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Finalmente il Cinema sta rispiccando il volo, Cronny annuncia ufficialmente il nuovo film ed evviva Steven Spielberg, ah, che WEST SIDE STORY è la mia e vostra vita!


29 Apr

davidcronenberg

ironside scannersMi stava scoppiando la capa! Ah ah. Oh oh, Crimes of the Future. Ebbene, oramai è ufficiale: David Cronenberg tornerà prestissimo alla regia assieme al suo oramai inseparabile Viggo Mortensen. Inoltre, nel cast della sua nuova opus vi saranno Kristen Stewart & Léa Seydoux. Ovvero due attrici straordinarie e, sensualmente parlando, due fi… he sesquipedali. Insomma, due super gnocche mai viste. Sì, voglio qui essere come Roberto Benigni che, parimenti a Cronenberg, sarà omaggiato con Leone d’oro alla carriera al prossimo Festival di Venezia.  Sì, Kristen e Léa sono due sgnacchere e patonze eccezionali. Roba da far impallidire la Raffaella Carrà dei tempi dorati in cui Roberto diede spettacolo, sollevandole la gonna in diretta nazionale! Ah ah.

Ora, non lasciamoci andare a incontenibili eccitazioni ed entusiasmi rizzanti, no, imbarazzanti e fuori luogo. Non mi pare infatti la sede pertinente per asserire com’è bello far l’amore da Tieste in giù, uh uh. Sì, la mia prima ragazza fu triestina, oramai lo sanno anche le pietre. Attualmente sto con una della mia città natia, vale a dire di Bologna o sto con una donna umbra, forse calabro-lucana, siculo-sarda o soltanto toscana? Voi, invece, amanti del turismo sessuale, fate tanto i santarellini ma poi, liberi da sguardi indiscreti, andate pure con le scandinave. Non mentite, italiani brava gente per modo di dire, ah ah!

Mah, con chi sto? Innanzitutto, sto bene o sono totalmente impazzito? Non lo so. In verità vi dico che lo so… benissimo ma è meglio che voi non ne siate informati a dovere poiché la mia lei è più bella, onestamente, della Stewart. Dunque, se vi confessassi il vero assoluto, dopo mezz’ora mi bombardereste di offese con profili falsi per demoralizzarmi e indurirmi, no, indurmi alla moscezza. Eh già, abbiamo tenuto duro in questi mesi di Covid duraturo e dunque mi pare giusto che continueremo a resistere, a prescindere da ogni resilienza del c… zo, al fine di godercela tutta senza mai più inibirci.

Detto questo, spostiamo ora l’attenzione da Cronny a Steven Falotico. No, Spielberg. Be’, Spielberg mi assomiglia non poco. Viene sempre, eccome, alla pari del sottoscritto, infatti accusato ingiustamente d’infantilismo. In quanto i cinici meno romantici pensano che io non meriti una biondona come Kate Capshaw. Ah ah. Sì, sono un archeologo spericolato della mia vita riesumata. Non abbisogno del carbone e di befane né di misurare la mia età in base al metodo scientifico del Carbonio-14. Come dettovi, sono l’eterno Peter Pan/Robin Williams di Hook. Steven Spielberg, checché ne dicano i vecchietti che hanno oramai perso ogni sogno e, per l’appunto, consolano le loro frustrazioni quotidiane, recandosi ad Amsterdam o in Brasile, eh eh, non è affatto puerile. Ha sempre saputo essere coniugale e fedele con Kate, sì. Ma ha altresì saputo saggiamente coniugare il puro… entertainment più fantasioso e fantascientifico, avventuroso e immaginifico (vedi E.T.Incontri ravvicinati del terzo tipoLo squalo e la saga di Indiana Jones) a film impegnati oltre ogni dire come Il colore violaL’impero del soleSchindler’s ListSalvate il soldato RyanAmistadMunichLincoln e via dicendo… Ultimamente, forse non piacque tanto nemmeno a me ma Steven, ricordiamolo, è uno dei grandi re della New Hollywood assieme a George Lucas e alla triade italoamericana registica più importante di sempre, ovvero De Palma-Scorsese-Coppola. Be’, ragazzi, a proposito di Coppola… sono sempre stato bello e un po’ “scemo” come Tom Cruise di Minority report o de La guerra dei mondi, miei mongoli? No, non sono Tom Cruise, non credo in Scientology ma non credo neppure a dio. Anche perché dio sono io e spesso debbo ammettere di essere solamente un povero cristo. Ah ah. Eppure, questo remake del celeberrimo film storico di Robert Wise e Jerome Robbins, stando almeno alle impressioni suscitatemi dal teaser, mi ricorda tanto I ragazzi della 56ª strada.

Insomma, per farla breve, mi pare oramai ovvio e inconfutabile che Steven Falotico sia un “bambinone” e un genio come Spielberg. Se volete dire che non è così, sapete qual è la verità? Siete per l’appunto gelosi.

Se volete essere “uomini” da turismo sessuale, dite pure che nella vita non abbiamo bisogno di “idioti” come Steven. Invece ce la vogliamo dire? Steven, bando alle ciance, è forse uno dei più grandi geni della storia! Della sua e nostra West Side Story!

Io sento una forza immane in quest’uomo pazzo, no, pazzesco. Una furia, un vulcano, una bellezza impressionante, una vita di colori, di balli e canti, di sanissima fantasia e fantascienza, qualcosa al di là della mera e squallida realtà. Steven, l’incarnazione dell’adolescenza eternamente sognatrice e al contempo molto matura, ovvero ciò che dovrebbe ritrarre e rappresentare un vero uomo.

Be’, devo esservi sincero. Per molto tempo fui scambiato per Forrest Gump. Infatti non è un caso che Robert Zemeckis sia grande amico di Steven e che Forrest Gump sia Tom Hanks, grandissimo fratello artistico di Steven. Fra l’altro, non so voi ma io adoro Ritorno al futuro e vado matto per Contact. E sapete perché? Perché io non posso accontentarmi di avere a disposizione una sola vita e sprecarla in porcate. Inoltre, in Contact vi è Matthew McConaughey. Anche in Interstellar di Christopher Nolan. Sì, dovete sapere che mille psichiatri mi diedero per morto come McConaughey di Dallas Buyers Club. A un certo punto, Stephen Hawking/Eddie Redmayne de La teoria del lutto, no, del tutto, divenne Eddie Redmayne de Il processo ai Chicago 7. Dunque, quaranta psichiatri con tre lauree a testa, piansero non poco, ah, piovve a dirotto. Perché di fronte ebbero Steven. Al che, improvvisamente tutte le loro teorie andarono a farsi fottere alla velocità della luce dei nani che furono? No, in un nanosecondo.

Poiché, come disse Ellen Burstyn in Interstellarma non mi volevano credere, pensavano che avessi fatto tutto da sola ma io sapevo chi era. Nessuno voleva credermi ma sapevo che saresti tornato.

– Come?

– Perché il mio papà me l’aveva promesso.

