Posts Tagged ‘Femme Fatale’

UNA STORIA VERA (The Straight Story) – Vi presento un grande Genius(pop): cioè DAVID LYNCH? No, un ratto agonadico originario di Pomarico


24 Jun

20220624_172613Ora, non so se coglierete tutte le eccitazioni che (non) provoco? No, ogni cinefila citazione, miei cani e uomini cinofili, oramai da bocciofila. Mi riferisco, a un certo punto del seguente filmato mostratovi, ovviamente da me realizzato à la Falò delirante in adamantino stile lynchiano, al cosiddetto uomo misterioso di Strade perdute (Lost Highway)? No, a Shelley Duvall del Popeye di Robert Attman con Robin Williams. Sì, miei nani da Twin Peaks e da pessime, italiote, scontate e volgari battute alla Massimo Boldi. Eh già, uomini monchi che fraintendeste anche la famosa sigla di Mork & Mindy. Sì, quella che faceva: nano nano, la mia mano!

Forse, non sapete neppure che il compianto David Bowie, amico di Lynch, era amante di Lucio Battisti. Anzi, specifico meglio. Nutriva una sconfinata ammirazione per il deceduto, appena succitato nostrano cantante. Informatevi e scoprirete, poveri ignoranti, che non mento. Voi, invece, mi foste mentitori, oltre che schifosi e criminosi traditori vergognosi. Vi perdono e vi sarò mentore, io tutto rammento e ogni vostra top(p)a rammendo. Non siete stanchi di commentare quel pazzo che, frusciante nelle sue frustrazioni da ratto del serraglio, non esce mai da una personale Videodrome alla Cronenberg dei poveri e da due vongole livornesi + caciucco, no, più ciuco d’un mulo di Pomarico, ed è soffocato, giocoforza, nel suo pensiero confinato più di un cinghiale nella riserva degli ungulati, accontentando una plebaglia di frustrati, inappagati e disadattati nerd col ciuccio in bocca e facendo (s)contenti vecchietti passatisti, tristemente nostalgici oramai dappertutto impotenti e andati, non solo nel cervello, miserabilmente? Ora, se volete vedere Shery Lee, alias Laura Palmer, ignuda, guardate Vampires del Carpenter e quasi tutti i suoi film dell’ano, no, degli anni novanta, come attrice. Eh eh. Se volete vedere Sherilyn Fenn scoperta, noleggiate Boxing Helena. Ve lo indurirà, indurrà a togliervi i boxer e a smanettar’. Se invece volete vedere Il silenzio degli innocenti, no, Il silenzio dei prosciutti, no, un altro film con Julian Sands e Joanna Pacula, visionate La villa del venerdì. Se pensate che la regista di Boxing Helena sia la figlia di Lynch, avete ragione. Se pensate che la donna ignuda, a prescindere da Sherilyn Fenn (ex di Johnny Depp), che lo riceve in quel posto da Sands, si chiama/i Nicolette Scorsese, avete ragione. Ma avete torto se credete che sia figlia del regista di Toro scatenato. Cioè Martin, il quale, è da Circolo Arci come voi, no, arcinoto che stava con Isabella Rossellini. La quale, poi, lo lasciò per David Bowie, no, per Lynch, girando Velluto Blu. Dunque, poveri idioti, prima di attaccare senza motivo un “demente” come me, c’avrei pensato su due volte.  Così come dicono in meridione: vi auguro tante belle coooseee. Anzi, vi lascio con un piccolo quiz, nanetti e inetti. Per molti anni, Mulholland Drive fu reputato (chissà da chi, poi) il film più bello del mondo, superando Quarto potere & La donna che visse due volte (Vertigo). Ora, per quanto io stesso reputi Lynch un genio assoluto, prima che al primo posto tornasse Vertigo, com’è stato possibile che, in vetta, stesse Strade perdute? Ah no, scusate, Mulholland Drive?

Mah, comunque si sa che io sono hitchcockiano, dunque adoro Brian De Palma e Femme Fatale.

P.S.: stando ai vostri bacati ragionamenti da ariani malati di mente, Al Pacino, avendo discendenti della Sicilia e non del Regno Unito, non sarebbe, assieme a Ian McKellen e Kenneth Branagh, il più grande attore scespiriano del mondo attualmente vivente dopo Laurence Olivier e lo stesso Welles. Capisco. Il vostro discorso non fa una grinza. Ho detto tutto, zoticoni. Anzi, no. Finisco ora davvero, dicendovi questa: non credete al fantomatico e fallimentare “metodo scientifico”. Dieci dei più quotati psichiatri di Bologna, dopo avermi affrontato, stanno ancora piangendo. Se volete che ogni Spider alla Cronenberg ritorni in sé, riportatelo a casa come la Palmer/Lee nel finale di Twin Peaks: Il ritorno.

This is a straight story. Ed è dunque inutile che i miei haters si scervellino a voler darsi una spiegazione logica di quanto accadutomi e, di conseguenza, di quanto successo alle loro poveri menti microscopiche. Non esiste. Loro non sono (d)io.

 

di Stefano Falotico

Straight Story poster

IL COMMISSARIO Falò – Sarà un libro e poi un film à la DARIO ARGENTO, da Hercule Poirot/Pierrot


23 Feb
Kenneth Branagh as Hercule Poirot in 20th Century Studios' DEATH ON THE NILE. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Kenneth Branagh as Hercule Poirot in 20th Century Studios’ DEATH ON THE NILE. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Sì, un libro che trasformerò in sceneggiatura cinematografica, a sorrata, no, basato su un character da me incarnato, ispirato a Charlot, associato spesso alla famosa maschera, non so se pirandelliana, di nome Pierrot. Una sorta di Hercule Poirot da Agatha Christie che indagherà nel torbido con savoirfaire da Elliott Gould de Il lungo addio. Un libro-film pregno di elementi sia oniriche ironici, un film à la Falotico. Con suggestioni alla Dario Argento, una pellicola casareccia e artigianale nel senso migliore del termine, simile a Blood Work del maestro Clint Eastwood. La storia di un uomo apparentemente inutile e insulso, insignificante e a prima vista debosciato-disgraziato, per nulla cieco, che vede chiarissimo in un mondo di morti di fame e anche di quella cosa che inizia con F e finisce con A. Da girare fra trattorie malfamate ricolme di gente disperata, semmai pure disoccupata e dalla magra vita angariata. Tra donne più racchie di tua madre che pensano di essere Ava Gardner e credono di essere, delirando da TSO immediato, delle inarrivabili FEMME FATALE come Rebecca Romijn, ex Stamos (a proposito, se non sta più con Stamos e neanche con un altro, di certo non sta con te, beviti un tè e, per digerire, poi un caffè, eh eh). Presto sulle maggiori catene librarie online e sui migliori schermi del Cinema mondiale. Ah ah. Un libro-film fumettistico, cupo e lugubre, mortifero e tetro eppur anche intriso di segmenti goliardici, spiritosi che varranno, come si suol dire, tutto il prezzo del biglietto. Un libro-film stracolmo di paradossali colmi e di freddure più godibili delle patate croccanti e bollenti. Esempio di un dialogo che sarà poi presente nel libro-film a venire: – Lei mi crede pazzo, nevvero? – Onestamente, sì. Non posso mentirle. Lei mi sembra pazzo, senza dubbio lo è. Non se la prenda ma non mi dà buona impressione. – No, non mi arrabbio, si figuri. Ci mancherebbe, è la storia della mia vita. Un tempo, la gente mi prendeva per pazzo, dicendomi che da mattina a sera facevo un caz… o, adesso invece pensa che io sia più pazzo di quello che si poteva supporre in quanto scrivo libri che queste persone non scriveranno mai. Come la vede? Anzi, posso darle del tu? Come la vedi? – Ripeto, cerco sempre di essere sincero e non voglio mentirle. La vedo malissimo. Anzi, scusami, ti vedo molto male, figlio mio. – Non avevo dubbi. Mi tolga una curiosità se posso chiedergliela? Lei, nella vita, che fa? – Guadagno centomila Euro al mese, postandomi seminudo su Instagram. Ottengo migliaia di visualizzazioni. – Mi pare un buon lavoro. Lei non è mica un cogli… ne qualsiasi. Lo si capisce, guardandola in faccia. Lei è di un altro livello. – Ovviamente. Io sono un grande uomo. – Sì, lei è uguale e identico a Charles Chaplin, conosciuto anche come Charlie. – Scusi, chi è?

di Stefano Falotico

 

Festival di Cannes: provocazioni? Il finto scandalo di quel “cretino” di Verhoeven con Benedetta, Sean Penn boomer oramai alla frutta, a Venezia vi fu Persécution di Patrice Chéreau, Charlotte Gainsbourg e ho detto tutto…


