Posts Tagged ‘Dustin Hoffman’

Quando pensi di essere Dustin Hoffman di Rain Man e invece sei Tom Cruise, video antologico, epico!


15 Apr

57154859_10213451462463846_2000513934464909312_n

Forse, non vi siete accorti dei mutamenti cronenberghiani avvenuti nel Cinema e nella vita di tutti i giorni con l’avvento dei social

Be’, chi della mia generazione non ricorda piacevolmente la canzone leitmotiv di Lucio Dalla per Lunedì Film di Rai 1?

Sì, so che voi sbarbatelli, se la doveste ascoltare oggi, riproposta in qualche programma nostalgico, pensate e pensereste:

ma chi sta cantando? Mario Biondi?

 

Peraltro, Lucio si limitava a una sorta di grammelot onomatopeico abbastanza incomprensibile ma di sicuro effetto, come un cantante jazz di New Orleans. Tra Dario Fo e un pazzo di Firenze.

Sì, per noi il Cinema rappresentava un appuntamento fisso il lunedì sera. Quando, vivaddio, l’assurdo Canone Ordinario (ordinario di che?) aveva motivo d’esistere. Mediaset era agli esordi e I Bellissimi di Rete 4 erano solo ai loro albori.

Poi, si sarebbero affinati, involgariti nel seno debordante, nel portentoso décolleté piccante e nei collant fenomenali della mitica Emanuela Folliero.

Che di Cinema ne sapeva quanto mio nonno di astrofisica. E, per introdurre il filmone in programmazione, recitava a pappardella i testi che le davano da leggere. Peraltro, erano quasi sempre estratti estrapolati dallo stesso dizionario dei film di Mereghetti o addirittura sintesi ricavate proprio dall’affiliata rivista tv Sorrisi e canzoni.

A Lunedì Cinema, avranno dato almeno cinquemila volte Lo squalo di Spielberg.

Sì, Lunedì Cinema chiudeva i battenti con l’approssimarsi dell’estate. Stagione di Spiagge alla Fiorello e di bagnanti italiani a Ibiza a esaltarsi con la radiolina che riproponeva Miami di Will Smith.

Sì, Fiorello, persona di rara ignoranza che prese Giosuè Carducci e, senza vergogna, se ne saltò con La nebbia agli irti colli…

Mitico!

Fiorello, davanti a quella donnona di Katia Noventa, oca da Karaoke, per fare il figo, le disse che conosceva il teorema di Pitagora. E, dinanzi a milioni di spettatori, lo enunciò da Bruno Sacchi de I ragazzi della 3ª C.

Molto pressappochista, il Fiorello disse sfacciatamente che, in ogni triangolo isoscele, il quadrilatero costruito su Siracusa è equivalente all’unione dei rettangoli dei due cateteri.

Sì, è questo secondo voi il Teorema? A proposito, voi, che fate tanto i trasgressivi e gli anticonformisti, avete mai visto l’omonimo film e letto il libro di Pasolini con Terence Stamp?

Rosario Tindaro Fiorello, non di Siracusa, bensì di Catania. Idolo!

Ah, ma avete allora proprio bisogno di una stampella. Più che uomini da Noventa, siete oramai a novanta, diciamocelo, dico, senza infingimenti e libretti di giustificazione con l’alibi della vostra indisposizione psicofisica dovuta allo stress di una vita febbricitante che vi ha fatto ammalare di qualunquismo, retorica e populismo a iosa.

Ma non perdiamoci in nostalgie da Stranger Things, in passatismi scolastici. In esaltazioni del Cinema degli anni settanta quando invece siete nati appunto nei seventies ma eravate troppo piccoli per poter aver visto Un attimo, una vita di Sydney Pollack.

Vi dichiarate degli espressioni astratti ma, più che al pittore Pollock, sinceramente assomigliate, molto realisticamente, solo ai polli che appunto allevava mio nonno. Pollon!

Sì, dopo l’avvento dei social, chiunque si professa attore e regista di livello e carica video in cui ha filmato una vedova che beve il caffè al bar di Zio Nino, gridando di essere il nuovo Paolo Sorrentino.

Sì, estetizzanti idolatrie di voi stessi da peggiori Toni Servillo.

