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“Scarface” – Recensione


12 Oct

Lo sfregiato “scarafaggio” di “marca pregiata”

Al Pacino, inquadrato sin all’inverosimile, “permeato” dentro d’una penetrazione depalmiana al suo “ventricolo”, prima ossidato, poi deossificato, poi “sparato”, dunque “delinquente”, criminale che non si seda, che anzi si rafforza e si rassoda. Nell’ambizione sfrenata, verecondissima!
Lì, mentre i “commissari” indagano, con circospezioni da “ispettori” appunto alla sua anima.
Saccheggiandone, “sniffandone” il Cuore e la sua storia personale. Intima e “intoccabile“.

Tony Montana è una montagna di rabbia, di cocaina “sgrezzata” dalle sue origini, il “fiore all’occhiello” di tutta una società sbagliata, “errata”, sbavata, “segnaletica” come il suo segno “partcolare”, “bellissimo”. Se per De Niro era il neo, “procace”, agghiacciantissimo di Al Capone che parlava da sé da “pasciuto pagliaccione”, Pacino s’innerva, si “defibrilla” affamato nei monologhi “esasperanti” in cui “urla” da disperato, accanito, “canissimo”, senza un briciolo di “vergogna” per nessuno, una diga incontenibile che non sta mai, beffardo ridacchia e si “spupazza” gigioneggiando, non si riappacificherà mai, non si concilierà, non s’addolcirà neppure stotto le torture più “infamanti” e “crudeli”.
Non lo pieghi neppure “sputandogli”, soffiandogli nella “fedina penale”.
Anzi, se ne frega delle “infermità” e non sta fermo, scalmanato, iracondo, collera “pura”. Non ha faccia, è “segnata”.
“Accoltella” di “silenziatore” chi troppo aprì bocca e non rispettò i patti. Di lealtà, di fiducia. Coltello a doppia lama.
Chi tradì, sarà trucidato. Con fredda “sottigliezza” taglientissima che aspetta il momento giusto e poi ti piazza del piombo adirato!

Una vertiginosa, “kitsch“, incredibile scalata al potere come una fotografia saturissima, “salata” nelle sue amarezze, nel rimpianto che ora affronta a muso duro tutti. Contro tutto, senza più “barricarsi”, senza alcuna barriera “contenitiva”.

Dal nulla, (ri)spunta uno, uno “qualsiasi”, un petroliere antesignano del folle Plainview alla Paul Thomas Anderson. Per Anderson l’oro “nero”, per De Palma è l'”ottone” dell’icona.

Film mitizzato, “mitologico” per i tamarri che ne han “aspirato” il peggio di “catenine” e “santini”, che ne celebrano l’ardore “carnale” ma non l’ardire “subliminale”. La levità dei suoi furori.
Il sentimento alle palpebre non è questione di palle!

Pavoni! Papaveri!

Così, l’Italia diventa “scaltra” nello scarface, nelle manie di far le scarpe a chi è rimasto “indietro”, a”obliterare” il no return per l’Inferno!

Tony, divorato, mangiato vivo da troppi patimenti, che scoppia, che deflagra, che franerà sepolto dalla “bianca limpidezza” della sua “droga” nelle vene.

Si asserraglia nel suo bunker, i nemici sono dappertutto, “mitragliano” all’impazzata, chi cogli coglierai, anche il tuo “amico”, che ha “sgarrato” per il “delitto” d’aver “scopato” tua sorella, l’unica “cucciola” da salvare, da non involgarire, da non stuprare nello schifo dei fottuti, “spacciat(or)i” giochi sporchi.
Da proteggere “candidamente”, semmai sganciando(le) dei soldi lerci come un bad trip.

Ass(o), piantato lì, “a mani nude”, trivellato, dissanguato, (de)rubato su schizzi rubinissimi d’un colpo micidiale che “pugnala” violentissimamente.

