Posts Tagged ‘L’ultimo imperatore’

Se Gabriel García Márquez scrisse il capolavoro L’amore ai tempi del colera, prossimamente io pubblicherò Bologna Hard Boiled e l’amore ai tempi del COVID-19, vero Once Upon a Time nella città felsinea


01 Apr

joker falotico

stallone cobra

Avete mai letto Cent’anni di solitudine?

Io scrissi, per lulu.com, il libretto informativo Il fascino e la seduzione della solitudine con tanto di mio “bugiardino”, cioè istruzioni per l’uso in caso di scompensi psicologici dovuti all’angoscia, oserei dire contagiosa, emanatami per colpa delle mie inibizioni, preda a loro volta della cattiva suggestione effettuatami dai maligni fascistoni. Mentre le false informazioni sul Covid, propinateci oggi come oggi dagli oscurantistici ignorantoni, cioè da giornalisti bravi soldatini assoldati ai più sporchi soldoni, appartengono non solo a falsi e bugiardissimi decreti governativi più ammorbanti della peste bubbonica. State boni! Chiariamoci, uomini e donne pestiferi, non appestatemi. Non opprimetemi, la mia dignità non calpestate. Inoltre, mi rivolgo in tal caso agli uomini di Bari vecchia. Adesso, se in questo periodo assai difficile per l’umanità intera, vi sentiste economicamente ed emotivamente molto squilibrati, non lasciatevi prendere dall’USL, no, dall’ansia. Non bestemmiate ma vi posso concedere di esternare sane blasfemie esuberanti a mo’ del miglior Lino Banfi ruspante. Sì, uomini bollenti delle Puglie, se in queste settimane brucianti di coprifuochi asfissianti più delle fiamme infernali, alle undici di sera volevate almeno rivedere un film con Pasquale Zagaria (L’esorciccio?) in streaming ma la connessione vi andò a putten’ alla pari del nostro ex premier di Loro, se imprecherete Madonna impestata dell’Incoronet’, non me la prenderò. Dio impestato!

Intanto, ricordate che la vostra ex moglie ambiziosa e assai sessualmente sfiziosa, oserei dire maliziosa e molto vogliosa, vi lasciò perché, già prima della vostra disintegrazione in quanto giammai alla società capitalistica v’adattaste, sanamente integrandovene, cioè non foste manco cassaintegrati, neanche emigrati o mantenuti immigrati, neppure v’improntaste alla prostituzione degli uomini potenti appartenenti alla “savia” e robusta Costituzione (più che fisica, diciamo orientata alla f… a, ottenuta in maniera poco virtuosa grazie ai soldi fruscianti, forse quelli che elemosina nelle mini-recensioni Patreon il critico cinematografico YouTuber F. Frusciante, ah ah), ecco, dicevo… Dicevo che lei, stando con un uomo di Potenza, cioè potentino, no, potente non solo a letto, vi lasciò in mutande completamente. Anzi, vi spogliò del tutto di ogni p… ne, sì, bene. Cosicché, mentre lei venne, eccome, e vive serenamente da esaltata arricchita ricca sfondata (specialmente nel sed… re montata), mentre lei sta con un monaco, no, con un mentecatto-montato, i vostri sogni sono stati pezzo per pezzo smontati e messi a novanta. Siete pazzi? Che volete farci? Volete farmi? Volete mettervi contro un pezzo grosso o con un’altra? Lei sta messa con un pezzo di merda. Sono volatili per diabeticiFracchia la belva umana! Quello ve lo farà a strisce. Dunque, vermi e “falliti”, strisciate e non rompete le balle che vi raccontate per non farvelo. Vi sentite cornuti, traditi dalla vostra ex dea del c… zo. Al che, per farvela, no, per farcela, non lo date via ma vi siete dati a Lucifero. Sì, in questo periodo di Covid maledetto e diabolico, vidi gli uomini più innocenti e angelici darsi a immonde diavolerie pur di credere a qualcosa. Pensarono pure di essere il messia, uomini peggiori della peggiore catto-borghesia. Ma per cortesia!

Sì, sembrano Mickey Rourke di Angel Heart. E ho detto tutto. Ah ah. Fidatevi, sono terminati i tempi in cui ve la tiravate da duri come Mickey de L’anno del dragone. Manco riuscite a tirarvene… Vi vedo molto mosci, sapete? Comunque, questa porcata è partita dalla Cina, da me o dagli altri? Sì, il Covid è una tr… ia come J. Lo, no, come John Lone del succitato, eccitante masterpiece di Michael Cimino.

