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La morte di Frank Vincent m’induce a considerazioni addirittura sulla vita e la società


14 Sep

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Frank Vincent è morto. Ebbene, la sua prima parte davvero importante l’ebbe nel capolavoro indiscusso di Scorsese, Raging Bull, di cui estraggo un pezzo critico dalla recensione del dizionario Morandini…

è un violento film sulla violenza, in cui la boxe è un supporto per il ritratto di un uomo eccezionale sul ring, ma esemplare, nella sua normalità, in privato come prodotto avvelenato di una cultura, di un ambiente, di una società. Di questo mondo, fondato sulla violenza, Scorsese suggerisce la dimensione sociale di sfruttamento, mostrandone il funzionamento con acuta finezza.

Ma, come non ricordarlo in uno dei momenti più memorabili di Quei bravi ragazzi, quando provoca Pesci, rammemorandogli il suo umilissimo passato da “lustrascarpe?”.

Ebbene, Frank Vincent verrà ricordato, credo, soprattutto per quest’ultima parte. Da mafioso turbolento, dai tratti fisiognomici particolarissimi e una faccia da caratterista immenso, un volto che una volta codificato dal cervello non scordi più. E, proprio in “virtù” della sua immediata riconoscibilità, di questo ruolo, e riagganciandomi a Toro scatenato, mi sovviene questo pensiero… Si può sintetizzare una carriera e anche una vita in un “character?”. I cinefili forse non faranno così, ma gli spettatori pigri e superficiali certamente sì. Frank Vincent, “iconografia” dell’italoamericano criminale, anche se lui italoamericano non lo era, perché nato in Massachusetts. Ma in fondo, proprio per la sua tipicità fisica, indubbiamente, lo è, almeno per come è stato sfruttato dal Cinema. Pettinatura sempre “rigida” da siculo, viso meridionale, comportamenti da uomo di Little Italy. Guascone, burlone, cazzone, insomma il ritratto di molta Italia “bassa” ancora di oggi. Guardandolo nelle sue movenze, avevi l’impressione che fosse speculare al Jake LaMotta di Scorsese, un uomo “martirizzato” proprio dal suo DNA, schiacciato da una cultura italica della peggior specie e che, sicuramente, la domenica la passava con la FAMIGLIA a mangiare polpette “au sug’” o polpettone con le patate, scherzando con aneddoti “piccanti” e sguaiati sul tempo che passa.

Ecco, siamo tutti dei Frank Vincent. Fin da piccoli, sin dai primi vagiti, veniamo “schedati” dagli occhi degli altri che, piuttosto che esplorare le nostre profondità, quasi sempre si limitano a etichettarci per il nostro ruolo sociale nella vita. E ci soffocano in una dimensione da caratteristi. Molta gente fa così, la più stupida, quella che pensa che la vita sia appunto un reparto del supermarket, e che gli individui siano merce su cui affibbiare un prezzo, un “valore” figlio soltanto dell’apparenza più spicciola.

Frank Vincent, insomma, è per voi solo lo scagnozzo stronzo, che viene pestato a sangue, dei Goodfellas, un bravo guaglione…

Per alcuni, il sottoscritto, è solo un vaneggiante uomo con tanti grilli nella testa, abbastanza “minuscolo” nella realtà di tutti i santi, non sempre sani, giorni. Per altri solo uno scrittore gigantesco. Dipende dai punti di (s)vista. Da come si viene collocati dagli occhi che guardano…

 

di Stefano Falotico

Robert De Niro salutes FDNY


30 Jan

‘Goodfellas’ Cast Reunites 25 Years Later | TODAY


29 Apr

Quel bravo ragazzo, che mi ricordi, era un fan di Ray Liotta e andava sempre a mignotte sotto Bracc(i)o, così come Il padrino


28 Apr

69TH VENICE FILM FESTIVAL PHOTOCALL FILM " THE ICEMAN " VENICE ITALY

 

Sì, festeggiarono i 25 anni di Goodfellas, e Liotta da padrone la fece.
Liotta piaceva sempre a un malfattore, era ed è il suo attore preferito, non ho mai capito tale affiliazione a tal pseudo-attore con le gote bolse e butterate. Insomma, uno dalla carriera andata molto a puttane, che non ne ha più azzeccata una.
Il tizio, invece, ancora le prende per il culo, ci sa fare, infatti è un fattone.
La vita, si sa, è questione di fatt(or)i(a) degli animali.
Il padre di tal porcello, ad esempio, si professava professore e amante del Teatro di Goldoni, ma era solo un godone.

Sposato a una Lorraine più racchia, la tradiva col coinquilino del secondo pene, no, volevo dire piano.
Ma non vi andava cauto, col suo vicinissimo si appartava in cantina, e lo facevano come delle cagnine, lui sfoderava anche i canini, sì, abbaiava al buio, latrava in quella latrina, ululava di oca giuliva, (st)rideva, digrignava, perfino lo azzannava, non solo inculava.
Insomma, gentaglia da metter in quel posto.
Li rivedrò in tribunale, non sono (un) pentito.

