Archive for February, 2013

Oscar 2013, Nicolas Cage vs Sylvester Stallone


16 Feb

Rambo e l’isteria frivola, l’inezia degli stolti e l’ottusità degli sceriffi da dilaniare, Il Papa dimesso alla Serpico, causa pedofilie della “Chiesa” e la mia croce celtica senza calvari da calvi

I migliori film dell’anno trascorso ancor in Via del Cors(iv)o, in attesa dei trionfanti della Notte degli Oscar, una delle competizioni più “leccate” quanto, nonostante tutto, ambite: non “lambicchiamoci”, la statuetta ha ancora (dis)valore

Chi decreta il successo “capolavoristico” d’un film? L’Academy Award. Ciò è inevitabile.
Ora, possiamo sindacare su molte scelte sbagliate, su criminose vergogne di dimenticanza (che sottostante riporteremo e “anneriremo” d’evidenziatore plebiscitario a puntar il dito, accerchiando chi mostruosamente sbagliò-sbavò… e dovrà renderne conto al Giudizio universalissimo del Padreterno-Sandro Paternostro, scontando, previo Inferno senz’angeli custodi, un miliardo di Pater Noster con tanto di ceci roventi sulle “nocche” delle ginocchia, evviva la gnocca!), e su tante altre immonde, imperdonabili “previsioni” (dette “predictions”, eh sì, ricorda fratello, non predicar bene se poi razzoli male di “predicato verbale”, sarai solo un “predictable”, pretaccio!), ma i “membri” che stan a capo del macchinone “demiurgo” (eh sì, il deus ex machina…, ce ne son di trucchi e macchinazioni, di film dorati e altri “macchiati”) dobbiamo comunque ringraziarli… d’aver sgozzato Insider e aver “drogato” Soderbergh diTraffic…

Tanto d’erroneo topparono quanto, molte altre volte, videro giusto.

Pensiamo a Balla coi lupi. Questo Costner che, al di là di Fandango (pellicola celebrata nella hit di Luciano Ligabue, unica canzone di “cosce e zanzare” degna del lupo di Correggio, il resto è da scoreggiare) e Gli intoccabili, era fin a quel momento un bello sì ma impresentabile.

Questo film spacca il culo. Che vi piaccia o no, deve piacervi. Non avete altre opzioni, altrimenti vi farò le scarpe più “scalpo”. Scapoli tristi e ammogliati, da dopolavori ferroviari, riguardatelo!

Altrimenti, farete la fine di JFK. Sarò il peggior e più infallibile cecchino a mirar in mezzo alla vostra fronte che, a tali fonti di praterie sconfinate coi bisonti, deve riabbeverarsi se non vorrete divenire solo dei caproni senza la caccia da “montoni”. Cavalcate(le)! E mettete su “Devils & Dust” di Springsteen, reggimento! Vinse Il silenzio degli innocenti,Buffalo Bill no!

Lì, l’Academy ci prese. Sette Oscaroni, altro che “nani” con Biancaneve che, ce la possiamo dire, era una megera finto depressa da “pornocchi” a sviluppare le “crescite” anomale della perversione più freak.

Furono anni epocali e westernspietati…

Costner, tanto esaltato, saltò però troppo in sella nel Wyatt Earp, un Kasdan “scassa” che non finisce più. Mamma mia, se resistete a questo, vi garantisco che “durerete” senza bisogno di Viagra.

Sono GeronimoGene Hackman non c’è due senza tre, Walter Hill è il meglio del trio. A parte il triello de Il buono, il brutto, il cattivo.

Però c’è il “Perché?” che lascia di stucco. Orson Welles e Hitchcock senza mai la “Miglior Regia”.
Grida scandalo! Che cazzo avete (dis)fatto?

Se non lo avete dato a questi due, perché darlo a Scorsese per The Departed, il suo lungometraggio più furbo e meno taxi driver?

Poi, premiaste Ryan il soldato e non le thin red line di Malick, buttandola di contentino a La vita è bella. No, non è bella per niente! Fa schifo questa decisione! Sono il Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo. Premiaron la Tomei e nonGambini, che sgambetto! Benigni ti stimo ma Nolte di Affliction è più sincero del tuo piagnisteo nazional-popolare con retorica anti campi di concentramento. Do ragione a Ferrara Giuliano, che ti lanciò delle uova in diretta “Telepiù”, ora Sky di Canova Gianni-Castelnuovo su Martina Riva fighina-pettegolina, ma “godibile”.

Non farò l’elenco dei dimenticati incredibili. Mi basta citarvi Rutger Hauer di Blade Runner. Ho detto tutto…, ne vide di cose tranne il palco “stellare”.

E a proposito di notti magiche (inseguendo un goal alla Nannini…) da 15 minutes di celebrità… Dove me l’avete (o)messo De Niro/Pupkin di Re per una notte?

Le mie scommesse sono le seguenti, non ci si passa sopra due volte.

Robert De Niro, migliore di Lato attore. O in negativo o in positivo.

Pacino a parte, un’heat di sfida senza regole.

1) The Master.

Basta, se questo film è il più magistrale, perché piazzarne altri, visto che non c’è fra i nove film candidati sui dieci possibili? Come dice il detto: fra i 9 litiganti, il numero “10” gode. Infatti è il fantasista alla Lionel “Maradona” Messi.

Dopo questa parentesi “goliardica” di mio video appunto messianico, la profezia avverata della mia mente inaffondabile, pugnace come un gancio sinistro alla Balboa, veloce, schietta, inafferrabile com’appendere al chiodo la demenza e far sì, fumando sigarette Chesterfield nel sigaro del mio carisma innato e indiscutibile, che ogni “particella” di sangue velenoso esali l’anima delle bestie
Processi kafkiani accusatori, e la mia indifferenza pacata, onnivora da “ornitorinco” corazzato con tanto di pelliccia trasformista, liscia di sera e permalosa con ferocia inabissale.

Più che malinconico, mi “rifinisco” muscolare, ossessionato dal mio viso, da curare con irresistibili rasature da cicatrici d’esibir in “tamponate” a chi disturba la mia contemplazione.

Fanatico irredento contro ogni tipo di violenza, rammemoro l’adolescenza mia diversa da già precoce licantropo schierato contro i lupetti, i loro limoni e le fandonie delle loro figucce da tanti schiaffi in faccia ben conficcati nel mio Stallone ad ammutolire tutti nelle rette vie morali d’immetterlo nel retto mortadellesco al fin d’educarti alla retta via che la tua esistenza cretina cremò nei ghingheri fuori dai miei ranghi. Sì, guido nella carreggiata di sorpasso, andando a destra e a manca, e farfugliando tra guglie parigine senza Baci Perugina ma in contromano d’auto-erotismo di “manubrio”.

Ah, melodico il mio “timballo” si strusciava, anche strascicato di gridolini, ammorbidito nel proiettarmi addosso le migliori donne della mia possessione diabolica d’ogni più sofismo sofisticato e non come voi, degli impasticcati, degni delle espressioni più tonte d’addormentati esagitati-sciroccati alla Nic Cage più acting d’over game.

Il Nic e i suoi ammiratori. Coloro che stimano Nic rientran nella categoria che deve fuoriuscire dal mio deretano. Inutile stuprarmi di lavaggi mentali, son sempre più persuaso che suggestionarmi delle sue “interpretazioni” sia un omicidio pretereintenzionale, teso di delinquenza premeditata per farmi piacere ciò che disgusto.

Sì, Nic incarna la guitta società “moderna”, alla buona la prima, quando invece il centesimo “Ciak” è il numero migliore perché ha in copertina Uma Thurman quando i suoi piedi non eran ancora stati tentati da Tarantino di feticismo “cinefilo” ad annusarli da cane bastonato.

L’unico cane è il Balboa, Uomo vero che sfoderò una grinta dal nulla, “incompreso” d’over the top(a) a spezzarti il braccio, caro (Red) Bull(o).

Sì, Rocky non teme il moralismo cristiano e, dal “basso” della sua periferia, sale sul pulpito e fissa il Papa nelle pa(pi)lle.

Sa perché Ratzinger si sta ritirando. Non per problemi di salute fisica, né per stanchezza ma perché scorse, dietro i colonnati di San Pietro, delle michelangiolesche suore “accaparrate” d’arrapati vescovi “in libera uscita”.

Quindi, da Papa a monaco tibetano, come Rambo nel terzo capitolo dell’enciclica enciclopedica della sua leggenda duratura in quanto già emissaria del Cristo, senza queste “missionarie” da puttanieri coi copricapi e anche con le “cappelle” nell’acqua maledetta a “bagnarle”.

Ratzinger è Rambo in abiti da parroco elevato contro chi, malandrino, a Roma fu demone delle angeliche.

Serpenti adorati da fedeli imbecilli d’oppio per il popolo mentre gustavan pompini dietro cazzate per ammansire la plebe.

Ratzinger è Rambo in vesti da Serpico.

Egli sa. Presto, non sta bene, morirà ma in culo ve l’ha intinto, senza mai farsi un culetto.

 

    1. Serpico (1973)
    2. Re per una notte (1983)
    3. Il genio della truffa (2003)
    4. Rambo III (1988)
    5. Stardust (2007)
    6. Angeli e demoni (2009)
    7. Rocky Balboa (2006)

 

Gli Oscar sono il calcolo delle probabilità


14 Feb

Ove ci si spartisce la torta, “YouTube”, invece, è l’inflazione “impennata” dei “pinnacoli” senza la “colada”… ma colando fra i collants

… Per “scrollarselo” d’ingollata, palleggiando di testo(ster-c-o)ne

La de-generazione di massa-ggiatori oggi socialmente “inappuntabili” di puntini “digitali” a puntare le “ballerine” di “YouTube” che danzan nel loro “schizzo” orgasmico-“igienico”… su(dato) punta di “pen’”

Il tempo trascorre e “tutto” s’alliscia, io non mi smentisco mentre i miei coetanei è da un po’ che son indementiti. Gli “adulti” stan messi peggio, “a pecora”. Masticandosi mentina fra le “linguette” rosicone, attizzano ormonalmente l’onanismo oggi “internettiano” da “gentleman” alla Nanni Moretti su “cappuccino” del “Mi scappello” al caro diario di loro “arie” da amatori nel Pollo Amadori che s’inebria da “Icaro”, “rubicondo” e iroso, nel “sognarle” nude per farsi del “ma(ia)le” senza “sachertorte” ma “insaccate”.

