Archive for March, 2018

Esperienze terrificanti da scriverci un libro, infatti lo sto scrivendo


15 Mar

Three Christs

Ebbene, la mia vita è stata sempre contrassegnata da una follia sanissima, oramai non si può tornare indietro e sinceramente non lo vorrei. Si diventa quel che si vive, si esperisce, si patisce e nelle cui pazzie stranamente si gioisce, come nella canzone Beautiful Trauma di Pink.

Ora, bando alle ciance e alle panzane, come si suol dire.

Nel 2008, mi beccai un TSO. Ora, non preoccupatevi, nonostante l’abuso abominevole, fascista e durissimo, il mio cervello non ne ha risentito. Anzi, come Bruce Willis di Unbreakable, nonostante le botte che presi, metaforicamente e non, resto sempre intatto, splendidamente composto, praticamente invulnerabile a ogni esperienza anche sconvolgente, formidabile nel suo disegno all’apparenza negativo.

Si dice che tutto ciò che non ammazza ti rende più forte e che tutto il male non viene per nuocere. Ora, se vogliamo dire che è così, è così, se vogliamo essere sinceri… be’, alle volte ci si rimane secchi e storditi a vita. Molti che hanno subito un TSO, e vengono spediti in una clinica ove ti bombardano di farmaci contenitivi che ti rattrappiscono, immobilizzano e sedano come un cavallo, non si riprendono più e rimangono semi-lobotomizzati a vita. Invece, su di me, hanno avuto l’effetto contrario. Più assumevo quelle pasticche compressive, più diventavo espressivo.

Sì, mentre gli altri stavano lì a urlare, alcuni perfino legati al letto… ah, l’orrore, io mi rintanavo nella mia stanzetta. Gli infermieri con me furono molto gentili. Non posso recriminare di nulla. Sin dapprincipio, accorgendosi che ero finito lì probabilmente per madornali, immani equivoci, mi trattarono da principe, e dopo un po’ mi assegnarono la camera “suite”, lontana dal putiferio ove, comodamente, potevo starmene sdraiato e leggere libri in totale pace. Senza che nessuno rompesse i coglioni. In quei mesi, mi feci una cultura, tanto potevo fare solo quello, da far invidia a tutti i capoccioni del Pianeta.

Ecco, invero, qualcuno che scassava il cazzo c’era. Mi ricordo di una notte particolarmente pittoresca. Ero lì che stavo prendendo sonno quando nella mia stanza fece irruzione un signore con la panza che entrò di soppiatto e cominciò a dissennare…

 

– Eh no, dico, ragazzo, tu lo sai perché io sono impazzito? No, dico, guardami in faccia, Cristo! Dico, lo sai? È colpa di Berlusconi! Sì, è colpa sua, quel puttaniere di merda. Da quando è salito al potere, io non ho più un lavoro. Io brucio tutto! Cos’è questo? Un giornale? Giornale di regime! Ecco, guarda.

 

E cominciò a strapparlo in mille pezzi e continuò a delirare. Quindi sopraggiunsero gli infermieri e gli fecero l’iniezione.

Sono tantissime le storie che potrei raccontarvi. Ah ah.

Sì, c’era un tizio che si credeva Schwarzenegger e andava nel cortile a fare le flessioni e poi andava dalle ragazze ricoverate e chiedeva loro, tutto tronfio: – No, bella, dimmi. Tocca qui il muscolo. Sì, io vincerò! Vincerò!

Poi gridava e la psichiatra lo chiamava a colloquio.

Al che, da quell’ufficio provenne ancora la sua voce, eroticamente troppo esuberante, diciamo così.

 

– Io non sono matto. Vieni qua, bella di papà, ecco la cura!

 

La psichiatra chiamò gli infermieri che lo “castrarono” a dovere.

Poi c’era una ragazzina ninfomane, credo minorenne. Una volta mi disse di entrare nella sua cameretta…

 

– Tu sei uno sportivo? Sì, mi pare di sì. Hai delle belle spalle. Facciamo ginnastica assieme?

 

Ho detto tutto…

Un’altra volta, invece, ero sul letto, era sera ed entrò sempre una ragazza, avrà avuto 15 anni, e all’improvviso si lanciò su di me, infilando la sua lingua nella mia bocca.

E io provai a divincolarmi, chiamai le “forze dell’ordine” e dissi che la suddetta voleva violentarmi, senza averne il consenso.

Un altro invece era abbastanza normale, sì, quasi. Mi ricordo che passeggiavamo nei corridoi e amabilmente conversavamo di tutto. Quindi, nel bel mezzo di discussioni pacate e serene, s’inginocchiava, guardava il soffitto e implorava Dio. Chiedendogli la grazia. La grazia di cosa non l’ho mai capito.

Un altro invece, prima che alloggiassi nella suite, mi augurò buonanotte con una “delicatezza” commovente…

 

– Ah, sei tanto giovane, beato te. Dormi sogni d’oro. E quando dico d’oro dico davvero d’oro. Davvero, te lo meriti.

 

E cacciò una scoreggia che fece tremare le pareti.

