Posts Tagged ‘Joaquin Phoenix’

Per tutta la vita ho pensato di essere uno sfigato come JOKER, ho scoperto di essere BRUCE WAYNE, ogni CATWOMAN mi vuole


15 Oct

batman forever batman keaton borotalco verdone

BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

Ma ciò, anziché farmi piacere, mi duole. Sì, è una bella responsabilità.

È meglio non piacere alle donne. Almeno, puoi continuare a vivere sottoterra come Birdman.

Sì, avevo perimetrato la mia struttura mentale all’idea di essere un in(s)etto, un uomo infettatosi del male di vivere, un uomo dostoevskijano come Travis Bickle di Taxi Driver.

Un essere straniero alla Albert Camus, un ectoplasma, un mezzo voyeur come James Spader de L’uomo senza ombra.

Sì, sono sempre stato fanatico di Elisabeth Shue. Credo che sia a tutt’oggi una bionda che vale il prezzo del biglietto più di Michelle Pfeiffer e di Kim Basinger dei tempi d’oro.

Guardatela in The Boys, ragazzi, e capirete che non ha niente da invidiare a milf come Brandi Love.

Sì, secondo me, Elisabeth ha sbagliato industria cinematografica a Los Angeles. Anziché essere (non) accreditata in City of Angels, avrebbe dovuto essere una delle attrici preferite delle video productions di ArchAngel.

Come attrice, a parte qualche picco recitativo quasi da Oscar (vedi Via da Las Vegas), non ha mai spiccato il volo come un pipistrello nella notte.

Sì, è sempre stata considerata, malgrado alcune sue notevoli prove, un’attrice di secondo piano.

Invece, è una che appena la vedi, i tuoi ormoni prendono l’ascensore.

Volano, per l’appunto, alle stelle.

Va detto che è un po’ invecchiata e quelle forme armoniosamente formose, sensualmente muscolose e illanguidenti ogni uomo eterosessuale potente, esibite in Palmetto, sono sdilinquite in un viso grinzoso e in un lifting sospetto.

Ora, prendiamo Ralph Macchio di Karate Kid. Secondo me, tutto il culo che si fa per vincere domani, per l’appunto, con tanto di colpo della gru e “dai la cera, togli la cera”, fu proteso per conquistare Elisabeth.

M’assomiglia. In terza media, andavo matto per una ragazza. Che, come Elisabeth, aveva i capelli biondo platino.

Studiavo solo per fare bella figura con lei. A lei, tutto sommato, piacevo. Infatti, una volta mi chiese di accompagnarla a casa.

Ma le risposi che preferivo riguardarmi la scena di Link in cui la scimmia osserva il nudo estasiante di Elisabeth Shue.

Ah, la mia adolescenza non esistette. Mentre tutti i miei coetanei se la tiravano da fighi alla Tom Cruise di Cocktail, io rivedevo sino allo sfinimento Ritorno al futuro – Parte II.

M’oscurai nella notte più profonda. Fu tutto un Effetto black out.

Sì, mi purificai talmente tanto, mi castigai in maniera così disumana che fui scambiato per un santo.

No, non The Saint/Val Kilmer. Anche se Val fu pure Batman.

Fui davvero un Harry a pezzi.

Sì, fui scambiato per Dakota Fanning di Nascosto nel buio. Mi costrinsero a delle cure psichiatriche. Ma scoprii che il mio dottore soffriva di doppia personalità. Un Bob De Niro uguale ad Anthony Perkins di Psycho.

Sì, si spacciava per educatore ma invero a me chiedeva la parcella, invece alle disperate, giovani ragazze bionde amorevoli, forse diplomatesi al magistrale ma senza lavoro, offriva il suo porcello.

Loro piangevano, riempiendo fazzoletti della Kleenex, lui le ascoltava per poi sentirle robustamente con una consolazione buonista di vero transfert empatico. Soprattutto verso le più bone, si dimostrava un filantropo come Brett Cullen/Thomas Wayne. Ah ah.

Ecco, io, dopo aver assistito a tutto questo porcile, a quest’ipocrisia del sistema, a questo lerciume, a questa corruzione, dovrei fare come Arthur Fleck/Joker e ribellarmi, dando di matto scriteriatamente, oppure devo essere duro e resistere, vendicandomi poi sottilmente in maniera machiavellica alla pari di Bruce Willis de Il giustiziere della notte – Death Wish?

Ma no. Non facciamo casini. Meglio essere Bruce Wayne.

Sono praticamente uguale a lui. Essere cupo ed elegante che si fa servire e riverire da ogni donna galante, ha la Batmobile ficcante, in verità una Punto usata della Fiat, e ancora una casa di Big Jim, regalo della mia infanzia dorata, adora coccolare ogni Barbie e gli piace Anne Hathaway.

Insomma, ci troviamo sinceramente di fronte a una delle più grandi tragicommedie della storia.

Prendiamola a ridere.

O con ponderata filosofia, come si suol dire.

Diciamo piuttosto che, da qualche mese, fra me e una donna stupenda s’è instaurato un certo feeling, che mi crediate o no.

Lei continua a sostenere che io sia un bell’uomo ma dice che dovrei smetterla di vergognarmi di esserlo. Asserisce, infatti, che pare che me ne faccia una colpa.

No, ammesso che sia un bell’uomo, ho adorato Joker alla follia ma solitamente disprezzo i cinecomic.

Poiché sono realista. Non sono ricco come Iron Man.

E, in tutta onestà, per quanto sia gradevole questa storia fra me e costei, so che non potrà durare molto.

Sì, sono l’unico Batman della storia che non può permetterle una villa col maggiordomo.