Sì, Pasolini non era uno da pisolini e aveva già profetizzato il porcile di questi “pisellini” da “fagioli” nei soliti ignoti di notti davvero “bucate”, di proprio “bucare” lo schermo fra lenzuola “bianche” come lo sperma autoerotico da veri “eroi”.

Sì, a tali uomini davvero “cresciuti”, dedicherò un libro mio prossimo “intimo” intitolato “La biancheria del banchiere nel suo branco nudo e crudo per t-ergerlo dinanzi a Kim Kardashian scudettata come la zebra juventina, il suo cowboy è nero, che sculetta sulla banchina da brava bambina”.

Sì, “YouTube” è oggi invaso da una “mole” di “monolitica” sessualità videoludica nella libido più “insospettabile” da spioni delle cosce-conduttrici, che lor “ammanettan di manette” nelle fantasie color “grigio-perla”, lo smutandarsi “boxer” del virile a patire una realtà frustrante e a “godere”, masochista, di “sparate sadiche” pen-s-ando, analmente, d’un fustigarla con le fruste dietro l’arma “invisa” del vispettin PC. PC, acronimo del “maschio” che “pascola” onomatopeico, tale e quale a Giovanni il poeta, nel cazz’ che fa “Lillona, sei Camilla e io, non calmo, vorrei che il mio fuscello in te entrasse come un Fusillo, mia bonazza bella che bevi e belerai il mio ef-fonderti-sfondar’”.

“Uomini” degni della nomea di topi, tanto che ambiscon a Miriam Leone per “mirarla” dal basso “in alto”, e anelan a “umiliarla”, riempiendo la pagina dei “Commenti” con “palle in buca nel catodico davvero carino”.

Ah, ne “carezzan” le gambe su occhi “sgranati” mentre “sgranchiscon” nel loro “gancio” di “tiro volatile”.

Sì, ma non pensate che sian solo dei puberali che ce l’han “su di giri(ni)”.

No, tali sconcezze, irriguardose del gentil sesso, “fiorenti” come la “crescenza che fila di mozzarella”, “vengon” da impiegati del ca-tasto con apparenze da casti, da industrialotti che ho colto in castagna mentre il “lor” era cotto su “smaltarlo” alla “castorina” Tomei Marisa nel “David Letterman” più in minigonna, da irreprensibili e “integerrimi” gendarmi-carabinieri dell’arma…

Sì, oggi il web permette a ogni (im)potente di “farsele” in “diretta”.

Le maggiori vittime di queste “freccette rosse al bersaglio” sono Ilaria D’Amico e “amichette” televisive varie, “in onore” all’Alba Parietti che (li) fu(mava) su sgabello oggi “presieduto” da Victoria Cabello.

Che “bellezza”, che roba eh? Che cos(c)e ha prodotto l’Italia, ove tutti son “signori” con tanto d’attestato e “testicoli” alla Briatore “testacoda” da magnamagna. Sempre il “maccherone”, sempre dei pastasciuttari!

Le donne, però, ci van vicino da “micine”:

– Ciao, mi chiamo Stefano.
– Ciao, mi “chiavo” Alessandra.
– Sei lesbica?
– No, ho “fatto” chirurgia anatomica.
– Insomma, prima avevi un “animale”, adesso una “selva forestale”.

Quindi, con me, eminenza imbattibile senza battone e senza mai le batterie scariche della mia centralina elettrica cervellotica, c’è poco da competere in merito agli Oscar. M’han soprannominato lo Zio, e metto zizzania al Kodak Theatre, “poltrendo” in poltrona e avendo già scommesso su tali cavalli vincenti, senza gli accavallamenti del fegato ma applaudendo a MacFarlane! Anche Al McFly! McDonald’s no!, son l’inaffidabile Duffy Duck!

Se vi recherete su lottomatica.it, ci son già alcune quote per il vostro allibatrore.

Basta donne coi “vibratori”, vibrate nel Cinema e non datevi all’affossarvela. Tuffatevi nella magia, finitela con questi “santini” tamarri dei vostri spogliarellisti edonisti per “equine” toccatine, bensì concentratevi su un attor degno di nota. Ecco, tirate fuori dal borsello il taccuino, il blocco note e smettetela a farvi il viaggio “notturno”. C’è una sola Notte, appunto (e virgola…), che dovete appuntarvi, puttane!

Gli americani anticipano Pasqua con quest’evento “resurrezionale”.
Mica come voi galline che v’indaffarate e accapigliate per il pelo migliore. Infatti, i vostri capelli son sempre “permanenti” lì, dalla parrucchiera. Vi conosco, eh? In quelle botteghe, sboccate, vi sfogate, adocchiate il garzone “sfigato” e gli conficcate occhiatine occhialute a espellerlo perché non gradite il suo peloso “rader” il pavimento dalle doppie punte della chioma fluente, fosforescente di tinture su tinta unita o doppia nel biondo-fuxia alla Pink, la cantantucola del rock “Bocca di rosa…”.

Ora, ho già piazzato 5 Euro su Il lato positivo, basta con questi lati B. Prendete la biro, pulitevi col bidet, non deridete il bidello, non sbudellatevi di pettegolezzi, e “incrociate” solo nella casella del film di David O. Russell. La finiamo con queste grida chiassose da gassosa? Che cazzo mangia quela sicula tanto sicura di sé? Una cassata siciliana? Allora, non scassasse la minchia!

Poi, scoppiate di flatulenza e pretendete il dimagrimento in palestra pilates ma, depilate, non siete lo stesso soddisfatte. Sfatiamo queste “fate”.

Già, la porcella-na Kidman Nicole non vincerà proprio niente di nulla.

Daniel Day-Lewis indossa il Butcher del Levi Strauss, il jeans più amato da Michael J Fox di Ritorno al futuro.
Infatti, prima del Parkinson, ci “dava” di power of love nei “Huey Lewis and the News”. Sì, la news sua fu che invecchiò prima del Tempo, io son ringiovanito, scoprendo il DOC del Christopher Lloyd, senza i suoi cuculo da disturbo ossessivo compulsivo. Vero?

A proposito di se “Qualcosa è cambiato”, Jack Nicholson s’è ritirato oramai, quindi non può vincere.

Vincerà De Niro, due come non protagonista e uno come principale, a differenza di Jack, due come protagonista e uno di voglia di tenerezza.

Il resto è una grandissima stronzata. Come dice Al Pacino di Profumo di donna.

Sì, e cos’è questa farsa che avete messo su?

Alla culla della leadership, preferisco il mio elevarlo. E tu levati di culo!

Sono come Roberto Baggio stasera a sfasare Fazio di dribbling coraggioso. Baggio subì un incidente gravissimo, non si rammollì e mi assomiglia perché, per essere un grande, ci vuole classe. E non la si acquista dalla Littizzetto o dalle mezze calzette.

A questi, solo un calcio, piazzato-in-crociato di palombella geniale.

Secondo il mio amico Ty di Facebook, la miglior canzone della storia del festival tricolore è “Mistero”.

Ci penso su, secondo me vale il primo Zucchero di donne du, tu, du, din don… simil Duran Duran.
Arrivò ultimo, poi cantò pure per il Papa.

Pollone, stavolta non siamo in sintonia d’onde di frequenza. Questa canzone, uscì quando mi “diplomai” d’Ottimo, naturalmente, nel periodo in cui frequentavo le medie. Ti racconto quest’aneddoto. Un pomeriggio, i miei compagni mi chiamarono per un’uscitella con le squinzie della terza “aula-aiuola-ahi ti voglio bene ma fottimi più soft, ascolto ancora Baglioni Claudio, non strapparmi la fina, sii fine eppur sfiniscimi di fiuto annusante fluidific(c)ante”. Alcune, però, eran già dotate di quarta, la crescita inversamente proporzionale del seno che si sarebbe poi “inserito” nel “superiore” istruirle. Ah, ne vennero “imboccate”. Come Nanni Moretti, indeciso se acconsentire, uscire o rintanarmi nella lettura d’un Garzanti da ganzo intellettuale Bignami senza ‘sta scassapalle odierna Mondadori della Bignardi Daria, optai per un “Fuck” sul mio diario, un Sega Mega Drive di “Mortal Kombat”, sparandomi un cazzone-segone al calcio rotante di spaccata alla Johnny Cage. Alla radio, passava “Mistero”, e io urlai “Enrico Ruggeri è come quella dei Matia Bazar!”. Scusate, quella è (di) Ruggiero Antonella. Da allora, la mia vita è un enigma. Sempre meglio del Cage Nicola. Gli ho funambolicamente preferito Van Damme e un sincero “Dai qua, donna, non rendermi un carpiato, capiscimi, non pisciarmi in testa, semmai renditi corpulenta ché, nell’andamento lento alla De Piscopo Tullio, capirai tutto senza Catullo Gaio…”.

Vieni appresso a me, non far la depressa, dai dai! Senti come spinge, come pompa questa musichetta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983)
  2. Gli amici del bar Margherita (2009)
  3. Happy Days – La banda dei fiori di pesco (1974)
  4. Maradona by Kusturica (2006)
  5. Daria, l’autunno è già arrivato? (2000)
  6. I diari della motocicletta (2004)
  7. Mortal Kombat (1995)

James Franco contro Zeffirelli che “compì”, di compitini, le primavere del suo cinemaccio “toscanino” da analini


14 Feb

Mercoledì 13Venerdì “maledetto” nel Febbraio 2013 d’italioti Zeffirelli tanto “taglienti” e pungenti quanto subito “unti”
 
Ieri dopo nel domani, Zeffirelli Franco ha compiuto 90 anni. Vi posso garantire che presto morirà, e girerò il film post-humus intitolato Franchetto nello zefiro Ponente di Franchi che lo francobollerà, papale, a Zagarol nel Levante, cioè nel levarcelo

Quando un vecchio invecchia di più, lo si celebra “alla carriera”. Carriera di che?

Zeffirello, per dirla alla Abatantuono, ha solo che girato drammoni pesantissimi, quasi tutti (rag)giranti nel chiodo fisso del sesso religiosamente ameno, amletico, “sorellizzato nel fraterello dietro gli alberi”, cinemucolo lunatico, volubile e volenteroso quanto poco solare e tristissimo come la Littizzetto che attizza solo il fruttivendolo del rione “Mi sciacquo i peli col sapone e vendo i miei salmoni con un’Hayek Salma d’onanismo serpentesco dal tramonto all’alba, abbaiando nel lupus in fabulina con tanta macedonia di fragoline”.