Comunque sia, prendiamola a ridere.

Tempo previsto per oggi: pioggia su Bologna e angoscia moderata con “precipitazioni” variabili a seconda dell’umore ne(r)voso.

Eppur rimango permaloso.

E sempre più bello. Se volete dire che non è così, è invece così. Con buona pace di Richard Gere.

 

– Stefano, toglimi una curiosità. Ma tu come hai fatto a salvarti da un obbrobrio del genere. Dimmi, nessuno ci è mai riuscito.

– Sa, mi chiamano il Genius. Ci sarà un motivo, no? Insomma, non tutti possono permetterselo. Ad esempio, lei dice che ha lo stesso sex appeal di Matthew McConaughey. Questo lo dice solo lei. Che è una cosa diversa.

Dallas Buyers Club

 

di Stefano Falotico

No, dico… continuiamo così


14 Mar

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Molti mi dicono che sono una persona depressa. Mah, secondo me sono realista.

 

Su Instagram, una pornoattrice miliardaria, e non vi sto a dire il nome, si appella ai suoi fan affinché facciano una donazione per il Cancro. A quanto pare anche lei ha donato una bella cifra. Sì, tanto domani pomeriggio si farà inculare da tre negri e prenderà 10 milioni di dollari. Su per giù, forse meno, ma avete capito il concetto.

 

Dialogo “curativo”, “ottimista:

– Ragazzo, adesso la vedo “un fiore”. Sta benissimo. È rinato. Ha preso i farmaci che le avevo prescritto?

– Sì, certamente, li assumo tutte le sere prima di andare a letto. Va alla grande, sono ingrassato trenta chili e se vedo una donna nuda penso che sia la Madonna. Va da Dio!

 

Al Pacino alla press conference di Paterno presenta il solito look col capello tintissimo. Si vede lontano un miglio che ha quasi ottant’anni e il vero Paterno, che è morto, sembrava comunque più giovane di lui.

 

Toni Servillo ha interpretato Andreotti e ora interpreta Berlusconi. Quando interpreterà Salvini? Insomma, dopo due ladri mafiosi, ci vuole anche il fascista re d’Italia, no?

 

I giovani d’oggi sono dei “nullafacenti”. Tantissimi sono scrittori più bravi di Aldo Busi ma non danno via il culo e sono quindi disoccupati.

 

Tiziana Panella a forza di mostrare le cosce è diventata anche una giornalista in gamba…

 

Alba Parietti, dopo aver mostrato le cosce per anni, adesso sul suo profilo Facebook dice che ama i bambini…

 

Rose McGowan, dopo averla data a Weinstein, non ha ottenuto lo stesso il successo. Adesso l’ha ottenuto grazie ad averla data in pasto alla stampa. Insomma, tutti la vogliono…

 

Di Maio ha promesso il reddito di cittadinanza a chi vuole la botte piena e la moglie ubriaca. D’altronde, lui il reddito di cittadinanza ce l’ha da anni.

 

Sgarbi attacca Scanzi ma sinceramente sono due coglioni arricchiti entrambi. La gente però li guarda darsi della puttana a vicenda e così passa un “bel” quarto d’ora.

 

 

di Stefano Falotico

 

Il mitomane, insomma, il contrario di me


14 Mar

KSM Film Time out of Mind

You’re smart, talented and you know a few things but talent means nothing in this game if you don’t make the right choices, there’s plenty of talented people that never see the light of day anymore, this whole thing takes discipline because it’s one big long shot and if you don’t have the discipline to stay away from the “flyers”, the “gambles”, or whatever else you want to call a stupid move, then one day you will go down it’s inevitable.

Robert De Niro nei panni di Wells, The Score

 

Sì, è così. Puoi avere tutto il talento del mondo ma se non lo canalizzi ti si ritorce contro. Molta gente ha sempre preferito avere una vita serena, e non ha mai pensato molto. Insomma, ha agito d’istinto senza tentennamenti o ripensamenti. Non calcolando mai le conseguenze delle loro scelleratezze e delle loro vili e spregevoli azioni. Probabilmente, son stati più calcolatori, non avevano grosse pretese e si sono adattati a una vita abbastanza normale, anche abbastanza piatta. Priva di sorprese, d’imprevisti, ma tutto sommato serena. Molti fanno così, la maggioranza. Accettano fin da subito le regole del gioco della vita che sono competitive solo all’apparenza, invero acquietano i dubbi, li seppelliscono sotto un mare di bugie e spesso se la raccontano perché, se non se la raccontassero, dovrebbero guardarsi allo specchio e indietro non tornerebbe loro un’immagine gradevole o accettabile.

E così si affonda nel porcile di massa, si viene a scoprire che tutto quello che avevi imparato serve davvero a poco nelle logiche affaristiche del mondo, dove bisogna sempre vendersi, presentare una maschera piacente, compiacente, ruffiana e diplomatica. Tacendo il vero o mentendolo per comodità, per avere maggiori comfort.