Se fossi un pentecostale, sarebbe Cape Fear.

di Stefano Falotico

Malavita e Cose Nostre son (er) meglio di quel buona vita ipocrita vostro. Buon Pater Noster!


01 Nov
Malavita De Niro

Tu guardi me, guardatelo!

Credo che ogni genio sia “pericoloso” perché dice la verità in tal palude di vecchi morti viventi e, da che mi ricordi, son sempre stato nel “buco nero” e coi miei nei da uomo noir

E dico No!

di Stefano Falotico

Credo che Superman non creda a nulla, essendo stato concepito da Marlon Brando.

Nessuna cripta, no, kryptonite, “decripterà” il suo Nietzsche, e Dio (non) c’è.

Volando alto, sa che l’umanità è poco rattoppabile e, se vuoi mettervi una pezza, incontri solo dei guastafeste, cioè dei pezzi di “topi” che stupran le tope e poi al crimine metton del pezzente di omertà del “castigato” tutore dell’ordine. Il quale, pagato di bustarella, tiene la bocca chiusa sul fattaccio. Inoltre, se lo “paghi”, anche lui tira fuori il “fallo”, copre i fatti “disordinati”, e questi son cazzi della gran presa per il culo generale. I caporali violentano di “fasci”, il qualunquista fa di tutta un’erba un fascio, e i comunisti falsi si dan alle “canne”, tanto il buonismo di massa(ie) addolcisce ogni “fumata bianca”, pregando il Papa che predica cazzate rabbonenti e tenendo buono il marito, guardone della collega bona, cucinandogli la sua forchetta “buona”. Sì, prima la moglie lascia che di “pene” ammorbidisca la sua quotidiana la(sa)gna da casalinga sulla mollic(ci)a, gli “rosola” il salsiccione da pezzo di “pane” e gliela dà di “tiramisù” in crem(os)a “leccaculo”, affinché non slingui con quella sua (a)mic(h)etta cagn(olin)a, “laureata” in Lingue ecumeniste, cioè è una, fra “tante”, che limona sia quelli del suo “Stivalone” che gli stranieri, per un nazional-popolare-mondiale che avrebbe risolto i problemi dei Mille e di Mazzini. Da cui la barba di Garibaldi, che s’era rotto i coglioni di “farsela”. Che noia! Sei uscito col solito nodo alla gola, indossi un sorriso da Dustin Hoffman di Papillon oppure canti incravattato la vita spericolata di quell’“impiegato” per ragioniere di Vasco? Uno “idolatrato” come Steve McQueen ma, se Jenny è pazza, lui ha solo la panza. E gioca sulle facile suggestioni delle “deluse”, fottendosi pure Deborah. Siamo ancora ai tempi di “Non è la Rai”, pigliati un “gelato al cioccolato” in quel del Roxy Bar. Sogna con Bob Marley, don’t cry. Dai!

La Ciccone è stata Evita, ma Sean Penn la lasciò perché gli avrebbe fatto la “shanghai surprise” da “gioco del falco” in un’evirazione “indian runner”.

Sì, già così è abbastanza pazzo, Sean, ma almeno il suo Cheyenne ha trovato il “place” della Theron. Un “must” di colpo di culo. Da sudafricana, Charlize “imbionda” nel “masticarselo” da cannibale, cioè gliela dà “tranquillamente” e da Sean ottiene la “spinta”. Sono animali sacri. I musulmani non mangiano i maiali ma qualcuno di loro crede agli Oscar di The Millionaire.

Con Sean, Charlize sta girando un film della Madonna?

Insomma, come “la giri la giri”, le donne te le fan girare…

Sean è come me, uno stronzo. E ti piscia in testa.

Miei “giovini”, tornando a Mazzini, alla “non capisci una Valeria Mazza”, a farti il mazzo, aveva ragione Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo. Un “nano” così scopò Tomei Marisa. Una che avrà pure i denti da castoro ma, a meno che non “stiate sul frocio”, miei “guerrieri”, te lo rende “wrestler” in 3 cm di gambe su tacchi a spillo del possibile infarto, eiaculante precocissimo anche se sei il Mickey Rourke più figo dei tempi d’oro, da “duro”. Ti (s)viene in nonasettimae mezzo d’un urlo ululante, baritonale, “altissimo”, preso “basso” di tuo pipistrello da Kim Basinger.

Da cui il film Batman, nome composto da “Vorresti sbattertela ma te lo batti di mano, cari watchmen”. Povero Michael Keaton. È una tragedia “vivente” oramai da uomouccello”. Tim Burton non lo salverà, miei freaks.

Ed ecco che torna Penn con i suoi 21 grams a dargli l’estrema unzione.

Guarda un film d’Iñárritu, uno che “spinge”… al suicidio e il dramma è servito.

Ed ecco che le vostre maschere “saltano”… addosso a ogni Carla Gugino, dopo una vita “oscura” da sodomizzati a ca(u)sa sfigata delle occhiate storte eppur poche volte da “dritti”.

Battisti cantava il suo presto presto, voi quando “verrete” alla verità? Finirete come Mimmo Calopresti, uno che preferisce il rumore del mare e ora fa il sindacalista di mar(tell)i perché onestamente dubito che senta… il scent of a woman da uomo sincero.