Eh già, nonostante quasi tutti si credano machi edonisti e infallibili supereroi cazzuti, io non uso né trucchi né maschere, neppure creme di bellezza o effetti decorativi per definire il contorno occhi.

Sono un uomo al Borotalco.

Se non vi piaccio, vi pago perfino l’abbonamento in palestra, basta che non mi rompiate più i coglioni.

Sì, se fossi realmente Batman, mi annoierei a morte. Diverrei uno stronzo tristissimo come Ugo Tognazzi di Amici miei o, peggio, un cretino come Christian De Sica di Compagni di scuola.

Ma se devo dirla tutta, qui non è il paradiso, all’inferno delle verità io mento col sorriso?

No, non ho mai mentito in vita mia. Ed è questa la cosa mostruosa.

Questo qui, accanto al mio letto, è il mio migliore amico. Ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

 

shue nascosto nel buio punisher

Prima degli Oscar, vi sono i Golden Globe(s): le mie previsioni dei possibili candidati come BEST ACTOR


11 Oct

driver marriage story banderas dolor y gloria pryce due papi

La lotta sarà principalmente fra De Niro e Phoenix. Infatti, non li ho inseriti in foto, ah ah.

 

di Stefano Falotico

JOKER: lo Youtuber MATIOSKI, critico distinto, in tal CASO si fa prendere dai peggiori istinti e le spara grosse da “villain”


09 Oct

joker phoenixQuasi sempre impeccabile e critico, ripeto, egregio e distinto, stavolta di troppo istinto ha cannato tutto sul film di Phillips, perdendo la testa, apparendomi leggermente arrugginito, cioè stanco.

Sì, questo è il video “incriminato” ove Mattia Pozzoli, classe ‘88, in arte Matioski, ha affermato con boria, sì, signorile ma un po’ indubbiamente fanfarona, che una puntata di Criminal Minds vale più delle due ore del Leone d’oro di quest’anno, ovvero Joker.

La sua ottimamente argomentata, soventemente pacata eppur al contempo agguerrita e feroce invettiva superba, inizia, dopo un preambolo superfluo e didascalico, tedioso e inascoltabile, dopo le sue stronzate su Scorsese (30:50), al min.1:02:02 quando Mattia, alla maniera di Joaquin Phoenix di Her, cioè aggiustandosi gli occhiali ogni 30 secondi, similmente a Vittorio Sgarbi dei bei tempi quando si tirava su il ciuffo ogni tre parole, definisce la pellicola di Phillips estremamente banale.

Asserendo, ripetutamente, che il film non solo è quasi totalmente difettoso, bensì è un filmico problema toutcourt e soffre di problematiche irrisolvibili più dell’irrisolta psicopatologia non ben definita di Arthur Fleck.

Secondo Mattia, Arthur è caratterizzato di troppi cliché e manca solo il padre violento e alcolizzato per completare il quadro di sfighe e insuperati traumi insuperabili.

Come si suol dire, la ciliegina sulla torta per completare la distruzione psicologica di Fleck, dopo troppe ricevute torte in faccia, metaforicamente parlando, e troppi imperdonabili, subiti torti da parte di stronzi che, solo in branco, si fanno forti.

La cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso. Cosicché Fleck, dopo aver oramai da una vita recitato la parte di Pinocchio, facendosi dunque crescere il naso nel mentire a sé stesso pur di rimanere innocuo, si fa crescere esageratamente le palle e diventa Mangiafuoco, vale a dire un orco.

Chiariamoci, quando sento dire che certe delicatissime tematiche andrebbero approfondite, rispondo sempre: guardate che l’Alma Mater Studiorum della facoltà di Psichiatria è aperta a tutti, basta versare la tassa universitaria e applicarsi con metodo.

I film offrono una panoramica, non pretendono di essere i progenitori di nuove teorie freudiane.

Una volta laureativi con tanto di Master, eh già, potrete praticare la professione di curatori dell’anima. Se v’assumono al pubblico, dovrete dar retta però alle direttive dei superiori. Soggiacendo a ordini istruttori non so quanto istruttivi, credo invero solamente distruttivi.

Perciò, anche se un vostro paziente, con gli psicofarmaci da voi prescrittigli, sta malissimo e umanamente v’azzarderete a sperimentare nuove posologie e dosi miracolose come fa Robin Williams di Risvegli, il direttore preferirà continuare tradizionalmente a imbottire i malati. Obbligando i suoi dipendenti a perseverare nello psicofisico massacro.

Mel Brooks di Alta tensione docet.

Sì, la psichiatria è sostanzialmente inutile. La percentuale delle persone ammalatesi di psichiche patologie, eh già, purtroppo non si riprende più. Se ne salva solo una ogni morte di papa…

Infatti, chi si salva, avendo però nel frattempo perso tutto, ha tre possibilità che gli si parano dinanzi: si ammazza, per troppa rabbia qualcuno ammazza oppure si dà a Radio Maria e, d’estate, anziché asciugarlo alle bagnanti di Riccione, va a Lourdes, intingendo soltanto la marina, no, la manina.

Verrà considerata una persona speciale e le belle fighe gli diranno: che Dio ti benedica…

Perché mai il direttore psichiatrico compie queste oscene castrazioni?

Poiché è spaventato dagli esperimenti. Meglio, secondo lui, che i pazienti, semplicemente impazienti di vita loro perennemente castigata, restino dementi.

Sì, pur di non correre il rischio che diventino Joker, li reprime, togliendolo loro pure la pazzia (in)felice e la purezza esistenzialista alla Fleck. Ah, complimenti…

Al che, ridestatisi dal torpore neuro-letargico, indotto dalle violenti, compressive sedazioni, questi (im)pazienti, anziché incazzarsi a morte, propenderanno intellettualmente per la sublimazione, elevandosi spiritualmente da saggi come Gandhi.