Al che, distrutti nelle finanze, finanche massacrati a livello mentale, cioè destrutturati, v’immolaste a salvatori come De Niro de Il cacciatore. Di nome, per l’appunto, Michael. Alter ego forse del Cimino?

Credo di sì. Lei, in vestaglia, no, in o senza veste, no, in vece di chi, no, invece ora crede a Belzebù? Sono Barbablù? Ah, allora lei va nel frutteto, no, lei nel frattempo va rieducato come John Lone… de L’ultimo imperatore. Lavaggio del cervello e anche di qualcos’altro, no? Comunque, non pensiate che i governatori delle varie regioni (direi nostre erogene, poco erotiche né eroiche, cari miei eroi che amate ogni eroina, in quanto viviamo quotidiani spappolamenti dei marroni) le donne bone si passino, no, tanto bene se la stiano passando.

Avete mai visto L’ora più buia? Oh, a me quel principe parve un bell’uomo. Come mai non stava con una come Lady Diana e invece Carlo, pur possedendo Diana, voleva sia la camomilla che Camilla, sognando di essere sexy come Kristen Stewart? Cristo!

Ora, non molti lo sanno. La scena d’inseguimento automobilistico in Ronin, ambientata a Parigi in un tunnel abbastanza famoso, fu girata da John Frankenheimer durante l’attentato a Lady D. Spencer. Comunque, nel Don Camillo di e con Terence Hill, non vi fu Bud Spencer. Il Ponte dell’Arma dei Carabinieri che non indagarono? No, il Pont de l’Alma… De Niro, in Ronin, si salvò ma è identico tuttora fisionomicamente a Dody Al-Fayed? Com’è possibile? Qualcosa non è andato per il verso giusto, sì, non va manco a spingere col Viagra. Dove sta la verità?

A Nizza, De Niro fu peraltro inseguito pure dalla polizia. Che, ai tempi delle riprese di Ronin, lo indagò. Prelevandolo dalla sua camera d’albergo in quanto ebbe una relazione clandestina con Charmaine Sinclair. Celeberrima entraîneuse nera come molte ex amanti di Bob. Vedi Naomi Campbell, Lady Diana, no, Diahnne Abbott, Toukie Smith e Grace Hightower. La Sinclair, escort d’alto bordo quasi quanto Moana Pozzi. Con la quale De Niro pare che, fra un ciak e l’altro di C’era una volta in America, fra du’ bucatini all’amatriciana con Sergio Leone e James Woods alla fantozziana trattoria Gigi il troione, no, al ristorante Er Colosseo de te rode e penne (penna, in gergo dialettale di origine controllata come il vino d’annata della Bologna più volgare, significa grande donnone, detta eufemisticamente ed elegantemente) alla puttanesca, gustava la patata al forno di Moana con tanto di bistecca à la Bobby Cannavale di The Irishman. Dopo il dolce, De Niro esigeva un altro tiramisù. Indeciso se ordinare un profiterole o approfittare della cameriera, adoratrice dell’olio piccante sull’italiano maccheronico di De Niro che, dinanzi a costei, non tanto vergine ma bella come la Madonna, ovvero una napoletana emigrata nella capitale e amante, non a letto, del compianto Antonio de Curtis, detto in arte Totò, la quale gli chiedeva se veramente la serva serve (senza servirsi del congiuntivo serva), Bob non capiva l’ammiccamento non solo cinefilo, le offriva piuttosto, anzi tostamente, la quaglia e voleva sol essere imboccato. Cosicché De Niro non soddisfatto ma strafatto, fra inguini allo scolo, la sua incerta Lingua italiana da amante bilingue, aiutato nelle finanze, no, finanche dall’interprete della particolare “linguista” non abbiente né perbene, voleva persino le linguine più buone e giustamente salate. Insalata! Ora, non molti riescono a spiegarsi come mai De Niro, dopo aver lavorato con tante bernalde, no, con Bertolucci Bertolucci e Leone Sergio, abbia scelto per il suo triangolo alla Renato Zero, no, per le sue cinematografiche collaborazioni con registi nostrani da non c’è due senza tre, “nientepopodimeno” che Giovanni Veronesi. Mandando per un attimo la sua carriera a pu… ne, per l’appunto. Be’, voleva imparare meglio la lingua di Monica Bellucci anche con Manuela, no, in Manuale d’amore 3. Bellucci Monica, donna poco monaca e più che belloccia, dotata di un enorme paio di bocce. Da nessuno mai bocciata. Quindi, bellissima ma incapace assoluta, dal punto visto attoriale e non solo, eh già, una cagna. Infatti, appena apre bocca, come attrice “pura” non si può vede’ né senti’, la si adora solo quando prende lezioni recitazione in modo orale. No? Dico solo la veritas, sono un povero cristo contro Maddalena! Non vi rabbuiate né abbaiate! Avete rabbia? Guardate Il Vangelo secondo Matteo! Pisellini, no, Pasolini! Datemi retto, no, retta. Fatevi un pisolino! Sì, De Niro, Sergio Leone, Gianni Minà e forse un pagliaccio di siti come blacked.com, si sa, scattarono assieme una foto epocale. Muhammad Ali non era certamente un cazzone come Dredd o Isiah Maxwel!