Ci sono poi gli illusi. Quelli ignoranti che pensano di conoscere la verità perché fino a quel momento se la sono sempre cavata e grossi guai non li hanno mai passati. Anzi, tutt’altro, più son stati stronzi e più hanno avuto sfacciata fortuna, questione di culo. Al che si son dati ai culi femminili dalla mattina alla sera e se la son goduta da matti, trattando gli altri come fuori di testa. D’altra parte, a che serve guardarsi un film di Paul Schrader se concepisci la vita come un divertimento di balli, bevute e puttan(at)e?

E poi ci sono i mitomani, i contafrottole, quelli che affabulano in continuazione, ingigantiscono gli accaduti più banali, li romanzano, li riempiono di meraviglia, tanto per prendere sempre per fessi il prossimo.

Ci sono quelli che prendono per i fondelli gli impiegatini, perché secondo loro sono metodici, noiosi, privi di creatività, modestamente anonimi. E ci sono quelli che si dichiarano comunisti solo a parole e nel concreto mandano a cagare chiunque appena non la pensa come loro. E rifiutano il confronto.

Poi c’è la pazzia “divertente” di massa. Al che i pornoattori sono i nuovi idoli, gli attori più bravi, non si sa perché, sono anche i più boni, e tutto scorre, fra un’altra partita di calcio e prenderla con filosofia.

Io sono un tipo noioso, credo sia giusto che lo sia.

 

– Ah sa, ho letto alcuni suoi scritti. Non si rammarichi, un giorno potrebbe perfino vincere il Nobel.

– Sì, e me lo metterò a brodo.

– Ma come… stamattina ha detto che è sexy.

– Sì, ma non ho l’indole del puttanazzone.

– E quindi?

– Quindi, vaffanculo.

– Guardi, secondo me il problema è che lei vede la vita in maniera distorta.

– No, no, la vedo sin troppo bene. Se lei abbisogna di un nuovo paio di occhiali, vada da Avanzi, i miei vanno benissimo.

 

 

 

 

di Stefano Falotico

Questa è la vita… la vostra vita


14 Mar

palombella rossa

Sì, a voi tutte queste serie televisive che, tolta qualcheduna, tanto vi coinvolgono, davvero vi piacciono così tanto? Avete rinunciato all’ebbrezza della vita per impasticcarvi di artificiali scemenze, di serie in cui il belloccio si fa la tipa ganza o stronza, poi viene tradito e cerca una rivalsa amorosa, al che pedina la sua amata perduta, lei lo denuncia, lui minaccia il suicidio, poi lei, mossa a compassione, ritorna fra le sue braccia, e si sposano. Aspettano un figlio ma, proprio quando lei gli dà la bella novella, lui le confessa che è stato con la sua migliore amica, al che riscoppia la tragedia. Lei dà di matto e chiama il suo avvocato, lui va a dormire dal suo amico per la pelle che gli dice che l’ospita a casa sua ma deve dirgli la verità. Si è fatto sua moglie. Si prendono a pugni, uno finisce al traumatologico, l’altro si sbronza e sviene. Il mattino seguente, le rispettive mogli tornano a consolarli, e fra i consolatori ci sono anche gli amanti delle amanti. In questo giro di corna, di cuori prostituiti, la gente con due euro in tasca tifa forsennatamente, si “emoziona” e un’altra giornata è andata a farsi fottere.

Al che, la tele-dipendente si reca poi su Facebook e vomita i suoi mal di pancia, sperando che un principe azzurro accorra in suo soccorso. Chiamano il 118, le “prescrivono” un TSO, i suoi amici si dispiacciono così tanto che sono al bar a brindare. La barista mostra le tette in un’exploit di “orgoglio” femminile e tutti i ragazzi in coro, “accorati”, intonano Miserere ad alto volume, alzando in alto i loro calici.

Quindi, tutti tornano alle loro vite. Sveglia alle sette, colazione dei “campioni” nutriente a base di fette biscottate con la marmellata e poi ad avvelenarsi con colleghi invidiosi, bulli prestati agli uffici delle scartoffie.

Un altro caso di ragazzo vessato dai suoi coetanei finito male “sciocca” l’opinione pubblica, la sciocca così tanto che il fascicolo “pericoloso” finisce nelle mani di burocrati che sbuffano e liquidano l’accaduto con una “severa” nota scolastica e dicendo fra sé e sé questa è la vita. Povero figliolo… vabbe’, donna, che c’è da mangiare stasera? Ah, che buon pesce fritto. Dai, zuccherina, che la vita è una merda ma il nostro stipendio ce l’abbiamo, che fuori si scannassero, che ce frega? Guarda, mogliettina, dopo la cenetta, facciamo una “cosa” veloce, stasera c’è il Milan nel ritorno di Europa League con l’Arsenal, imperdibile!

