Archive for May, 2014

I LOVE NY Summer Tourism: Robert De Niro


15 May

Il barista, ex Travis Bickle 1979


14 May

Vi racconto questa, da me inserita sul sito sotto citato.

Salve, gentile utenza di FilmTv.it,

come avrete notato Travis Bickle 1979 non esiste più.

O meglio: domenica notte, un hacker ha violato il mio account (già, chi vi parla è Stefano Falotico) e ha eseguito scelleratamente la cancellazione, eliminando così un ricchissimo materiale da me firmato che, in questi anni, ha accresciuto il sito.

Il tizio è stato denunciato alla polizia postale e, mi auguro a breve, sarà identificato e punito.

Miracolosamente, si potrà recuperare il backup ma forse il materiale in esso contenuto sarà destinato ai miei blog, in memoria del defunto Travis Bickle, giammai morto perché da tali atti spregevoli non si lascia abbattere.

Anche perché, anche se non in forma di post, molta della roba da me scritta è stata persino pubblicata nei miei libri e conservata scrupolosamente in cassaforte. Al vigliacco, dunque, non resta altro che alzar le mani in alto e arrendersi alla disonestà del suo gesto ripugnante e assai punibile, purtroppo per lui.

Ripeto, molta roba indelebilmente ho, e pian piano reinserirò.

Per dunque decretare il mio ritorno, cioè del mai ex Travis Bickle, scrivo per voi, amici del sito, questa mia presentazione, che fa già parte del capitolo 2 di un libro da me pubblicato.

So che a molti invidiosi sto antipatico e le escogitano tutte pur di demoralizzarmi.
Ma io sto qui.

Ebbene sì.

 

Così sia.

 

Nulla cambierà se non l’immutabilità d’un fato natoci avverso e la presa di coscienza che, irrimediabilmente, brindiamo contenti del nostro alcol, non ci convertirete e non ci pentiremo, alzandoci, nonostante i costati da voi, i maiali che castrate, mangiati a mo’ di costolette “spremute”, in fantasie supreme e maestre, mai meste, al fine di nutrirci di quel che a voi resta, che siete la merda. Un cazzo di nulla! Sì!

Optando sempre per baraonde a manca e a destra, cosa ci mancò in questo innato mondo storpio? Forse la troppa clemenza ci fregò e ora, a fregiarcene, non c’arrestiamo.

Assopiti in sogni lesti, domani io, Clint Steele, lesto a rubarti la faccia da schiaffi con un pugno di presa diretta e ficcandoti per i testicoli, da cornuto qual sei, dal cesso in giù, sciacquandoti il visetto e le tue dita medie da menefreghista con un più bastardo “Fottiti!” formato dinamite ché se ti spari è meglio e noi mangiamo la nostra minestra, un po’ mostri alla Cagliostro e un po’ di tutto lustro, e basta… che vuoi?

Se non i cazzi tuoi ti farai, qui noi per quell’unico che hai ti piglieremo per il culo.

 

Così è, così dev’essere. Basta!

 

Io sono il barista!

 

Un segmento allegro per ritornare felici come prima dopo la stupida vigliaccata del mentecatto!

E buon Cinema a tutti!

Serie B! Il Bologna Football Club torna in B, son cazzi amari!


11 May

B, serie B, il Bologna torna nella serie “cadetta” dopo 6 anni “favolosi”: tutti i film calcistici da ultimo minuto… col fiato in gola