 

C’è bisogno di conoscere Einstein? No, non abbiamo bisogno della Scienza inutile. Abbiamo bisogno di grandi menti e grandi sogni. Dopo un periodo così buio come quello del COVID-19, abbiamo quanto mai bisogno di Cronenberg e di Spielberg. Forse anche di un fantasma…

Per esempio, F. Frusciante, “critico” youtuber sostiene che, se amate E.T. oltre i trent’anni, siete dei dementi. Mi permetto di obiettare e puntualizzare un pochino. Diciamo che, se si hanno quasi cinquanta primavere come lui e non si ama E.T., non è affatto vero che si è cresciuti… La verità è che si è divenuti cinici poiché fa più “figo” sparare cazzate per pagarsi le bollette. O no? La cosiddetta maturità che giudica tutto ma, invero, non produce poesia e fantasia, non dando nulla all’immaginazione e limitandosi a lapidarie mini-recensioni qualunquistiche del tipo… non esiste più la mezza stagione, mi rende molto triste. Che schifo, una vita intera a magnificare i capolavori dati per assodati e a essere un guru per ragazzini sovreccitati che non sanno neanche, oggigiorno, chi sia stato ed è ancora Steven. Diciamo anche che John Carpenter, amatissimo dal Fruscio, per Grosso guaio a Chinatown s’ispirò molto a Steven. Citando dunque Jack Burton: basta, adesso!

Quindi, se vogliamo affermare che Essi vivono è un capolavoro, è verissimo. Se altresì vogliamo donare un paio di occhiali da Roddy Piper al Fruscio affinché possa vedere il suo zombi “alien(at)o” da George Romero, no, da uomo antiquato, da reliquiario, da sua abusata espressione “troiaio” per far ridere i cretini, per quest’estate io stesso gli regalerò superbe lenti Ray-Ban. La dovrebbe anche finire coi Blu-ray. Ah, di mio sono Michael J. Fox di Back to the Future. Io amo i blue jeans, anche i Bee Gees.stevenspielberg

di Stefano Faloticospielberg west side story

Perché avete frainteso Quentin Tarantino a proposito di Joker? Siete analfabeti? Non ha detto che non gli è piaciuto, invero lo ha osannato fra le righe ma non sapete leggere né guardare


07 Feb

jokerfalo joker tarantino

la patata bollente poster

Bad Taste sostiene che a Tarantino non sia piaciuto Joker.

Ecco, questa dicasi, sì, si chiama manipolazione informativa.

Non date retta a queste testate. Vi scrivono uomini e donne senza testa e palle, cioè test… li.

Leggete quest’articolo e poi tornate a studiare Scienze delle Comunicazioni. Ah, capisco. Siete già laureati?

Quindi, deduco che ora siete/siate ben pagati, siete stati plagiati e siete legati ai vincoli editoriali. Anche a quelli coniugali? Insomma, tutti questi anni di studio vi sono serviti per non capire nulla della vita e anche di qualcos’altro? Bravi, continuiamo così.

Veramente, roba da matti. Matti al cui confronto Arthur Fleck è Sam Neill de Il seme della follia. Cioè, un uomo sanissimo, di “costituzione” mentale talmente sana da essersi modellato as impiegato anonimo, da essere preso per semi-Fantozzi, dunque per il popò e legato con la camicia di forza in quanto reputato instabile con un atteggiamento aggressivo-passivo, espressione di moda presso i ventenni problematici, con turbe psichiche insanabili, in fase laureanda da Conoscenza carnale di Mike Nichols.

A firma di Nichols, naturalmente va pure citato Il laureato. Praticamente, un film sopravvalutato ove Anne Bancroft, ex moglie di Mel Brooks, sì, il regista di Balle spaziali, anticipò attrici da “Oscar” come Brenda James, Julia Ann, Cherie DeVille e compagnia bella…

A differenza di tutti i pazzi, Sam/John Trent non lesse un malato di mente come Sutter Cane.

Chiariamoci, io sono grande fan dell’attore Manuel Ferrara e possiedo tutti i dvd dei film di Carpenter, tutti i libri di Edgar Allan Poe e anche tutti i download dei film poco horror con April Flowers.

Se ciò vi disgusta, mi sa che vi sposerete con una telegiornalista di Essi vivono. E ho detto tutto…

Chiariamoci molto bene. Sutter Cane è da Castiglione delle Stiviere, il più grosso centro psichiatrico d’Italia ove sono confinati, a mo’ di 1997: Fuga da New York, cioè ghettizzati e messi in quarantena, gli uomini e le donne in stato di Covid, no, i pazzi “socialmente pericolosi” come Jena Plissken o forse qualche ex presidente degli Stati Uniti non come Donald Pleasence, bensì simile a George Bush. Triste e celeberrimo guerrafondaio responsabile non poco del crollo delle Torri Gemelle che compaiono nel succitato capolavoro di Carpenter ma ovviamente non in Fuga da Los Angeles. Poiché tale film fu ambientato, per l’appunto, a Los Angeles e fu realizzato prima dell’attentato ordito da Osama bin Mohammed bin Awad bin Laden. Sì, nome all’anagrafe lunghissimo di un uomo che poteva anche non nascere. Sì, chiariamoci benissimo. Laden fu Sutter Cane. I suoi seguaci furono e sono uguali ai dementi followers dei relativi idioti che esibiscono, su Instagram, i muscoli di Arnold Schwarzenegger e le gambe di Sharon Stone dei tempi d’oro, sognando Hollywood di pura immaginazione da Atto di forza. Eh sì, quando si dice… questi si sono sparati il viaggio. Su Marte? No, son uomini e donne coi piedi per terra, sì, terragni, più che altro terra terra. In parole povere, credono di essere dei divi della Grande Mecca solamente perché, nel loro “carnet”, possono vantare di frequentare la palestra figa piena di ricche fi… e. Le quali, a loro volta, pensano di essere gnocche spaziali pur non avendo mai visto Guerre stellari, eppur mangiando cibi liofilizzati più impresentabili delle orecchie di Spock di Star Trek. Sono anche spocchiose, ci mancherebbe altro. Sì, non si fanno mancare nulla. Sono corteggiate da ragazzi più burini di Kurt Russell di Grosso guaio a Chinatown che, all’apparenza, sembrano giovani e per l’appunto boni ma, nelle loro anime, sono più putrefatti di David Lo Pan.

Per inciso, Jack Burton fu figo perché simpatico, questi fighi invece vogliono fare i duri ma assomigliano alle Tre Bufere. “Temibili” spauracchi e guerrieri-maghi invincibili. Invincibili di che? Questi qua li distruggi senza neanche toccarli, sono già toccati dalla nascita e fottuti a sangue.

Non dalla palestrata semi-anoressica eccitata, no, succitata vegana. Bensì dai loro tre neuroni che scambiano The Fog, appunto, con The Fig’.

Sutter Cane non fu un genio come Lovecraft ma utilizzò copertine, non della Sperling & Kupfer, alla Stephen King.

Fra l’altro, ne approfitto per farmi pubblicità occulta. Anzi, “occultissima”. Sulle maggiori catene librarie online, non troverete nessun Sutter Cane ma Stephen King, anche Stefano Falotico. Il sottoscritto col suo libro su John Carpenter. Saggio monografico in cui il Falò, cioè me stesso, argomenta brillantemente su In The Mouth of Madness. Da non confondere con Alle montagne della follia.

Devo andare avanti o vi devo mostrare questi video?

Sì, nella mia vita incontrai molti pazzi. Quasi tutti, a dire la verità.

