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Il mondo è un licantropo, è mutato paurosamente e voglio raccontarvi tante storie, dalle più allegre alle più stoiche, dalle più tristi alle più strambe, forse son Rambo o Joker…


09 Nov

sean penn this must be the place

Quel che più m’importa è essere il pagliaccio di This Must Be the Place.

Racconto num. 1: un ragazzo troppo bollente riceve una freddura tremenda

Partiamo con le maschere di Facebook…

Chi più chi meno, tutti usano FB per dare sfogo all’esibizionismo spesso cialtronesco di questo grande, collettivo spogliatoio ch’è divenuto il mondo. Ove tutti millantano grandi doti e poi scopriamo gli altarini loro soltanto perché sbagliano chat

Sì, a me successe più volte.

Tempo fa, un ragazzo che si professò nobile e già egregio, per (im)puro errore, chiamatela forse distrazione o momento suo ormonale d’una erronea erezione, eh sì, mi recapitò una foto alquanto sconcia di lui senza mutande.

Vi cliccai sopra, sebbene già in “piccolo” avessi notato le sue scarse proporzioni non solo mentali.

Sì, mi bastò osservarne la faccia da culo per comprendere che era un nano.

Dinanzi a me si parò qualcosa di sessualmente anomalo. In quanto fu indirizzato a me.

– Oddio, che figura di merda. Scusami, Stefano. Non prendermi per un puttaniere. Ho mandato a te questa mia foto delle parti intime, era in verità per la mia ragazza.

– Figurati.

– Ora, so che cosa stai pensando di me, ti prego. Non cancellarmi dalle amicizie. Ah, qui s’incasinano le chat, si accavallano più delle gambe delle vallette in tv. Ero sovrappensiero e ho allegato a te questa foto. Non penserai mica che sono un debosciato e un pervertito?

– No, perché dovrei pensarlo? Ti sei scusato e mi hai detto che era una foto rizzata, no, indirizzata alla tua ragazza. Significa che fra voi v’è molta intimità. Spero solo che certe cose tu a lei le mostri davvero.

– Sì, malgrado ancora a lei non abbia mostrato niente di ciò che si mostra solo a letto, non l’abbiamo ancora fatto. Anzi, le volevo mandare questa foto per farle capire che sono dotato. Stefano, oramai l’hai visto? Ce l’ho mostruoso?

– Non sono cazzi che mi riguardano.

– Guarda, ora per farmi perdonare, sai che faccio? Compro tutti i tuoi libri e dico alla mia ragazza leggerli accuratamente e di farti pubblicità su Facebook. Ok?

– E se la tua ragazza s’innamora, così, di me?

– Cazzo, non ci avevo pensato.

– Prima di lasciarti, devo dirti una cosa.

– Quale?

– Ieri sera mi ha contattato una tizia, dicendomi che è la tua amante, non è la tua ragazza.

– Ma chi? Quella? Ma tu dai retta a quella matta? È solo una puttana.

– E se io ora andassi a dire a questa qui, con tanto di screenshot, che le hai dato della puttana e mostrassi questa foto sempre a questa qui, che cosa succederebbe?

– Succede che mi sparo in testa, ecco cosa succede.

 

Racconto num. 2: il fenomeno pensò di prendere per il culo il mondo, sostenendo che se ne fotteva…

Sì, anni fa conobbi un tizio che mi disse quanto segue:

– Stefano, non me ne fotte nulla dei film e dei libri. Tanto, si può campare anche senza.

 

Tre giorni fa costui inserì su Google una campagna fundraiser con la scritta:

sono all’inferno, ho l’amministratore di sostegno, m’imbottiscono di farmaci. Aiutatemi, vi prego!

 

Ecco, dopo aver sfanculato tutti, chi gli darà credito? Cioè qualche lira?

 

Racconto num. 3: tutti risero di me, pensando che finalmente mi fossi risvegliato dal letargo e dunque credendo che sarei andato incontro a una devastante derisione, fu per tutti un’immane delusione

Uh uh che ridere.

Vai, ce la puoi fare, ah ah. Mitico, idolo, leggenda.

Sei Sbirulino, uno scemino.

Questa la natura delle offese.

Secondo voi avevano ragione?

Una tragedia.

 

 

di Stefano Falotico

Le mie previsioni per gli Oscar con tanto di racconto vero da JOKER, intitolato Le crisi di gelosia incontenibili di un uomo morboso, forse solo morbido, moribondo oppure durissimo


07 Oct

Preambolo polemico, incazzato in ogni senso, anche ero(t)ico

Allora, chiariamoci molto bene, fringuelli.

Avete letto che ha detto Michael Moore a proposito di Joker?

Il pericolo maggiore per la società è se non lo vedete.

A questo link Facebook trovate tutta la sua disamina completa:

https://www.facebook.com/mmflint/posts/10156278766436857

Se non conoscete l’inglese, recatevi su Google, cercate il traduttore, copia-incollate il testo nell’apposito spazio a sinistra, quindi cliccate su traduci in italiano sopra il rettangolo a destra.

La traduzione non sarà perfetta ma se non capite, nonostante qualche termine non tradotto in maniera purista, andate da un analista, da un oculista ma soprattutto dovete comprendere che avete non solo gli occhi di Al Pacino di Scent of a Woman, bensì necessitate quanto prima di un centro di salute mentale affinché uno bravo vi spolveri le lenti del cervello.

Sì, ho capito. Siete voi, i miopi ocularmente parlando e metaforicamente, eufemisticamente additandovi, che distorceste il film di Todd Phillips a fini puramente strumentali. Definendolo populista, facinoroso, pericoloso!

Ah, ma voi siete come quello psichiatra fuori di zucca che, tanti anni fa, mi diagnosticò “socialmente inadatto” poiché io non sono un figlio di puttana come quei tre manigoldi che aggrediscono il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, lo ammetto, sono sensibile, a volte rido senza motivo. Voi invece ridete coi cine-panettoni ma non siete mai autoironici. Vi prendete troppo sul serio.

Vi credete tutti luminari, per l’appunto psicologi dei sentimenti altrui, pedagogizzate il prossimo poiché, così facendo, esorcizzate le vostre peggiori paure esistenziali, proiettandole a chicchessia.