Ebbene, il verdetto è amarissimo, e una beffa per entrambe le squadre. Nello scontro diretto fra Bologna, appunto, e Catania, tenutosi nel “tutto esaurito” Renato Dall’Ara, con gli spalti frementi, nervosi allo spasmo, gremitissimi su tifoserie accanite e mai così tifose, valevole appunto per la salvezza al fine di rimanere nella categoria massima del campionato italiano, avviene il classico, tremendo “biscotto”, espressione “inculante” da “plof-siamo caduti nella merda” con cui, nel gergo sportivo, s’intende quel risultato che non serve a nessuna delle due, in questo caso, perché sebbene il Catania abbia vinto la combattutissima (di)sfida, ingerisce anche lei il boccone che più rancido non si può dato che, assieme proprio al Bologna, retrocede in B, e quindi la sua vittoria è a “doppio taglio”, una rasoiata al fegato da mettersi le mani nei capelli. Tanta fatica per nulla in quanto le dirette concorrenti, Sassuolo e Chievo, sbancano e condannano, ahia, la matematica non è un’opinione, al triste, mesto, inconsolabile pianto (non) catartico. Perché, volenti o nolenti, dobbiamo attenerci all’oscena constatazione e finisce, già con una giornata d’anticipo, l’arresa(si) competizione… Eh sì, siamo (di)scesi e, da bolognese, posso solo annotare sul taccuino l’odioso, oddio vorrei che tal (ri)sentimento rifuggisse dalla mie viscere e invece di più ira non appianabile ruggisce e fa star male, il ripensar a tale partita in “moviola” perentoria e sigillandomi/ci “laggiù” inevitabilmente alla forca nonostante le urla recriminatorie degli ultrà anche meno criminosi. Sì, Bologna ci sperava ed era andata in massa allo stadio, così anche donne e bambini “innocenti” ho visto, agghiacciato, mostruosamente inveire furiosamente, spappolati e distrutti, perché l’arbitro è stato uno stronzo devastante. Doveva fischiare quel fallo e invece ha lasciato correre… inutile borbottare, reclamare, far ricorso, perché il goal del Catania, appunto, sebbene favorito da una terna arbitrale distratta e peccaminosa di sba(di)glio (tragi)co(s)mico, ah ah, che “bellezza”, ha pigliato sol due (s)fottute “picconate” con una fava, eh già, bisogna sperare sin alla fine, vero Catania? A meno che le altre due “tristone”, Chievo e Sassuolo, nel nostro “paio di palle” ce le infilino isrionicamente in saccoccia inaspettatamente da sala operatoria in attesa di (non) esser (ri)animati una volta digerita la botta mortale. Che pasticciaccio, che grigliata di carni nostre macellate dalla mannaia della demiurgica classifica spietata, (in)sperata, credibile e basta piangere, su, sempre più giù, crudele, allucinante, macellaia come poche, a evirarci “tutti insieme appassionatamente”. Che ridere!

Doveva andare così, non c’è stata storia gloriosa sin dalle prime partite ingloriose. E il nostro presidentello degli “stivali”, più a sua Italietta basta che magni lui, ha fatto una campagna acquisti al risparmio, non azzeccandone, cosa gravissima, più nemmeno una. Ha ceduto la bandiera nostra più di diamante, Diamanti, l’unico che poteva cesellare parabole balistiche in cerca di (ris)catto centellinante almeno quella manciata di reti “sufficienti” per a galla restare e non affondare, cazzo, i suoi affondi eran fendenti micidiali…, ha dato via Gilardino, un altro che poteva appunto salvarci “in corner”. Eh sì, dai calci d’angolo, i suoi colpi di testa potevan mettere a segno qualche puntarello. Poi perché esonerare Pioli e pigliar quel pesciolino lesso di Ballardini? Complimenti, per la (retro)cessione. Sei un cesso, presidente! Merdoso! Tirategli anche lo sciacquone addosso! Sì, non basteranno cento punti di sutura per far sì che salga il nostro umore, data la tranciatura netta ai di noi cuori cuore interdetti, irrecuperabili, sbriciolati, scannati, fatti a pezzi. Ci riman solo da mangiar…  il vuoto così come, gelati, i nostri occhi fissaron l’aldilà increduli, constatando i costati “impanati” e soffocati.

Neanche Dio può far(ci) resuscitare, puttana la matematica!
Ops, palline in buca.

Comunque, il Cinema è meglio.

 

L’allenatore nel pallone

Goal!

Ultimo minuto

Italia-Germania 4-3

Hannibal Mads Mikkelsen, meglio il milk


10 May

I cine-maniaci… delle serie televisive: tolto il True Detective, Hannibal e psichiatri vari son da me ammutoliti da critico della mut(u)a come Moretti contro Henry…

Un mio amico su Facebook scrive questo: non so se sia più grave la perdita di tempo sottratto dall’obbligo di lavorare o quella cui si indulge per via dell’insulso edonismo dei tempi attuali. E si muore così senza aver tutto letto, visto e ascoltato, che dovrebbe invece considerarsi lo scopo più nobile, quando non l’unico, del nostro venire al mondo.