11 Jul

Sean+Penn+Flag+Day+Photocall+74th+Annual+Cannes+ao4zjmnjcG6x

Virginie+Efira+Dior+Dinner+74th+Annual+Cannes+qaauIM68kgNxA quanto pare, pur non trovandomi io alla Croisette, neppure alla montée des marches, non trovandomi però neanche alla Montagnola, famoso ritrovo serale di pusher e drogati del bolognese, pur non essendo Nick Nolte/Montagnet di Triplo gioco – The Good Thief, remake di Neil Jordan del capolavoro polar Bob il giocatore di Jean-Pierre Melville, quest’ultimo da non confondere con Herman Melville, autore letterario di Moby Dick, Triplo gioco a sua volta da non confondere con l’omonimo film di Peter Medak, in originale Romeo is Bleeding, con un Gary Oldman più strafatto del suo Norman Stansfield di Léon di Luc Besson con Jean Reno che non guida una Renault ma, in Costa Azzurra e a Parigi, in BMW girò Ronin con De Nirò (no, l’accento francese non ci sta, ah ah)… De Niro che, con Besson, filmò Cose nostre – Malavita in Normandia, più precisamente a Verneuil-sur-Avre, non molto distante da Mont Saint-Michel, film nel quale vi è Pfeiffer Michelle… oddio, a Cannes è passato Stillwater (famoso fenomeno de La Mer di Charles Trenet, no, umano e à la Il principe delle maree, ah ah) con Matt Damon e Camille Cottin, la quale forse, in House of Gucci, abiterà a Roma in una maison antica piena di pietre preziose studiate dall’ex geologo e orologiaio, no mineralogista Pierre Louis Antoine Cordie. Villa ove pedagogizzerà i figli secondo i metodi di Pierre de Coubertin, profumandosi di Chanel Preston, no, Chanel n.5 oppure sfilando tutta odorabile in passerona, no, passerella da prêt-à-porter di Jean Paul Gaultier…

Dai, basta coi baci alla francese. Date i baci Perugina anche al pan di Spagna con tanto di zuppa inglese pure alle portoghesi che amano la Marsigliese per una vera rivoluzione non francese, bensì sessuale, mai avvenuta col 69, no, col ‘68, mai attuatasi concretamente con Robespierre.

E che sono queste P.R,? Cosa? Sono esperte di pub. iche relazioni?

Ci vuole Liberté, égalité, fraternité così come insegnò Marlon Brando a Maria Schneider in The Last Tanga, no, Tango in Paris. Evviva The Dreamers di “Bernarda” Eva Green, no, di Bertolucci Bernaldo.

A Cannes stanno passando porcate a non finire.

Paul Verhoeven, dopo averci regalato RoboCop (grande film ma non un capolavoro) e Atto di forza, dopo aver visualizzato il sogno di ogni uomo virile alla Michael Douglas (un pover’uomo, comunque, stalkerizzato sia in Attrazione fatale sia in Rivelazioni), mostrandoci quella di Sharon Stone in Basic Instinct e quella di Liz Hurley, no, della Berkley in Showgirls (stronzata oggi considerata bellissima, dai, su), dopo aver usato la più bella controfigura mai vista per Jeanne Tripplehorn, dopo averci deliziato con Elle, interpretato da Isabelle Huppert, adesso c’ha ammorbato con Virginie Efira. Anche lei già presente in Elle. E da tempo immemorabile poco vergine. Ma quale Virginie e virginale! Ve lo dico subito. Se non siete stati fra quelli presenti a Cannes per l’anteprima di Benedetta, non vi siete persi nulla. Basta che noleggiate Un amour impossible e Tutti gli uomini di Victoria e capirete che Virginie è quasi Nymphomaniac come Charlotte Gainsbourg. Vera donna da Antichrist, ah ah.

Nell’appena eccitatovi, no, succitato film di quel cazzone di Lars von Trier, la Gainsbourg sembra Chanel Preston e Liza Del Sierra (oramai ritiratasi ma li tirava) nei film di blacked.com. E ho detto tutto. La Gainsbourg, alla pari della madre, Jane Birkin (birichina, eh eh), è specializzata in scene da Chloë Stevens Sevigny (è nata negli Stati Uniti) di Brown Bunny. Ove Vincent, non Cassel, fa un po’ troppo il Gallo.

La Gainsbourg, nonostante si sia data… molto, ha girato un solo capolavoro, cioè Persécution di Patrice Chéreau.

Detto questo, Sean Penn, oramai idiot savant totale, dopo averci ammaliato con le prime quattro sue opere da regista, dopo aver rovinato Jean Reno (un missionario poco pratico della missionaria) nella pellicola Il tuo ultimo sguardo, dopo essersi recentemente sposato con una ragazzina divina che ha quasi la stessa età della figlia, cioè Leila George, dopo essere stato assieme all’unica donna decente (Robin Wright) del suo curriculum da tro… ne, tombeur de femmes della Madonna (cioè, la Ciccone), cioè dopo aver avuto indicibili flirt con topone però che fanno rima con zoc… one, in Flag Day recita la parte di un padre pieno di sensi di colpa da coglione. Certamente, è credibile quasi quanto Jack Nicholson di 3 giorni per la verità quando vuole farsi perdonare da Anjelica Huston. E ho detto tutto un’altra volta.

Ora, la donna francese col più bel lato b non è Laetitia Casta, bensì Charlotte. Chi? La Gainsbourg? No, Charlotte Le Bon. Ah, per forza, a Bologna direbbero a mo’ di Stefano Accorsi: socmel se l’è bona. Maxibon! Ah ah. Comunque, Le Bon è canadese. Ah ah.

Presto, concorrerà a Cannes anche Nanni Moretti. Il quale, dopo Caos calmo con Isabella Ferrari, è credibile nei panni di un uomo “duro” che non tradisce mai le istanze della personalità da Tre piani, eh già, quasi quanto Michael Rooker del suo odiatissimo, in Caro diario, Henry…

Che posso dirvi di me? Credo che Shannon Tweed abbia tradito Gene Simmons nel film Singapore Sling. Penso di essere, anzi sono David Wissak di Twentynine Palms per la regia di Bruno Dumont. Con l’unica differenza che la mia lei è molto più bella di Yekaterina Golubeva. Povera la Yekaterina. Russa e morta alla sola età di 44 anni a Parigi.

Comunque, la dovreste finire anche col Cinema del polacco Andrzej Żuławski. Uomo da Femme publique come Valérie Kaprisky, uomo da Sophie Marceau de Il tempo delle mele, no, di Mes nuits sont plus belles que vos jours & Amour braque – Amore balordo.

Sapete, pur non essendo io bisessuale e non soffrendo di AIDS, adoravo il film Notti selvagge (Les nuits fauves) di e con Cyril Collard e Romane Bohringer. La donna dal seno più bello di sempre.

Quindi, se l’Italia vincerà contro l’Inghilterra, non voglio nessun Margheritoni/Andrea Roncato che, a Isabel Russinova, cantò Toto Cutugno. Buongiorno Italia, buongiorno Maria con gli occhi pieni di malinconia…

Basta con gli italiani medi. Vogliamo un genius vero. Qualcosa di veramente spaventoso. Io sono un autarchico, non Moretti! Sino a qualche anno fa era impensabile poter girare un film da Lav Diaz con un cellulare Samsung di 140 Euro. Oggi, si può girare un film di 140 ore. Migliore di Femme Fatale di Brian De Palma e con un piano sequenza più spettacolare dell’incipit de Il falò delle vanità. Anche perché, a proposito di Ronin, credo di essere l’unico uomo del 2021 a sapere chi sia, cari cinefili da mercato ortofrutticolo, John Frankenheimer. Uno dei più grandi registi di tutti i tempi. Vi dovete solo vergognare. E voi, voi che dite che Verhoeven è un genio come David Cronenberg. Per piacere, basta! Mi ha fatto morire Francesco Alò, Ha definito Benedetta un Giovannona Coscialunga alla Ken Russell. Detto questo, a Leos Carax, preferisco Lilli Carati. Uh uh.

Ebbene, cari gobbi di Notre Dame, no, uomini Klaus Kinski di Per qualche dollaro in più, cari pervertiti come Gian Maria Volonté in tale film, (Volonté non è francese, ah ah) ché violentate perfino donne purissime come Nastassja, oltre ad andare con bagasce come Deborah Caprioglio, se qualche stronzo vuole distruggervi, arrivo io e dico:

Sei stato poco attento, vecchio. Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci.

Mi sa che conoscete poco il Cinema, poco gli uomini e le donne, avete letto pure pochi libri e siete moscissimi.

Ricordate: sono il più grande artista del mondo, non abito a Montmartre ma sono il re dei martiri. In vita mia, fumai solo una canna. Scusate, Cannes è il plurale inglese di quella che vi fate voi? Sì, esiste Il tempo delle mele ma anche quello delle pere. Di mio, non sono un drogato e non ho il fisico a pera. Conoscete ogni unità di misura Ampere? Ah sì? Però, qualcosa sapete. Scusate, alle pere preferisco le pesche.
persecutionFlag+Day+Press+Conference+74th+Annual+Cannes+iwAYj6yxNFnl

Virginie+Efira+Mothering+Sunday+Photocall+C4EehxPPzOFx

di Stefano Falotico

UPDATE:

Monday, July 12, 2021 – Vinciamo gli Europei, Nanni Moretti presenta un nuovo capolavoro, cade la regina, le ignobili débâcle di Verhoeven e Sean Penn, aveva ragione John Lennon

Amici, son invecchiato anche io. O forse sono ringiovanito ma gli altri non possono sapere chi io sia, chi sono. Non lo so neppure io.

Per la prima volta in vita mia, ho avvertito di essere percepito in maniera giusta dal prossimo.

Sì, purtroppo o per fortuna, a Settembre compirò 42 anni.

Anche se me ne sento 16, al massimo 20. Perché, per tante circostanze avverse, mi sono mancati, mi mancarono tanti anni di vita.

In un passato oramai remoto, mi auguro superato anche se non del tutto rimosso, lo sapete, gravemente mi ammalai.

Si trattò di una patologia piuttosto pesante. Divenni un film di Bergman. Inutile stare a spiegare, perfino a me stesso, cosa (mi) successe in maniera imponderabile.