Almeno sulla montagna, un porno lo puoi vedere, c’è l’ADSL anche sull’Everest.

Se invece stai a San Pietro, non lo vedo molto duro ma molto dura come la roccia de La pietà di Michelangelo. Ah ah. Anche se qualcuno la scappellò, no, di scalpello e martellino riuscì a scalfirla…

Ah, non hanno scelta. Fra l’altro, non hanno nemmeno soldi.

Che cazzo possono fare? Davvero i Joker? Sì, così se furono dimessi una volta dal manicomio, la seconda volta finiranno all’ergastolo.

Come no? Ah ah.

Insomma, MATIOSKI è un grande forse come Charles Bukowski ma ultimamente sta sparando parecchie stronzate quasi losche.

Passi quindi la sua critica a Scorsese, lo perdono, passi anche la sua stroncatura a Joker, è il suo punto di vista, condivisibile o meno, ma ci sta.

Ma se Scorsese vincerà il suo secondo Oscar come Miglior Regista per The Irishman, come assai probabilmente accadrà, e se invece Joker vincerà per la Sceneggiatura, non è che in un possibile sequel della pellicola di Phillips, vedremo lui nella parte di Catwoman?

Ah, secondo me, sì. Della serie, non televisiva: cane che abbaia non morde ma, se abbaia senza motivo, un giorno miagolerà come una micina tanto carina…

Ovviamente, caro Mattia, si scherza.

Guarda che se non stai allo scherzo, Arthur Fleck sei tu. Eh eh.

Ma so che tu, anche se ci sei andato giù pesante, sai scherzare.

Dunque, ora ti propongo un balletto come quello di Joker.

Non sparare altre cazzate altrimenti scenderai le scale ma non vi sarà nessuna musica rock assai figa che ti salverà dalla figura di merda pazzesca.

Poi, perché chiami gli spettatori giovani dei giovinastri?

A parte gli scherzi, sei del 1988 ma a sentirti parlare, cazzo, sembri molto più vecchio di zio Marty.

Non te la prendere ma pari uno da Circolo ARCI.

Forza, mancano tre giorni a sabato sera.

Matioski, voglio vederti ballare come John Travolta. Dai, dai.

 

di Stefano Falotico

Le teorie sul finale e la trama di JOKER: Arthur Fleck si è inventato tutto?


08 Oct

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Le mie previsioni per gli Oscar con tanto di racconto vero da JOKER, intitolato Le crisi di gelosia incontenibili di un uomo morboso, forse solo morbido, moribondo oppure durissimo


07 Oct

Preambolo polemico, incazzato in ogni senso, anche ero(t)ico

Allora, chiariamoci molto bene, fringuelli.

Avete letto che ha detto Michael Moore a proposito di Joker?

Il pericolo maggiore per la società è se non lo vedete.

A questo link Facebook trovate tutta la sua disamina completa:

https://www.facebook.com/mmflint/posts/10156278766436857

Se non conoscete l’inglese, recatevi su Google, cercate il traduttore, copia-incollate il testo nell’apposito spazio a sinistra, quindi cliccate su traduci in italiano sopra il rettangolo a destra.

La traduzione non sarà perfetta ma se non capite, nonostante qualche termine non tradotto in maniera purista, andate da un analista, da un oculista ma soprattutto dovete comprendere che avete non solo gli occhi di Al Pacino di Scent of a Woman, bensì necessitate quanto prima di un centro di salute mentale affinché uno bravo vi spolveri le lenti del cervello.

Sì, ho capito. Siete voi, i miopi ocularmente parlando e metaforicamente, eufemisticamente additandovi, che distorceste il film di Todd Phillips a fini puramente strumentali. Definendolo populista, facinoroso, pericoloso!

Ah, ma voi siete come quello psichiatra fuori di zucca che, tanti anni fa, mi diagnosticò “socialmente inadatto” poiché io non sono un figlio di puttana come quei tre manigoldi che aggrediscono il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, lo ammetto, sono sensibile, a volte rido senza motivo. Voi invece ridete coi cine-panettoni ma non siete mai autoironici. Vi prendete troppo sul serio.

Vi credete tutti luminari, per l’appunto psicologi dei sentimenti altrui, pedagogizzate il prossimo poiché, così facendo, esorcizzate le vostre peggiori paure esistenziali, proiettandole a chicchessia.

Per farlo sentire infelice, per demoralizzarlo, affinché possiate svilirlo. E, mortificandolo, gioite. Ah, bella roba. Non siete dei moralizzatori, siete in verità dei demolitori, degli untori, vi credete uomini forti come un toro ma la vostra anima, da tempo immemorabile, è oramai andata in vacca. Fidatevi…

Sì, voi, oltre che malati nelle iridi, dovreste cambiare gli occhiali della vostra visione non solo politica della realtà, dunque necessitate di un cardiologo delle vostre emozioni. I vostri cuori sono spenti. Pompano solo quando vedete una milf pornoattrice e sognate che vi faccia un pompo…

Allora sì che il sangue scorre. E, vulcanici, esplodete! Ah ah.

Ma, nella vita davvero reale e sentita, un cazzo provate. Siete già bruciati all’inferno, inariditi totalmente. Abbiate fede. Almeno, se credete in dio, potete illudervi di redimervi. Ah ah.

Comunque, Michael è un grande ma a Michael preferisco Demi Moore.

Quella di Rivelazioni è violenta, sì, una donna che violentò sessualmente Michael Douglas. Cristo, che forza questa donna. Capito? Per inserire il subalterno Michael a una carica promozionale più potente, lo costringe a inserirglielo. Che palle, che femminista cazzuta! Ah ah.

