Posts Tagged ‘Jeff Bridges’

Il corteo funebre per Raffaella Carrà e i cortei festosi per la vittoria dell’Italia agli Europei – La grande bellezza e le domande non sono mai indiscrete di Per qualche dollaro in più


07 Jul

raffaellacarràrecensione bologna hard boiled

Prefazione – Il grande Lebowski è Il lungo addio di Robert Altman rielaborato in forma delirante, soprattutto esilarante

Ultimamente, cioè negli scorsi giorni, ho ricevuto, no, ricevetti (sì, il passato remoto dà un tocco di memorabile epicità in più) una splendida recensione in merito al mio folle, visionario, goliardico e al contempo cupo libro intitolato Bologna HARD BOILED & l’amore ai tempi del Covid. Di cui presto sarà disponibile la versione audiobook su Audible. Circa sette ore di recitato del Falotico stesso. Sbizzarritosi in tutte le accentazioni e imitazioni possibili e immaginabili. Con tanto di emulazione di Lino Banfi!

Ah, il nostro immaginario. Siamo dei luminari o viviamo sotto la luce d’un vecchio lampadario?

Siamo allucinati, allampanati o soltanto pigri come dei dromedari? Non lo so. Ecco la mia risposta, à la grande Lebowski, a tutto.

Secondo le testuali parole del recensore:

Lo stile è tentacolare con episodi spesso sconnessi su Bologna, cinema, pandemia e vita in generale. Più che il flusso di coscienza descritto nella sinossi, sembra un cut up dadaista la cui fonte è probabilmente l’opera dell’autore stesso (in particolare la critica cinematografica, che ispira i momenti migliori). Evocativo quanto basta anche se non si lascia apprezzare per originalità. Solitamente però di questi deliri un po’ alla Burroughs non se ne vedono molti e ciò è a vantaggio dell’autore. Da leggere anche solo per la curiosità che esprime il titolo… che in verità nulla ha a che fare con lo stile Hard Boiled che conosciamo (da Chandler a Leonard), avendo quest’operazione un timbro lirico preponderante (e dunque troppo spesso si lascia trascinare dalla suggestività delle parole, nonché dei calembour), ma è proprio questo “raggiro” a fare lo stile.

 

Recensione alquanto erudita, leggermente editata, dunque corretta e adattata nel formato Garamond. Cioè quello che va per la maggiore nei libri di classe. Sapete cos’è il testo giustificato? Cosa? Avrei dovuto scrivere… che cosa sia? Basta coi congiuntivi e con le vite al condizionale.

In Bastardi senza gloria, a un certo punto, Brad Pitt/Aldo Raine dice: se vorrei…

Ahia! Fatto sta che, se non sapete nulla, sarete comunque giustificati. Anche cassaintegrati.

Ebbene, per molti anni fui un assente ingiustificato dal mondo e vissi un po’ alla Jeff Bridges/Lebowski.

Dormendomela non poco, leccando gelati a tutt’andare, scolando White Russian a non finire mentre i miei coetanei, dietro il paravento e la giustificazione, per l’appunto, della maschera socialmente utile, detta altresì e più volgarmente vita da paraculi finto studenti ipocriti e falsamente salutisti, invero marci drogati, dopo aver scaldato il banco, anche i bagni, nei licei classici… dicevo… mi sono perso un’altra volta.

Voi vi perdeste al cinema tutti i film dei fratelli Coen? Sì, sicuramente siete dei malati di mente. Andate precocemente pensionati, in quanto dalla nascita invalid(at)i. Ecco, una persona che non ama i fratelli Coen è pervertita come Jesus Quintana/John Turturro.

E, se verrete in contatto con me, dicendo perfino che Ladykillers è il film più brutto dei Coen, potrei anche darvi ragione ma, se aggiungerete che La ballata di Buster Scruggs è un’opera minore all’interno della filmografia dei fratelli genietti succitati, a mo’ di John Goodman, vi urlerò, parafrasandolo:

– State per entrare in una valle di lacrime, in una valle di lacrime.

 

Poi, vi interrogherò e sotto torchio duramente vi metterò:

– Parlatemi di Arizona Junior. State zitti? State facendo scena muta. Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry?

 

Capitolo 1 – Non ci sarà il capitolo 2, avete capito? Non avete capito? Volete che io ricapitoli? Oppure che di nuovo capitomboli nella tomba, sperando di salvarmi la vita con la Tombola?

Ebbene, Alberto Tomba stava/stette con Martina Colombari. La quale sta da anni con Costacurta.

La morale della fav(ol)a è questa: da quando Martina lasciò Alberto, Alberto non vinse più nulla, girò Alex l’ariete e rimase cornuto. Può succedere. Comunque, ebbe lo stesso un gran culo. Sono cinico? No, sono un grandioso romantico. Infatti, la mia lei vuole sempre appurare se, quando non possiamo vederci, io sto vedendo un film dei Coen oppure stia vedendo qualcos’altro… E ho detto tutto.

Raffaella Carrà nacque a Bologna. Il suo vero nome all’anagrafe fu Raffaella Maria Roberta Pelloni. Vollero che i giocatori sia dell’Italia che della Spagna, prima del fischio d’inizio della semifinale degli Europei di Calcio che vide tali due squadre rivaleggiare per la finale, esibissero il lutto al braccio. In quanto Raffaella ebbe molto successo non solo da noi ma anche nella penisola iberica. Non esageriamo, adesso. Già esagerarono coi funerali di Stato a Mike Bongiorno. Raffaella era molto brava, bella da giovane, divertente e autentica. Da qui a definirla, però, grandissima artista, ce ne passa. Comunque, ne La grande bellezza, che Raf! Chi? Il cantante?

A far l’amore comincia tu…

 

Capitolo 2 – Ho mentito, c’è, anche Dio, anche Jep

– Colonnello, ma tu… sei mai stato giovane?

– Sì, e anche incosciente come te… fino al giorno in cui mi accadde un fatto che mi rese la vita estremamente preziosa.

– Quale? Forse, è una domanda indiscreta?

– No, le domande non sono mai indiscrete. Le risposte lo sono, a volte.

(Clint Eastwood & Lee Van Cleef from Per qualche dollaro in più).

 

Comunque, non sono Jeff Bridges de Il grande Lebowski. Sono quello de Il grinta. Ah ah. Anche il cugino di mia madre si è ammalato, si ammalò gravemente di Cancro. Dopo essersi curato da quello alla gola, tardivamente i medici gli hanno diagnosticato/diagnosticarono un tumore incurabile al fegato. Amici, si può morire anche domani. In questi anni, ho visto andare via tanta gente. Appena arrivo io in un locale, la gente mi chiama Il Principe. E tutti: – Servigli da bere. Offro io.

Non penso che l’Italia meritasse di vincere e non credo di meritare tutto quest’affetto e questa stima esagerata e sproporzionata. Ma la gente mi dice, a mo’ di Van Cleef col Biondo: – Te lo sei meritato.

La stessa persona che mi ha scritto la recensione del libro, su YouTube, mi ha scritto che non sono uno scrittore e critico particolarmente originale ma sono un artista. Cioè, sono molto più grande di un semplice scrittore e critico come tutti. Che dicono e fanno, scrivono le stesse cose. È un complimento enorme. Ha capito che la mia “follia” è stupenda, unica, irripetibile. Magica e poetica. Ed è questa che mi permette di non essere uno qualsiasi. Sto piangendo.

 

di Stefano Falotico

lebowski bridgesbologna hard boiled falotico copertina

Frusciante è IL GRANDE LEBOWSKI? Cioè un idolo assoluto?


01 May

lebowski giflebowski arancia meccanicaTutte le boiate e le bazzecole, quisquilie e baggianate oppure genialate di F. Frusciante, il grande Lebowski livornese?

Benvenuti in via Magenta, 85 a Livorno, è il vostro Frusciantone che vi parla dalla sua epica e oramai leggendaria Videodrome. Lui è l’ultimo dei videotecari e adora Michael Mann assieme a L’ultimo dei Mohicani!

Sì, nell’ameno entroterra toscano, nella città che diede i natali ad Alessandro Benvenuti, no, Alessandro nacque a Pelago vicino Firenze, dicevo… nella cittadina capoluogo di provincia e natia di Francesco Nuti, invero pratese… Scusate, Ad ovest di Paperino, c’è Athina Cenci.

Ah, Caruso Pascoski, Charles Bukowski e il suo alter ego Henri Chinaski, The Big Lebowski e forse c’entra perfino Big Whiskey…

No, mi son perso lungo la mia retta via che ho smarrito e chiedo dunque venia, no, informazioni a una donna figlia della regione tanto cara a Francesco Petrarca e a Dante Alighieri.

– Scusi, brava signora, vorrei raggiungere la Videodrome. Mi saprebbe indicare la via? Mi perdoni, non ho Google Maps.

– Guardi, la vada in vetta alla strada, la giri a sinistra e la si ritroverà in capo!

 

Sì, a Livorno che fu la città di nascita del grande Amedeo Minghi, no, di Modigliani detto Salvador Dalí, no, semplicemente Alì con Will Smith, no, Modì, ritratto da Garcia Andy nel suo film da regista intitolato I colori dell’anima, sì, Modigliani che per anni Al Pacino, protagonista di S1m0ne, volle interpretare ma non riuscì a girare neppure il progetto altresì di Andrew Niccol, sfuggitogli di mano, cioè Dali & I: The Surreal Story, durante la scorsa estate mi sentii come Owen Wilson in Midnight in Paris di Allen Woody oppure come Adrien Brody!

Ah, son uomo di mondo e un bizzarro girovago che a nessuno deve rendere conto se io sia o meno un fallito perdigiorno o un genio falotico tendente al malinconico, poi al nevrotico, dunque al gotico. Ah ah.

