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Sì, Ferruccio Amendola è stato uno dei peggiori doppiatori italiani di sempre, Sorry.


21 Jul

Ne sento di cavolate e di doppiaggi pessimi. Con tanto di accento romanesco da se famo du’ spaghi. E che fine farà Mario Draghi? Sì, non appartiene al Sacro Ordine dei Dragoni come Il divo di Paolo Sorrentino? No, come Gary Oldman del Dracula di Bram Stoker? This Must Be the Place, clown alla Fellini.

L’Italia è come ne La dolce vita. In cui apparve Adriano Celentano. E, dopo mezzo secolo, a quando il nuovo programma televisivo con la rediviva Raffaella Carrà? Ah ah.

Dinanzi a me, siete come Sbirulino. Necessitate del rinforzino. Forza, dateci dentro. Oh, miei bambini, nani e cretini. Inetti, incapaci totali, retrivi, conformisti, tradizionalisti, nostalgici, pessimi imitatori copioni da Tik Tok, ignorantoni e furfanti, lestofanti e uomini elefanti. Mangiate delle caramelline Tic Tac. E voi, sì, voi, donne stupide, piccoline e sciocchine, mostrate minigonne e bikini, oh, mie birichine, continuate ad osannare Il conte Tacchia e ora alzate i tacchi. Parla THE MASTER.

Ove un grande Philip Seymour Hoffman “curò” Joaquin Phoenix con un rivoluzionario metodo alla Dario Fo. Ma la “scienza ufficiale” non volle dargli retta. Volle, metaforicamente, infilarlo a entrambi nel retto. Perché, si sa, la “rettitudine” e lo schiavismo alle istituzione farisee, eh già, rendono l’uomo infelice e poco libero. L’uomo “vero”, è ovvio, ah ah, si sente appagato se è un demente come quasi tutti.

Poi, Phoenix, in Joker, impazzì di nuovo. Ah, ma assomiglia costui al Falò.

Non vuole stare zitto e buono come un bravo ragazzino e ottuso soldatino. Sembra anche Michael Shannon di Revolutionary Road. Eh già. Se volete la verità, questa è. Se volete gli “idioti”, a voglia… quanti ne troverete. Che “amici”, “se ride e se balla”, se fanno du’ canne(lloni) e ‘an vedi quanto so’ bon’.

 

di Stefano Falotico

Ferruccio Amendola

Behind the Scenes di una Hollywood ambigua da Woody Allen o invece “pura” da David O. Russell? No, i retroscena della gente “normale”, peggiore degli animali strani e notturni di Taxi Driver


24 Jan

woodyallen

 

 

Ebbene, molti anni fa, nella landa desolata delle mie immani depressioni abissali, in verità vi dico che non fui colto da alcuna follia o da psichico disagio, bensì, in maniera imponderabile e allucinante, profetizzai me stesso, oramai trasfusomi totalmente, anche a livello fisionomico, sprofondando in De Niro di Taxi Driver e assumendone le sembianze. Oramai inequivocabili. Mi pare alquanto evidente che tale messianico, “schizofrenico” De Niro sia io, malgrado lui viva in una lussuosa villa e io in una mezza catapecchia. Però, posseggo uno specchio migliore di Travis Bickle e, ogni mattina, quando (mi) rifletto e mi domando, fra me e me, You Talkin’ to Me?, mi risponde Rupert Pupkin di Re per una notte con una vaga rassomiglianza ad Arthur Fleck di Joker.

Succede, poi spengo lo specchio e riguardo La rosa purpurea del Cairo.

Sì, dopo Taxi Driver, vidi tutti i film con De Niro e divenni la sua versione CGI, in carne e ossa, non utilizzata in The Irishman ove, come sappiamo, si optò per un ringiovanimento di Bob a livello puramente digitale, dunque virtuale.

Bastava chiamare me e avrei recitato meglio di Marlon Brando e De Niro nei primi due padrini, ah ah.

Ora, a parte gli scherzi e i processi d’identificazione, chiamateli anche di alienazione, debbo ammettere che sono un alieno, no, un alleniano. Anche se mi sto orgasmizzando, per dirla alla Bob del capolavoro per antonomasia di Scorsese, no, semplicemente mi sto allenando per non fare la brutta fine di To Rome with Love.

Non l’ho visto e non lo voglio vedere. Mi dicono che sia orrendo, il film più impresentabile di Woody Allen.