Esperto della lirica e di come rubava le diecimila lire agli spettatori circuibili coi suoi “filmoni” iperstrascicati e “incrociati” all’ossessione latente dell’italiano demente e medio, timorato di Dio, ecco che partorì dilanianti Gesù di Nazareth, San Francesco a “schiarirlo” dentro Chiara, con Massimo Troisi che lo “parafrasò” di “Ma ‘sti uccelli non ne han le palle…”, Mel Gibson “shakespearizzato” con tanto di “H” sospirante che non va aspirata da pronuncia originale di “Hamlet”.

Otelli a mangiar le tagliatelle col tè di MussoliniCallas a Venezia coi forever “calli” ai piedi, Romei con Giuliette prima di Baz Luhrmann, sì, Zeffirelli anticipò il kitsch moderno su kiss tragicomici del “melò-ne” su poesine per il paesano sognatore.

Tutti i grandi attori americani, a cui inviò il copione (eh sì, copia Franco, siam onesti, lo sa la ripetente Franca, detta “La calabra-lucana che ama la libertà della Francia ma mangia sol le mozzarelle di Robiola Osella come Rossella di Via col ventodelicata fuoricremosa dentro”), accettarono commossi… cerebralmente. Dopo aver lavorato con lo Zeffirello, la loro filmografia ha subito un balzo…, in giù. Pensiamo a Jeremy Irons, me l’ha reso, da M. Butterfly, un povero Cristo, o a William Hurt, da iconoclasta a “casto”.

Già, Franca veste a fiori ed è sempre “in festa”. Ma tutti la (ap)pestano, e nessuno la sfiora neppure con una rosa, figurarsi se la sua figa vien “forata”. Ah, il suo seno “maternissimo” produce latte per il formaggio del suo “grissino” spizzicato coi deliri erotici notturni davvero “Harmony”, tanto che Korine, il regista che si scopa la Sevigny, ispirandosi alle sue avventure “durissime”, sta già “montando” il biopic a “ella”-o-Maggio, di pesco, di poco conto e nessun coito, chiamato Date a Franca un Kid e ve ne sarà “grattata”.

Dopo tale Franca, donna “tagliata”, tornerei al cinemino di Zeffirello.
Cinema veramente italiota che gioca sui complessi di colpa del cristiano moralista con tanto di Rosario su Battesimo-battete le mani e “arrossare” il pene, ipocrita, “impiantando” il suo “farsi pena” e, d’in-salate, consolarsi nella consueta Consuelo, famosa colombiana “pasquale”, quando “vola libero” dopo tante pre-occupazioni.

Sì, Zeffirello è da osannare su musica del Toscanini, infatti nacque Corsi Gianfranco nella florida Florence.

Zeffirello è come l’Italietta tutta truzza che, dietro prediche dal balcone, osserva nel panorama “deserto” le tettone delle spettatrici sugli applausi nel loro spalto d’appalti edilizi da “virili” con ricatti-ricotte, fortilizio!
Ci voleva la forza di Sansone per massacrare una famiglia d’idioti, capeggiata da Matteino, il gran chiacchiericcio delle sue puttanine, nello sputtanarli con tanto d’ultimo monito potentissimo e “spuntatina”

Eh sì, Matteino, il diplomatico maialetto da Minghetti “liceino” e uccell’ di ditone medio a mandar “fanculo” a tutti, nel suo fottersene d’affezione davvero romantica ed “elevato”, quasi quanto la sua “egregia”, spettabile, appetitosa coscienza fra le cosciotte delle sue pollastrelle, non aveva previsto che il falotico mutar può ora richiedergli una multa, assassina come i suoi crimini “legalizzati” pro-tesi ad ammutolire il prossimo quando non par(l)ato dietro i suoi pezzi di… carta. Ah, alla carne il porco approdava, sbrodolando, con “prode” tanto lodata di “laureetta” d’aureola del reuccio a “fregare” color che, frignanti-ebetucci, abboccavano alla, eh sì Lucio Dalla, sua bocca “nobile” e “arguta”, di scibile magniloquente come la cattedra da fetentissimo che può dar patenti iellate e “schizofreniche” a suo sfregio da “fregolista”.

Ma, Matteo, tanto volle ammattire quanto presto finirà fra i matti, anzi al macello.

Egli, rispecchiando il “tricolore” del suo trombone, come da generazioni DNA di genitali gelidi m’anali (è in bacheca d’annuario “arrivato”) della sua razza “frizzi e lazzi”, incrociò sulla sua strada “asfaltata” colui che l’ha tirato. Tanto se “lo” tirò, “stappandolo” di brindisi e “brillantine”, che presto gliele strapperemo e lo metteranno al tappeto.

Non è “affare” mio il suo “arnese”, ma competenza degli “organi”… legislativi, i quali saran molto “lassativi” a digerirlo di “diagnosi” alla Costituzione “ricostituente” su emicrania del frantumarlo.

Ciao Matteo, salutami tua madre, signora di “onorevole”. Infatti, il padre, e dunque delinquente marito, non solo di “lingua italiana”, par che la tradisse con la consorte del fratello, disegnatore “romano”, ché ri-filava “alla romana” quando lui tratteggiava i “fumetti” della Rai mentre “era in vacante”.

Eh sì, Matteuccio, detto “Il merluzzo per le citrulle”, deve stare solo che zitto, giunti a “destinazione” del suo “cestinarlo” in manicomio, come presto avverrà da ingiunzioni psichiatriche, altrimenti le sue “Maui ans Sons”, d’ammanicato, oltre alle manette si beccheran Scevola e tutto “violetto” di “culone”.

Ove va il “gallo” al lardo, ci mette lo zampino e il mio bau bau t’ha sbranato.

Matteo, Miao!

Matteo, “regale”, regala zaffiri alla sua “firma”.

Con tanto di timbro nel “mittente”. E dire ch’era “eminente”.

Per finire con “dolcezza”, sposterei l’attenzione da Matteo a questi attori della Mattel, industria di bambolotti hollywoodiani:

 

1) 

 

Depp Johnny. Ammettiamo, bello è bello, cari maschietti rosiconi ma, ai Grammy, ha sfoderato una voce dark su espressione pirla.

 

2)    Pitt Brad, col Tempo è diventato un attore “maturo”. Ma l’impatto da pantaloni “zotici” è rimasto con tanto di “sberla” a dirti: “Ehi, bambina, t’accalappio nel killing me softly”.

 

3)    Clooney George e Affleck Ben. Le donne concupite  (tanto le donne non capiscono, eccome, un caz’…) e i soldi rendono l’acerbo un politico. Clooney è passato dalle copertine, ove tutte scopriva-scopicchiando, ai film “impegnati” (eh, come “impregna” Georgino le “prugnine”, nemmeno il Berluscon’), mentre Affleck, da Pearl Harbor s’è dato all’Oscar per Argo.

Io li seppellirei entrambi a Predappio…

 

4)    Le streghe “vengon” con Nolte di scarponi tutti rotti su camicia “al mascarpone”.
Anche un Nick può entrare al Chateau Marmont, fregando la sicurezza su “giullare” formato “Ciut”, espressione meridionale per identificare, “di primo pelo”, un deficiente che se le fa in barba…
Il mio video per antonomasia, il mio onomastico è il 26 Dicembre da Saint Stefano, non vesto Benetton ma riempio l’abete di “botte” artificiali agli ebeti nelle bettole di Alberobello, ove i trulli tengon “caldi” i grulli. Io, che son il Marchese non marchettaro del Grillo, spingo nel grilletto delle femmine e spulcio le terragne nell’arte di “arrangiarmele”. Gnam gnam, se le mangiassero loro con le “cime di rapa”
Mostro la mia intervista televisiva a una “mostra”, e le domando come son “venuto”:

– Oddio, perché scrivi romanzi che parlan di mostri?
– Te lo dirò dopo, vuoi vedere quanto ce l’ho “mostruoso?”.
– Dai, non scherzare, non “schizzare” subito. Non sei tanto a posto.
– Sì, non s-compormi. Non ho scheletri nell’armadio scomponibile, ma te “lo” Pongo affinché tu possa plasmarlo, sviluppandomelo nell’ingoiarlo-avviluppante di cavalcandola di chiave al buco della serra-“dura”.
– Ah, la butti sempre sul sesso. Marpioncello, t’ho tolto la maschera.
– Sì, ora posso struccarti il mascara?
– Che cosa?
– Quale coscia? La destra di Monti ch’è un montato col montone di Bruno Vespa, uno che querela i vispi in motorino Vespina mentre svelto guarda, di neo, la Brambilla demolition man, la Sinistra di Bersani o nel mezzo del “sano e felice del chi va piano, verrà planando, speriamo non lontano ché oggi i vicini ti denunciano per evitare casini che “piscian” fuori dal vaso di “terracotta” in quanto è troppo cottoletta a insudiciare i letti della cornificante del quinto?
– Che sta’ a dì?
– Dico che, se tanta mi dà del tonto, io nel “forno” la “cilieginizzo” di torta del mio “torni(t)o”. Tutt’attorno, leccando goloso, infilato nel “filotto” del clarinetto su ancor più di “basso” ritornello Arbore, l’ardente in “Venier” Mara, trombata al mare:

Metti che ti presenti a una ragazza e dici “Suono bene il clarinetto”.
Metti che lei capisce tutta un’altra cosa e ti fa subito l’occhietto.
Metti che sei un artista puro e questa cosa non fa certo un bell’effetto.
“Il clarinetto, quello che fa filù filù filà filà”.
Metti che lei non è un’artista e con la musica non prova alcun diletto:
il clarinetto si butta un po’ giù.
Non c’è emozione né soddisfazione a suonar da soli il clarinetto.
È uno strumento un po’ particolare che ha bisogno di accompagnamento
Ma dove sta una chitarrina per suonare insieme con il clarinetto 
jazz 
per fare qualche pezz’, per fare un po’ filù filù filà filà.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche 
swing
mentre il clarinetto sping…così nasce un bel 
blues.
A-hum! A-hum! A-hum!… A-hum! A-hum! A-hum!
Senza la chitarrina non puoi far manco una canzoncina un po’ sveltina in do
e allora come fo per fare un po’ filù filù filà filà. 