Gente come la portinaia del film La patata bollente. Sì, la terribile Clara Colosimo nei panni di Elvira. Accreditata, sulla molto “attendibile” Wikipedia, come “la portiera”.

Solitamente, la portiera delle macchine è molto utilizzata dalle donne belle come Edwige Fenech…

Per anni, devo ammetterlo, pensai di essere Gandhi. Sì, un ascetico.

Per questo mio atteggiamento santamente pudico, le malelingue pensarono che fossi Massimo Ranieri/Claudio.

Sì, l’amante di Leopardi non fu Silvia, neanche Silvio Berlusconi. “Gentleman” che apriva la portiera a tutte quelle… che hanno fatto carriera.

Scusate, indossavano la minigonna, giusto? Mica dei pantaloni Carrera, no? Be’, comunque, hanno la cerniera.

Sì, la famosa Beatrice di Dante Alighieri, ovvero Bice di Folco Portinari, secondo me era solo la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare.

Ecco, credo che l’umanità abbia un piccolo problema.

Così come disse Jack Burton, bisogna essere davvero degli imbecilli a non credere agli alieni.

Io, per esempio, sono un alieno.

Sono matto, a vostro avviso?

Sì, la portinaia de La patata bollente non aveva bevuto il Prosecco. Non aveva visto, d’allucinazione, il Gandi… Vide tutto. E Pozzetto la vide tutta. Mentre la ragazzina che ci provò con Brad Pitt, nella cagata pazzesca di Tarantino, che cosa pensò di ottenere? Brad Pitt è uomo fatto, tante se ne fece, non aveva bisogno di essere imboccato da bimbette che un tempo, sì, a quei tempi, sarebbero andate matte per i Beatles. Comunque, Yesterday!

Mi spiace, stavolta siete stati lenti, miei fenomeni.

È una questione di riflessi, disse il buon Jack. Mentre il Falò dice: è tutta una questione di fessi. Aggiungendo, lasciamo che si fottano a vicenda. Sinceramente, gente come Tarantino cazzeggia e può permetterselo. Insomma, ragazzi, nella mia vita ho visto uomini e donne ammazzarsi solamente perché furono in disaccordo su un film. Sì, sono rimasto solo come un cane. Anzi, con un cane. I Am Legend. Ne siamo sicuri? Su questa domanda da cento milioni di dollari, vi lascio delirare. Salutatemi le racchie. Oggi è domenica. Mi raccomando: racchie e cime di rapa sulle orecchiette. Avremo e sentiremo ancora Notargiacomo Silvia, ex di Ermal Meta, barese orgogliosa, che ce le spappolerà, parlandoci di sughi al ragù e besciamella. Scusate, nel 2021, veramente credete che la Madonna v’accumpagni? Ah ah. Nel 2021, credete ancora a stronzate come il comunismo e i compagni? Ai fascioni? Sì, siete come F. Fulante, Filante, Frusciandole, Fischiettandosela, sì, Federico Spumante, critico YouTube(r). Si definisce il più grande intenditore al mondo di Carpenter. Sì, Fru… nte ha diretto molti film, ha scritto molti libri. Come esperto di Cinema indiscutibile, è credibile quasi quanto Bad Taste.

Il mondo si divide in due categorie: chi parlerà sempre di Cinema e chi, arrivato a un certo punto, capirà che è più bravo a scrivere di Tarantino. Basta, adesso!

Tarantino afferma/ò inoltre che il Cinema moderno non ha più niente da dire. Cioè, Apocalypse Now divenne Ad Astra e Taxi Driver fu trasformato in Joker.

Sì, Tarantino è simile al Falotico. Critica sempre gli altri ma in verità vi dico che Le iene è un moderno Rapina a mano armata e che tutta la filmografia di Tarantino è una faloticata.

Tarantino, parimenti al Falotico, non copia mai nessuno. Rimane inimitabile sebbene prenda spunto dagli altri che lui critica. Tarantino è un bel cretino, Tarantino è bambino, Tarantino è un gigante, Tarantino balla la tarantella, ama Nino Taranto e anche Totò, Alvaro Vitali e tutto il pop.

Insomma, secondo me Tarantino è finito. Ha già detto tutto. Come me.

I miei capolavori letterari stanno lì. Comprateli, se volete. Per il resto, non voglio ridurmi come il creatore di Facebook. Il quale inventò Facebook per cuccare. Che vita orribile. Tutto si riduce a fare i Brad Pitt per trombare.

Aveva ragione Al Pacino di Scarface.  Questa è la vita? Preferisco il Cinema. Sono io che dirigo, sono io che invento la scena, sono io che sono Tony Montana. Forza, ammazzatemi. Se vi riuscite.

Non è che mi farete la fine dei tre ragazzini inviati da Manson a casa di Sharon Tate?

No, sbagliarono appartamento. Cazzo. Ho detto cazzo, che botta, cazzo. No, non è Uma Thurman di Pulp Fiction. Reinventiamo C’era una volta in America, no, l’ultimo film di Tarantino. I tre nani, forse usciti dall’Erasmus, suonano a casa di Brad Pitt? No, di Charles Manson:

– Avete suonato a casa mia. Sono le 23. C’è il coprifuoco.

– Anche lei, Manson, crede alla stronzata del Covid?

– No, credo che stavo riguardando Jackie Brown e mi girano i coglioni. Non dovevate disturbarmi.

– Ma lei ci disse di andare a casa di Sharon.

– Sharon? Chi è Sharon? Sharon Stone? Ah no, capisco. Sharon, una tamarra di Via Agucchi. Sì, vi avevo detto di andare da lei. È più ricca di me. Mi chiedeste dei soldi. E io vi consigliai di andare da Sharon.

– Ah, ci scusi, Manson. Fraintendemmo. Comunque, ci può togliere una curiosità?

– Sharon è davvero ricca? Che fa di lavoro?

– Nulla. È come Margot Robbie. Una che non sa recitare e non è Sharon Tate.

– Ma gira tanti film.

– Sì. Tutti i registi la ficcano nei loro film, sperando poi di portarla a letto. Pensate a quel coglione di Tarantino. Scrisse Kill Bill solo per andare a letto con la Thurman.

– Ma ci riuscì.

– Sì, l’aveva drogata in Pulp Fiction. Ora, fuori dalle palle.

 

di Stefano Falotico

Il grande ritorno di Tom Hanks con Greyhound, il mio ritorno alla vita normale piena di femministe come in Grindhouse e di fascisti scimmie come in Greystoke


06 Mar

Tom+Hanks+92nd+Annual+Academy+Awards+Executive+Wa6tD8iaCKxl

Sì, Tom Hanks. Quest’uomo dal viso pacioso, uomo di buon cuore o forse uno che, dietro le fattezze leggermente infantili di Big, è certamente un gigante.

In Big, interpretò un uomo già fatto, non so però se strafatto, che regredì all’infanzia. Cioè, la storia della mia vita, fidatevi, una pazzesca sfiga.

Un uomo che, comunque, dopo essersi in maniera quadridimensionale ributtato nella mischia, ancora a Natale prepara il presepe col muschio, sperando che sotto l’albero arrivi regalatogli, forse da Bob De Niro di Paradiso perduto, un altro film della pornoattrice Brooks Mischa. Per essere Billy Bob Thrnton di Bad Santa.