Per farlo sentire infelice, per demoralizzarlo, affinché possiate svilirlo. E, mortificandolo, gioite. Ah, bella roba. Non siete dei moralizzatori, siete in verità dei demolitori, degli untori, vi credete uomini forti come un toro ma la vostra anima, da tempo immemorabile, è oramai andata in vacca. Fidatevi…

Sì, voi, oltre che malati nelle iridi, dovreste cambiare gli occhiali della vostra visione non solo politica della realtà, dunque necessitate di un cardiologo delle vostre emozioni. I vostri cuori sono spenti. Pompano solo quando vedete una milf pornoattrice e sognate che vi faccia un pompo…

Allora sì che il sangue scorre. E, vulcanici, esplodete! Ah ah.

Ma, nella vita davvero reale e sentita, un cazzo provate. Siete già bruciati all’inferno, inariditi totalmente. Abbiate fede. Almeno, se credete in dio, potete illudervi di redimervi. Ah ah.

Comunque, Michael è un grande ma a Michael preferisco Demi Moore.

Quella di Rivelazioni è violenta, sì, una donna che violentò sessualmente Michael Douglas. Cristo, che forza questa donna. Capito? Per inserire il subalterno Michael a una carica promozionale più potente, lo costringe a inserirglielo. Che palle, che femminista cazzuta! Ah ah.

Erano, su per giù, i tempi di Basic Instinct e Michael all’epoca, prima di essersi spompato con Catherine Zeta-Jones, tant’è che gli venne il Cancro alla gola profonda, ah ah, sapeva domare e dominare Sharon Stone. Mica pizza e fichi, mica una qualsiasi figa d’India venduta al mercato ortofrutticolo assieme al kebab.

Insomma, parliamo di Sharon al top della sua topa.

Sapete che cosa siete diventati? Sì, siete uguali a William Baldwin di Sliver. Ah ah.

Una società di guardoni, di maniaci che si fanno sempre i cazzi altrui e giudicano. Sì, dall’al(i)to dell’attico dei loro privilegi.

Ma che volete sindacare? Ma che volete indagare?

Per esempio, voi non sapeste mai che su Demi Moore di Striptease consumai ardimentosamente varie nottate essiccanti. Sì, indubbiamente in questo film, eh già, Demi è una facile forte ma, va detto e ammesso, speravo di santificarglielo. Ah ah.

Sì, arsi di passioni masturbatorie potentissime. Così virulenti, sanguigne e romanticamente spinte che dimagrii (in)tangibilmente. Sino a eclissarmi nella notte come Patrick Swayze di Ghost. Ah ah.

 

Parte seconda, l’Oscar se lo battono JokerThe Irishman e Richard Jewell. Invece, io me ne sbatto…

Secondo i calcoli renali, devo andare dall’andrologo. Sì, dall’andrologo non si va solamente per problemi erettivi. Non ho problemi di nessun cazzo in fallo, no, in fatto di questo.

Si va anche per problemi urinari. A causa d’una cattiva dieta, per colpa di cibi alimentari d’una donna culinaria dal grosso e bel culo, da un po’ di tempo a questa parte, il mio membro non serve solo per pisciare.

Eh no, sta svolgendo pienamente, non penosamente, pene d’amore bestiali.

Sì, sono un uomo che patisce. Ma soprattutto sono geloso. Non so se abbiate mai visto il mio video su YouTube chiamato Il Joker ha mai avuto una ragazza?

Non sto a raccontarvi le crisi di rabbia e gelosia fra me e lei, altrimenti chiamereste la neuro.

Lei mi chiamava a tarda notte per sincerarsi che non stessi con un’altra:

– Stefano, che fai? Stai dormendo?

– No, se sto rispondendo, significa che non dormo, al momento.

– C’è qualcuna accanto a te? Dimmi la verità?

– No, non c’è una. Ce ne sono tre.

– Oddio, ti ammazzo!

 

Ma succedeva anche il contrario.

– Amore, ho notato che tutti i condomini maschi del tuo palazzo ti salutano in maniera ruffiana, sono gentilissimi con te. Come mai?

– Vogliono tutti scoparmi.

– Capisco. Come mai invece quello del secondo piano non ti saluta mai?

– Non ne ha bisogno. È quello che mi scopo/a.

– Oddio, ora le suono sia a te che a lui.

 

A parte le goliardate, comunque verissime, purtroppo, toglietemi la maschera e farete la stessa faccia di Joaquin Phoenix nel finale de Il gladiatore

Secondo gli alligatori, no, allibratori specializzati, Joker potrebbe essere candidato per la migliore sceneggiatura NON originale. Voi non fate il pianto del coccodrillo poiché io sono un mandrillo mentre voi siete dei citrulli. È una sottile differenza.

Non originale? Ma che significa?

La cinquina dei migliori attori sarà la seguente:

JOAQUIN PHOENIX – JOKER

ROBERT DE NIRO – THE IRISHMAN

ANTONIO BANDERAS – DOLOR Y GLORIA

JONATHAN PRYCE –THE TWO POPES

ADAM DRIVER – MARRIAGE STORY

 

Sì, la vita di Joker e la mia sono come la semifinale fra la nostra Italia e la Germania.

Tutti i nazisti crucchi partirono all’attacco ma poi ecco che arrivò un Genius alla Del Piero.

Un tiro così non lo prende nessuno.

E ora andrò pure a vedermi The Irishman alla Festa del Cinema di Roma!

Se siete invidiosi, siete pericolosi.

 

michael moore joker

 

di Stefano Falotico

Il discorso del re: la coerenza e la forza di alcuni grandi registi e pensatori come Dante Alighieri, Pasolini ed Eastwood m’impressiona, io onestamente sono privo della loro allegorica moral guidance


25 May

discorsore firth

Sì, questa mia considerazione parte da un piccolo scambio di battute stimolanti avute su YouTube, nello spazio commenti, fra me e un altro utente di questa piattaforma famosissima, oramai imprescindibile, facente parte del cronenberghiano, oserei dire, codice genetico delle nostre eXistenZ scisse fra la vita normale di tutti i giorni (che poi normale non lo è mai e forse non vorremmo neanche che lo fosse) e la vita virtuale da noi tutti spesso più amata, anelata, bramata rispetto alla vita quotidiana stessa. Orripilante nella sua facciata sfacciata, nella sua impertinente volgarità smodata e allineata solamente alle stupide mode più orride e ripugnanti.