Erano, su per giù, i tempi di Basic Instinct e Michael all’epoca, prima di essersi spompato con Catherine Zeta-Jones, tant’è che gli venne il Cancro alla gola profonda, ah ah, sapeva domare e dominare Sharon Stone. Mica pizza e fichi, mica una qualsiasi figa d’India venduta al mercato ortofrutticolo assieme al kebab.

Insomma, parliamo di Sharon al top della sua topa.

Sapete che cosa siete diventati? Sì, siete uguali a William Baldwin di Sliver. Ah ah.

Una società di guardoni, di maniaci che si fanno sempre i cazzi altrui e giudicano. Sì, dall’al(i)to dell’attico dei loro privilegi.

Ma che volete sindacare? Ma che volete indagare?

Per esempio, voi non sapeste mai che su Demi Moore di Striptease consumai ardimentosamente varie nottate essiccanti. Sì, indubbiamente in questo film, eh già, Demi è una facile forte ma, va detto e ammesso, speravo di santificarglielo. Ah ah.

Sì, arsi di passioni masturbatorie potentissime. Così virulenti, sanguigne e romanticamente spinte che dimagrii (in)tangibilmente. Sino a eclissarmi nella notte come Patrick Swayze di Ghost. Ah ah.

 

Parte seconda, l’Oscar se lo battono JokerThe Irishman e Richard Jewell. Invece, io me ne sbatto…

Secondo i calcoli renali, devo andare dall’andrologo. Sì, dall’andrologo non si va solamente per problemi erettivi. Non ho problemi di nessun cazzo in fallo, no, in fatto di questo.

Si va anche per problemi urinari. A causa d’una cattiva dieta, per colpa di cibi alimentari d’una donna culinaria dal grosso e bel culo, da un po’ di tempo a questa parte, il mio membro non serve solo per pisciare.

Eh no, sta svolgendo pienamente, non penosamente, pene d’amore bestiali.

Sì, sono un uomo che patisce. Ma soprattutto sono geloso. Non so se abbiate mai visto il mio video su YouTube chiamato Il Joker ha mai avuto una ragazza?

Non sto a raccontarvi le crisi di rabbia e gelosia fra me e lei, altrimenti chiamereste la neuro.

Lei mi chiamava a tarda notte per sincerarsi che non stessi con un’altra:

– Stefano, che fai? Stai dormendo?

– No, se sto rispondendo, significa che non dormo, al momento.

– C’è qualcuna accanto a te? Dimmi la verità?

– No, non c’è una. Ce ne sono tre.

– Oddio, ti ammazzo!

 

Ma succedeva anche il contrario.

– Amore, ho notato che tutti i condomini maschi del tuo palazzo ti salutano in maniera ruffiana, sono gentilissimi con te. Come mai?

– Vogliono tutti scoparmi.

– Capisco. Come mai invece quello del secondo piano non ti saluta mai?

– Non ne ha bisogno. È quello che mi scopo/a.

– Oddio, ora le suono sia a te che a lui.

 

A parte le goliardate, comunque verissime, purtroppo, toglietemi la maschera e farete la stessa faccia di Joaquin Phoenix nel finale de Il gladiatore

Secondo gli alligatori, no, allibratori specializzati, Joker potrebbe essere candidato per la migliore sceneggiatura NON originale. Voi non fate il pianto del coccodrillo poiché io sono un mandrillo mentre voi siete dei citrulli. È una sottile differenza.

Non originale? Ma che significa?

La cinquina dei migliori attori sarà la seguente:

JOAQUIN PHOENIX – JOKER

ROBERT DE NIRO – THE IRISHMAN

ANTONIO BANDERAS – DOLOR Y GLORIA

JONATHAN PRYCE –THE TWO POPES

ADAM DRIVER – MARRIAGE STORY

 

Sì, la vita di Joker e la mia sono come la semifinale fra la nostra Italia e la Germania.

Tutti i nazisti crucchi partirono all’attacco ma poi ecco che arrivò un Genius alla Del Piero.

Un tiro così non lo prende nessuno.

E ora andrò pure a vedermi The Irishman alla Festa del Cinema di Roma!

Se siete invidiosi, siete pericolosi.

 

michael moore joker

 

di Stefano Falotico

JOKER – Purtroppo, a causa di politiche ragioni ideologiche, il film vincitore del Leone d’oro non vincerà agli Oscar


06 Oct

joker

Sì, tutto ciò ha dell’incredibile e dell’agghiacciante.

Joker, dopo la strameritata vittoria al Festival di Venezia, pareva il contendente favorito agli Oscar.

Ora, secondo i sondaggi e le ultime, pilotate recensioni, per i soliti motivi politicizzati, è sceso vertiginosamente nelle quote degli allibratori.

Tant’è che alcuni siti, esperti in materia, addirittura l’hanno tolto dalla cinquina dei possibili pretendenti.

Su metacritic.com, la media recensoria è scesa fino al mediocre 58%.

Joker è un film scomodo, il film spartiacque troppo cattivo, senza retorica, cinico sino al midollo, che la fazione aderente a Donald Trump farà di tutto per distruggere.

Come sta già facendo. Inevitabilmente.

L’America non è ancora pronta a un Elogio della follia firmato, anziché da Erasmo da Rotterdam, dal signor regista, in tutti i sensi, Todd Phillips.

Una pellicola che rivela, ahinoi, l’atroce, oramai indubitabile verità che attanaglia la nostra società.

Una verità che si chiama paurosamente disagio.

Con questa parola però non mi riferisco esclusivamente alla psicopatologia debilitante che costringe Arthur Fleck all’impossibilità oggettiva, inesorabile d’essere normale.