Gli rispondo, annuendo fra le righe, in modo kubrickiano: lavorare tutto il giorno… rende Jack un triste figuro (Shining, tradotto con il mattino ha l’oro in bocca).

Lui contro-replica, nel suo discorso perorativo, a dirla tutta abbastanza confusionario, della “serie”, appunto, non ho capito un cazzo ma “Mi piace” perché ti stimo a prescindere, danno la replica per capirla meglio?… che i prodotti seriali prelevano i giovani dalla libido che dovrebbe fottersene di certa robaccia, insudiciandoli di colpi insanguinati, spacca-budella e splatter (in)visibili a base di dialoghi “preparativi” finto intellettuali su colpo, da stregone, del mannaro su ascia da stilografica psichiatrica format(o) Mads Mikkelsen. Un attore idolatrato dal nuovo regime “nazista-figo” dell’ovest più asciutto di zigomi levigati su pettorali da omaccione stronzetto come fa “moderno”-modell(at)o cool perché ha una faccia (in)espressiva che… capisci lontano un miglio come può incularti a sangue, appunt(it)o, quindi è un “duro” e bisogna (inn)alzarlo…, su scannamento delle sue nuove fan in brodo di giuggiole e anche a lavar le teste alle asine-galline si perde sia lo shampoo che il sapone, eppur questo Mads è capoccione Mastro Lindo che pesa dieci chili solo di testosterone e dà l’impressione, emanante brividi a pelle, di saperla… tutta, sì, le annusa col deodorante su testa di cazzo colto/a-cotta eppur sempre trasandato-rasatissimo di “lametta” che però nasconde la puzzetta sotto il naso da fisico nucleare spara-“bombe” di pet(t)i di polli/e, da cui l’addome rinforzato per star a galla, o potrebbe essere anche, è “versatile” d’immobilità facciale “affascinante”, un contadino rozzo ignorante, abbinato all’intattissimo carisma dello chic che ha gusto e tatto da Nicolas Winding Refn poi lavato di viso “pulito” con Perlana e le lane da Silenzio degli innocenti. Un manhunter, insomma, io opterei per un’anatra all’arancia, sì, mi sembra frocio e basta. Della serie, appunto, troppa carne al fuoco e niente “arrosto”. In poche parole, Mads mi fa cagare. Preferirò sempre il buon vecchio Nicholson e Anthony Hopkins a questo manzo dagli occhi semi-inchiappettanti su pettinatura liscia da deglutirsele in un bicchier d’acqua. Jack ed Anthony sapevan trasmettere la paura liquida, questo t’induce, ecco, alla sciolta…

Forse, assistendo a tale, tagliente “macello” di questa generazione adorante-odorante i prodotti in “scatola”, della serie, appunto, compri uno on demand e ti danno anche tre episodi in omaggio, inclusa la pubblicità di te che te la dormi con la gatta nera schifosa della tua amichetta “minchiona” eccitante quanto la carta igienica, vuoi vedere che aveva ragione Nanni di Caro diario? Sì, ritorniamo sul litorale di Ostia e non profanate Pasolini che vi aveva preso in culo, a dimostrazione che saremmo diventati, io no, voi sì, una generazione degenerata di cazzoni catodici. Dai, una sana trombatella e, davanti allo specchio, vedrai un uomo che, prima di scoparsela ancora, non chiederà alla sua “succhia succhia” se ha mai pensato che esagerasse di “botte” da serial killer. Sì, a questo topo d’uomo, della tipologia “amante” Hannibal e (s)porcate varie, vien sempre il dubbio di aver “spinto” troppo sul rosso, sì, il pulsante per spegnersi del tutto. Dai, cazzone, dai, dai. Stai sempre sul timido, devi arrossarla, a lei piace l’osso!

Lei risponderà: – No, sei una merda, ti voglio più sanguigno. Coglione! E l’altro dove l’hai messo? Te lo taglio e faccio prima!

Poi, lo ficcherà.

Il troppo lavorar “duro” rende mostri eppur lei ad altri la most(a)r(d)a

Sì, il troppo lavorare stroppia e ammoscia. Telefonavo a qualsiasi ora a una tizia e lei rispondeva, anche in piena notte, che stava lavorando. Dopo qualche giorno, ebbi molti dubbi riguardo il suo lavoro. Credo svolgesse quello più vecchio del mondo. E lasciai fare che se la tirasse, avendo deluso e stirato il mio. Forse, era solo una stiratrice casalinga con panni sporchi in arretrato.