Estasiandosi dirimpetto alle sue forme rotonde da teen pure milf, liberandosi in un tragicomico Eh, la madonna alla Renato Pozzetto.

Eh sì, Da grande voi che vorreste fare, ragazzi liceali?

Sì, siete stati sinceri. Vorreste farvi Mischa. Vi stimo molto. Non siete come quegli ipocriti che sbandierano ai quattro venti di avere un lavoro dignitoso, coprendosi dietro la maschera sociale e poi di notte vanno a puttane.

Sono un uomo che adora le donne e non sono affatto misogino come Kurt Russell di A prova di morte. Le donne mi saltano addosso, comunque, per distruggere tutta la mia carrozzeria. E io, pure a malavoglia, debbo recitare la parte del duro Jena Plissken, urlando poi come Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown:

Basta adesso!

 

Per certi versi, la mia vita è attualmente identica a quella di David Lo Pan. Incontrai una ragazza dagli occhi verdi che adorò la cultura cinese e ringiovanii di brutto. A volte esagero e vengo scambiato per un mariuolo come Lupin. Sì, l’idolo del manga giapponese ispirato ad Arsenio dallo stesso cognome.

I maschi, gelosi che io concupisca le loro signore, allupandole non poco, mi urlano che faccio pen’.

Faccio benissimo, invece.

E m’inseguono dunque per le strade, di notte, per bruciarmi vivo come Freddy Krueger di Nightmare. Mi gettano addosso infamie, ah, questi infami. Vogliono darmi alle fiamme con l’arsenico!

Poiché, grazie al mio fascino eternamente giovanile come quello di Johnny Depp nell’appena menzionato film di Wes Craven, turbo i sonni non solo delle adolescenti in piena turbolenza ormonale, bensì sono anche l’incubo peggiore, sessualmente parlando, pure degli uomini sposati con donne che non hanno oramai più le mestruazioni.

Di mio, a parte le esagerazioni in puro stile falotico, sono contento che Kurt Russell, a prescindere dai suoi personaggi nella finzione spesso molto tosti e bastardi, sia un uomo serio. Sposato da decadi con Goldie Hawn.

Li rivedremo assieme in The Christmas Chronicles 2. So che a molti di voi intristisce vedere il loro beniamino di The Thing adesso invecchiato poiché voi non sapete rispettare l’anzianità.

Un uomo che, dall’alto dei suoi quasi settant’anni, eh sì, ha ora altro a cui pensare piuttosto che penare… sempre per quella cosa…

Deve pulire casa.

Invece, dovreste scappellarvi dinanzi a Kurt. Uno che conobbe benissimo il motto Finché dura siamo a galla e ora, vista l’andropausa, al massimo può tirarsela… da ex durissimo che fa il gallo.

Di mio, posso dire che la scorsa settimana mi scrisse, in chat privata su FB, una mia ex fiamma. Si chiama Backdraft? No, ha un nome proprio piuttosto diffuso. Ancora da me volle le fusa. E io ne rimasi confuso.

Mi guardai allo specchio e mi riconobbi identico a William Baldwin. Sempre di Fuoco assassino, miei lupetti.

La mia vita è un casino. Come detto, oltre al lavoro di pompiere, cioè spegnere gli incendi pericolosi delle zone boschive muliebri e delle mule, tiro a campare come meglio posso.

Devo tirare acqua al mio mulino, amici.

Perennemente annego, fottuto nella precarietà economica. Pochi soldi spendendo ma spedendo domande di assunzione anche alla suora di nome Assunta.

No, non voglio farmi monaco ma, come si suol dire, devo prendere quel che passa il convento.

Ma ci stiamo perdendo in stronzate peggiori di The Hateful Eight. Sì, Tarantino resuscitò pure Kurt ma i suoi ultimi tre film, sebbene scritti magnificamente, sono un Abuso di potere rispetto ai suoi Tempi migliori.

Sì, Tarantino crede di poter oramai fare quel cazzo che voglia e perse di vista, secondo me, il Cinema coi “controcazzi” di una volta, a proposito de Le iene.

Invece Tom Hanks continua a mantenere un profilo attoriale davvero impeccabile. Da distinto gentleman che non fu solamente un Falò delle vanità facilmente spegnibile.

Un fuocherello fatuo nient’affatto, diciamo, sebbene interpretò Joe contro il vulcano e, d’Insonnia d’amore, rischiò di bruciarsi per una biondina come Meg Ryan. Andò bene e, avvolti dolcemente in un magico sentimento quasi mai pateticamente sentimentalistico, di notte si scaldarono vicendevolmente anche se lei, a quei tempi, forse pensò ancora a Dennis Quaid. Che le inviò privatamente dei messaggi per cercare di riconciliarsi… C’è posta per te.

Ora, a parte i giochini e le analogie autobiografiche, so che a molti di voi non fa impazzire Tom Hanks.

Poiché sbrigativamente lo identificate solamente come il Forrest Gump di turno. E non vi risultò molto credibile nella parte del villain di Era mio padre. Ma provate, ripeto, voi a conservare una fiera dignità senza incazzarvi se interpreterete Sully e non riceverete nemmeno una misera candidatura a nessun premio importante. A me, sinceramente, girerebbero un po’ i coglioni.

Ma Ton Hanks non è uno che viva di titoli e referenze, di lauree e di riconoscimenti meritocratici. Non è mica una bella statuina qualsiasi. Insomma, parliamo dell’unico uomo nella storia del Cinema, assieme a Spencer Tracy, ad aver vinto due Oscar, cioè due stupende, dorate statuette, per due anni consecutivi.

Non è certo un viziato capriccioso che va imboccato e istradato al sistema come Leo DiCaprio di Prova a prendermi. Semmai, prostituendosi a un lavoretto demagogico asservito solamente a squallide istituzionali bolse e retrograde. Mi pare sacrosanto che continui a volare alto con la fantasia come Walt Disney di Saving Mr. Banks e che volteggi, finché potrà, come un Concorde.

Concorde, poveri cazzoni. Da non confondere con la città natia di Tom Hanks, ovvero Concord della California.

Ah, assisto a ragazzi dispersi nelle loro isole fintamente felici come Hanks di Cast Away.

Gente che, non possedendo il talento di Tom, insiste ostinatamente a crearsi alibi pur di non tornare coi piedi per terra. Gente oramai abbattuta e imbruttita, soprattutto nell’animo, dall’animosa guerra quotidiana spesso acrimoniosa e lacrimosa che non può essere riportata indietro nemmeno da Hanks di Salvate il soldato Ryan.

Eh sì, Houston, abbiamo un problema. Questi qui si sono allunati nel mondo fra le nuvole come in Apollo 13. Oppure, non solo persero il treno ma pure l’aereo come in The Terminal.

Sono solo dei gran pagliacci come Hanks di Ladykillers.

Ah, signora, vedo tanti ragazzi ridotti male. Pensi che vivono giornalmente un Inferno ma pensano di essere dei geni come Leonardo del Codice Da Vinci.

Disperatamente, vogliono darla a bere a me. Dicendo che dovrebbero dare a Cesare, cioè a loro stessi, quel che è di Cesare. Non li voglio come amici. Ma quale veni, vidi, vici!

In passato io tante volte vinsi poi, per molto tempo, fui un vinto. Basterebbe guardare le foto di quando ebbi diciott’anni per evincerlo.

