Posts Tagged ‘Il Grinta’

Il corteo funebre per Raffaella Carrà e i cortei festosi per la vittoria dell’Italia agli Europei – La grande bellezza e le domande non sono mai indiscrete di Per qualche dollaro in più


07 Jul

raffaellacarràrecensione bologna hard boiled

Prefazione – Il grande Lebowski è Il lungo addio di Robert Altman rielaborato in forma delirante, soprattutto esilarante

Ultimamente, cioè negli scorsi giorni, ho ricevuto, no, ricevetti (sì, il passato remoto dà un tocco di memorabile epicità in più) una splendida recensione in merito al mio folle, visionario, goliardico e al contempo cupo libro intitolato Bologna HARD BOILED & l’amore ai tempi del Covid. Di cui presto sarà disponibile la versione audiobook su Audible. Circa sette ore di recitato del Falotico stesso. Sbizzarritosi in tutte le accentazioni e imitazioni possibili e immaginabili. Con tanto di emulazione di Lino Banfi!

Ah, il nostro immaginario. Siamo dei luminari o viviamo sotto la luce d’un vecchio lampadario?

Siamo allucinati, allampanati o soltanto pigri come dei dromedari? Non lo so. Ecco la mia risposta, à la grande Lebowski, a tutto.

Secondo le testuali parole del recensore:

Lo stile è tentacolare con episodi spesso sconnessi su Bologna, cinema, pandemia e vita in generale. Più che il flusso di coscienza descritto nella sinossi, sembra un cut up dadaista la cui fonte è probabilmente l’opera dell’autore stesso (in particolare la critica cinematografica, che ispira i momenti migliori). Evocativo quanto basta anche se non si lascia apprezzare per originalità. Solitamente però di questi deliri un po’ alla Burroughs non se ne vedono molti e ciò è a vantaggio dell’autore. Da leggere anche solo per la curiosità che esprime il titolo… che in verità nulla ha a che fare con lo stile Hard Boiled che conosciamo (da Chandler a Leonard), avendo quest’operazione un timbro lirico preponderante (e dunque troppo spesso si lascia trascinare dalla suggestività delle parole, nonché dei calembour), ma è proprio questo “raggiro” a fare lo stile.

 

Recensione alquanto erudita, leggermente editata, dunque corretta e adattata nel formato Garamond. Cioè quello che va per la maggiore nei libri di classe. Sapete cos’è il testo giustificato? Cosa? Avrei dovuto scrivere… che cosa sia? Basta coi congiuntivi e con le vite al condizionale.

In Bastardi senza gloria, a un certo punto, Brad Pitt/Aldo Raine dice: se vorrei…

Ahia! Fatto sta che, se non sapete nulla, sarete comunque giustificati. Anche cassaintegrati.

Ebbene, per molti anni fui un assente ingiustificato dal mondo e vissi un po’ alla Jeff Bridges/Lebowski.

Dormendomela non poco, leccando gelati a tutt’andare, scolando White Russian a non finire mentre i miei coetanei, dietro il paravento e la giustificazione, per l’appunto, della maschera socialmente utile, detta altresì e più volgarmente vita da paraculi finto studenti ipocriti e falsamente salutisti, invero marci drogati, dopo aver scaldato il banco, anche i bagni, nei licei classici… dicevo… mi sono perso un’altra volta.

Voi vi perdeste al cinema tutti i film dei fratelli Coen? Sì, sicuramente siete dei malati di mente. Andate precocemente pensionati, in quanto dalla nascita invalid(at)i. Ecco, una persona che non ama i fratelli Coen è pervertita come Jesus Quintana/John Turturro.

E, se verrete in contatto con me, dicendo perfino che Ladykillers è il film più brutto dei Coen, potrei anche darvi ragione ma, se aggiungerete che La ballata di Buster Scruggs è un’opera minore all’interno della filmografia dei fratelli genietti succitati, a mo’ di John Goodman, vi urlerò, parafrasandolo:

– State per entrare in una valle di lacrime, in una valle di lacrime.

 

Poi, vi interrogherò e sotto torchio duramente vi metterò:

– Parlatemi di Arizona Junior. State zitti? State facendo scena muta. Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

 

Capitolo 1 – Non ci sarà il capitolo 2, avete capito? Non avete capito? Volete che io ricapitoli? Oppure che di nuovo capitomboli nella tomba, sperando di salvarmi la vita con la Tombola?