Di mio, ho da dar di bianco…

Gli assassini seriali, si dice, che le dipingan di quello delle loro vittime.

Personalmente, rimarrei sul sobrio, mi fa più culo sano da parato e non schizzato.

Evviva il nichilismo!


10 May

 

Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno. (Michele, Le fate ignoranti)

Mah, dubito che tale stronzata sia vera. Mia nonna fa di cognome Michielli e sua sorella ha avuto un figlio di buona minchia di nome Michelino.

Di mio, posso dirvi che è meglio vadano a puttane tutte le occasioni.
Vi risparmierete la merda e le malattie veneree.

Fidatevi, le fate sono delle zoccole travestite.

Meglio le seghe, mentali e non.

Parola di un uomo che usa il dopobarba a mezzanotte di suo licantropo peloso e giammai rinnegato, oltremodo spolpato.
Da Tropico del Cancro, era meglio restare vergini.

Comunque, il toro ascendente in ariete spacca il culo.

La giovinezza, il nuovo film di Sorrentino con protagonisti Michael Caine e Harvey Keitel


09 May

di Stefano Falotico

L’altra giovinezza di Sorrentino, Youth, un film alla Francis Ford Coppola?

Adoro Coppola perché la giovinezza lui sempre rimpiange e dev’essergli rimasta “intrappolata” in gola, come se gli fosse sfuggita e, attraverso il suo far Cinema in maniera mastodontica (talvolta anche “manieristicamente” ridondante ma pur sempre d’alta scuola), volesse perennemente ricordarcela e, come dire, imbrigliarla per tener a freno appunto il rimpianto in sue elegie nostalgiche innalzate a grido perpetuo, immolato dunque all’infrangibile, (r)esistente, (s)fiorita, vigorosamente riaffiorata gioventù… mai stanca e mai davvero abbandonata.

Sono tanti, infatti, i titoli di Francis incentrati sulla giovinezza (non) andata, riacciuffata per un soffio… anche al cuore da “coma” di Kathleen Turner, seppur con differenze “tematiche” di varie versioni, cioè variazioni sullo stesso tema, appunto, fra “compitini” in classe proprio di Peggy Sue…, erroneamente giudicato un film minore mentr’io sempre lo adoro e via via, col passar degli anni, sarà che come Coppola invecchio e (non) piango, maggiormente so ammirarlo (e non ha prezzo, diciamocelo, quel da voi poco apprezzato Nic “nepotista” di ciuffo di banana da simpaticissimo imbranato), fra il suo Dracula senescente, ammantato quanto ammanettato da un’apparentemente orrida, spettrale decadenza che, invece scosso all’improvviso dalla fiamma romantica rinata, miracolato dal risorto, reincarnato amore della sua amata riapparsa, vien vivificato e ringiovanisce dopo tanto immemore “dormire” nelle bare del già seppellirsi vivo, da non morto, fra la malinconia proprio di Un’altra giovinezza e tanti Jack più o meno sbagliati o (il)lecitamente criticabili.

E allora, ecco che il nostro regista proprio più coppoliano perché, come Coppola, è l’unico italiano veramente, “eccessivamente” ambizioso tanto d’attrarsi le peggiori antipatie e le più cattive invidie, Paolo Sorrentino, annuncia l’inizio delle riprese del suo nuovo film, confermando il cast delle grandi occasioni (non) perdute. Vedi? Inizialmente, doveva intitolarsi In The Future, oggi invece è stato “rilasciato” il titolo, fin a prova contraria e ripensamenti dell’ultima ora, definitivo, semplice e immediatamente ricordabile, La Giovinezza.

Sarà girato fra l’Italia, naturalmente, la Svizzera e l’Inghilterra, e annovererà, oltre al confermato Michael Caine, il sempreverde e “internazionale-naturalizzato oriundo italico”, Harvey Keitel, così da me ribattezzato dopo il milionesimo, ennesimo ruolo dai nostri registi compatrioti assunto, Rachel Weisz, Paul Dano e la rediviva Jane Fonda. Qualcuno vocifera anche Willem Dafoe.

