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UNA STORIA VERA (The Straight Story) – Vi presento un grande Genius(pop): cioè DAVID LYNCH? No, un ratto agonadico originario di Pomarico


24 Jun

20220624_172613Ora, non so se coglierete tutte le eccitazioni che (non) provoco? No, ogni cinefila citazione, miei cani e uomini cinofili, oramai da bocciofila. Mi riferisco, a un certo punto del seguente filmato mostratovi, ovviamente da me realizzato à la Falò delirante in adamantino stile lynchiano, al cosiddetto uomo misterioso di Strade perdute (Lost Highway)? No, a Shelley Duvall del Popeye di Robert Attman con Robin Williams. Sì, miei nani da Twin Peaks e da pessime, italiote, scontate e volgari battute alla Massimo Boldi. Eh già, uomini monchi che fraintendeste anche la famosa sigla di Mork & Mindy. Sì, quella che faceva: nano nano, la mia mano!

Forse, non sapete neppure che il compianto David Bowie, amico di Lynch, era amante di Lucio Battisti. Anzi, specifico meglio. Nutriva una sconfinata ammirazione per il deceduto, appena succitato nostrano cantante. Informatevi e scoprirete, poveri ignoranti, che non mento. Voi, invece, mi foste mentitori, oltre che schifosi e criminosi traditori vergognosi. Vi perdono e vi sarò mentore, io tutto rammento e ogni vostra top(p)a rammendo. Non siete stanchi di commentare quel pazzo che, frusciante nelle sue frustrazioni da ratto del serraglio, non esce mai da una personale Videodrome alla Cronenberg dei poveri e da due vongole livornesi + caciucco, no, più ciuco d’un mulo di Pomarico, ed è soffocato, giocoforza, nel suo pensiero confinato più di un cinghiale nella riserva degli ungulati, accontentando una plebaglia di frustrati, inappagati e disadattati nerd col ciuccio in bocca e facendo (s)contenti vecchietti passatisti, tristemente nostalgici oramai dappertutto impotenti e andati, non solo nel cervello, miserabilmente? Ora, se volete vedere Shery Lee, alias Laura Palmer, ignuda, guardate Vampires del Carpenter e quasi tutti i suoi film dell’ano, no, degli anni novanta, come attrice. Eh eh. Se volete vedere Sherilyn Fenn scoperta, noleggiate Boxing Helena. Ve lo indurirà, indurrà a togliervi i boxer e a smanettar’. Se invece volete vedere Il silenzio degli innocenti, no, Il silenzio dei prosciutti, no, un altro film con Julian Sands e Joanna Pacula, visionate La villa del venerdì. Se pensate che la regista di Boxing Helena sia la figlia di Lynch, avete ragione. Se pensate che la donna ignuda, a prescindere da Sherilyn Fenn (ex di Johnny Depp), che lo riceve in quel posto da Sands, si chiama/i Nicolette Scorsese, avete ragione. Ma avete torto se credete che sia figlia del regista di Toro scatenato. Cioè Martin, il quale, è da Circolo Arci come voi, no, arcinoto che stava con Isabella Rossellini. La quale, poi, lo lasciò per David Bowie, no, per Lynch, girando Velluto Blu. Dunque, poveri idioti, prima di attaccare senza motivo un “demente” come me, c’avrei pensato su due volte.  Così come dicono in meridione: vi auguro tante belle coooseee. Anzi, vi lascio con un piccolo quiz, nanetti e inetti. Per molti anni, Mulholland Drive fu reputato (chissà da chi, poi) il film più bello del mondo, superando Quarto potere & La donna che visse due volte (Vertigo). Ora, per quanto io stesso reputi Lynch un genio assoluto, prima che al primo posto tornasse Vertigo, com’è stato possibile che, in vetta, stesse Strade perdute? Ah no, scusate, Mulholland Drive?

Mah, comunque si sa che io sono hitchcockiano, dunque adoro Brian De Palma e Femme Fatale.

P.S.: stando ai vostri bacati ragionamenti da ariani malati di mente, Al Pacino, avendo discendenti della Sicilia e non del Regno Unito, non sarebbe, assieme a Ian McKellen e Kenneth Branagh, il più grande attore scespiriano del mondo attualmente vivente dopo Laurence Olivier e lo stesso Welles. Capisco. Il vostro discorso non fa una grinza. Ho detto tutto, zoticoni. Anzi, no. Finisco ora davvero, dicendovi questa: non credete al fantomatico e fallimentare “metodo scientifico”. Dieci dei più quotati psichiatri di Bologna, dopo avermi affrontato, stanno ancora piangendo. Se volete che ogni Spider alla Cronenberg ritorni in sé, riportatelo a casa come la Palmer/Lee nel finale di Twin Peaks: Il ritorno.