Ebbene, Alberto Tomba stava/stette con Martina Colombari. La quale sta da anni con Costacurta.

La morale della fav(ol)a è questa: da quando Martina lasciò Alberto, Alberto non vinse più nulla, girò Alex l’ariete e rimase cornuto. Può succedere. Comunque, ebbe lo stesso un gran culo. Sono cinico? No, sono un grandioso romantico. Infatti, la mia lei vuole sempre appurare se, quando non possiamo vederci, io sto vedendo un film dei Coen oppure stia vedendo qualcos’altro… E ho detto tutto.

Raffaella Carrà nacque a Bologna. Il suo vero nome all’anagrafe fu Raffaella Maria Roberta Pelloni. Vollero che i giocatori sia dell’Italia che della Spagna, prima del fischio d’inizio della semifinale degli Europei di Calcio che vide tali due squadre rivaleggiare per la finale, esibissero il lutto al braccio. In quanto Raffaella ebbe molto successo non solo da noi ma anche nella penisola iberica. Non esageriamo, adesso. Già esagerarono coi funerali di Stato a Mike Bongiorno. Raffaella era molto brava, bella da giovane, divertente e autentica. Da qui a definirla, però, grandissima artista, ce ne passa. Comunque, ne La grande bellezza, che Raf! Chi? Il cantante?

A far l’amore comincia tu…

 

Capitolo 2 – Ho mentito, c’è, anche Dio, anche Jep

– Colonnello, ma tu… sei mai stato giovane?

– Sì, e anche incosciente come te… fino al giorno in cui mi accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.

– Quale? Forse, è una domanda indiscreta?

– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.

(Clint Eastwood & Lee Van Cleef from Per qualche dollaro in più).

 

Comunque, non sono Jeff Bridges de Il grande Lebowski. Sono quello de Il grinta. Ah ah. Anche il cugino di mia madre si è ammalato, si ammalò gravemente di Cancro. Dopo essersi curato da quello alla gola, tardivamente i medici gli hanno diagnosticato/diagnosticarono un tumore incurabile al fegato. Amici, si può morire anche domani. In questi anni, ho visto andare via tanta gente. Appena arrivo io in un locale, la gente mi chiama Il Principe. E tutti: – Servigli da bere. Offro io.

Non penso che l’Italia meritasse di vincere e non credo di meritare tutto quest’affetto e questa stima esagerata e sproporzionata. Ma la gente mi dice, a mo’ di Van Cleef col Biondo: – Te lo sei meritato.

La stessa persona che mi ha scritto la recensione del libro, su YouTube, mi ha scritto che non sono uno scrittore e critico particolarmente originale ma sono un artista. Cioè, sono molto più grande di un semplice scrittore e critico come tutti. Che dicono e fanno, scrivono le stesse cose. È un complimento enorme. Ha capito che la mia “follia” è stupenda, unica, irripetibile. Magica e poetica. Ed è questa che mi permette di non essere uno qualsiasi. Sto piangendo.

 

di Stefano Falotico

lebowski bridgesbologna hard boiled falotico copertina

Mi pare doveroso omaggiare ancora una volta uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Cioè me stesso? No, JEFF BRIDGES


11 Jul

HR6A2167.CR2

Io adoro quest’uomo anche se la mia lei adora me. La mia lei infatti mi considera più virile del King Kong con Jessica Lange. Ah ah.

Janet Maslin lo definì, a ragione, giustissimamente, insindacabilmente così: il più sottovalutato grande attore della sua generazione.

Ora, sempre a ragion veduta, oramai appurata, dunque anche sanamente impura e sessualmente nella mia lei “certificata” in maniera di forte goduria, non sono omosessuale e credo che Maria Sharapova sia a tutt’oggi la donna più bella della storia: http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2020/07/come-bello-essere-the-punisher-e-joker-fuori-i-vecchi-i-figli-ballano-non-vi-lascero-come-elias-koteas-de-la-sottile-linea-rossa/

Le sue gambe sono muscolosamente, infatti, affusolate, tonicamente allineate a una simmetrica perfezione di atletiche rotondità asciugate in un corpo mozzafiato più esaltante di un suo colpo vincente che annichilì qualsiasi racchia sua sfidante grazie alla movenza basculante del suo bacino assai piccante associato a braccia possenti, autoreggenti, no, impugnanti una racchetta sfiancante.