Al che La ruota delle meraviglie, campionario di banalità scontate fatte passare per Cinema di qualità, solo in Italia è stato apprezzato. Ci sarà un perché? Perché siamo un Paese di poeti, santi e navigatori? Perché possediamo un patrimonio culturale che l’America di Trump può solo invidiarci e abbiamo strumenti intellettivi migliori degli statunitensi? No, perché adoriamo i registi rincoglioniti che ci ricordano che la vita è rose e spine, che la tragicommedia umana va avanti sempre, e oggi ti capita il “giro” fortunato, domani un bagnino come “gingillo”, domani un’altra fregatura, e se la ragazzina crepa a chi importa? Povera sfigata… E avevamo bisogno di un Allen incolore nonostante le luci di Storaro per sapere che la vita non è solo fatta di calciatori rozzi alla Sturaro? Diciamocelo… checché vogliate appoggiarlo, è una mezza stronzata.

Abbiamo i grillini, gente che oramai ha perso tutto e crede davvero che il reddito di cittadinanza la renderà più tranquilla. E altre urla disperate, offese al prossimo che è un leghista, e il leghista che lega un “fancazzista” solo perché è un pentito fascista.

Al che, ecco che abbondano gli psicologi. Gente che campa sui “fenomeni” che la povera gente non riesce a spiegarsi e ha bisogno del “santone” che dia loro la caramellina digestiva. Sì, lo psicologo che prende platealmente per il culo, e si arricchisce alla faccia dei fessi che si erano illusi di salvarsi dietro quattro chiacchiere a vanvera. Soldi buttati nel cesso, pure quei pochi soldi vi siete sputtanati?!

 

 

Perché fiorire si può e si deve,

anche in mezzo al deserto.

Perché se le cose fragili come un fiore di ginestra lo sanno fare, anche noi siamo chiamati a fare altrettanto.

(Giacomo Leopardi)

 

Sì, una cagata buonista e “salutista” del Leopardi dopo che si masturbò pensando alla sua Silvia, e in quell’attimo euforico si sentì “svuotato” e buttò giù questa stupidaggine, questa insipidezza cosmica!

Un mio amico dice che sono troppo pessimista e che se io non credo che possa rifiorire… sì, continuerò a sfiorire.

Mah, di mio so che Leonardo DiCaprio prenderà venti milioni di dollari per Once Upon a Time in Hollywood.

Ho sempre interpretato la parte di un attore “decaduto” che adora gli spaghetti western. Ma vi fecero un festone alla Sharon Tate.

E dire che anch’io amo la vita. Per forza, se dici che questa società è immonda, lurida e porca, te la fanno piacere a botte di calci nelle palle. “Tiri” fatica?

 

– Ah, guarda, Falò, io voglio attorniarmi di gente felice, positiva.

– No, ami attorniarti di ritardati, che è una cosa diversa.

– Il ritardato sarai tu che non sai amare le cose semplici che la vita ha da offrirci.

– Ma sì, dai, beviamoci un Amaro Averna…

– Ma scusi, allora come dovremmo vivere?

– E che ne so io come si vive? Scusi, mi lasci vivere. Che vuole?

– Sa, mi spiace tanto. Deve averne passate tante.

– Ma che dice? Ma come parla? Passato cosa?

– Eh, le sono successe molte sfighe.

– A lei invece è andato tutto liscio?

– No, insomma, la mia vita non è stata certo rose e fiori, ma migliore della sua.

– Migliore della mia? Ma cosa dice?

– Dico la verità, sono realista.

– E lei che ne sa della mia verità?

– Suvvia, so che, insomma, ecco, vede non se la prenda.

– Io non me la prendo. Guardi, questa vita ipocrita se la prenda lei. E anche in culo!

 

 

Domani è un altro giorno, e su Instagram vanno forte le pornostar! Milioni di like?!

Ma non erano tutti comunisti, perbenisti e moralmente perfetti?

Almeno, io l’ho sempre detto che mi sparavo le seghe.

 

– Ah, Falotico. La sua è solo delusione

– Sì, è la sua è invece solo illusione.

– La vita è fatta di illusioni.

– Sì, e poi ci sono le inevitabili delusioni.

– Eh, ma è la vita.

– Guardi, continuo a fare il misantropo, a me sta bene così. Se a lei non sta bene, vada una festa e si ubriachi, poi si scopi il dentista. Andrà a far la settimana bianca a Cortina.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

 

Stephen Hawking: il più brutto “complimento” che può farvi una donna è di essere delle beautiful mind


14 Mar

A Beautiful Mind

Ora, quest’espressione è diventata celeberrima e usata spesso anche a sproposito dopo che quel retoricissimo film di Ron Howard è stato visto da mezzo mondo, vincendo Oscar immeritati. Si tratta di un tipo di Cinema a mio avviso indigesto, che appartiene a quel filone pseudo-buonista allineato ai canoni prevedibili e ruffiani della Hollywood più mainstream e paracula.

Insomma, è la storia di uno schizofrenico insopportabile, che tanto assomiglia al mio amico delle scuole medie, Torre, patito di matematica o solo “partito” già all’epoca, il quale vedo alle volte adesso alla fermata dell’autobus col sorriso da ebete nel prendere a calci le cartacce e gli scontrini che la gente butta sul marciapiede dopo che è andata nella tabaccheria adiacente. In poche parole, a forza di teorizzare sull’irrealtà intangibile, sulla metafisica scientifica, si è ammalato di “deficienza” palpabilissima tanto che, in maniera empirica, potremmo classificarlo come attuale buco nero insondabile della sua algebra neuronale abbastanza trigonometrica alla dementia praecox incurabile in maniera direttamente proporzionale al coefficiente di difficoltà del suo non scopare elevato alla non potenza al quadrato e anche al tonto.