Questa mia riflessione nasce dopo aver visto La casa di Jack (e forse lo rivedrò in Blu-ray per rivedere la mia recensione probabilmente più tagliente delle lame e delle cesoie usate dal macellaio Matt Dillon nel “recensire”, soprattutto censurare, gli altri esseri umani) e dopo aver ascoltato, fra il timido, l’imbarazzato, l’incuriosito e il coraggioso, Federico Frusciante porgere al grande Joe Dante la domanda secondo cui il suo cognome Dante, appunto, essendo uguale al nome di colui che è considerato il padre della Lingua italiana, ovvero l’Alighieri della Divina Commedia, potrebbe forse, inconsciamente, aver ispirato la poetica stessa dell’autore dei Gremlins.

Ecco, io mi son sempre chiesto come sia possibile creare un indiscutibile, universale, morale, immortale capolavoro come la… Commedia se si possiede una vita cosiddetta normale.

Sarebbe impensabile, credo per chiunque, oggigiorno scrivere qualcosa del genere nella società attuale che viviamo giornalmente.

Dante era ricchissimo sebbene, come giustamente osserva Wikipedia, la famiglia degli Alighieri (che prese tale nominativo dalla famiglia della moglie di Cacciaguida) passò da uno status nobiliare meritocratico a uno borghese agiato, ma meno prestigioso sul piano sociale.

Detto ciò, Alighieri comunque aveva soldi che gli uscivano, come si suol dire, perfino dalle orecchie e dalle narici del suo lungo, oblungo naso adunco del suo celebre “avatar” da profilo Facebook.

Sì, non viveva certamente le condizioni socio-economiche degli eroi sottoproletari di Ken Loach, era forse apolitico, girava per l’Italia malgrado stazionasse perlopiù a Firenze, dunque non era apolide e nemmeno poliglotta. Non avrebbe mai potuto essere un uomo storto e pericolante come la Torre di Pisa ma soprattutto come la Garisenda di Bologna ove è affissa, come saprete, incorniciata una sua poesia dai felsinei adorata.

Reinventò dal volgo la nostra Lingua ma non conosceva una sola parola d’inglese.

Roba che oggi finisci all’Inferno, soprattutto internato, anche se non sai accendere un PC.

L’Alighieri non doveva pagare le bollette perché era cotto di Beatrice. Anche se lei non gliela vada, la sua vita andava grassa comunque. E dunque non poteva finire fritto e bollito, poteva permettersi il lusso di crearsi il Paradiso a immagine e somiglianza della sua vita da nababbo al settimo cielo.

No, non voglio ardire a dire che non pagasse la tasse, ci mancherebbe. Ma secondo me non lesse mai una sola parola dei libri di Torquato Tasso. Su questo posso metterci la mano sul fuoco. Finirò arso per questa mia blasfemia?

No, perché è verissima. Tasso nacque molto tempo dopo. Al massimo, l’Alighieri da lassù, assieme a qualche dio della nostra tivù da spot Lavazza, non dovendo farsi il culo per pulire né la tazza del cesso né la tazzina di caffè, sì, può aver avuto e ha tuttora il tempo di farsi una cultura…

Insomma, che cosa ha reso paradisiaci Pier Paolo Pasolini e Clint Eastwood? Al di là delle loro conclamate, evidenziate ed evidenziabili contraddizioni, a differenza dell’uomo medio che tanto favella e assai poco combina, sono riusciti ad adattare la loro dura visione del mondo, del Cinema e della vita ai loro principi (mettete l’accento ove volete) di realtà.

Io purtroppo sono un uomo medio. No, forse mediocre no. Medio certamente, ancora, sì. Poiché in un mondo iper-stimolante, sovreccitato come quello di oggi, bombardati come siamo da richieste lavorative sempre più schiavistiche, da stress quotidiani mai visti, da oneri e impellenze burocratiche inderogabili ché, se non le rispetti, finisci multato o peggio incarcerato, sapete com’è…

Non credo sia facile isolarsi nella propria casetta e passare le giornate a scrivere e redigere capolavori letterari da mattina a sera. Io questo lo faccio, invero. Ma io sono pazzo. Ed è tutto un altro discorso… Comunque, è tutto opinabile. Che tu sia sano lo dicono solo i tuoi leccaculo. A mio avviso, tu non sei né pazzo né sano, neppure santo, nemmeno psicopatico o puttaniere. Non sei e basta. Ah ah.

Sì, voi non siete folli. Siete distratti dalla folla, dal dubbio oserei dire amletico riguardo il possibile, nuovo allenatore della Juventus oppure del Milan, miei poveri diavoli non solo rossoneri. Una modella di Instagram vi caga mentre stavate cagando ed ecco che, oltre a cagare, ve la tirate sopra il water.

No, non sono ipocrita. Io sono pieno di difetti. No, avere un rapporto sessuale con una donna, e non parlo di semplici prostitute, è piuttosto facile a meno che non si soffra di gravi problemi ormonali o psicofisici. Starci assieme però per me diventa impossibile. Le donne mi nevrotizzano, mi angosciano. Sì, le vedo e sono un fuoco. Ma poi loro mi spengono appena non mi fumano. Le donne, in parole povere, terra terra, m’inceneriscono. A prescindere da queste inculate da parte di donne che non m’inculano, anche perché altrimenti sarebbero degli uomini omosessuali attivi, io vi brucio tutti in partenza. Non è difficilissimo. La vostra vita, fidatevi, non è mai partita. È dalla nascita partita, abbiate fede calcistica, dunque, e continuate a guardare le partite…

Le donne sognano sin dalla più tenera età un principe azzurro. Vogliono accanto a sé l’uomo perfetto e immacolato. Ah, questo femminismo è da addebitare all’Immacolata, ve lo dico io. E provano sempre a cambiarlo. Si chiama idealizzazione. Proiezione falsa… Come dice il mitico Sly in Rocky II a Talia Shire: io non ti ho mai chiesto di smettere di essere una donna. Per favore, te lo chiedo per favore, non mi chiedere di smettere di essere un uomo.