Sarà la storia di due uomini che s’incontrano sulle Alpi per riflettere assieme su quel che è stata la loro vita e su quella che ancora è, e per l’eternità, giovanissimamente, sempre sarà. L’incontro eccentrico, a vite “concentriche” ma non bisogna ancor chiudere il cerchio perché la vita appunto deve andare avanti sin alla fine da combattere a morte, fra un ex direttore d’orchestra (Caine), rassegnato a essersi ritirato dalle scene, e un regista un po’ in là con gli anni (Keitel), però attivo come non mai.

Promette faville. Cinema vivo!

Evviva Sorrentino!

La volpe di Wall Street, del mio fe(ga)to a strisce, (st)retto, vai, i denti (a)stringi, altrimenti aspirine e aspra vita(rella), mio rospo che neanche (ca)pisci


08 May

 

di Stefano Falotico

Vita snella? No, la vedo color acquerello, molto acqua alla gola. Boia!

 

Cosa resterà di noi e del Cinema…?

Periodo, come sovente, di meste, pacate e implacabili riflessioni, indolenzite non tanto dalla malinconia quanto da un perturbante, insistente dolore alle gengive, causato dalla raucedine della gola arrochita per colpa di troppe sigarette rancide e mal aspirate, trattenute, una dolenza dura(tura), severissima che attanaglia il mio flusso mandibolare e furiosamente, in modo quasi ebefrenico, mi fa masticare amaro. Eppur, da tale amarezza cincischiante, di denti corrosi da nottate poco ingorde, in bianco e dunque di ingiallirmi anche nell’animo, apprezzo la purezza franante di me oramai (in)giustamente c(r)ol(l)ato a picco(nate) d’una rabbia che reputo sana perché partorisce arte, anzi Arte, di A maestatica, maiuscola, suprema, scrivente libri che non leggerà nessuno perché son ignoranti e pigri ma così (in)felici, mai ponderata ma eccessiva, di me infoiato che, adirando ancor di più le stesse mie ire, rubicondo, quindi prosciugato nel sangue, vomito nel cesso la merda diarreica d’una società sconcia, chiacchierona di insanabili, continue logorree false, truffaldina, ingoiante, cannibalistica, ché sacrifica le coscienze maggiormente lucide e migliori per far sì che, omologati senza libero… arbitr(i)o, (im)parzialmente (s)cremati si “ottemperi” al “temprarsi” ove devi attenerti alla “normale” crescita del tempo tuo “adulto”, ove, come tutti, si capisce, non puoi fuori dal vaso pisciare ma rispettare, da “cagato”, zitto, ammutolito, amputato, spezzato, infranto, trattato da infante, l’indigestione di massa, ben pettinandoti e portando “(ris)petti” (eh sì, bisogna essere-non essere uno, nessuno e centomila per fottere meglio di apparenza che inganna eppur è scannante, che se ne sbatte) in fuori da chi, “decoroso” e perciò camminando a testa “alta”, oserei dire pagana, atea, molto altera rispetto a ogni valore tradito, non dovrà appunto espettorar “a vedere” il suo malessere interiore, ma (s)viscerarlo solo nell’intimità dei suoi furiosi sfoghi. In una società di stronzi, non ti resta che cavartela per rimaner a galla e non affogare nell’escrementizia raccolta dei rifiuti ove precipiterai se non annuserai il profumo di “vittoria”. Con acume e fiuto? No, rubando a destra e a manca ma non dando nell’occhio perché hai parato il culo. Perché non si può evacuar né tantomeno evadere dalle regole prefabbricate. Ora, capisco perché la mia vicina di casa, un’avvocatessa, tira lo sciacquone cautelandosi che nessun s’accorga come getti nell’acquedotto i suoi clienti mal assistiti, a cui non garantì legittima difesa ma trattò da vermi-ratti solitari a panzetta di suo marito dotto(re) col quale si spaparanza nell’aver sol a codesti poco desti tanti soldi spillato, su suoi tacchi a spilli, ed è già troppo se (non) li ha salvati dai domiciliari arresti, relegandoli ai centri di salute mentale, ove saranno semplicemente “curati” di più inculate sedative e ipocrite, da bavagli formato neurolettici in controtendenza a lei che se la tira dilettosa e fra l’altro con molti amanti di letti altrui da circolo vizioso degli armadi con la borghesia “sana” da fantasmatici scheletri, ché tanto tutti vedono i morti così ammazzati ma stan muti perché lei è (pro)tetta da un amico di parlamentare “immunità”.