– Va’ a dar via er cul’!
– Lo so, sono Ercole!
– Quindi?
– Dimmi quando, quando, quando?
– Ah, sei proprio simpatico e stravagante.
– Ecco, allora non “farmi” l’antipatica, basta con le apatie. Straripiamo e ti “pompo”.
– Cosa?
– Quella che sta dietro.
– Il sedere?
– No, non sedarmelo. Dammela!
Dai, metti su i Doors, basta con queste piadine da Samuele Bersani. Quello fa solo piedino.

Sempre a piedi rimane, e rema senza “crema”. Col Cremino, sì, però stecca-lecca.
Sì, uno da Sanremo.

Alle prossime elezioni, non votare Neffa, piattola della “musica” nostrana del devi stare molto calmo.

Neffa deve solo sniffare con la sua “signorina”, se non vuol pigliarsi un cazzo-tto.

Sì, ne ho visti. Psichiatri altolocati col desktop della Fortitudo a fortificare le depresse pazienti “con un poco di zucchero e la pillola nelle tue Poppins…”, dei troioni con gli occhialini a cui ficcherò solo le “testone” contro la vetrata.

Chiaro?

No, saremo in Giancaterino, giornalista del Pescara, che pescai di pesce nell’Elvira che non me lo evirò affatto. Anzi, sfatta, ancor ricorda come la “feci”.

Ciao Elvira,
non voglio assillarti. Hai altri impegni, più inderogabili, che ti prendon di più d’uno che puoi prender per i “fornelli”. I fondelli lasciamoli ai fornai con la panetteria. Pen-s-iamo alla tua “pasticceria”. Sì, come lo pasticci tu, neppure la pralina che toglie la “papalina” al mio “pipino” mandorlato d’occhiolino per il “budino”.
Ora, lunghe, impetuose e tortuosissime curve si “dipen’… aron-ararono”, non pian in me, di rehab (non) adattato ché non allattato alla comune(lla) massa-ia, uno che è massaggiatrice solo d’olio d’arachidi. Non fare la Kelly Preston che dimentica di come me senza se ma “Madonna quanto sei bona!”, Travolta John traditore, mi perdonasti quando lo donai a Donata, una che al cavallo… guarda in bocca. Ah, soffro d’aracnofobia, e pulisco il soffitto della mia palafitta dai ragnetti, gente nerd alla Spider cronenberghiano nel meno man del Tobey Maguire col Garfield version arruffato.

“Menamela”, mie melina, sei sdolcinata e io te lo cuci(n)o. Ah, come cuocio il mio “cuoio capelluto”, neanche Alberto Lupo, e nella tua varichina-vagina “tutto” (ri)gira per girini erogeni.

Di mio, oggi son poeta e romanziere, che tu potrai disprezzare ma il mio prezzo è unico ed eccezionale, perché non scontato. No, scontai il pene degli ignoranti, virili di villica boria ma sfiatai nella Lettatura senz’aria fritta, sebbene me le dia di “martellate” e anche trivellate…

Troverai le mie opere (co)sparse nel net, nettaron’ ottimo di mente raffinata e olfattiva, non macrobiotica nelle etiche(tte).
Morale anche m’immolo a Montale, sono un bel ragazzo, perché negarmi un bacio sulla f-r-onte? Sì, sii sfrontata. sfacciata e deturpami. Colgo la “fragranza” del tuo (s)turbo, disturbamelo purè.

Eccolo a te, offerto su un piatto d’argento. Pronuncia la parola magica di “Aladino”, cioè “Genietto”, e vedrai come entrerà nella “lampada” di te “abbronzata anche nel culetto di bianchetti.

In poche parole, sei una zoccolona.
Spaccamelo con “comodo”, ma prima appoggia il fazzoletto, da te sporcato, sul comò.

Sì, ora mi dai del comico da nosocomio ma so che volevi ammorbidirmelo nel durevole coccolino.
Lo av(r)esti, ora vestiti. Sei oro e io avaro. Anche Vitali Alvaro.

E non rompermelo più…, devo “spartirlo” anche ad altre.

Finale con ammenda: chi mangia la merenda, è un Luc Superfantozzi.

Parentesi con accenti e virgolette di altro carattere su mia caratura:

incontro una ragazza, mi squadra perché m’ha “inquadrato”. Di mio, non indosso la camicia a quadri, dipingo solo dei quadretti sul quaderno:

– Come faccio a piacerti se non ci siamo mai sentiti?
– Eh, ma io la sento tutta, eh?
Sembro assente, ma sono un sentimentale.
– Mi sembri un demente di tal mia sentenza: “Soffri di disagio”.
– Ma non andrò adagio.
– In che senso?
– Voltati, ecco l’involtino!

Preferisco i maritozzi di panna infilata nel tozzo.

Insomma, donne, accettatemelo, sì, ascia fa rima con liscia.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Amleto (1991)
  2. Fratello homo sorella bona (1972)
  3. Franco, Ciccio e il pirata Barbanera (1969)
  4. Romeo + Giulietta (1996)
  5. The Doors: Live at the Bowl ’68 (2012)
  6. Sballato, gasato, completamente fuso (1982)
  7. Il Grande e Potente Oz (2013)

“Il lato positivo”, Trailer italiano


13 Feb

De Niro, first photos from “Grudge Match”


13 Feb

 

Sotto gli ombrell(on)i, De Niro par ringiovanito e ben tor-nit-one scatenatissimo.

   

 

   

“Noir Nightmare” su Bookshelf e 10Libri


13 Feb

Un genio inconfutabile su videointervista televisiva ché la vita è come un “omicidio in diretta” contro chi complottò, e io, voyeuristico, capto ipnotico e da gatto li catturai, dunque…

 “Inguatto” i guitti!

Film del “Buongiorno” a Mezzanotte e dintorni: Omicidio in diretta di Brian De Palma che ringrazia Iddio ad Atlantic City, mangiandosi, nel “Mannaggia”, uno snack food a base di vapori nei ravioli d’una “viola”

Il mio amico Frusciante, come ogni dì, ci solleticò su Facebook, deliziandoci del trailer alla Snake Eyes. Ma osò azzardare di Nicola Coppola, senza timor reverenziale, dunque sfilò la “nuziale” Gugino Carla, donna sempre in zona “sifilide”, e la spalmò sul “ring” dell’incontro al buio “truccato”, urlando, durante l’acme dell’amplesso, “Ecco che arriva il dolore!”.

Invero, trattasi di “cagata pazzesca” ma ottima, con un Cage, a dispetto dei santi e delle sue puttane, non male. Come si dice in gergo, “Non malvagio”. Anche se non sai, dalle prime inquadrature, se è un cattivo stronzo o smidollato con le anelle al mignolo di cafone m(in)uscolo.

Insomma, parte tamarro che sbraita nell’adrenalinico incontenibile su rilascio d’endorfine erotiche alla rossa in prima fila, la fulva vulvona Fulton, sua ex moglie che lo indebitò dopo averglielo succhiato con tanto di “figlioccio”, poi si calma, si tira su il bavero, si pulisce dalla bava, sebbene osservi la Gugino per “sfondarla” fra i cuscin(ett)i, controlla i nostri schermi (tele)visivi, quindi pensa che non si sia trattato d’uno scherzo ma d’un mastodontico complotto con tanto di spolverino-polvere da sparo nel Gary Sinise che soffre un po’ di sinusite. Infatti, assoldato come guardia del corpo, è già corrotto e infettato, non più curabile. Cage “annusa” col suo nasone, e perciò vuole “ingollarglielo” ma viene distratto da Carla, “tanto bona e cara(ti)”, da perdere la bussola e perfino le palle s-quadratissime su camiciona floreale.

Ci son molti de-trattori che non amano questo film, bensì, già alla sua uscita (di sicurezza…),vollero raderlo da mietitrici, pensando che il mentore Brian si fosse indementito nel troppo “guardone”.

A ben vedere, invece, la pellicola funziona ed è efficacissima di manierismo esagerato. Fin dall’inizio, ri-montato in pianissimo… sequenza senza molto senso ma fluttuante nei seni delle spettatrici, poi oscillante e adamantino con tanto di “rubino” finale.

Invero, il final cut prevedeva un’end “rubinetto” turbinante contro i turlupinanti.

Un’onda anomala, causa uragano, doveva travolgere il casino/ò e “insabbiare” tutti i colpevoli.

Cage che, per tutte le due ore meno mezza, starnazza e non ci capisce un cazz’, si salva la faccia con un gesto eroico da poliziotto coi controcoglioni.
Tanto che rischia perfino di “raschiarlo” dentro Carlona, la gran ficona.

Voto a questa depalmiata: 3 palmette senza Palma a Cannes.

Picchi… di genialità “genitale” male(in)fica

Da quando risbocciai, amo anch’io le boccione, prima prendevo in giro i bocciati, spedendoli di bowling alla bocciofila. Ah, quei fifoni meritavan solo il mio fischietto con tanto d’infiacchirli per mangiarmi le pere… del fisico d’una “melina”. La melina è la classica “tarantella” fra un pollo nel mezzo e chi lo “gioga” attorno. La storia della mia s-figa.

A un certo punto del mio cammin di “rotta” vita, sviai nel vicolo dei “ratti”. Nel vicoletto, puoi scovare una cat per pelo “allisciabile” con tanto di “raccattarla”. Mica come gli accattoni che, quatti quatti, fan i signori e poi son ignoranti anche con le mignotte.

Il ratto, di suo, è “scarpetta” conclamata come gli zitoni della Barilla, per una mollica che non molla, anche se poi scoreggia con del vino rosé ad arrossare gli altri astanti. Si credon aitanti e di cotanto sdegno nei dentini stuzzicanti. So, per certo, che la loro è una cena da cretini. Quindi, meglio un criceto.
Costa poco e puoi coccolarlo, a differenza delle zoccole… Quelle voglion solo un lupetto impettito con lo stomaco villoso da fegato alla Vasco Rossi.

Non posso negarmi alla Natura, che m’ha voluto cerbiatto e anche volpe Antichrist che urla “Il caos regna!”. Sì, miei ragni, in quest’esistenza, arrangiatevi!

Vi profumate nel deodorante che adora il maschio d’addome sull’idioma, sudato-ascellato, da idioti puri senza von Trier che tenga. Voi, omaccioni, andate matti per il tanga, e la vostra lei, intanto-“nel ventre”, balla il tango con un Orango. Quando voi siete assenti, “giustificati” nel punire la segretaria, lei vi dà “pen” per focaccia e si svende al figone con tanto di “borraccia…” nel “Pigliamola in compagnia”. Beviamocela a collo con tanto di tracolla e lei che collasserà.