Ora, non so se imbarazzante come Woody quando confessò a Mia Farrow che lui fece all’amore con la figlia adottiva di Mia e André Previn dopo averla corteggiata mentre Soon-yi Previn stava guardando Amore e guerra alla tv, comprendendo che, già durante le riprese di questo film, quasi autobiografico, il suo attuale marito, Woody Allen per l’appunto, aveva ricevuto la richiesta di divorzio da parte di Diane Keaton.

Lo so che vi faccio ridere.

Molta gente mi fa piangere. Sostiene di essere intellettuale come Woody Allen e di adorare La dea dell’amore.

Sì, però non questo film con Mira Sorvino oscarizzata. Molta gente va matta, più che altro, per una nera raccattata sui viali che non reciterà mai in un film del maestro di Manhattan. Ve lo posso giurare. Sono uno storyteller come John Cusack di Mezzanotte nel giardino del bene e del male e sono anche Clint Eastwood di Fino a prova contraria.

Vi potrei, per esempio, dire che Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti avrebbe fatto carte false, no, praticato il voodoo a Savannah pur di diventare come Lady Chablis. Mentre Kevin Spacey, attualmente, omosessuale dichiarato e castrato dal sistema, pur di tornare a girare anche solo un film mediocre come The Life of David Gale, lo darebbe via per du’ lire come Jodie Foster di Taxi Driver. Jodie Foster è lesbica e, comunque, Harvey Keitel di Taxi Driver non fu nulla in confronto ad Harvey Weinstein. So che state ridendo, no, dai, continuate.

Secondo me, David O. Russell assomiglia all’ex pornoattore Peter North. Amy Adams sostiene che, sul set di American Hustle, David abusò di lei.

Io non le credo. D’altronde, è per colpa della sua suorina falsa se Philip Seymour Hoffman de Il dubbio fu scomunicato…

A mio avviso, infatti, Jude Law era più figo ai tempi del succitato film di Eastwood, rispetto a quello di The Young Pope. Anche se non sono Gabriel Garko e gli preferisco Marisa Tomei nell’incipit di Onora il padre e la madre.

Sì, devo confessare… i vostri peccati.

In una delle copertine di un mio romanzo noir erotico, la protagonista che risalta in cover, che potrete vedere ma che io non incontrai neppure, pur di guadagnare 50 Euro in più rispetto al suo normale caschetto, no, cachet, permise a un fotografo assai meno bravo di Michael Chapman e di Gordon Willis, di Sven Nykvist e di Vittorio Storaro, di farle l’intero servizio…

Direi che fu immortalata bene. Tant’è che ci prese gusto.

Voleva diventare una grande modella e una bravissima attrice ma finirà come Kate Winslet de La ruota delle meraviglie.

Sì, a tredici anni era pura come Mariel Hemingway mentre, a quindici anni, era già Melanie Griffith di Celebrity.

Fra vent’anni, sarà sovrappeso, con un marito giostraio e il sogno mai morto di passare una notte con Justin Timberlake.

E voi dunque vorreste dirmi che già a dodici anni, anziché ascoltare i Backstreet Boys, non dovevo essere fan di Jim Morrison?

Mi spiace avervi deluso.

Scusate, siete tardi, no, si è fatto tardi.

Fra poco sarà mezzanotte e voglio rimanere Owen Wilson di Midnight in Paris.

Se non vi sta bene e mi odiate perché sono ingenuo, sposatevi Rachel McAdams, spendete cinque milioni di dollari per dei gioielli a cui non frega un cazzo a nessuno/a, ma non invitatemi al matrimonio.

Non ho soldi da buttare in regali alle puttane.

Sì, lo so, per molti di voi la vita è brutta.

A sedici anni eravate degli idealisti, a diciotto eravate diplomati, a ventidue laureati. A trenta, invece, sistemati e ben pagati.

A trentacinque, già vecchi e prostituiti.

Guardate me, invece. Non sono pazzo come Buffalo Bill, non sono un cannibale come Hannibal Lecter, non sono Anthony Hopkins di Premonitions ma tutti pensano di fregarmi e invece io sono felicissimo se mi prendono per il culo.

In senso lato?

Quale lato?

Non lo so, di mio, so che lato per lato fa l’area del quadrato.

Se tu vuoi fare il culo all’avvocato, devi studiare legge e non matematica.

Su questa stronzata vi lascio… con un palmo di naso.