Nel delirio tuo “onnipotente” che era già bucherellato, da bruciato che si “reggeva” solo di titanismo folle, ch’è precipizio “libero” nell’acqua d’una fontana col “frontespizio” dell’incisione alla tua “carne”, nell'”evidenziatore” rosso, incancellabile che il Mondo (non) è tuo.

(Stefano Falotico)

 

Kevin Costner, il fascino “mocassino” di un attore nei suoi jeans di “marchetta”


02 Oct

A parte l’occhio alla “Timberland” (sì, Kevin ha, nel codice genetico del bulbo oculare, un paio di scarpe “comode”) e  una “bellezza” d’acchiappo immediato, Costner non è mai stato così “pessimo” come si “sparla” a (s)proposito

Mi ricordo che la figlia della mia vicina di casa, Cristina partorita da Angela, ne andava di voglia “matta”.
All’epoca avevo, su per giù, undici anni e mi “costrinse” a sorbirmi un “polpettone” di quattro ore “integrali”, il 7 volte premio Oscar Balla coi lupi.
Però, la “durata” del film veniva sempre (sub)ordinata-“discinta” al suo “languorino” ed era, per i suoi ormoni tardoadolescenziali da già impiegatina frustrata (piegatissima dal fidanzato “saldatore” che, fra l’altro, sebbene abbia “inseminato”, incinta non “gliel’ha dato”… almeno, la prole già “romanticuzza” da “Stranamore” non s’è propagata d’altri demoni sotto la pelle), “fermoimmaginata” nel “fotogramma” a raggi x dei suoi occhi “fragolosi” della scena in cui Kevin, il “lupo” ballerino appunto, afferra l’indiana per il (ca)pel(l)o e, sotto la tenda, di “cappella-pelliccia” poi “la” stende da ex Tenente ancora “sull’attenti”. John Dunbar, che si schierò di “soldato blu” contro Wayne e Buffalo Bill, perché capì che Dustin Hoffman, il piccolo grande Uomo, era un idiota nella società “civilizzata” ma, a (con)tatto con la Natura selvaggia, si trasformava in una “pistola incazzata” di duro “caratterino” difficilmente indomabile eppur “dominante” da maschio bestiale, fra praterie di “muschi” e un mustacchio da “Sotto la capanna, il capriolo a pecora te lo fa crescere di capriole e, sopra, di panne ti screpola“.

Per non “par(l)are” del “cul-t” del “suo” Robin Hood.
Quando il nostro “Principe” si spoglia, di fondoschiena amabilissimo dalla femmina in calore (sì, la parte migliore dell’uomo chiamato cavallo è il lato B del “sapiens penis“) nel laghetto, e la Mastrantonio “ammira” il marcantonio sognando la sua “foresta” di “arco”.

Sì, Kevin Costner era l’attore preferito di Cristina.
Ascoltava Claudio Baglioni…

Ho detto tutto.

Comunque, Kevin è stato frainteso solo perché si scopava delle bonazze e gli hanno voluto male.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
    Toccami e ti denuncio.
    La battuta più “agghiacciante” è questa, quando il pagliaccio Al Capone urla ad Eliot Ness: “Tu non hai un bel niente, buffon’!“.Sì, la fine che farà quel “montato” del portiere della Juventus a fine campionato.
  2. Terra di confine – Open Range (2003)
    Dopo Gli spietati, Costner gira un capolavoro con Duvall per sfide all’O.K. Corral.
  3. Waterworld (1995)
    Costner capì che Michael Douglas, sebbene basic instinct, non aveva sodomizzato bene Jeanne Tripplehorn.
    E allora “la” illiquidisce del tutto.
    Di scioglimento…Che mostro questo Kevin. Mentre fotte Jeanne, urla alla bambina Tina Majorino: “Me la inculo a terra!”.

    Lo shock sarà devastante, infatti quest’attrice l’abbiamo persa nell’intelligenza artificiale.