Il Cinema è cambiato, la vita è cambiata. Dovete aggiornarvi.

Essere uomini come il Falotico.

Classico uomo per il quale tu pensi di averlo finalmente inquadrato e anche inc… o e invece presto, con un suo amico, girerà un grande mediometraggio.

Sì, nei primi giorni di Maggio.

Vi lascio col fiato sospeso e anche col ciuccio in bocca.

A presto.

 

 

di Stefano Falotico

 

hoffman rain man

cruise rain man

Piccolo grande uomo, muore Stephen Hawking e io mi sento sempre più astrofisico dello spazio-tempo


14 Mar

pgu17

Più passa il tempo e più sono convinto che si diventi geni, non si nasce geni, bensì la particolarità, l’unicità della nostra vita ci permette di acquisire conoscenze, di esperire informazioni che, per la loro irripetibilità, fanno sì che veniamo proclamati geni. Insomma, il genio non è qualcosa di genetico…

Stephen Hawking è morto, è stato l’astrofisico e il matematico più rivoluzionario dopo Einstein. Su questo non ci piove. Quindi un genio nel suo campo, imbattibile, un mostro… d’intelligenza “quantistica”, un uomo che ci ha mostrato la vita nella sua essenza, l’inventore della Teoria del Tutto, o perlomeno uno dei suoi più strenui propugnatori, uno scopritore della materia celeste del suo cervello sconfinato.

Ma Hawking diventa un genio perché dall’età di 13 anni, quando in quel periodo tutti i suoi coetanei “normali” imparano ad avere dimestichezza con i primi, forti turbamenti sessuali, ad approcciarsi corporalmente al prossimo, a sentire scorrere il sangue virulento delle passioni adolescenziali, viene progressivamente, in maniera devastante invalidato dalla sua malattia distrofica, atrofizzante. Una malattia che lo annienterà a livello fisico tanto da costringerlo a diventare un fisico…

E, visto che doveva stare sempre sulla sedia a rotelle e non poteva divertirsi come tutti i suoi simili, non poteva fare sesso e non poteva godere appieno delle gioie copulatrici che la vita offre ai “sani” e ai normodotati, aveva inesorabilmente due scelte: o suicidarsi oppure guardare il mondo da un’altra prospettiva, studiando il cosmo, seguendo l’“orbita planetaria” della sua “relatività”. E non si è mai abbattuto, non ha permesso che la sua malattia gl’impedisse di amare, a suo modo, la vita.

Lo so, è limitativo ridurre Hawking a questo spettro “diagnostico”, è brutale, cinico e tristissimo. Ma che vi piaccia o meno è la verità. Com’è vero che Andrea Bocelli è diventato un soprano-mezzo tenore perché ha dovuto sviluppare la sua voce, dato che è cieco dalla nascita.

La vita è fatta di attitudini, di naturali predisposizioni, di essere portati a essere quella “cosa” lì. Di circostanze, di traumi, di strade.

A me dissero che nessuno aveva saputo indirizzarmi in un determinato “percorso” formativo ed era ovvio che poi sbandassi, e io invece ringrazio iddio, sebbene come Hawking sia profondamente ateo, che ciò sia avvenuto.

Perché se oggi scrivo e guardo la vita in e per altri orizzonti, se non mi limito alle apparenze ma continuo a indagare e a esplorare le parti ignote, i “buchi neri” di me e del prossimo, lo devo proprio alla mia crescita “anomala”, diversa. Non fraintendetemi, posso garantire che fisica-mente le donne di me sono soddisfatte… è una diversità percettiva, non corporea.

Se mi fossi instradato alla presunta, oscena “normalità”, fatta di professorini bigotti che son contenti solo se i loro studenti deficienti ripetono la pappardella a memoria, se mi fossi attenuto a essere il “bravo” figlio che è prodigo dietro la maschera di ragazzo perbene e poi in verità è un porcello che prende per il culo gli handicappati, gli omosessuali, le ragazze e dice di amare l’Arte e il Cinema perché così, agli occhi altrui, si può celare dietro un’immagine di “figo” in gamba, be’, vi sareste persi il Falotico.