Era un clown incredibile come Elvis Presley. Si faceva le prugnine/one, no, le pug… te, no, si faceva dare pugni a non finire. Criticato da tutti in quanto micione e romanticone. A un certo punto, spiazzava ogni avversario con colpi da maestro mica da venduti e/o volponi, colpi e botte da gran signore.

Ecco, Zucchero cantò… lo sai fratello, siamo nella merda, a proposito come ti va? Vado via domani e non vengo più. Ah no, scusate, non torno più. Perché mai? Hai spiccato il volo per i tre giorni concessici dal Governo per andare soltanto all’estero? E lì, Verdone Carlo, ex amico di Leone, no, il principe della risata Totò, no, Joker di Gotham City, no, Carlo dello stretto di Gibilterra, no, Carlo terra terra eppur figlio della Queen d’Inghilterra, ex principessa sul pisello, ha fatto il buon samaritano, regalandoti una seconda ca(u)sa? Destinazione Paradiso… Evviva Gianluca Grignani. Mi va di scimmiottarlo, storpiando una sua canzone storica e anche stoica. Viviamo in un mondo di scemi e di scimmie. Dunque, tanto vale essere uno scimmione o uno scimunito? Domanda da un trecento milioni di dollari che non avrò mai. Neanche voi avrete tutti questi soldi. Non perché siete dei falliti, bensì perché chi lo ha, no, le ha, no li ha, eh già, non solo è attorniato da gente di malaffare ma, in termini puramente affaristici, credo che sia stato corrotto per utili suoi opportunistici. Esistono molti leccaculo al mondo. Se volete passare la vita, dunque, a inseguire queste ambizioni non so se solo da tromboni, sappiate subito che da me sarete trombati. Nella mia vita vengo ancora molto spesso coglionato. Però mai mi scogliono poiché so che la maggior parte della gente si crede chissà chi e invece fa, contro di me, puntualmente la figura del coglione. Si può utilizzare, mia acculturata brava gente, la parola coglione riferita a queste brave persone? Come si dice, persone coglione o semplicemente coglioni. Comunque sia, si levassero dalle palle.

Almeno resta qui per questa sega

Ma no che non ci provo, stai insicura

Può darsi già mi senta troppo solo

Perché conosco quel sorriso

Di chi ha già deriso

Quel sorriso già una volta

Mi ha aperto l’inferno

Può sembrarti anche una banana

Ma è un istinto naturale

Ed è per questo che mi diventa duro

Ricorda a volte un uomo va anche inculato

Comunque non sono omosessuale passivo e dunque dagli uomini inchiappettato

Tanto di me

Non ti devi preoccupare

Me la saprò chiavare

Stasera scriverò una canzone

Per soffocare dentro un’esplosione post-erezione

Tu non mi dai vie d’uscita né di fuga, sì, ho detto fuga

Per digerire, prenderò le fave di fuca

E te ne vai con un altro che indossa pure le infradito,

forse è anche un ermafrodito,

e te ne vai con la mia sfiga, forse con un figo con la tua figa fra le dita167923755_10218845596473825_1692023988963935741_n 168250038_10218845597073840_159278655176483935_n

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di Stefano Falotico

Nanni Moretti uscirà presto con Tre piani, peccato che dalla nascita non sia uscito dal suo Super Io da Henry – Pioggia di sangue, anche di romantiche lacrime


10 Jan

nanni morettikeitel holy smokewinslet holy smokeattimo fuggentebasic instinct 2getta la mamma dal treno

 

Basta!

Pensavo si fosse affiliato a Di Maio, il Nanni. Pensavo che avesse preso il reddito di cittadinanza, chiedendo a Salvini di censurare Henry. Credetti, ma sbagliai, che avesse pagato magnanimamente gli zaini della Invicta degli 80 Euro di Matteo Renzi a Jasmine Trinca, da lui scoperta, oddio, ne La stanza del figlio.

Sì, Jasmine è ancora schizofrenica come ne La meglio gioventù, come la ragazza di faccio cose, vedo gente di Ecce Bombo. Dunque, deve tornare a “squola” con la q per divenire un quadro aziendale di tale società che non ama più i pasticceri trozkisti.