Dunque, a voi tutti, uomini e donne, domando realmente e regalmente di non chiedermi mai più di cambiare. Ho già patito pene dell’inferno al fine di omologarmi e diventare “normale”. Per ascendere ed essere accolto nelle comuni grazie… Qualcosa salì e si elevò ma son di nuovo a pecora. Sono nel bene e nel male un diverso. Lo sono sempre stato. E non ho più bisogno di consiglieri fraudolenti.

 

In fede,

il re.

Un uomo che, in quanto re, forse anche di tante colpe confesso reo o solo fesso e talvolta babbeo, conosce assai bene la vita re(g)ale. Dunque può fottersene, rimanendo favolistico, sognatore realistico e incallito. Voi invece sempre fantasticate su di me e soprattutto sulle vostre idealizzate Beatrici. Fidatevi, sono delle stronze beote. Beati voi… a credere che siano grandi donne, miei grandi uomini del cazzo…

Morale della fav(ol)a: voi fate di tutto per farvele, io faccio di tutto per apparire diverso e in verità non lo sono?

Purtroppo, o per fortuna, lo sono.

Siete voi che non siete. Siete solo non esseri che vorrebbero essere. E volete anche questo, quello, quella ma siete persone che fra di loro non si vogliono bene davvero.

Dunque non siete persone.

Anche oggi (re)spiro.

 

di Stefano Falotico

Portrait of Dante Alighieri (Florence, 1265 - Ravenna, 1321), Italian poet. Painting by the Italian school, 16th century. [Innsbruck, Schloss Ambras (Castle), Kunsthistorisches Museum Habsburger Portratgalerie (Portrait Gallery)] [11245882]

Portrait of Dante Alighieri (Florence, 1265 – Ravenna, 1321), Italian poet. Painting by the Italian school, 16th century. [Innsbruck, Schloss Ambras (Castle), Kunsthistorisches Museum Habsburger Portratgalerie (Portrait Gallery)] [11245882]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

matt dillon casa di jack

INNERSPACE, director Joe Dante, 1987, (c) Warner Bros. /

INNERSPACE, director Joe Dante, 1987, (c) Warner Bros. /

 

 

 

Il ritratto Falotico della nemesi di Dorian Gray eppure senz’età, il fascino bestiale di un uomo/Cillian Murphy in mezzo ai matti e ai finti ciechi


12 May

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Sì, io non ho età. Questa sta all’anagrafe per i comuni mortali. Ove risiede anche il mio secondo nome mai ufficializzato, Piero.

Sì, secondo tradizione di famiglia, essendo io il primogenito, dovevo chiamarmi come mio nonno, ovvero Pietro. Ma Pietro a mia madre non piaceva e, oltre a non mettermi questo nome, bensì ficcandomi appunto Stefano, al padre di mio padre fece anche lo sberleffo del secondo nome senza la t.

Ah ah.

Anch’io ovviamente risulto all’anagrafe. Anzi, lì il mio nome sta ubicato e ben conservato per i burocrati di ogni essere umano, regolarmente registrato.

Malgrado, come è oramai ovvio e acclarato, io sia superiore a Cristo. Ah ah.

L’anagrafe andrebbe comunque abolita. Oggi c’è Facebook. Il signor Zuckerberg possiede tutti i dati di voi, uomini e donne di questa terra. E, nel caso di hackeraggi, si spera che vi preservi da qualcuno che, rubando i profili altrui, possa attentare alla vostra incolumità, deturpando la vostra identità. Con foto di preservativi al posto dei vostri ca(p)pelli, rovinando la vostra faccia(t)a di qualità.

In realtà, oggigiorno non avremmo più bisogno neppure del cimitero. Tanto, appunto, c’è sempre Facebook.

Se muore un caro o un parente a cui eravamo assai affezionati, perché prendere la macchina, fare chilometri, parcheggiare e addentrarsi in questo dormitorio adibito alla sepoltura di grandi anime oramai estintesi in questa terra non so se consacrata da dio?

Basta aprire i loro profili e scorrere nei loro diari, commuovendoci con le loro foto.

Ma quali ritratti cimiteriali, pietre tombali e decorazioni appunto sepolcrali.

Devo dirvi la verità, necessito ora di esservi lapidario.

Molti di voi sono già morti dalla nascita, vagano sconsolati su questa terra, maledetti dalle loro bassezze, afflitti visceralmente dalle loro nefande azioni spregevoli.

Coloro, i più appunto, che la cultura gnostica (attenzione, non agnostica) definisce ilici, i cosiddetti terragni. Persone che vivranno tutta la vita tormentate dalle loro invidie, dalle loro gelosie, attaccate ai soldi, ossessionate dal sesso più becero e barbarico, capaci di commettere infinite, imperdonabili crudeltà, persone miserabili a cui non va la mia misericordia. Molti ne ho incontrati e di alcuni non ho ricordo ma non voglio pensarvi e ora vado a comprarmi un cd allegro da Ricordi.

Ci sono quindi quelli come me, i Cillian Murphy di Red Lights.

Sì, come l’efebico, psichico Cillian di questo film, per molto tempo ho voluto indagare sulla mia presunta malattia psichica. Essendo io evidentemente troppo diverso rispetto a gran parte di voi, gli ilici.

E dunque io stesso avevo creduto di essere malato di mente.

Alla fine, ho scoperto che, al pari del ciarlatano De Niro/Simon Silver di questa pellicola sottovalutata di Rodrigo Cortés, i matti siete voi.

 

Insomma, se pensate di cavarvela come Ryan Reynolds di Buried – Sepolto, no, per voi non vi sarà nessuna salvazione, nessuna luce del giorno. Tanto, anche se riuscirete a scappare dalla prigionia delle vostre tombe, avrete sempre una vita di merda, cioè da tombini. Siete da tempo immemorabile affogati nel liquame, nella melma.

Distrutti dalla claustrofobia dei vostri vuoti pneumatici.

Sì, sempre stando allo gnosticismo, mi manca poco per ascendere al ruolo di Maestro come George Romero.

Cioè per diventare uno pneumatico, per essere divinizzato in antropomorfica forma diabolicamente angelica. Decisamente, mi manca poco per essere al settimo cielo.