Avreste avuto una comune mezzasega, banalotta, che parla per frasi fatte, che classifica gli altri perché non riesce a risolvere i suoi conflitti interiori, un “agguerrito” uomo di massa per accelerazione di gravità… godereccia, carnascialesca, la cui vita sarebbe stata impostata solo sui soldi, su valori futili e illusori, sulle leccate, sull’arrivismo, sull’esteriorità, sulla sembianza, sulla parvenza, insomma sulla schifezza.

Sono greve? Sono pesante? Sono un atomo impazzito? Eppure la mia fantasia non ha limiti, è infinito…

E, con buona pace dei miei detrattori, sono anche sexy. Mi spiace per loro.

 

the-theory-of-everything-image-eddie-redmayne

 

di Stefano Falotico

Dustin Hoffman, wolfman, e l’occhio scivola sulle forme della Witherspoon


02 Feb

Dustin+Hoffman+Reese+Witherspoon+Wears+Striped+diUzDOpUd8ml

Eh sì, sarà anche “laureato” e non fu stallone come Jon Voight di Un uomo da marciapiede, ma al signor Ratso basta poco per farlo diventar rizzo, e con occhio malandrino non è vigilato speciale ma lupetto ancor arrapato. Eh sì, un “caro” little big man, senza papillon ma molto “casual” e liberale…

E ogni autismo da rain man diventa sano voyeurismo poco da gentleman.

Detta fra noi, comunque, la Reese di faccia è un cesso, ma il suo notevole culo pare abbia risvegliato lo sleeper Dustin. È il nostro american buffalo!

Gli stringiamo la mano, ma potrebbe essere “bagnata”. Altro che Meet the Fockers, questo ha ancora voglie da vero motherfucker.

La Reese non è più ragazzina da Election, ma donna oramai wild da “erection”.

American Buffalo

 

 

di Stefano Falotico

Anche Bukowski dà consiglio nel suo “coniglio” ed è insofferente alla sofferenza di Moretti Nanni


20 Aug

01012507 01012511

Non so perché, chi ha letto i miei libri mi paragona a Bukowski, eppur mi diletto nelle “carinerie” modulando delle leccate a gelati al limone e limonando solo con la tastiera del PC-ino. Non sono un pulcino e neppure gaio, eppur galleggio, essendo un natante gallo. La gente, pur non essendo uno scopatore “ficcante”, e ciò dovrebbe dissuaderli in quanto la gente ama invece le battute-one pimpanti-pompanti, poco da poppante, viene, eccome se “viene”, da me a chieder consigli, spesso con l’idea di mettermelo nel culo.

Allorché mi trasformo in saggio della montagna spensierata e do alla gente banalità a base di massime davvero massimali, in quanto minimalista allo storico minimo.

Non li sminuisco ma li incito, sperando di non mettere nessuna incinta, a non essere Cita. Vai di citazioni eccitantissime!

Ecco che una mi dice che se avessimo tempo per raccontare la storia di ognuno la vita sarebbe una storia infinita. Allorché dico lei di vedere il film di Wolfgang Petersen sulle ali della sua cagna gigantesca.

Una invece sostiene che essere superiore, quale lei si ritiene non avendo però neanche frequentato le medie, non basta. Io le rispondo per le rime, baciate in quanto vorrei baciarla e non trombarla, dicendole da trombone che essere superiori è fonte d’invidia e dunque è meglio essere inferiori anche se laureati. Quindi, vado dalla mia signora Robinson.

Insomma, come la giri la giri, te le fa(n) girare.

 

Sono uno splendido trentottenne, fra qualche giorno, mentre Nanni Moretti, come afferma Francesco Alò di Bad Taste, è uno scialbo più che settantenne.

 

Stasera c’è Bologna contro Torino. Prevedo una catastrofe. In difesa De Maio e Gonzalez, annamo bene!

Insomma, cari agnelli, non si può essere sempre Gianni, e il Torino lo sa bene, facciamo un tor(t)ello!

di Stefano Faloticoaut

00584905

Ah sì? Solo De Niro si butterebbe via? E Pacino, Hopkins, compagnia bella e anzianotta, no? Ah ah, non fatemi ridere


08 Feb

Vi dirò di più. De Niro è quello più attivo e cinematograficamente ancora più figo.
Atteso con il già acclamatissimo Hands of Stone e con The Wizard of Lies.
Oltre a The Comedian, le cui riprese inizieranno a giorni.