Non fui mai davvero malinconico, fui semplicemente altrove. Chissà dove. E, quando mi ripresi, la gente pensò che avessi mentito loro.

Ma non voglio condannare nessuno per i suoi errori ed orrori, tantomeno me stesso.

I miei occhi hanno riacquistato la luce della vita. E sento, dentro di me, una forza spaventosa.

Nessuno mi ha, sino ad oggi, mai visto così. Nemmeno io, ah ah.

Infatti, le possibilità sono due: o sono impazzito del tutto oppure sono stato illuminato da qualche dio miracoloso. Io, nei confronti di me stesso, non sono misericordioso.

Non mi sento triste, anzi. Mi fa solo tristezza, appunto, sentirmi giovanissimo e invece essere visto come uno di mezza età.

Al che, ordino un caffè al bancone e il barista dice alla barista: – Che cosa aspetti? Servi il signore.
Il signore sarei io. Poi ordina alla stessa ragazza: – Quel ragazzo aspetta la sua ordinazione da quindici minuti. Servilo. E fai in fretta. Ah, hai servito o no questo signore?
Il signore, ripeto, sarei io.

Non ho rimpianti. Perché le parole mi escono dalla bocca con una semplicità disarmante. Sì, ho letto molti libri ma certamente meno rispetto a gente che sa parlare peggio di me. Ah ah.

Abbiamo vinto gli Europei? No, hanno vinto. Oramai è trascorsa qualche ora da questa vittoria storica. E, stamane, inizierà per me e per molti di voi una nuova giornata senza miliardi da calciatori pieni di oro.

Voglio fluttuare, navigare nella mia anima come un impavido pirata delle mie emozioni sprigionate, del tutto liberatesi dei tormenti esistenziali del mio ignoto tempo senza vita e senza spazio. Non ho voglia di pensare al domani. Gioirò di tutto, morendo nel mio cuore a ogni ora per poi rinascere allo spuntare di un nuovo giorno pieno di calore e colore.

Sono in fase oramai calante? Forse sì. Dietro di me vi sono grandi libri da me scritti. Sì, lo sono. E forse un dì, quando sarò io morto da un millennio, qualche ragazzo li leggerà e vivrà, attraverso le mie parole, quel che io vissi quando li scrissi. Sentendosi, come me, allegro e scanzonato, poi arrabbiato e disperato, depresso e tormentato, sfigato e poi fortunato, amato e ripudiato, odiato e invidiato, vilipeso e oltraggiato, ferito e poi resuscitato. Ma è la vita.

Il resto è sovrastruttura che la gente, attraverso libri inutili di scuola e di Storia scritta dai vincitori, impara a menadito. Ripetendo cioè la pappardella a memoria per far contenti amici e parenti.

La mia vita fu sbagliata, sbiadita, clamorosamente inaudita. Da me stesso non concepita, negata e poi riabbracciata.
Sto scrivendo un altro romanzo, provvisoriamente intitolato Bologna POLAR.

Forse farà schifo, forse sarà bellissimo, forse non lo finirò, ah ah. Oppure, poche ore prima di dare il visto si stampi per la pubblicazione, per strada incontrerò un assassino e questo qui mi ammazzerà. Poi la mia casa brucerà e il libro non più esisterà, ah ah.

Voglio prenderla con Filosofia, con armonia, perché no, anche con Biologia. Ah ah.

Credo di conoscere molto bene il Cinema, gli uomini e le donne.

Una volta John Lennon cantò… immagina un mondo senza religione…

Senza bigotti moralismi e oscurantismi, aggiungo io.

Voglio ora divertirvi, giocare, giocare con le parole.

Perché son un menestrello, sono brutto o forse bello, son un porcello o solo un cesso.

Non voglio il successo e non so cosa mi sia successo.

 

 

La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

LA DONNA ALLA FINESTRA: perché parlate sempre di Tarantino e Paul Thomas Anderson, menzionate e celebrate il grande Joe Wright


21 Mar

donna finestra poster amy adams

Ora, non so se Stallone sia diventato Andrea Roncato a livello fisionomico. Che poi… ci si sbaglia sempre tra la fisionomia e la fisiognomica, cioè il ramo pseudo-scientifico che, in base ai suoi discutibilissimi criteri del tutto opinabili, avrebbe l’ardire di giudicare la personalità e la conseguente psiche o viceversa di una determinata persona. Ma cos’è la “profilazione” psicologica di Mindhunter? Ma per piacere…

La vita vera non è una serie televisiva.

Leggete semmai il mio libro Bologna insanguinata e capirete che io riesco a citare mille volte nel mio libro il grande Andrea Roncato, re del trash goliardico più sboccatamente felsineo, pur conservando una suspense narrativa à la Il silenzio degli innocenti.

In questo mio libro, cito Zodiac ma riferisco anche di essermi eccitato più volte sull’attrice Valeria Cavalli. Presente sia in Zodiaque per la regia di Claude-Michel Rome che in Zodiaco di Eros Puglielli.

Presente sia ne La tenda nera che ne La freccia nera.

Se volete vederla fare sesso, guardate l’inizio del film Il caso Martello. Ci diamo nel martellino, eh?

Se volete vederla ignuda, osservatela in Le Grand Patron.

Chiedo ora pardon se, nelle righe precedenti, mi son lasciato prendere la mano…

Per questa cazzata, vorreste forse operarmi l’amputazione di qualcosa… a mo’ del desiderio mostruosamente proibito di Buffalo Bill? Dai, ca… zo.

Ora, se una persona, sì, codesta dovesse autodeterminarsi in base a questa stronzata quasi peggiore delle teorie del Lombroso, eh sì, diverrebbe subito materia di studio.

Invece, se vedo Can Yaman, non essendo io omosessuale, penserei che trattasi di Schwarzenegger dei poveri su viso alla larga ricordante Kabir Bedi. Il reboot di Sandokan, peraltro, è stato realizzato o no?

Secondo Diletta Leotta, Can, attore cane, è un uomo da sposare. Per forza, le dona tutti i gioielli.

Pulisce i fornelli, la soddisfa pienamente a letto e le regala tutti i cani che vuole per accarezzarne altri oltre al suo. Una vita amabile, insomma, cagna.

Ecco, Bedi è uguale a tutt’oggi all’inquilino del settimo piano del mio palazzo, ovvero il sig. Tringali.

Ultimamente, il Tringali ha avuto varie sfighe. La moglie era ricca come Yaman, da me ribattezzato anche Aquaman semi He-Man. Ma fu Tringali che le donava i gioielli. Infatti, ora Tringali non ha un cazzo. No, il suo, credo che ce l’abbia. Economicamente, è a pecora dopo il divorzio che l’ha messo a novanta.

Sì, per molto tempo vissi da Bob De Niro di Hi, Mom! Variazione folle-psicotica e borderline sul tema del personaggio interpretato da James Stewart ne La finestra sul cortile. Ovviamente, puro Cinema depalmiano ispirato all’Hitchcock migliore. Femme Fatale docet.

Comunque, fra la Kim Novak de La donna che visse due volte, Grace Kelly e Rebecca Romijn, non scelgo nessuna perché le prime due sono morte, io non sono necrofilo e la terza, ex Stamos, deve avere avuto più amanti dell’ex moglie di Tringali.

Sì, non voglio venir affetto da alcuna topa, no, da nessuna malattia venerea. Come tutti gli uomini, però, voglio venire al dunque… Con calma, senza eiac… one precoce.

Quindi, non perdiamoci in masturbazioni… Badiamo al sodo in modo dritto e spedito giustamente godibile.

La mia lei è molto bella, molto più sexy di Diletta Leotta. Sinceramente, Diletta è una mig… ta.

Una come la mia lei, eh sì, miei belli, voi la vedrete col binocolo.

Non so com’abbia fatto a innamorarsi di me. Parlammo per molto tempo assai privatamente, cioè su WhatsApp e Messenger.

Io tentai in ogni modo di dissuaderla dallo sbloccarmi dal mio isolamento.

Onestamente, fui io ad approcciarla ma me la feci nelle mutande. Adesso, lei mi fa senza mutande.

Questa è la verità, nuda e cruda. E dire che provai in ogni modo a non incontrarla. Non volevo patire pene… dell’inferno.

Le dissi che, in passato, fui diagnosticato depresso incurabile, social-fobico insanabile, che mi addebitarono pure la patente, erronea ed orrida, di Elephant Man con disturbo paranoico delirante.

Lei invece credette subito che fossi un genio come Gary Oldman. Da quando io e la mia lei stiamo assieme, anzi, dal nostro primo incontro reale, è trascorso quasi un anno. Un anno speciale. Ho detto anno.

Per noi tutti è stato un anno orribile. Ma l’amore m’ha salvato. Se voi state male a causa delle quarantene poiché state troppo tempo in casa e perciò vi sentite depressi e inutili alla società, pensate piuttosto che un genio come Brian De Palma sono anni che non fa un cavolo, al che vi sentirete risollevati.

Altrimenti, guardate un porno e rimanete dei voyeur frustrati. Che vi devo dire? D’altronde, io sono un libertino. No, un liberale. Ognuno, secondo me, può fare quel c… zo che gli pare. Basta che non rompa le palle al prossimo.

Che poi… non è del tutto vero. Lo è, diciamo, a livello approssimativo. Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, eh già, rompeva le palle, eufemisticamente, alle donne.

Cioè, fatemi capire… erano donne soltanto all’apparenza? Cioè, sotto sotto, erano dei bestioni come Can Yaman? Può essere. Appurate voi, uomini (im)puri.