Sì, Jasmine va rieducata e riprogrammata come Kate Winslet di Holy Smoke.

Kate Winslet, nell’appena menzionatovi film di Jane Campion, riuscì a depistare il percorso rehab da John Lone de L’ultimo imperatore di Bertolucci, regista che fu amatissimo da Moretti, poiché si spogliò dinanzi a Sport/Harvey Keitel di Taxi Driver. Il re dei papponi. E, come dice Travis Bickle, dei ruffiani, dunque degli ipocriti.

Kate, in una notte calda di cosce e zanzare alla Luciano Ligabue, si mostrò ad Harvey tutta ignuda e Harvey, dinanzi al suo seno, certamente più sodo e grosso di quello piattissimo di Margherita Buy, al buio gustò tutta la Winslet buona, animalizzandosi come un bue.

Insomma, la matta Kate lo fotté in ogni senso, in tutto il suo seno. Harvey perse il senno, qui parafraso Alessandro Bergonzoni, perciò si rivelò solo un grosso porcellone assai presuntuoso, molto unto, bisonte e cafone.

Poiché volle reprimere la giovinezza d’una figlia dei fiori nel (de)moralizzarla da tutor della minchia.

Sì, spesso anche a me succede soventemente d’incontrare, lungo YouTube, persone che vorrebbero bocciarmi, bloccarmi, imboccarmi, intubarmi e trombarmi.

Gente che, gelosa della mia libertà e della mia florida bellezza, mi dà del troll quando invero mi piace giocosamente viaggiare per il mondo con il trolley.

Visitando città a me ancora ignote che vanno da Noto, in Sicilia, sino a Milano, poi arrivano a Mirano, in provincia di Venezia, cittadina natia di Federica Pellegrini, campionessa di nuoto per cui sarei rana, poi principe di stile libero da vero sessuale pellegrino per tuffarmi in lei con salti carpiati da Tania Cagnotto.

Sì, cerco un centro di gravità permanente, eh già, cantò Nanni Moretti, no, scusate, cantò E ti vengo a cercare di Franco Battiato quando fu ancora bellamente autarchico… in Palombella rossa.

Un Nanni politicamente scorretto e controcorrente che a me piacque un sacco bello…

Poiché agguerrito polemista, incazzato anche sano fancazzista schierato apertamente contro un mondo d’ingiustizie. Delirante, sfigato mai visto, uno capace di leccare, insonne, un barattolo intero di Nutella, struggendosi per Laura Morante e sospirando nella sua anima, nel plenilunio alto, Con il nastro rosa di Lucio Battisti.

Comunque, adesso ho un po’ paura, adesso che quest’avventura sta diventando una storia vera, spero soltanto che tu sia sincera…

Di mio, che posso dirvi?

Inseguendo una libellula in un prato, un giorno che avevo rotto col passato quando già credevo di esserci riuscito, son caduto.

E non vorrei aver sbagliato la mia spesa o la mia sposa…

Sì, quando m’innamoro, non so più gestire le mie emozioni e divento come Stefano Accorsi, sì, sempre de La stanza del figlio.

La mia Laura Morante mi fa uscire di testa come Stefano/Dino Campana di Un viaggio chiamato amore.

Ma devo ringraziarla… i miei pezzi migliori li scrivo quando sono Innamorato pazzo come Adriano Celentano. V’è una forza, una disperazione, una potenza emotiva da lasciare stordito anche me.

Di cui si può dire tutto tranne che non possegga un Segni particolare, bellissimo.

Quando m’innamoro, divengo, poche volte vengo, un personaggio larger than life come il miglior Cinema di Lars von Trier.

Sono capace di seguire lo stream of consciousness delle mie Onde del destino.

Sì, l’amore rende ciechi e allora ballo con Dancer in the Dark.

Anche Dancing in the Dark alla Bruce Sprinsteen di I’m on Fire.

Molte persone invece s’istupidiscono come in un film e libro di Moccia con Riccardo Scamarcio e non possiederanno mai il carisma malinconico di John Wick 2.

Insomma, si castrano come Stefano Dionisi di Farinelli.

E sbraitano come Carlo Verdone di Maledetto il giorno che t’ho incontrato.

Nanni, comunque, il miglior film sulle tre stanze del figlio, no, istanze della personalità rimane Mulholland Dr.

Mah, di mio, che io mi ricordi, mi dissero a tredici anni che ero un genio.

Non diedi mai retta a una puttanata del genere.

Al che, ieri sera, feci ascoltare l’audiolibro, da me recitato, del mio nuovo romanzo a una platea di amici.