Bensì, faccio riferimento a una gamma di significa(n)ti a più ampio raggio.

Un disagio allarmante di cui s’è ammalato il nostro mondo che si sta ramificando, come un morbo virale e apparentemente invisibile, come un roditore verme solitario, nelle nostre vite di tutti i giorni. Spellandoci nei cuori, nel coraggio spezzandoci.

Insomma, una psicologica ecatombe.

Perfino la gente che un tempo stava bene, i cosiddetti privilegiati, stanno dando di matto, confusi da una realtà ove ogni regola precostituita, ogni certezza data per assodata, ogni dì viene messa profondamente in discussione.

Un mondo ove tutto può essere capovolto in un nanosecondo dall’imperversare di nuove idee.

Alcune progressiste e veramente innovative, rivoluzionarie e vitalistiche, altre spaventosamente nichilistiche nell’accezione più cimiteriale del termine nichilismo.

Che fa rima con suicidio, con tragedia, per l’appunto.

Le persone schizofreniche non ce la fanno più. Per loro il percorso esistenziale è identico.

Durante le prime, pulsanti e veramente sentite fasi dell’adolescenza… ecco che comincia lentamente ma impietosamente calzante il distacco.

I ragazzi che ne soffrono avvertono l’intimo bisogno d’isolarsi poiché il dolore della vita comincia a battere troppo forte.

Si manifestano i primi sintomi psicofisici. Si sviluppano i primi, deleteri disturbi.

C’è chi evita il contatto fisico, chi preferisce le anime giapponesi a un mondo occidentale in cui i valori sono il sesso e i soldi. Ma ora pure in Oriente è così.

Oggi, Pasolini sarebbe un disadattato, sarebbe un barbone umiliato a morte, un povero coglione.

John Lennon sarebbe internato poiché considerato ritardato a scrivere canzoni che parlano d’amore.

E io, dopo l’euforia iniziale della mia momentanea, più volte avvenuta rinascita, non mi sento tanto bene.

Sverginarmi, tantissimi anni fa, è stata la prima presa di coscienza della mia totale alterità emotiva.

Da allora, infatti, è stato un manicomio.

Per molto tempo, debbo confidarvi che io stesso credetti di essere un vigliacco.

Mi persuasi che avessero ragioni gli altri e mi colpevolizzai.

Purtroppo, sono davvero un diverso. Non c’è verso.

Le tentarono tutte, io le ho provai tutte, sì, tranne la vicina del terzo piano, ah ah, ma non servì a un cazzo.

Prima fui un “pazzo” poetico, adesso non ho neanche più la mia pazzia.

Un detto psichiatrico è: togli a un “matto” il suo delirio e diventa matto sul serio poiché, per resistere al male di vivere, il delirio se l’è creato inconsciamente da solo.

Togli a me Robert De Niro, infatti non è che Bob sia giovanissimo, e la mia vita non ha molto senso.

Per quanto potrò andare avanti a vedere imbecilli che ballano come scimmie e si filmano nelle stories su Instagram?

Ma forse il mondo è sempre stato questo. Un posto orribile e mostruoso ove vincono non i migliori ma i più stronzi.

Anche se The Irishman vincerà l’Oscar. De Niro però no, lo vincerà Phoenix.

Per tutti è uguale.

Solitamente, si prendono le peggiori offese e stanno zitti, incapaci di reagire.

A un certo punto, quando sono già morti nell’anima, scatta qualcosa.

Ma oramai è troppo tardi sia per loro sia per chi li offese.

È finita per tutti.

 

di Stefano Falotico

JOKER attaccato dall’intellighenzia trumpiana, le fake news, le notizie distorte, la società dei torti e delle ingiustizie ma stanno tutti zitti e continuano a stroncare


05 Oct

joker phoenix

Ieri, sotto la mia splendida recensione di Joker, da me visto in anteprima mondiale allo scorso Festival di Venezia, un vile figuro, ovviamente camuffatosi sotto identità falsa, ha mandato un commento alquanto spregevole e non giustificato.

RECENSIONE ILLEGGIBILE!

Sarà incomprensibile per lui, essere poco intelligibile. Ché, non sapendo leggere fra le righe, è fermo alle scolastiche banalità e si prese, anzi prese, di totale licenza, la facoltà non universitaria bensì gratuita di sindacare sulla mia libertà d’espressione poetica, pregna del mio cuore innamoratosi di tale Joker amabilissimo. Un pagliaccio che spinge!

Una recensione, la mia, sofisticata ma non solipsistica, sono a volte un sofista ma, se volessi, potrei reinterpretare Point Break, immedesimandomi sia in Keanu Reeves che nel compianto Patrick Swayze. In quanto son oggi pure un surfista, domani al circo un clown e un simpatico battutista. Perciò, perché no, perfino un trapezista, un leone, poi ancora Elephant Man che ascolta Lucio Battisti.

Sì, diamoci al battistero, lasciate stare i monasteri.

Gesù fece sì che Lazzaro risorgesse. Io sono un lazzarone. Dunque, esigo che dinanzi a me si reincarni Giovanni Battista.

Miei giudeo-cristiani, non più obliatemi. Donne, oliatemi. Sì, in voi sarò benedetto rinascente, immergendomene risorgimentale come Cristo che, dopo i pianti della Madonna e di Maddalena, mangiò un risotto, no, fu risorto.

Sì, mi tuffo nel fiume più famoso della Giordania in quanto uomo libero come Bruno Giordano. No, quello fu un calciatore. Volevo dire, come Giordano Bruno.

Alessandria esulterà, no, Alessandra godrà, Letizia con me sarà letiziosa, voglio sia Tiziana che Giordana.

Ah ah.