Non dobbiamo elucubrare su chi sia (forse è, forse va da sé) Brian De Palma, ma “su” chi cambia


11 Sep

 

Buon compleanno a un genio “a metà”, forse solo immenso

Brian (Russell) De Palma, missione artista, regista “ridondante”, autoreferenza, Ego centrato, centimetri di sensualità nella Donna, spiata, “voyeurizzata“, spogliata, “scopata” con la mdp, “sorvolata”, ammirata, leccata, platinata, abbellita, adorata, “rinunciata”, “evirata” con misoginia, fatalmente “perseguita”, “stalkingazzata” dalla sua ossessione “perversa”, dalle sue luci rosse, “vulcanizzata” nell’erotico più rosso, “cremisamente” desiderata, respinta, “collantinizzata” dal suo Occhio “gelatina”, “kitsch“, sofisticato, eccessivo, “manieristico”, smodato, “troppo che stroppia”, “ripetitivo”, indagatorio, “fugace”, “sclerotizzato” di stroboscopie, una Donna “microscopizzata” da un’entomologa passione “stuprata”, lacera e persa, sgombra, ador(n)ata, elevata.

Brian De Palma, amico delle avanguardie che hanno rivoluzionato il Cinema degli anni ’70. Compagno di “sbronze” di altri italoamericani che hanno fatto la Storia, Martin Scorsese (gli “rubò” il Rubin “di” De Niro prima che lo Zio lo deflagrasse nell’esistenzialismo “puritano” e “pacifico” di Travis Bickle) e Francis Ford Coppola (come Marty…,gangsterici, e come per Scorsese, appunto, “iniziatore” della mitologia “corleoniana” d’un De Niro “alle prime armi”, eh sì, è stato Brian a scoprire Bob… e a “raccomandarlo” agli altri “padrini”).

Ma a differenza degli altri due, più “sobri” e sempre “se stessi”, Brian ha seguito sempre un percorso tutto suo, anche quando ha girato “per commissione”.

Ieri sera, discutendo con un mio amico su Facebook, da Boogie Nights siam arrivati a De Palma. Vi sembra impossibile? Non lo è proprio. Pigliatevi quella scena (a)ritmata in cui Wahlberg e John C. Reilly sono nella “tana” dell’orco Alfred Molina, e capirete presto che quelle sincronie visive vengono da Scarface, modulate e “scremate” nel gusto lieve d’un Paul Thomas Anderson più geniale del sovrumano che s’è compiuto.

“Breve” lista dei film che non vengono molto amati ma di cui il Genius e Brian De Palma ne siam “vittime e carnefici”. fottendoceli nel “girare” quel “cazzo che vogliamo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission: Impossible (1996)
    L'”Incipit” d’una saga di successo nasce proprio nel “già visto” reinventato di “elicotteri visivi”.
  2. Mission to Mars (2000)
    Perché credere alla NASA che, bugiarda di naso, ci nasconde le “vere” origini della razza umana?
    La verità è la “finzione” dell’immaginazione, su Marte, Pianeta dei sogni proibiti.
  3. Black Dahlia (2006)
    Tutti delusi perché s’aspettavano una trasposizione “fedele” al capolavoro di Ellroy.

    De Palma, al solito, “pensa” anche la Letteratura come più gli alletta. E filma un mistero sospetto, filtrandolo secondo le sue “distorsioni”, anche solo percepite “a pelle”. “Povera stella”.

  4. Redacted (2007)
    Tutto è stato “detto” sugli stupri delle “milizie”.
    Ma forse, ciò che è (dato per… cento) certo, è solo un dubbio che t’angoscia.

Anche(ggiando) Neil Armstrong era dop(pi)ato, sì l’oppio che l’allunò nel total recall


26 Aug

A Neil preferisco il nulla.