Al che, peregrinando lungo Livorno a mo’ dell’ingenuo, incapace di autodeterminarsi e sprovvisto di libero arbitrio, Jim Carrey di The Truman Show, mi ritrovai per una selva oscura, no, visitai la famosa e celeberrima, succitata Videodrome. Videoteca storica, forse antiquata, vetusta e obsoleta, probabilmente solo un luogo simile a una splendida cineteca diretta, gestita e supervisionata dal Fruscianton’. Uomo annacquato e non più buono come il vino d’annata oppure uno sbruffone autodefinitosi enciclopedia vivente del Cinema ed esperto di Musica senza pari? Chissà…

Voglio qui rendergli pan per focaccia in seguito al suo essersi comportato da baccalà contro di me? No, lo perdono poiché lui, giammai quaquaraquà, per sua stessa ammissione, non sbaglia mai. Perciò, modestamente, mi ritiro in buon ordine e gli auguro soltanto una vita piena di bei giorni. Sì, buonanotte…

Ragazzo tracagnotto, cicciottello o Cicciobello, pienotto o pieno di sé, è costui? Forse solo umile e al contempo comunista con du’ palle così, parafrasando Mario Brega di Un sacco bello, che deve le sue origini, no, i suoi fasti ai Licaoni. Ovvero un gruppo di ragazzoni affascinati per l’appunto, anni or sono, dal Frusciantone. I quali scoprirono, in maniera ignota e occulta, il nostro… così come dice lo stesso Fruscio nelle sue oramai celebri video-recensioni, nientepopodimeno che il Frusciante stesso. E chi sennò?

Perfido, no, fervido, famelico appassionato di Cinema, Musica e scibile toutcourt, sin dalla sua più tenerissima età, il Fruscio prima o poi doveva fare il grande salto ed enorme, qualitativo balzo in virtù della sua indiscutibile presenza scenica assai corpulenta, no, carismaticamente corposa. Attenzione, però. Non è un ragazzo vanaglorioso, bensì a volte sol accidioso e un po’ troppo focoso. Oserei dire permaloso.

Come riportano oramai tutte le bibbie del Cinema, fra cui Variety, il Fruscio, imponendosi fin dapprincipio come l’idolo delle folle amanti del Pop più schietto e ruspante, le spara grosse o solamente sacrosante, emettendo giudizi lapidari con facilità disarmante?  No, semplicemente o da sempliciotto, sentenziando con severità devastante, cioè senza peli sulla lingua, avendo lui il cosiddetto pelo sullo stomaco da topo, no, da tipico e caratteristico, pittoresco e colorito livornese d.o.c. che di certo non le manda a dire.

Egli infatti, senz’alcuna inibizione e remora, da uomo impavido e verace, anzi vorace di fare la sua porca figura, non so se di merda, s’avventò e ancora si scaglia contro l’intellighenzia da lui reputata superata e stantia. In maniera avveduta o soltanto inconsapevolmente avventata da stoico inesperto senza specchio?

Affrontando con strafottenza irrefrenabile, estremamente lodabile o solo incosciente in maniera bestiale, i giganti dell’istituzionale ed editoriale Critica cinematografica oramai consolidata e da lui invece volgarmente, no, di piglio spontaneo e, per l’appunto, non da marchettaro né da laureato, in quanto il Fruscio dichiara orgogliosamente di essere terzo-mediato e odia Luciano Ligabue e una vita da mediano…

Scusate, mi stavo di nuovo perdendo. Se mi perderò, Videodrome ritroverò? Mah, non lo so.

Il Fruscio è un fannullone, no, non se ne fa nulla del money frusciante e, per via della sua spericolatezza indomabile da indistruttibile, infrangibile, irriducibile uomo duro di Livorno che, da piccolo, fu tra le comparse al palazzetto dello sport della sua città che ospitò le riprese, non solo del match contro Rosco Dunn, in Bomber con Bud Spencer, è già entrato nel mito assoluto. Su questo non si discute. Secondo lo stesso Fruscio, il 90% dei film sono opinabili ma non si può opinare in merito al capolavoro kubrickiano dal Fruscio, appunto, incarnato in modo non plus ultra.

Egli mette in guardia i giovani d’oggi e li pedagogizza, infatti, a mo’ di Barry Lindon. Parimenti a Stanley Kubrick, dice loro di avere Eyes Wide Shut e di guardare con gli occhi aperti la realtà.

A suo avviso, se un giovane ragazzo vuole parlare in merito a Full Metal Jacket ma non conosce Arancia meccanica, merita la cura Ludovico.

Il Fruscio è ed ha Gulliver in mezzo ai lillipuziani della Critica. Il Fruscio è Jeff Bridges del capolavoro immortale dei Coen. Jeff beve il latte o lui allatta e alletta i suoi adepti che pendono incondizionatamente dalle sue labbra? I quali forse, mentre vedono e ascoltano le sue monografie sui registi, stanno stravaccati in qualche discopub identico al Korova Milk Bar in compagnia di qualche moldava.

Sostanzialmente lo idolatrano, in realtà se ne fottono…

Egli odia Joker ma è un folle che incita la folla e sprona la follia dei cinefili più underground, saggi, esaltati e/o anarchici, sganciatisi da un sistema laido e bastardo? La gente fa la ola, gli porge reverenza metaforicamente autoriale e il Fruscio se n’imbroda con far volutamente pagliaccesco da cultore del Cinema più romanticamente legato a una visione passatista e nostalgica che spopola, presso i suoi coetanei un po’ andati, da Milano a Palermo andata e ritorno, da Massa Carrara fino alla più bassa massaia e casalinga di Voghera ubriaca fradicia.

Ripeto, il Fruscio è l’irraggiungibile idolo incontrastato delle masse!

Un giorno, la gente dirà osannante in sua memoria… Lo chiamavano Bulldozer. Film di Michele Lupo sempre con Bud e sempre, neanche a farlo apposta, ambientato a Livorno. Per il Fruscio, io sono uno scugnizzo da prendere a ceffoni a mo’ di Piedone. Lo sbirro o l’africano? D’Egitto o a Hong Kong?

Sono dunque un bolognese d’azione, d’adozione o di forte reazione, un gigione, un Giorgione o semplicemente, tanto per adottare un’espressione partenopea mai passata di moda, nu bello guaglione?

Bud/Carlo Pedersoli fu di Napoli, mentre il Fruscio a volte fa il bullo oppure è uno sempre carico al massimo neanche se avesse bevuto mille Red Bull? Se qualcuno osa dire che Avengers: Endgame è un capolavoro, egli si arrabbia e delira a mo’ di Daniel Day-Lewis de Il petroliere. È un uomo sanguigno, There Will Be Blood! Non osate contraddirlo!

Frusciante è un pazzo a piede libero assai temibile o punibile? No, figuratevi, è uno stimabilissimo pioniere infatti e siffatto della Settima Arte, a suo modo di vedere e vederla indiscutibilmente, da seguire solamente secondo il suo potente e irrinunciabile, inappellabile volere. Il Fruscio non teme, come detto, chicchessia. Essendo uomo da avanti popolo, Lambretta rossa, soventemente s’accanisce anche contro la Chiesa e la catto-borghesia. Egli, con cipiglio irriverente, ammazzerebbe in tre secondi netti chi ama i cinecomic, spiezzandolo in due con furia violenta. Che drugo, che Ivan Drago! Prima di deflagrare, no, di deragliare la mascella a tutti, però sfodera e sfoggia tutta la sua incontenibile e vulcanica verve, la sua saccente prosopopea da uomo colto o solo rude, soltanto rustico e anti-democratico, ostico e invincibilmente suscettibile e/o presuntuoso a morte?

Ricordate: Frusciante detta legge nella sua contea, egli è forse Gene Hackman di Unforgiven?

Bisogna osservare rigidamente le sue comuniste, anti-capitalistiche o fascistiche, dipende dai punti di vista, regole insindacabilmente, altrimenti il Fruscio vi prenderà a pedate, eh sì, bella gente. Scaraventandovi fuori dal suo locale semplicemente perché Revenant acclamaste o avanzaste delle riserve sul Cinema di Sergio Leone.

A lui non interessa se le vostre ragioni esponeste con ottime argomentazioni ragionate o ragionevoli che dir si voglia. Lui non vuole sentire ragioni e presto, se lo farete incazza’, sragionerà.

Mandandovi in men che non si dica a caga’! Lui pure vi menerà! De’, maremma maiala! Se non siete d’accordo con lui, lui vi stroncherà definendovi un troiaio! Il Fruscio, Per qualche dollaro in più, a Netflix prima o poi si darà? No, giammai.

Egli vende cara la sua pellaccia e non lederà mai la sua dignità. Ci tiene a non essere un edonista pieno di soldi e con la pelliccia. Poiché epocale fu la sua opinione su Essi vivono. Disse pressappoco questo: si combatte finché non si hanno un Rolex e una Rolls-Royce.

Grande, idolo, che boomer! Ah ah. Queste sue sicurezze durissime gli torneranno indietro come un boomerang?

Il Frusciante, un uomo non certamente povero di cuore né emozionalmente avaro. A lui piace Vitali Alvaro. Egli non vuole i danari ma chiede 10 Euro affinché possiate commissionargli recensioni di 8mm, no, 2 min. secchi in cui, in quattro e quattr’otto, impapocchia du’ stronzate per sbarcare il lunario, spacciandosi per luminare.

Il Frusciante, un eterno sognatore e ragazzo bonaccione che adora le topone, sì, le donne bone, il Fruscio è un tesoro e un uomo di buon cuore ammalato fin troppo di cinematografica passione pura intrisa del suo pugnace ardore?

Ammalatosene così tanto da sconfinare nell’ottuso intransigente più radicale da malmostoso birichino e mai cresciuto bambino dall’inguaribile e fiero carattere fumantino?

No, il Fruscio è forse il Dr. Fu Manchu o Shrek! Se lui dà pollice giù a un film che non ritiene meritevole, nessuno può di contro dargli un giusto calcio in cul!

Facciamo du’ parole su questo? Insomma, la mini-recensione Patreon dedicata alla monografia auto-agiografica di Frusciante in carne e ossa, decreterà che Frusciante è un flop o un filmaccio alla Michael Bay?

Domanda difficilissima, riflettiamo con calma in merito a tale uomo emerito o valutiamo con ponderatezza la risposta da rifilargli in modo degno con giustezza.

Nel frattempo, guardiamo un film di Zack Snyder? Quindi, andremo a fumare in terrazza.

Eh già, non possiamo vedere e semmai anche ammirare un film di Snyder perché a Frusciante fa caaaaa’!?

Be’, cazzo, se l’ha detto lui… nessuno può contrastarlo tranne Clint Eastwood de Gli spietati? Ah ah.

Ripetiamolo tutti assieme appassionatamente: il Fruscio detta legge incontestabilmente. Il Fruscio è un bravo ragazzo e nessuno lo può negar, nessuno lo può sfancular’.

Cioè, se lui stronca un film per partito preso, a prescindere che il comunismo non esiste più come lui lo concepisce, lui non sta capito, come si suol dire. Lui non capisce o tutto capì? È un testardo o un cap(r)one?