Sarò il primo uomo non solo su Marte ma anche uguale a Plutone, accrescitivo di Pluto, cane imbranato della Disney.

Non mi credete?

Guardate queste foto.

Voi ci credereste che a Settembre compirò quarant’anni?

Eh già, voi invecchiate, soprattutto nell’anima e siete sempre più lerci, corrotti e putridi.

Io invece sono la donna che visse due volte, sono hitchcockiano, eccome, ho scritto il libro Dopo la morte e credo che Isabella Rossellini di Death Becomes Her mi scoperebbe a sangue.

D’altronde, Zemeckis, Scorsese e Lynch sono tra i miei registi preferiti.

Adesso Isabella è vecchia ma nel suddetto film di Zemeckis incita a masturbazioni potenti e sudate.

Ce la vogliamo dire senza infingimenti e cattiverie?

Sono forse il più grande Genius della storia.

Ah ah.

Non dovete ridere, so che non mi credete.

D’altra parte, voi mi credete pazzo e non credete a un cazzo.

E ricordate: se pensate, appunto, di non valere un cazzo, forse non avete incontrato ancora la donna giusta.

Trovate quella che vi sappia tirar su e vedrete come sarà tutta in discesa, prima sotto, poi sopra.

 

 

di Stefano Falotico

 

rossellini la morte ti fa bella

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Quando per caso sbagli chat, stavi corteggiando una ragazza e invece hai mandato i messaggi romantici a Bobby Peru di Cuore selvaggio


21 Feb

peru dafoe

Non vi è mai successo? La classica figura di merda?

Sì, apri cinquemila finestrelle su Facebook, stai parlando con una che ti sta coinvolgendo, diciamo, s’impalla Internet, ecco che riparte, ma confondi le chat e ti dichiari con sfacciato, impudico amore alla persona sbagliata.

Sì, attenti al lupo! Dalla docet.

 

C’è una casetta piccola così

Con tante finestrelle colorate

E una donnina piccola così

Con due occhi grandi per guardare

 

Sì, stavo parlando con una tipa di nome Giulia. Nel frattempo, fra l’altro, stavo anche chattando con Silvia, Monica e Sabrina. Oh, non si sa mai. Se va male con una…

Ma non mi addentrerei… in privacy che son cazzi miei e spero loro.

Ah ah.

Fatto sta che, nel mentre, un tizio mi manda l’amicizia. Sono talmente preso da queste qui che, tosto, sbaglio tasto e, anziché eliminare il tipo (come si suol dire, la faccia del profilo non mi convinceva), accetto indiscriminatamente.

Ma allo stesso tempo questo mi manda la manina per salutarmi. Io gli rispondo:

– Aspetta, sono impegnato con una e mi auguro di essere ancora più impegnato, anzi, impregnato con lei nelle prossime ore.

Ok, buona giornata e speriamo, per te, che sia anche una buona scopata.

– Sì, sì. Ciao, a presto.

 

E intanto penso… che scassa-minchia.

Ma mi dimentico di chiudere la sua finestra e al contempo immagino che stanotte con questa qui chiuderemo tutte le finestre…

E le scrivo:

– Sì, sei di una bellezza immensa. L’immensità fattasi donna in ogni sua dolce, abbagliante infinità. Sai, domani potremmo noi tutti morire. E dunque dobbiamo profittare dell’attimo fuggente per essere ruggenti. Sì, fra me e te, Alessia, vi è stata un po’ di ruggine ma vorrei smaltarla…

– Che dici?

– Ci sei stasera?

– Molto sul tardi.

– Meglio. La notte è lunga e io voglio allungartelo.

– Non capisco. Comunque, allungami semmai venti Euro su PayPal. Sono a corto di liquidi.

Uhm, vediamo. Ma poi accetterai, verso le tre di notte, liquidità mie meno telematiche? Io non ho mai pagato nessuna puttana. E mai andrò con una meretrice. Ma voglio illiquidirmi con te, illanguidirmi, donna salubre, nell’inguine sdilinquirlo e dimenticare che sono spesso un uomo lugubre. Con te voglio essere ludro a te ignuda. Non liquidarmi, suvvia, voglio che stanotte mi sarai liquidissima.

 

Al che entrambi, sia io che l’interlocutore che io pensavo fosse Alessia, a cui esserle di buon sudore e odore, realizziamo il qui pro quo e in me scende un forte malumore.

– Scusi, Falotico. Ma lei con chi pensa di parlare?

– Mi dai del lei? Dai, so che ancora non me l’hai data ma dobbiamo partire, fin dapprincipio, con toni confidenziali. Accorciare le distanze.

– Va bene. Ti mando subito una mia foto.

 

Il tizio mi manda una foto di lui coi denti cariati e giallissimi.

– Ebbene, ti piaccio?

 

Bloccato subito.

Trattavasi di Mario Piscopello, famoso omosessuale malavitoso dei quartieri bassi che voleva rapinarmelo.

Detto Bobby Peru per la sua sconvolgente somiglianza con Dafoe.

Poteva andare peggio.

Potevo mandare un messaggio infuocato a questo qui sotto.

Sì, miei culatoni e culoni.

L’inculata è sempre dietro l’angolo. Ricordatelo.

La vita è come una scatola di cioccolatini e non sai mai quello che ti capita?

Io spero che sia una scatola blu come in Mulholland Drive. Se mi capitano due cioccolatini come Naomi Watts e Laura Harring, sì, sì, ce li gustiamo, sciogliendolo in bocca…

Va detta, vi faccio sempre ridere. Anche voi mi fate ridere. E in questa risata collettiva è un deriso, no, delirio. Una goliardia. Una di nome Pia e un’altra di nome Rosalia. E via.

stradeperdutemisterioso

di Stefano Falotico

I social e Facebook sono strumenti che distorcono la realtà e la gente “bluffa” dietro profili falsi? Secondo me è spesso il contrario, è la realtà falsa e troia a ingannare


07 Aug

Stephen King

Una delle grosse panzane e dicerie, che fa tanto felici i sociologi e gli psicologi della mutua, i quali par non vedano l’ora di poter demonizzare i social, additandoli come prodotto avariato di una società allo sbando e “senza valori”, è quella secondo cui Facebook sia ingannevole. Perché la gente, nascondendosi dietro profili falsi, può dunque bluffare e raggirare il prossimo, turlupinarlo e fargli credere cose assurde.