Ora, un commento offensivo e denigratorio va sempre, a prescindere, giustificato.

Innanzitutto, sono uno scrittore e i miei testi sono in vendita presso le maggiori catene librarie online, tutti redatti con estremo puntiglio, depositati legalmente e dotati di giusto codice ISBN.

Ovviamente, da tempo, ogni mio libro è giustificato. Sapete che significhi… giustificato?

Cioè non allineato né a Destra né a Sinistra, bensì perfettamente bilanciato, centrato. Oggi appartenente allo schieramento democratico, domani semi-moderato, quindi pazzo scatenato. Ah ah.

Vengo da più parti accusato di essere auto-riferito. Dunque, quando scrivo un libro o recensisco un film, mi s’imputa di aver travisato il senso del film e d’averlo adattato alla mia visione del mondo.

Alcuni mi danno del disadattato. Ebbene, piuttosto che essere uniformato a questa società improntata alla falsità, preferisco perennemente, senza vergogna alcuna e gogne, dissociarmene.

Poiché all’uomo mediamente conforme prediligerò sempre un uomo semmai all’apparenza pure deforme ma magnificamente nell’anima, rispetto a tale omologato mondo di mostri, difforme.

Un freak, insomma. Un uomo malinconico che canta Domenico Modugno e la sua Vecchio Frack.

Sì, sono Fracchia, mie belve umane. Sì, sono un monello come Charles Chaplin in tali sbiaditi Tempi moderni.

Evviva i fricchettoni, mie castigate racchie.

Sì, tutti i film e le serie televisive sono la storia della mia vita, non lo sapevate? Ah ah.

Cosicché, The Night Of è la mia tragedia filmata da Steven Zaillian.

E nella prima stagione di True Detective quel predicatore nasconde molti scheletri nell’armadio.

Sì, ecco perché, essendo io Arthur Fleck, Bill Camp e Shea Whigham mi danno la caccia.

Ah ah, che burlone che sono.

Molti però mi danno del coglione. Sono soltanto dei poveri bambagioni.

Ora, io sono nato a Bologna.

A Bologna vi sono due licei classici, il Galvani e il Minghetti. Sono scuole classiste. Peraltro, il Galvani viene considerato di classe A mentre il Minghetti è da sempre declassato come istituto inferiore.

Smettiamola con le scremature! Tanto, il latte parzialmente scremato costa uguale anche per uno senza neppure la licenza elementare!

L’Aldini Valeriani non è vero che sia frequentato solamente da ragazzi già disperati che, nonostante siano riusciti a diplomarsi, finiranno emarginati e che, per consolarsi dalle inculate bestiali, passeranno le serate a bersi una valeriana.

So per certo, ad esempio, che un mio amico passa le sue sere con Valeria e lei, malgrado glielo beva tutto, non crede alla stronzata secondo cui Joker sarebbe una puttanata.

Questo lo afferma una certa intellighenzia di gente repubblicana senza molta intelligenza. Gente ricca sfondata che beve solo il tè. Queste persone hanno sfondato?

Sì, ma nessuna bella donna. Ah ah.

Da me, questa gentaglia avrà solo un tiè!

– Barista, mi serva un altro caffè.

Cameriera, mi serva quella serva lì. Sì, aveva ragione Totò, la serva serve…

 

Abbasso i fascisti come Donald Trump. Siamo sulla rampa di lancio.

E io amerò sempre quell’ex gran figa che di cognome fa ancora Prampolini, in quanto adorai le sue gambe, bellissime come quelle di Tania Cagnotto, quando a Riccione le esibì perfino a un malvagio ciccione sul trampolino.

Il quale, dopo un’accurata dieta al suo panzone e al suo cervello da troione, è migliorato parecchio sia esteticamente che eticamente, eppure è rimasto un cazzone.

Di mio, che posso dirvi?

Datemi una scala in DO maggiore e partirò in quinta a scendere le scale con far da buffone.

A proposito, lei sa che cos’è quella macchia sospetta sui miei pantaloni?

Lei lo sa, signora?

Come fa a saperlo?

E dire che non ha chiesto la risposta al dottor Balanzone.

Ah ah.

 

Ricordate: oggi sono una pulce, domani un pulcino, fra tre giorni Pulcinella.

Poi Arlecchino e, se mi va, non farò più il bravo bambino ma sarò nel culino di una bella bambolina.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Ho rivisto JOKER doppiato in italiano: cosa ne (ri)penso?


03 Oct

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Bene, oggi pomeriggio non potevo ovviamente perdermi la (re)visione di Joker nella nostrana versione.

Dopo il clamore e l’entusiastico, viscerale godimento da me provato allo scorso Festival di Venezia, dopo la mia pressoché immediata recensione eccitata, desideravo rivederlo quanto prima. Per riprovare la medesima, passata emozione sensazionale e smisurata. Ho dovuto infinitamente penare.

Poiché, essendo stato Joker proiettato in anteprima mondiale il 31 Agosto, l’attesa è durata più di un mese. Ma ora questa pena è terminata.

E sono qui, amici o (a)nemici, come dico io, per parlarvi di questa bella versione italiana.