Sì, lui sa tutto e, se voi direte che Joker è un capolavoro, il Fruscio vi riderà in faccia, replicandovi un grandguignolesco, irriverente e borioso macché.

Il Fruscio se la ride di gusto, lui è l’emblema impersonato da lui stesso del Cinema giusto.

Quindi, non protestate né ribellatevi contro i suoi gusti inviolabili.

Il Fruscio detesta Heath Ledger, no, Hitler e Mussolini ma ama da matto, no, da matti fare il leader. Me fa morì. Ah ah.

Alle prossime elezioni del sindaco di Livorno, io voterò per quello di Bologna. Per forza, non posso votare per il Fruscio, non essendo natio, no, nato nella sua città natale. Altrimenti, ugualmente non lo voterei, ah ah.

Se non gli sta bene, non deve preoccuparsi. Livorno, a livello demografico, ha più abitanti dei suoi iscritti.

Basta che chieda una mano a victorlaszlo per aumentare il numero di seguaci, più che altro ruffiani immani e disumani. Così facendo, probabilmente non solo Livorno, bensì tutto il mondo voterà per lui.

Idolo come Rocky Balboa!

A parte gli scherzi, terminerei con una freddura alla Falò.

Oggi per radio ripassò una canzone sempiterna di Nathalie Imbruglia. Imbruglia non so se sia un cognome della Puglia ma Nathalie, la cui città natale è Sydney (con due ipsilon), da non confondere con Poitier Sidney, fu donna manzoniana.

Sì, dietro quel viso da finta suora e da monaca di Monza, sai quante notti di imbruglie e sotterfugi devono esserci state con Chris Martin? Pare infatti che, ai tempi in cui Martin stette con la Imbruglia, stesse anche con Gwyneth Paltrow. Dunque, questo matrimonio non s’ha da fare, no, non si fece. A Chris non fregò un cazzo se Nathalie e Gwyneth lo mandarono a farsi fottere. Lui difatti lasciò fottersi volentieri da Jennifer Lawrence, Dakota Johnson e Dua Lipa.

E, su questa cazzata o genialata, detta altresì faloticata, vi auguro buona vita- Abbiate fede, miei drughi.

P.S.: Essi vivono è un capolavoro. Però, a proposito di Bud Spencer e Michele Lupo, They Live è posteriore a Chissà perché… capitano tutte a me.

È arrivato ben 8 anni dopo. Infine, Gary Guffey, alias H7-25 interpretò Incontri ravvicinati del terzo tipo prima perfino di Uno sceriffo extraterrestre… poco extra e molto terrestre.

Film del ‘79, mio anno di nascita. Ah, sto delirando, scusate.

Vorrei essere imboccato dal Fruscio.

 

di Stefano Falotico

Mi pare doveroso omaggiare ancora una volta uno dei più grandi attori di tutti i tempi. Cioè me stesso? No, JEFF BRIDGES


11 Jul

HR6A2167.CR2

Io adoro quest’uomo anche se la mia lei adora me. La mia lei infatti mi considera più virile del King Kong con Jessica Lange. Ah ah.

Janet Maslin lo definì, a ragione, giustissimamente, insindacabilmente così: il più sottovalutato grande attore della sua generazione.

Ora, sempre a ragion veduta, oramai appurata, dunque anche sanamente impura e sessualmente nella mia lei “certificata” in maniera di forte goduria, non sono omosessuale e credo che Maria Sharapova sia a tutt’oggi la donna più bella della storia: http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2020/07/come-bello-essere-the-punisher-e-joker-fuori-i-vecchi-i-figli-ballano-non-vi-lascero-come-elias-koteas-de-la-sottile-linea-rossa/

Le sue gambe sono muscolosamente, infatti, affusolate, tonicamente allineate a una simmetrica perfezione di atletiche rotondità asciugate in un corpo mozzafiato più esaltante di un suo colpo vincente che annichilì qualsiasi racchia sua sfidante grazie alla movenza basculante del suo bacino assai piccante associato a braccia possenti, autoreggenti, no, impugnanti una racchetta sfiancante.

Sì, qui faccio il Ballard della situazione. E allora?

Detto ciò, depositato agli atti “notarili” il mio amore per la mia lei con tanto di clausola secondo cui la Sharapova rimarrà la mia f… a “virtuale” par excellence, spostiamo ora la nostra eccitazione, no, attenzione su un tocco d’uomo intramontabile.

Sì, in Una calibro 20 per la specialista, sì, un po’ “tonto” lo è. E non fa una bella fine. Spompato dalla stanchezza sopravvenutagli dinanzi a una realtà indubbiamente tremenda e maialesca.

Lui, rinato come il sottoscritto in Starman. Capolavoro sottostimato di Carpenter che commuove più dell’amore purissimo e incondizionato fra Robin Williams ed Amanda Plummer ne La leggenda del re pescatore.

Ma che classe quest’uomo con la sordina. Che recitazione d’alto pregio attoriale nel finale del bellissimo Hell or High Water.

Un attore, come si suol dire, che vale il prezzo del biglietto.

Di mio, dirimpetto alla Sharapova, comunque mi svaccherei come Il grande Lebowski di fronte a Julianne Moore. Senza vergogne, no, vergogna alcuna. Con sfacciataggine (in)sicura.

Sono difatti un uomo senza paura, vero Fearless che colse il suo attimo fuggente da Cinema romantico di Peter Weir, ah, estasiante, pubblicando i suoi primi libri con Albatros(s) di Ridley Scott?

Sì, malgrado fossi già mezzo sciancato, affaticato, quasi del tutto distrutto come Il grinta, ritornai in sella e incontrai la mia lei che mi cavalcò come Rachel Ward di Due vite in gioco. Film che contiene una canzone stupenda di Phil Collins e soprattutto una scena cul(t) quasi più figa della Sharapova.

Comunque, l’appena menzionatovi film di Taylor Hackford non è un granché.

Mentre io e Jeff siamo più grandi di Al Pacino de L’avvocato del diavolo.

Sì, altro che L’ultimo spettacolo. Allora, se Peter Bogdanovich stette assieme a Cybill Shepherd, la biondona super bona di Taxi Driver, credo che tua sorella attualmente se la faccia con John Turturro, per l’appunto, di The Big Lebowski. Jesus di che? Ah ah. Quintana? Ma questo è un pervertito da San Quintino.

Mentre io sono Tucker, un uomo che credette e ancora crede nel suo sogno. Infatti, molti anni fa m’addormentai, psicologicamente parlando, risvegliandomi soltanto quando mi apparve la madonna, cioè Michelle Pfeiffer de I favolosi Baker.

Sì, con la mia lei divento Crazy Heart. E lei mi ha reso più dolce e sensuale di Colin Farrell.

Sì, vissi dentro un incubo da Arlington Road. Oh, a me piaceva Mark Pellington. Diresse pure dei videoclip per Springsteen.

Perché mai, se sono Falotico, i miei odiatori mi diedero invece la patente di uomo falena come in The Mothman Prophecies?

Voci nell’ombra? Ma di che? Mi asfissiarono, più che altro, nel mutismo. Da cui Il silenzio degli innocenti. Per ritrovare la mia farfallina, dovetti penetrare… in casa di Buffalo Bill e fargli il culo.

Incredibile. Comunque, l’italiano medio è fermo alle farfalline della BELENA.

Diciamo che vive solo di fantasie live action di totale computer graphics dei suoi neuroni fottutisi nell’adorare soltanto Jessica Rabbit. E ho detto tutto.

Veri conigli! Guardate Tron!

Sì, in Hell or High Water Jeff Bridges recita da dio, soltanto accavallando la gamba.

Come me. Un uomo che, anche quando non fa nulla da mattina a sera, emana un carisma puro, pure da Kevin Spacey di K-Pax.

Se non vi sta bene, non avete capito niente di me e della vita. Per non dire… anche di qualcos’altro.

Vi siete offesi? Ma tanto lo foste dalla nascita. Eh sì, miei storpi, la verità è questa. Fatevi benedire e andate a Lourdes.

Il mondo capovolto! Tideland? Il film più brutto di Terry Gilliam. Comunque, sempre meglio, ripeto, di tua sorella che sta con Turturro.

A questa non basta neppure Lourdes. Puoi depurarla con qualsiasi acqua benedetta ma preferirà sempre i luridi.

Di mio, sono solamente un maledetto.

Che vogliamo fare?

Dovrei tornare a catechismo?

Invece, ordinerò un altro White Russian. Con tanto di cubetti di ghiaccio…  Per un grandioso Brivido caldo.

– C’è Mickey Rourke di Orchidea selvaggia in questo film? – mi domanda un demente.

E io: – Scusa, se Rourke è in Orchidea selvaggia, come può stare in Brivido caldo?

– Scusa, Stefano. Ne I cancelli del cielo, ci sono sia Bridges che Rourke in un cammeo. Dunque, non era la mia una domanda idiota.

– Sì, ma a William Hurt tu non piaci.

– Stefano, hai mai visto Il bacio della dogna ragno?

– Certo. Allora, vuoi che ti combini per lo zio Fester, no, per le feste de La famiglia Addams?

 

Insomma, sono un cinefilo. Non fatemi incazzare, sennò potrei anche diventare poco cinofilo. Sì, miei cani, il lupo ulula e la mia lei sempre più m’allupa. Da cui la bionda che si fa col luppolo! Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Secondo me, Joker altri non è che Tom Cruise di EYES WIDE SHUT, eh sì, ah ah


18 Jan

tom cruise eyes wide shut

Parentesi: per realizzare l’audiolibro del mio nuovo, visionario romanzo, mi avvalsi dell’aiuto della mia grafica, gentilissima, ma prima scaricai dei programmi che intasarono il pc… Al che, m’entrarono vari malware fra cui il temibilissimo Goodgame Empire. Che si presenta come una sorta di gioco di ruolo e invece è un virus subdolo come quello che potreste prendere se faceste sesso con una donna poco protetta…

È vero, dopo non essere riuscito a debellarlo manualmente, il tecnico dei computer mi diede una mano e, scansionando il mio hard disk, rinvenne anche molti filmetti opportunamente da me salvati. Film che sono utili quando voglio essere smanettone… ah ah.

Come molti di voi sapranno, quando tanti anni or sono persi la calma e ribollii di furenti rabbie spasmodiche, fui sottoposto a una diagnosi psichiatrica. Essendo lo psichiatra forense un tizio meno bravo di Al Pacino di 88 Minutes, in maniera arbitrariamente sbrigativa e oscenamente erronea, mi valutò affetto da disturbo delirante paranoide. Una balla assoluta da me giustamente smentita grazie alla virtuosa abnegazione della mia purezza intonsa.