Ora posso dire questo:

chiedo venia se attaccai molte gente ma non ebbi tutti i torti. Onestamente, presi troppe torte. Non solo in faccia. Fui emotivamente dissanguato.

Almeno, posso chiedere qualche vena? No, non sono venale, i miei furono peccati veniali. E non ho intenzione di donare il sangue all’AVIS. Perlomeno, lo donerei pure ma sono sangue blu, specie rara. Adesso abbiamo anche il coronavirus. Un tempo vi fu l’AIDS di Philadelphia.

Ecco, se andate da molte persone e chiederete loro quale sia il loro attore preferito, in pochissime vi risponderanno Tom Hanks.

Poiché Tom Hanks ha un volto troppo “normale” e insignificante, anonimo. Ai giovanissimi invece piacciono i duri come Tom Hardy, alle donne uomini sex symbol come Tom Cruise.

Invece, io credo che non puoi stare a Hollywood a grandi livelli se sei un coglione. Sì, molta gente guarda Tom Hanks e pensa… che faccia da pirla, che bambagione.

Per molti, insomma, Hanks è inesistente… quasi un demente con la sua faccia troppo da bravo ragazzo.

Chiariamoci subito su quest’aspetto. Per arrivare a Hollywood, non basta trascorrere otto ore in palestra al giorno ed essere dei fighi. Non sopravvivi in un ambiente di merde e figli di puttana come Hollywood solamente se buchi lo schermo e non solo quello…

– Scusa, Stefano. Pensi di essere come Tom Hanks?

– No. Ma nemmeno tu. Quindi, smettila subito di prendere per il culo la gente.

 

Morale: il mondo è un posto dove bisogna farsi il culo. Non soltanto quello di Rita Wilson, la moglie di Hanks. Che, secondo me, non è poi tanto male…

 

di Stefano Falotico

IN THE MOUTH OF SADNESS – Un mio cortometraggio e finalmente Motherless Brooklyn del grande Ed Norton


21 Aug

motherless brooklynSì, non mi sono sbagliato. Scusate, se John Carpenter girò In the Mouth of Madness, da noi ribattezzato Il seme della follia, perché io in mezzo a tanta pazzia umana non posso ammettere che sono triste?

Sì, questo mio cortometraggio apparentemente non ha senso. Lo ha per la mia mente che, in un lontano oramai passato da me ampiamente superato, eh già, un brutto scherzo mi cacciò.

Se a ciò aggiungiamo gli scherzi quasi omicidi e d’istigazione al suicidio di gente malevola, cazzo, la frittata fu fatta.

Ma fortunatamente la mia mente, così come si perse nei meandri notturni d’una solitudine lupesca, avvinghiando la luna come una dolce principessa, allo stesso modo risorse dal torpore di tanto melanconico candore, voi lo chiamereste squallore. E resuscitai dalle viscere dei miei ricordi, elucubrando ogni momento d’un tempo giammai abbandonato dalla mia imbattibile, intatta memoria da vagabondo. Molto iracondo.

Io possiedo un cervello mnemonico da far invidia agli hard disk del Pentagono. Rimembro con esattezza il giorno e l’ora esatta in cui una certa ragazza non volle il mio membro, smembrandomi in un oceano d’amarezza da fratturare ogni mia speranza e intristirmi precocemente in un’apparente senilità infinita.

Invero, la mia giovinezza è ancora smisurata, ieri mi pare oggi e rammento ogni preciso momento della mia infanzia, ogni minuto della mia adolescenza, ogni lugubre mia apatia e anche ogni istante della mia incurabile malinconia.

Molte persone pensano che io menta. Domandate a psichiatri in gamba e vi confermeranno che le mie bugie non furono mai di gambe corte, fu il mio fiuto, il mio intuito a far sì che evitassi il tragico lutto.

Ora, il cosiddetto complotto ai miei danni, sì, ordinato a cagione della mia persona con tanto di provocazioni atte a far sì che mi dessi all’impiccagione, in effetti ci fu, sebbene si fosse trattato d’una bambinata un po’ troppo tirata per le lunghe. Niente di preoccupante.

Non saprò mai chi fu il responsabile d’una tragedia scampata per miracolo.

Se quel Calzolari o la mia ex, molto più figa di Bice di Folco Portinari. Sì, n’ero gelosissimo e lei, per appurare se n’ero innamorato, mi telefonava a tarda notte, fingendo l’orgasmo, facendomi credere che per caso era partita la telefonata dal cellulare mentre un altro stava spingendo tutti i suoi tasti con la “suoneria”.

Soltanto se, dall’altra parte del telefono, le urlavo incazzato, mi confessava che stava scherzando.

Chissà, forse stava solo schizzando…

Ah ah.

Era ora di smetterla assai prima senza scatenare rivali faide, urla e cagnare, ricoveri e casini vari.

Eppure, dal dolore di tanto mio assopimento, dopo tanto nero mio ammorbamento, dal mio Mare dentro riemerse Nettuno e ora credo che non ce ne sia per nessuno.

Neanche per nessuna poiché sono già state tutte prese. E io ancora una volta lì l’ho preso.

Ieri, v’ho detto che io e una certa Alice stiamo entrando in confidenza. Alice è lesbica ma questo problema è risolvibile.

Ecco, io adoro Edward Norton. Da un bel po’ non faceva un cazzo. Et voilà!

Se ne salta fuori con la sua seconda opera da regista nella quale interpreta la parte di un uomo che soffre della sindrome di Tourette.

Sì, la sindrome di Tourette incasina parecchio il cervello.

A volte, ancora ho io stesso dei momenti da Memento.

M’è successo anche oggi pomeriggio.

Stavo guardando una clip su YouTube, sottotitolata Tre volti di Jennifer.

Ho dovuto rileggere questo titolo tre volte poiché, a prima vista, avevo capito… le tre volte di Jennifer.

Alla quarta volta, ho capito che forse sono davvero La donna che visse due volte.

Peccato che il mio fare la primadonna per troppo tempo fece sì che la mia prima volta avvenne con una che se n’era già fatti parecchi.

Era troppo matura per me. Fu una botta troppo forte.

Un bel casino, ragazzi!

Ah ah.

Comunque, a Settembre, finto il Festival di Venezia, tanto non me lo faccio tutto, soltanto cinque giorni, mi sa che devo pensare seriamente al mio futuro.

Forse è tardi. Ma posso laurearmi in filosofia teoretica o in Letteratura arcaica prima del previsto. Coi miei libri pubblicati, mi abboneranno 7/8 esami.

Vado a dormire. Sono le 3 e 56 di notte.

O forse vado a ballare.

di Stefano Falotico

SMOKE: Avventure di un uomo invisibile che ha scritto una monografia su John Carpenter ma è meno ricco di Harvey Keitel del film di Wayne Wang


30 May

keitel smoke

Sì, sono io l’autore di John Carpenter – Prince of Darkness, opera oserei dire capitale e magna della bibliografia del Falotico. Puro masterpiece che ogni amante della letteratura complicata e raffinata dovrebbe possedere in casa sua se non vuole impazzire e finire come Michael Myers di Halloween.

Vi conosco, sapete? Voi non amate voi stessi e ora passate il tempo a fare gli spaventapasseri, spaventando ragazze super passere come la Jamie Lee Curtis di True Lies.