This is a straight story. Ed è dunque inutile che i miei haters si scervellino a voler darsi una spiegazione logica di quanto accadutomi e, di conseguenza, di quanto successo alle loro poveri menti microscopiche. Non esiste. Loro non sono (d)io.

 

di Stefano Falotico

Straight Story poster

HOUSE OF GUCCI – Lady Gaga & Adam Driver nella nuova foto ufficiale dal set del film più brutto dell’anno, forse di tutti i temp(l)i


10 Mar

signore signora gucci adam driver lady gaga

Mentre in Italia, anzi, nel Belpaese nella sua quasi totale incertezza, no interezza, vige ancora una sorta di stato di guerra nazi-fascista, soffocati come siamo da dittature sanitarie assai discutibili, mentre nel Regno Unito stanno superando l’impasse dei vari lockdown precedentemente imposti in virtù della loro fermezza governativa decisamente superiore ai ridicoli decreti controproducenti emanatici da presidenti del Consiglio identici a Pinocchio, definibili più propriamente come penosi bugiardi e vili, cioè infimi conigli, mentre in Israele già festeggiano anticipatamente, in vista del “liberi tutti” della Pasqua ebraica, la loro religiosità monoteistica su cui Mauro Biglino, anti-biblista per eccellenza, avrebbe non poco da ridere, no, ridire, mentre l’opinabile ebraista Cuscito persevera a contestare anche La Bibbia nuda, ecco che, dall’account ufficiale Twitter di Lady Gaga, viene “mandato in onda” l’official first look di lei in posa assieme ad Adam Driver. Entrambi senza mascherine, altresì addobbati rispettivamente come due altoatesini coperti da maglioni di lana comprati all’Abetone, no, da Benetton, e da cappelli che somigliano a un colbacco acquistato alla Rinascente.

Sì, Lady Gaga pare una donna transiberiana dallo sguardo hot che, vicino a uno scoppiettante camino, al venir… della sera dopo un tramonto rosso fuoco, ardimentosamente accenderà in modo asintomatico ogni virile ardore, raffreddatosi ed eroso più d’una zona erogena, no, montagnosa picconata da uno scalatore come Reinhold Andreas Messner, degli uomini ammalatisi non di Covid, bensì induritisi nel gelo ormonale da Yeti anti-erotici. Lei ardirà ad ardere e abbrustolire il vostro grande freddo polare, sfilandovi anche la Polo per donarvi una notte più selvaggia di un unrsus maritimus Phipps, famoso orso del North Pole.

Ed ecco che la nostra… la mostra, no, si mostra tutta vestita di noir dal set di quella che si preannuncia una pellicola romantica da Gonna with the Wind, no, da Via col nel vento del Monte Rosa, no, come evento di quest’altro anno più burrascoso di una valanga rovinosa sui picchi, no, sui pochi coraggiosi che, malgrado le chiusure alle località sciistiche, trasgressivi più della Gaga nei suoi videoclip musicali assai bollenti, elusero tutte le regole dei Dpcm più imbarazzanti di Vacanze di Natale del compianto (da chi?) Carlo Vanzina.

Eccola, la Vedova Nera, alias Patrizia Reggiani. Incarnata dalla Germanotta. Eccolo, Maurizio Gucci, interpretato da Adam Driver. Colui a cui Scarlett Johansson, Black Dahlia per Brian De Palma, chiese il divorzio in Storia di un matrimonio.

Sì, in Italia, Dalila Di Lazzaro fu ed è la donna adatta a ogni uomo da amare, no, da Mare d’inverno, no, esemplificò invero la nostrana Dalia Nera. O forse Hilary Swank, con tintura corvina non patinata da Vogue, no, non sul ghiaccio pattinò né pattina, no, non fu platinata nel film appena succitato di De Palma, immedesimandosi invece ridicolmente in Kim Novak anti-ossigenata di Vertigo, cioè La donna che visse due volte?

Sì, ancora impazzano le quarantenni, no, le quarantene in Val d’Aosta, in Trentino Alto-Adige/Sudtirol, forse anche a Courmayeur, e Nanni Moretti prende una boccata d’aria fresca, insegnando come si taglia il Mont Blanc. Evviva la Nutella e la settimana… Bianca!