In questa società d’imbecilli e di bellimbusti, di fustini da lavatrice, solo un Uomo può “darvelo” nel dirvela: tua moglie fu mia quando ancora ascoltava Mina, adesso canta forever mine con le mine del generale vagante e vacantissimo.
Aspettando i funerali dei figli, di cui non vede l’ora di levarseli dalle palle.
Eh sì, il femminismo ha prodotto “donne” con gli attributi, castratrici come po(r)che.

Dopo aver trombato tutta l’azienda, oggi han trovato la consolazione che fa al “cazzo” loro: Facebook.

In quel bordello di massa e “massime” estrapolate da scrittori minimalisti, esse animaleggiano di sculettate, fra chi tifa Juve per lo Scudetto e chi Bukowski per altri etti di bovaro, con video “supposta” di Ligabue, lo spronante zotico che si crede Springsteen ma a cui, invece, schitarrerò di catarro.
Avare, quindi, van a teatro per ipocondriache vis(i)oni da Molière mule nei mulini a vento col ventaglio, millantando d’aver recitato nella parte della protagonista agnostica fra le ostriche dell’oste, cioè la maschera migliore della messa, quello che strappa il biglietto e pure le mutande, tanto se lo licenziano, non può perdere la faccia. Sì, interpreta Arlecchino, quindi non ci sarà Pirandello a renderlo Pulcinella, né “coccinelle” a farglielo nero. Egli è mille colori e ne vuole un milione ad appannaggio di un appannarlo nel dietro le quinte di terzetto-triangolo con le ballerine sulle punte nel seno di seconda al medio. E, mentre s-monta baracche, vacche e burattini, fra il burro e Balanzone, grida “Vai in Mona Lisa!”.

L’altro pomeriggio, un “contatto” m’ha cancellato. Chiesi spiegazioni:

– Scusa Elena, perché mi hai alienato?
– Sei lento. Non dovevi allentare la tensione.
– Ti stavo am-mirando e basta.
– Ecco, tu contempli e io, nel contempo, suono il mio “pianoforte” col dottor Bontempi.
– Eh. Sei un’angioletta da “Botticelli”, c’è sempre un Boncompagni che ti venera. Attenta, poi rimani delusa…
– A parte “tutto”. Puntavi solo su “quello”. Cercavo una relazione di testa. Non sono come Angiolini Ambra.
– E una tastazione di “tosto”, no? Per, resistente, rendermelo ombra in te diavoletta?
– Cioè?
– Ecco, datti al rotocalco. In copertina, c’è Massimo Vincente, fratello dell’Interrante, che è terrone quanto tu sei terragna. Però, tifa per il Milan. Dovresti saperlo, è berlusconiano, infatti, per accaparrarsi i tuoi voti, compra Balotelli, detto il cedrone-limone delle “belline” che belano col suo uccellone tricolore ma importazione di rigore.
– Che dici?
– Io non dico. Io do, a te no.

E ricorda, puttana: Stan Laurel fa Stanlio perché l’umanità è pasciuta nell’Hard-y che mi par troppo grasso per me. Sai, stupido è, chi lo stupido fa.

– Sei Forrest Gump?

– No, con me, la “tua” foresta non sarà bosco di glup!

– Sei un rospo!

– Sputa su un “altro”. E vedi di lavare il pavimento. Troppi tuoi dementi han dimenticato d’esser s-venuti senza pulirti.

Storie di ripicche infantili d’un pachiderma, malato di mente d’epidermide e odio a pelle, che si massaggia d’olio nella sua esecrabilissima vita da cocco su noce moscata del suo roditore con c-rapa

Nel quartiere, sono uno smargiasso e, se qualcuno rompe il…, lo sedo e lo “rassereno” subito, ficcandogli una lobotomia sapor non attenuato, ma “tenerissimo” di carta igienica a smerdarlo da Tenderly.

Ah, quanti ne abbiamo. In questo Mondo di “tenori”, ove tutti voglion far valere la propria vocina (stesera inizia Sanremo, ce risemo cogli scemi), alzando la cresta, mangiano i Teneroni e pretendono poi, perlopiù-meno a meno(a)marti, con tanto di pet(t)o scatologico, di scassarti e “gelatinizzarti” come la Simmenthal, appollaiati al porcile ove sgallettan per il pollo da far arrosto.

Ho sempre disprezzato costoro e, ciò che mi rende semplicemente geniale, è il “fallo” senza fair play. Sì, il mio (com)portamento è corpulento su dinamiche dinamitarde. Quando bombardano, io, con un bombolone “cremoso” su zucchero (af)filato, rifletto se bombarmi la loro moglie, spalamndole il Nutellone quando mi è nuda e umida nelle papille. Ci medito ma non mi (con)“viene”. Donnetta di malaffare da confettini, preferisco altre confetture, affettando i maiali di parimenti “affetto” alla lor boria affettata.

Prendiamo, ad esempio, una famiglia di morti di fame.

Ne abbiam già discusso, anche in sedi più opportune, cfr. tribunale causa oltraggi al mio pudore vigliaccamente “vilipeso” ché agognaron d’appendermi ma furon sgozzati e da me(nte), con delle lenticchie “portafortuna”, conditi a rosolarli come lo zampone di San Silvestro.

Sì, sono Titti, non lo sapete? Canarino tanto “carinuccio” che tira fuori gli artigli da canini. Di mio, non ho mai tollerato Audrey Hepburn e le colazioni da Tiffany. Ho sempre prediletto, senza preti a disfarmi i letti, “tuffarlo” nell’ano. Per un pasto nutriente e notturno di mia brioche ad allattarmi-immerso su dimensioni immense.
Basta con la mensa e i brodini! Messalina, mettiti a novanta e sbrodola!

Afferrando poi uno con una “risata da zafferano” e suonargliele di zampogna.
Lo sfianco mentre sfiato nei fianchi della sua “suina”, tanto asinina, da bue del presepino nel riscaldarla dal freddo e dal gelo, e “scende dalle stelle”, senza Mulino Bianco ma bianchissimo mentre “la” rabbonisco da stallone nella stalla.

Dopo questa digressione a regredirli e a erudirli, tornerei, toro-sverginatissimo, sulla famiglia tanto “tornita” quanto presto, nuovamente (eh sì, li rimetteremo a nuovo, son delle uova marce da soldatini in marcia nel “marchiare” così come ora marcati a brace, senz’abbracci), a torcer il loro braccio “violento”.

La madre, sicula rinnegata da un padre manesco che la riempiva di “miele” a smaltarla, “ammaliante”, nell’incesto smielato, da pedofila pentita divenne una “professoressa” compunta/ina troiettona a introiettarli di lezioncine per farli crescere da piccini a grandoni in lei aggradata e ben vezzeggiata.
Dalla Sicilia emigrò a Bologna e, dopo un paio d’altri “calzoni”, sposò un trombone da “tromba di culo e sanità di corpo”. Brevemente, glielo “allungava” al fin di salvarla con “salive” eccitanti quanto Calcutta, poco cicuta, simil Madre Teresa in uno “teso” sulla sua cute ad “accudirla” nella fog-n-a. Le lezioni orali del labiale ac-cul-turato nel cinturarla su erezione uguale alla minzione del suo panzon. Eh, il recinto delle pecorine.
Da tale accoppiamento forzato, nacquero due gemelli, ibridi fra i lombrichi e i vermi schiacciati perfino dalle lumache più “cammelle”.

Indirizzati alle Guido Reni, già allora il pater gliele spaccava, congestionando la loro minchia al Minghetti, liceo di bambagie a capo d’insegnatucoli barbogi e barbosi.
Presto, invecchiarono precocemente secondo il teorema ribaltato di Nietzsche: “Ciò che non ammazza, rende più forti”.

Sì, dal romanticismo candido dell’infanzia al cinismo in-dotto(rino) dopo tante tirate d’orecchie. Ah, se “lo” tirano, fra un onanismo fantasioso d’una diva americana da cui pendon dalle labbra e un dar del lebbroso alle lepri, razza a cui m’annetto senz’ammanettarmi a questa stirpe di sterco già innevato. Io, tali inetti, li inietto e li aborro. Che aborto! Ci voleva il cesareo di congiura a non dar al Mondo quel che non è umano. I miei nervi son aguzzi, e corro fra le praterie, indossando un ermellino comprato a Prato, capoluogo toscano ove John Malkovich mi regalò un cappotto di cashmere, fibra tessile delle loro industrie soffici per il mio “caprone” sbattuto in faccione a questi Al Capone, contro i quali mi scornai, e che sconteranno senza saldi una solo pelliccia: la penicillina di quando, in carcere, saran spelati. Spolpateli! Inneggiavano ai baci profumo pompelmo e, invece, saran spremuta!

Sì, se incontro dei fascisti, fascio le loro bocche. Non metteranno più becco al mio dire e ardimentoso indurirmi per indebolirli. Chiameranno psichiatri con la pipa ma mi siederò sul loro divanetto di pelle, sparandomi una pippa mentre leggo le avventure di Pippo.

E poi saltando addosso allo sciacallo delle anime, inveendogli così: “Ah, credevi fossi un Topolino, invece ho visto Full Metal Jacket e sono un Joker. Quindi, vedi d’addolcire la paziente che si spazientisce se non le fai il “depot” di somministrazione, “somma”, intramuscolare nella sua vagina, e lascia stare Edgar Allan Poe. Altrimenti, dementone, te lo piazzo io di terrore. Non darmi caramelline e torroncini. Torrido sarai da me inorridito”.

Chiara l’antifona? Se non v’è stata illuminante, il “luminare” andrà al solito con le lucciole e gli spengeremo anche lo “spinterogeno”.

Che volete farmi? Bruciarmi la casa? Non si può, è maledetta.
E lontana dai maldicenti. Al bisogno, son un bisonte di bis(cotto).

Son io che dico, son io che t’addito e te lo infilo:

 

– Stefano, non ti cambia neppure Gesù Cristo, sei incorreggibile.
– Certo, è ovvio.
– Come mai?
– Cristo sono io. A volte, quando soffro d’onnipotenza, le do al mio Creatore, ne assumo le sembianze, divento Dio e scaccio il Diavolo a botte di calci.
– Finirai all’Inferno.
– Meglio di questo “Paradiso” in terra. L’umanità non s’è evoluta da Adamo ed Eva. Adamo è rimasto uno che voleva solo fottersela, ed Eva lo condannò a e-spiare Lucifero, mentre si lucidava le unghie con un ungulato “grosso”.

Ho detto tutto.