Non dovete raccontarmi bugie. So che gironzolate nei quartieri periferici, spuntando da dietro i cespugli come il Pennywise. Ma non terrorizzate nessuno, solo voi stessi, sempre più idioti.

Di mio, sono un essere altamente pagliaccesco. Riesco perfino a essere e a incarnare Harvey Keitel, William Hurt, Forest Whitaker e il ragazzino in cerca di un lavoro di Smoke.

Cioè quattro characters in un colpo solo: il tabaccaio cafone che filosofeggia, l’intellettuale sobrio, il mezzo storpio e lo sfigato.

Sì, grazie alla mia visione neorealistica alla Paul Auster, minimalista alla Jim Jarmusch, amante dei piccoli gesti quotidiani che riscaldano il cuore e forse donne più sexy di Jamie Lee Curtis, pur non essendo laureato a Oxford, ho già pronta pure la falotica versione factotum in inglese del suddetto saggio monografico su Carpenter. Con traduzione di alta scuola, pregiata e da fuoriclasse che mi ha fatto sudare sette camicie. Un lavoro estremamente certosino e improbo. Terminato che lo ebbi, stavano per ricoverarmi in un ospedale psichiatrico come Sam Neill de Il seme della follia.

Un libro alla Sutter Cane, sì, di In the Mouth of Madness. In cui sviscerando, scorporando in maniera cronenberghiana la poetica carpenteriana, ho enucleato perfino me stesso, arrivando a percezioni della realtà talmente elevate da non riuscire più, adesso, a vederla con occhi da Roddy Piper di Essi vivono prima che indossasse gli occhiali magici.

Cazzo, un bel macello, che casino.

Per molto tempo, fui scambiato per Nick Halloway/Chevy Chase, appunto, di Memoirs of an Invisible Man.

Tutti pensarono infatti che fossi un nababbo e un cocco fortunato che poteva permettersi il lusso sfrenato di ciondolare nella noia e nel dolce far niente. 

Già, fui preso per il figlio di Berlusconi quando invero, amici, fui solamente un grosso coglione.

Sì, anch’io bramai la mia Daryl Hannah. Di questo ve ne parlai già, giusto? Il mio primissimo, grande, irripetibile amore platonico si chiamava Tiziana ed era bionda come Daryl, forse perfino più bella di questa sirena a Manhattan.

Ma cominciai a deprimermi fortemente, splash, a eclissarmi, a perdere di vista la realtà e anche Tiziana. Che oggi è sposata col mio amico delle elementari e ha pure avuto da lui dei figli.

Mi consolo da questa (s)figa clamorosa, ammirando le scosciate dell’omonima Tiziana Panella di Tagadà. Donna, a differenza di Tiziana la biondina, corvina. Ma che riesce sempre ad alzare il mio umore un po’ supino e anche qualcos’altro da volpino nei miei momenti di massimo languore da lupino, attimi paradisiaci in cui per un po’, lontano dai libri, come un uccello in volo libro, mi libero con atroce, onanistica mancanza di pudore, sfoglio una donna che mi fa battere il cuore e che vorrei sbattere di gran calore, (s)fregandomene di ogni residuo candore.

Sì, appena la vedo, mi ricordo di essere un uomo.

Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster come Ray Liotta di Goodfellas?

Macché!

Sì, credo che gli altri mi vedano parecchio bene, mi sappiano inquadrare alla prima occhiata. Anche Tiziana, non la Panella, bensì quella bionda della mia primissima, virginale infatuazione, ah, che magnifica fata, che lievissima patata, a 13 anni voleva rendermi corporeo, assai tangibile con lei.

Ma io, non so perché, la mandai a farsi fottere.

Sì, finalmente ho compreso la verità. Potevo essere l’uomo con più amici, soldi e donne della storia. Ed è stata solo colpa mia se non ho il conto in banca del marito di Tiziana Panella. E dunque non posso regalarle una vita da elegante signora.

Se dovessi, mai sia, essere invitato alla sua trasmissione, lei potrebbe ammiccarmi di occhiolino, forse verrebbe anche in diretta, fissando le palle dei miei occhi. Ma finirebbe lì.

O forse interromperebbero momentaneamente l’imbarazzo mio e di Tiziana, bagnatissima, con i consigli per gli acquisti degli assorbenti, miei conigli.

La mia vita è stata spesso un’inculata, una mega-sfighissima da figone sfigatissimo, no, una foga, The Fog, una fuga non solo da New York bensì dal mio The Ward. Lasciate che mi sfoghi.

Sì, come Amber Heard, trascorsi praticamente tutta l’adolescenza nel nosocomio delle mie ipocondrie.

Una volta che io stesso mi dimisi, capii che la realtà vera è un manicomio. E che i pazzi sono quelli che si credono sani. Per forza. Più che pazzi, sono scemi. Non capiscono nulla e pigliano tutto a culo.

Al che, per via della mia eccessiva sensibilità, del mio romanticismo alienato rispetto alle triviali animalità dell’uomo assai medio, vengo tuttora preso per Starman.

Alcuni miei amici, quando m’isolo troppo ancora, sospettando della mia buona fede, mi dicono che sono/sia Il signore del male. Sì, pensate, ora devo stare attento a non fare la fine invece di Keith Gordon di Christine. Dopo una vita da nerd mai visto, appunto, vengo corteggiato da pezzi di carrozzeria femminile al cui confronto Alexandra Paul dei tempi d’oro è una Cinquecento.

Comunque, molte donne sono da rottamare. Sì, che palle queste qui. Aspettano sempre l’estate per farsi il bagnetto. Come se poi durante l’anno facessero altro…

Sì, su Facebook, Instagram e altrove, donne stupende mi contattano affinché io possa avere subito con loro fisici, potenti contatti. Ma che è successo? Ho indossato delle miracolose lenti a contatto o, per troppo tempo, la gente subdola, meschina e ipocrita, rivolgendomi a me senza tatto, non capendo del sottoscritto un cazzo, mi aveva scambiato per David Lo Pan e invece oggi tutti scoprono, compreso me stesso, che è stata solamente una Big Trouble in Little Bologna?

Non facciamone, suvvia, una tragedia. Potevo scoparmi pure Kim Cattrall ma rimango una testa di minchia come Kurt Russell. Basta, adesso.

Sì, Smoke è un capolavoro. Il miglior film di Wayne Wang. Mentre io, diciamocela, rimango un bravo ragazzo soltanto come Dennis Dun, ovvero Wang Chi.

Forse, la mia vita non è il racconto di Natale di Smoke, bensì quello di Dickens filtrato dalla visione simile a Ritorno a futuro di Robert Zemeckis con Jim Carrey.

Uno Scrooge così giovane nel cuore da rendervi tutti misantropi.

Signore e signori, spero di avervi allietato col mio libro e con questa bella storia. Adesso, se vorrete tradirmi ancora fottetevi.

Fra amici ci si scambiano confidenze e favori. Dunque, a tutti i cattivoni, or dico ma fatemi il piacere!

 

Firmato Paul Auster?

No, Stefano Falotico

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I migliori film di De Palma, cioè tutti, tranne Mission: Impossible


23 Apr

passion de palma

Ora, voi penserete? Perché c’è Tom Cruise e a te non piace?