Sì, qui faccio il Ballard della situazione. E allora?

Detto ciò, depositato agli atti “notarili” il mio amore per la mia lei con tanto di clausola secondo cui la Sharapova rimarrà la mia f… a “virtuale” par excellence, spostiamo ora la nostra eccitazione, no, attenzione su un tocco d’uomo intramontabile.

Sì, in Una calibro 20 per la specialista, sì, un po’ “tonto” lo è. E non fa una bella fine. Spompato dalla stanchezza sopravvenutagli dinanzi a una realtà indubbiamente tremenda e maialesca.

Lui, rinato come il sottoscritto in Starman. Capolavoro sottostimato di Carpenter che commuove più dell’amore purissimo e incondizionato fra Robin Williams ed Amanda Plummer ne La leggenda del re pescatore.

Ma che classe quest’uomo con la sordina. Che recitazione d’alto pregio attoriale nel finale del bellissimo Hell or High Water.

Un attore, come si suol dire, che vale il prezzo del biglietto.

Di mio, dirimpetto alla Sharapova, comunque mi svaccherei come Il grande Lebowski di fronte a Julianne Moore. Senza vergogne, no, vergogna alcuna. Con sfacciataggine (in)sicura.

Sono difatti un uomo senza paura, vero Fearless che colse il suo attimo fuggente da Cinema romantico di Peter Weir, ah, estasiante, pubblicando i suoi primi libri con Albatros(s) di Ridley Scott?

Sì, malgrado fossi già mezzo sciancato, affaticato, quasi del tutto distrutto come Il grinta, ritornai in sella e incontrai la mia lei che mi cavalcò come Rachel Ward di Due vite in gioco. Film che contiene una canzone stupenda di Phil Collins e soprattutto una scena cul(t) quasi più figa della Sharapova.

Comunque, l’appena menzionatovi film di Taylor Hackford non è un granché.

Mentre io e Jeff siamo più grandi di Al Pacino de L’avvocato del diavolo.

Sì, altro che L’ultimo spettacolo. Allora, se Peter Bogdanovich stette assieme a Cybill Shepherd, la biondona super bona di Taxi Driver, credo che tua sorella attualmente se la faccia con John Turturro, per l’appunto, di The Big Lebowski. Jesus di che? Ah ah. Quintana? Ma questo è un pervertito da San Quintino.

Mentre io sono Tucker, un uomo che credette e ancora crede nel suo sogno. Infatti, molti anni fa m’addormentai, psicologicamente parlando, risvegliandomi soltanto quando mi apparve la madonna, cioè Michelle Pfeiffer de I favolosi Baker.

Sì, con la mia lei divento Crazy Heart. E lei mi ha reso più dolce e sensuale di Colin Farrell.

Sì, vissi dentro un incubo da Arlington Road. Oh, a me piaceva Mark Pellington. Diresse pure dei videoclip per Springsteen.

Perché mai, se sono Falotico, i miei odiatori mi diedero invece la patente di uomo falena come in The Mothman Prophecies?

Voci nell’ombra? Ma di che? Mi asfissiarono, più che altro, nel mutismo. Da cui Il silenzio degli innocenti. Per ritrovare la mia farfallina, dovetti penetrare… in casa di Buffalo Bill e fargli il culo.

Incredibile. Comunque, l’italiano medio è fermo alle farfalline della BELENA.

Diciamo che vive solo di fantasie live action di totale computer graphics dei suoi neuroni fottutisi nell’adorare soltanto Jessica Rabbit. E ho detto tutto.

Veri conigli! Guardate Tron!

Sì, in Hell or High Water Jeff Bridges recita da dio, soltanto accavallando la gamba.

Come me. Un uomo che, anche quando non fa nulla da mattina a sera, emana un carisma puro, pure da Kevin Spacey di K-Pax.

Se non vi sta bene, non avete capito niente di me e della vita. Per non dire… anche di qualcos’altro.

Vi siete offesi? Ma tanto lo foste dalla nascita. Eh sì, miei storpi, la verità è questa. Fatevi benedire e andate a Lourdes.