Abbiam finito le munizioni, c’han murati vivi. Che Guevara, se ci sei, risorgi.

Sempre più giovani vedo sconsolatamente distrutti, in quanto assillati dalla volgarità cafona oggi riconosciuta invece apparenza (im)bell(ettat)a in cui vige l’obbligo perentorio, insindacabile, quasi (da osso) sacro, che devi sempre, assolutamente, (di)mostrarti figo, altrimenti patirai il luogo comune… dell’esser additato a (giro)vita marchiante la patente… di sfigato, cioè sarai costretto, a causa della violenta emarginazione, che non vuol sentir ragioni né “urla” tua da ribelle, forse sei bello, sì, va ammesso-omesso se non vai a messa ma povero “in canna”, nonostante la mente acuta e le potenzialità di molte frecce al tuo arco, poco di trionfi e molto purtroppo da tonfo, sarai accerchiato a morir di fame, se ti va bene, di sete se resisti allo sciopero (in)volontario per mancanza anche dell’unico tuo frutto dell’amor, la banana del tuo cuor’… sì, se ti sei mangiato pure il cuore, la vedo nera.
Fra poco ti vedrò nerissimo da pompe funebri.

E tutto ciò è causato dalla mentalità “moderna” di tal “meraviglioso” grigiore. Ma questi (im)piegati han da pen(s)ar alla causale.

Un nuovo (im)broglio e guai per chi è a sciolta briglia. Anche sciolta di water.

Amen.

A meno che qualcuno s’incazzi e non riescano a tagliargli il cazzo. Ma sì, andiamo al cinema, “rilassiamoci”, c’è l’acclamata storia amorale, sì, l’amoralità va “di brutto”, “a bestia”, di Jordan Belfort, celebrata anche da Scorsese, che un tempo girava Taxi Driver e ora gliel’ha data su, raccontandoci la fav(ol)a oggi tanto “amata” di un povero stronzo senz’arte né parte che, fregando tutti, ha vissuto da “vincente”, facendo soldi a palate e a “patate”.

Sì, ecco, rimproveriamo a questo film di forse eccedere di “troppa carne al fuoco”. Per il resto, sì, certamente, è un capolavoro.

E dire che mi piange il cuore ad ammetterlo, pensavo Scorsese fosse uno dei pochi sani di mente rimastici.

E invece mastico.

Che grande bellezza…

Il peggior Cinema erotico del cazzo


08 May

Credo che ogni mia “alterazione” erotica, da cui l’odierno esser un eroe “ieratico” a scagliarmi contro le carnalità brade e porcellesche, sia sorta per colpa di quella sorca della mia insegnante di “scienze” delle scuole medie.

 

Ma procediamo con cautela, poi verrà… il moccolo sulla “candelina”…

 

Ieri, un mio amico s’è recato a San Giovanni Valdarno a dar lezioni di Cinema.

Stamane, gli chiedo su Facebook com’è andata questa sua incursione nell’entroterra tosco-“appenninico” e lui m’ha rispondo gentilmente, ancora un po’ frastornato: “Credo bene, grazie, spero di aver fatto buona impressione”.

 

Al che, mi ritorna in mente “bella” come seiBattisti? No, quella battona… di punto G poco da greca ma quasi da Sparta, davvero “ellenica” di “classe” nostra da “medio” men… a esser indirizzati per “superiori” che non ce l’avrebbero drizzato del tutto, a causa d’altre “lezioni di anatomia” poco rispettose della nostra naturale “biologia” adolescenziale, proprio invece scelleratamente stupranti la purezza sana di quell’età che dovrebbe giustamente idealizzare l’amore senza ulteriori appesantimenti di libri castranti, da pessimi(smi) co(s)mici leopardiani, e occludenti il nostro libero volo appassionato in quanto non fecero altro che anti ossigenarceli con l’anidride carbonica da ostruite, (s)bocciate “aiuole” di botanico… “orlo” delle ragazze in fiore…

 

Ecco la “storia”, cioè l’algebra incrociata su diagonali della sua minigonna… da donnaccia… “educanda”, di “formazione” affinché crescessimo già “duri”… e ligi al righello per il goniometro dell’area del culo, ops, volevo dire del cubo in zona erogena di natura rombica, forse eravamo già (in)quadrati alla perdizione del desiderare, con la bava alla bocca più mani unte d’inchiostro e “bianchetto”, la dinamica dell’elevarci d’astrattisti-cubisti più che arraparci da vivaddio gioventù pensatrici e non pen(ant)i (ar)resi indecisi, oltreché recisi e “potati” di maldestra (stilogra)fica.