Mi sono già espresso su questo. Tom Cruise è sempre stato piacente. Io non soffro d’invidie.

Però sono oggettivo. Tom Cruise ha recitato solo in Intervista col vampiro, Eyes Wide Shut e il secondo Mission: Impossible. Che è un capolavoro. Sì, lo è. John Woo fa sfracelli.

E in Nato il quattro luglio, Rain Man, i film con Spielberg e Il colore dei soldi?

Mah, se mettevano uno del Grande Fratello sarebbe stata la stesa cosa.

Cioè, un bambagione vale l’altro.

Ah ah.

Sì, tutti i film di De Palma sono capolavori. Mi stupisco infatti che voi, cinefili odierni, citiate sempre Scorsese ma Brian non ve lo fumiate.

Sento anche dire che Mission to Mars non sia un grande film.

È meraviglioso. È solo concettualmente sbagliato il finale. Sostiene che l’uomo discenda da una razza aliena che avrebbe colonizzato la Terra.

Molti di voi sono convinti di questo.

È una stronzata cosmica.

Gli alieni sono molto più belli di noi. Perché mai avrebbero dovuto sputtanarsi, concimando di loro razza superiore la sfera terrestre?

Mah, potrebbe pure essere. Sì, se nei loro pianeti avessero al governo uno come Trump, ci starebbe l’inseminazione spaziale.

Sì, Trump, se fosse il Presidente degli Stati Uniti mega-stellari, sarebbe un secessionista. E, razzisticamente, spedirebbe gli alieni nati male qua da noi.

Io sono invece per la teoria di Jack Burton di Grosso guaio a Chinatown. Sino a sessant’anni fa, se uno si azzardava a dire che esistevano gli extraterrestri, finiva negli stessi manicomi de Il seme della follia e di The Ward. Oggi invece, se uno afferma che crede in Dio e dunque che siamo i suoi unici figli, lo sbattono in cura. Cioè, con tutte quelle boiate dell’Eros che scatenerebbe deliri religiosi per mancanza di voglie libidinose, ora mi spiego perché viviamo in un puttanaio.

Sì, non andate mai dai cosiddetti curatori dell’anima. Quelli vi renderanno dei pezzi di carne che ascoltano solo Fedez. Oltre che più pazzi. Sì, Martin Scorsese è l’unico regista, fra i grandi degli anni settanta, a non aver mai girato science fiction. Voi ora subito vorreste contraddirmi, vero?

Supernova di Walter Hill ha delle scene rimontate da Coppola, sapete? E poi Peggy Sue si è sposata è fantascienza sui generis. In verità, di De Palma mi manca Passion. Sì, Rachel McAdams che bacia Noomi Rapace è qualcosa che non si può vedere. Perché odio le lesbiche? No. Semplicemente perché l’interprete di Uomini che odiano le donne non può baciare l’attrice de Il caso Spotlight.

Su questa battuta da Il falò delle vanità, mi accuserete di Doppia personalità. Invero vi dico che dovete fare Redacted dei vostri cervelli.

Adesso, sparisco e al buio gigioneggio come Tony Montana.

 

di Stefano Falotico

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Il Joker Marino, un personaggio da manicomio e anche da Kurt Russell di The Christmas Chronicles, coi suoi con(s)igli per gli acquisti di Natale


01 Dec

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Ebbene, fratelli, cantiamo?

Mettete su la musica. E tu, panzerotto di Steven Van Zandt, spingi con quella chitarra!

Dai, su. Alimentiamo la movida.

Questa vita è stata una corrida e io sono sia il torero che il toro scannato, sono McConaughey di Dallas Buyers Club e ho sconfitto ogni falsa diagnosi. Forza, rodete, son da rodeo! Erode, pigliatelo in quel posto! Dai, mettete quest’Erode sulla croce. Ha finito di calunniare. Cristo santo!

Ecco, ora che ci siamo dissanguati in un bel ballo da lupi, sediamoci. Perché ho da proporvi degli acquisti.

Ché poi saranno i miei. Tanto voi di Cinema e anche di donne non capite un cazzo.

Quindi è fiato sprecato e sarebbero soldi buttati via.

Ho due copie in Blu-ray di C’era una volta in America. Chi ne vuole una? Tu le vuoi tutte? No, allora farai una fine peggiore di Max e Noodles.

Di una me ne devo liberare. È ancora incartata. Sì, è dislessica. Tu, liberati della tua, tutta ingessata. La tua non la prendo manco se me la regali. Ché questa t’ammoscia. Ma mi manca quella della versione doppiata da Stefano De Sando e Luca Ward.

Ecco la mia letterina a riguardo:

caro Babbo Natale,

sotto l’albero voglio questo “Indimenticabili” per potermelo sparare e gustarmi ogni goliardata leoniana.

Vedi di non fare il cazzone e ficcami tutto nel caminetto. Sì, come Bob De Niro con Elizabeth McGovern. Un’irriconoscente. Lui per tutta la vita le ha dedicato cantici dei cantici e lei fa ha fatto, esigente, la cagna. Con questa bisogna essere erigenti! Basta con le poesie, tanto non apprezza la sensibilità. Vuol essere trattata da troia?

Quella scena è un po’ “spinta” ma, come diceva De Sica, quando ce vo’ ce co’. Aveva veramente rotto u cazz’.

Tanto l’avrebbe preso in culo comunque. Tutti in quel film lo prendono nel didietro. Tutti, senz’eccezione alcuna. Altro che quella boiata di A modo tuo di Ligabue. La deve finire questo bovaro di cantare sciocchezze.

Voglio anche il libro d’Ilaria Feole, edito dalla Gremese. Mah sì, ci può stare. Sì, secondo me Ilaria ci sta, eccome. Ah, non ci sta? E che deve fare di meglio? Scrivere altre recensioni? Se la godesse!

Poi i nuovi dizionari di Paolo Mereghetti e del Morandini.

Ho tutte le edizioni, Morandini è morto, Paolo è rimbecillito ma la collezione abbisogna di essere completata.

Ho già prenotato la versione restaurata di Eraserhead. Dunque, non sbatterti.

Vorrei però il Blu-ray nuovo di zecca di Grosso guaio a Chinatown.

Ah, soprattutto, toglimi dalle palle i mammalucchi e gli idioti.

Una volta per tutte.

Stanotte, non andrò a letto presto. Anche perché vi sono sempre andato tardi. Che noia la vita giornaliera dei poveri mortali. Io ululo!

Non sono una persona tanto normale. Vivaddio. Che ce ne facciamo dei tonti?

Sono stanco di regredire per compiacere le loro falsità zuccherose.

Voglio farmi crescere il barbone.

Dai, caro Kurt Russell, come diceva Abatantuono in Fantozzi contro tutti, fai ridere questa povera gente che non esce mai dal suo guscio.

Vedi di svegliarla un po’.

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di Stefano Falotico

 

Questo non è un sogno, a volte ritornano dopo i big trouble(s), geniali e immaginifici


02 Jun

Ça va sans dire

Signore del male

Che vuoi dire a uno come me?

 

La biblioteca dei ricordi, il mio sapor vanesio, Big Trouble nella mia Little China


15 May

Kurt Russell grosso guaio

32469099_10211295321241663_809813841687871488_n32458502_10211295320721650_3106008782396719104_n David Lo Pan

Ragazzi, con questo non voglio dire che sono un uomo di mondo e che la vita per me non ha più segreti. Anzi, sono convinto che il nostro pianeta ci riservi ancora molte sorprese, e che bisogna essere dei deficienti per credere che in questo universo siamo soli.