Sì, è una stronzata cinica ma il Torre, dopo aver torreggiato come campione imbattibile di razionalità indiscutibile, tanto d’ascendere precocemente a genio da tutti stimato, almeno nel vicinato, dopo esser addivenuto ai misteri profondissimi dell’universo e averli sviscerati in teorie lodabili, non è stato “eccelso” con la sua anima e con il suo cor(po). Tanto che si è dimenticato davvero di vivere. E ora credo passi le sue serate a guardare tribune elettorali per sentirsi vivo e partecipe della vita sociale…

Ho detto tutto…

Voglio raccontarvi questo… non so se mi crederete ma io so che è un racconto sincero. Quindi ve lo espongo. Di bella esposizione e argomentazione che non fa una piega, non so se otterrò una cattedra a Cambridge per questo aneddoto così ben disaminato ma all’epoca ero un soggetto certamente da esaminare.

Mi ricordo che scrissi un libro e bazzicavo un sito d’incontri, Meetic. Al che, beccai, sì, ero già un “becchino”, ah ah, una della mia città che di cosce mi parve immediatamente “appetibile”. Sì, io bado al sodo. La faccia non era granché, a dire il vero, ma era buona…

Sfacciatamente, le scrissi in chat che volevo scoparla. Lei fece la timida e mi mandò a fare in culo.

Poi, il giorno dopo mi spedì una missiva in cui diceva di scusarsi per essere stata troppo dura con me e che la notte le avevo portato consiglio. E voleva assaggiare qualcosa di duro… perché le delusioni della sua vita l’avevano per troppo tempo “intenerita”.

All’epoca ero davvero matto e incosciente, sì, diciamocelo, ah ah, e non sapevo davvero a cosa andavo incontro. Lei mi aspettò vicino a una Porta del cazzo, non mi ricordo quale, di questa Bologna la grassa. Salì in macchina e io cominciai a girare avanti e indietro, in circolo “vizioso”, sui viali. Dopo circa mezz’ora di tragitto, in cui parlammo del bel tempo (sì, era primavera e l’aria era salubre) atmosferico e altre amenità “meteorologiche”, soprattutto di lei, con le escursioni termiche delle sue vampate, disse che stava avendo freddo e voleva essere “riscaldata”. Già, questa “signorina” con la minigonna, di punto in bianco, paonazza in volto ma decisa ad arrivare al dunque, dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi, nonostante fossimo entrambi seduti, se ne saltò fuori con…

 

– Se non ricordo male, l’altro giorno mi hai detto… voglio scoparti.

– Uhm, cos’ho detto?

– Sì, hai detto… hai detto proprio così… voglio scoparti. Be’, sai, non sarebbe male…

 

Adesso, qualsiasi persona “normale”, avrebbe svoltato, in ogni sen(s)o, lato B soprattutto, e si sarebbe diretta spedita verso qualche parcheggio un po’ “porchetto”.

 

Invece, io mi diressi nel punto in cui l’avevo caricata, e poi le dissi gentilmente di scendere. Anziché scaricarlo, la scaricai.

Lei si mise a ridere, quindi, prima di congedarsi mi disse che ero una beautiful mind.

 

Insomma, morale della favola e anche della fava, quasi tutte le donne sono zoccole.

E voi mi domanderete: ma perché scusa hai voluto incontrarla e le avevi scritto che volevi scopartela?

 

E io rispondo: perché fa parte del personaggio Falotico, uno che cazzeggia, giusto per il piacere di far passare il tempo.

Poi, rimanga fra noi, sì, aveva delle bellissime gambe, ma la faccia faceva proprio schifo.

Insomma, non era Jennifer Connelly. E poi, adesso come adesso, pure la Connelly è un cesso.

 

E questo per farvi capire che le donne dicono di amare gli uomini con un gran cervello ma, sì, quello che vogliono davvero è solo… l’u… ello? No, vogliono i soldi.

E infatti Nash era ricco sfondato. Che cazzo fregava a sua moglie se era malato di mente? Tanto la manteneva alla grande…

 

Fratelli della congrega, cosa avete dedotto da questa lezione di vita vera? Che la teoria è una cosa, la pratica è un paio di belle cosce.

Ah ah.

 

Impratichitevi e fatelo anche sui prati.

 

Sì, ci sono i geni come Hawking che non servono a niente, e i geni delle stronzate come me, che rendono la vita infinitamente più godibile.