Dovetti spappolarmi il fegato, scorticarmi vivo ed espellere ogni grammo della mia anima, sviscerando tutte le mie interiora e le mie più arcane interiorità, denudando vergognosamente ogni mia linda emozionalità pudica pur di dimostrare che l’effettuata diagnosi fu scandalosamente capziosa, atta soltanto a calmare le acque. Calmando me anche troppo. Tant’è che, sino a qualche anno fa, se vedevo una foto di Nicole Kidman in bikini, ero talmente sedato da essere in zona Ore 10: calma piatta.

Invece, bisogna sempre stare a mezzogiorno… Sì, al sud il clima è arido, non piove mai. Impazza la disoccupazione. Al che i giovani stanno al bar e, fra una lettura del Corriere dello Sport e un flipper, fra un panzerotto e le urla dei vecchi che giocano a briscola, allestiscono fantasie sui fondoschiena delle cameriere. Non è che sia una vita propriamente esaltante. A dircela tutta, alcuni di questi qua faranno la fine di Alex di Arancia meccanica.

Ma torniamo a me, amante di Beethoven. Ah ah.

In quel periodo, indubbiamente fui funestato da forti, iraconde voglie vendicative al fine che la mia omeostasi emotiva, così vilmente lesa da sfrontati attacchi alla mia dignità virile, perpetratimi da persone che scelleratamente vollero togliermi il ciuccio, insomma dei ciucci, non rispettosi della mia stupenda castità virginale così fieramente, morbidamente per me godibile nel mio autoerotismo intellettuale alla William Burroughs, fosse fottuta.

Sì, sappiate questo. Ogni volta che m’accendo e vado in giro per strada, arrabbiato come Russell Crowe de Il gladiatore, è perché sono innamorato della mia Connie Nielsen. Sì, pure Keanu Reeves fu assai invaghito, infatuato oltre ogni limite della Nielsen ne L’avvocato del diavolo. Ma Keanu è uomo poco attendibile. Altro che Piccolo Buddha. È insaziabile. Nel film succitato, è sposato a Charlize Theron. Guadagna soldi a palate oltre a stare con un’enorme patata. Ma lui non s’accontenta e non vuole solo di lei godere. Questo Keanu andrebbe preso e spedito subito in cura. In una clinica ove placheranno prestissimo i suoi bollenti spiriti, come si suol dire.

Sì, nella saga di John Wick, mi pare che poi esageri oltre il limite della decenza e del pudore. Gli muore la moglie di Cancro e gli ammazzano il cane. Cosicché, scatena una guerra al cui confronto John Rambo è un dilettante quando, invero, poteva recarsi semplicemente al canile più vicino. Lì, sai quante cagne che poteva comprare per tenerle al guinzaglio?

Sì, le donne sono capaci di far impazzire un uomo.

Vidi uomini mansueti e più docili di un Carlino che, dopo aver fatto l’amore con una “San Bernarda”, latrarono come bovari del Bernese. Tutto a causa di un amplesso a garrese. Sarebbe stato meglio se, da soli, avessero usato quell’arnese…

Un discorso a parte meriterebbe Benicio Del Toro. Nel film Uova d’oro, interpretò un giardiniere alla Gianluca Grignani… ti raserò l’aiuola. Nonostante poi incarnò Che Guevara, i suoi capricci lupeschi da arrapato mai visto (Valeria Golino lo sa…) non furono curati. Infatti, di lì a breve fu Wolfman. E ho detto tutto… ah ah.

Ah, se non sapete mantenere una calma olimpica da filosofi zen come Keanu Reeves di Matrix, basta che una Carrie-Anne Moss, vestita di fetish attillatissimo, vi dica sottovoce che sogna un nero come Laurence Fishburne e succederà un’Apocalypse Now.

Sì, Fishburne ebbe ragione in Rusty il selvaggio. Ve lo ricordate? Ah no, fu Tom Waits a dispensare pillole di saggezza, mica quelle di Matrix, al povero Matt Dillon.

Matt, perso e preso totalmente da Diane Lane, amaramente stette seduto al bar. Credendo d’essere impazzito. E chiese dunque al barista Waits quando si può scoprire se una persona è matta. Tom gli rispose che non sempre si addiviene a questa diagnosi…

Cosicché, Matt diventò matto del tutto. Infatti, l’anno scorso fu il protagonista de La casa di Jack. E ho detto tutto. Sì, almeno, se uno è cosciente della sua malattia psichica, cazzo, se ne fa una ragione.

Sì, i matti sono persone fortunate, a mio avviso. Essendo matti, non soffrono. Delirano e basta. Sono le persone normali che impazziscono, ah ah.

Prendiamo Tom Cruise di Eyes Wide Shut. La Kidman gli confidò una fantasia erotica. Al che, Tom perse la testa. E s’inabissò in una notte di lolite, di orge, di maschere veneziane, insomma, il bravo medico mandò la sua integrità morale a puttane. Non del tutto, poiché alla fine si fece solo una sega mentale.

Da cui il richiamo al titolo della novella Doppio sogno da cui Stanley Kubrick trasse il suo trip.

Sì, ogni volta che sono incazzato e me la prendo con qualcuno, sì, lo confesso senz’alcun ritegno, è perché penso che lei mi stia cornificando con i nazisti nichilisti de Il grande Lebowski.

Al che, durante la fase rem, immagino i miei amici che m’inseguano per le vie della città con in mano delle forbici gigantesche per tagliarmelo. Sì, la vita delle comuni relazioni interpersonali, ce la vogliamo dire? Fa schifo al cazzo.

Sono un tipo troppo colto e sofisticato come Stanley Kubrick per rovinarmi con le piccinerie, i pettegolezzi e le gelosie della maggior parte delle persone, il cui unico interesse è sbatterlo in quel posto al prossimo.

Concluderei con una lezione mia di sesso che vorrei darvi.

Nel 2003, mi sverginai. Dopo che io e lei amoreggiamo corporeamente molte volte, una notte, lei mi chiese di farle la stessa cosa che fa un certo ragazzino a Maeve Quinlan di Ken Park. Eh già.

Dopo circa venti minuti di cunnilingus, mi voltai dall’altra parte e lasciai stare.

Lei, incredula ed esterrefatta oltre ogni dire, anzi, oramai totalmente calda nel suo ardere, mi urlò:

– Che cosa stai facendo? Stai scherzando, spero? Non puoi fare una cosa del genere a una donna. Chi ti dà quest’ardire?

 

Ecco, non fate mai una cosa del genere a una donna. È un affronto che potrebbe portare la vostra lei a rovinarvi la vita come fece Glenn Close di Attrazione fatale a Michael Douglas.

Sì, ci sono un paio di cosce, no, cose che le donne non sopportano. Le donne amano provocare i maschi e poi fingono… di prendersela se i maschi abboccano, troppo libidinosi, nei riguardi delle loro pose un po’ troppo spinte…

In verità, ne vanno matte. Le donne adorano eccitare e incagnire gli uomini anche se poi, sui loro profili Facebook, inseriscono solo post da animaliste vegetariane per farsi passare come buone amanti delle bestie…

Ma non fate mai come il mio cane di quella notte. Cazzo, ero stanchissimo, non mi andava proprio. Abbisognai solo di riposare.

Lei non me lo perdonò mai. Si alzò da letto e, in preda a spasmi di rabbia incontrollabile, mi gridò in maniera invereconda:

– Sei propria una merda! Non si fa così. Sai che significa per una donna? È orribile. Noi siamo diverse da voi. Non puoi stimolare tutti gli estrogeni e rompere la mia “diga”, dunque smettere, di punto in bianco.

Nooo!

 

Questo è il tuo compito, Larry? Questo è tuo, Larry? Questo è il tuo compito, Larry? 

Be’, per molto tempo, come sapete, m’identificai con Bob De Niro.

L’altra sera, un mio amico mi disse:

– Non hai mai pensato invece che sei uguale a Jeff Bridges?

Sì, riesco a essere Starman, cioè un diverso con una voce da Jack Lucas de La leggenda del re pescatore. E oramai, dopo una tragedia da Fearless, sfido chiunque a dirmi che io non sia il protagonista di Albatross.

Mi sa che siete poco aggiornati sui miei ultimi vent’anni di vita, uomini tanto bellini…

Meglio così. Qui tutti mi cercano, mi stanno accerchiando.

Di mio, era meglio se fossi rimasto un Drugo.

Comunque, prima di ridurmi come quel lagnoso di Tommaso Paradiso con la sua canzone immonda, I nostri anni, vi saranno ancora molte gatte da pelare.

Abbiate fede, figliuoli.

Voi fatevi i vostri deliri su di me.

Ma, come dice il detto, non dire gatto se non ce l’hai sacco.

E ricordate: il gatto è Tom, il topo è Jerry.

Mentre io riesco a essere, quando voglio, in ogni topa come Tom Cruise grazie ai miei tocchi geniali da Jerry Lewis. Cioè, faccio lo scemo apposta. E, come Jerry Lewis, vi sto prendendo tutti per il culo. Non l’avevate capito?

Eh no, eh? Infatti, siete più scemi di quello che sospettai. Ah ah.ken park

 

di Stefano Falotico

I miei primi quarant’anni da Joker-Lebowski con l’immancabile White Russian


14 Sep

dav

Sì, 13 Settembre 2019. Giornata estremamente felice, gaudente, tendente allo sfavillante.

Nella quale il mio amico Massimiliano di Civitavecchia giunse nella mia città natia, quasi in pellegrinaggio, per onorare la nostra amicizia.

Pernottò all’hotel Conte Luna, ameno albergo incastonato in una viuzza raggiungibile dall’uscita n. 5 della tangenziale bolognese. Albergo molto ospitale con una receptionist niente male. Con la quale prenotarei, subito, una camera matrimoniale.

Al che, lo andai a prendere alla Stazione. La Stazione di Bologna, da qualche anno a questa parte, è diventata labirintica più del dedalo ove Arianna si salvò dal Minotauro grazie al suo celeberrimo filo.

Infatti, la Stazione Centrale di Bologna, al fine di divenire più moderna e avveniristica, diciamo, s’è soltanto tramutata in una sorta di metropolitana da Un lupo mannaro americano a Londra.