“Cieco”, strabico, magro, “albino”, un cesso, insomma. Preferisco Pacino.

Dategli un “bacino” e cantategli “Love Me Tender”. A Mimmo, prediligo Elvis e ai movimenti “politici”  il “pelvico”. Evviva Silvio Pellico!

Uomo che seppe cosa significa morire per un (non) Credo a nessun cazzo.

Usate invece a Mimmo la “falce” e tagliategli il coglione. Legge del Taglione, stai in occhio e stringi il dente per dente quando “calerà” la mannaia.

Evviva i lupi mannari! Ci salvi Allah!

Ma cos’aspettarsi d’altronde un “culo e camicia” di Nanni Moretti? Uno che diresse il film Bianca ma secondo me, dopo che Morante Laura lo tradì di cornetto, mangiò la Sacher per non ammettere che Laura gli prosciugò la scrotale sacca del suo rimasto a secco.

Dai, Nanni, pigliati un Saccottino a “pelo” e ricorda che La stanza del figlio è una storia finta per famiglie alla Mulino Bianco.

Ad Accorsi desti dello “scemo”. Intanto, la Casta Laetitia gli dà la sua “isterica”. Finiranno in analisi. Buon an(n)o, Stefano.

E le figlie? Sono come la Trinca. Prima fan le brave “bambine”, studiano al liceo e metton la testa al solito posto, cioè ove ti fan “venir’ du’ palle”. Una volta “dottorate”, queste trombone si tromban i tromboni.

Reggetevi il moccolo. Queste da Moccia vi han ammosciato.

E, in questa “grancassa” del casino delle ex Madonne che furono, poi da frustate bestemmiano in p(i)azze appena non vanno di ruolo eppur ancor se le “rollano”. Bagnate, sì, ancor se le “tirano”, poi si lamentano delle mano mort(adell)e di quelli in tram. S’attaccassero al cazzo e non si toccassero.

Toccatevi, uomini di Napoli. Quelle lupe di Roma voglion farvi all’arrabbiata.

E voi, bauscia, impanatevi con le milanesi e lasciate star le cot(ole)te.

Sono speranzoso della mia generazione?

No.

E ricordate: il “malvivente” è come De Niro di Malavita.

È l’unico uomo puro in mezzo a tanta mafia.

Rimpiangiamo, miei Goodfellas.

Insomma, che io mi ricordi, ho sempre voluto sbattervi.

Mi sbatterete in carcere ma ne sarà valsa la pena.

Se un negro vorrà prendermi per il culo, glielo faccio ne(r)o.

Da cui Cape Fear.

Ray Liotta e le 10 cose che odio


09 Oct

Le 10 cose che odio di più:

1) Lo iodio, usato nelle piscine.

2) Enrico Ruggeri con la sua voce impostata tranne quando canta “Il futuro è un’ipotesi”.

3) Umberto Eco, io scrivo meglio di tal trombone.

4) Al Pacino quando imita gli attori meno bravi di lui, e scende al loro livello per piacere alla massa.

5) Susy, sorella di Salvio, conoscenza di lunga DATING. Mi fece pen(ar)e.

6) La retorica, figlia delle o(r)che coi sensi di colpa.

7) Me stesso, settimo nano e talvolta più gigante della media delle biancanevi.

8) L’otto per mille alla Chiesa Cattolica, meglio l’1 per cento di agnostico col 99% di possibilità che Dio non esista.

9) La vita mal (in)tesa. Da cui i malintesi continui.

10) Loredano, amico del giaguaro. Ho sempre preferito i leoni.

 

Gli attori sono frigidi


25 Mar

Non stimo nessun attore, tranne quello col neo, perché sono quasi tutti degli stronzi presuntuosi senz’umanità, i loro personaggi invece sì, parola di Rust Cohle…

Esistono personaggi che vanno oltre la bravura dell’attore. Penso a quello col neo, De Niro, bravi… non era difficile da indovinare, anche se non solo lui possiede il neo. Penso ad esempio a Daniel Auteuil, che molti definiscono appunto “Il De Niro francese”. Di De Niro ha solo il neo, per il resto è più vicino a Bruno Vespa, il che non è il massimo. Sì, Daniel è la verruca fatta per gli spettatori parrucconi, ancora mi chiedo perché la bella Emmanuelle Béart lo rese “beato” nel suo “belarla”. Ah ah. Ce la vogliamo dire, “coi” peli sulla lingua? Ha scopato la Béart soltanto perché qualche scemo l’ha paragonato a De Niro, e comunque a quello inimitabile col neo piaccion le nere. Fu una scelta obbligata per la Béart, dato che a lei piaccion quelli neri, ops, che la fanno nera, ops, tendente alla rossa, volevo dire nei. A voi piacciono le bionde? A De Niro le nere. Io preferisco la Guinness. La birra dei “primati”, sì, tendo allo scimmiesco ma son meno scimunito di quel critico di così “paragone” stupidino. Ma, come dice il detto, moglie e neo del paese tuo, perché il bue è per l’asinella che della recitazione ha capito solo il cazzo che le piace. In poche parole, la Béart deve ringraziare i grandi patriottici registi voyuer che l’han resa la belle noiseuse. E sui nasoni Depardieu Gérard è specialista anche J. R che non è Robert Downey Jr., da cui quello di De Niro, non solo di neo ma un po’ da Cyrano. Ora, non so se ce l’ha lungo ma De Niro ce l’ha grosso? Cosa? Quello che annusa. Il naso? No, il cazzo. Da cui il “senziente” dello spettatore che, identificandosene, e non ficcandole come il nostro, percepisce emozioni virtuali magnificando la grandezza altrui, appunto. Anzi, virgola e in faccia un pugno, così si sveglierà dall’idolatrare quelli che si fan i cazzi lor ricchi con ricche ochette a farseli, da cui il detto “Non è bello ciò che piace ma ciò che ti fan piacere e hai pure pagato il biglietto, guardando Iron Man, un altro figlio di putten’”. Ora, ve la spiego.