Sì, è vero. Ho sempre avuto una faccia da “demente” come quella di Allen. Che vi devo dire?

 

di Stefano Falotico

 

 

Flawless – Senza difetti | Joel Schumacher


20 Mar

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Silenzio, parla The Master


27 Feb

Astanti, sarete ammaestrati e, dopo di che, estrosamente da me equidistanti, nel senso equo del mio equino cavalcarvi

Parentesi goliardona!

Al pezzo sugli Oscar di Natalia Aspesi su “La Repubblica”, preferisco il pelo pubico: sì, non è un tocco di f… ma una vecchia anche “porta-sfiga”

“Christoph Waltz, cui si ricorre ogni volta che si vuole un vero soave nazicattivo, quindi anche in Django Unchained”. Firmato Natalia Aspesi

Giornalista da anni militante presso il secondo quotidiano più prestigioso d’Italia (Italia di che?, perdemmo Michelangelo e oggi Giona Nazzaro celebra la “Botticelli” Christina Hendricks…), Natalia è come le palle di Natale. Non quelle dell’albero natalizio, appunto, ma quelle “ammosciate” del “tuo”, inblackout dopo che te l’ha appese.

Pignola, arrogante, “diaristica”, fa infatti concorrenza a Bignardi Daria “in merito” alle più altezzose d’elevatezza tutta inventata a fisionomia della loro boria.

Daria continua a pubblicare librucoli da mercatino di Via Senile-Annusa il vero amaro, poi intervista “pezzi grossi”, “snocciolando” sulla scrivania una penna stilografica “sapor” del “Quanto sei puntigliosa, posso provare a sfiorarti con bocca di rosa?”. Sì, vedrai che così ti “funziona”.
Ah, donnetta “untrice” che prende in giro le meretrici, ex sinistroide ora “attaccata” alla gonnella del Berlusconi più “Sputtianomoci ambidestri su Mondadori elettorale”.

Daria ha un marito che conosco bene. L’altra sera, ad esempio, mentre stavan cenando, mi trovavo sotto il tavolo della bettola presso la quale, appunto, si sfamarono.

Sì, dopo infami calvari, infiammai la sottana di Daria, da “Il banchetto mi nasconde qualcosa”.
Un film alla Vanzina di Sotto il vestito niente? No, dietro il volto da cozza, c’è solo un granchio.
Sì, Daria ha castrato il marito. Prima era un uomo “attillato”, adesso è strabico.
Non per gli amplessi ma perché ogni Notte, prima d’andar a letto con Daria, trapianta le cornee della cornuta che si scopa con più amabile “radicalchic”.
Da questa distorsione “ottica”, non sempre “ci prende”. Lei gli molla un ceffone perché ha infilato l’amante quando, invece, voleva gustarselo (“lei”) di “triangolo stuzzichino”.

Sull’Aspesi, appunto, spesi parole an(n)i fa.

Donna dagli sgargianti costumi (anche d’aglio… “fastoso”), apparentemente timida ma che cova, dietro l’aria da “borsetta”, un non so che di stronzona “assorbente” per emoliarti da non ammogliata.

Sì, la giornata “modello” di Natalia è iscrivibile a tal filastrocca: “Tutte le altre son gnocche, gli gnocchi miei di patate son conditi al sugo più pepe col caffè della Peppina ad allentar l’aroma poco digeribile Giuliani. Le altre son gioiose, io mangio il formaggio-latticino Belgioioso, dopo un’amena serata in cui me la meno da me(gera). Prendiamola alla leggera perché stamattina son andata a far la spesa, poi ho tirato su di pesi e, pesandomi questa fatica, ho pensato che i soldi ben spesi rendono la donna meno sospesa”.

Quindi, sospendiamo Natalia.

Evviva Natale, fratello di Calogero, che non sa che farsene di questa calimera.

“Ella” stronca di calamaio ma le sue recensioni son assassine più di Claudia Calamai.

Christoph Waltz ha vinto ma non meritava.

Natalia se “lo” meriterà sempre. In quel “posto” ben “pagato” ch’è il giornale di “Stato”.

Ti sta “tutto”.

Parentesi quadra(ta) senza Quaresima

Se vuoi dar una botta al cerchio e una botte a una bottana, hai invertito i neuroni in ormoni incasinanti. Sì, un bordello

Il Tempo passa e, più passa, più me lo spasso. Molte passerotte mi offrono le loro labbra, ma preferisco lo yogurtananas a queste asine da gelaterie crema-nocciola di bacio e pistacchio.