Massimiliano, comunque, non incontrò negli scuri, tetrissimi sottopassaggi mal illuminati, angusti e iper-claustrofobici della stazione suddetta, da lui sudata poiché non si raccapezzò, nessun cannibale licantropo. E, anziché approdare a Piccadilly Circus, piuttosto che uscire dall’atrio principale, si ritrovò in via de’ Carracci.

Pranzammo al ristorante-trattoria-pizzeria Il Vaporino. Gustando il cibo fra chiacchiere più fragranti d’una calda pizza Margherita e del mio primo di garganelli con asparagi e funghi porcini.

Ritornando in tale luogo, vicinissimo a casa mia, eppur da tempo immemorabile lontano dai miei ricordi, nel frattempo sepolti dalla cinerea, talvolta funerea, celebre mia amnesia sto(r)ica, rimembrai i tempi in cui, nei campetti calcistici lì limitrofi, sfoderai la mia classe da incontrastabile ala destra fluidificante dal tiro micidiale e ficcante, dal piede magicamente vellutato come quello di Del Piero Alex, essendo io un Pinturicchio ambidestro e soprattutto polivalente non solamente nell’ambito delle polisportive e delle cinematografiche, magnifiche retrospettive.

La nostalgia, per qualche indistinguibile attimo triste eppur suadente, s’impossessò del mio animo cangevole, delicato e decadente. Ah, tempi nei quali, sguinzagliato e coi polmoni ardenti non ancor intossicati dai due pacchetti di sigarette che fumo oggigiorno, fui più veloce di una lepre.

Vi racconto, ivi, un goal straordinario che segnai. Qualcosa di disumano ed extraterrestre, roba che le palombelle di Pelé, la sua sforbiciata carpiata in Fuga per la vittoria e la serpentina di Maradona ai mondiali dell’86 contro l’Inghilterra v’apparirebbero roba da pulcini.

Ebbene, mi fu lanciata la palla a fortissima velocità. Al volo, la stoppai, la rialzai. Mi trovai da solo davanti al portiere.

Ma, si sa, io non amo le cose semplici. Adoro complicarmi il trionfo, correndo non solo nei prati, bensì allungandomi soprattutto nel rischio di rimediare soltanto un tonfo.

Eh sì, sarebbe stato troppo facile a quel punto calciare. Con enorme nonchalance, invece, aspettai l’arrivo del difensore. Al che, giunto a un metro da me, con un repentino scatto del tacco elevai la sfera con un cucchiaio da Francesco Totti.

Con una rapidissima giravolta, scavalcato il terzino che fu grazie alla mia inaspettata mossa spiazzante e devastante, io stessi mi riavvolsi contortamente di semi-giravolta, impattando la palla di pieno collo.

Roba che non vedrete neanche nelle repliche di Holly e Benji e ne La battaglia dei tre regni di John Woo. Sì, secondo Woo, il giuoco del Calcio non fu inventato dagli inglesi, bensì dai cinesi-giapponesi spesso anche coreani e pechinesi.

Che volete farci? Sono un uomo Face/Off.

Non sono un criminale come Nic Cage ma nemmeno un falso come John Travolta. E qui lo dico e giammai lo nego, eh sì, quella Lolita di Dominique Swain andava tatuata come io so sul p… o biondo-nero.

Fallo sta, no, fatto stette che, nella giornata di ieri, scrissi pure la recensione degli episodi finali di Mindhunter 2, recensione che presto sarà online, e assieme a Massimiliano gironzolai, appunto, non come Cesare Cremonini per i colli bolognesi, bensì fra piazza Santo Stefano, ovvero il sottoscritto, eh già, più martire di me neppure lo è il film Martyrs, Piazza Maggiore e Corte Isolani.

Da queste parti, abitava, non so se abiti ancora Mike Patton, (ex) frontman dei Faith No More.

Sì, quando mi guardo allo specchio e prendo coscienza di essere un po’ matto, mi viene in mente Mike Patton e mi tranquillizzo. E non abbisogno di artificiali calmanti.

Mike, in fatto di follia, mi batte infatti alla grande. Di mio, comunque, darei una botta all’attrice Laura Patton.

Da cui il detto, eh sì, patti chiari e amicizia lunga e anche il proverbio falotico da me coniato, vale a dire, patta slacciata e alla donna è tutto più chiaro.

Ah ah.

Infatti, uno dei misteri più irrisolvibili di quelli di Fatima è, a mio avviso, questo. Perché si usa l’espressione passare la notte in bianco?

Guardate che più bianco è più le lenzuola sono poco da Immacolata. Ah ah.

Dunque, cenammo all’ottima, rustica Trattoria del ragno, ubicata in via Murri.

All’inizio, mi sentii leggermente imbarazzato. Tale splendida trattoria è difatti frequentata da tipi in gamba. Tutti molto altolocati e vestiti in maniera molto elegante.

Mi sentii come un pesce fuor d’acqua. Al che, il mio amico mi tranquillizzò, dicendomi:

– Guarda, Stefano, che sono gli altri che dovrebbero sentirsi a disagio al tuo cospetto. Tu ti sottovaluti parecchio. Per esempio, osserva quel trombone che fa il figo con quelle tre damigelle. Cita I miserabili di Victor Hugo e Dostoevskij per fare colpo. Ma io dubito che abbia veramente letto una sola riga anche solo del suo portare sfiga.

 

Finimmo la serata, recandoci al pub Black Bay, vicino alla mia casa. Bevvi un White Russian come il mitico Jeff Bridges, alias Big Lebowski.

Nessun bulletto-pedofilo come Jesus/John Turturro può mettermi in buca. Io sono il Genius-Pop, essere inestimabile che supera anche il concetto di rarità, in quanto esemplare dalle molteplici qualità. Soventemente clown in gran quantità, involontario comico invincibile come Arthur Fleck, Joker di fascino e immane soavità.

Poiché volli una vita spericolata come Steve McQueenc’incontreremo come le star a bere del whisky Roxy Bar, sì, io sono ancora qua.

 

di Stefano Falotico

dav

lebowski white russian bridges

 

La nuova legge sul copyright, che vi piaccia o no, è giusta


27 Mar

C_06845

dav

A proposito, spesso è scritto che vi piaccia o meno. La forma italianamente corretta è che vi piaccia o no ma è alquanto usuale il modo di dire, accettato, che vi piaccia o meno.

Detto questo, che vi piaccia o non vi piaccia, sebbene abbia sollevato proteste infervorate da parte di tantissime persone che, d’ora in poi, perlomeno a brevissimo, ovvero quando sarà applicata, vedranno censurati molti loro video, ad esempio, su YouTube, nessuno è al di sopra della legge!

Video nei quali, in maniera impropria e senz’autorizzazione, avevano caricato materiale protetto, appunto, dai diritti d’autore. Rubacchiando. Siete dei rapinatori, ah ah!

Parlo di YouTube perché sarà la piattaforma, sinceramente, più presa di mira in cui, a differenza di Wikipedia che, pur solidarizzando con gli youtubers stessi, non verrà intaccata da questo provvedimento se non in minima parte irrisoria, in questi anni chiunque ha riversato filmati, estratti, citazioni e quant’altro in modo spesso, onestamente, illegale.

Piratando appunto il copyright e aggirando le limitazioni che, invero, già, erano presenti su YouTube, inserendo, che ne so, soltanto clip di pochi secondi di un film per non farsi “beccare”.

A me, nel mio piccolo canale di nicchia, è successo qualche volta di assistere alla rimozione di alcuni video.

L’ultima volta è successa quando ho fatto allusioni piuttosto pesanti su Harvey Weinstein. Andando oltre il lecito. E, a prescindere dalla libertà d’espressione, debbo ammettere che avevo un po’ esagerato e quel mio video poteva urtare la sensibilità di molte persone.

Un’altra volta, invece, caricai l’intera colonna sonora di Superman, firmata da John Williams. Dopo neanche dieci minuti dalla pubblicazione del video, il rilevamento algoritmico di YouTube non mi cancellò il video e la galleria d’immagini che avevo usato, bensì mi rimosse semplicemente la musica.

A quel punto, quel mio video non aveva senso. E lo tolsi io stesso.

Un’altra volta inserii maniera birbante la famosa scena scabrosa di Ken Park in cui James Bullard, be’, sapete cosa fa a Maeve Quinlan.

Poi, un altro paio di volte mi rimossero un video che mostrava il magnifico fondoschiena di Polly Walker e un altro, più “normale”, in cui avevo inserito venti secondi di un film. Non mi ricordo di che film si trattasse ma era un chiaro spoiler.

 

Ecco, onestamente, tutte limitazioni giuste. Perché YouTube è disponibile a tutti e dunque ritengo corretto essere stato sabotato quando sul sesso mi son spinto oltre il comune pudore oppure ho, appunto, caricato materiale che uno, sì, può certamente vedere ma dopo essersi opportunamente comprato il dvd.

Altrimenti, le case di produzione non guadagnano nulla se noi tutti caricassimo liberamente interi film.

Detto ciò, non entrerei nel panico, amici youtubers.

Ieri sera, ad esempio, il mitico Federico Frusciante s’appellato ai suoi ammiratori, chiedendo delucidazioni in merito. Preoccupato che possano eliminargli tantissimi video, obbligandolo dunque quanto prima a un corposo backup.

Rassicuriamo Frusciante. Ha poco da allarmarsi. Nei suoi video non inserisce spezzoni di film e, ultimamente, neanche locandine. Credo che non sarà minata assolutamente la sua parlantina, eh eh, e la sua toscana prosa espositiva molto ruspante. E, purché non offenda e dia della meretrice a un’attrice pubblicamente, nessuno potrà fargli rimostranze. Anche perché, ripeto, questo non andava fatto neanche prima.

Forse, cancelleranno molti miei video nei quali ho messo filmati che a qualche distributore cinematografico potrebbero far girare quelli.

Ma ci sta. Non me ne dolgo.

È giusto, ribadisco.

Prendiamo ad esempio la copertina del mio ultimo libro, Il diavolo è un giocattolaio.

La bellissima donna che mostra la sua splendida bellezza nella mia cover è una donna a cui ho fatto firmare una sacrosanta liberatoria. Ove è espressamente scritto che lei mi concede la sua immagine, dietro concordati termini personalmente pattuiti e retribuiti, al fine che possa utilizzare la stessa soltanto per pubblicizzare il mio libro. E, se dovesse veder postata questa sua immagine dal sottoscritto altrove, a scopo di lucro, lei potrebbe denunciarmi.

Funziona così.

Sì, la legge sul copyright è giusta. Lo so, può far arrabbiare.