La mia lei abita lontano da me. Dunque, da un bel po’ non possiamo essere realmente, tangibilmente passionali come Gary Oldman e Uma Thurman prima che essi litigassero furiosamente.

Talvolta, io e la mia litighiamo in modo estremamente furioso. Anche Gary litigava sempre, come detto, con la Thurman, anche con la Rossellini, però.

No, credo che io e lei non ci lasceremo. Quando non possiamo amoreggiare davvero, tranne virtualmente, io riguardo Panic Room e rivedo Mank del grande David Fincher.

Jodie Foster mi piace molto ma non ho i soldi di Can Yaman per corteggiarla. Poi, Jodie è lesbica.

Quindi, non ci sono c… zi da fare…

Venero Gary Oldman ma non sono gay.

Ecco, Joe Wright è un gigante. Espiazione è un film magnifico. Se volete sapere cosa sia un piano sequenza magistrale, lasciate stare gli incipit di Omicidio in diretta e de Il falò delle vanità…

Lasciate stare le soggettive di Hitchcock e quella di John Carpenter nella scena d’apertura di Halloween.

Sì, nella mia vita finii in “manicomio” come Michael Myers e i miei coetanei mi considerarono afflitto da agorafobia.

Sono bravo a scrivere come Alessandro Manzoni ma non soffro di alcuna patologia, purtroppo.

Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto essere un demente come Can Yaman.

Lui pensa di avere tutto nella vita. Invero, non ha niente. Perché, senza una bella mente, puoi arrivare solo con Diletta Leotta e non altrove. Se invece sei Russell Crowe di A Beautiful Mind, sei anche schizofrenico.

Comunque, puoi avere lo stesso Jennifer Connelly…

La Leotta è carina ma deve avere il cervellino di una gallina. Dopo aver fatto sesso, Can e Diletta come passano il tempo assieme? Guardan(d)o Uomini e donne? Che vita di merda.

Invece, io sono “soltanto” trasformista come De Niro e Oldman. Sono isterico, nevrotico, creativo e non un cretino.

Fra l’altro, sono l’unico al mondo che ancora si ricorda che De Niro doveva girare il film Scared Guys per il regista di Galaxy Quest, cioè Dean Parisot.

Insomma, il mondo è popolato perlopiù da tamarri, da scemi e da sceme.

Di mio, mi piace essere spiritoso, essere burlesco, essere teatrale. E, a proposito di Teatro, idolatro il soliloquio di Amleto, eh sì, essere o non essere?

Uscire o non entrare? Con la mia lei esce ed entra regolarmente, senza bisogno di Viagra.

Talvolta, rimango solo amletico se entrarle più in azione o rimanere in folle…

Lasciando che, intanto, sospiri versi non propriamente scespiriani…

Mi spiace aver deluso i matti che volevano farmi credere che abbisognassi di farmaci neurolettici perché sono troppo “aggressivo-passivo”. Loro sono succubi attivi?

Sì, lo sono. In passato me lo diedero metaforicamente in quel posto, adesso si fottano.

Sì, è stato un anno strano, davvero. A un certo punto, incontrai anche un tizio fuori di testa, veramente. Ecco, io do l’impressione di essere una persona in difficoltà.

Al che, alla vigilia del mio compleanno, costui mi mostrò una foto di Julianne Moore in posa molto sensuale.

Poi, dopo che discutemmo di Cinema, “spiritosamente” mi disse a mo’ di chiaro sfottò: ricorda, Stefano, il film più bello del mondo non è Quarto potere, bensì Forrest Gump.

M’invitò più volte a casa sua. E io mi misi a registrargli una prova recitativa, con la mia voce, del Primo Canto della Divina Commedia.

Trovò dunque una scusa bella e buona per allontanarmi. E nei giorni seguenti aggiunse: non scrivermi né cercarmi mai più.

Sì, sono spesso taciturno e la gente pensa che io sia un “ritardato”. Quando inizio a recitare, vedono un “mostro” di bravura e non ci capiscono niente.

Perché il mio discorso non fa una piega. Avendo una vita “normale”, non sono mai stati costretti a portare la mente a un livello a loro ignoto.

Parlano solo di donne che non tromberanno mai, di donne che li hanno respinti e che loro, per rabbia, hanno stalkerizzato. Parlano che domani devono farsi il culo col lavoretto “dignitoso” per pagarsi le bollette e forse le bollite che raccattano sui viali. Tutta gente, insomma, che non vale una minchia. Sì, penso di soffrire anche di disturbo narcisistico di personalità. Riesco a essere sia Gary Oldman di Léon che Jean Reno, pure di Ronin. Se non vi sta/bene, chiamo la Neuro.

di Stefano Falotico

Se volete essermi amici, sappiate che tutte le prove di Robert Pattinson mi piacciono, da cui il detto Pattinson chiari, amicizia lunga


28 Aug

Robert+Pattinson+Academy+Motion+Picture+Arts+uNmDjPM35hql

Finalmente, è uscito Tenet.

E, a ragion veduta, lo stronco in quanto posso giudicarlo obiettivamente dopo averlo visto in sala?

No, non l’ho ancora visto e penso che lo guarderò in streaming fra un’Insomnia e sicuramente una racchia come Hilary Swank che mi tormenterà come Robin Williams del film suddetto, praticandomi stalking al fine di corteggiarmi? No, di risvegliare la mia migliore rabbia alla Pacino. M’indurrà a una recitazione dal sublime manierismo à la Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Cerchiamo d’ironizzare un po’ sulle star ché, con l’avvento di Instagram, siamo passati dal divismo delle celebrità d’oltreoceano di Hollywood all’esaltazione narcisistica di sé stessi esposti a mo’ di macelleria da catalogo Postalmarket. Sì, siamo passati dalle vendite per corrispondenza dei propri corpi edonistici esibiti per un puttanesimo collettivo da Cinema maggiormente morboso di Paul Schrader, ah ah, alla verità dei falli, no, dei fatti. Basta. Un tempo, erano le donne a farsi cagare, eh sì, facendosi anche catalogare come merce, dandosi alla mercé del virile, più che altro pervertito sguardo da voyeur del maschio falso italiano che voleva essere bello come Richard Gere ma avrebbe poi perfino permesso a sua madre di prostituirsi con Woody Harrelson di The Walker, con James Deen di The Canyons o semplicemente del James Deen normale, pur di avere una vita da Hardcore, da uomo però agli antipodi rispetto a George C. Scott del film appena eccitato, no, citatovi, cioè da libertino in zona schiettamente pavoneggiante il suo sfrontato e svergognato Amerigan Gigolo senza fronzoli.

A proposito, che significa la mia frase… James Deen normale? Mi riferisco al James scritto as Dean, ovvero quello de La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e Il gigante, oppure a colui che, con le pornoattrici, non solo americane, sempre ce l’aveva e ha duro e dritto?

Ci vuole chiarezza, dobbiamo ritornare a una primigenia nudità e lindissima purezza anche se abbiamo la nostra età e faremmo onestamente ridere i polli se ci vestissimo alla maniera anagraficamente regressiva di bebè da Prénatal. In verità vi dico che anche Ethan Hawke, nel finale di First Reformed, un film enormemente sopravvalutato, risultò più patetico di Richard Chamberlain di Uccelli di rovo.

La società di oggi è divenuta un carnaio ove le persone si scannano come maiali in lotte al massacro, soprattutto fi(si)co, spappolandosi i feti, le feci, no i fegati, da Carnage. Polanski fu esperto di jeu de massacre e sa ancora che tutta questa farsa, no, falsa, svenduta joie de vivre è più mostruosa dello stupro e dell’omicidio compiuto ai danni della sua ex moglie, Sharon Tate, nell’eccidio di Cielo Drive.

Sì, C’era una volta a… Hollywood è un brutto film. Non si può reinventare, in maniera dolcificante e a mo’ di consolatoria elegia nostalgica, una disgrazia irripetibile come quella vissuta, anzi, per fortuna non vista dal vivo eppur per sempre, sino alla morte, penetrata indelebilmente nel tormentato vissuto di un Roman eternamente distrutto.  Un uomo che ha dovuto compensare un abominio del genere, reinventando, lui sì, sé stesso e la storia della sua vita e della sua, purtroppo, irreversibilmente magnifica storia d’amore così vigliaccamente e schifosamente trucidata immoralmente. In modo immensamente repellente, mortale. Dunque è giusto fare i pagliacci quando nell’anima si viene ammazzati come (in) Joker. Poiché, essersi attenuti al rispetto del prossimo anche più bastardo, permise a quest’ultimo di prendersi gioco della buona fede di chi forse, un tempo, credette in dio ma, adirato a morte a causa d’idioti adoratori del demonio, cioè dei malati di mente peggiori di Frank Langella de La nona porta, è ora più cattivo di Charles Manson.

 

 

Hilary Swank…  Lei, un maschiaccio da Boys Don’t Cry che frequentò già uomini vecchi come Clint Eastwood di Million Dollar Baby, cioè gli unici che potessero minimamente incoraggiarla in quanto, sebbene fossero già anzianotti, perciò dando gli ultimi colpi, come si suol dire, con questa bruttona non gliela poterono fare neanche se avessero dissotterrato l’ascia di guerra come in Gran Torino.

Infervorandosi accalorati come lo stesso Pacino di Scent of a Woman dinanzi a un’ingiustizia delle più atroci che madre natura potesse concepire. Una diavoleria agghiacciante come in Rosemary’s Baby.