In House of Gucci, vi sarà pure Jared Leto. Da poco approdato a Roma. Il quale, dopo una vita da modello forse perfino per Rodolfo Gucci (Jeremy Irons), no, per Armani e Clemente Ludovico Garavani, più comunemente noto as Valentino, da non confondere con l’amatore Rodolfo dallo stesso cognome del nome del nostro celebre stilista internazionale, posò sulla scalinata di Piazza di Spagna. Vestito da Rocco Siffredi, uomo che non ha mai eroticamente freddo, per l’appunto, o da Rocco Barocco?

Nel film di Scott, vi sarà persino Al Pacino. Uomo di origini sicule dal sangue caliente!

Forse assisteremo anche al comeback di Alberto Tomba.

In vestaglia, no, in veste cammeo o da uomo buono come una Torta Cameo. Interprete “indimenticabile” di Alex l’ariete ed ex di Martina Colombari, donna dalle curve più pericolose d’uno Slalom Gigante. Alberto, peraltro ex carabiniere di Castel de’ Britti, amena frazioncina nei cipressi, no, nei pressi di San Lazzaro di Savena, a sua volta comune dell’inland dei colli bolognesi.

Alberto, ex testimonial “bono” della Barilla.

Così, fra un albero natalizio quasi a Pasqua, no, fra un Alberto risorto e un altro lussurioso, no, lussuoso e assai comodo resort, aspettando un altro film di Scott con Joaquin Phoenix nei panni dell’imperatore Commodo, no, di Napoleon, per dirla all’americana, continuano le riprese di questo Via Montenapoleone iper-costoso.

Nel frattempo, i vanziniani, no, i papapapapaparazzi di Lady Gaga, i gossipari e i fanzinari, i giornalisti leccaculo del super mega direttore galattico coi super attici come Berlusconi, legati a marchettari legami non coniugali, bensì editorialmente ruffiani, in modo propagandante e schifosamente promozionale, asseriscono che la Gaga sia uguale, fisionomicamente, alla Reggiani. Certo…

House of Gucci, un film che sputtana un complotto mostruoso. Però, non screditerà la griffe… poiché è sempre pubblicità, ah ah. Cosa si farebbe pur di mangiare in quest’Italia da famose du’ spaghi, di pennivendoli dall’inglese maccheronico che adorano il formaggio… degli amanti corrotti e soprattutto scaduti più di Zucchero di Parmigiano, no, di Partigiano Reggiano. La Gaga è inoltre ospite di un albergo che affaccia sui Fori imperiali per rivedere il Colosseo vero e non ricreato dalla CGI del peplum più retorico della Storia, ovvero Il gladiatore. Fra un ciak e l’altro, mangia un polpettone, indossando scarpe dai tacchi più vertiginosi del sopra eccitato, no, succitato capolavoro di Hitchcock, oppure dei sandaloni? Alla faccia di noi, coglioni? Gressoney Saint Jean e Gressoney La Trinité in Sankt-Moritz!

Ricordate, la Gaga fu la seconda scelta di Ridley Scott dopo Angelina Jolie. Cioè, la madre di Grendel ne La leggenda di Beowulf. Donna milf come Kendra Lust e Cherie DeVille, Theresa Russell di Whore di Ken Russell, woman come Maddalena de La passione di Cristo di Mel Gibson, cioè Maddalena Scordia, vale a dire Monica Gucci, no, Bellucci/Malèna?

Sì, Hänsel e Gretel, donne che si credono garbate e Garbo Greta, Snow White & i sette nani, I fratelli Grimm e l’incantevole strega… Donne che saprebbero resuscitare i morti e Papa Ratzinger, donne che attraggono i mori, no, le mire… d’ogni pazzo e paparazzo amante delle bionde, donne per ogni ca… zone, donne spaparanzate sul divano a girarsi i pollici o a girarseli tutti, donne come Megan Gale, cioè Rachel Roberts del film S1m0ne, donne “valenti” come Nina Morić e Nina Seničar. Donne per ogni uomo con le “palle” (di neve?) come Fabrizio Corona. E Ridley Scott dovrebbe vergognarsi di aver castrato Kevin Spacey in Tutti i soldi del mondo. Kevin andava con ragazzi maggiorenni come Jude Law di Mezzanotte nel giardino del bene e del male. Allora, che male c’era? Non sono omosessuale, non sono omofobo, non sono moralista, però sembro Pier Paolo Pasolini. Ex grande ala destra. Dal dribbling più entusiasmante non degli slalom di Tomba Alberto, bensì da ex militare, no, militante nella scuola Calcio Bologna. Fu grazie a me che vincemmo il torneo di via Ca’ Bassa! A San Lazzaro… Ma questa è un’altra storia… Forse sarà presente nel seguito di Bologna insanguinata!