Ma provate a immaginare questo. Parlo anche per me. Che succederebbe se vedessi, un giorno, di punto in bianco, qualcuno che ha preso un mio libro, bello o brutto che sia, e ne ha ricavato un film orribile che ha distorto tutta la mia poetica e costui si fosse arricchito, senza darmi una lira, come si diceva un tempo, sfruttando la mia roba per farsi la villa al mare?

Invero, lo ridico per l’ennesima volta, questo ciò accadeva.

Quindi, youtubers, calmatevi. Non succederà granché.

Potete parlare di quello che volete, dove e come volete nei limiti dell’educazione.

Ed è sempre stato così.

Perciò, cos’è tutta quest’agitazione?

 

 

E ricordate: vi è solo un uomo che può gigioneggiare senza che gli sceriffi possano dire qualcosa. Si scherza, eh.

 


Visualizza questo post su Instagram

È dura #joker #joaquinphoenix #vita

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:

      di Stefano Falotico

I geni innati e diventati, i criminali veri e quelli diventati nel Cinema e nella vita, i combattivi dannati


26 Mar

chris-pine-hell-or-high-water-exclusive-photos-05

Sì, da tempo immemorabile, son affascinato da questa questione.

Geni si nasce o si diventa?

E, come sostenuto nella tesi del professore-criminologo dell’episodio 1 di Mindhunter, tesi a sua volta avvalorata da studi accademici a riguardo, criminali si nasce o, meglio, l’indole criminosa è insita nel codice genetico oppure si è diventati criminali poiché costretti dalle circostanze?

Ebbene, forse mi pongo problemi inutili. Ma adoro l’inutilità della banalità. Perché, nell’apparenza del banale, son intrinsecamente celate molte verità a volte non accettate, inascoltate o, peggio, date per assodate.

Come nei proverbi. I proverbi son detti popolari spesso molto generalisti, appunto scontati. Ma se si sono generati e a loro volta tramandati di generazione in generazione, ecco, una ragione, anch’essa banale, la possiedono. Deve esserci.

Ad esempio, chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

Uno dei detti più repellenti di sempre. Altamente discriminatorio di un handicap fisico sul quale non bisognerebbe scherzare. Che poi… anche la parola handicap mi pare alquanto obbrobriosa. Stigmatizzante.

Limitante. Poiché, con un epiteto così sinceramente imbarazzante, si classifica la validità di una persona sulla base di una carenza fisica, d’una sua difettosità. E di quella persona si giudica soltanto l’esteriorità, trascurando totalmente la sua anima e il suo valore umano, soprattutto.

Sarebbe come dire che se hai per amico un muto, diventi anche tu muto.

Sì, ora potrete obiettare in merito a questa mia netta, liberale presa di posizione. Perché io stesso, l’altro giorno, ho scritto che, a furia di frequentare gente ritardata, il ritardato diventi tu.

No, questo lo riaffermo orgogliosamente. Anzi, lo rimarco e sottolineo con tanto di evidenziatore. Col termine ritardata non definisco la gente con evidenti limiti percettivi della realtà, con scarsa capacità cognitiva e sottosviluppata coscienza, bensì il contrario.

Quel genere di persone molto superbe, dunque stupide, che impongono di conseguenza la loro visione stupida del mondo al prossimo. E, in maniera ricattatoria, altamente persecutoria e oppressiva, comprimono l’altro affinché si attenga ai loro bacati, superficiali, solipsistici schemi mentali e, di conseguenza, sociali.

Ora, ho tradotto in inglese il mio libro su John Carpenter. E presto lo vedrete sui maggiori stores internazionali.

Ho fatto, come sempre, tutto da me. Perché, se dovessi aspettare la mano di qualcuno il cui massimo pensiero è come rimorchiare una tizia, peraltro zotica e sciocca, che dunque non ha tempo da perdere con le mie creazioni “deliranti”, come si suol dire, starei fresco.

Anzi, al fresco. Perché talmente enorme sarebbe l’indifferenza, tanto terrificante e vergognoso sarebbe l’egoismo che sarei costretto a dargli un pugno in faccia per colpa del suo screanzato affronto e della sua perfida, invidiosa o menefreghista pusillanimità bastarda.

E mi trasformerei in un piccolo criminale. Sì, da strapazzo, invero molto ridicolo. Ma riceverei un’ammenda, mi beccherei una denuncia e semmai potrebbe capitarmi pure di peggio.

Soltanto per aver avuto il coraggio di affrontare a muso duro, è il caso di dirlo, la cafona codardia di una persona che reputavo amica, perciò una persona della quale mi ero fidato ciecamente e ritenevo che potesse aiutarmi nel momento del bisogno, la quale invece si è dimostrata inutile, in una parola stronza.

Preoccupata solo della sua panza e del suo c… o.

Eppure, a causa del mio gesto istintivamente rabbioso, partorito dall’esagerata cafonaggine scostumata, patirei pene dell’inferno.

Sì, mi fermerebbero, divorandomi l’anima per appurare se il mio gesto è stato indotto soltanto dalla rabbia oppure è stato il prodotto di un disturbo mentale. Sarei diventato un indagato.

E, per scagionarmi, intanto passerebbe tantissimo tempo. E, anche se fossi assolto, discolpato da ogni pregiudiziale accusa infamatoria, avrei perduto tempo prezioso dietro spiegazioni assolutamente superflue. E sarei stato distratto dai miei più vivi entusiasmi solamente per aver dovuto dar conto a una burocrazia macchinosa e ovviamente logorante.

Non solo… sarei stato schedato e, ripeto, anche se liberato da ogni sospetto, se un domani dovessi commettere un’altra cazzata, se dovessi avere anche una sola alzata di testa, chi di dovere andrebbe a recuperare il fascicolo archiviato del mio “caso” e sarebbe la totale fine.

Ogni altra discolpa e giustificazione non servirebbe a nulla se non a compromettere in modo gravoso e irreversibile la mia già precaria situazione esistenziale. Sì, la mia vita diverrebbe, agli occhi degli altri, pestilenziale, sarei stato marchiato a vita. Etichettato definitivamente come indifendibile criminale.

Ecco, invece geni si nasce?

Invero, di geni innati, diciamo, ne sono esistiti e ne esistono pochissimi.

Fra i geni innati possiamo annoverare senza dubbio il grande Wolfgang Amadeus Mozart.

Come altrimenti lo chiamereste uno che a otto anni sapeva suonare meglio dei maestri da cui prendeva ripetizioni?

Einstein è stato un genio della Scienza ma dovrei compiere ricerche molto approfondite sui suoi trascorsi giovanili per meglio capire se la scienza è diventata una sua passione irrinunciabile per sopperire alla sua bruttezza fisica, eh già, era parecchio bruttino, oppure la sua mente trigonometrica era innatamente orientata verso una planimetria di sua massa per accelerazione di gravità. Ah ah.

Quello che posso dire, da profano, è che ad esempio Woody Allen è un genio cinematografico… diventato tale per non esserlo affatto stato da giovane o, paradossalmente, per esserlo stato troppo.

E dunque, rifiutato per la sua scarsa avvenenza, ha dovuto sviluppare doti ironiche, melodrammatiche e perfino tragiche di pura genialità inconfutabile.

Leggendo alcune sue interviste e molte biografie, questo emerge in maniera chiarissima. Era lo zimbello dei suoi coetanei.

Al che, un giorno dev’essersi guardato allo specchio e deve aver pensato… Be’, non sono un pugile, se sollevo venti chili mi piglia un infarto. E certamente una pinup non verrà mai a letto con me.

Mi annoierei poi a morte a fare l’impiegato comunale. E della scienza non me ne frega nulla. Nemmeno della psichiatria. Dagli psichiatri ci vado per raccogliere informazioni che potrebbero tornarmi utili per le mie creazioni. Tanto, se m’illudo che questo trombone possa salvarmi, ah, sarei davvero matto.

Però lo sfrutto. Sì, sì, sì. Mi faccio una bella cultura, pigliando a ridere i miei disagi e tramutandoli in materia artistica. Cazzo, ottima idea. Sì, tanto è evidente che non sarò mai Brad Pitt. Manco se mi sforzassi e andassi da un visagista, pagandolo con i soldi degli incassi di Io e Annie. Sì, questo film spaccò.

Fece impazzire molta gente, ah ah.

Ecco, detto ciò, non è che mi fate la faccia di Jeff Bridges nel finale-doccia fredda di Hell or High Water?

Eh già. Mi sa che solo quella potete fare.

 

Insomma, morale della faloticata più che della favola.

Vedete, Rocky IV è un film decisamente bambinesco e cretino.

Ma guardiamo questa scena. Cosa succede al minuto 1 e 18?

Il gigante russo che pareva indistruttibile, oh, si becca una bella batosta.

E a questo punto tutti comprendono, primo fra tutti lui, che non sarà tanto facile massacrare il signor Balboa.

Eh no, per niente.

Di mio, sto con la gamba accavallata, in mezzo alle cavallette.

Ah, quante cavalline.

 

 

di Stefano Falotico

Possibile che non sudi? Possibile che non studi? Possibile che non scopi? Sì, sono Starman, avevate dei dubbi?


01 Mar

bridges starman

Sì, sto editando la versione internazionale del mio libro su Carpenter. Attualmente sui maggiori mercati librari in italiano, presto nella lingua più parlata del nostro pianeta, ovvero l’inglese.

Prometto, e io ho sempre mantenuto le promesse, essendo anche Jack Nicholson de La promessa, sì, un uomo talmente oltre da esser considerato pazzo perché nessuno crede alla sua versione assurda dei (mis)fatti, che dopo Pasqua il libro sarà sui migliori stores della Terra.

Per la cover non vi è da apportare nessuna modifica. Il titolo è già in originale, Prince of Darkness.

Per il resto, mi sto facendo un discreto culo. E, nel penare di quest’immane, universale fatica, mi prendo solo alcune pause in cui penso, fumando col caffè, a una gran figa dal fondoschiena turgido, rotondo come il globo terrestre, a cui esserle nell’equatore un magma trivellante al fine di limare ogni stretto di Gibilterra e unire la mia penisola con la sua donna sola.

Sì, per molto tempo son stato scambiato per Haley Joel Osment. Reputato uno schizofrenico semi-autistico dotato di sesto senso e di A.I.

Più che altro, fui trattato da lebbroso come se avessi l’AIDS.

Un uomo temuto, soprattutto da sé stesso. Infatti, mi alienai per molto tempo, leggasi anche mi arenai.