Ah, la vita è un parto funesto, nefasto oppure da patto faustiano. Bisogna vendere l’anima difatti al diavolo pur non di vendere il culo sui viali.

Insomma, basterebbe che rileggeste le mie ultime dieci righe per capire che, se reputate Tarantino un genio come sceneggiatore, io forse sono il Salvatore… di Nicolas Cage di Al di là della vita.

Ah, che strazio carnale ch’è la vita e L’ultima tentazione di Cristo, eh sì, docet.

Come può essere invece spiazzante il Cinema di Scorsese. Capace di passare dagli script d’un sofferto Schrader da Toro scatenato e Taxi Driver, a un Jay Cocks che allestì, da writer, L’età dell’innocenza, Gangs of New York e Silence.

E ho detto tutto.

In Black Dahlia, comunque, la Swank riuscì a essere sexy. Sì, semplicemente perché il genio di De Palma riuscì a farci credere che Hilary fosse, a volte, Scarlett Johansson sdoppiatasi nell’hitchcockiana Kim Novak de La donna che visse due volte su Femme Fatale alla Rebecca Romijn.

Una come la Swank, nella vita, aveva e ha, eh già, Oscar a prescindere, due possibilità per farcela e riuscire soprattutto a farsi qualcuno. Ho scritto qualcuno. Per farsi e basta, bastava che si facesse e faccia un produttore che le desse e dia la sua dose da Marcellus Wallace. Ma per cortesia!

Cioè interpretare, per l’appunto, la parte della dark lady che poteva, grazie alla sessuale virtù tenebrosa del recitare la bella statuina da Academy Award della minchia, tirandosela da pupa probabilmente del gangster Harvey Weinstein, ammantarsi di un vago fascino da Marlene Dietrich dei cog… i.

Sì, sono cinico come Orson Welles de L’Infernale Quinlan. E so che l’Orson de Il terzo uomo non era un orso, bensì avrebbe odiato i film buonisti come The Bear di Annaud.

Quando si suol dire… ah, un Orso(n) d’annata.

Di mio, invero, non amo molto Pattinson. Forse, Robert fu amato però da Kristen Stewart. Donna magnifica da fottere in culo. Seduta stante di standing ovation in “eiaculation” che celebri la sua celebrità in modo però non celere. Sì, bisogna gustarsela senza venire subito al sodo. Cristo della Madonna, Kristen è anche una bravissima performer. Prestazione straordinaria, interpretazione super brillante come un orgasmo con lei, oserei dire, eh sì, spumeggiante!

Sicuramente, amai e amo ancora molto Robert De Niro ma De Niro non sa neppure chi io sia.

Mentre De Niro e Pattinson avrebbero dovuto girare assieme, qualche anno fa, Idol’s Eye. Film mai realizzato di Olivier Assayas. Film nel cui cast doveva esservi anche Rachel Weisz.

Colei che, potremmo dire, rappresenta l’antitesi della Swank. Sì, Rachel è figa, Hilary è più esteticamente improponibile del Pinguino/Colin Farrell di The Batman.

Di mio, invece, sino a un anno fa pensai di essere un cretino. Invece, repetita juvant, forse sono più bravo di Tarantino.

Con la sottilissima differenza che lui è molto meno bello di Pattinson ma più ricco di Roman Polanski.

Dunque, sono troppo stanco per credere alla balla secondo cui, solamente perché Pattinson ha/abbia lavorato con grandi registi, sia il nuovo De Niro.

Sapete, io non ho gusto. Secondo me, il capolavoro dei fratelli Safdie non è Diamanti grezzi, io invece sono assai grezzo e amo maggiormente, quindi, i film “sporchi” come Good Time.

E devo dirvi la verità, il ritornello di Ghali, per l’appunto, voglio stare in good time, non è male né per tamarri.

Io voglio morire in sala, no, in santa pace perché incontrai, lungo il mio cammino da peccatore, molti porcellini ma tiferò sempre per Ezechiele Lupo e per il versetto Ezechiele 25:17 recitato da dio da un Samuel L. Jackson al massimo storico:

«Ezechiele 25,17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.».

Jackson fu, in tal caso, doppiato da Luca Ward.

Uno che deve essere fissato coi personaggi vendicativi. Il gladiatore insegna, miei porci, no, proci. No, miei prodi!

Io, a differenza dei pazzi, perdono e assolvo i pazzi stessi e non credo alla balla rifilatami da una donna, semmai benevolente e in vena di tirarmelo, no, di tirarmi su. La quale, pur di essere consolata dalla sua vita grama, mi dice che assomigli(o) a Robert Pattinson.

E che sia identico a De Niro.

Purtroppo, è vero. Ah ah.

Ma, il 13 Settembre prossimo e alle porte, compirò 41 anni.

Sono troppo intelligente per credere che io non sia, ahimè, Nicolas Cage di Via da Las Vegas.

Molta gente, di questi tempi, mi sta attaccando su tutti i fronti.

Urlandomi che sia diventato un debosciato ad andare in giro a fare il John Belushi di The Blues Brothers.

Non è autocommiserazione né patetismo.

Chi conosce la mia storia, se fosse stato al posto mio, si sarebbe già suicidato.

Mi pare dunque giusto che muoia lentamente da uomo dal cuore di un bambino Arthur Rimbaud che crede, come in Twilight, ancora ai vampiri e agli idoli.

Penso che i bambini di Satana, guidati da Marco Dimitri, fossero dei maniaci e penso che l’Italia sia un Paese di catto-borghesi più falsi di quelli che ora, dopo aver visto Tenet e il trailer di The Batman, gridano che Pattinson sia un grande ma domani, invece, quando io sarà morto, diranno che io stesso fui un grande ma non fecero nulla per evitare che non fossi nessuno.

Questa è la vita? No, questa è una tragedia.

Comunque, me ne fotto. Sono cazzi amari. Sì, sono camaleontico come Robert, Robert De Niro e non ci sono cazzi per nessuno. Per la mia lei, sì, di glande alla grande. Fottetevi, altrimenti v’inculo.

 

di Stefano Falotico

Brian De Palma è il mio regista preferito assieme ad altri cento, la mia Femme Fatale invece è più sexy di Michelle Pfeiffer di Scarface e di Rebecca Romijn


17 Jun

femme fatale banderas

Un tempo, Rebecca portò il cognome Stamos. Ma mise le corna al marito. Non so, forse tradendolo con Greg Kinnear di Godsend.

Di mio, da bambino fui considerato un “mostro” come Cameron Bright/Adam Duncan.

Sebbene tutti gli adulti cattivi provarono a incendiarmi, no, a far sì che, distrutto dal loro essermi incidentali, morissi morto ammazzato giammai resuscitato, io guardai precocemente il film Frankenstein di Mary Shelley del Branagh e compresi che la creatura mostruosa generata dallo scienziato pazzo De Niro… scusate, sto facendo confusione.

Guardate, optiamo per Gary Oldman del Dracula di Bram Stoker. Eh sì, grazie al mio incantesimo da Uomo Lupo risorto inaspettatamente, più che old man, cioè uomo vecchio, divenni magicamente più affascinante e stronzo di Steven Bauer.

Steven, nomen omen. Sì, per molto tempo fui accusato di non possedere una granitica sessualità marcata. Fui dunque guardato a vista, sì, malvisto. Siamo stracolmi di gente sospettosa che, (in)consapevole di non essere Al Pacino, pensa (in)credibilmente di essere più figa di Michelle Pfeiffer.

Sono persone più malsane e maniache di Michael Caine di Vestito per uccidere. Sono forse solo dei manigoldi.

Sì, la gente pensò che io fossi più ritardato di Sissy Spacek di Una storia vera, invece scoprì che, malgrado i loro scherzetti assai crudeli perpetratimi impunemente, non mi trasformai nella Sissy di Carrie – Lo sguardo di Satana, bensì in Eliot Ness/Kevin Costner de Gli intoccabili.

Queste persone malfidate sono più corrotte di Al Capone. Sono proprio dei testoni.

Mi urlarono: ridi, pagliaccio… sei sempre solo soletto, alone.

Di mio, adoro Jimmy Malone. Comunque, credo che Andy Garcia/George Stone/Giuseppe Petri, cioè io stesso in questo momento della mia vita, sia molto più ammaliante di Sean Connery dei tempi d’oro.

Prendiamo poi, per esempio, sempre lui, vale a dire Fabrizio Corona. Per anni dichiarò di sentirsi come Tony Montana. Tant’è che annunciò di aver firmato un contratto (mai visto, da lui solo immaginato), anzitempo in calce francobollato, per cui avrebbe dovuto essere il protagonista del remake di Scarface che sarà diretto da Luca Guadagnino.

Mah, secondo me, Dakota Johnson di Suspiria è meno strega delle bagasce d’avanspettacolo ed è molto più sexy di María Belén Rodríguez Cozzani. Detta semplicemente Belen. Alla sua celeberrima farfallina, preferisco quella di Jessica Rabbit.

Impara a conoscere il tuo coniglio…

Belen! Una che, a mio avviso, per essere arrivata a un cazzo, cioè a un successo effimero, deve essere comunque arrivata… più di Melanie Griffith di Omicidio a luci rosse.

Basta inoltre coi gossip da Novella 2000. Non frega niente a nessuno se Belen stia ancora con Stefano De Martino o se, segretamente, voglia girare un sex tape con un miliardario che non ha mai visto neppure una volta in vita sua Carlito’s Way, oppure se desideri nuovamente, accaloratamente amoreggiare volgarmente con Corona Fabrizio con tanto di berselo tutto in un bicchiere d’acqua o con un po’ di gin e vermouth su aggiunta di “olive” e lemon twist. Cioè limonarlo a Ibiza ove vanno forte i balli latinoamericani fra donne assai meno pure di Nancy Allen/Nancy di Blow Out.