Nicholson si è ritirato, non si ricorda le battute, Hoffman è ormai un vecchietto simpatico quanto Zia Carmelina, Nick Nolte un ubriacone panzonissimo con tanta bile nel fegato.

http://www.rottentomatoes.com/m/misconduct/

Guarda(te) come ci dà dentro! Ah ah!

De Niro zozzone

Cari altri tromboni e trombati, almeno Bob tromba! Ed è una bomba!

di Stefano Falotico

Cane di (p)a(gl)ia, code di ca(va)llo, (ri)torsioni dei bracci “destri” del branco non desto


11 Sep

03330522La violenza fa parte, dagli albori dei temp(l)i, della nostra società e della nostra Costituzione san(t)a e robusta, miei mezzo busti “belli” in giacca e “ovatta”. Dovreste sentire le la(cri)me di rabbia dei cani quando, deturpati della loro inviolabile eppur v(i)olata via integrità (im)morale, calpestati dall’ipocrisia menzognera e omertosa passan dalla parte del tor(t)o, perché i tor(t)i, di mille abusi, non solo facili in faccia torte, falciati vengon sempre dalla feccia che volle che “non venissero” e si sven(tr)assero.

Così si ribalta il crimine perché i belli, dopo esser stati pelati, “plagiati” e “piallati” dalle lor caudine (f)orche a base di carnascialesche or(g)e, non ci stettero, la (r)esistenza intellettuale crollò dirimpetto ai lor “for(t)i” (marchia)tori, stigmatizzanti la “debolezza” ove c’era purezza.

Stupri mentali, mobbing psicologici per le coscienze da immobilizzare tanto da renderle così (irremovi)bili dal lor poi d’ira muoversi ché le offese di darsi una mossa e “svegliarsi” attaccaron le vergini, intimandole, poiché già “timide”, al suicidio.

Argomento complesso… di colpa, di brutti colpi quello della violenza.

Quale degenerato la genera, quale “genio” la partorisce, quale scemo la semina, quale male si moltiplica al patito, giammai partito (non) d(om)a(n)i. E se non dai, principe non sei, non puoi esserlo, non devi avere perché “av(ar)o”.

Si (di)mena, cari “ameni”.

Amen(o) che…

Ammonimento!

Questa non è idiozia, è sacrosanta, “malsana” giustizia!

D-i-o!

 

di Stefano Falotico

Sleepers alla padre Bob(by)


04 Jun

di Stefano Falotico

Di solito, per quanto concerne il Cinema, gran risalto vien dato alla “dicotomia” relazionale, spesso disfunzionale, fra madre e figlio. Hitchcock banalizzò la psicopatia col suo celeberrimo Anthony Perkins che, “castrato” da una madre a “imbalsamarglielo” come il “pappagallo”, aveva sviluppato un’indole guardona un po’ troppo violenta. Sì, credo che Psyco sia un film enormemente sopravvalutato. Da contestualizzare alla sua epoca, indiscutibilmente fascinoso e tutt’ora di bianco e nero avvolgente, seduttivo come la “follia” di Norman Bates che nel suo motel ne combinava, sconciandole, delle “belle”, una sotto la doccia di coltelli profumati di epocale suspense, sì, d’avanguardia. In ciò, certamente, il film ha il suo valore, ma non è affatto il lodato capolavoro a cui van tutti a par(l)are quando si fa riferimento ai precursori, come zio Alfred, del genere thriller. Perché proprio tanto eccelso e già “classico” di modernità anticipata nella sua ineccepibile forma, oltre il mero, “spensierato” intrattenimento, quanto a mio avviso così stupido. Come dire: il complesso di Edipo genera sempre mostri. Eh no, caro Alfred. Se fossi campato, da Woody Allen avresti imparato una cosa ben peggiore, che provoca genio malinconico associato alla sua tendenza, che nessuno psichiatra riuscì a curare, per la ragazzine, come sua cinesina insegna, cagionatrice del divorzio “inestimabile” fra Woody e Mia Farrow. Mamma mia, ah ah, è il caso di far ammenda perché la madre di Woody tanto spermatozoico lo sgrav(id)ò di dubbio seme paterno.