Il mondo capovolto! Tideland? Il film più brutto di Terry Gilliam. Comunque, sempre meglio, ripeto, di tua sorella che sta con Turturro.

A questa non basta neppure Lourdes. Puoi depurarla con qualsiasi acqua benedetta ma preferirà sempre i luridi.

Di mio, sono solamente un maledetto.

Che vogliamo fare?

Dovrei tornare a catechismo?

Invece, ordinerò un altro White Russian. Con tanto di cubetti di ghiaccio…  Per un grandioso Brivido caldo.

– C’è Mickey Rourke di Orchidea selvaggia in questo film? – mi domanda un demente.

E io: – Scusa, se Rourke è in Orchidea selvaggia, come può stare in Brivido caldo?

– Scusa, Stefano. Ne I cancelli del cielo, ci sono sia Bridges che Rourke in un cammeo. Dunque, non era la mia una domanda idiota.

– Sì, ma a William Hurt tu non piaci.

– Stefano, hai mai visto Il bacio della dogna ragno?

– Certo. Allora, vuoi che ti combini per lo zio Fester, no, per le feste de La famiglia Addams?

 

Insomma, sono un cinefilo. Non fatemi incazzare, sennò potrei anche diventare poco cinofilo. Sì, miei cani, il lupo ulula e la mia lei sempre più m’allupa. Da cui la bionda che si fa col luppolo! Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Il problema stronzo dell’editoria, del Cinema indipendente, anche dell’uomo autarchico e analisi sui Golden Globe


07 Jan

FIJI+Water+76th+Annual+Golden+Globe+Awards+DkLfZcJhMQPl Charlize+Theron+76th+Annual+Golden+Globe+Awards+yCeAQIqi2N-l gb01-4

Bene, partiamo molto in souplesse. Dai Golden Globe. Che non ho visto e chissà se guarderò le clip su YouTube.

Da anni, oramai, la mia vita non è più orientata all’ammirazione verso i divi del Cinema e, sinceramente, ho cose personali più serie da portare avanti. In giornata, ad esempio, dovrei finalmente ricevere l’impaginato in PDF del mio nuovo libro, a cui devo dare il visto si stampi. In Kindle ed eBook è già in vendita da circa un mese ma il cartaceo, come detto, non è ancora pronto. I file definitivi li avevo ricevuti, invero, sabato scorso ma vi è stato un errore di trascrizione nella sinossi e vanno cambiati i font del dorso che devono essere identici a quelli della cover.

Sono preciso e meticoloso al pari di Mahershala Ali in Green Book. Mahershala, uomo di alta finezza, da me ribattezzato oramai il maresciallo. Perché, al di là dell’assonanza impressionante col suo nome, maresciallo gli calza a pennello. Come un maresciallo, infatti, Ali è uomo tutto d’un pezzo, granitico, adoratore della sua elegante divisa da true detective. Uomo serissimo ma anche autoironico, un po’ alla Falotico.

Ebbene, adesso state esagerando. Dopo averlo snobbato per un tempo immemorabile, or bombardate di premi Jeff Bridges. E gli avete assegnato pure il premio alla carriera. Lo so, nonostante gli abbiate appioppato l’Oscar per Crazy Heart, voi a Hollywood volete ancora discolparvi per averlo sottovalutato sempre. Solo in tempi recenti, avete compreso che il suo “alieno” di Starman è una sua prova recitativa strepitosa e vi vergognate di non avergli dato niente, nemmeno una nomination, per il suo epocale Lebowski.

Ma adesso, Jeff Bridges, osannato in maniera paradossalmente eccessiva, si sta prendendo troppo sul serio e oramai non si sgancia più dalla sua barbetta incolta e il look trasandato da grinta…

Si è incarnato, fin alla morte, nel Drugo. Che tristezza. Sei molto più di un’icona, caro Jeff, cambia registro, non sei una figurina. E, a forza di riproporti uguale all’etichetta che ti hanno rifilato, fidati, non ci fai un gran figurone.

Come sempre, alla cerimonia dei Golden, c’erano delle ottime figone, stangone elegantissime ma mi dovete spiegare che ci trovate di così attraente in Charlize Theron.

Non è così bella come dite. Secondo me le puzzano i piedi e ostenta perennemente una faccia da frustrata.

I premi comunque son tutti sbagliati. Senz’eccezione alcuna.