 

Insomma, un “bel” quadretto picassiano, deformità delle proporzioni muliebri e quadernetti pieni zeppi di T.V.B., acronimo di “Tanto va bagascia” che poi ci metto lo “zampillo”.

 

San Giovanni Valdarno. Il santo “be(l)ato”…

 

Ieri, ho chiesto a mia madre se conosce questo paesino. E lei mi ha risposto che lo conosce, certo, insegnava in Toscana una volta, da due anni, invece, è in pensione, prima però si è girata tutte le cittadine della regione dello sciacquar i panni sporchi in Arno. Appunto. E Vald per costa sta? Per “va a darlo?”. Sì, i santi son sempre stati presi per “froci”.

 

Ogni mattina, pensa te, prendeva il treno per andare a insegnare matematica e scienze nelle varie località… fiorentine e limitrofe, forse quella alla pizzaiola, cioè la napoletana, se ben “cotta”, è più “al sangue”. Fa più sesso vulcanico.

 

Ogni anno le assegnavano un paesino diverso. Solo negli ultimi anni è riuscita ad avere la “cittadinanza”, ah ah, emiliana, e ha insegnato vicino Bologna. Per anni, ha vissuto una rivalità immensa nei confronti della “parimenti” dottoressa-geologa Luzi Delfina, condomina del settimo piano. S’incontravano in ascensore e si chiedevano com’era andata la giornata. Mia madre:

– Bene, ho fatto al solito 100 km all’andata e 100 al ritorno.

 

La signora Luzi, invece, insegnava tranquillamente alla scuola media più vicina possibile al mio palazzo, a neanche due km di distanza. Che botta di… c… eh? Per di più, è stata la mia insegnante proprio di matematica quando frequentavo quelle scuole medie. Un’insegnante comunque bizzarra, di “razza” equivoca, anzi, una equina da cui la sua camminata da cavalla, una donna strana… per insegnare quella materia. Sinceramente, delle espressioni e del programma, non gliene fregava un cazzo. Devo ringraziarla per due cos(c)e. Mi ha fatto scoprire il Cinema erotico. Sì, durante le sue lezioni, molto sui generis, interrompeva la spiegazione, si sedeva sulla cattedra, scosciando (si vantava di essere una bellona nel suo “genere”), e appunto, da donna sexy, ci voleva “educare-imboccare”, più che alla matematica, alla prima adolescenza, dicendoci che i turbamenti che, senza dubbio, provavamo, erano normali e non dovevamo vergognarcene. Una volta, ci parlò per un’ora intera del film Prosciutto prosciutto di Bigas Luna con Bardem e la Cruz. Detto, per inciso, un filmaccio abbastanza pecoreccio che può sortire solo l’effetto contrario. Allontanare i ragazzi dalla normale sessualità e invece proprio renderli promiscui, confusissimi in porcate indigeste e da mal di panza da già svaccarli. Poi, devo ringraziarla perché fu l’unica a farci fare una gita fuori dalle mura della nostra regione. C’involammo a Roma. Se non fosse stato per lei, non avrei mai capito perché la lupa era una zoccola…

Ho detto tutto…

Poi dicono che Roma è la città “religiosa” per antonomasia. Sì, come no?

 

Ma non perdiamoci in queste puttan(at)e.

 

Ecco a voi i film più “eroticamente” brutti, quelli che non avreste mai dovuto vedere in epoca puberale perché avrebbero solo alterato la già acerba sessualità non crescente.

 

Oggi, comunque, mi ritengo un uomo gigante(sco). Sì, (a)doro Biancaneve.

 

No, non stilerò (classi)fiche, immaginateli voi. Figli di puttana!

 

La fantascienza della mia anima alla Lou Reed, sono lurido, e allora?


07 May

 di Stefano Falotico

Credo che molta mia vita mi sia sfuggita, ed è inutile volerla afferrare, eppur ruggiva, oggi è spesso e molto volentieri… lascivia.