Ora, silenzio!

Anzi no. Alcuni, ascoltando la mia voce, mi han paragonato a Fausto Paravidino. Di mio, so che non sono un tipo da Daria Bignardi, ma gioco a Calcio vicino a Villa Pallavicini, ove le stendo, nel campetto-erbetta, queste micine vicinissime.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Faust (2010)
  2. Videodrome (1983)
  3. La zona morta (1983)
  4. Scanners (1980)
  5. 15 minuti. Follia omicida a New York (2000)
  6. Crash (1996)
  7. Omicidio in diretta (1998)

Oscar predictions 2013… and the Oscar goes to… Robert De Niro


12 Feb

Secondo la disamina di Pete Hammond da “Deadline”, Bob De Niro ha buone possibilità di vincere la statuetta.

Robert De Niro hit his stride in terms of movie recognition in 1973 when both Bang the Drum Slowly and Mean Streets put him on the map. The latter remains a special favorite because it marks the beginning of his long association with Martin Scorsese. Remarkably, De Niro didn’t come close to peaking after winning his first supporting actor Oscar for 1974’s The Godfather Part II — he’s still going strong nearly four decades later, thought by many to be our greatest living film actor. But effortlessly playing the young Don Corleone and doing it entirely in a Sicilian dialect should have signaled to anyone that this was a talent like no other. A look at the other roles that won him recognition from the Academy an impressive six times overall between 1975 and 1992 only confirms

that early promise. There’s Taxi Driver,The Deer HunterAwakeningsCape Fear, and of course, Raging Bull, which brought him a second statuette for best actor in 1980. But consider some of the brilliant performances Oscar didn’t recognize, and you get an idea of the career we are talking about here: The King of ComedyThe MissionMidnight RunAwakeningsOnce Upon a Time in AmericaCasinoHeat, and one especially close to his heart, Everybody’s Fine, to name just a few. As a producer, entrepreneur, and founder of the ever-growing Tribeca Film Festival, De Niro is not only a multifaceted actor, he’s a multifaceted person, who might be hitting his stride again in the same year he will turn 70. After waiting 21 years, De Niro now has a richly deserved seventh Oscar nomination for his role as Pat Sr. in Silver Linings Playbook, and he’s back in the supporting actor category for the first time since the Academy started its admiration society for him 40 years ago. Will history repeat itself? For De Niro, he’s just happy to still be in the starting lineup and still getting roles as rich as this one.

 

   AwardsLine: How did Silver Linings Playbook come about? The character in the book is markedly different than what Pat Sr. became in the movie.

Robert De Niro: Yes, a lot different. (David O. Russell) turned the character inside out. (Pat Sr. is) very interesting in the book, but this was another way to do it. There were more colors in a sense and the other was more consistently not communicative, kind of funny in his own way.

AwardsLine: How was working with David O. Russell’s directorial style? It’s freewheeling and creative, shooting at 360-degree angles…
De Niro: It is different. I have done some things like that, but not really. His style is very unique, specific to him, and I think it’s really great because it adds an immediacy, a spontaneity, an unpredictability. You don’t know where it is really going to go, and it has that energy to it with a lot of the handheld stuff. He will throw lines at you. You already know what you are doing scriptwise, but there are times he is going to throw lines at you that are spontaneous and right. And that’s great.

AwardsLine: There is a lot of Oscar buzz again for Silver Linings. Does that mean much to you?
De Niro: Of course I am happy about it all, but I don’t want to expect much because I don’t want to be disappointed: You expect, and you think, and it never happens. So all I try to do is be even-keel about stuff.

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AwadsLine: Are the movies you received the Oscars for the ones you think you should have won for or are there others where you thought you should have won instead?

De Niro: I don’t know. There’s so much competition out there. There’s so many good performances, so many good movies I don’t know what I would be. It depends on the alignment of the stars sometimes for certain things. I think forGodfather IIRaging Bull, yes. There were others. Who knows?

AwardsLine: Were there any films in the past 20 years that have been really frustrating experiences for you? Looking down the list, I see one: Everybody’s Fine. I thought it was terrific.
De Niro: I think it was left flat by Miramax and the parent company (Disney). They said they weren’t going to do that, but of course they did. How you present it is important—I know the director (Kirk Jones) was concerned about it, in America at least. In England, they had an interesting poster which is more right for it. I never say this about myself, but I was proud of that (performance), and Kirk is a terrific director. I certainly worked very hard on that one.

AwardsLine: Is it tougher finding scripts you are excited by these days?
De Niro: It’s always hard to find good scripts. That’s just the way it is, unless it is a director like David or (Martin) Scorsese or certain directors who you know are smart and whatever they do is going to be interesting. You just have to rely on the director, because it is not always on the page.

AwardsLine: You seem to be working all the time — you obviously still love making movies.
De Niro: You do a movie, and you don’t know it is going to be received. If Silver Linings Playbook was received in another way, I would say it doesn’t really take away from everything we did. You can’t predict how the public or the audience is going to feel about something. Taxi Driver was the same thing. I just don’t know. I am happy when people like them, but you do your best, and that’s all you can do.

AwardsLine:  I personally loved Bang the Drum Slowly at the beginning of your career in 1973, but is there one movie that stands out from the rest?
De Niro: Mean Streets. I had a great time with Marty, being the first feature we did together. There’s also working on something that is not the most fun, but that could be one that’s received well. You just never know.

AwardsLine: Will you be teaming with Scorsese again anytime soon?
De Niro: Yes, we are planning on it. We are trying to narrow the time down. Its original title was I Heard You Paint Houses. They have been calling it The Irishman lately — I don’t know what it will be called. But it is me, Al Pacino, Joe Pesci, and Marty directing. I never talk about stuff — I don’t like to because it seems whenever you do, it never works out. I’m so careful. But this one I did. I am feeling good about it and hoping it will all work out.

Le dimissioni del Papa


12 Feb

Racconto “moral guidance”: il Papa si dimette, i fedeli (ci) rimettono e l’ordine sacerdotale eleggerà Mickey Rourke, cioè me stesso in abiti “monacali” per le donne nel mio “baccano”, evviva Bacco e i colbacchi a “picchiare” Matteo sbeccato da “becchino” che s’è scavato la fossa

Notizie scioccanti e “scoccanti”…

La città è in preda alle convulsioni. La gente, esasperata da un cattivo governo, pare a Paperopoli, e sta rintoccando l’ora in cui gli uomini tenebrosi, dai sotterranei, “vigileranno” per ricreare l’armonia d’un Mondo a soqquadro da un “potere” lestofante, ove il plebiscitario arbitrio di fascisti irriverenti sarà punito severamente nel sedere, con dosi massicce e “impermeabili” per ribaltare questa merdosa filistea massa d’arroganti e allisciare i loro volti bifronti con cornate da bisonti, sì, accecheremo le loro cornee e spargeremo corna alle loro “in-anellanti” borie che crearono solo alienazione, mentre si fottevano le troie, spacciandosi per Achille.

Sindaci corrotti son ancora a piede libero, “incalzando” nella segreta vogliettina, lontana dallo sguardo indiscreto delle mogliettine, per infilarlo “stampante” dentro ogni segretaria pimpante come la grigia Bologna, in codesto dì avvolta da una neve salvifica e biblica, ad “ammanettare” ogni Peccato e liberarlo dalla coltre d’una ibernazione siberiana. Sì, in Siberia germogliano alberi secolari, querce solide come il titan-i-o degli armadi russi, nella libertà amatoria per la quale ogni Uomo ha più matriosche di vodke e non un’oca-vacca fidanzata a “imbambolarlo” dietro le regolucce perbeniste del moralismo cristiano.

Il cattolicesimo ha mietuto solo vittime e qui, in Italia, “patria” del mandolino e dei culetti “sviolinanti”, il gregge s’è impecorito, bevendosi tutto il “latte idrofilo” di quest’ovattarne le coscienze, spremendole anche del più sacro e naturale istinto, e cioè la suzione da tette materne per madornali, vivaddio, sacrosante erezioni a montarle come tori.

Nuova elezione in corso, intitolata “Rinnovamento futurista”.

Per quanto sopporteremo quest’ipocrisia latente, sì, ove tutti fingono (soprattutto il gentil sesso frigido) d’allettarsene in letti s-fatti e invero sanguinosissimi di violenze subliminali e ricatti subdoli? No, non se ne può più dei poppanti.

L’Italia ha rotto le palle a chiunque, in particolar mo-n-do a noi che ne siam nati ma, “degenerati”-rigenerandoci dopo tanti esperimenti “igienici”, ci stiam rivoltando…, anche dalla tomba dissepolta da quando fummo trattati da polli solo perché non maiali come gli altri che “spruzzavan” dalle “ampolle”. Vollero castigare pure le nostre polluzioni e, appena accennammo a ribellarci, tentarono perfino di spillarci i soldi al fine d’etichettarci e ficcarci nel laboratorio dei lavaggi mentali su castrazioni chimiche.

Urge un urlo! Alzate la voce, pigliate le asce dalla cantina bunker, ingozzatevi di birra tedesca ma non nazista, benedite il crociato vostro Spirito guerriero in-affondabile e “innaffiate” le membra di questi “membri” a noi odiosi, sgozzandoli alla radice d’ogni più vetusta, intollerabile oramai certezza annacquata.

Siamo coraggiosi in mezzo a questi quaquaraqua, e li sbraneremo come dei protestanti puritani, sì, come i quaccheri, al servizio di me, Fox George di fuoco alla Clint Eastwood. Io mi estranio, e sono straniero senza nome.

Quando la Luce spuntò, tutto ciò che non era toccato da essa mi apparve come tenebre, morte, tentazione, realtà peccaminosa e priva di Dio: la Luce rendeva tutto manifesto e visibile.

Tali le “mie” testuali parole contro gli oppressivi testi(coli) stolti delle bibbiette del cazzo.

In codesti libri, che io venderei alla bancarella dell’“usato in lavatrice”, non troverete certezze appaganti ma solo la scorciatoia “sana e giusta” per ricevere le paghe mensili.
Intese sia come tredicesima sia come “Speriamo di far tredici per arrivare a fine mese”. Fottuti illusi!

Lo so, rubate per stare dove state, impostori! Delinquenti a capo di “stato”, tenete la plebe nell’ignoranza “regalando” loro programmini televisivi ove “regali” mignotte fan a gara per il pene di chi meglio si guadagna la “pagnotta”.