– Vai, spingi play.

 

Alla fine, tutti quanti mi picchiarono a sangue. Perché, purtroppo, lo sono ancora…

Se siete curiosi di ascoltare tutto l’audiolibro, dovete aspettare. Occorreranno giorni e ancora giorni affinché possiate ascoltarlo in forma integrale e ottimale. Se invece, nel frattempo, volete comunque leggerlo, anche in digitale, digitate La prigionia della tua levità su Amazon, IBS.it e sulle maggiori catene librarie online, dunque accattatevelo! Se invece non vi piace leggere, nemmeno le anime delle persone, e pensate che la vita sia un lavoretto e un sabato sera per far bisboccia, onestamente, potete anche andare a prendervelo in culo. Non m’impedirete di fare l’artista, no, non ho bisogno di essere medico, non m’indurrete al suicidio come fece il ragazzo poeta de L’attimo fuggente.

Dunque, nessun (rim)pianto, nessun pilifero impianto, mi sono ricresciuti i capelli. Abito al quarto piano e quella del settimo non ce la fa a prendere l’ascensore con me perché arrossisce e rimane imbarazzata poiché è l’unica super figa del quartiere che non riesce a rendermelo rizzo.

Su questa faloticata, vi lascio e ci sentiamo domani. Tanto, ce n’è sempre una. Ah ah.

Comunque, i tempi sono cambiati. Anche io, come no?

Per anni, fui Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Poi, mi accorsi che esistono i pazzi. Sì, nella clinica di Qualcuno volò sul nido del cuculo, incontrai, oltre al d.o.c., ovvero il disturbo ossessivo-compulsivo, anche DOC di Ritorno al futuro. Vale a dire Christopher Lloyd.

Sì, Christopher mi disse che le mie mani non tremano più. Sì, mi curai dal Parkinson come Michael J. Fox.

Al che, chiesi a Chris se potesse spedirmi indietro ai tempi in cui Elisabeth Shue era più giovane e pure io.

Lui mi disse che la macchina del tempo esiste solo nei libri di Marcel Proust, a livello metaforico, e nel succiato film di Bob Zemeckis.

Mi consigliò però di dare lezioni di scrittura creativa a Danny DeVito.

Me la tirai da Billy Crystal di Getta la mamma dal treno.

L’avete mai visto questo gioiellino? Billy interpreta la parte del professore d’italiano che dà lezioni neanche se fosse Alessandro Baricco. Era ricco quasi quanto lui ma la moglie gli portò via tutto. E Billy, distrutto, si chiuse a riccio.

Al che, si trovò a insegnare a degli studenti peggiori di quelli di Paolo Villaggio di Io speriamo che me la cavo e di Michele Placido di Mery per sempre.

Prende su parola un tizio col suo elaborato, sicuramente una disamina degna del Nobel e del Pulitzer, certo…

Il suo romanzo s’intitolò Cento donne che vorrei scoparmi.

Non sto scherzando, guardate il film.

Sì, il mio prossimo romanzo sarà proprio intitolato così. Non siete curiosi di leggerlo?

Già, non sarà solamente una lista della spesa o del vorrei che fosse la mia sposa…

Credo che partirò da Sharon Stone. Dunque, in medias res della sua figa, no, della sua filmografia, ovvero partendo da Basic Instinct, cioè dalla sua, appunto, scrittrice Catherine Tramell, ripercorrerò in anale, no, in psicanalisi, no, in analessi il suo excursus di donna desiderata non soltanto da un maniaco voyeurista come William Baldwin di Sliver, bensì anche da Sam Rothstein/De Niro di Casinò.

Michael Douglas, in Basic Instinct, si chiama Nick Curran. De Niro scopò Milla Jovovich in Stone, appunto, di John Curran.

Poi, chiederò a un altro Michael, Michael Caton-Jones, il regista di Scandal e di Voglia di ricominciare, come mai girò il sequel orribile, Basic Instinct 2 ma pure un film malinconico più di Luigi Tenco, Colpevole d’omicidio, un film su un’ingiustizia, una pellicola dal titolo italiano che non rende giustizia al belllissimo titolo originale, City by the Sea. Ambientato, perlopiù, ad Asbury Park, la patria dei sogni perduti di Bruce Springsteen. Asbury Park, ove i fantasmi luccicano nelle notti più cupe e ove La messa (non) è finita. Poiché Nanni Moretti è bravo, molto bravo ma Tom Morello ancora di più. Cammino per istrada con aria sconsolata e, fra le stelle della luna alata, i vampiri mi chiamano the poet… Perché, che vi piaccia o no, i cani offendono ma i cantori esistono. E non vi è alcuna spiegazione razionale possibile.

