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Qualcuno salvi Kurt Russell, eccetto Tarantino, e qualcuno salvi il mondo d’oggi falsamente natalizio


02 Nov

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TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

Ieri, per la cinquemillesima volta, ho rivisto Ronin. La scena in cui Michael Lonsdale illustra a Sam/De Niro la leggenda appunto dei 47 Ronin è molto bella, stupenda.

Lonsdale gli dice che i ronin hanno scelto la gloria, hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito. E De Niro, con enorme sfacciataggine cinica, replica che hanno scelto male.

Perché è tutta una questione di soldi…

Spero mi possiate e soprattutto vogliate seguire nel mio ardito, labirintico ma esaustivo ragionamento.


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Da Jena Plissken a rincoglionito Babbo Natale il passo è breve

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Stamattina, invece, molto scoglionato, ho guardato sfrontatamente un porno in cui un ragazzino, appena maggiorenne, si scopa di sana pianta una milfona dal culo enorme e magnifico. Quindi, in preda a insanabili sensi di colpa, ho riguardato il trailer integrale di Qualcuno salvi il Natale con Kurt Russell in versione Babbo Natale, con tanto di renne simil E.T. che volano nella Luna e Kurt che, alla fine, diventa Billy Bob Thornton di Bad Santa. Ecco, guardare il filmato promozionale di tal zuccherosissima pellicola per famiglie non ha ripristinato la purezza mia perduta da tempo immemorabile, andata a farsi fottere. E, come spesso mi accade dopo un onanismo sfrenato, son diventato una creatura da Cinema di Paul Schrader, una sorta di Ethan Hawke di First Reformed, dilaniato dai suoi dubbi, dalla sua fede invero agnostica, turbato, sconsideratamente spaccato in due fra la mia parte capricciosamente irrequieta e la mia anima spesso metafisica e trascendente. No, son giunto alla conclusione che la verità del mondo non sta né in uno squallido porno ove un ragazzo poco più che pubescente si tromba una gnocca da paura, per eccitare gli arrapati, bavosi o(r)moni ai quali, nella scelleratezza della mia madornale masturbazione lasciva, mi annessi svergognatamente, né nel Natale can(dido) e da canditi. Una festa originariamente stupenda, al solito traviata… dalle esigenze commerciali di un mondo occidentale orrendo ove il 25 Dicembre siamo tutti buoni e prendiamo per mano la vecchietta claudicante, fermiamo il traffico e, come dei cani pastori tedeschi, l’aiutiamo ad attraversare le strisce pedonali. Dunque, lasciato che lei s’incammini verso casa, ci fermiamo a una gelateria e offriamo un buon gelato al bacio a un bambino sgridato dai genitori, addolcendo sia figlio che suoi procreatori con cinque minuti di leccata… gustosa. Poi, una volta nel nostro appartamento, nonostante la nostra vita sia oberata da casini insormontabili e siamo nella merda da sabbie mobili più lerce e inculanti, accendiamo la tv e ci commuoviamo per l’ennesima volta con James Stewart e La vita è meravigliosa. Aspettando la notte di San Silvestro ove, oramai cresciutelli, non andremo più in giro a far bagordi ma, annoiati e più porci, rideremo amaramente con Una poltrona per due. Sempre più consci che non possiamo fare niente per cambiare il mondo e ha vinto, come volevasi dimostrare, il qualunquismo, hanno vinto gli idioti, quelli che si son parati le chiappe. Che fanno un mucchio di baiocchi alla faccia dei fessi, dei poeti, delle persone sognatrici, sognanti e immaginifiche, pigliandoli per il popò e urlando loro che, se finirono male, è perché sono dei Lucignolo da Paese dei balocchi. Sì, esatto, scusate la ripetizione… che non abbiamo voluto apprendere “niente” perché recalcitranti ai falsi buonismi pedagogici, al fascismo ideologico, alle regole bacate del pensar comune presuntuoso e stronzo. Sì, Baiocchi! Uomini panettone che mai spenderanno un soldo coi cinepanettoni. In fondo, che cosa possono darci film come Hard To Be a God? Sì, un tempo guidavo la Panda e ora continuo a mangiare il Pandoro. Sono un uomo da WWF in via di estinzione, una razza “speciale”, un mammifero della famiglia Ursidae o forse solo di quella degli Addams. Così, sulla destrorsa R 101, adesso la sera abbiamo L’ora del Teo, programma radiofonico per bacucchi pasciuti ove il “veterano” Teocoli, non sapendo più che pesci pigliare, dopo aver smaltato il fondoshiena di Berlusconi in maniera an(n)ale, sfrutta la passione nazional-popolare degli anziani pensionati, il Calcio (!), sputando nel piatto in cui mangia nello scimmiottare, con le sue patetiche parodie, gli stessi personaggi che appartengono al suo ricco mondo vizioso e laido. Nelle sue caricature, Ancelotti è un tortellone e Ronaldo un puttanone. Lui invece cos’è? E vomita populismo tristissimo da uomo fintissimo e deficientissimo. Recuperando dal suo “cilindro” il giammai morto Felice Caccamo. E, dieci minuti dopo, deride invece gli stessi “napoletani”, gridando apertamente che è un popolo di falsi invalidi che sfrutta biecamente lo Stato per non fare un cazzo da mattina a sera. Se lo dice lui, che è di Taranto e invece ha lavorato come un negro in sketch comici di scosciate e Mediaset, è credibilissimo. Non vi pare? Con l’oca giuliva, Silvia Notargiacomo, che gli dà pure ragione e asseconda i suoi miserabili sfottò, intercalando con “meraviglioso!”