 

 

 

di Stefano Falotico

Piccolo grande uomo, muore Stephen Hawking e io mi sento sempre più astrofisico dello spazio-tempo


14 Mar

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Più passa il tempo e più sono convinto che si diventi geni, non si nasce geni, bensì la particolarità, l’unicità della nostra vita ci permette di acquisire conoscenze, di esperire informazioni che, per la loro irripetibilità, fanno sì che veniamo proclamati geni. Insomma, il genio non è qualcosa di genetico…

Stephen Hawking è morto, è stato l’astrofisico e il matematico più rivoluzionario dopo Einstein. Su questo non ci piove. Quindi un genio nel suo campo, imbattibile, un mostro… d’intelligenza “quantistica”, un uomo che ci ha mostrato la vita nella sua essenza, l’inventore della Teoria del Tutto, o perlomeno uno dei suoi più strenui propugnatori, uno scopritore della materia celeste del suo cervello sconfinato.

Ma Hawking diventa un genio perché dall’età di 13 anni, quando in quel periodo tutti i suoi coetanei “normali” imparano ad avere dimestichezza con i primi, forti turbamenti sessuali, ad approcciarsi corporalmente al prossimo, a sentire scorrere il sangue virulento delle passioni adolescenziali, viene progressivamente, in maniera devastante invalidato dalla sua malattia distrofica, atrofizzante. Una malattia che lo annienterà a livello fisico tanto da costringerlo a diventare un fisico…

E, visto che doveva stare sempre sulla sedia a rotelle e non poteva divertirsi come tutti i suoi simili, non poteva fare sesso e non poteva godere appieno delle gioie copulatrici che la vita offre ai “sani” e ai normodotati, aveva inesorabilmente due scelte: o suicidarsi oppure guardare il mondo da un’altra prospettiva, studiando il cosmo, seguendo l’“orbita planetaria” della sua “relatività”. E non si è mai abbattuto, non ha permesso che la sua malattia gl’impedisse di amare, a suo modo, la vita.

Lo so, è limitativo ridurre Hawking a questo spettro “diagnostico”, è brutale, cinico e tristissimo. Ma che vi piaccia o meno è la verità. Com’è vero che Andrea Bocelli è diventato un soprano-mezzo tenore perché ha dovuto sviluppare la sua voce, dato che è cieco dalla nascita.

La vita è fatta di attitudini, di naturali predisposizioni, di essere portati a essere quella “cosa” lì. Di circostanze, di traumi, di strade.

A me dissero che nessuno aveva saputo indirizzarmi in un determinato “percorso” formativo ed era ovvio che poi sbandassi, e io invece ringrazio iddio, sebbene come Hawking sia profondamente ateo, che ciò sia avvenuto.

Perché se oggi scrivo e guardo la vita in e per altri orizzonti, se non mi limito alle apparenze ma continuo a indagare e a esplorare le parti ignote, i “buchi neri” di me e del prossimo, lo devo proprio alla mia crescita “anomala”, diversa. Non fraintendetemi, posso garantire che fisica-mente le donne di me sono soddisfatte… è una diversità percettiva, non corporea.

Se mi fossi instradato alla presunta, oscena “normalità”, fatta di professorini bigotti che son contenti solo se i loro studenti deficienti ripetono la pappardella a memoria, se mi fossi attenuto a essere il “bravo” figlio che è prodigo dietro la maschera di ragazzo perbene e poi in verità è un porcello che prende per il culo gli handicappati, gli omosessuali, le ragazze e dice di amare l’Arte e il Cinema perché così, agli occhi altrui, si può celare dietro un’immagine di “figo” in gamba, be’, vi sareste persi il Falotico.

Avreste avuto una comune mezzasega, banalotta, che parla per frasi fatte, che classifica gli altri perché non riesce a risolvere i suoi conflitti interiori, un “agguerrito” uomo di massa per accelerazione di gravità… godereccia, carnascialesca, la cui vita sarebbe stata impostata solo sui soldi, su valori futili e illusori, sulle leccate, sull’arrivismo, sull’esteriorità, sulla sembianza, sulla parvenza, insomma sulla schifezza.

Sono greve? Sono pesante? Sono un atomo impazzito? Eppure la mia fantasia non ha limiti, è infinito…

E, con buona pace dei miei detrattori, sono anche sexy. Mi spiace per loro.

 

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di Stefano Falotico

Non tutti nascono lord, Animali fantastici e dove trovarli, Sarri docet


13 Mar

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Ecco, il mitico allenatore del Napoli, Sarri, dopo il pareggio con l’Inter e la batosta subita in casa con la Roma, ha perso il primato in classifica, essendo stato sorpassato dalla solita Juventus, ma non mi fa cambiare idea sul suo conto: rimane un primate, sì, un essere scimmiesco che si mette le dita nel naso e risponde con una cafonaggine degna del più “brillante” personaggio del Bagaglino.

Una giornalista gli chiede se, dopo il pareggio coi nerazzurri, non crede che lo Scudetto sia seriamente compromesso. Una domanda spontanea, come da copione, posta però in maniera gentile, certo maliziosa, ma ci sta. Non mi dicesse che un lupone di mare come lui, esperto di tatticismo ma di poco tatto, non era pronto a una provocazione di questo tipo. No, Sarri viene colto da paralisi facciale, rimane interdetto, come si suol dire, riflette pensieroso, quindi con la mano sul mento replica… sei una donna, carina… e non ti mando a fare in culo solo per questo.