 

 

di Stefano Falotico

 

L’ultimo imperatore è la storia di ognuno di noi, che vi piaccia o meno: io sono bello come il Sole d’Oriente, forte come John Lone


01 Dec

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Ah, il grande John Lone, protagonista di questo film iper-oscarizzato di Bertolucci, nei panni di Pu Yi adulto, e splendido Joey Tai del magnifico L’anno del dragone di Michael Cimino.

Morando Morandini si è così espresso nel suo Dizionario, oggi ereditato dalle figlie Laura e Luisa:

Tragitto di un uomo dall’onnipotenza alla normalità, dal buio della nevrosi alla luce della quotidianità, ma anche parabola di un attore coatto, di qualcuno costretto – bambino dai compatrioti, adulto dai giapponesi invasori – a recitare una parte che, in fondo, gli piace. Cinema alla grande e talvolta grande cinema.

Praticamente, la parabola esistenziale di chiunque di noi.

Ah, per anni son stato trattato da principe machiavellico e anche come Principe Amleto. Ma, in verità, uno dei miei film preferiti è Il signore del male. Ah ah.

Nella totale libertà, nella grandiosa “prigione” di un’educazione troppo permissiva da parte di genitori che non ti hanno mai obbligato a scelte forzate e ti hanno donato l’immenso regalo dell’anarchia-autarchia strepitosa di neuroni slegati da regole comportamentali conformistiche, improntate soltanto alla squallida efficienza sociale, la gente, superficiale e falsa, ipocrita e malvagia, vorrà vedervi follia. Perché, si sa, la folla ama i luoghi comuni e non tollera chi ragiona a mo(n)do suo.

I prìncipi senza precisi princìpi istruttivi, pensò questa gente, o son già pazzi o impazziranno. Perché la vita, soprattutto occidentale, prima o poi ti farà soccombere. E le persone libere saranno sempre invise, ricattate, messe alla prova. E, se si azzarderanno a trasgredire ogni principio di “normalità”, le si sbatterà in manicomio, le si educherà oscenamente a ripartire da capo, anzi, dai capi di quest’organizzazione gerarchicamente nazista, le si ficcherà in qualche centro di salute mentale al fine che, in seguito a devastanti lavaggi del cervello, a farmacologiche sedazioni, a contenzioni repressive, possano morbosamente riequilibrare le loro personalissime, immense “diversità”, sviluppate nei loro vuoti fortilizi, nelle loro solitudini bergmaniane, nelle loro immense atipicità emozionali, cosicché verranno destrutturate della loro autenticità e saranno rese provate. Se, dopo questo trattamento, continueranno a comportarsi in maniera anticonvenzionale, le si taccerà di essere pericolose e si farà di tutto per incriminarle, con qualche scusa, così come s’è fatto con Oscar Wilde, affinché agli occhi delle persone comuni, mediocri e stolte, gli ignoranti funzionali, tali persone discriminate, offese, a sangue picchiate nell’animo, costoro, sì, tali “impostori” appariranno come dei criminali da La piovra.  O come Renato Vallanzasca. Un angelo del male..., il bandito gentiluomo.

Noi tutti, voi soprattutto, siete degli attori coatti. A cui prescriverei un bel TSO coattissimo.

Dei poveracci che, dietro maschere da voi ostentate per ottenere la compiacenza bugiarda dell’accettabilità sociale, avete rinnegato i vostri intimi sogni più puri a favore di un allarmante adattamento buonista, insincero, infingardo, a mio avviso criminoso. Perché questo vostro atteggiamento comodo e menzognero, davanti al vostro specchio, ha incrinato e già inquinato l’essenza del vivere.

Com’è straordinario il delirio onnipotente dell’innocenza mai perduta, la limpidità romantica della bellezza, della verità. Orientale e a infiniti panorami orientata.

Questa è poesia, questa è la vita, questa è la giustezza.

Questa è la giustizia.

Firmato John Lone,

un genio alone in mezzo a un mondo di volponi e opachi aloni

 

Il fumo causa ictus e disabilità? I film dolciastri provocano il Cancro al cervello e anche a qualcos’altro, è morto Bertolucci!


26 Nov

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È morto Bernardo, uno a cui piaceva la “Bernarda”. Eh sì, Maria Schneider lui denudò e Marlon Brando col burro bellamente nel cul la ficcò, senza moralismi di “sorca”, quindi Bernardo, anche se perdendo già le rotelle, e forse votando come sindaco di Roma l’allora piacione Rutelli, spogliò quella passerona di Eva Green, regalandoci uno dei seni più immensi delle nostre fantasie erotiche da Dreamers.