Così, mi sentirei in pace col mondo come un blues armonico d’un celeberrimo feeling good alla Louis Armstrong ma non ho scoperto mica la Luna, ché gli umori li abbiamo tutti, miei uomini, e talvolta rallentiamo con un jazz strambo di nostro assaggiarla in soggettiva personalissima da ballerini metodici su moderate frequenze dalla modulazione tiepida nel caso ci siam scaldati troppo e temiamo di bruciarci.

Ma così va e ieri giocai al calcio nel culo nella giostra. Comunque sia, i fatti stan così, ed è (s)fatto.

Ora, signora mia, ove vuole che invece il fallo sia? N’è turbata? Sa, io da anni non pratico catechismo e non prego nelle sagrestie, beviamoci sopra… della sangria, anche sotto se preferisce la missionaria, l’importante è che venga, mi sembra che usi poco lei la tromba. Sa, deve darsi fiato, altrimenti sarà solo una donna affaticata e batterà, si fidi, stancandosi, la fi(ac)ca. Non mi prenda per un uomo volgare, ho varie (e)dizioni a portata di mano dell’enciclopedia Treccani da sbatterle a muso duro se lei vorrà credersi più fine di eloquio. Lei sa cosa vuole, non ci giri attorno, viviamo nel (mappa)mondo e si tolga quella maschera da Gioconda. Giochi, non ha da render conto, con me, al suo (di)retto(re.

Domani, sbrigar dovrà altre scartoffie e soffierà sol sulla polvere. S’innaffi. Si tolga i vestiti di dossi, non sia loffia, insuffli e non sbuffi. Non faccia la snob, domani avrà perfino e sportina da far la spesa alla Coop. Non soppesi. Guardi che “muscolo” questo mio stantuffo di tutto teso. Indosso scarpe sportive, basta che tolga i lacci.

Ora, suoniamo la chitarra e vai di Rock’N Roll Animal intro lei, mia Sweet Jane.

Sono Tarzan, credo che ci evolveremo quando avremo scoperto tutto, cioè quel che siamo nati.

Nudi e crudi come mamma natura vi ha fatti. Di mio, sono un alieno. La voglio allenare per un orgasmo oltre i confini della sua (ri)dotta realtà.

Ciao.

Ho, ora, da esplorare lo spazio confinato, un lungo viaggio m’attende.

Sono il capitano della mia anima. Mi baci sulla bocca, attenta a non sbavare. Poi, altrimenti, in mancanza di me, remoto lassù (s)perduto, piangerà troppo e le si scioglierà il trucco.
Eppur perdura.

In poche p(a)role, non voglio figli. Non vedo un gran futuro per loro. La vedo da rude, da bruto, da bello durissimo.
Chiuda gli occhi, è una merda.

Comunque, il suo limone sta dando i suoi frutti.

Si ricordi di ciò quando mangerò un’altra pesca.

R.T.I. Mediaset vs il mio YouTube, che facce di merde


06 May

YouTube funziona come la vita reale in fondo, quella dei 15 minuti alla Andy Warhol.
Se esageri di esibizionismo, ti fottono col copyright, rivendicando che ora sei famoso e quindi devi rispettare e tutelare la tua immagine. Invero, mi son creato un altro account perché quei figli di zoccola di Mediaset mi han segnalato per aver inserito il videotributo di De Niro ad Amici, peraltro in forma Videodrome, cioè io che riprendo dalla tv la registrazione del programma suddetto, dei sudditi di Berlusconi. E, per questo mio oltraggio, son stato impossibilitato a caricare, per 6 mesi, dopo di che scaderà la multa del periodo probatorio, video dalla durata superiore appunto ai 15 minuti. Infastidito, irritato, contatto YouTube e rispondono gentilmente che devo chiedere, avendo cancellato il video e dunque non sussistendo più il reato, capirai che roba, a chi ha fatto la segnalazione, di ritirarla. Scrivo una mail allo stronzo, lui la legge, come da appurata e provata conferma di lettura, e mi risponde un secco no. Non gli va di ritirare un beneamato cazzo. Mi scrive inoltre che mi devo arrangiare!
Ecco perché mi son creato un nuovo account. Così, posso aumentare i limiti della società fascista. E, se mi chiudono quello, ne aprirò un altro e un altro ancora fino ad aprir loro il culo.

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