. L’Italia è questa. Qui son tutti santi, guai a dire loro che, fra una predica e l’altra, vanno a notte fonda sui viali per un pompino “extracomunitario”, dopo che hanno votato Salvini. In Italia sono tutti artisti e attori, creativi e grand’uomini. Anche grandi donne. In Italia sono tutti virtuosi. Se vai da una e, come nell’epico sessantotto, dopo averla amabilmente corteggiata, le dici… be’, si è capito che voglio leccarti la figa? Lei ti darà un mal rovescio e ti bloccherà subito anche se le piaci da morire e in realtà è già bagnata perché, appunto, lei è donna di classe e non andrebbe mai da un ragazzo, sul quale in vasca, si masturba, a dirgli che vuole succhiargli il cazzo. Fa molto, molto male. Ha sostituito il sesso grandiosamente libero, come appunto negli anni settanta da Woodstock, col moralismo fradicio e ipocrita da Maurizio Costanzo. Nel sesso normale fra due persone adulte non vi è niente di peccaminoso e osceno. È giusto che cominciate a prendere confidenza con la vostra sanissima natura umana. Invece che mascherarvi nelle agghiaccianti santità imbecilli. Che poi le suore… Se invece il figlio di Benetton le dice che vuole leccargliela… pur di fare la comparsa nel nuovo film con De Sica, accetta pure di leccarlo al produttore… e servirgli perfino la colazione a letto con tanto di “cornetto alla crema” a suo marito, dapprima fottuto! Ben vi sta. Ben sta a quelli che pensavano che studiando da mattina a sera sarebbero ascesi alla nobiltà e invece, come tutti, son stati fregati e al massimo hanno rimediato un lavoretto da pennivendoli, ben sta a quelli che han voluto il reddito di dignità, passando le giornate ad ascoltare Alessandra Amoroso e a scopar… le zoccole dalla cantina. Ben sta anche a quelli di Sinistra che si son ridotti solo a giudicare i film, a cazzeggiare da recensori della mutua e, nel quotidiano, leggono solamente i marxisti quotidiani, prendendolo appunto, comunque, nell’ano. Son tosti questi ma non sanno chi è Tolstòj! Ben sta a me che mi sono ribellato ai bullismi e ne sono uscito ancor più massacrato, ben sta a quelli che facevano gli adulti a vent’anni, andando da quelli “deboli” e sbeffeggiandoli nel mandare loro Antonacci con Liberatemi, maltrattandoli da poveri cristi, anzi diavoli, ben sta ai cosiddetti intellettuali che hanno soltanto creato, con le loro demagogie e le loro assurde prese di posizione, un mondo ancor più bugiardo di prima e malsano, dolcificato e bigotto, filisteo e corrotto. No, io non sono un “grande” perché si dice in giro che sia un puro, altra parola da aborrire. Ché ai buoni selvaggi di Rousseau non ho mai creduto e avevo letto già troppi libri a tredici anni per essere Massimo Troisi. Tornando a Ronin… un mio amico mi ha vivamente sconsigliato di pubblicare il mio racconto in un’antologia in cui saranno pubblicati, su un migliaio di candidature, solo venti, selezionati testi, fra cui il mio. Perché mi ha detto che non ci guadagnerò niente e la gloria non è più di questo mondo. Io non sono mai stato di questo mondo. E sono sufficientemente pazzo per non volere una lira. Sulla mia lapide, un giorno, scriveranno: qui giace Babbo Natale e San Francesco Falotico. Sempre meglio della scritta qui giace Kurt Russell, un uomo molto arrabbiato da Jena Plissken, polemico contro i potenti, che a forza di stare con Goldie Hawn è diventato barboso prima che barbuto.   Fatto sta che Qualcuno salvi il Natale io lo vedrò. E mi sa che rivedrò anche quel porno… Eh sì. Perché non sono un falso. Adesso, scusate, mi scappa di cagare. La mia merda puzza come quella del Papa. La vita è un pugno allo stomaco, sostanzialmente una pugnetta. Anche quando puoi permetterti di essere come Kurt Russell. Perché sì. Un tempo, Teocoli prese in giro due poveri vecchietti, definendoli tragicomicamente Tango & Cash. Con tutte le stronzette dello studio che si scompisciavano dal ridere. Che maiale. Benvenuti nel regno della razza umana. Sono molto giovane.  Lascio ai cretini e ai tromboni le certezze del cazzo. Sono molto giovane. Ero ingrassato. Spero che questi pantaloni mi calzino a pennello come le vostre imbecillità da teste di minchia. Altra presa per il deretano. Sì, così mi piaccio. A te no? Me ne sbatto.    