“Memoriando” le imprese memorabili dei ricordi di tutta una vita, fra una meteora che ti saluta, allietando il blu dipinto di blu e la NASA forse col “bugiardino” delle “istruzioni per l’(ab)uso” d’un naso che mentì, allungandosi come Leslie Nielsen de L’aereo più pazzo…, spupazzando il satellite (che s-a-etta satanica) su cui una bandiera americana “sciovinista”, di nazisti “monopoli” capitalisti, piantò le radici del suo sfruttamento e dello schiavismo, opponendosi ai sogni lunatici dei russi con una guerra fredda a base d’eruzioni missilistiche e “aviazioni guerrafondaie-fondamentaliste” (qui, “c’azzecca” Ignazio La Russa, comunque) per il fondamento che affondò i “valori” della società “odierna”, “millenaristica” nel “puttanesimo” globale con le stelle di Hollywood tra festini e Tom Hanks di Apollo 13 che arranca nel seno di Rita Wilson, perché ora è un big (boss man?)si va in rampa(nte)…
Houston, qui Base della Tranquillità. L’Aquila è atterrata.

Sì, in seguito a complicazioni al “cuore”, è morto il primo ”uomo” sulla Luna. Una persona a cui van le mie condoglianze perché capì, come Kurt Russell di Stargate, che questo Mondo non val la pena soffrirlo, altrimenti se ti ribelli alle “tragedie” ti dan quella “capitale”, con tutta l’“America” ad aspettar l’attimo “inderogabile”, fino a prova contraria, della tua morte in diretta, ripresa da videocamere “piazzate” in culo, per la “gioia” di Homer Simpson nella sua villina a schiera, con la birra a urlare: “La mia panza se ne frega, ammazzate subito chi osò sfidare la mia scemenza!”. Sì, impazzano porno in Internet che non richiedono l’iscrizione, il tuo estratto conto di “strozzinaggio” sì però (capperi!), peggio delle violenze mascherate di queste gran fighe sfruttate a mo’ del “manubrio” guardone che un po’ è reattivo e un po’ rallenta la corsa del rutto va in vacca.

Ieri sera, conversai con un mio amico al telefono:

Lui: – Stefano, sei mai stato in un cinemino a luci rosse?

Io: – Ora, il mio nick è Travis Bickle ma mi tocca “igienizzare” già le poltroncine dei tamarri di The Space Cinema, “famoso” ritrovo di villici che “friggono” il pop corn, di cornee cornutissime, del “ragazzo” d’ordinanza, “ordinatissimo” a sbevazzar fra un film di cui capisce il suo cazzo e una tastatina nella sua patta un po’ “distratta” dalla visione, anzi “visibilissimo” ché, mentre “lei” smuove le palle, “lui” sbuffa “Pallosa questa roba”. No, solo sedermi su quelle “sedie”, ove porci e animali hanno appena consumato “chilometri” di sperma, mi costringerebbe a un bagno “caldo”, praticamente bollente, senza patata ma abrasivo dopo che “fu” corrotto.

Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità.

Sì, questa leggendaria impresa è sotto gli occhi di tutti. Infatti, dai grandi sogni, l’umanità “inte(g)ra” è passata a Luana.

Che non gira attorno alla Terra ma ti “rigira”, atterrando sulla tua “propulsione”. “Sparato” con tanto di video privato da “YouTube” casareccio.
Bello, eh? Sì, più che “darlo” a questa qui, “piissima”, scelgo di “darmelo” come sempre a gambe, in gambissima, e alla “negrona” metto su i Negrita, gruppo musicale italiano che viaggia davvero nello spazio della fantasia.

  1. 2001. Odissea nello spazio (1968)
  2. Capricorn One (1978)
  3. Apollo 13 (1995)
  4. Moon 44. Attacco alla fortezza (1990)
  5. Stargate (1994)
  6. Mission to Mars (2000)
  7. Atto di forza (1990)

“Passion”, il Trailer


23 Aug

 

Ritorno per Brian, atteso al Lido.