(Jack Burton, alias Kurt Russell da Grosso Guaio a Chinatown)

Ora, intendiamoci bene, figli di puttana. Nella mia vita ho udito tante di quelle stronzate da poter riempire la pattumiera di Chicago. Da cui ci cago di notte…

Nel 1994, circa, andai a vedere uno spettacolino di Corrado Guzzanti, un sinistroide che meriterebbe di essere preso a calci nel culo perché contesta una società a cui lui stesso aderisce con pose da gallo. Alla fine di questa patetica messa in scena, in cui il nostro Corrado aveva vomitato idiozie, ricevendo applausi da parte di un pubblico più idiota di lui, lo stesso che apprezzava quelle porcate oscene di Luttazzi, mi sentii dire che Guzzanti è meglio di De Niro nel Frankenstein di Mary Shelley di Branagh.

Ora, vi prendo una foto di De Niro in quel periodo, aveva una coda da cavallo che ci fa capire perché Naomi Campbell voleva il suo “mostro”… sacro.

Sul mio conto si raccontano tante leggende, alcuni sostengono che io sia come Lupin, altri dicono che sono un giovane in un corpo da vecchio oppure un vecchio in una faccia d’angelo. Altri dicono che Il ritratto di Dorian Gray mi fa un baffo. E il detto che le donne baffute son sempre piaciute è una grande stronzata. Non sono David Lo Pan, ma ogni mattina vado a comprare il pane. E do pene alle donne che mi amano.

Sì, io mi son sempre applicato da autodidatta, e son uomo di tatto, talvolta anche ratto. So come toccare nei punti giusti per stimolare reazioni piacevoli, sia nelle donne che apprezzano le mie mani morbide di dito medio gustoso e ficcante, sia negli uomini che adorano la mia voce erotica e, quando la sentono, hanno un orgasmo.

Sì, ecco alcuni libri della mia adolescenza. Comprendere e tradurre, firmato dagli altri anche da Umberto Eco, e Manuale di Scrittura, anche se dei latinismi e del vocativo, cioè il caso dell’apostrofe, del richiamo fatto in tono emotivo e con enfasi me ne son fottuto. Ho sempre vissuto nel mio present continuous, e sapete quando questa forma verbale si usa? Per esprimere un’azione in fase di svolgimento, un’azione futura programmata in precedenza, disapprovazione nei confronti di un’abitudine considerata irritante. Così recita almeno il libro The Grammar You Need, e voi abbisognate sempre di grammatica.

I miei non son discorsi di prammatica ma le parole giuste di un uomo pragmatico e anche paradigmatico. Sì, ecco la mia massima apodittica del giorno: Fuga da Los Angeles è un film post-apocalittico e ho sempre preferito una buona caramella all’eucalipto ad Apocalypto, sì, il film di Gibson.

Fino all’età di diciotto anni giocavo a Calcio ed ero un fenomeno. Ecco una delle coppe che vinsi. Voi, donne grasse, già all’epoca, mie palindrome, mangiavate la coppa… sì, quella parte delle vostre maialine. E voi uomini vi masturbavate sul culo di Alba Parietti ne Il macellaio. Sì, donnacce, poi andavate nei bagni, anche al mare coi bagnini, della scuola a ciucciare i salsicciotti dei bulletti. Una vita lardosa, laida e schifosa.

Quelli della mia età andavano con qualche bagascia per sentirsi fighi. Ho detto tutto.

E soprattutto non voglio più sentire puttanate sulla mia persona.

Verranno fuori dalla bocca di uno che ama prendere per il culo ma è stato lasciato dalla sua tipa perché non sapeva neanche mangiare lo yogurt.

 

 

 

di Stefano Falotico
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Attori bolliti: Kurt Russell


12 May

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Era ovvio che dovesse capitarmi a tiro il grande Kurt, che io qui sberlefferò con brio e sano sadismo. Ma come? Vi chiederete stupefatti voi. Proprio ora che è giunta notizia che sarà nel prossimo film di Quentin Tarantino, Once Upon a Time in Hollywood, in un parterre che comprende gli altisonanti nomi di Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Margot Robbie, degli immancabili Tim Roth e Michael Madsen, e del redivivo, ultra-ottuagenario Burt Reynolds? Eh sì, proprio a maggior ragione, aggiungo io, rincarando la dose.

Perché al di là di Tarantino, che lo resuscita saltuariamente, Kurt Russell è praticamente scomparso da Hollywood e da anni arranca, con volto rubicondo e pacioccone, consolandosi con l’altrettanto attempata sua compagna storica, Goldie Hawn.

Ma andiamo con calma…

È nato in Massachusetts il 17 Marzo del 1951, esattamente a Springfield, amena località da non confondere con l’immaginaria cittadina della sitcom animata più famosa d’America, I Simpson.

Fra le tantissime particine da giovinastro scapestrato, è da menzionare almeno in quel periodo la sua prova pimpante ne Il computer con le scarpe da tennis, un film che già dal titolo è tutto un programma.

Quindi, come tutti sappiamo, diventa straordinariamente l’attore feticcio di John Carpenter, la faccia rozzamente nichilista che fa proprio al caso del regista di Halloween. Come dimenticarlo d’altronde nei panni di Jena Plissken nel capolavoro 1997: Fuga da New York e nel suo sottovalutato sequelremake Fuga da Los Angeles, ne La cosa, e come Jack Burton in Grosso guaio a Chinatown, senza trascurare il suo Presley nel tv movie Elvis, il re del rock?

Un attore inclassificabile, che gira soprattutto film, come si suol dire, gagliardi, per encefalogrammi forse non del tutto piatti ma comodamente in vacanza spettacolare, come Tango & Cash con Sylvester Stallone, il tronfio e pomposo Fuoco assassino di Ron Howard, il teutonico e indigesto Stargate di Roland Emmerich, il bel Breakdown di Jonathan Mostow e l’ottimo Indagini sporche di Ron Shelton.

Nel mezzo tanta robetta, dalla stupidaggine “cultUna coppia alla deriva di Garry Marshall con la sua consorte Hawn, all’ibrido Tombstone di George Pan Cosmatos (sì, il regista di Rambo 2 – La vendetta), da Gente del Nord di Ted Kotcheff (sì, il regista invece del primo e validissimo Rambo, First Blood) ad Abuso di potere di Jonathan Kaplan, e poi altri filmetti mediocri o solo sbagliati, La rapina, Poseidon…

Molti lodano la sua prova in Miracle ma invero io vi dico che è fenomenale anche nel film per bambini Dreamer – La strada per la vittoria.

Insomma, si è capito che tutto sommato mi sta simpaticissimo?

Detto ciò, mi fa tristezza che ora che è âgée lo voglia solo Tarantino.

Con lui ha appunto lavorato in Grindhouse, nel suo episodio A prova di morte, in The Hateful Eight e, se tutto andrà secondo i piani, nell’ultimo in dirittura d’arrivo.

Non mi accontento solo di un Tarantino spregiudicato che risveglia i “morti”, pretendo da Kurt di più. Molto di più.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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