Sì, è così, infatti. Ma per gli idioti. Che raccontano frottole sul loro conto, si professano professori quando invece hanno appena la quinta elementare, e si spacciano per chissà chi. A vanto della loro pochezza, soprattutto morale e dell’oscena distorsione che praticano in particolar modo su loro stessi, nel contraffare la loro dignità per qualche Mi piace in più.

Sì, avrei da raccontarvene. Gente che scrive di aver frequentato le università più prestigiose, di possedere titoli accademici altissimi, che invero è moralmente, appunto, abietta, bugiarda, mentitrice e dunque “meretrice” su tutto.

Una settimana fa, ad esempio, mi contatta una ragazza. Mi chiede, come si suol dire, l’amicizia. Io ci vado sempre piano… al che, prima di concedergliela, scruto tra le sue foto per notare se gatta ci covava.

Mi sembrava, onestamente, un profilo vero. Una ragazza simpatica con tante foto di lei in compagnia di amici e amiche. E col suo gatto mentre lo massaggiava fra un risotto e un piatto d’insalata.

Ok, amicizia accettata.

Lei comincia dunque a scrivermi:

– Ciao.

– Ciao.

– Posso conoscerti?

– Conoscere ha un significato ampio e diversificato. Sì, possiamo scambiare due chiacchiere. Scusa, mi hai scovato nel Trova Amici? Sì? E perché mi hai inviato l’amicizia?

– Ho visto, per caso, un paio di tue foto. Mi sembri un tipo in gamba. E poi anche una brava persona.

– Brava persona… da cosa l’hai dedotto? Perché nel mio profilo non ci sono foto di me con un’ascia che sgozzo la gente? E, se ci sono, quello non sono io. È Michael Myers di uno dei miei film preferiti, Halloween.  Sì, comunque a conti fatti, sono bravo. Non vado però a messa la Domenica, qualche volta, se i miei ormoni non “ci stanno dentro”, mi faccio qualche seghina, ah ah, sempre che non possa “usufruire” della materia prima, non sono ricco come Berlusconi, quindi non sono corrotto perché la gente troppo ricca, fidati, o è Zuckerberg, che ha avuto l’idea geniale che ha sistemato lui e le sue tremila generazioni a vita, oppure ha delitto. Delitto non sta qua infatti per uomo derelitto e neppure per sinonimo di reato. Delitto, non molti lo sanno anche se hanno la cattedra alla Bocconi del cazzo, è il participio passato di delinquere. Che comunque è pur sempre un crimine.

Sì, Berlusconi delinquette. Delinquette è la terza persona singolare del passato remoto. Word vi darà errore perché “delinque” di approssimazione. E dunque Berlusconi è un delinquente. Che, in quanto uomo che ha delitto, e qui torniamo al passato prossimo, prossimo poiché abbastanza recente, si è fatto soldi a palate. E col suo potere corruppe tante donnette. Godendo di molti diletti e, traviato, debosciato, degenerato, scopò ogni zoccola “legalmente” di letto in maniera sghemba fra le gambe eppur mai troppo diretto, per sviare la legge sulla prostituzione minorile. Altrimenti, sarebbe stato inculato per direttissima.

Sì, un chirurgo può avere tanti soldi ma non così tanti da averne così tante…

Perché il chirurgo non ha delitto. E soprattutto, a differenza di Berlusconi, poco retto, che pagò avvocati e giudici, non ha “diritto”.

Sì, sono una brava persona anche se non navigo nell’oro.

Ho scritto molti libri ma non guadagno come Stephen King. Peraltro, se in uno dei miei libri, scrivo che in quella cittadina c’è il clown di Pennywise, interviene il centro di salute mentale per appurare se sono schizofrenico. Se lo scrive, come già in maniera celeberrima, lo scrisse King, ci fanno un sacco di film. E lui guadagna dieci volte di più coi diritti d’autore.

Va be’…

Sì, sono una brava persona. Ma non sono ancora “sistemato”. Sistemato nella nostra società equivale a non credere più nella forza della poesia e dell’immaginazione ma lavorare in comune. Parlare di Calcio per otto ore coi colleghi fantozziani, fingendo di svolgere le “pratiche”, e guardare di sottecchi il culo della segretaria del “capo”. Sì, la gente sistemata sta “bene”. Dei morti in vacanza…

Sì, sono un bravo ragazzo, non faccio parte della mafia ma mi piace Goodfellas.

– Ottimo, lo sapevo che eri una brava persona. Intuito femminile. Io sono una parrucchiera per uomini. Vieni a fare lo “shampoo” da me?

– Lo shampoo da te che vuol dire?

– Ecco, io ora apro la cam e te ne do un “(m)assaggio”. Me la rado tutta in diretta. Tu guarda. Se ti piace, passiamo a cose più “sostanziose” e reali. Sappi che appena accendo la cam, mi devi dare 50 Euro ogni 30 secondi. Ci stai?

– Sì, ci sto. Adesso chiamo la polizia postale e t’inculeranno loro. Dandoti una bella sciacquata e lavata di cap(r)a. Bagascia!

 

Questo per dire che siamo pieni di porci e porcelline… e io non ci sto!

Facebook è ingannevole per le puttane, per chi non ha niente da nascondere, no, non lo è. Anzi. Dai suoi scritti, dalle sue foto e dai suoi post, viene fuori tutta la splendida verità su una persona.

Ed è in questo caso che la realtà è più ingannevole di questo “tipo” di Facebook. Facebook, se ben usato, permette di stringere amicizie vere, è la realtà spesso stronza, ove se non indossi la maschera sociale e ti attieni alle etichette più farisee, vieni maltrattato, deriso superficialmente e “bannato”. Un macello.

 

Io vi benedico, figlioli e figliuole.