A tutti i miei haters poveretti nel cervello, forse non solo in quello, come dicono nel capoluogo felsineo, io direi… socmel, che inculet che avete ciappett’! Siete rimasti inchiappettett’!

Per dirla insomma alla Vasco Rossi, eh già, sono ancora qua! Aggiungo io, miei quaquaraquà. Ah ah.

Sarò una stella cometa o A Star Is Born?

Mah, di mio, oggi devo tagliarmi la barba. Non sono però ancora barbone.  A volte, sono solo palloso, sì, barboso. Vorreste evirarmi, no, evitarmi per questo? Allora, non è che voi siete i figli della Reggiani? Eh sì, dei figli di…

E ho detto tutto, vero?

 

di Stefano Falotico

a star is born cooper gaga

Il ritorno di David O. Russell e il mio ritorno all’ovile e al quartiere Navile dopo le mie vane, patetiche speranze di adeguarmi e omologarmi al porcile


16 Feb

Christian+Bale+David+O+Russell+2013+Variety+TeC4Ut1n-Mrl

Partiamo dalle notizie cinematografiche e, solo dopo che le avrò sviscerate, potrete evincere che finsi di avere voglia di vincere ma la mia malinconia si rivelò più imbattibile del pugile Micky Ward/Mark Wahlberg di The Fighter.

David O. Russell tornerà alla regia, ad Aprile.

Di mio, dopo tanti orizzonti di gloria, dopo che fui perfino scambiato per Christian Bale di American Psycho, colui che invero rappresenta in toto la mia nemesi, altro che la mia simbiosi, dopo che (non) riuscii a curare la mia nevrosi, dopo m’illusi che sarei risorto come Dark Knight Rises, dopo la mia pubertà da John Connor/Edward Furlong di Terminator 2, periodo nel quale tutti, compresi i miei coetanei, si convinsero che fossi un predestinato, no, non mi trasformai in un combattente come Christian Bale di Terminator Salvation ma neppure m’involsi in un truffaldino malvivente come Bale di American Hustle.

Non uso parrucchini e non mi piacciono le tipe come Amy Adams. Cioè, delle finte suore tanto carine. Basti vederla nel film Il dubbio per capire che questa andrebbe pure con quel Philip Seymour Hoffman. Forse incolpevole o forse un pedofilo peggiore di quelli mai denunciati da Ratzinger.

Sono un personaggio da Oscar, sì, sempre Christian Bale. Sempre di The Fighter. Uomo, il sottoscritto, verso il quale tutti nutrirono Grandi speranze da Charles Dickens ma, sino a questo momento, non incontrai nessun De Niro di Paradiso perduto.

Sì, perfino i criminali che attentarono alla mia purezza, cazzo, non vogliono redimersi e pagarmi un sacrosanto risarcimento. Dunque, sarei potuto diventare un pittore di quadri cubisti da moderno Rinascimento, bello come Ethan Hawke. Sì, un ragazzo sofferente di atimia, mica di timidezza che, dopo la sua adolescenza problematica e tormentata, si sarebbe trasformato in un bell’uomo intellettuale.

Persi anche L’attimo fuggente.

Invece rimasi un astrattista astruso della mia depressione inaffondabile nella quale, tanti anni or sono, affogai e paurosamente affondai. Senza però mai precipitare nell’uso delle droghe.

Sì, il protagonista del nuovo, attesissimo film di David O. Russell, intitolato provvisoriamente Amsterdam, sarà ancora una volta Christian Bale. Assieme a De Niro, forse, l’attore fisicamente più trasformista della storia.

Un monstre, un camaleonte capace di rinascere più dell’araba fenice. Infatti, in Amsterdam, vi sarà anche un piccolo ruolo assegnato all’immancabile amico per eccellenza di O. Russell, ovvero proprio De Niro.

Per un cast, come si suol dire, delle grandi occasioni, vale a dire, il già menzionato Bale, Margot Robbie, forse Jamie Foxx, forse Angelina Jolie e Michael B. Jordan. Vi saranno probabilmente anche Michael Myers e Michael Shannon.

Shannon avrebbe dovuto anche interpretare la serie televisiva Amazon che De Niro e Julianne Moore, a loro volta, avrebbero dovuto girare con O. Russell dopo che De Niro stesso avesse finito le riprese di The Irishman. Ma appena iniziarono le riprese di The Irishman, scoppiò lo scandalo sessuale di Harvey Weinstein. Che doveva essere il co-produttore di tale serie.