Sì, giungiamo al nocciolo della giungla dei frutteti.
Se sei un cocchiere, basta con le (albi)cocche.
Lo yogurt va assaporato lievitante di cremosità, non badando al risucchio del suo retrogusto fragoloso.

Domenica scorsa, ho vinto come Miglior Attore Mai Visto, e fregai tutti saltando fra i poltroni, pur rimanendo nella mia poltrona di casa. Ove mi stravaccai al Jack Nicholson di ultrasuoni tra le flatulenze del vicino appartamentato a fianco. Eh sì, di fianchi caccia peti quando meno te li aspetti, e spettina tutto il condominio che se la dorme. Ora, non tutti. Il signor Caggese ci dà. Dietro una parvenza rispettabile, colgo sempre, di Notte, non solo in quella degli Oscar, il suo pavimentar la moglie, sebbene sia rachitico e paraplegico.
Già, nonostante la malattia, egli monta come Nick Nolte dei tempi veri, dei tempi più maturi e duri, fregandosene della carrozzella e del carro da vincitore. Spinge le sue rotelle a più non può fra le molle, e anche lui qualche volta molla. Un fallito di fallo, un fatto incontrovertibile di vertebre ancor articolanti. Insomma, Caggese è come le anguille. Scivola ed è umido, sebbene la consorte non sia ancella ma uccella nel suo cu(cu)lo fangoso.

Per quanto mi concerne, la mia cerniera fa parte della personale cernita.

Odio le pere ma garbo le mele, sgambo tra le coccinelle, e son pipistrello fra le piastrelle. Mi tengo di fisico, su figa ben (sos)tenuta, e son mantenuto.

Non posso chiedere altro dalla vita, se non la mia esistenza.

E ricordate: so che i vostri impegni si fan stressanti e la vostra donna vi asfissia. Non fissatevi, ficcateglielo in modo rilassantissimo di piccante.

Se non servirà, se pretenderà di più, appiccatela/o!

Vedrete che vi brucerete!

Applauso!

Invero, vi dico che sono il Maestro assoluto. Non mi credete?

Bene, vi racconto questo/a:

ieri, stavo correndo al parco da nudista, quando una porca volle sporcarmi. Una molto sexy, come un frigorifero vuoto.

– Sei refrigerato, scalmana i polmoni con me!
– Figliola, so che vorresti il latte caldo ma da me riceverai solo un congelatore.
– Che dici?
– Ora, ti sei sposata giovane, vero?
– Sì, perché?
– Deduzione intuibile dalla tua faccia.
– Scusa, che faccia avrei?
– Non esiste la tua faccia.
– Come, prego?
– Prega di più. Prosciuga meno.

Al che, chiamò la polizia, ma si trovò un manganello.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Master (2012)
  2. Anaconda (1997)
  3. Il nostro Natale (2001)
  4. Il Grande e Potente Oz (2013)

Clip Weinstein, “Django…”, “The Master”


04 Oct

Sergio Leone aleggia…

 

 

Molto Morricone estasiante…

 

 

Geniale, questa scena nel film non c’è, pubblicità andersoniana “col fiato in gola”.
E allora, “riproponiamola”…

 

Che “musichetta”, “dondola”, “vacilla”….

“The Master”, Final…?


02 Oct

 

Vedremo…

 

“The Master”, il Trailer definitivo


08 Sep

 

Inizierà domani il Festival di Venezia (quando è stato “concepito” questo post era… così) e noi cinefili ci stiam già “imbarcando”. Alcuni, i più “frettolosi” e impazienti, son già al Lido, ove però tutti quanti potremo ammirare, in anteprima mondiale, quello che è forse il film più atteso dell’anno, che mi par noioso scrivere “per titolo”.

 

Oggi, è uscito il trailer “finale”.

 

 

(Stefano Falotico)

“The Master”, il Trailer


26 Jul

 

Sorpresona. Rivelato il full trailer per The Master.

 

(Stefano Falotico)

“The Master”, nuova clip “inquisitoria”


19 Jun

 

A scadenza calcolatissima, la Weinstein Company continua a distillarci nuove clip, sempre più misteriose, di The Master, capolavoro annunciato di Paul Thomas Anderson.

Finalmente, possiamo ammirare Philip Seymour Hoffman, inquietantissimo, “in azione”.

 

(Stefano Falotico)

 

 

Genius-Pop

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