Una risponde “No, ti prego”. Nessun problema. Pieghiamola in due e gettiamola nell’acquedotto. Un cesso già lo è ma il fidanzato non le fu “sciacquone”. Ah, le sciacquette. E io mi scialacquo. Cazzi miei e tu fatti i tuoi ché io li darà in piazza… pulita.

Metto una mia foto “di sghembo” per prendere per il culo qualche ragazza che spera di avere il “mio” fra le gambe. Una mi risponde che assomiglio a Sean Penn. Adesso, Penn è amico di De Niro, ma entrambi han ben poco da “spartire”. Con la “sua?”. No, potrebbero averla schioccando le dita, dato che i soldi in banca fan beltà franca. Di mio, invece, ho da guadagnarmi la pagnotta e ultimamente c’è sol da penare tanto che il pene non vuol neanche ammirar non sol le bone ma neppur le racchie e neanche darlo sia a vedere, sia a fare e sia a “bere”. Ah sì, quelle bevon tutto. Stanno davanti allo schermo “a bocca aperta”. L’attore sa come mandarle in brodo di giuggiole, con giulive così non devon neanche rendersi “reali” per “venire” orali. Son delle giulive alla Gwyneth Paltrow, oche di buchi (in)visibili. Infatti, è magrissima. Secondo me si buca. Sì, la droga la rese anoressica. Da cui il mio sano fior all’occhiello ben diverso dai vostri occhiolini. Oh, però ci son pure i ricchioni. Di mio, preferisco le orecchiette e il Colgate ai denti piuttosto che il 3D di occhiali, cari miei masturbatori, non solo cinematografici, con le occhiaie…

E su questa vi lascio intendere il mio nichilismo alla Matthew McConaughey e anche alla Lino Banfi.
“Sentito” che uso assonante della parola, miei suonati? Ricchioni, orecchiette, Rust Cohle e McConaughey, caro il mio coglione, musica per le mie orecchie.

Ora, per piacere, dammi una lattina e una sigaretta.

Per colpa della vostra idiozia, abbiamo i satanisti. E devo farmi venir “voglia saltami addosso” perché qualcuno crede a Satana e violenta i bambini.

Ciao, quando avrò ammazzato il cretino, gradirei del vinile. Ho detto vinile, il vino lo diamo a tua moglie cretina che va matta, infatti è isterica, per quello col “nero”, oltre a mettersi le cremine quando invero le darei solo un gelato Cremino in bocca.

Su questa stronzata, vi ho platealmente preso per i fondelli. Altro che forno crematorio, miei nazisti che volevate bruciarmi vivo solo perché vi frego sempre da stregone. La mia vita ha ben poco da condividere con quelle ai fornelli. Preferisco il torello ai torroni e la limonata alla trombata! Da vero terrone? No, da terrore!

E soprattutto salutam’ sorrata!

Non fa rima ma fa meridionale che ti spacca la capa! Ah sì, Robert, il fotografo.

Di tuo, pensavi fosse un geriatra. Da cui “Beati voi che vi fate le seghe sulla Béart invece che usar la sega per tagliar la vostra testa di cazzo”.

Da cui le “cime di rapa” son meglio.

Appunto.
Ammirate gli altri, miei “ammiragli”. Di mio, raglio e se mi va te lo taglio.

In effetti, non mi lavo e puzzo d’aglio.
Sarò un vampiro? No, non sono un crumiro.

Vai a lavorare tu, di mio tengo Rust Cohle. Scusa, stai ancora qui testa di cazzo? Ma non ti avevo detto di andare a fare in culo?

E diciamocela: De Niro vale meno di Joe Pesci. Quello è il “bravoragazzo. Pochi cazzi, altrui.
Finirei con “questa”. Incrocio una sorta di donna, non una gran sorca ma neanche una suora, mi dice che assomiglio a Ray Liotta, io invece credo che lei sia proprio una mignotta.

E, mangiandomi uno yogurt Yocca, mando a quel paese il vostro mondo di gnocche di patate, ché tua madre va a far… gli allocchi come te.

In poche parole, me ne fotto delle puttane e di voi che ci andate. Non lo dite ma io lo so.