Rami Malek? Bravo ragazzo, per l’amor di dio. Ma che c’entra con Freddie Mercury? Ah, capisco, non è la sua un’adesione carnale al ruolo ma una versione sui generis mimetica. Ok, bella stronzata.

Christian Bale ha vinto per Vice? Credo che non vincerà l’Oscar. Segnatevela perché, se dovessi essere smentito, me le suonerete. Sì, pretendo di esser picchiato a sangue. Impiccatemi anche!

Alfonso ha vinto per Roma? Che brutto abbaglio. Il film più sopravvalutato dell’anno e forse di tutti i tempi.

Gli unici due premi giusti sono quelli andati a Glenn Close, indiscutibilmente già vincitrice dell’Oscar, e quello, appunto, al maresciallo…

 

Rido spesso da matti quando mi sento dire che, essendo un selfpublisher, essendolo orgogliosamente dal 2014, non sarei uno scrittore a tutti gli effetti, bensì un dilettante. Ah ah. Perché il mio libro non porta il marchio pseudo-autorevole-autoriale di una casa editrice a “5 stelle?”. Che poi potrebbe essere patrocinata dall’alberghiere truffaldino Al Pacino di Ocean’s Thirteen?

Dovremmo sfatare molti beceri, vetusti e retrivi luoghi comuni sulla Letteratura, in senso generale sull’Arte tutta. Anche sul Cinema e sugli uomini. Miei caporali!

Per colpa della nostra cultura vecchia e istituzionalmente scolastica, lo so, molti di voi son erroneamente convinti che solo un attestato possa essere, con tanto di certificazione ciclostilata, francobollata e laurea annessa, un lasciapassare obbligatorio verso l’assoluta, inconfutabile bravura e grandezza. Il vero, irrefutabile, aureo riconoscimento della nostra anima vergata, sacrificata per un bene supremo, pubblicata davvero?

Dovreste smetterla. Conosco un sacco di gente veramente talentuosa che si auto-pubblica e promuove da sé. Forse più onesta, forse solamente più narcisista, forse semplicemente non vuole più farsi ingannare da false promesse giammai mantenute, da glorie effimere, da pezzi di carta spesso menzogneri.

Oh, quanta gente pubblica per Mondadori ma siete ben coscienti, spero, che tanti di questi libri son soltanto ricettari di personaggi televisivi, di Parodi e parodie, senza un briciolo di sale in zucca. Di politicanti da strapazzo, di ochette che ci raccontano delle loro erotiche avventure private per alzare le vendite del lettore incuriosito, del bieco gossiparo di massa per far lievitare anche qualcos’altro a quello voyeuristico che adora spiare la denudazione, sovente insincera e romanzata, della ricca malfamata così tanto puttanesca e di amori materialistici affamata.

Non mi sono mai piaciute le biografie, neppure quelle di Marlon Brando e De Niro. Sono libri destinati ai fan libidinosi, libri che enfatizzano accadimenti piuttosto banali di lor vite private morbose che poco m’interessano. A me non può fregar di meno se Brando aveva una tresca bisessuale o se De Niro, davvero, quella notte maledetta era assieme a John Belushi quando quest’ultimo morì di overdose. Io li ammiro per le loro interpretazioni. Così come ammirai molto Kevin Spacey e, sinceramente, se sia stato o meno con dei minorenni son affari sporchi che non mi competono. Non sono il moralista giudice dei suoi cazzi.

Mezzanotte nel giardino del bene e del male dovrebbe esservi di lezione. Ché non avete imparato, guardoni! Dove sta la verità? La verità non esiste. Siamo tutti colpevoli, in fondo. Ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio.

Le biografie sono caricate, false, agiografiche e perfino calligrafiche di commerciale calligrafia.

Non mi piace che svendiate un talento invendibile. Ché, pur di vendere, raccontate fandonie sul suo conto, anche su quello in banca.

Non son del vostro branco, io seguo la via autarchica, in quanto padrone delle mie emozioni non sputtanate per due soldi in più. Annegherò nelle mie branchie ma non soffocherò nella vostra Branca… Menta. Evviva la mia fresca mente. Via da me, uomini dal cattivo alito, non possedete il mio epico afflato.