 

Ecco, sul padre invece porrei questa mia, così partorita.

Il padre ha, secondo me, un ruolo ben più “pregnante” nel processo formativo del pargolo. Di come, spesso tramandandogli il maschilismo più bieco, rende i figli a sua immagine e somiglianza, riversando loro tutto il suo fallimento, affinché non diventino fall(it)i come lui. Eh sì, che “fallo”. Che orrore! Anziché indirizzarli a una sana educazione improntata al libero arbitrio, ne arbitra già il raddrizzamento. Mah, e provocò solo figli meno rizzi della sua (im)potenza. Complimenti. Gli stringo la mano, anche se poi vado a pulirmela perché è molto sporca, mio padre porcellino. Ah, volevi dei vincenti da salvadanaio e hai intascato sol la presa di coscienza che la lor retta via (non) hanno (ap)preso. Che buco!

Un abominio disumano, volere dei modellini al piacere suo che non ebbe, perché a lui andò malissimo.

Di mio, posso solo dirvi che mio padre è un grand’uomo. Se non fosse stato per lui, oggi non sarei uno scrittore ma non “starei” soprattutto qui. Su tale immonda eventualità “omicida”, un altro padre, invece, che dal mio fu severamente punito in tribunale, perché sconfinò d’efferati insulti in un’età in cui la mia giovinezza andava invece doverosamente rispettata, credo che ancora abbia dei profondi incubi notturni in cui, roso da un senso di colpa pazz(esc)o, si domanda “chetamente” come ha fatto a nascere. Non si è ancora sparato, comunque, tal losco padre criminoso. Sì, un durissimo.

Su tale (sua) imbarazzante domanda, però, già fu imbrattato di figuraccia da miserabile. Ora, però, deve darsi una risposta. E, sul restare scioccato, senza parole, “comodamente” ride da pagliaccio, piangendo tremende, ahia che dolore (poverino), lacrime da coccodrillo.

Sì, da mio padre ho/a appreso una lezione importantissima. Mai far sì che un estraneo, troppo “cresciuto”, voglia renderti un nano come la sua famiglia.

Frankenstein di Mary Shelley

Un rapporto pur sempre paterno.

Il momento di uccidere

Carl Lee Hailey/Samuel L. Jackson non si fermò dinanzi allo stupro della figlia.
Un film reazionario?

Forse invece da rivalutare. Per riflettere. Al posto suo, siete sicuri che avreste mantenuto i nervi saldi?

Il petroliere

Il capolavoro di Paul Thomas Anderson si può interpretare in mille ottiche. Una chiave analitica è proprio il rapporto fra i due. Quasi alla Barry Lindon.

Sleepers

Padre Bobby.
La scena, in cui Jason Patric confessa a De Niro le violenze, rimarrà negli occhi per sempre.

Speciale elezioni USA, spunterà Berlusconi, gridando “Forza Messico!”


06 Nov

All’America preferisco la “riforma sanitaria” di Kathryn Bigelow: Kathryn, una stangona cineasta che non gioca a canasta e, di provocazioni, ti rompe le ossa di “stangate”

In quel delle “stelle e strisce”, striscian le prime indiscrezioni in merito al “quorum“. Tutti, infatti, hanno “a cuore” l’America, soprattutto dopo i danni che ha combinato alla nostra “cultura”, esterofila di liofilizzati a base di Blake Lively scosciata e telefilm istruttivi quanto un piatto di “zeppole” al sapor “vongola”.
Sitcom tragicomiche con tanto di “applause” telecomandato per “freddure” che mettono i brividi su (dis)connessa (un po’ da “commesse”) pelle accapponata nell’episodio “pirata” e “tirato” degli ex Friends, con tanto di “puttanata” (parafrasando Frassica Nino a proposito delle “imperdibili” puntate di Beautiful) in cui Jennifer Aniston invita, per la cena di Natale, il pezzo forte delle sue conquiste da “San Silvestro”, Harvey Keitel versione Babbo Natale che, di cattivo tenente, fagocita le sue tette nell’espressione: “Sono brutto come i peggiori negri ma stasera mi butto!“.
E, mentre ci dà voluttuosamente, “schizza” nell’urlo orgasmico da “nosocomio”: “Faccio di tutto per stare in te!”.
Jennifer comprenderà “interamente” che divorziare da Brad Pitt non fu un un gran “colpo”.