E, in Novecento, Stefania Casini tirò proprio gli uccellini di Bob De Niro e Depardieu. Due amici per la pelle, ah, più pelle di così, due con le palle che però vengono da ambienti diversi. Diversi non nel senso… di omosessuali ma di estrazione sociale. E si perderanno per strada perché uno, diventato grande dopo tutto quel pimpante glande, voterà Salvini e invece l’altro Di Maio.

Sì, l’Italia è sempre stata un casino! Un luogo catto-borghese insopportabile. Ove tutti si professano professori ma hanno solo comprato i pezzi di carta, ominicchi sani e santi ma in realtà io vi dico che sono dei puttanieri tremendi. E Bernardo, uomo troppo elevato per stare in mezzo ai campagnoli bugiardi e alle zoccolone da Berlusconi, girò L’ultimo imperatore.

Tutto quel sesso trasgressivo gli diede alla testa e ai testicoli, e dunque ascese al buddismo con Il piccolo Buddha.

Uno dei suoi grandi sogni era realizzare un film intitolato Paradiso e Inferno ma forse, Bernardo, dantescamente, finirà in Purgatorio. Fra gli scomunicati perché morì in contumacia della Chiesa cristiana. Responsabile, con patti lateranensi traditi a piacimento, di aver censurato Ultimo tango a Parigi.

Eh sì, Bernardo aveva du’ coglioni così. Diceva la verità su questo mondo ipocrita e sessuofobo.

Spingeva!

E anche io dico la mia.

Io fumo tre pacchetti di sigarette al giorno. Anche di più. E me ne frego dei vostri salutismi del cazzo.

Non sopporto i film smancerosi e i luoghi comuni. Chi ascolta Zucchero non ha il diabete alle orecchie e, vi posso garantire, che se uno ama Bryan Adams non significa che sia un ricchione.

Non amo, insomma, le romanticherie e le falsità, poiché come Bernardo io sono un grande romantico.

E, come Marlon, incontro una donna. Lei, per far colpo su di me, mi dice di avere tre lauree e di chiamarsi Laura.

Io le rispondo che non voglio sapere nulla della sua “aura”, delle sue credenziali e dei suoi attestati. Non è da un titolo di studio che si giudica una donna.

Una donna la si giudica in maniera “innominabile”. Se è generosa e appetitosa e non rompe i marroni con moralismi morbosi.

Forza, succhia.

 

 

di Stefano Falotico

Amarcord, sì, son’ ‘nù(tella-nullatenente) terrùn di “carboni ardenti-neri” che s’ record’ di Scott(ato) Ridley


07 Nov

La vita è anche un negozio “Ricordi”

Stia zitta lei, pennuta! Lei, di Cinema, sep’ propr’ nudd’, cioè un bel niente. Inutile che s’addobbi dietro laureette, sempre mezza calzetta è, mia cara “tonna“. Dunque, vada d’uncinetto nel suo “piccolo mondo antico, cioè la cucina, veda di stirare e “tirarlo” un po’ a quel mosciarello del “pinguino” di suo maritin-“maritozzo” e, soprattutto, rammendi la calza.
Son qui, Io, Duca e Principe, a rammentare! Ora, pettini il suo cagnolino, e porti rispetto!

Lei di Cinema, mia micina da cinemino col “cremino” in bocca, sa quanto mio cognato Calogero, che passa le sue giornate a giocar di bile a biliardo, “sbullonandosi” per estrapolar un “ragno dal buco” della sua catapecchia formato “tugurio” e testa dura come il cocomero. Ah, Calogero amaro è, e si consola guardando il mare. Sperando nella sua “sirena”. Anche se quella dell’ambulanza presto suonerà “alla carica” di “soccorso” per prevenire il suo imminente suicidio. Fidati Calogero. Lo “scaldabagno” va riempito non solo di “bolle di sapone”, ma anche di donne in “calore”.