Detto ciò, io pubblico non solo da solo. Innanzitutto, mi avvalgo di un personale correttore di bozze eccelso e bravissimo, pressoché infallibile. Ci tuffiamo, io e lui, in analisi profondissime del testo e, se vi vorrete gentilmente recare su Amazon, dei miei libri potrete leggere gli impeccabili estratti.

Il refuso è bestia nera ma io son bestione che lo smacchia e mi detergo nella pulizia formale anche riccamente contenutistica. No, non mi contengo, vulcanico creo dalla creta della mia anima e, subacqueo nel liquido mio cuore magmatico, plasmo opere di sapida eru(di)zione!

Col tempo, allenandomi con la voce, son divenuto maestro delle poliglotte dizioni più sopraffine, oggi sono in una grotta e domani la fronte aggrotto, oh mia donna, per render rosee le tue gote e dar fiato a ogni tuo libero rutto, dopo che dei nostri amori eruttammo con le pelli rotte. E potrei scrivere io stesso un dizionario della Lingua italiana da me risciacquata al bacio mio e tuo in Arno ma anche a Salerno, nel marmo del mio cervello mobile e nell’inferno del mio esser a volte incerto, forse infermo o soltanto nel mio duro inverno.

Ah ah.

La Newton Compton non accetta manoscritti di sconosciuti anche se lo sconosciuto potrebbe essere il nuovo Shakespeare. Perché al giorno d’oggi Shakespeare la gente sa chi è stato ma non ha mai letto un suo libro, citandolo di frasi imparate a memoria. Essere o non essere? La gente preferisce non leggere e vivere leggera. Capirai… La gente non è, io sono oggi e domani ho solo sonno. Ma son sommo e dimmi, qual è, somaro, la summa dei miei libri? Sintetizzali. Non t’importa? A te frega solo della scosciata Monica Somma. Insomma, non hai tutti i torti. Quella è semi-analfabeta, legge il gobbo ma, secondo me, ha delle ottime cosce per farsela al galoppo.

Sì, quella ispira… tira ma non so se sa stirare. In fondo, è sol una donnetta che non sa neanche preparare le uova strapazzate ma tutti vogliono strapazzarla, usando però il preservativo perché altrimenti potrebbero fertilizzarla negli ovuli. Che uomini!

Eppure, ho recentissimamente pubblicato un mio racconto per Historica Edizioni e presto proporrò un altro mio esistenziale resoconto a una casa editrice prestigiosa.

Perché sono come Tarantino, oggi va bene l’indie, Weinstein, per colpa dei falli del suo fallo, fallisce e allora mi do alla major. A costo di esser fallace.

Non amo le maggiorate e guardo quelle molto più che maggiorenni. Codeste mi scambiano per un minorato eppur vi dico che sono un genius prelibato molto dotato. Da leccare e gustare di armoniche p(r)ose. Son l’uomo fattosi poesia e così sia.

Quando uno o una crede di aver capito qualcosa di me, io lo fuorvio e inculo, anche me stesso, fra un cazzeggio e bermi una birra a Reggio. Scoreggio anche se mi va e benedico l’ignoranza e le vostre panze che non reggo.

Leggo, rileggo, mi critico e faccio della cinematografica Critica. Son oggi bellissimo e domani un cesso.

Ma giammai cago stronzate. Anche quando ho la diarrea, la mia merda è profumata.

Forse.

Leggetemi meglio. Capirete molto di me. E, quando capirete qualcosa, io sarò immortale eppur già morto. Ma saremo morti tutti e i libri non esisteranno più. Il mondo sarà defunto.

Così è, così sia fatto, così sia scritto.

Adesso, devo andare a cagare. Come chiunque eppur non sono uno qualunque. Dunque… Non voglio venir insignito di niente, non voglio però essere insignificante ma i miei libri hanno svariati significa(n)ti. Ecco, questo è il nostro ipocrita globo. E dell’oro non so che farmene.

Finisco con questa: mia cugina mi ha chiesto cosa deve fare per pubblicare un libro. Le ho detto di lasciar stare. Lei mi ha risposto: – Guarda che non sono più la scema di venti anni fa.

Io: – Infatti, sei più scema di prima e più vecchia.

Ah ah.