Sì, l’America (definizione “generalista” per identificare, geograficamente, il Paese della “cuccagna” alla Big Apple, ove chi vinse fu la faccia tosta Steve Jobs nel suo monopolio di consumismo e chi “perde” è invece chi ha una mente enciclopedica ma non sa usare iTunes perch’è un Duffy Duck, “inaffidabile”, alla Looney, sì alla Romney..., attenti, non confondetelo con Rooney del Manchester… “united“, si sa).
Se a Roma, strategicamente nel “colpo di Stato”, si “piazzò” l'”altare” dell'”imperator” Mussolini, al di là dell’oceano, oltre il coast to coast, i maiali spezzan le “costolette” con la guerrafondaia idiozia a propulsione di massa, abbindolata nell’oca allodola Kim Kardashian esportata di culo “assicurato” con Jennifer Lopez, per un “gemellaggio” da “stadio” che inneggia al “faccela vede’!” mondiale.

Sì, negli anni ’70 il Cinema di tal Nazione evolse miracolosamente dai melodrammi, ch’emularon i nostrani Matarazzo di Nazzari e di Rodolfo Valentino, il “sex” per i “materassi”, nella polemica impegnata innervata e sull’orlo della “crisi” con pomeriggi da cani e cuculi ove Jack Nicholson fu lobotomizzato come una bestia solo perché era un Uomo libero (dunque lo “istituzionalizzarono” nel suo “pollo” senz’ali della libertà, mentre Hugh Hefner scopava la sua “Rita Hayworth” di Playboy “pimpante” da coniglio della “cristologia” redemption per stimolar il prepuzio dei marines in Vietnam).

Oggi, è avvenuta un'”invisibile” regressione di contagion alla Steven Soderbergh, un “cinemino” che pretestuosamente vorrebe “dirla tutta” ma preferisce poi ripiegare in Channing Tatum che fa (tutte…) i piegamenti d’addominali sulla sua “cocco-bella”, nell’esultanza collettiva dei colletti bianchi.

Obama tien alto il pregiudizio razziale, con De Niro ad appoggiarlo, ché il Bob s’è sempre scopato le “nerone”, salvo eccezioni alla regola con Uma Thurman e Ashley Judd.
Oggi il Bob si fa accompagnare dall’hostess Grace Hightower.
Durante la presentazione di The fan, gli chiesero perché l’avesse sposata. La risposta del De Niro fu “laconica” ma secca come il suo personaggio di “coltelli“: – Perché, durante il “volo”, mi garantì un pompino perfetto nella cintura di sicurezza dell'”atterraggio morbido”.
Quindi, un buon partito… per non ripartire come attore.
Da allora, già, il Bob inanellò una serie di “cazzate” (in)sostenibili, tutta l'”opera omnia” di Ti presento i “miei” e il suo “nascosto nel buio“.

Silvio, qui in Italia, dopo un'”irreprensibile” mafiettina “travagliata” solo dagli attacchi di Michele Santoro, è stato finalmente “messo alle strette”. Accusato di frode per non far causa al peggio, cioè le sue “fregne”. Un po’ come l’Al Capone de Gli intoccabili.
Dopo le sue varie tettone av-“venne” lo smottamento tettonico al suo “programma elettorale” a base di “eiaculazioni” in “quelle” di Arcore, con tanto di Manuela Arcuri e la Minetti che, con Silvio, “cantava” a letto come Mina.

Vincerà Barack, l’unico a mio avviso che può salvar la baracca a noi “imbarcati”.