Peraltro, dubito che Fabrizio sappia ballare come John Travolta de La febbre del sabato sera.

Non sa neppure chi sia Pino Donaggio. Questo Fabrizio pensa solo al “montaggio”.

Be’, devo esservi sincero. Reputo Sliver di Philip Noyce, eh già, un film alla De Palma.

Ma io non fui mai William Baldwin del suddetto film ove Sharon Stone fu molto sudata…

De Niro di Hi, Mom, sì, eccome. Ah ah.

Il Cinema di Brian è hitchcockiano, una reinvenzione ad libitum de La finestra sul cortile a ca… o duro da videoclip di Springsteen di Dancing in the Dark.

Ecco, penso fermamente di non essere mai stato di mente instabile. Sebbene, come appena sopra dettovi, spiai molte persone del mio antistante stabile. In verità, furono i guardoni a farsi i cazzi miei.

Dovevo pure mostrarmi qualche volta. Sì, per abbassare le tapparelle.

Costoro dovrebbero revisionarmi meglio come in Redacted.

Non mi piacciono le lesbiche da Passion e non possiedo una Doppia personalità, cari miei Cadaveri e compari.

Ah, voi pensate solo a campare per raggranellare du’ spiccioli e poter offrire alla vostra lei almeno un Campari. Ma che campate a fare?

Nella mia vita ne vidi tante. Insomma, qualcuna. A dire il vero, non tantissime. Non fui e non sono un puttaniere come Nic Cage di Omicidio in diretta. È un poliziotto? Sì, con più anelli al dito di Fabrizio Corona…

Fui indubbiamente fottuto a sangue e stuprato nell’animo, insomma, bullizzato a morte.

Alla vietnamita di Vittime di guerra andò peggio.

Non fu però affatto facile per il sottoscritto diventare più bello di Tom Cruise di Mission: Impossible.

Sparii e poi riapparvi come Il fantasma del palcoscenico. Che spettacolo!

Non usai poteri paranormali da Fury, non credo peraltro agli psichici, tantomeno agli psichiatri della minchia. Credo invece che Brian de Palma sia un genio.

Uno dei geni più grandi e spaventosi di sempre.

Scandalosamente, non è mai stato candidato all’Oscar.

D’altronde, uno così che se ne fa delle belle statuine, a differenza di Fabrizio?

In effetti, devo darvi ragione. Sono un uomo triste, addormentato, “pazzo” come Brian in tale foto.

Sì, se una persona incontrasse Brian De Palma a un bar, penserebbe:

– Povero tapino, quant’è scemino… dobbiamo aiutarlo.

 

Eh certo, da quando in qua s’è visto un genio che deve essere aiutato dai ritardati?

Ah ah ah. Diverrebbe più tonto di loro. A proposito infine di De Niro, scoperto da De Palma. Vi piace in Ti presento i miei, cari “sfigat(t)i?”. Siete su Candid Camera. Vi sentite Fotter? Mi spiace, perdonatemi. Avrei dovuto dirvi subito che ho i capezzoli. Volevate allattarmi?

Immortalo la vita e sono un fotografo delle emozioni. Scusate, non avevo citato Black Dahlia. Per forza, non esiste più. Io sì, invece. Ah ah.

briandepalma

 

di Stefano Falotico

I più bei film romantici di sempre: ovviamente, sono per l’appunto solo dei film, mentre il più grande “film” del mondo è il nostro amore infinito che ha distrutto tutti i pregiudizi


13 Jun

femme fatale de palma

https://drive.google.com/file/d/15h0dMfu2wJ4-RB3lKEEdbjqhFT-yv-IK/view?usp=sharing

Ora, iniziamo con la prefazione semi-goliardica su freddura da Falò d’ordinanza. Puntuale, impeccabile, diciamo (im)prevedibile, sostanzialmente “inconcepibile” e impagabile, oserei dire ineccepibile, dunque di sinonimo, diciamo pure inappuntabile.

Molta gente pensa che, dopo tanti miei durissimi travagli esistenziali, dopo essermi arenato anzitempo e dunque dai miei coetanei soventemente inchiappettato notte e dì, a ogni ora e secondo delle mie uscite da Joker nel loro mondo da nerd, io covi atroci, recondite voglie vendicative assai patetiche e capricciose.

Sì, molti cretini, i quali ragionano col culo, sono fortissimamente convinti che, dalle sedate e poi rinate profondità del mio animo in passato sprofondato, riemergano or allarmisticamente dei segnali di preoccupante desiderio di revenge.

Ma smettiamola. Non siamo in Kill Bill.

Io non sono Russell Crowe/Massimo Decimo Meridio de Il gladiatore e neppure quello che scoperchiò tutte le verità nascoste dagli ipocriti à la Russell di Insider.

La mia attuale lei è decisamente più figa di Jennifer Connelly di A Beautiful Mind.

Ah ah.

Per molto tempo, va detto, mi coglionai da solo, diventando Nicolas Cage de Il genio della truffa. Il mio “miglior” amico si rivelò uno stronzo impari e alla fine, a mo’ di Sam Rockwell di Confessioni di una mente pericolosa, assolutamente convinto che io fossi Paul Walter Hauser di Richard Jewell, prima che quest’ultimo giustamente venisse scagionato totalmente da ogni falsissima accusa scabrosa, cazzo, rimediò una figura da white trash alla Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Devo esservi sincero, il mio ex amico mi considerò un malato di mente. Ah, molto intelligente costui. Se davvero io fossi stato matto, perché mai lui uscì con me per tantissimi anni?

Sì, direi che la parte di Jeff Daniels di Scemo & più scemo gli calza a pennello. Anche quella di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Ah ah. E siamo giù alla seconda freddura devastante.

Di mio, sono Jim Carrey di Bugiardo bugiardo, di Yes Man, di The Truman Show e di A Christmas Carol.

Piaciuta la terza freddura?

Ah no? Ah, ma allora insistete, cristo!

Perché mi gridate che dovrei togliermi la maschera? Ok, la tolgo subito. Leviamoci The Mask dalle palle e pure Cameron Diaz. Da anni non gira una minchia ma, secondo me, se ne gira più di quando era al top della topa.

Siamo onesti, non cazzeggiamo, alla Cameron dei bei tempi avrei certamente offerto la mia faccia da culo, no, da lupo.

Ma io sono, invero, Nic Cage di Con Air e anche di Cuore selvaggio.

Quarta freddura. Quinta? Non lo so.

Nic Cage è da sempre fissato con Elvis Presley. Sposò pure sua figlia, Lisa Marie. Mentre Tim Burton scopò sempre Lisa Marie.

Allora, non facciamo del casino! Di quale cazzo di Marie stiamo parlando? Di quella di Mars Attacks!?

Oppure della semi-diseredata figlia, per l’appunto, del re del rock?

Allora, per evitare confusione, scegliamo Sarah Jessica Parker di Mi gioco la moglie… a Las Vegas?

Demi Moore di Proposta indecente o Elisabeth Shue di Via da Las Vegas?

Guardate, a scanso di equivoci, optiamo per Laura Dern. Quale? Quella di Wild at Heart?

No, quella di Twin Peaks: Il ritorno.

Invece, al Kyle MacLachlan/agente Cooper, scegliamo Matthew McConaughey di Killer Joe o d’Interstellar?

Ah, certo è che gli sceneggiatori di Hollywood hanno proprio poca fantasia. Sempre con questo cazzo di cognome Cooper.

Di mio, preferisco il protagonista di Mezzogiorno di fuoco.

Comunque, con Elizabeth Berkley di Showgirls io passerei ancora delle mezzanotti di acqua… e basta.

Ma quale Cooper e uomo cupo! Io, al massimo, sono Cary Grant di Un amore splendido ma non sono affatto un puttaniere come l’interprete principale di Love Affair.

Non sono neanche Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo.

Non sono mica morto, eh? Anzi, il mio uccello va alla grandissima. Un “volatile” che volteggia nella notte da vero pipistrello come in un piano sequenza spettacolare di Alex Proyas. Sì, quello di Dark City. Ah ah.

Pare che Jennifer Connelly abbia scopato pure Rufus Sewell. L’unico che non ha scopato è Robert De Niro. Grazie al cazzo. Avrebbero denunciato Bob per aver violentato la minorenne Deborah di C’era una volta in America. Elizabeth McGovern, dopo lo stupro da Bob/Noodles orribilmente perpetratole e praticatole in macchina, avrebbe potuto sbatterlo in carcere come in Cape Fear. Ma s’innamorò, si fa per dire, di uno più corrotto di Nick Nolte…

James Woods! Quello che ci dava e ci dà di Cocaina…

Ora, lasciate stare i drogati. Non volete mica finire come James Woods di Casinò? Lasciate pure perdere Sharon Stone di Basic Instinct. Lasciate soprattutto perdere… Joe Pesci, anche di The Irishman. Lasciate forse pure perdere Carey Mulligan di Drive. Potreste innamorarvene alla follia, poi tornerà suo marito e voi diventerete il suo miglior amico. Ammazzeranno il vostro miglior amico e potreste vendicarvi come ne Il mucchio selvaggio. Dai, suvvia. Queste cose accadono solamente nei film. Nella vita reale, se ti vendichi in maniera violenta, ti sbattono in galera? No, in manicomio giudiziario. Ah, roba da matti! Amate invece una storia d’amore abissale. Che è già stata minuziosamente, straordinariamente narrata in un libro coming soon.