E agli attori che van a troie preferisco me che vado a morte.

Robert De Niro loses his shit, come me, fuori di testa tante volte in this life!


18 Aug

 Robert De Niro loses his shit, tutte le volte che ho perso la testa nei miei 70 anni a 33, presto trentaquattro il 13 Settembre prossimo, come “classe non è acqua” del 1979, grande an(n)o a novanta!

Beverly Hills, “sezione” Mulholland Drive, assieme al Bob con Jack Nicholson “lynchiano” nel “tracannarsi” Laura Harring.
All’epoca, Laura era d’amplessi con tanto di (l)auree, adesso sembra Alba Parietti ancor più “pienotta”. Si chiama rifatta. E chi non se l’è fatta? Compreso il marpione David nel “triangolo” Inland Empire “sogno a occhi aperti o son desto fra le lebische di sveltina a Salisburgo delirante, burrosa-salendo” un po’ “timida” alla Naomi Watts di 21 Grams. Sì, quella Naomi prendeva un po’ da Benicio e un po’ dal toro Sean Penn. Per un “Del dandola” che ora è Lady Diana. Mah, roba da pazzi, cazzo… ragazzi. Non datelo alle principesse sul pisello “ricco”. Meglio Laura Dern. Si accontenta di Nicolas Cage. Ho detto tutto.
Potrebbero inseguirvi nel “tunnel” parigino e incocceranno il vostro sceicco… Sì, stavan convolando a nozze, invece vicino Nizza s’ammazzarono. Comunque, Dodi Al-Fayed è ora “Finché morte non lo separi” con Diana lassù fra i “beati” dai comuni mortali. Vi paio immor(t)ale? No, sono Dio e li ho “sposati” io. Tanto, qui in Paradiso, non possono scopare. Sono permessi rapporti sessuali solo se “benedetti” di ius primae noctis.
E (D)io, essendo giusto…, pretendo l’assaggio e anche i “massaggi”. Una volta ripassata di “Dai la cera, togli la cera” come il Maestro Kesuke Miyagi, tu domani puoi vincere la “spossata” d’“eterno riposo” ivi in-castrato fra le nuvole. Karate Kid? No, ecco il cartone animato manga al tuo mongolo spastico lì.
Sì, Diana me l’ha data e io, Dio, per sempre sia (lo)dato!
Per “(di)venire” Dio, occorre la “divinazione”. Prima di tutte le fighe “celestiali”, devi faticar in modo infernale. Prima degli anali qui “religiosamente” silenziati con altarini, devi lavorar zitto zitto sulla Terra, camminando come un verme a strisce. Devi annacquar la rabbia se desideri che quella di “sedere” si bagni… Ah, gli scheletri e un amante che è un armadio. Non ci son problemi. Vesto Armani, come un bravo ragazzo.
Tanto deve piovere prima di “ascendere” su, sopra, dall’alto. Anche se, quando mi cavalca, mi sento il Diavolo.
Simpathy for the Devil con tanto di “linguaccia”. Rolling Stones e colonna sonora a suonar la “carica”.
E, come De Niro, per meritarti la fama, dunque la fame, qualche volta sei costretto a perder la pazienza, dunque t’incazzi, “perdi” i testicoli se non “tasti” di educato “tatto”, appunto, una che vuoi “testicolare”.
Ma, oltre a quelli renali, devi calcolare lo “scazzo” di Gil Renard, uno da fegato spaccato e gastrite che fa il botto. Gil sbotta, Gil non accetta i duri colpi delle botte di tal nostra esistenza, e svacca! Spacca!
Uno sbroccato, uno bocciato dalla società o se ne fotte… che gli dan dello “schizzato?”. Non ha più nulla da perdere, oramai. Quindi, dai, bisogna darci giù! Che casinò!
Dopo aver incassato il divorzio senz’affidamento del figlio, il licenziamento in tronco e pure il suo beniamino messo in panchina, Gil va a ruota libera e gli saltan le rotelle. Quindi, tutti “accoltella”.
Annesso il già citato Benicio Del Toro in una sauna tanto “afosa” che qualcuno s’è scaldato troppo e l’ha buttata nel sangue a iosa. Come Joe Pesci ucciso dalle mazze da baseball.
Ecco, mio (AlCapone!
Volete biasimarlo? Ha ragione da vendere! Qualcuno ha tradito. E non starò a dirvi chi! E qua son Pacino! Un Serpico che non vendeva! Un profumo di Donna che la incula senza compromessi. Senza prediche da falsi della Domenica! Se non ti piaccio perché ho la croce sul petto, e dunque mi consideri tamarro, solo promontori della paura. Avvocato di finta Holy Bible. Che bella babbuina è la bimbetta Juliette Lewis. Lecca il ditino di zuccherino.
E la tragedia è imminente! Suicidio od omicidio?
Solo Dio lo sa… come cazzo andrà questa storia!
Sì, talvolta, mi cresce la pancetta, non son più atletico ma incontro una cretina che mi fa il filo come quella della Florida, Bridget Fonda. Mangia bacon, però è magra e appetibile.
La “sfonderei”, l’entrerei di “feticismo” sul divanetto a divaricarla nel crudo. Sì, son tutte chicks who love guns e io, come Louis Gara, ho baffetti da Gengis Khan, son cagnaccio e, se mi provochi di chewinggum, ti raddrizzo nelle gambe. Sono inglorious bastard alla Tarantino! Puttana, non ti basteranno mai!
No, Louis non è un “dritto”, soffre d’eiaculazione precoce, eppur è tardivo di mente. Rincoglionito…
Già, gli giran presto le palle anche se non è svelto di cervello. Sarà per “quello?”.
Il resto delle cene, e delle cagne, “sparatevele”, come da video.
Oggi, la vedete, domani non vedrete neanche il vostro cazzo.
Fidatevi. Sono come De Niro. Se mi fai incazzare, sono cazzi.
L’importante è che il mio sia sempre al posto giusto.
Cioè attaccato lì, ficcato nel culo.
Sono cresciuto nel Bronx? No, ecco la crescita nello stronzo. Mah, forse è solo colpa dei buchi negli ozoni delle zone erogene.