Sì, un uomo “purissimo” alla Redmayne, d’altronde lui conosce la teoria del lutto…

Sì, un esemplare di “animale” del nostro zoo italico, fatto di bestiali uomini suscettibili e dalle maniere davvero “eleganti”.

Ben gli sta che perda lo Scudetto. La Juve non mi sta simpaticissima, ma come si fa a tifare per uno che aveva Giaccherini, un fantasista prelibato, e l’ha tenuto in panchina per due anni?

E forza Bologna! Città di “Asinelli” ma meno vesuviana di questo toscano con la panzona.

 

Un uomo Silente il Sarri. Ah ah.

di Stefano Falotico

 

 

Sarri Napoli

L’uomo senza età, ex calciatore scalciato, scansato, scalognato o solo illuminato


13 Mar

Falotico Calcio Scuola Calcio Bologna Anleri

Io ve lo dico qua e non sono potete smentirvi, in quanto voi mentite e io ho una mente che rammenta con stile personale, che poi rimembri con esattezza non lo so. Quel che so è che sono sempre onesto nell’espoliazione del mio cuore, sì, lo sfrutto, lo impoverisco quando mi va e dunque di emozioni fantasiose lo arricchisco infinitamente, nel mostrarlo per com’è nell’attimo in cui lo metto a nudo e lo offro disinteressatamente alle empatie altrui.

Sì, potete girare tutto il mondo e un tipo come me non l’incontrerete mai. Col passare degli anni, la gente “normale” s’involgarisce, si svende e mercifica la propria anima, nell’inseguimento van(esi)o di gioie frivole, e son ossessionati tutti dal loro egoismo, edonismo, e accentrano la realtà unicamente in base ai loro interessi. Ora, qualcuno si è turbato… ma roba da matti, che su Instagram abbia postato dei video banalissimi in cui mi soffermo su elementi della mia casa, in modo warholiano, da Cinema verità, famigliare e intimistico. Sono squarci del mio lunatico rimembrare, accasciarmi ancora nelle nostalgiche mie memorie e sorridere con voracità laconica dinanzi al mio fantasmatico passeggiar in un mondo già imbrunito e troppo induritosi. Che vi è di male? Sempre meglio che postare foto con le linguacce, in cui tutti fanno il verso soprattutto a sé stessi, o peggio come manichini si dilettano con gusto discutibile in pose plastiche di sfacciata volgarità. Esibendo i loro tronfi corpi e ritraendosi attraverso selfie patetici, perpetrano un crimine nei confronti della dignità di sé stessi. Dandosi alla macelleria delle loro anime, pur di ricevere in cambio qualche insulso, inutilissimo Mi piace che li rallegra per i loro 15 minuti di “soddisfazioni” sciocche e vanitose.

Io e gran parte del mondo siamo agli antipodi, viaggiamo su linee psico-emotive diverse. Quasi tutti, la maggioranza, son presi dal fare soldi, son arrivisti, sarcastici, cinici, campano sulle sfighe altrui, ne traggono vantaggi e anche osceno giovamento. Beati gli stronzi…

Che poi forse non è neanche così. Diciamo che siamo soltanto diversi e basta. La domanda che, ripetutamente, in modo assillante, sfiancante, asfissiante, che mi viene sempre posta è: ma lei cosa vuole dalla vita? Come tutte le persone con un’età anagrafica (im)precisa, ma buona solo a livello burocratico, invero variabile, perché oggi sono un pagliaccio e domani un filosofo, oggi uno sportivo e domani un sedentario pigrissimo, oggi un asceta e domani un assatanato, per molti mesi in branda e in alcuni giorni come Marlon Brando, volteggio nel mio tempo ritrovato, senza sosta.

Una donna mi scrive che da tempo mi segue e questi miei ultimi post l’hanno inquietata perché, nel “verismo” di queste mie foto e di video ermetici, secondo lei trasmetto un’idea di tristezza.

Questa storia della tristezza non l’ho mai capita. Uno è sé stesso e fai tristezza, ti omologhi e ti dicono la stessa cosa. Mi spiace dare un’impressione di me sbagliata. Sì, io sono molte volte triste, è perché penso, rifletto, su tante cose polemizzo com’è giusto e sano faccia chi non è una scimmia o ancora non si è orrendamente adattato all’andazzo lercio e stupidino della massa caciarona e ciarliera, frenetica e bastarda. Malata di sesso e di vanità. Di pettegolezzi, invidie, piccinerie e che se vole bene davanti e poi dietro si accoltella e fotte.

Sì, potete vedere il volto del mio ex allenatore di Calcio di quando ero bambino, anche se bambini restiamo sempre nonostante facciamo gli adulti, tale Anleri, crapa pelata, carattere severo e preparatore atletico amante della diligenza e del sacrificio. In poche parole, una testa di cazzo.

Poco fa, ha suonato il postino al citofono. Gli ho chiesto di salire perché ero in accappatoio. E lui, con far secco, mi ha detto che non sarebbe salito neanche se l’avessi pagato.  No, dico, ognuno ha i suoi cazzi… Valli a capire.

Ah, la gente parla sempre e racconta falsità… Ma chi è questo giovanissimo calciatore del Bologna? È Falotico? Incredibile!