Vi piace la copertina? E invece la locandiera? No, volevo dire la locandina. È bellissima, è magnifica. Anche io lo sono. Se siete arrabbiati e volete fottermi, su Iris stasera ridanno il film Femme Fatale di De Palma. Ma per chi mi avevate preso? Per Black Dahlia? Basta con le puttanate. Sono molto più bello di Josh Hartnett. Anche assai meno ricco, però.

Sono però più giovane di Antonio Banderas.

Io e la mia lei, oltre che fantastici, siamo entrambi poco autoerotici ma molto autoironici.

Sappiamo prenderci per il culo sino allo sfinimento.

La adoro! La venero! La sbatto anche in cover. E lei mi sbatte tutto in faccia. Sì, questo è amarsi. Trovarsi, ingelosirsi, arrabbiarsi, vivere con intensità ogni emozione.

Se non vi piace, se non ce la fate, passerete tutta la vita a farvi i film. Solo quelli.

E sapete perché? Non valete un cazzo.
di Stefano Falotico

speculareipnosicop

THE NIGHT OF THE HUNTER; in dirittura d’arrivo il remake, i miei film preferiti e le mie favourite actress insospettabili


08 Apr

92362860_2304348563203429_9048889398476668928_n

night of the hunterOra, stilo subito la lista dei miei film preferiti. Che, su per giù, sono sempre gli stessi.

La mia top ten di film monumentali, oserei dire intoccabili, senonché inarrivabili.

Anzi, meno di dieci.

Non saranno inseriti in ordine, bensì citati a caso ma non a casaccio. Film poco caserecci non adatti alle comuni, frustrate casalinghe, bensì pellicole che svettano magnificenti al di sopra perfino dell’inimmaginabile.

Da questa lista, sviscerandola a fondo, potrete comprendere anche vagamente il mio animo in maniera non so, però, se profonda.

Orbene, figlioli e fratelli della congrega.

In tale clima di quarantena tremenda, isperando noi di rivedere un pieno giorno fisiologicamente e biologicamente, oserei dire normalmente vissuto senza controlli e proibizioni, intanto possiamo soffrire d’insonnia. Dunque rimembrare e celebrare le pellicole più belle e più rinomate, magicamente sognanti.

In linea col mio spirito naturalmente sofisticato, non sempre al comune volgo allineato.

Io, essere spirituale che fui tale non ricordo nemmeno quando, quindi tramutato in uomo ancestrale dal fascino abissale malgrado ancora sia latente, fra le mie viscere e all’interno delle mie tempie, una mia inquietudine spesso incurabile.

Io, autore de Il fascino e la seduzione della solitudine, disponibile su Amazon, io che forse fui (ri)evocato tramite una seduta spiritica, io che mi persi nei meandri dei miei tanti antri eppure giammai vissi né vivrò con scheletri nell’armadio.

Avrei da raccontarvene tante di questi strani miei anni.

Ma torniamo ai miei film preferiti su cui, comunque, primeggia invincibilmente The Night of the Hunter.

Prima e unica regia di Charles Laughton. La morte corre sul fiume!

Film che, col solo potere d’immagini antesignane d’ogni stile lynchiano più squisitamente delirante, abbatté ogni teoria psichiatrica soltanto grazie alla fotografia di Stanley Cortez.

Un film misterioso, capace di trasmettere emozioni immani soltanto in virtù d’un Bobby Mitchum spettrale, predicatore invasato dal carisma compianto ma immutato.

Come il sottoscritto, d’altronde. Uomo che fu scambiato per pazzo quando, invero, riuscì a detronizzare Freud soltanto con la forza espressiva della sua arcata sopraccigliare. Poiché, così come insegnò Marlon Brando, non servono troppe parole per comunicare la propria anima. Tantomeno occorrono trattati filosofici, esegesi del cuore, disamine e bacate diagnosi.

Stesso discorso umanamente ineccepibile, ah sì, dicasi, traslandolo cinematograficamente, per Mulholland Dr. Un film sul quale ogni ermeneutica di Umberto Eco va a farsi fottere dopo tre frame.

Poiché solamente ai malati di mente, forse laureati in Scienze delle Comunicazioni, può importare del retro-pensiero che sta alla base di un capolavoro. A me non interessa la storia che originò un film oramai storico poiché non sono così presuntuoso come uno strizzacervelli.

E so benissimo che dietro uno sguardo e una poetica scalpitò e ruggisce un cuore, figlio del suo sentire, del suo emotivo vivere, del suo aver respirato il profumo indecifrabile, per l’appunto, della più nera, dunque anche illuminante e catartica notte.

Adoro anche Rusty il selvaggio di Francis Ford Coppola. Poiché la vita è un sogno e non bisogna sperperarla, cercando d’interpretare i propri stessi sogni. Per questo vi è la Smorfia napoletana, per l’ermetica rielaborazione inconscia delle nostre quotidiane memorie filtrate durante la fase non diurna, ripeto, v’è solo il subconscio.

Un bianco e nero elegantissimo, memore a sua volta della beltà pura dell’innocenza perduta.

Forse smarritasi nell’insonnia di Taxi Driver.

Oppure nelle hitchcockiane (re)visioni di Brian De Palma coi suoi vertiginosi piani sequenza magistrali.

Culminati nella perfezione rammemorante, d’omaggi citazionistici stratosferici, i voli pindarici di Vertigo in Femme Fatale. Notti di vendette letali, di traumi risvegliatisi, d’ingiustizie atroci punite ne Gli spietati.

Un film di ombre, di fantasmi, di spettri, di chi la fa l’aspetti, un film su cui aleggia il più grande revenant di sempre. In quel saloon, al volteggiare dei corvi lassù, fa timida irruzione uno straniero senza nome…

Resuscitato dalla cupezza delle sue colpe mai da sé stesso peraltro perdonate, giunto a tarda notte come un ladro a ripristinare l’antico torto, farà piazza pulita d’ogni porco in pochi secondi netti, miei inetti ed esseri più infetti dei vermi che strisciano sulla terra. Titanico, devastante, più cattivo del villain.

Bene, finiamo qua, per ora… Passiamo alle mie attrici preferite. Sono solo due, ah ah.

Una è Elizabeth Olsen. Io sono del ‘79, lei del 1989, ci starebbe benissimo un 69 e non fate finta di non vederla per come appare straordinariamente bella, sennò siete Bob De Niro di Red Lights.

La seconda è Shannon Tweed. Ancora attuale moglie di Gene Simmons. Attrice pessima, dunque non un’attrice. Bensì un’ex playmate, detta anche coniglietta, della quale collezionai quasi tutti i suoi film da regina dei softcore moltissimo tempo fa.

Quando, verso le mie venti primavere, tutti pensarono che fossi scemo come la Zellweger Betty Love ma io, già all’epoca, compresi che in futuro, cioè oggi come oggi, sarei stato un amante anche della pornostar Brandi Love. Invero, già nel 2003 divenni sfegatato fan di Rhiannon Bray. Oserei dire ammiratore sconfinato, sventrato, forse eiac… o. Di cui vi consiglio un “suo” film con Mr. Biggz e un altro film con Mick Blue.

Tornando invece a Shannon… Le sue scene migliori, sessualmente più arrapanti, sono presenti in quasi tutti i suoi b movies. Anche se, nonostante molti miei dubbi persistenti e duraturi, durevoli più di Siffredi, credo che nel film Singapore Sling non simuli l’amplesso. Sebbene, a rallentatore, l’attore forse indossi un calzino. No, è scalzo, intendo il calzino che si usa quando si filmano scene di sesso in un film non per adulti (diciamo pure così…).

Ora, gigioneggiando ancora un po’, cazzeggiando senza dare nell’occhio, con estremo decoro, nuovamente mi tuffo nel mio oceano di perdizioni senza coloranti né asettici c(l)ori. Annegherò sempre nel mio pianto, non vivendo di rimpianti e, lontano dagli squali, mangerò il plancton e anche forse gli omogeneizzati Plasmon. In quanto uomo che non si plasma né si omologa alle dittature adulte, uomo che non sarà mai adulto e dunque non sposerà, giustamente, mai una donna adultera.

Sono un uomshannontweedo tenero, duro all’occorrenza quando serve…

 

di Stefano Falotico

 

shannon tweed92733836_10216173495872980_165207811121217536_oshannon tweed playboy centerfoldElizabeth Olsen gambe

Le morbide notti di un uomo che ama l’Arte, il Cinema, la poesia, la musica e tutte le persone tranne sé stesso, ah ah


27 Jan

83435419_10215559082793037_1881457312170770432_o

banderas femme fatale

80902358_10215559326679134_6876877368342872064_o

silenzio degli innocenti jodie foster

Col tempo, sono divenuto in intrattenitore. Sì, la vita di molte persone è obiettivamente triste.

Dunque, io la allieto con stronzate che danno gusto alla moscezza. Diciamocelo pure, la vita di molti è inesistente. Loro pensano di vivere, in realtà non vivono la realtà, bensì il delirio che amano di più per sopportare la loro oscena realtà. Chiariamoci su questo punto perché è fondamentale.

Sì, molte persone, quasi tutte a dire il vero, sono idiote. A loro mancano i fondamentali.

Fondamentalmente, non capiscono un cazzo. E da questo spesso innato errore di partenza, eh già, si origina la schifezza.

Per cui, se come me soffrite di bellezza, vi diranno che siete brutti, malati e basta.