Ora, dopo Fellini (come da titolo), l’unico italiano a vincere l’Oscar come miglior regista fu Bertolucci Bernaldo.
Andate fratelli a vedere Io e te, portate anche del , ve lo suggerisce pure Fabio Caressa, che “intermezza” l’intercalare dell’Inter vs il Milan della pausa fra primo e secondo Tempo con tal bevanda rilassante. Suggerendo, al “braccio destro” (anche se giocò, talvolta, come “sinistro” terzino) Beppe Bergomi, il suo “Sky“.
Fabio Caressa è un “bell’uomo”, come Alessandro Gassman. Cioè, “detto” fra noi, aveva i numeri (anche “balistici”, basta misurarne la voce per calcolarne le ormonali “proporzioni” d'”insaccare” direttamente nelle “donne” da “fighi d’arte”) al fin di “sfondare”, appunto.
Ma preferì ripiegare nelle telecronache, ove finge d’esaltarsi per i goal della Juve, ma in fondo pen(s)a alle giornaliste sue “colleghe” d’occhiolino “tifoso” e “accaldato”.
Fabio è uno “in bretelle”, niente a che vedere con Floriana Bertelli. “Questa” qui avrà circa una “cinquantina” ma di quinta te “la” racconta ancora “giovanissimo”. La “scoprii” molti anni fa sul “Tre”, e me ne “sparai” multiple sul divano. Da allora, ha perso un po’ di tette ma allupa, “tenace”, di labbra-“sorbetto”.

Sì, Floriana… se non si fosse “realizzata” come “una” che legge il gobbo, sarebbe stata una tabaccaia da “Gradisca” a “sfogliartelo” di “sigaro fumante”.
Con tutti i marpioncelli del barettino a “bersela” fra una birretta e uno “scapellarlo” di “berettini”. Che gnocca!
Ieri sera, un mio amico (che abita fuori Bologna) s’è attardato. Così, per distrarre l’attesa, ho cercato disperatamente una tavola “calda” per buttar giù un caffè. A pochi chilometri di distanza, capitai nell'”antro” d’una “matrona” gran “mammona”.
In punta di piedi, aprii la porta del “saloon“, e sobbalzai strabuzzato nel suo “balconcino”. Una figona clamorosa sui quaranta, attorniata da vari manigoldi per strapparle il Golden Lady da “cortese” cameriera con una camera, non tanto singola, “disponibilissima” al piano sopra le scal(ogn)e.

– Prego, come posso servirla, mio bel “giovine?”.
– Come vuoi, come vogliono tutti.

Rimediai un ghiacciolo con la liquirizia.
E il cane lupo, molto Liuk, del suo “leccarmelo”.

La voce della luna… Della “lupa”.
Ma Benigni, assieme a Fellini (appunto) e al Bernardo, è l’unico italiano che ha vinto, oltre al “Film straniero”, proprio la statuetta come “Regia”.
Presto, da tre moschettieri saranno quattro, perché m’aggiungerò io fra due anni.
Sto preparando, infatti, un capolavoro “devastante”: Girando a zonzo, m’ingozzarono, ma li sgozzai da bue per le corna.

Trama…

Ambientato nei peggiori ambientini di Roma, un Uomo venuto dal nulla, di cui s’eran perse le tracce (anche di sangue, visto che il suo “gruppo” è PH Neutro), giunge nella capitale, col Papa che l’aspetta assieme ai lanzichenecchi, i quali al suo arrivo gridano: – Ah, sei arrivato, checca?! Com’è stato il viaggio?
– Di merda. Si son sgonfiati tutti i pneumatici per colpa della “on the road“. Quindi, vediamo di non provocare oltre, altrimenti vi meno, palloni!

Il Papa lo ospita nella sua umile dimora e, privatamente, gli mostra tutta la collezione “personalissima” dei calendari Pirelli:

– Belle, vero? Stimolano la “predica” e anche il prepuzio…
– Dall’alto della sua “posizione”, le ha conosciute “dal vivo”, “monsignore?”.
– Sì, “le” benedico ogni Domenica tali “signorinelle”.

Il film finisce con l’Uomo venuto dal nulla che ruba la tonaca del Papa e “imbandisce” l’altare della “Patria”.

Be’, amici, l’ho presa “larga”, concentriamoci sugli ultimi film di Ridley Scott.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il gladiatore (2000)
    Peplum con Russell Crowe versione “er meglio” de’ Francesco Totti, a incitar i “leoni” all’urlo: “E mò so’ botte!“.
  2. Black Hawk Down (2001)
    Ultimo film serio di Tom Sizemore.
    Spara all’impazzata. Dopo aver seviziato la moglie, se “lo” cavò grazie a cavilli legali, ma la sua reputazione andò più a puttane della prostituta che aveva sposato.
  3. American Gangster (2007)
    Un bel Giorno, Ridley guardò i film di suo fratello, il compianto, defunto e “postumo” Tony, ed ebbe l’illuminazione:

    – Chi è questo Nerone? Questo brucia tutti!
    – Denzel Washington.
    – Washington per cosa sta? Per Barack Obama?
    – No, per Man on Fire.
    – Cioè, il tuo ultimo film?
    – No, Denzel “sbianca” sua moglie la “focosa”.   

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