Il progetto fu sospeso e forse a fine Aprile vedremo Nonno, questa volta è guerra di Tim Hill con De Niro. Prodotto, per l’appunto, dalla “succursale” di Weinstein, la Dimension Films, e tenuto in frigorifero per svariati anni. In Italia, verrà distribuito dalla Notorious Pictures.

No, non posso vedere Il lato positivo nella mia vita. Credo che non incontrerò una tipa e topa con le palle come Jennifer Lawrence che potrebbe farmi dimenticare che fui scelleratamente tradito e venni gravemente ricoverato quando, in rehab, avrebbero dovuto ficcare i responsabili di tale oscenità.

Sono uno determinato ma non mi svenderei mai come Joy. Prestandomi alle televendite pur di non finire come Giorgio Mastrota, ah ah.

Ogni ex di Giorgio, come Natalia Estrada, cioè una milf frustrata, sostiene che io sia ancora, nonostante tutto, un bel ragazzo e che vorrebbe divertirsi con me, regalandomi migliori natali…

Mi dice di non intristirmi col Cinema di Abel Ferrara e con ‘R Xmas.

Sì, dice che con lei me la godrò. Sì, dopo due mesi, a forza di essere sbattuto e come un limone spremuto, diventerò un tipo da cine-panettoni e da Checco Zalone.

Ah, che meravigliosa illusione che è la vita quando, per qualche mese, credi davvero che quest’esistenza, anzi resistenza, non sia stata solamente una tragica delusione.

Semmai, lasci lusingarti dalle tentazioni dei comuni mortali, vieni abbagliato e sedotto da qualche guru, non so se un testimone di Geova o il nuovo mago Otelma, cioè un ciarlatano, che ti vorrebbe far credere di non essere stato sedato e farmacologicamente addormentato come un ghiro. Per semi-lobotomizzarti come Ray Liotta nel pre-finale di Hannibal. Qualche psichiatra cannibale, cioè sciacallo della tua anima, uno strizzacervelli malato di mente e maniaco assassino.

Incontri una donna e lei dice persino che assomigli a Richard Gere.

Leggi assurdità, comunque, incredibili. Per esempio che Artur Fleck/Joker soffra della stessa psicopatologia dello Spider di Cronenberg.

Questa gente si definisce addirittura critica di Cinema e tutti critica senza conoscere, non solo le varie tipologie di schizofrenia, bensì non essendo neppure coscienze del suo stato di malattia.

Che si chiama idiozia. Persone esperte non solo di qualunquistica tuttologia ma addirittura specializzate in psichiatria quando invece e invero io le vedrei bene nella culla d’un reparto maternità di pre-pediatria.

Debbo ammettere, con estrema costernazione, che provai a diventare un maiale come quasi tutti.

Ma rimango giustamente, sanamente un pollo. E non mi piacciono le galline.

Meglio forse rimanere un poeta e ascoltare il rumore del fiume Navile. Che dà il nome al mio quartiere.

Perché dei vostri giochetti sleali, del vostro effimero mettere le ali ma in verità rimanere soltanto aleatori e superficiali, mi sono rotto le palle. Amo approfondire ogni aspetto, bello o brutto che sia, del reale. E adoro essere delirante come David Lynch, forse il più grande. Sublime maestro del surreale del suo magico, suadente reame. Qui c’è Inland Empire e io sono così “matto” che sto finendo il mio nuovo romanzo, una rielaborazione falotica di Vertigo. Per quanto concerne quel pazzo vero, cioè Morgan, ex dei Bluvertigo (ah, capisco, gruppo musicale che cambiò-non cambiò, come me, ah ah, pure l’accentuazione di vertigo per dare un tocco originale pateticamente emulativo di Velvet Blue ma restando lontano anni luce dalla classe dei Velvet Underground), chi mai lo dimise dalle cure prescrittegli dallo specialista?

Il mondo si divide in due categorie. Chi fu un ex genio come Dario Argento e chi, nonostante abbia girato molti film di e con Dario, cioè sua figlia Asia, più che altro asina, non sarà mai stupendamente folle come Abel Ferrara, malgrado assaggiò il suo seme in qualche New Rose Hotel.

Ma quale Trauma, Asia. Io fui traumatizzato. Tu, al massimo, potesti essere la direttrice strega dell’albergo di Suspiria.

 

di Stefano Falotico

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