Ne conobbi molti di questi psicopatici. Sarebbero da internare, anzi sotterrare nel seminterrato manicomiale ove stazionò Hannibal Lecter. E sbattere… insieme a Stuart Rudin/Miggs de Il silenzio degli innocenti, appunto.

Ora, vedeste mai questo film? Come no? Un po’ sopravvalutato lo è. Rivisto col senno di poi, dobbiamo dire che Jodie Foster, in quanto a seno, sempre scarseggiò. Ma fu dalla nascita donna asessuata, no, assennata e, grazie ai preziosi consigli di Hannibal, riuscì a fottere Buffalo Bill.

Miggs disse, appena vide Clarice Starling/Jodie mettere piede vicino alla sua sella da cavallo impazzito, no, cella da uomo frustrato:

– Sento l’odore della tua fica.

 

Mah, lo misero dentro perché fu un maniaco sessuale? Ah, allora dovrebbero mettere dentro tutti.

Leggo dei commenti, sotto le foto delle modelle su Instagram, che sono (im)pure scortesie, come saggiamente, elegantemente asserì Hannibal, da punire e mangiare le loro lingue con del Chianti.

Sì, è un impazzare di volgarità, di profili falsi da identificare subito e, se non basterà Lecter per rintracciarli, chiameremo i due profiler di Mindhunter. Da non confondere con Manhunter. Poi, chiameremo Anna Torv e farà l’amore con Jodie Foster. Che è lesbica. Ah ah. Non sbellicatevi, non date di matto, non schizzate come Miggs.

Sì, è una società allo sbando. Molti, a differenza di Hannibal Lecter, pensano che a Firenze ci sia la Cappella Sistina. Ecco, gente così ignorante andrebbe presa per le cappelle e infilata nel pozzo nero ove Buffalo Bill nascose le sue vittime.

Sì, abbiamo donne coi barboncini, dunque figlie di senatrici come la povera Catherine Martin/Brooke Smith, che sono talmente piene di gioielli di famiglia, dunque annoiatissime, che pur di provare qualcosa di nuovo, se la fanno anche coi barboni.

Abbiamo persino uomini con la barbetta che non sanno chi sia Barbie.

Allora, abbiamo quello che si crede una rock star ma io non vedrei bene neanche come barman al Roxy Bar.

Abbiamo pure Vasco Rossi che cantò… voglio una vita spericolata ma di suo è abbastanza sfigato. Infatti, piace a molte persone, cioè la maggioranza.

E, come detto, la maggioranza riflette nelle canzonette la propria vita da mezze calzette.

Sì, sono giornate movimentate. Da venerdì sera a oggi, dimagrii quindici chili.

Venerdì scorso fui a Imola. Una full immersion in una mezza discoteca piena di ragazze bellissime che filmai di piano sequenza vertiginoso alla Brian De Palma di Snake Eyes. Saltellando come un Nic Cage al massimo storico, ovvero Richard Santoro su mio giubbotto alla Drive di Ryan Gosling.

Cioè, follia totale istrionicamente ben temperata dal mio carisma da uomo che, a prima vista, pare che non abbia una Mastercard Visa e valga zero, invece è solo zen(zero).

Sì, sono un essere camaleontico che mutò dopo tanti anni di mutismo. Ah ah. Questa è bella, anche quella lì, sembra Rebecca di Femme Fatale.

Sì, ma quale L’uomo che guarda. Ho poco da spartire con Tinto Brass.

Anzi, col passare del tempo, son passato dall’essere un voyeurista come Michelangelo Antonioni di Blow Up al divenire un semi John Travolta stravolto. Non di Blow Out e neppure de La febbre del sabato sera.

Con incredibili, fantasmagoriche serpentine e allucinanti mosse mie repentine apportate alla mia vita messa sottosopra tutta in una volta, cambiai il mio viso in una Face/Off che ora fa impallidire pure Antonio Banderas del capolavoro depalmiano sopraccitato.

Le donne s’eccitano, mi guardano e credono di essere Melanie Griffith di Omicidio a luci rosse.

Infatti, Melanie è sposata ad Antonio. Io non sono sposato a nessuna perché ora Melanie è vecchia e non lo farebbe Mai con uno sconosciuto.

Le donne? Sono sull’orlo di una crisi di nervi. Io le capisco ma poche volte le concupisco. A una offro un whisky, a un’altra offro un fanculo perché vomita stronzate che mi fanno venire… l’ernia al disco. Appunto, non è una disco?

Gironzolo con aria da Humphrey Bogart che non deve chiedere mai. Infatti, a forza di pagare il caffè alla cameriera, lei è ora ricca, molto sfondata, e può chiedere la mano dell’uomo più aziendalista.

No, lui non abbisogna di chiedergliela. È lui che, essendo per l’appunto miliardario, non deve pagarle nemmeno un aperitivo poiché tanto lei vuole bersi subito uno a cui dargliela di ogni liquido per poi prosciugargli il conto senza cannuccia in maniera viscida. Lei è caruccia, ben a lui lo ciuccia ma, nonostante la dia a tutti, è rimasta ciuca e legge ancora solo i libri di Moccia.

Il mondo è pieno di bambocci, di persone sboccate e bocciate e di donne che, pur non sapendo cosa sia una bocciofila, posseggono indubbiamente delle belle bocce.

Un’altra ragazza in fiore sboccia dopo aver frequentato solamente tamarri che fecero bisboccia e a cui, ingenuamente, offrì la sua vergine gnocca.

Io mangio un’altra albicocca, sgranchendomi le nocche e nessuno mi metterà in ginocchio tranne una che, forse, vorrà mettersi il mio pure in bocca. Al che è necessario cercare una posizione genuflessa, mie fesse… ah ah.

Di mio, a parte il cazzeggio, firmo un altro contratto di pubblicazione. Sebbene non firmi molti contatti di pubi nella fornicazione. Non sempre vivo un’esistenza fastosa e festosa, anzi, quasi mai.

Inoltre, giammai farò la fine di Leali Fausto e del Faust.

Evviva il Falò! Lui ne sa una più del diavolo.

E sapete perché? Perché è un uomo diabolico che mangia ogni Belzebù con tanto di angelico tiramisù. Ah ah.

Finale col botto, anche di botte a tutti. Sì, ubriacatevi.

Ecco il mio video su Woody Allen del mio pazzo, no, pezzo di ieri qui riproposto su faccia da culo che tutti e tutte fa impazzire. Tranne me stesso perché la mia autostima è andata a puttane e dunque, se da me cercherete un bacio, al massimo posso darvi un bacino, tirandomela pure come Scarface/Al Pacino.

E su quest’ultima cagata nemmeno di striscio vi lascio e mi ammazzo. Prima però piscio.

Tanto, domani sarò sempre qui a rompervi il cazzo.

Voi mi spaccherete il culo, lo so, ma con un’altra genialata riuscirò a fottervi e sarà di nuovo una frittata!

Questa vita fu una minchiata e sono stanco delle donne che, per non ingrassare, mangiano solamente l’insalata.

Conobbi una di cognome Ricotti che di me fu cotta ma sarebbe stato meglio se quella sera mi fossi dato al lotto poiché, dobbiamo dircela tutta, si rivelò soltanto una mignotta.

Mi baciò e io non ricambiai il bacio. Lei mi urlò che non ero cresciuto ma poi m’invitò, nella sua camera d’albergo, a vedere l’edizione degli Oscar in cui Clint Eastwood vinse per Million Dollar Baby.

Insomma, parimenti a Clint, non volli farla penare più di tanto.

Le praticai immediatamente un’eutanasia naturale:

– Cosa devo fare io? Coccolarti mentre ti commuovi per la vittoria di Clint?

Guarda, ho da fare stasera. Comunque, sul canale a luci rosse danno l’ultimo film di Gabriele Muccino.

– Stefano, Muccino non ha mai girato un film porno.

– Ah no? Ah, perdonami, hai ragione. Sai che io non capisco un cazzo. Ho confuso il titolo del suo primo film, Ecco fatto, per Ecco fatta.

 

Fu in quel preciso istante che lei capì che io sono un coglione inculabile e lei una zoccola difficilmente curabile. O viceversa, non lo so. Sì, mi spiace per molti di voi. Passerete tutta la vita a lagnarvi. Emozionandovi per film come Sette anime o La ricerca della felicità.

Ecco, domenica accadde una tragedia. Morì Kobe Bryant assieme a sua figlia. Federico Buffa non vede, invero, l’ora che qualche idolo sportivo muoia. Alla Pari di Bruno Vespa. Così, entrambi i volponi possono filmare altre agiografie su uomini di cui a loro non fregò una minchia per intascare ancora più soldoni. Tanto la gente ama la celebrazione della morte dei grandi o la magnificazione delle tragedie per sentirsi grande. E con questa la chiudo qui. Veramente devastante. Insomma, quando arriva il Falò, mi sa che potete già prepararvi per la sciolta… Sì, non faccio paura, al massimo qualche volta faccio schifo perché, come tutti, cago la diarrea. Ribalto ogni certezza data per assodata e non me la sono manco sudata. Sì, me la tiro in maniera svergognata. Voi invece, essendo dementi, dovete studiarvela. E mi sa, dunque, che da me riceverete soltanto un pugno in faccia. Mica pugnette.

Tu, vai a magnare la focaccia e leccati tutta la pummarola! Con tanto di pizzaiola e felice campagnola.

E ricordate: come disse Sophia Loren… accattatevelo!mai con uno sconosciuto banderas

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)