Oh, temetti paurosamente che il doppiaggio italiano potesse, nefastamente, non giovargli, inficiandone la potenza qualitativa impressionante. Invece, nonostante qualche arrangiamento non propriamente perfetto, a dispetto di qualche vocale bilanciamento un po’ alla buona, come si suol dire, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall’egregio lavoro svolto da Adriano Giannini. Un lavoro ottimo. Adriano è promosso appieno. Ha una splendida voce. È uguale a Celentano. Come attore è discutibile, come voce fa faville. Sì, Adriano Celentano, pur essendo uno scimmiotto, riuscì ad affascinare Claudia Mori grazie al potente carisma del suo Bingo Bongo irresistibile dalla voce portentosa come quella di Tarzan. Adriano Celentano, malgrado io dubiti che conosca le teorie di Darwin sull’evoluzione della specie, è un uomo speciale dal magnetismo bestiale. Va detto. È sempre stato famoso per le sue pause immani. Tant’è che, come scrisse Lercio, tra una frase e l’altra passa un’era geologica e ne hanno inventata una tutta per lui ma, alla sua maniera, Celentano, oltre a essere amico intimo della tigre di Cremona, ovvero Mina, non sa parlar d’amore ma l’emozione non ha voce. Se tradisci, non perdono…

Come sapete, inizialmente, per doppiare Arthur Fleck/Joaquin Phoenix, era stato scelto Fabio Boccanera. Infatti, nel teaser trailer ufficiale, la voce è rimasta immutabilmente la sua. Alla fine, la Warner Bros Italia, dopo un tira e molla estenuante, ha optato per Giannini. Già doppiatore del Joker di Heath Ledger ne Il cavaliere oscuro di Nolan. Avendo io visto, per l’appunto, la versione originale con la bellissima voce di Phoenix, melodiosamente fievole all’inizio e poi cupamente corposa alla fine, ebbi spaventevolmente paura che Giannini, spesso troppo monocorde, poco potesse addirsene.  Straordinario… addirsene. Dall’infinito del verbo addire. Che non è a dire, vero, analfabeta illetterato che non sei altro? Ma come cazzo hai fatto a diplomarti al Liceo Classico? Mah, sei certamente un uomo che forse imparò solamente la pappardella a memoria, aspettando il pranzetto con delle buone, rosolate pappardelle di tua mamma, mio fringuello.

Ma è nella lunga distanza che si misurano i campioni. Non è neppure da una colazione nutriente che si può capire se crescerai sano oppure maturerai regressivamente sempre più orientato verso una vita da demente. O no? A parte gli scherzi, rimango fermo nelle mie idee sul mondo e su Joker. Joaquin Phoenix merita l’Oscar.

– Ragazzo, sei diventato ricco.

– Siamo diventati ricchi.

– No, tu solo. E te lo sei meritato.

– E la nostra società?

– Un’altra volta…

(Lee Van Cleef e Clint Eastwood, Per qualche dollaro in più)

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di Stefano Falotico

 

 

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JOKER è un film socialmente pericoloso? No, è purtroppo socialmente giusto


01 Oct

Premiere+Warner+Bros+Pictures+Joker+Red+Carpet+cbFUbTDhofLl

Sì, le polemiche riguardo il fatto che Joker di Todd Phillips possa scatenare, presso i giovani “disadattati”, delle manie emulative, aumentano a dismisura a poche or(g)e dal debutto mondiale nelle sale cinematografiche del film giustamente Leone d’oro alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia.

Un film devastante, titanico, cattivissimo, un pugno allo stomaco scagliato con potenza smisurata, riversata addosso alle panze piene di tutte quelle persone fintamente altolocate che occupano posizioni di estremo potere al vertice della scala gerarchica. Appunto, più abbiente.

Dunque, suprematiste, impongono la loro visione del mondo insensibile, fredda, plastificata, disarmante, aberrante e sinceramente terrificante. Praticando psicologico terrorismo verso coloro che non se n’attennero, attengono e atterranno. Diffondendo scemenze precettive attraverso i mass media demagogicamente più capitalistici che, come in Essi vivono di Carpenter, fieramente e svergognatamente, insistentemente e a tamburo battente propugnano e ancora sbandiereranno ottusamente uno stile di vita umanamente inapplicabile e non confacente alla splendida varietà delle singole nostre alterità colorate e stupefacenti.

Poiché l’umanità non può omologarsi a questi rigidi, edonistici, consumistici dettami nazi-fascisti.

Perlomeno, le menti deboli e poco nietzschiane ne abdicheranno perfino piacevolmente, facendo sì che il condizionamento mentale loro indotto dai mezzi d’informazione talmente le distorca, eticamente e dunque immoralmente le svii e travi nelle loro pure integrità individuali da disinformarle, credendo di venirne istruite e istituzionalizzate. In verità, (de)strutturandole, uniformandole al classismo palestrato, cazzuto e forzuto oramai imperante d’un sistema avviatosi, in maniera irredimibile, alla spersonalizzazione individuale, irreggimentato irreversibilmente nel canale di pensiero del network dai dati Auditel col maggiore share.

Cosicché, mentre la cantante Cher, più rifatta della madre di Jonathan Pryce in Brazil, ostinatamente perseveri a cantare malgrado perda in diretta pezzi della sua faccia di culo, i ricchi nullafacenti continuano a guardare Vacanze di Natale, andando a sciare.

Ordinando ai disoccupati di non scialare poiché debbono lavorare!

Andassero a cagare!

Sì, in quest’Italietta, in tale stivalone di mezze calzette e di cazzoni, di partenopei calzoni e di sessiste canzoni, esiste un uomo cavernicolo dalla voce roca e cavernosa come quella di Arthur Fleck che non s’arrende e le ingiustizie non lascia stare. Infuocandosi (e)retto di cor(po) cavernoso!

Si auto-eleva in gloria come lo Yeti, l’uomo delle nevi, provocando i piccolo-borghesi soltanto col movimento fugacemente impercettibile delle sue sopracciglia giammai pittate eppur intonate a uno sguardo simpaticamente arrogante, stimolante… una valanga detonante come l’urlo di Tarzan in tale giungla di deficienti che parlano solo di cos(c)e piccanti. Quando, in verità, sono an(n)i che le loro anime sono andate a puttane.