 

Elegante e disinvolta, Christine è affascinata dal denaro che le deriva dal suo ruolo di potere nel mondo degli affari internazionali. Spesso, pur di mettersi in mostra, non ha remore nel rubare le idee all’avanguardia e redditizie della giovane e innocente Isabelle: dopotutto, sono nello stesso team e Isabelle è la sua protetta. Esercitando pieno controllo su Isabelle, Christine la coinvolge in un gioco di seduzione e manipolazione, di dominio e umiliazione. Quando però Isabelle finisce a letto con uno degli amanti di Christine, tra le due donne scoppia la guerra.

 

(Stefano Falotico)

Non tutti i mali vengon per nuocere, alcuni però sono delle noci senza cocco, 4 capolavori di Nicolas Cage, detto l’uomo “Conte” che non ha paura del parrucchino né degli “scandali” da parrucconi


12 Aug

 

Non tutti hanno uno zio di nome Coppola. Dunque, già per questo è rispettabile. Se poi aggiungiamo che Patricia Arquette (una con cui pareva giocasse al ruolo del “dottore” su profilo da ergastolano emaciato ma “ammalato” di selvaggio) era l’attrice bionda col “culo” migliore sulla piazza, potete risalire a quanto possa “stimarlo”. E anche “smaltirlo”, ridando smalto a un mito da “Carbonio 14”

Ho sempre amato Nic Cage, a dispetto delle burle con cui, nelle notti di Maggio “afasiche” e in quelle novembrine uggiose, gli perpetro offese “spronanti” per sgrezzarne un po’ il talento ancora, nonostante la cinquantina raggiunta, non del tutto, a mio avviso (di “ammonizioni”), esploso.
Le potenzialità ci son sempre state, e chi è miope credo debba rivedere le sue “ottiche”, giudicandolo nella giusta rivalutazione di quanto la sua faccia gommosa, nevrotica, seducente di vampiro “sclerotico”, il suo torso australopiteco e i suoi occhi celesti su sfumature di grigio, siano invece la dura forza di uno che usa il dopobarba solo per non “contaminare” le copertine con peli che potrebbero irritare “a pelle”.

Credo che sia, in questo sarò appoggiato da molti (vero?), il più grande attore di sempre. Non sto scherzando. E le ragioni son presto dette.

Nella carriera altrui, c’è forse uno che massaggiava Zandalee e poi è stato un paramedico ossessionato dai complessi di colpa, c’è un altro che brindava con David Lynch e poi “cenava” da family man?

No, Lui è l’unico, uno e trino.
Caprin e caprone al Tempo stesso. Capra e sulla panca a farsi gli addominali, e sul letto a scoparsi Jenna Jameson.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Stregata dalla luna (1987)
    Cher, Donna sudaticcia ma raffinata, s’innamora di uno zotico impresentabile dal cognome improponibile.
    Sì, perché Nic, in canottiera, è uno spettacolo “sostenibile”.
  2. Zandalee (1991)
    Un film ch’è un “must“. C’è anche Steve Buscemi in questa porcata “superba”.
    Il marito di Erika Anderson è impotente? E qual è il problema?
    C’è un Nic di capello viscido e “lungo” a cui l’eleganza di Daniel Day-Lewis gli fa un baffo. Ed eccolo “avventurarsi” di amplessi con tanto di “lavatrice” e “olio” nelle parti “intime”.
    Che film “speciale”.
  3. Omicidio in diretta (1998)
    Non daresti un soldo a un tamarro come Santoro. Puttaniere, corrotto, un poliziotto volgare che fa le “scommesse“.Eppure, dietro questa “scorza” da bastardo, c’è un occhio che spia, che guarda sotto le apparenze. Un vero indagatore che uccide ogni complotto e che si merita quella bella “cugina” della Gugino.
  4. Al di là della vita (1999)
    Scorsese ama le recitazioni misurate, tutte dentro, alla Marlon Brando.
    Nic, andando fuori “registro”, improvvisando di sceneggiatura “personale”, “gioca” di matto come al solito, inveendo, strillando, stuprandosi, disperato, agitato, sonnolento, “Chi dorme non piglia pesci”. E alla fine si “coccola”, mammone, nel seno della “Madonna” Patricia, sui titoli di coda di noi che ci chiediamo: “Dopo tanto martirio, questo Cristo scoprirà che era solo una Maddalena?”.Sì, terminato il travaglio esistenzialista, a Nic verrà utile il consiglio di Marcellus Wallace: “Mettiglielo tu nel…”.