 

 

di Stefano Falotico

Sono un uomo irriguardoso nei confronti di Facebook, del Cinema di oggi e della vita vostra futura


07 Oct

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Una peculiarità mia che non piace a nessuno, se non a pochi eletti che ne sanno riconoscere la finezza da umorista pessimista, è la mia lontananza dal mondo “moderno”, nonostante anch’io sia iscritto a Facebook e lo usi smodatamente. A differenza però della gente “normale”, che lo strumentalizza per “piaceri” esclusivamente da mal di pancia, utilizzandolo a mo’ di sfogo o, se sono dei bulli, come sfottò, io mi disincaglio da questa misera umanità che par faccia di tutto per esibirsi, anche quando ha poco da proporre, a parte i suoi lamenti esasperanti, le piccinerie di vite modeste e dallo squallore terrificante, i suoi rimproveri a qualcuno, le sue esternazioni che si credono intelligenti e invece usano a pretesto citazioni di letterati e filosofi, accomodandole alle loro esigenze di quel “particolare” periodo di scompensi psicologici “acutissimi” e di una gravità che neppure Hannibal Lecter potrebbe sondare.

Ci sono allora quelli che par ripudino, quando fa loro comodo, la vita occidentale e si affidano al pensiero contemplativo orientale. Insomma, la sera prima non hanno trombato o si sono versati l’olio bollente sulla camicia, allorché, come compensazione a queste “sfighe” madornali, di “rilevanza” esimia, probabilmente arteriosclerotica, “affiggono” scritti di Mishima, nella lode alla bellezza della vita. Sì, poi esce un film di Kitano e affermano che non vanno a vederlo perché non lo capiscono, “ripiegando” su una pellicola con Bruce Willis, la storia di un poliziotto nevrotico che deve salvare un bambino cinese dalla mafia russa, collaborando con la CIA e scoprendo che i suoi amici sono dei corrotti del KBG, legati per vie traverse alla Sacra Corona Unita affiliata ai produttori di Gomorra. Il film finirà a tarallucci e vino con cameo nel finale di Lino Banfi che balla con Checco Zalone. Intanto, questi qua aspettano le votazioni, implorando giustizia per tutti!

Insomma, il mondo è stato sempre una lotta fra frustrati e uomini di successo che fan tanto sesso, fra persone che, subendo, si ribellano e non riescono a “fregarsene”, e persone che delle loro zoccole si fregiano. In quest’alternanza fra ricchi e poveri, fra chi è inculato e chi se n’incula, c’è chi cambia casa e chi invece cambia cane. Quelli di Venezia cambiano canale…, ah ah, sintonizzandosi su Sky Atlantic per distrarsi dalla marea.

Sì, un’umanità alquanto aberrante, a cui conviene estraniarsi e farsi i cazzi propri. Lo sa bene Harvey Weinstein, uno che ha vinto l’Oscar col “romantico” Shakespeare in Love e adesso su Variety legge che una giornalista lo accusa di essersi masturbato “impudicamente” davanti a lei. Insomma, l’ex Miramax sta colando a picco e probabilmente non riuscirà a produrre il prossimo film di Tarantino. Un pasticcio degno di Pulp Fiction.

Stamattina, ero al bar, e ho ascoltato una conversazione davvero “importante” di una madre, o forse una zia, preoccupata della figlia o della nipote, che va male alle superiori.

– Ah, sa, non ce ne capacitiamo. Insomma, non che abbia mai brillato. Dalle medie è uscita con 6 (perché adesso danno i voti numerici e non le valutazioni?) e alzando il dito medio agli insegnanti. Ma nessuno immaginava che potesse essere il disastro di oggi. Inconcludente, studia 3 ore al giorno ma pensa sempre alle orge, ha un ragazzo svedese che si fa le canne con un nero guatemalese e, prima di andare a letto, prega la Madonna dell’Incoronata perché spera di farsi entrambi dopo un ballo latino-americano.

– Ah, non la colpevolizzi. Crescerà. Guardi me. Mi laureai in ingegneria edile, e guardi quanti chili ho messo su. Sono riuscita a costruire la mia panza, e la gente comunque viene da me a bere il caffè. Sono felice, tutto sommato, della mia vita. Peccato che Montalbano sia finito. A proposito, posso offrirle un Limoncello?

– No, adesso vado a fare un salto al Meloncello.
Meloncello: basamento monumentale dell’inizio dei portici di Bologna che conducono alla basilica di San Luca, ove spesso le donne con problemi di menopausa vanno a confessare le loro voglie capricciose…

 

– Mi tolga una curiosità, prima di andare via senza pagare. Che scuola fa sua nipote?

– Mia figlia.

– Sì, mi scusi.

– Allora, mia nipote fa il Tecnico Commerciale “sperimentale” con indirizzo internazionale, probabilmente extraterrestre.

– Be’, allora di che si lamenta?. È giusto che vada male. Farà la barista come me, e non avrà ambizioni da parlamentare. Non sarà una corrotta.

– Lei dice?

– Dico, dico. Piuttosto, s’informi se può già prendere la pensione di “mantenimento”.

– Come si permette? Mia figlia intende e vuole. Non è mica un’incapace. Ama soltanto Cinquanta sfumature di grigio. Ma la sua vita, vedrà, di soddisfazioni s’imbiancherà.

– Non volevo offenderla. Non guardo la vita divisa fra bianco e nero, ma a sua nipote, o figlia che sia, piacciono i negri. Signora, vorrebbe un Negroni?

 

Scattò la rissa. Nel frattempo, arrivarono i mariti che, prima di separarle, si papparono dei maritozzi.

 

– Eh, tutto questo casino per una sciacquetta?

 

Tornate a casa, le due donne, rispettivamente scrissero sul loro diario Facebook:

 

Giornata di merda. Anche il caffè era amaro. Non c’è più rispetto, evviva la protezione civile! Quasi quasi, do ragione ai piromani. Sarebbe tutto da bruciare!

Giornata del cazzo. L’ho preso anche oggi nel culo, e non era quello di Richard Gere.

 

Tornando invece al Cinema, non se la passa bene. Alcuni sostengono che sia un grande attore Jared Leto. Io invece sostengo che basti dimagrire trenta chili e chiunque potrebbe vincere un Oscar per Dallas Buyers Club.

Blade Runner 2049 è un capolavoro? Non credo, e posto recensioni negative per il gusto di far il bastian contrario. Che delizia, essere poi coperti d’insulti da gente che ama Il Grande Fratello VIP.

di Stefano Falotico

Facebook ha rovinato il Cinema


29 Apr

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No, non è una provocazione. In qualche “mo(n)do”, lo penso davvero. Questa proliferazione dipost(er) assomiglia ai gridi munchiani di “Io esisto e voglio condividere il mio (non) gusto con te!”.