Fidatevi, gli zotici san che tu devi zappare. Perché, andando con gli zoppi, finirai solo a zoccole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission (1986)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Ronin (1998)

 

Il Mondo è pieno di ingiustizie, e i criminali vanno combattuti


06 Jun

Il caso Stefano Cucchi è un’altra vergogna del nostro “sistemino” di bugie, ipocrisie, omertà e “silenziatori”. Il nuovo Che Guevara! Sono io, dammi una rivoltella e ti rivolto la “frittata!”

Scocca l’ira in aula, i parenti della vittima accusano i carnefici assolti, i mass media sciacalli per lo scandalo col quale vendere solo la propria “reputazione” sui giornali, al fine della “medaglia al valore” di chi è più bravo in lacrime da coccodrillo…

le forze dell’“ordine” provan a contenere la rissa, qualcuno urla “Sei solo chiacchiere e distintivo!”, i medici sono “intoccabili”, le verità si ribaltano, lo zibaldone permetterà ai mostri di scorrazzar a piede libero su sorrisino “zabaione”, peraltro “immune” in altre “munizioni” e botte “punitive”, sedazione, il giudice prende cento gocce di Valium per reprimere, di complesso di colpa, il suo aff-r-ettato “verdetto” allucinante, i berretti verdi incitano alla guerriglia, intervengono i marines per fermare il Carlino di Marina Ripa di Meana, in preda alla rabbia l’Italia abbaia, ma tanto passerà tutto sotto silenzio, un’altra volta, oramai è andata via una vita, chi ripara il danno? Era solo un daino! Figli di puttana!
La vendetta serve? Ci vuole Carter del migliore Sylvester Stallone. Quando il “martelletto” decreta un arbitr(i)o assurdo, il giustiziere della Notte è Charles Bronson.

Righteous Kill. Sì, come Pacino che, disgustato da tanto schifo, diventa egli stesso demiurgo “elevato” a sparare, non solo di monologo. Per ripulire il Mondaccio dalle merdacce. Morirà ammazzato, ma sarà un eroe (non) infetto.

Pigliamo Goodfellas di Scorsese. Ray Liotta, un “impostore” o forse un ragazzo di vita, dopo essersi assoldato alla manovalanza invalida del crimine, guarda lo spettatore, si alza dalla poltroncina e mette alla berlina chi è “bellino”.

Gigioneggia da grande pavone. Passa per coglione ma, almeno, fa il Saviano sia per salvarsi e sia per non perdonarli.

Salve, non sono Henry Hill ma atletico alla Terence dell’accoppiata con Bud Spencer, di cognome omonimo, specie in Altrimenti ci arrabbiamo, ove non sono teneri coi “tenenti duri”.

Sono qui, a testimone di me stesso, dopo un infimo “terzo grado”, inventato per puro “sfregio” da una famiglia di mafiosetti che, non tollerando il mio stile di vita, “anomalo” e “sbagliato” perché non allineato al lor modo di concepirla “goliardici” e di frivolezze “scacciapensieri e da cacciatori delle topine” (eh sì, della feccia da fogne), voglio proprio confessare tutta tutta la verità, come un “bimbetto” che caga nel vaso di “nasini”.

Dinanzi a tali ottusi, seduti di fronte a me, l’indicherò successivamente con pari “indagine” additante, posso orgogliosamente asserire, nel mio camminar a testa alta, che ci troviamo di fronte a dei criminali della peggior specie. Quelli che celano i “cadaveri”, nascondono le prove, e dopo vanno a festeggiare…

“Codesti”, già “pluralizzarli” mi par un eufemismo troppo decoroso dirimpetto, io proprio la rettitudine morale, ai voltagabbana (col “gabbiano” allegretto nei “grilletti”…) vorrei sputare in faccia, ma m’arrestereste, consegnandomi alla previdenza sociale.