Marilyn Monroe – 50Th Anniversary


05 Aug

 

Scocca il 5 Agosto, ed è il cinquantesimo anniversario di Marilyn Monroe.

La rear window End User, il nostro gestore, mi contatta privatamente perché diffonda l’esclusiva “certezza”, attestata da People, secondo cui, sarebbe proprio vero, con tanto di prove, che la Monroe si suicidò.

Dobbiamo credere a People?

 

The story made headlines around the globe: Marilyn Monroe, the world’s most celebrated starlet, had apparently committed suicide. 

 

But many who knew her didn’t believe she’d take her own life, and as the 50th anniversary of her death at age 36 approaches, her tragic end remains shrouded in mystery.

 

In the new issue of PEOPLE, guest writer J.I. Baker – author of The Empty Glass, a new murder thriller based on her death – uses his research and fresh reporting to explore the truth.

A Mysterious Death

On August 5, 1962, Monroe was found dead in the bedroom of her Brentwood hacienda.

 

Toxicology reports showed high levels of Nembutal and chloral hydrate in her bloodstream, and her death was ruled a “probable suicide.” But why wasn’t her body turned over to medical examiners for more than five hours after it was discovered?

 

Forensic pathologist Cyril Wecht tells PEOPLE he has “a strong suspicion she might have been injected,” given the lack of pill residue found in her stomach – but by whom?

 

Why did not-yet-tested tissue samples go missing, along with Monroe’s phone records? And were Jack and Bobby Kennedy, with whom she was rumored to have had affairs, involved?

 

For more questions and answers surrounding Monroe’s mysterious death, pick up the latest issue of PEOPLE, on newsstands Friday.

 

Quale occasione migliore per questo “diario?”.

 

Marilyn, mito inossidabile d’immarcescibili “ossigeni” anche metacinematografici.

A imbiondarci, come la platinata sua chioma schiumosa, di fiammeggiante eternità.

Eterea, perché solo e mai più Lei.

 

 

5 Agosto 1962, uno dei giorni più scioccanti per il Mondo, la sua morte.

 

Oramai, ci siamo tutti “wikipediazzati”, e quindi ne estrarremo proprio tal “memoriale”:

 

Le circostanze della sua prematura morte, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di numerose congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. La successiva sparizione di tracce e documenti dalla casa dell’attrice, dove sembra fosse stato anche Bob Kennedy la sera della morte, nonché innumerevoli omissioni e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, hanno dato adito a molteplici dubbi sugli eventi di quella notte. Tra le varie versioni formulate, la più plausibile vede ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, dettasi pronta a dichiarare pubblicamente le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.

 

“Sfogliacchiando” questo raggelante “reportage“, mi balza alla mente, angosciandomi, la Dalia Nera, fonte d’ispirazione letteraria, in primis James Ellroy col suo capolavoro macabrissimo, e l’omonimo film d’un incompreso Brian De Palma.

 

Come Dalia, forse, una “vergine” santa ma prostituita alla seduzione del Potere, ch’ella stessa seduceva in ammalianti pose ammiccanti d’impudiche esibizioni sensuali di dolcezza.

 

Il suo cadavere, un terrificante mistero che continua ad affascinare, irrisolto, su cui fantasticare e inventarsi più e più storie. Stessa sorte ingrata affiliata a molti eterni, leggendari, immortalati d’icona ancor più maliarda e invincibilissima nella forza evocatrice, appunto, dell’immortalità di chi è asceso nel Paradiso degli dei.