Quindi, ti mostro i miei “preferiti”. Sempre, ripetuti, reiterati, insistenti, “deficienti”.

Ora, è un discorso complesso che ha origini laddove le connessioni internettiane, che in Italia fra l’altro “celebrano” il trentennale proprio oggi, si “svolgevano” col modem 54k e bisognava prima staccare la presa telefonica per “collegarsi” alla rete, prima insomma dell’ADSL, del Wi-Fi, di amenità “sconce” del genere degenerate, insomma, di questa (de)generazione.

Assisto impotente a un trionfalismo di eroi dell’infanzia che spuntano sovementemente, anzi, che dico, prepotentemente perenni nell’idolatrare proprio il “mito” che si scelse a “modello” di quell’età mai evolutasi.

Sì, un tizio condivide ogni giorno, a ogni ora, tranne pause momentanee lavorative, (s)fortunata-mente, i post di Sylvester Stallone che si allena in Rocky tutta la saga. Brindando al suo idolo, appunto, che gli scaccia i pensieri di una vita, ahimé (non) duole dirlo, che credo sia fustigante e priva di vera autonomia felice. Sì, certa gente cerca nel calcio la panacea ai propri mali esistenziali, altri trovano nell’iconcina la pace estemporanea delle loro frustrazioni quotidiane. E allora Sly Stallone diventa il proletario “tosto” e dal sorriso “rassicurante” che li mette tranquilli, della serie “anche il proletariato ha il suo sindacalista muscoloso”.

Quindi, ecco spu(n)tare Al Pacino nel Padrino, perché uno si crede un “boss” e fa del suo malessere un’apparenza da “malavitoso” e “macho”. Capirai che paura.

Alcuni in chat ti rispondono come DiCaprio di Django Unchained, “Avevate la mia curiosità, ma ora avete la mia attenzione”, quando volevi chiedere loro soltano un “Come stai?”.

Insomma, “liofilizzano” frasi e video di film storici e/o memorabili per “robotizzarsi” nella banalità freddissima d’un veder(ci) “telematici”, facebookiani appunto, triste e decadente.

Vuoi vedere che La foresta dei sogni non è poi così brutto come “questi” dicono?

Diamo(ci) una speranza, andiamo al cinema.

 

di Stefano Falotico

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Il Cinema, che Sole, come son “sol(id)o”, mi consola dalle inconsolabili lamentele dark di Facebook, Tim Burton


16 Mar

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Cinema, “odorandomi” di te, deambulando nei tuoi fotogrammi, disdegno quel patetico film che è 21 Grams.

Invece, mi tuffo in Burton Tim, “pagliaccio” in questo mondo miser(and)o. Sì, son miscredente di questi amori “vivandati”, sbandierati ai quattro venti, ai quattro vel(l)i. Mi spoglio della superficiale di tutti pelle perché ne ho piene le palle, e col Cinema mi sballo.

Drogati… (mettete su tal parola l’accento a mo’ d’imperativo o prendetela per quel che siete), questo mondo non si risolve coi paradisi artificiali. Ché già A.I. di Spielberg mi parve una cagata pazzesca.

Su Facebook, un’altra pazza, con sotto il naso la puzza, il suo diario da merda “qualunquista” sbrodola, “spruzzando” a tutti, “In condivisione” di “Mi piace”, la sua etica da una che s’è rotta la v(ag)i(n)a e monologa a interlocutori finti, come lei poco fini, a cui fa appello, domandando a uno se può “scappellarlo”. Lui ci sta(ppa)! Partono i “bacini”.

E allora io, da CappellaioMatto”, dinanzi a codesta non tanto sveglia, mi svesto, no, faccio sì che il mio “uccello” si ridesti, ché viva pure la sua Alice nel paese del “Che film ho visto stasera, meraviglioso. Domani, però, ho da farmi il culo”. Sì, glielo fanno, in quanto ella è meretrice di notte e mentitrice, sotto mentite spoglie da cassiera, di giorno. Una bella che racconta balle dietro la faccia come quello, appunto.

A “quel” si “viene” ed è duro… accettar la verità di una vita andata a “puttana”.

Eppur si lamenta. Dà agl’ipocriti la patente di falsi e si dichiara falsa(ria) del suo “vero” lavoro, “sudandosela”.

Al che, appare il trailer del nuovo Burton, e mi sembra di sognare…

Capolavoro o presa per il popò di dimensioni kolossal?

Di mio, preferirò sempre una pellicola Kodak a un iPhone con scatto selfie coi morti.

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di Stefano Falotico

La festa delle tonne, no, delle donne, tre film e una mia citazione Wild(e)


08 Mar
Pictured: Sienna Miller and Heath Ledger star in CASANOVA, directed by , Lasse Hallström. Distributed by Buena Vista International. THIS MATERIAL MAY BE LAWFULLY USED IN ALL MEDIA ONLY TO PROMOTE THE RELEASE OF THE MOTION PICTURE ENTITLED "CASANOVA " DURING THE PICTURE'S PROMOTIONAL WINDOWS. ANY OTHER USE, RE-USE, DUPLICATION OR POSTING OF THIS MATERIAL IS STRICTLY PROHIBITED WITHOUT THE EXPRESS WRITTEN CONSENT OF TOUCHSTONE PICTURES. AND COULD RESULT IN LEGAL LIABILITY. YOU WILL BE SOLELY RESPONSIBLE FOR ANY CLAIMS, DAMAGES, FEES, COSTS, AND PENALTIES ARISING OUT OF UNAUTHORIZED USE OF THIS MATERIAL BY YOU OR YOUR AGENTS.

Pictured: Sienna Miller and Heath Ledger star in CASANOVA, directed by , Lasse Hallström.
Distributed by Buena Vista International.

02094009 02309917 festa delle donne

di Stefano Falotico, misogino, misantropo, forse t(r)op(p)o per le top(p)e.
E ricordate: se la coppia scoppia è perché ha sempre, prima, scopato.
E or, è ora che le donne a terra(gne) scop(p)ino.

Applauso, e che sia scosciata, no, scrosciante.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)