Quindi, di tutta mia elevatezza, contro i boriosi, verserò le loro lagrime amare in un versetto “satanico”, a memoria dei posteriori, ah ah, e al fine che tali crimini bestiali non avvengano più in futuro. In quanto garante delle purezze e di chi non si svenderà mai dietro pezzi di carta per attestare il suo “valore”. A differenza dei qui presenti, avvezzi a sparlare dietro i “culi” parati.

Pensate che a questi spacciatori… non solo di finto intelletto, interessi davvero ciò che si presume abbian studiato, ottenendo “nullaosta” per il “lasciapassare”, non tacciabile di porcata assurda?

No, insistettero, per farmi il “sedere”, nella mentalità fascista m’appunto incontrarono una “merda” egualmente “omicida”. Non adopero il punteruolo ma la punta della biro.
Bianco assassino premeditato ma su cui mettere i puntini sulle i, depurandoli dai brufoli.

Avvocato, l’arringa a questi da “merendine” con le “meringhe”, mi lasci il Diritto, in costituzion(al)e robusta e sana, di pronunciarla a viva voce da me.

Ecco, “annotiamone” uno. Il suo nome è M., un povero idiota sfruttatore del prossimo, arrivista e “cinico”.

Dopo aver “usato” una persona come “tassista”, dopo tutta la mia benevolenza, una mattina si sveglia, credendosi più “cresciuto” e inizia una psicologica guerra.

A base di ricatti, provocazioni sulla sessualità, persino intimidazioni al suicidio e al delinquere, per il suo infantile delirio da “vincente”. Ha vinto che? Vigliaccone!

Venga consegnato alle carceri, assieme alle cretinette sue “amichette”. Almeno, in gattabuia ne avrà da “pelare” di “patatine”.

Sull’altro, soprassiederei. Trattasi di disturbato totale con manie di “grandezza”, elevate quanto la chitarrina del suo plettro a carezzar scemotte sotto il plaid del poi prenderle a pedate. Nel “Finché la vacca va, lo lascio andare…”.

Invidioso cronico, all’epoca del “liceo”, tormentava coloro che riteneva “sfigati”, alludendo, di telefonate minatorie e infamie sempre dello stesso “cavo”, che fossero malati di “schizofrenia”.

Prendendo contatti con chiunque, nel metter questa “pulce” nell’orecchio.
Divertendosi da “matti”, quando poi ne alterava la pazienza. Schifoso pazzo!

La madre, invece, è una frigida complessata che avrà scopato solo l’unica volta che ha messo al Mondo tali obbrobri. Fra l’altro, questo inseriamolo “socialmente” all’“integrazione” asessuata di tal frigida annacquata, in quel frangente non godette neanche. Cazzi suoi!

Non soffrì neanche quando li partorì dall’utero, in quanto anestetizzata senza bisogno di “insensibilità” nelle zone già bassissime del suo cervellotico “organo” monotono.
Eh sì, una professoressa da canzonetta per “pigliarla”… come “viene”.

Il marito è un disgraziato. Sognava di scoparsi Moana Pozzi ma rimase nel pozzo. Per di più, voleva far neri gli extracomunitari ma io passerei col rosso davanti alle sue strisce, non solo pedonali.

Sì, un “drogato” di nostalgia in quanto sua moglie “Algida” e i figli degli “stecchini” da gelato Sammontana.

Spogliamo nudi i nazisti!

 

Finiamola con le ingiustizie. Il troppo stroppia e ora ti spacco le ossa!

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Luc Besson, Bresson o tesor?


05 Jun

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Sette anni in Tibet per cui non so se sono un “Orso” o Sean Connery de “Il nome della rosa”.
Comunque sia, preferisco Luc Besson ad Annaud, anche Antonia ad Anna dei miracoli

 

Oggi, è uscito il trailer di The Family, firmato Luc Besson.
Ah, questo Luc è da Tempo che non gira film come si deve. Cioè film che devono mettere la testa al solito posto, cioè sul colloTotò docet, a posto non sarà Lei, tutto il suo ipotizzare sulle vite altrui la renderà uno che pontifica o andrà a vivere in una casa senza portone? Lei favella ma di fava non entra in nessuna bella e farà la fine del brutto. Si fidi, sono il suo confidente. Non mi con-ficchi. Non sono un vampiro né svampito, bensì un peto se tu, donna, non mi lasci succhiare il sangue con tanto di “paletto d’avorio”. Non confonda! Non sono omosessuale! Ehi, ci stai fichi fichi con me? Quel Gianni Drudi non è un Drugo, ma deve andare finalmente a pigliassero in cul’!

Sotto il ponte, i portici di Bologna, questo pastiche di Besson è un delizioso potpourri. Non potatelo, ma porgetegli una rosellina. Donna, ti faccio viola!
Una perla in mezzo a tal (s)compenso, miei poveretti. Basta col prete, dateci dentro!

Ora, un mio amico di Facebook confonde Besson, dunque Léon interpretato da Jean Reno (chi più rime ha, più di “ritmo” lo metta…, evviva Gary Oldman! Olè-oh-ah ah!), con Annaud e L’amante.

Cazzo, basta inserire una “R” moscia di Cinema più alto e diventa Bresson.
Vedi? Questione di semiotica, mio ottico. L’accento “al bacio”, se alla francesina ci sta pure la linguina.