Ah, lo sport preferito dagli italiani piccolo-borghesi non è il Calcio. Pasolini era un fanatico di Calcio. Lo sport preferito è voler coglionare le persone in gamba e far loro cattivissimi, vergognosi sgambetti.

 

E la vita allora non è più un gioco, gagliardo, simpatico, innocente e che ama i fraseggi tra compagni di squadra, ma una lotta individuale, immonda e da far spavento.

E il grande Pelé fa una rovesciata-sforbiciata immensa e anche il più porco nazista applaude.

von sydow

 

di Stefano Falotico

Loro, il teaser trailer del nuovo film di Stefano Falotico, altro che Berlusconi


13 Mar

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Ma te che cosa ti aspettavi? Di essere l’uomo più bello d’Italia, di fare lo scrittore autarchico che non lavora e che semmai vince il Nobel, e che tutte le donne ti amassero alla follia?

Sì, IO MI ASPETTAVO PROPRIO QUESTOroc402

E poi dicono che i giovani sono sfaticati e perdigiorno… ritratto di un’Italia falsa e demagogica, facciamoci p(r)eti


12 Mar

Mission

Eh sì, un tempo credevo che più fossi andato avanti nella vita e più avrei vissuto serenamente. Stabilizzandomi economicamente e rallegrandomi di più, dopo tanti bui, anche faceti e solipsistici, patetici e vittimistici della mia balzana adolescenza. A proposito… ma io ho avuto un’adolescenza? Che io mi ricordi sì, anche se definirla eccentrica… peccherei nel romanzarla.

Ma comunque sia… la situazione socio-lavorativa qui stenta a cambiare, nonostante i miei mille propositi, il mio scervellarmi, arrovellarmi, incaponirmi giustamente che esista una vita moralmente retta e integerrima che possa soddisfarmi. Sì, sono tra quei “fessi” che credono ostinatamente che far soldi significhi far valere le proprie risorse, darsi a una passione, semmai intellettiva, per cui prodigarsi… la chiamano “mission”…

Ora, pausa di riflessione, catartica e redentiva come Mendoza in Mission, appunto, di Roland Joffé.

Questo De Niro sgualcito, inedito, che ammazza scelleratamente suo fratello perché si è scopato sua moglie, e da allora non riesce a darsi pace e vive di un senso di colpa inestinguibile. E si punisce, poi come nelle fatiche di Sisifo scala una montagna con un fardello e, arrivato alla cima, si lascia andare giù, come se la sua espiazione non avesse mai fine. Fine condanna mai.

Quindi, dopo l’ennesima scalata (quando si dice… quello ha fatto passi da gigante, è riuscito a scalare una montagna… ma è sempre al punto di partenza), si ferma e scoppia a piangere. E nel suo gesto puro vi è qualcosa di meraviglioso, finalmente comprende che indietro non può tornare ma può cambiare vita. E si fa abbracciare dai fratelli, con Jeremy Irons che lo accoglie e la musica di Morricone che, altissima, s’innalza a sua avvenuta salvazione.

Un film che, nonostante se ne dica, rimane bellissimo e anche commovente. Fu candidato a molti Oscar e non ho mai capito perché snobbarono le prove di Irons e De Niro. Ma una spiegazione me la sono data. Visto che non potevano candidare solo uno, altrimenti avrebbero fatto torto all’altro, hanno escluso entrambi. Bella porcata… Il film alla fine vinse una sola statuetta, per la splendida fotografia di Chris Menges, che aveva vinto due anni prima per Urla del silenzio, sempre di Joffé.

Poi, ci siamo persi Joffé, anche se il suo nuovo The Forgiven con un grande Eric Bana non sembra malissimo.

Ma che c’entra tutto questo? Non lo so…

Fatto sta che l’altro giorno ricevo una risposta… un sito alquanto pregiato di news mi dice che hanno accettato la mia candidatura come articolista, poi io dico ok, va bene, da domani allora possiamo iniziare? E silenzio di tomba, non si fanno più vivi e scompaiono nel nulla.

Al che sempre si arranca, fra qualche collaborazione, libri che rendono poco, le solite macellerie della gente, e avvocatesse da diecimila euro al mese che, oltre a non dartela, ti trattano come uno scarafaggio.

Ma questa è la vita. Oramai, come si suol dire, ci ho fatto il callo.

Ah, le calli veneziane, ove i giovani possono innamorarsi felicemente e sognare di approdare al mare lindo e sconfinato… Sì, ho visto tanti giovani con grandi ideali di amore puro e fraterno che, dopo mille delusioni, avendo smarrito ogni ambizione, sempre fustigata, castigata, inculata, oramai vanno in giro per Via Indipendenza e, appena passa una bella donna con un bel culo, fischiettano, urlando Vieni qua che ti faccio vedere io…

Piuttosto che ridurmi così, preferisco fumare due pacchetti di sigarette al giorno. Anche tre… più dieci caffè. Tempo previsto per oggi: sereno variabile con qualche pioggia e sprazzi di Sole tra nuvole grigie.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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