Vergogna! Ripristiniamo le gogne, questi “colletti bianchi”, che tanto voglion spiccare, piluccare e picconarci, saranno solo che decollati e di Rivoluzione francese “impiccati”.

A che cos’è servita quella industriale? A produrre capitalismo inutile e “dilettevole”, che noi decapiteremo!

No, noi non vogliamo “capire” come ci s’adatta, il troppo stroppia, Stop!

Fra queste voci senza dignità, resuscitiamo il grande Stoppa Paolo! Doppiatore e attor coi fiocconi!

Miracolo a MilanoRocco e i suoi fratelli su tutti!

Tutti per uno, tutti moschettieri per un moto mazziniano da giovine viva l’Italia in ogni Gattopardo contro i monarca!

Ammazziamoli!

Ratzinger si dimette e lascerà il pontificato nell’ultimo Giorno, non bisestile, di questo 2013!

E fa benissimo! Ne ha piene dei lanzichenecchi e di tutte le checche a cui predica di chicche che ascoltan un tanto al chilo, dette perle ai porci. Chi ha orecchie per intendere, intenda, ma loro “lo tendono” e basta(rdi).

Tanto, da Roma in poi, continueranno a intingere la manina durante “quello” del Signore, a spacciarsi per signori fino a Mezzanotte e, dal Lunedì al festivo, a lavoricchiare per le avventurelle “sgranocchianti” del Sabatuccio a una ciuc(ci)a sabbatica. Un Tempo, “facevan” di peggio: sognavano le cosce della tennista Gabriela Sabatini e di GoliaGabriella.

Sì, si sgolavano per quelle minigonne!

Mi ricordate Davide, il gigante invero rimpicciolito da un “nano” che glielò ficco nel “paraocchi”.
Forse era Polifemo, comunque sia son Omero! Somari!

Sodoma e Gomorra, evviva Babele, che cosa balbetti?
Ebete!
Verrai solo che sodomizzato. Te la do io la “Lemonsoda”. Volevi sbaciucchiarmi di “carezze?”.
Prenditi questo “frizzante!”.

Io son rizzo, tu sei storpio! Non stropicciarti a rigirare la frittata!

Ed ecco che, nel casino generale dei “militari”, giunge a voi Mickey Rourke dei tempi andati e miracolosamente a bombardarvi.

Egli è tonitruante! Incazzato bestiale!

Orsù, fedeli!

Siate orsi, spaccate le ossa a questi “pesciolini!”.

Per finire questa “bolla”, ci concentreremo su Matteo, non l’apostolo evangelista, bensì un idiota solipsista che voleva divertirsi, di sadismo, contro “Gesù”.

Ma azzardò troppo, e sarà presto azzannato dal Diavolo in persona.

E impalato col simbolo dell’Angelo alato. Chi volevi trattare d’agnellino?

E perché mai avverrà questo?

Ora, Giacomo, l’altro apostolo, compres(s)e… il patimento del Principe “Cristo” e gli lanciò dei segnali di “fumo”:

– Non sarà Giuda a tradirti, mio fratello “di sangue”, ma proprio Caino, che ti vuole assassinare come Abele.

– Perché?

– Vedi, sei un Principe e, come tutti i nobili nell’anima, vivi al di fuori d’ogni maschera sociale.
Puoi permetterti di non farti inghiottire dalla nostra “realtà” di pettegolezzi e frivole carognate quotidiane, e non sei costretto a prostituire il tuo Cuore. Questo tuo atteggiamento, valoroso e superomistico, a Caino/Matteo, tanto “carino”, che pensa solo al suo “fringuello” nelle “fighelle” e a come pararselo, dà molto, assai fastidio. Così tanto che, se prima eri vulnerabile per la tua “nudità”, tanto che cadesti in depressione, dopo che risorgesti, ottimamente in forma, gli da(v)i ancora più noia e odio. Quindi, allestirà un’ultima cena per poi ributtarti nella Crucis del calvario.
Dammi retta, lascialo stare subito e vivi la tua vita da Re.

– Invece, io voglio andare a fondo in questa storia dell’orrore, sai mio Giacomo?

– Allora, t’ammazzerà!

– Sei sicuro che Matteo avesse previsto ulteriori sviluppi delle vicen-d-e-volezze di sua tavolozza sozza?
Non gli s’è acceso un barlume di lucidità?

– Che cosa vorresti dire?

– Che giunti a questo atto del Vangelo, il suo uccello s-parlante è morto.

– Spiegati meglio.

– Vedi, il nostro Matteo ha due possibilità: o si costituisce, dunque finirà nel manicomio giudiziario, oppure, se non vuole soffrire come un animale, gli consigliamo un suicidio rapido e indolore.

– Porco di quel…

– Bravo…

– Fermati un istante. No, no, chiariscimi.

– Bene, chiariamo Matteo dall’afflizione. Domani, oggi, è Martedì grasso, e precede la Quaresima.
C’è sempre un Venerdì “santo” prima dell’ascensione, stavolta non di Cristo, ma discesa infernale del mostro.

Ecco, Venerdì verrà interrogato uno degli “apostoli”.

Matteo ha, adesso, qualche “attestato” ad avallare le sue accuse?

– No, tutte le prove sono a suo sfavore.

– Già. E, come dice il detto mio, quando la probatoria è inconfutabile e acclarata di ragioni, l’idiota sarà spremuto e poi, tanto “provetto” nel dar del poveretto al Maestro, finirà un tantino “provato”.
E non gli basteranno tutti i denari d’altro s-freg-i-are.

– Oh Madonna!

– Non bestemmiare Giacomo.

Perché l’onnipotente potrebbe non perdonarti.

Sai, ogni creatura divina tenuta in “ostaggio” da chi non è saggio ma scem(pi)o, si rivelerà ammonitoria.

Visto che pregava, costui, per sbattersi anche quelle che la Domenica vanno a messa, pensando di sbattere… l’Altissimo a sua immagine e somiglianza delirante d’aberrazioni, gli concederemo, sin al suo judge(de)ment daydevastante, qualche lancetta dell’orologio a “onore” della Maddalena che, materialista, incarna. Poi, scatteranno i minuti contati. E verrà putrefatto!

Al che, un giudice inappellabile di “marziale”, alza la mano e picchia il martello, chiedendomi:

– Signore, che senso ha questa parabola?

– Questa parabola è catartica. Perché ogni criminale, se è vero che esiste la Giustizia, viene eternamente, anche “a scoppio ritardato”, scoperto.

– Mi sembrano parole degne del Signore. Lunga vita e Alleluja.

Il verdetto è stato decretato: “Matteo sarà cremato nel crematorio e poi le sue ceneri saran divorate in carcere”.

– Giudice, mi sembra la scelta più salomonica. Matteo merita solo la salamoia.

– Sì, un salame così è solo da macellare.

Ora, alla facciaccia di Matteo, lo schifoso, godiamocela ché, presto in cella, “lui” urlerà alla sbarra.

Non tanto di “cioccolato”. “Lo” vedo più “fondente” di mandingo…

Fine del racconto.

Scambiatevi un segno di Pace.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Nella valle di Elah (2007)
  2. Il Vangelo secondo Matteo (1964)
  3. Angeli e demoni (2009)
  4. I dieci comandamenti (1956)
  5. Ben Hur (1959)
  6. Il Papa del Greenwich Village (1984)
  7. Habemus Papam (2011)

Sky, canale 879, “10Libri” del mio Noir Nightmare


11 Feb

Tenete a mente, cari figlioli, codesto Uomo che striscia nel sociale e se ne dipana con beffarda ironia deniriana, nel soliloquio suo a modo, composto e gentleman, quindi starnazzante a t-ratti, piacevolmente magico nella classe non è acqua del gasato con fusione prossima per troppo voltaggio del cervello anima-to: 10Libri, Lunedì 11 Febbraio ore 19.30

Domani, quindi già oggi, miei fan, so che siete e sarete uniti in mia adorazione, come da pellegrinaggio alla mia dimora, ubicata in via Dracula n. Transilvania della selva che amò Silvia di Leopardi anche in giarrettiera con un amico del giaguaro Iago geloso, potrete ammirarmi nuovamente su Sky, come da promemoria sovrastante.

Colui, il sottoscritto, che ha abbattuto ogni sovrastruttura e, tramite percorsi traversi, ha invertito la rotta di chi rompeva le palle, disfando le loro uova nel paniere sol mangiando una buona ovalina, si esibirà ai vostri occhi di video biografico, memore di Brando mio fratello di latte e da cui mi separai, alla nascita Gesù, per riaccostarmene e conciliato da Straight di Lynch.

Prefazione che esula dal contesto, virando a Douglas Mike, figlio di Kirk, amante anche solo quando indossa la camicia da Notte coi piedi puzzolenti

Sì, Quando il passero “solitary man” di Michael Douglas è un cameriere da “Marino’s”, gli altri attori di Hollywood rimediano una figuraccia: scorriamone la lista. Oggi pomeriggio, in quel di Prato, assieme a mio cugino, abbiam “sbirciato” un film del 2009 con un Douglas (non) d’eccezione.
La storia d’un fanatico del Sesso, sempre leccato di pettinatura elegante su cravatta semislacciata nello “sguardo” pettorale che adocchia le ragazzine per lanciare il tranello del “Facciamolo sul tinello”.

C’era scritto “Commedia” nelle istruzioni, a entrambi è parso un melodramma gelido in zona autunnale. Con un Danny DeVito pelato m’ammogliato, ex pentito-cuoco anch’egli maniaco sessuale d’una giovinezza bitorzoluta e nella senilità ora bofonchiante il suo “tarchiatello” probabilmente anche di mezz’uccello, a calcolare le proporzioni fra la sua alopecia androgenetica e l’adipe dell’accappatoio a massaggiargli la “moquette” dell’averlo pavimentato. Nel bel mezzo del casino, compare Susan Sarandon “matura” di tettone scollacciate e il nerd che ha interpretato Mark Zuckerberg, il quale, fra l’altro, nelle poche scene del “copione” di rito, recita di merd’.

Il film è la storia di Ben Kalmen, imprenditore che non “fallisce” mai, soprattutto a letto, passandosele tutte dopo averle “girate” in auto, il settore per cui è “specializzato”.
Finisce in ospedale, causa infarto per troppe scopate, e d’allora “cazzeggia” di più, finendo su una panchina in cerca di un’altra piccioncina.

Non c’è molto da ridere, ma Michael Douglas ha una faccia da culo che non puoi scordare.

