un bue, qual sei, e spennato da quaglia, mio canterin malandrino e maialone “in tiro”.

Non c’era il complotto? Invece sì. Architettato dal “bell’uomo” Huston Danny, faccia da schiaffi, appunto.
Punito come si deve. Persecuzione, inseguimento, le bugie t’inseguono e non mi “rassegni” neanche con un assegno.
Ecco la freccetta lampeggiante del gioco al “bersaglio facile”. Aggancia le cinture di sicurezza, beccati il gancio a spappolarti la boccuccia, zitto e a cuccia.
Non provar ad aprir bocca, anche perché è sbocciata tutta la verità. Ebetuccio!
Che scoppio! Che omicidio vigliacco!
Ma il padre prima si duole, poi non corrotto ti rompe, pezzente.
Sei un pezzo di merdaccia, ecco la “ricompensa”. Son pesante? Mai quanto il tuo alito!
Anche or che spiri, tu cattivo spione, annuso il tuo fegato sporchissimo!

Quest’avvocato non rispetta il codice penale e gli emendamenti. Raggira la legge a privilegi suoi.
Indifendibile eppur da difendere. Non si nasconde “dietro un dito” l’hide and seek?! Zac, tu chiudi e io ti apro.
Altrimenti, si finisce insaccati, avvocato che fai le vacanze in villa. Guarda che lupo col sacco a pelo!
Spunta di Notte con le scarpe tutte rotte, la tua caccia alle streghe non gli ha dato tregua, allor sarai (s)tremato.
Finirà il “cattivo” affogato, ma meglio un “topo di fogna” dei legulei fetenti.
Ops, occhio al fendente. Ferin è “al dente”. Fra tua moglie bollentissima di Babele e lingua a tua Juliette di turbamenti già precoci nell’ardimento.
Ah, s’inaridirà anche il frutto acerbo, la volpe e l’uva… passa, la fragolina ama già il boschetto della licantropia.
Che Tropico del Cancro, che verginella per il toro giammai affranto. Basta coi parti di figlia unica.
Vogliamo i nostri “gemelli”. Gemi, puttana! “Ingravida” al Max. Lo vuoi “candido”, Cady o coi canditi?
Meglio i canini, mordicchian le tettine e abbrancan il branco. Un Uomo “al minimo?”. No, Max, poco Conte ma da pareggiar i conti.
Grande Cinema di Scorsese, molto “scortese” coi “signori”.

Sono cazzi sceriffo! Il suo caffè è amaro. Ficchiamo dello zucchero e “spariamocelo”.
Secca, senza fronzoli, sintetico, di cuoio e faccia da schiaffi, pugni da orbi. Che sgarbo! Ecco il sigaro da Leone! Arrugginito forse, attento però quand’affonderò, estraendo dalla fondina per fonder il piombo in tuo pancino.
Che casino!
Il son of a bitch spacca la schiena. Violenta le donne e non ha rispetto neanche della sua capigliatura.
Al che Van lo manda a fanculo nel Jean-Claude!
Trama reinventata: da piccolo, leggevo il “Guerin Sportivo”, da spartano m’educarono all’eleganza ellenica, infatti m’innamorai di una tal Tiziana, una mezza impietrita da colonne greche al posto dell’atletico scosciare, accavallai le gambe e m’assonnai.
Al che, m’invaghi de I guerrieri della notte, ma fui svegliato da urlatori che mi calciarono con offese “falcianti”. Gridandomi addosso “Siamo dei furfanti, mentre tu sei in dormiveglia, noi ci droghiam di canne e bombiamo le ragazzine col cannolo!”. Dicesi sveltine. I campioni di razza si vedono alla lunga distanza, cfr. non è da un apparente cazzone che vedi quanto dura di erezione”.

Un idiota volle paralizzarmi, anzi spezzarmi le gambe con violenze psicologiche infamanti, nell’addur suo “geniale” di rovinarmi anche quello in mezzo alle gambe.
Roba da pazzi, insomma. Da promessa del Calcio a botte in culo per sculacciarmi Sì, scherniva il babbeo, appoggiato perfin dal babbuin del babbo e della madre fattucchiera scimmiesca e scema, ché assieme escogitavan mosse “marziali” per rendermi di marzapane senza pene.
Urlarono: “Devi penare, non far il dormiglion pensatore!”.

Al che, furono travolti dall’onda d’urto. Eh sì, roba da urlo.
Compresa la sua faccia da cretino, assai presto frantumata su “Adesso, hai rotto, ecco la di Van Damme spaccata”.

Creperà d’invidia o è già crepato, “scremato” nelle mutandine? Voi che dite? Ne prenderà? Ma tante…

E ricordate: la vendetta è meglio di Antonello Venditti. Quella famiglia di ven(d)uti e mentecatti da me solo che cazzi.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuori controllo (2010)
  2. Gli spietati (1992)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Kickboxer – Il nuovo guerriero (1989)

Al Pacino from “Imagine”


01 Aug

“Cose nostre – Malavita”, Poster italiano


01 Aug

Cose nostre fronte neutro Una traduzione come Cosa Nostra comanda. Aria di casa Manzoni, non Alessandro.

Genius-Pop

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