TRUE GRIT

 

di Stefano Falotico

All’Irish Pub(e)…


19 Jun

Italia, popolo di poeti, santi(ni) e navigatori col “vogatore” e col trattore con occhi assorti nell’ebetudine che contempla il Sole e mai risorge.
Io, invece, sono il Rinascimento, e, alla demenza dello stivalone, replico da Lorenzo il Magnifico con delle gran fighe.
Sì, originario dai de’ Medici, ma mai un medico che medica con le “medicine”

Sì, zotici italiani, ieri tifai Italia, e oggi sono un califfo col Calippo in bocca che tifa per l’Islam nello slum delle baraccopoli, ove “imbarco” una futura tennista da grande slam in 13 prese ferali e “sferzanti” di “dritto” vincente e “rovesciandola” sull’erba di Wimbledon e sulla terra (s)battuta del Roland Garros, per un arrosto rosso in Lei arrossita.

Oh, guarda il gonnellino com’è “sventola” e come, le palle, scrutan (s)tirate il suo “alzarlo” da Marilyn Monroe.
Ops, casca l’occhio e qualcosa “sale”.

E dire che leggevo Salgari, e, da “Le tigri di Mompracem”, son passato alle leonesse della savana al leopardato, Prada, da scimmia predatoria, per un Sandokan molto “cane”.

Sì, mi guardo allo specchio, vorrei andarmi a confessare, ma sono pigro anche quando la mia anima si sta smarrendo.
E così, accendo il computer, e mi collego a Naughty America, catalogo “pazzesco” per “impazzirlo” un po’ fra quelle strapazzate. Ogni Giorno il catalogo è aggiornato, e se ne “vedono” di tutti i colori, bionde, rosse, fulve o furbette, frugoletti e fragole, nere e “bianchissime”.
Ah, che spettacolo!
Come si suol dire, “solleticandolo”, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e della “selva”.

Donne che non ti fan dormire, ti “stendono” e basta sul materasso, e voglion solo “incassare” il tuo “sasso”.
Tu, come un macigno, macini fantasie sulle asiatiche e “gastroesofagie” perché il tuo “fagiolo” non tutte potrà “favellarsele”.

Sì, questi uomini expendables, “assoldati” al loro “soldatino” che, rigoroso e “durissimo”, suona la carica e “mitraglia”, “facendole” tutte secche, anche se son tutte formose.

Questa è la vita, questo è farsi il culo!

Questo è il lavoro per cui mai “lo” venderò.

Sì, nell. Art(rite) numero 1 della “nostra” Costituzione, leggiamo a lettere “culitali”: L’iItalia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

E, aggiungo io, di sana e robusta…, “incostituzionalmente”: l’italiano medio si para e “sfonda” dietro raccomandazioni e “toccatine” al “padrone”, la cui sovranità è stata eletta dagli eletti e non dagli elettori, in quanto lobotomizzati da chi detiene le Tv e tutta la “grancassa” smargiassa dei grassi e fetentoni che ce l’ha scassate da un “pazzo”, “cagandocelo”.

Sì, massa di edonisti volgari, porchettaroni, frivolucci, “involti(ni)” che, appena siete depressi, vi rivolgete alla mutua che vi rende più muti di “psicosi” da farmacisti.
Meglio Maciste, che abusa del “muscolo” e, di sottecchi, è “guardone” de palmiano, anzi, scruta il “panorama” dall’alto di “bassezza”, come le palme losangeline “infilandolo” sotto la sottana poco angelicata di Jolie Angelina.

Questo, questo è l’Uomo che non fa una grinza, è il Grinta…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

      1. Italia-Germania 4 -3 (1990)
        Sì, l’italia post Mussolini contro i tedeschi ancora (in)colpevoli del genocidio.
        E, fra un Gigi Riva e un Rivera, ci scappò qualche infartino “curato” al reparto “animazione”. Come il Sesso gioioso troppo animalesco che “pompa” troppo sangue…
      2. I mercenari 2 (2012)
        Vorreste barattare uno Stallone del “genere” con Pacino?
        E Norris con Isabelle Huppert?
        Il gioco “tamarro” vive di regole tutte sue e non di suore.
        Come me.
      3.  Redacted (2007)
        Dopo averlo visto mille volte, non vedrete mai quello che (non) accadde…
        Sporchi violentatori, criminali (in)volontari, follie belliche.
      4.  Il Grinta (2010)
        Cioè me stesso, Jeff Bridges in tutto, anche col “monocolo”.

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)