Per via del mio prenderla con filosofia, fui tacciato d’essere un grande Lebowski.

In verità vi dico che sono, sì, Jeff Bridges, ma quello di Starman. Appunto. Mamma mia, ripeto, sto rileggendo per la traduzione il mio libro su Carpenter. Ma è roba stellare, cazzo. Di un altro mondo.

Sì, mi piglio per i fondelli da solo quando indubbiamente faccio la figura del pirla ma so anche complimentarmi con la mia anima, compiacendomene, quando senza dubbio ho scritto qualcosa che voi, poveri deficienti, non scriverete mai.

Di primo acchito, posso apparire come Dougie Jones di Twin Peaks. La mia prima ragazza ebbe un ottimo fiuto nonostante già fossi molto accasciato, e non “accosciato”, ah ah, a causa di molti rifiuti. Tanto da rischiare di diventare un umano rifiuto.

E lei capì, eccome se lo carpì, che dietro quell’espressione da tonto, da uno senza cervello, si nascondeva invero un grandioso uccello.

Io rimasi interdetto anche quando finimmo l’accoppiamento e lei, estasiata, mi volle, fortissimamente volle ancora dentro. Sì, come Alfieri e io le fui con piacere ancora fieramente alfiere.

Son scherzi che si fanno? No, devi riprendere (f)iato ed elevarti dalle squallide scopate.

Portare la mente a un livello concettuale della realtà molto sofisticato.

Devi ascendere a Starman.

Sì, a me nella vita è successo questo. Prima pensavo di non essere molto adatto al porcile volgare di massa(ie). Ma dovevo appurare, in maniera come ho detto impura, se era vero o se la mia era solo un’incapace verga. Ero un impotente matterello o solo un potente mattarello? Io direi un menestrello. E fu sol un minestrone non tanto bello.

Adesso, anzi, da an(n)i a questa parte, ho tristemente compreso che questo mondo mi debilita. Questo mondo capitalista, edonista, marcio, burocratizzato. Ove, se non ti attieni alle trombate collettive, vieni presto… sì, lobotomizzato.

No, non è il mio habitat. Non mi do affatto delle arie, credendomi chissà chi. Espongo i falli, no, i fatti come stanno.

Il mio habitat naturale è il firmamento.

Insomma, pensavo di essere caduto dalle stelle alle stalle e di essere un coglione stallone e invece, ahimè, ho capito di essere realmente un “extra-terrone”, come dice Lino Banfi.

Un uomo malinconico non inseribile, nonostante l’abbia inserito…, ai parametri efficienti di questa società ad alto tasso di produttiva coefficienza e, come detto, di notevole scemenza.

Appena prendo aria, uscendo dal guscio, mi sento soffocare, le palpitazioni cardiache crescono e davvero sudo… freddo. C’è una bomboletta di ossigeno? In mancanza di quella, è gradito anche un bombolone alla crema.

Sì, essendo il mondo popolato da animali, essendo io geneticamente superiore, dovete credermi. Quando giocavo a Calcio, non sudavo mai.

E molta gente si chiedeva: ma questo come fa a sapere tutto e non ha mai studiato?

Siamo anche sicuri che abbia scopato?

Fidatevi, io ho molto sgobbato.

Essendo genio innato eppur mai nato.

Un bel problema, cazzo. Ora, come lo mettiamo? No, la mettiamo?

Mi son di nuovo superato. Tutti quanti questo risultato, perfino gli psichiatri, avevano sperato.

Io no, invece. Perché sapevo che sarei stato soltanto nella purezza speronato.

Sì, a questo mondo di puttanesimi e troiate, è meglio una sana peperonata. Rivoglio il mio battesimo!

Sì, pur di tornare lindo, son disposto perfino a un periodo di quaresima.

Infinito!

di Stefano Falotico

Il problema stronzo dell’editoria, del Cinema indipendente, anche dell’uomo autarchico e analisi sui Golden Globe


07 Jan

FIJI+Water+76th+Annual+Golden+Globe+Awards+DkLfZcJhMQPl Charlize+Theron+76th+Annual+Golden+Globe+Awards+yCeAQIqi2N-l gb01-4

Bene, partiamo molto in souplesse. Dai Golden Globe. Che non ho visto e chissà se guarderò le clip su YouTube.

Da anni, oramai, la mia vita non è più orientata all’ammirazione verso i divi del Cinema e, sinceramente, ho cose personali più serie da portare avanti. In giornata, ad esempio, dovrei finalmente ricevere l’impaginato in PDF del mio nuovo libro, a cui devo dare il visto si stampi. In Kindle ed eBook è già in vendita da circa un mese ma il cartaceo, come detto, non è ancora pronto. I file definitivi li avevo ricevuti, invero, sabato scorso ma vi è stato un errore di trascrizione nella sinossi e vanno cambiati i font del dorso che devono essere identici a quelli della cover.

Sono preciso e meticoloso al pari di Mahershala Ali in Green Book. Mahershala, uomo di alta finezza, da me ribattezzato oramai il maresciallo. Perché, al di là dell’assonanza impressionante col suo nome, maresciallo gli calza a pennello. Come un maresciallo, infatti, Ali è uomo tutto d’un pezzo, granitico, adoratore della sua elegante divisa da true detective. Uomo serissimo ma anche autoironico, un po’ alla Falotico.

Ebbene, adesso state esagerando. Dopo averlo snobbato per un tempo immemorabile, or bombardate di premi Jeff Bridges. E gli avete assegnato pure il premio alla carriera. Lo so, nonostante gli abbiate appioppato l’Oscar per Crazy Heart, voi a Hollywood volete ancora discolparvi per averlo sottovalutato sempre. Solo in tempi recenti, avete compreso che il suo “alieno” di Starman è una sua prova recitativa strepitosa e vi vergognate di non avergli dato niente, nemmeno una nomination, per il suo epocale Lebowski.

Ma adesso, Jeff Bridges, osannato in maniera paradossalmente eccessiva, si sta prendendo troppo sul serio e oramai non si sgancia più dalla sua barbetta incolta e il look trasandato da grinta…

Si è incarnato, fin alla morte, nel Drugo. Che tristezza. Sei molto più di un’icona, caro Jeff, cambia registro, non sei una figurina. E, a forza di riproporti uguale all’etichetta che ti hanno rifilato, fidati, non ci fai un gran figurone.

Come sempre, alla cerimonia dei Golden, c’erano delle ottime figone, stangone elegantissime ma mi dovete spiegare che ci trovate di così attraente in Charlize Theron.

Non è così bella come dite. Secondo me le puzzano i piedi e ostenta perennemente una faccia da frustrata.

I premi comunque son tutti sbagliati. Senz’eccezione alcuna.

Rami Malek? Bravo ragazzo, per l’amor di dio. Ma che c’entra con Freddie Mercury? Ah, capisco, non è la sua un’adesione carnale al ruolo ma una versione sui generis mimetica. Ok, bella stronzata.

Christian Bale ha vinto per Vice? Credo che non vincerà l’Oscar. Segnatevela perché, se dovessi essere smentito, me le suonerete. Sì, pretendo di esser picchiato a sangue. Impiccatemi anche!

Alfonso ha vinto per Roma? Che brutto abbaglio. Il film più sopravvalutato dell’anno e forse di tutti i tempi.

Gli unici due premi giusti sono quelli andati a Glenn Close, indiscutibilmente già vincitrice dell’Oscar, e quello, appunto, al maresciallo…

 

Rido spesso da matti quando mi sento dire che, essendo un selfpublisher, essendolo orgogliosamente dal 2014, non sarei uno scrittore a tutti gli effetti, bensì un dilettante. Ah ah. Perché il mio libro non porta il marchio pseudo-autorevole-autoriale di una casa editrice a “5 stelle?”. Che poi potrebbe essere patrocinata dall’alberghiere truffaldino Al Pacino di Ocean’s Thirteen?

Dovremmo sfatare molti beceri, vetusti e retrivi luoghi comuni sulla Letteratura, in senso generale sull’Arte tutta. Anche sul Cinema e sugli uomini. Miei caporali!

Per colpa della nostra cultura vecchia e istituzionalmente scolastica, lo so, molti di voi son erroneamente convinti che solo un attestato possa essere, con tanto di certificazione ciclostilata, francobollata e laurea annessa, un lasciapassare obbligatorio verso l’assoluta, inconfutabile bravura e grandezza. Il vero, irrefutabile, aureo riconoscimento della nostra anima vergata, sacrificata per un bene supremo, pubblicata davvero?

Dovreste smetterla. Conosco un sacco di gente veramente talentuosa che si auto-pubblica e promuove da sé. Forse più onesta, forse solamente più narcisista, forse semplicemente non vuole più farsi ingannare da false promesse giammai mantenute, da glorie effimere, da pezzi di carta spesso menzogneri.

Oh, quanta gente pubblica per Mondadori ma siete ben coscienti, spero, che tanti di questi libri son soltanto ricettari di personaggi televisivi, di Parodi e parodie, senza un briciolo di sale in zucca. Di politicanti da strapazzo, di ochette che ci raccontano delle loro erotiche avventure private per alzare le vendite del lettore incuriosito, del bieco gossiparo di massa per far lievitare anche qualcos’altro a quello voyeuristico che adora spiare la denudazione, sovente insincera e romanzata, della ricca malfamata così tanto puttanesca e di amori materialistici affamata.

Non mi sono mai piaciute le biografie, neppure quelle di Marlon Brando e De Niro. Sono libri destinati ai fan libidinosi, libri che enfatizzano accadimenti piuttosto banali di lor vite private morbose che poco m’interessano. A me non può fregar di meno se Brando aveva una tresca bisessuale o se De Niro, davvero, quella notte maledetta era assieme a John Belushi quando quest’ultimo morì di overdose. Io li ammiro per le loro interpretazioni. Così come ammirai molto Kevin Spacey e, sinceramente, se sia stato o meno con dei minorenni son affari sporchi che non mi competono. Non sono il moralista giudice dei suoi cazzi.

Mezzanotte nel giardino del bene e del male dovrebbe esservi di lezione. Ché non avete imparato, guardoni! Dove sta la verità? La verità non esiste. Siamo tutti colpevoli, in fondo. Ognuno ha i suoi scheletri nell’armadio.

Le biografie sono caricate, false, agiografiche e perfino calligrafiche di commerciale calligrafia.

Non mi piace che svendiate un talento invendibile. Ché, pur di vendere, raccontate fandonie sul suo conto, anche su quello in banca.