Poi, festeggerà con Bill Clinton nella “stanza orale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Sotto il velo delle apparenze, un’incastigabile vanità di malia rosso eruttiva


28 Sep

La fertile ritorsione contro lo screanzato pagliaccio, prima Joker e poi “evoluto” in Bane, che si placò di beffarda derisione, in una “sterzata” impetuosa d’abominevoli pugni allo stomaco

Le nauseabonde “contentezze” di gente stupida saran “affrante” nel loro stesso infantilismo, con irriverenze raffinate da vulcanico tuonar di fulminanti, dinamitardi “mitragliatrici” ferocemente “assestate” nella dolenza loro ancor da “smussar” di museruola a cucir la bocca di nastro isolante.

La “dotta” presunzione degli stolti è da “incorniciare” nella loro memoria “dolciastra”, di patine “pasticcine” e cuoricini ben “infiocchettati” nella loro “docilissima” ignoranza.

Gente abituata alle crasse smargiasserie di “pacatezza” così “fluente” d’oratorie “altolocate” da esser state sbriciolate proprio alla base debole e insostenibile delle loro “tesi”, di “laurea” e di “pinzimoni” acco(r)dati allo stridulissimo “strimpellio” iniquo e ricattatorio, di pelle sempre “lucidata” in una “sobrietà” finta che piange d’effimera sguaiatezza e digrigna di ringhiose invidie con grida sempre “omicide”.
Del loro “cheto” vivere “buonista” e davvero mansuetissimo e “a modo”, di teppistiche orde fraudolente, misogine e omofobe, un razzismo genetico che perpetrano con le solite ciglia affettate di un’aggrottata fronte sprezzante a odiar chi non s'”adatta” agli “ingredienti” del loro laido Mondo.

Così, tra un dir e un “farsi”, si disfano di “pulizia etnica”, scopando a destra e di “manico”, coperti da legulei raggiri e plebiscitari asservimenti d’istituzioni (s)piegate alle loro “volontà”, tutti in circo(lo) a fischiettar’ di “grilletto” e “facile” trombata, tutti uniti e tutti untissimi con moine da “monaci” e “forza” da bisonti.

Ma stavolta l'”ossicino” non si spezzò, un tormento, un assillo sempre più implacabile, a occluder i loro vispi “occhiettini” che non han mai chiuso un occhio ma “tappavano” la bocca, e ora “imperiosi” di tanto “esecutivo” che un patibolo da plotone d’esecuzione è lì che aspetta la mira infallibile, calibratissima contro “nazisti” di tal “calibro”.

Buonanotte.
Batman, il can(dido), alleviò il vostro rimorso, mordendo di “benedizione” sulla guancia da non porgere di “delicata” cristologia.

Gli incubi saranno ancora molti, mi auguro che, al risveglio, la gioia sarà una colazione “scremata”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Rambo (1982)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Nightmare – Dal profondo della notte (1984)
  4. Sleepers (1996)

Che colpo di culo!


29 Jul

 

Laetitia Casta preferisco il castello!
Questa è una bugia che “allunga” il nasone in zona “me lo tocco”.
Sì, la gente mi prende per un “toccato”, e allora “tocchiamoci” del tutto

Sì, se il portiere, anche di Notte, difende la “rete” da chi “lo” (at)tenta nell’alber(g)o, piazzandogli “fendenti” d’un gergo calcistico che, eufemisticamente, urla “Ti faccio male!”, il mio è “parato”.
Dopo incalzanti assalti di “centravanti” di “sfondamento”, ho allestito una barriera che respinge tutte le “punizioni”.
Sì, spesso Andrea Pirlo calcia “parabole” imprendibili, che “lo” prendon lì, ma ho eluso il “problema”. Ho cancellato la porta dal suo raggio visivo, e non sa dove si trova, “tirandole” all’impazzata (un po’ maionese) nel suo gioco da “duro”. Sì, il famoso cucchiaio…
Già, spara a salve mentre io, di “manina”, lo saluto soffiandogli un “Hai toppato!”, e poi afferrando il fischietto-(seder)dandogli un “La partita è finita, buona Domenicastringimi in segno di Pace…“.