La classificona dei fighi 2013 è questa: riusciranno a batterlo?
O batteran la fiacca?

Fidatevi, se lavori alla Fiat, Berlusconi ti rende un cioccolatino omonimo, se lavori alla Ferrari, Briatore ti fotte perché ruberà il tuo testacoda nelle zoccole in cui sgomma rosso e panzone.

1) Waltz contro De Niro, scontro titanico agli Oscar. Due duri con gli occhiali a braccetto. Invero, si odiano. E, nel dietro le quinte, si meneranno.

 

2) Sylvester Stallone, il carisma rovente d’uno stagnante con gli occhiali “termici”.

 

 

3) Sharon Stone, oggi ha la sua età ammosciata di lato B, ma davanti è ancora da botta. Oh, Sharon, va detta, attizza sempre. Secondo me, attizzerà anche a novanta.

 

   

 

Serietà

Sono bello, che vuoi da me?

Ho il ciuffo come il pappagallo? Quindi, non ripetermi la solfa.

Ti faccio divertire? Allora non sei una Donna. Le donne con me ridono e basta. Forse, perché non so toccare le loro mestruazioni.

Applauso!


Dolci pupi, è arrivato colui che è avanti a tutti, non Avati ma si va.

Evviva la saliva di te, mia damigella, slinguazza tutto e pagami anche da bere.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Superman (1978)
    Credo nella teoria di Bill/Keith Carradine. Sono costretto a far lo scemo, altrimenti la gente avrebbe paura di uno che scriveva già da Dio a tre anni.
  2. Iron Man 3 (2013)
    Fuoco e fiamme! Ecco il vendicatore cazzuto!
  3. RoboCop (2013)
    Il primo di Verhoeven non si può battere.Ma lo vedremo. La vedremo, uomini .

    Io mi rifaccio.

  4. Mamma, ho perso l’aereo (1990)
    Come riesca costui, cioè me, a fregare tutti, è un mistero irrisolto che psichiatri, gente dabbene, e invero ladruncola, tenta vanamente di spiegare razionalmente.In poche parole, provarono a sgraffignare la mia anima, ma la passione per Humphrey Bogart è stampata in me.

    Con metodico aplomb, inculo chiunque solo alzando le arcate sopraccigliari.

    Sono un genio che sta zitto, eppur spara.

Pacino + Viggo Mortensen uguale?


09 Feb

Mammet’ adda murì, Maometto indossa un elmetto, “sfatiamo” Maria Giovanna Elmi, meglio la Gioconda che “spalma!”. Basta con le amarezze. Mortacci tua! E Alda Merini?

Corleone più Tom Stall uguale furia non “rabbonibile”, potenzialmente distruttiva

Sono un personaggio cruising all’Al-alano Pacino, e non intendo rammaricarmi di “cipiglio” né di rimmel, io ritmo di bacini, anzi, ti spezzo le braccine

Panza non fa rima con pinzillacchera, invece sì, e anche con zucchero che, fra una chiacchiera e l’altra, ci “scopa” la gnocchina.
Ove non c’è tormento esistenziale, solo pestilenziali volti “cicatrice”.
Le cicale v’assediano e non dormite. Vi catapultate sul PC e “accendete” il dormiveglia alla ricerca brada di “scosciate” da “YouTube”, “porcellizzando” nel silenzio notturno “inguainato” in pigiama e d’urletto finale nella sguaiata contentezza. Mica tanto. Miao miao!
L’onanismo allevia le tribolazioni del fegato ma non rassoda affatto il “fallo”, sebben si sia “tirato”, in “brodo di giuggiole” per giulive con le vostre olivine in a-dorazione “esternante” e poi esausta in quanto non sfamata. Tanto esaltati quanto a saltar in padella di sbudellarvi. Trivellate!
Asciugati bene, tirate lo sciacquone, e il fazzoletto “ballonzolerà” fluttuante facendo l’amore con altri “girini” dell’acquedotto, nel canto “appassionato” in tinta “bianca” unita del “comunismo” ad acqua di rose, in calor per una rossa e ossobuco ché, il mattino dopo, senza soldi per la fettina, affetterete solo un “tiro” di cannina.

In questa società putrida e macilenta, ove i “duri” appaion gli schiacciasassi, un Uomo è stato richiamato all’ordine. Sì, v’orinerà senza battere ciglio, anzi pittandosi le sopracciglia da cigno nero.

Puttanieri, è arrivato il cacciabombardiere!

Egli è Al Pacino, cioè me stesso in abiti “travestiti” versione Stallone de I falchi…

Io so che sotto le calze d’Ilaria c’è già un marpione ad attentarla di “rete”. Lo intrappolo. Questo ratto rutta e basta, io lo rompo. Italietta, sei incappata in chi ti spompa!

Gente costruttrice di “virilità”, io vi dico che urge e “unge” un cambiamento rinnovatore.

I vostri figli si stan affaticando per le figuzze e invece guadagneranno solo un “Fancul’!” immediato.

Per far sì che Lei ottenga il “serpente”, come Adamo con Eva, devi tu esser mieloso per la mela, coccolandone il frutto della banana per depistarla di sottecchi. Dribblando con strategia da centrocampista e “pistole” del colpo secco a manovrare la tattica per tastarla nell’insaccarla.

Il mediano alza il pollice medio, un critico dà quello giù, ma il suo non si alza nel lì, anzi ne viene “stroncato”, Fabio Volo spara puttanate aforistiche per entrare nel “forum” di Lilli Gruber, gli psichiatri chiedono d’essere curati perché assaliti da Gabriele Paolini con la sua ciurma di “profilassi”.

Al che, disgustato da tacchi a spillo che voglion solo spillarmi dei soldoni, assoldo il miglior me stesso, e li fornico tutti, gridando “Uso le forbici, miei furbi. Forgio il coltello quando taglio il formaggio, in quanto topo che ama ganzo il Gorgonzola!”.

In quanto cane, indosso il mio pelo a garrese.

Contatto una ragazzotta, un po’ di sederino da “riempire” per girovagarci attorno con far “damerino”.
Ella, “azzimata” in shorts gustosi per aizzar rizzante, cavallerizza tempra già il mio “temperamatite”, sì, l’ammattirò, matando poi di smalto.

Il suo “Profilo” è codesto: “Non ha ancora scritto un annuncio personale”.

Messaggio personalissimo: “Castana sei e scaldi le mie castagne, vino mio per una cascina in cui sgolare quando, pollastrella, ti spennerò di pen’ rustico. Ti farò pena ma ti garantisco che non sono permaloso. Il mio ciuffettin è fulvo come la tua fuxia cuffietta pelosina. Entra in me e sciroccami, desertificando quel che, di tuo, sai esser laghetto nel tuo c’è un albero nel tuo vuoto psicologico, che concimi irraggiando tutta spataccata e tutti te li raggiri, come quando, in bicicletta, corri dal tuo bello per spupazzarlo di fiatone. Con me, vivrai attimi indomabili, fidati, mi chiamano Scarpa, fratello delle scarpette, ché il sugo dello spizzichino va miscelato nella panna del fusillo, col tovagliolo di tua bava da bimba proprio brava. Strappati da sola le gonne, ché tu sei nuda di mini eppur tante ti coprono per non patire gli occhi indiscreti di chi poi, non tanto cheto, accudirà il tuo dargliela fra scudisciate e la scimitarra sua con catarro orale e inseminazioni mai artificiali, tu sì, infatti, tutti gli asfalti e li accaldi, fai e disfi, li affoghi e li strozzi, oziandotene di sputazzo.

Dammi del pazzo, so che vuoi la baciata sempre del …azz’. Accipicchia(mi).
Insomma, impiccalo nelle tue cosce e struscialo nel mio strisciare infinito nel tuo a-mare”.

Racconto color “effeminato”

Ce la vogliamo dire tutta? Tua madre ha messo al Mondo se stessa.
Perch’era stressata.

Sì, che ballasse latinoamericana. Prendetela per i “capezzoli” e scuotetela, se non basterà, scuoiatela. Era una scoiattola, lei e la deficienza immune all’ascolto dei figli ebeti, partoriti in una notte di “cicogna” da Cogne. Il marito, fanatico delle “mascolinità”, trombava allegro-andante in ogni felliniana sua “esegesi” da “intellettualone”. Di mattina, svolgeva lavoro da messo, poi, mentre la moglie ancor “ripeteva” negli studenti, “immetteva” di prostitute in via Stalingrado, e aggradava poi la sera nel bicchierino “educativo” al figlio che “sodomizzava” con colpi secchi a imboccarlo di carne da maiale, affinché “crescesse”, s’evolvesse, si capisce, nel pisciare in faccia a tutti, ed “erudito” eruttasse tra festini “colti” nel coito da bocce, in quanto mai “bocciato”.

Un figlio degno della più “altisonante” e altolocata mano lì “ficcata”, di fisting appunto.
Un troione degno d’esser assediato e murato vivo. Blinderemo la sua casetta e poi le daremo fuoco, aspettando che il suo sterco si maceri in un teschio d’affiggere come esemplare punizione ai ritardati fascisti che si meritarono la vendetta più atomica.

Furono avvertiti, temono, tremano ma, estirpati, vedremo se s’innamoreranno delle morettine.
A questi solo che bombardamenti, senza piegar il capo, anzi: l’aguzzino si cercò il coltello “sguazzante”, tutto sguainato e infilato ad “ammainarlo”.
Lo meni ancora?

Terrorizzato, urla disperato, le sue cagnoline provan ad acchetarlo con qualche “gattina” d’allisciargli i pochi piliferi residui, ma dentro di sé sa che, sventrato come un animale, prima di morire, fisserà l’inaspettato uomo venuto dalla sua “scomparsa” e finalmente capirà chi ha sempre avuto di fronte.

Ho esagerato, in realtà sono un Uomo alla Vanna Marchi, nessuno può marcarmi, ala sinistra di crossing.

E la sparo di brutto. Che schifo! Ma almeno son me stesso, fra un accento alla Diego, intonazioni alla Jim Carrey su di giri, lombrosiane modulazioni di frequenza da drogato di sigarette e una che mi fuma.
Soprattutto, mangia il prosciutto affumicato.

  1. Fast & Furious 6 (2013)
  2. La promessa dell’assassino (2007)
  3. Gangster Squad (2013)
  4. Die Hard – Un buon giorno per morire (2013)
  5. Le avventure di Elmo in Brontolandia (1999)
  6. A History of Violence (2005)
  7. L’armata Brancaleone (1966)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)