Non son del vostro branco, io seguo la via autarchica, in quanto padrone delle mie emozioni non sputtanate per due soldi in più. Annegherò nelle mie branchie ma non soffocherò nella vostra Branca… Menta. Evviva la mia fresca mente. Via da me, uomini dal cattivo alito, non possedete il mio epico afflato.

Detto ciò, io pubblico non solo da solo. Innanzitutto, mi avvalgo di un personale correttore di bozze eccelso e bravissimo, pressoché infallibile. Ci tuffiamo, io e lui, in analisi profondissime del testo e, se vi vorrete gentilmente recare su Amazon, dei miei libri potrete leggere gli impeccabili estratti.

Il refuso è bestia nera ma io son bestione che lo smacchia e mi detergo nella pulizia formale anche riccamente contenutistica. No, non mi contengo, vulcanico creo dalla creta della mia anima e, subacqueo nel liquido mio cuore magmatico, plasmo opere di sapida eru(di)zione!

Col tempo, allenandomi con la voce, son divenuto maestro delle poliglotte dizioni più sopraffine, oggi sono in una grotta e domani la fronte aggrotto, oh mia donna, per render rosee le tue gote e dar fiato a ogni tuo libero rutto, dopo che dei nostri amori eruttammo con le pelli rotte. E potrei scrivere io stesso un dizionario della Lingua italiana da me risciacquata al bacio mio e tuo in Arno ma anche a Salerno, nel marmo del mio cervello mobile e nell’inferno del mio esser a volte incerto, forse infermo o soltanto nel mio duro inverno.

Ah ah.

La Newton Compton non accetta manoscritti di sconosciuti anche se lo sconosciuto potrebbe essere il nuovo Shakespeare. Perché al giorno d’oggi Shakespeare la gente sa chi è stato ma non ha mai letto un suo libro, citandolo di frasi imparate a memoria. Essere o non essere? La gente preferisce non leggere e vivere leggera. Capirai… La gente non è, io sono oggi e domani ho solo sonno. Ma son sommo e dimmi, qual è, somaro, la summa dei miei libri? Sintetizzali. Non t’importa? A te frega solo della scosciata Monica Somma. Insomma, non hai tutti i torti. Quella è semi-analfabeta, legge il gobbo ma, secondo me, ha delle ottime cosce per farsela al galoppo.

Sì, quella ispira… tira ma non so se sa stirare. In fondo, è sol una donnetta che non sa neanche preparare le uova strapazzate ma tutti vogliono strapazzarla, usando però il preservativo perché altrimenti potrebbero fertilizzarla negli ovuli. Che uomini!

Eppure, ho recentissimamente pubblicato un mio racconto per Historica Edizioni e presto proporrò un altro mio esistenziale resoconto a una casa editrice prestigiosa.

Perché sono come Tarantino, oggi va bene l’indie, Weinstein, per colpa dei falli del suo fallo, fallisce e allora mi do alla major. A costo di esser fallace.

Non amo le maggiorate e guardo quelle molto più che maggiorenni. Codeste mi scambiano per un minorato eppur vi dico che sono un genius prelibato molto dotato. Da leccare e gustare di armoniche p(r)ose. Son l’uomo fattosi poesia e così sia.

Quando uno o una crede di aver capito qualcosa di me, io lo fuorvio e inculo, anche me stesso, fra un cazzeggio e bermi una birra a Reggio. Scoreggio anche se mi va e benedico l’ignoranza e le vostre panze che non reggo.

Leggo, rileggo, mi critico e faccio della cinematografica Critica. Son oggi bellissimo e domani un cesso.

Ma giammai cago stronzate. Anche quando ho la diarrea, la mia merda è profumata.

Forse.

Leggetemi meglio. Capirete molto di me. E, quando capirete qualcosa, io sarò immortale eppur già morto. Ma saremo morti tutti e i libri non esisteranno più. Il mondo sarà defunto.

Così è, così sia fatto, così sia scritto.

Adesso, devo andare a cagare. Come chiunque eppur non sono uno qualunque. Dunque… Non voglio venir insignito di niente, non voglio però essere insignificante ma i miei libri hanno svariati significa(n)ti. Ecco, questo è il nostro ipocrita globo. E dell’oro non so che farmene.

Finisco con questa: mia cugina mi ha chiesto cosa deve fare per pubblicare un libro. Le ho detto di lasciar stare. Lei mi ha risposto: – Guarda che non sono più la scema di venti anni fa.

Io: – Infatti, sei più scema di prima e più vecchia.

Ah ah.

TRUE GRIT

 

di Stefano Falotico

The 2019 Golden Globes Winners List


07 Jan

GoldenGlobes1-768x434
Best Motion Picture – Drama

Black Panther

BlacKkKlansman

Bohemian Rhapsody

If Beale Streat Could Talk

A Star Is Born

Best Motion Picture – Musical or Comedy

Crazy Rich Asians

The Favourite

Green Book

Mary Poppins Returns

Vice

Best Actor in a Motion Picture – Drama

Bradley Cooper (“A Star Is Born”)

Willem Dafoe (“At Eternity’s Gate”)

Lucas Hedges (“Boy Erased”)

Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”)

John David Washington (“BlacKkKlansman”)

Best Actress in a Motion Picture – Drama

Glenn Close (“The Wife”)

Lady Gaga (“A Star Is Born”)

Nicole Kidman (“Destroyer”)

Melissa McCarthy (“Can You Ever Forgive Me?”)

Rosamund Pike (“A Private War”)

Best Actor in a Motion Picture – Musical or Comedy

Christian Bale (“Vice”)

Lin-Manuel Miranda (“Mary Poppins Returns”)

Viggo Mortensen (“Green Book”)

Robert Redford (“The Old Man & the Gun”)

John C. Reilly (“Stan & Ollie”)

Best Actress in a Motion Picture – Musical or Comedy

Emily Blunt (“Mary Poppins Returns”)

Olivia Colman (“The Favourite”)

Elsie Fisher (“Eighth Grade”)

Charlize Theron (“Tully”)

Constance Wu (“Crazy Rich Asians”)

Best Director – Motion Picture

Bradley Coop – A Star is Born

Alfonso Cuaron – Roma

Peter Farrelly – Green Book

Spike Lee – Blackkklansman

Adam McKay – Vice

Best Actor in a Supporting Role in any Motion Picture

Mahershala Ali (“Green Book”)

Timothee Chalamet (“Beautiful Boy”)

Adam Driver (“BlacKkKlansman”)

Richard E. Grant (“Can You Ever Forgive Me?”)

Sam Rockwell (“Vice”)

Best Actress in a Supporting Role in any Motion Picture

Amy Adams (“Vice”)

Claire Foy (“First Man”)

Regina King (“If Beale Street Could Talk”)

Emma Stone (“The Favourite”)

Rachel Weisz (“The Favourite”)

Best Screenplay – Motion Picture

Alfonso Cuaron (“Roma”)

Deborah Davis and Tony McNamara (“The Favourite”)

Barry Jenkins (“If Beale Street Could Talk”)

Adam McKay (“Vice”)

Peter Farrelly, Nick Vallelonga, Brian Currie (“Green Book”)

Best Original Score – Motion Picture

Marco Beltrami (“A Quiet Place”)

Alexandre Desplat (“Isle of Dogs”)

Ludwig Göransson (“Black Panther”)

Justin Hurwitz (“First Man”)

Marc Shaiman (“Mary Poppins Returns”)

Best Original Song – Motion Picture

“All the Stars” (“Black Panther”)

“Girl in the Movies” (“Dumplin’”)

“Requiem For A Private War” (“A Private War”)

“Revelation’ (“Boy Erased”)

“Shallow” (“A Star Is Born”)

Best Motion Picture – Animated

“Incredibles 2”

“Isle of Dogs”

“Mirai”

“Ralph Breaks the Internet”

“Spider-Man: Into the Spider-Verse”

Best Motion Picture – Foreign Language

“Capernaum”

“Girl”

“Never Look Away”

“Roma”

“Shoplifters”

Best Television Series – Musical or Comedy

“Barry” (HBO)

“The Good Place” (NBC)

“Kidding” (Showtime)

“The Kominsky Method” (Netflix)

“The Marvelous Mrs. Maisel” (Amazon)

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television

“The Alienist” (TNT)

“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story” (FX)

“Escape at Dannemora” (Showtime)

“Sharp Objects” (HBO)

“A Very English Scandal” (Amazon)

Best Television Series – Drama

“The Americans”

“Bodyguard”

“Homecoming”

“Killing Eve”

“Pose”

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Amy Adams (“Sharp Objects”)

Patricia Arquette (“Escape at Dannemora”)

Connie Britton (“Dirty John”)

Laura Dern (“The Tale”)

Regina King (“Seven Seconds”)

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television

Antonio Banderas (“Genius: Picasso”)

Daniel Bruhl (“The Alienist”)

Darren Criss (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)

Benedict Cumberbatch (“Patrick Melrose”)

Hugh Grant (“A Very English Scandal”)

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Alex Bornstein (The Marvelous Mrs. Maisel)

Patricia Clarkson (Sharp Objects)

Penelope Cruz (The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story)

Thandie Newton (Westworld)

Yvonne Strahovski (The Handmaid’s Tale)

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television

Alan Arkin (“The Kominsky Method”)

Kieran Culkin (“Succession”)

Edgar Ramirez (“The Assassination of Gianni Versace: American Crime Story”)

Ben Whishaw (“A Very English Scandal”)

Henry Winkler (“Barry”)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Musical or Comedy

Kristen Bell (“The Good Place”)

Candice Bergen (“Murphy Brown”)

Alison Brie (“Glow”)

Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)

Debra Messing (“Will & Grace”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Musical or Comedy

Sasha Baron Cohen (Who Is America?)

Jim Carrey (Kidding)

Michael Douglas (The Kominsky Method)

Donald Glover (Atlanta)

Bill Hader (Barry)

Best Performance by an Actress in a Television Series – Drama

Caitriona Balfe (“Outlander”)

Elisabeth Moss (“Handmaid’s Tale”)

Sandra Oh (“Killing Eve”)

Julia Roberts (“Homecoming”)

Keri Russell (“The Americans”)

Best Performance by an Actor in a Television Series – Drama

Jason Bateman (“Ozark”)

Stephan James (“Homecoming”)

Richard Madden (“Bodyguard”)

Billy Porter (“Pose”)

Matthew Rhys (“The Americans”)

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)