 

Marilyn, forse non so, non una grande attrice, ma perfetta per la società puritana dell’America sull’orlo delle rivoluzioni sessuali, mangiauomini che ossessionava sol sbirciando di occhi pittati, d’uno Sguardo malizioso travestito da ingenuità bambina. Di svolazzanti gonne per un vedo-non vedo ipocrita, accaldato, guardone, “mansueto” e incantato dalla sua pelle di pesco.

 

Culto infinito d’intere generazioni, pietra di paragone, tutt’ora, per qualsiasi Donna che voglia varcar la soglia della reggia splendente ove aleggiano le divinità intoccabili.

Incarnazione femminea d’ogni podio conturbantemente enigmatico. Impercettibile come un fantasma erotico d’abbagliante splendore, di suo sangue bianco e lucente nelle nostre vene.

 

Così, immagino lo scrupoloso, maniacale e perfezionista J. Edgar, in un’apparizione contemporanea del suo fiuto da tartufo, a gironzolar in macchina per Los Angeles, salire su Mulholland Drive, toccare, timido, le scale del desiderio, entrar “di sottecchi” nella proprietà privatissima della limpida villa di Marilyn, e ammirarla, con gli occhi languidi, perdutamente innamorati, mentre “danza” delfina nella sua ultima doccia.

 

Nuda, si avvicina a J. Edgar, lo bacia e gli consegna la “dinamica”-dinamite della sua morte.

 

Edgar annota sul taccuino l’allucinante, inconcepibile retroscena, spaventoso, glacialissimo.

Poi, la saluta, porgendole un occhiolino color benedizione.

Sale sulla sua cabrio, ingrana malinconicamente la marcia, si ferma vicino al “dirupo” della collina dei sogni, brucia una sigaretta amara tra i bagliori ardenti del sottostante panorama liquido di gorgoglii brillantemente artificiali, e “lancia” al vento la verità.

 

Incamminandosi nel noir omertoso di chi troppo ama la Bellezza per sporcarla…

 

E, con una smorfia corrugantemente (ir)ridente, svanisce nel traffico del Mondo, come Lei.

 

 

A 50 anni dalla misteriosa morte, Stefano Falotico “formula”, non solo le ipotesi, ma un suo lynchiano video inquietante “dietro le quinte”.

 

E sbirciamo anche un “Noir Nightmare…”.

 

(Stefano Falotico)

Los Angeles nel “Noire”


22 Oct

 

Ah, non potevo lasciarmelo sfuggire, amante qual sono delle storie investigative.
Sì, mi “giocherello”, sapendo che la realtà è ancor più ombrosa di queste ombre “digitalizzate”, eppur quasi verissime.

Da qualche mese, nello scaffale del mio immaginarla “al game“, mi son dato a questo “film” che non ha nulla da invidiare alle pellicole con Humphrey Bogart, alla disillusa malinconia di Elliott Gould, e neppure alle atmosfere buie del capolavoro di Curtis Hanson.
Ah, dov’è la mia Kim Basinger? È  “morta” anche Lei?

 

Questo canaleimplaystationato” o “a 360-boxizzandoci“, c’illustra sempre le “nuove” di questo Mondo mirabolante ove l’interattività si mescola ai grandi stilemi delle opere cinematografiche che più amiamo.

 

Filmati di presentazione, che sono veri e propri trailer per “qualcosa” che è quasi meglio del 35mm, se ancor esiste(rà)…

Uno di questi capolavori, risponde al nome di “L. A. Noire”, mescolanza geniale ad opera d’Arte sui migliori uomini con l'”impermeabile”.

 

 

 

 

 

 

Sino all’ultimo aggiornamento per il nostro download…

 

 

Che dire? Forse la Dalia Nera che De Palma ha sempre sognato?

 

Firmato il Genius

 

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)