Sì, un caffè “ristretto” lo consolerà, per consolidarlo e consumarlo alle “zebre” bianconere di scudetti “iridatissimi”, rubati come lo sfruttator Agnelli coi suoi “operai”.
Sì, cotanto “nipoton” se ne sta in tribuna, di “cravatta” accavallata a spronar i suoi cavalli vincenti, mentre il suo “allenatore” se ne sta al fresco, (de)ferito per complotti “scandalistici” più scabrosi del porno della Rodriguez, una che pare l’abbia solo “lei”.
Ora, bona è bona, ma che fin (c’)ha fatto il Maxibon Accorsi?
Du gust is megl’ che uan, specie se a pagarti è Sky, per una pubblicità che distrugge l’home video al favore del demand.
Ecco, mandatelo in “tubo”.

Ti avevo scritto l’altro Giorno, stupefatto dinanzi alla tua stupefacente Bellezza, “occhiolin” folgorante a ogni ormone maschile, anche quello più intelligentemente ipocrita. Scardini ogni “difesa immunitaria”, divorando gli antibiotici con estrogeni d’estri femmineissimi, a cui avvoltolar la bocca in segno (della “Croce”-rossa), passional, di vanitoso baciarla….
Con ferin “orgogliosissimo”, sempre più “rosso(re)”, in auge dopo massacranti linciaggi al mio corpo or rieretto in total “Al lupo” d’una discoteca “scosciata” nella mia deriva sessuale, posso solo complimentarmi, “stingendoti” le cosce di “caldarrosta”, “angosciato” quasi da come, remando e “rumindandomi, cioè rovinandomi, di occhi seduttivi, sei il fulmine tonante d’ogni “sea of love“.

Dopo tale “(e)pistola”, la figura di merda si beccò un “piazzato” più della “foglia morta” da Mariolino, affatto dentro di “Lei” mariuolo, vicino al Bar del (soc)Corso.

Sì, più che la figa ottenni il “fico“. Ma nell’erbolario vendono tisane “indiane“.

Dopo un clamoroso, tal fallimentar “fallo” con tanto di “squalifiche”, appunto, il mio “fiato” non è ancora (a) corto, sebben vi consiglio di starvene accuort‘ se non volete che una puttana vi freghi il Cuor e anche, appunto, il “portafoglio”.

Ma una nuova “sfiga” sfida la mia “imbattibile” virilità.

“Telecronaca” alla Ameri da “cazzo amaro”:

Sì, potrei sfidare il “barocco” pianista delle leggende sull’Oceano (altro che Siffredi, son “raffreddato”per come tasto il pianoforte della mia mente, su Monument Valley di film che mi “sparo” in vena (a volte piacevoli altalene, altre m’avvelenano… di disgusto), e affastello romanzi come la Loira (Lorena è meglio, basta che non sia Bobbitt…) che si scioglierà di granelli miei nella “sabbia” malinconica alla “Blade Runner“.

Ho visto un “coso” che voi donne non potete immaginare.

Immagina, puoi…

Sì, fui scambiato per un timido “semiautistico” alla Dustin Hoffman, invece il Pacino incazzato c’è tutto.
E il mio amico, un Goodman con la “ridarola”, mi dà la p(l)acca sulle (s)palle, in un ghignare ” Ma sì, è tutto grasso che (de)col(l)a”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’ultimo bacio (2001)
    Per fortuna, i “preliminari” stavan “ammosciando”…
  2. Fuga per la vittoria (1981)
    Ma questa partita è finita in parità.Ci sono anche i rigori ad oltranza.
  3. 21 grammi (2003)
    Il peso dell’anima…Da cui il detto “Sei pesante”.
    Sì, chi non ha anima, ha uccello.
    Alle donne piace “leggero”, basta che non pen(s)i troppo.
  4. Il portiere di notte (1974)
    Che intanto, al Baglioni di Bologna, guarda la coppietta sotto i portici.
  5. Seduzione pericolosa (1989)
    Ecco cosa succede quando fai il passo più “lungo” delle sue gambe….
    Qui Ellen Barkin te “lo” imbarca.
  6. Stargate (1994)
    Mah, se non ve la dà, bevetevi il “rinfrescante” Gatorade.
  7. Stardust (2007)
    Polvere di stelle.Sì, ma anche un po’ di “polverone” fra le stalle, da stallone, non sarebbe male, eh?

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)