Eh sì. Annaud è il regista de Il nome della rosa, tratto da Eco Umberto.

Quel libro ebbe, appunto, grandi mediatici echi. Lo sopravvalutarono. Ho un’edizione integrale, con tanto di “latinorum”, che presenta in copertina un castello pseudo-francese fottuto da pittoreschi colpi di Sole nell’“abbronzarlo” vicino alle orecchie. Mah, secondo me è solo polvere accumulata.

Comunque, è una palla al piede. Altro che torture medioevali delle inquisizioni che descrive il nostro Umberto.

Già a partire dal protagonista, capisci subito che sarà un libro tosto, un buttafuori ad addentarti i testicoli. Il protagonista, infatti, si chiama Guglielmo da Baskerville, sì, come il mastino di Arthur Conan Doyle, l’inventore di Sherlock Holmes, uno che non è “Alle elementari, signora Emma Watson”, bensì ha il fiuto per cagne più in calore ché il lupo perde il vizio e tua zia va con Tognazzi Ugo de Il vizietto.

A prescindere dal fatto che l’ho letto un migliaio di (s)volte, perché mi “tirava” come la freccia nell’arcuarmi d’altra era o senza “pere”, “sostenerlo” è peggio del declinare l’intera Ginnasio quando di fronte hai degli asini che pensan solo a rizzarlo.

Gli altri personaggi son di contorno, di pochi conti…  in tasca e anche di poche “cotte” a rimorchio, per forza… son dei monaci.
Sì, quasi tibetani.

Ad esempio, Abbone da Fossanova era meglio se si scopava la bona Isabel Russinova (una che negli anni ’80, periodo “fertile” in cui fu girato l’omonimo…, aveva il suo ambaradan in mezzo alle gamb’… e su quest’assonanza ci sta la “trombetta”, pomposa più ricordo di come costei spompinava nei fil-m-etti alla “marinara”), Bernardo Gui, più che guru, diciamocela… era un gay, Remigio da Varagine è peggio di Remo Girone, un “attore” con limiti da voragine, e l’unico che fa la figura del figo è l’altro “iniziato”, Adso da Melk. Sembra un minchione ma poi a tutti chiude il becco.

Adso, per la versione cinematografica, nelle vesti (previo nudo che vedrete) di Christian Slater, a quanto pare ha un buon cazzo. Fra tanti “maritozzi” che intingono nella benedetta ma non “ascendono” nelle gioie paradisiache della figa, Valentina Vargas comprende le potenzialità del giovincello e, durante la Notte, gli fa urlare un orgasmo con tanto di bestemmie alla Madonna. Insomma, lo svergina in modo “stigmatizzante”.

Sì, profaniamo questo “bestseller” della “letteratura”. All’epoca, le insegnanti di Lettere ne andavan matte.
Secondo me, eran già pazze senza bisogno di ulteriori “pesantezze”.

La verità?
Erano come Jane March (senza trucco assomiglia a John Malkovich) in cerca del “cinesino”. Già, Yoko Ono sapeva perché “alterò”, direttamente proporzionale all’ecumenismo “esperanto”-sospirandogliela, quel gran pezzo dell’Ubalda del John Lennon. I limoni…

Lennon me lo confidò prima di morire. Sebbene osannato dalle ragazzine, era l’unico del “gruppo” a prenderlo sempre da McCartney.

Già, Curreri cantava chi erano i Beatles con gli “Stadio”, intanto Vasco Rossi riempiva San Siro (oggi son luci e non più lucciole) e anche quelle poco santarelline, lasciandolo a Carlo Verdone col borotalco.

Natasha Hovey? Era una bagascia.

Meglio l’asceta.

E, con questa stronzata, vi lascio.

Ah ah.

E ricordate: il Genius sa…

Valentina Vargas è quasi identica a Noomi Rapace. Sul “quasi”, dipende la dinamica del mio incularla.

Sono un Uomo che ama le donne. E gioca su quelle con il fuoco.

Fuochino e poi si bagnano.

Ah ah!

Mi raccomando, non perdete il video sopra. Fa schifo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Family (2013)
    Il “gentil” sesso è strano. Paragono una ad Angelina Jolie, ammiccando di “buffetto”, e vengo “maltrattato” simil Mike Douglas di Rivelazioni. Al che, irritato dalla provocazione, sfodero la grinta virile e vengo assalito da un insulto devastante. Ieri sera, il suo “amico” mi contatta per intimidirmi, minacciando di denunciarmi per stalking. Oh, cazzo, qui abbiamo ribaltato i can(n)noni della sessualità. Viviamo in un Mondo invertito, questo lo so, ma il potente, eh…,  “strozzino mi torcerà il braccio(lo)?. No, io metto le mani a posto solo nel mio studio, in quanto non tediatemi. Lasciatemi leggere ‘sto film, e non rompetemi la mascella, altrimenti il tuo malleolo sarà, mio “manigoldo”, un “manipolo” di manganelli.
  2. Quei bravi ragazzi (1990)
  1. This Must Be the Place (2011)

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