Sono quelli che considerano Her di Spike Jonze un film sdolcinato, sono i commendatori-impiegati statali-stalloni comunali che, durante questa prima settimana di Ottobre, nonostante la loro moglie sia chiusa in clinica psichiatrica e il loro figlio minorenne sia internato in una comunità per disintossicarsi, considerano A Beautiful Boy un film penoso e patetico.

Cazzeggiando dal lunedì sino al venerdì in discorsi davvero elevati. Sì, dopo l’infinito, interminabile tormentone della farfallina non di Jessica Rabbit, bensì della coniglietta Belén Rodríguez e del suo porno semi-freddo con un nababbo più schifoso di James Deen (James Deen, uomo nano che brucia tutte le gioventù delle vergini cor-rotte, non James Dean, ex uomo-Gigante solo da Gioventù bruciata), adesso la questione, oserei dire di rilevanza omerica, più che altro da cavalli dei pantaloni di Troia, verte su Diletta Leotta e sul coro da stadio, in sen(s)o propriamente letterale, dei tifosi accalorati del San Paolo.

San Paolo fu illuminato sulla via di Damasco mentre in Italia ascoltano ancora quell’ipocrita del Blasco. Dopo che l’hanno ascoltato, anzi nei loro cuori auscultato, si sentono illuminati. Il mattino dopo, però, son sempre più impoveriti. Non nell’animo ma nel portafogli.

Infatti, poi cantano a squarciagola tutte le hit del malinconico per eccellenza, ovvero l’intramontabile Riccardo Fogli.

Diletta, tutto sommato, nonostante le battute un po’ troppo spinte e vi(ri)li sulle sue tette, fa spallucce mentre le casca la spallina e un altro uomo, dalla Curva Sud, commenta in maniera leggermente furbina le sue pericolose curve che vanno dagli appennini alle Ande fin all’ex arbitro Collina.

È una valle di lacrime mascherata dietro le più triviali, scontate battutine finto-brillanti.

Joaquin Phoenix vincerà l’Oscar? Anche il Golden Globe? Perché Diletta Leotta, con le sue bocce dorate, no?

Ah ah, che ridere.

Ieri ha fatto goal Inglese. Ma Inglese andrà a vedere il film L’irlandese? Ah ah, che scompisciarsene. Capirai…

Stefano Falotico invece è fallito, “fallotico”, di mestiere fa l’ottico anche se molti pensano che sia schizofrenico e non veda bene questo mondo?

No, infatti non lo vede di buon occhio, malocchio, prezzemolo e basta coi doppi sen(s)i sui finocchi, basta con gli oscurantismi sugli “antrocchi”, basta con Calimero e il brutto anatroccolo, con l’anatra all’Arancia meccanica.

Col Gelato al cioccolato di Pupo, con le barzellette del Pupone, basta col cocco bello, con prese pel cul’ a Cicciobello.

La vita non è un negozio di Giochi Preziosi.

La prossima volta, se fossi in voi, starei molto attento a infierire da fiere sul prossimo (s)conosciuto.

Siamo sinceramente stufi di questo mondo retorico, buonista e fake.

Tanto, se sei un intellettuale ascetico e semi-eremitico, ti diranno sarcasticamente che sei mitico, se stai tutto l’anno a Ibiza, ti urleranno invece di avere una vita più tranquilla e di leggere più libri perché sei una vivente, demente fece.

Siamo stufi degli psichiatri conformisti che, anziché dare slancio ai loro pazienti impazienti, li castigano, sedano, comprimono, ancor più deprimono, impasticcandoli poiché non s’adattano e piangono.

Siamo stufi un po’ di tutto.

Finalmente, Todd Phillips, senza se e senza ma, è arrivato al sodo.

E ha fatto il culo a tutti.

di Stefano Falotico

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Date quest’Oscar al Joker, anzi il Nobel e non ci pensiamo più


28 Sep

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Ebbene, oramai la sfida per gli Oscar è circoscritta a tre pellicole, ovvero JokerThe Irishman e The Ballad of Richard Jewell di Clint Eastwood.

Eh sì, a sorpresa, Clint esce il 13 Dicembre nei cinema americani con la sua ultima opera. Spero non ultima in senso di definitiva.

Colpo di scena!

Ma io lo sapevo. Clint fa sempre così.

Intanto, ieri è stato presentato The Irishman. I critici ne parlano come di un capolavoro, esaltando soprattutto la prova di Pacino e sottolineando che Bob De Niro, negli ultimi trenta minuti, sfodera una classe melanconica da far piangere tutti.

Un film sulla vita, la mortalità, le amicizie tradite, le risse, gli sbagli, insomma sull’esistenza.

Eppure, nei sottoboschi felsinei, nella grotta dei suoi ricordi e delle sue emozioni mai sopite, vive un uomo spesso inconsapevole di esserlo. Che ammicca, vaneggia e volteggia. Ammiccando a man basta d’occhio lesto. In mezzo agli uomini funesti e a quelli oramai sperduti nella foresta, quest’uomo non ama molto le feste ma emana magnetismo a pelle. Sguscia, appare, scompare, si rintana e ancora non l’acchiappi. Forse lo inchiappetti ma lui se ne fotte, ah ah.

Dalla purezza intonsa, un uomo fantomatico che conosce il sapore falotico del tempo (in)esistente.

Un uomo dal camaleontico trasformismo capace di passare dal fascino intellettuale di Nanni Moretti a quello bestiale di Tom Cruise in due battiti di ciglia e un istante netto, forse in tre secondi eretto. Ah ah.

Rimanendo sempre, nonostante tante cazzate, eternamente pulito. Probabilmente solo esternamente o forse ancora fuori di mente.

Chissà.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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