 

di Stefano Falotico

 

 

 

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Anche il piccolo Buddha ama il Cinema cazzuto


16 Apr

Ronin

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La prenderò molto larga, prima di ripigliarmi o forse “riprenderlo”. Sì, finalmente ho comprato il lettore esterno Blu-ray per PC. Ma quasi subito me ne son pentito. Sì, in quei luoghi come Comet e Unieuro mi son sentito di nuovo a disagio. Con tutta quella gente che sbracciava, con padri che s’affannavano a cercare pannolini “tranquilli e asciutti”, con donne su tacchi a spillo che, monumentali, si facevano ammirare sulla scala mobile, immobilizzando gli sguardi dei maschili astanti lì, su quelle zone “ascendenti” per i loro ormoni su di giri, di occhi strabuzzati con i sacchi della spesa e lo stress di un sabato italiano “tu mi stufi”.

Sì, le casse impazzivano, mentre le commesse non vedevano l’ora che arrivasse l’orario di chiusura per tornare a casina, e spararsi su Netflix un Brad Pitt in 1080p. E io, senza dar nell’occhio, indossando modestamente il mio sfigato rinomato, acquistai tal masterizzatore che a me non serve a niente perché mi interessa solo che riproduca i film. Tanto i Blu-ray originali non può masterizzarli. Quindi, che volete masterizzare? Ma quali scuole magistrali, ma quale magistero!

No, a differenza di quello dell’Euronics, io non sono nel mio regno ma mi emozionerò appena vedrò ruggire il logo della MGM.

Sì, sono uomo ronin un po’ lion, e anche Léon del miglior Jean Reno. Uno che fu in Mission Impossible.

Sì, questa vita è impossibile, non si può sostenere.

Credo che il mio primo, enorme, sesquipedale sbaglio sia stato iscrivermi, anni or sono, al Liceo Scientifico. Mi feci fuorviare dai due miei ex compagni delle medie, tale Lombardo e Trasatto, e mi associai alle loro “iscrizioni”. Sì, vengono narrate molte leggende sulla mia vita. Malelingue insinuarono che lasciai quegli studi matematici perché presi un brutto voto in Italiano. Falsissimo, andavo benissimo in tutte le materie, perfino in Educazione Fisica. Sì, quel liceo era una succursale ubicata in Via Broccaindosso, e per far ginnastica dovevamo prendere l’autobus e recarci allo Sferisterio. Al che, un giorno il prof. decise di portarci alla Montagnola, luogo di spacciatori e di quelli che marinano le lezioni mattutine, appunto.

– Bene, io sto qua sulla panchina, col cronometro in mano. Al mio via, dovete correre per tutto il parco, insomma dovete atleticamente redigere la circonferenza perimetrica di questo parchetto un po’ porchetto a sfera. Io sbaragliai tutti già dopo pochi metri e in pochi minuti percorsi, in un arco di tempo abbastanza limitato e disumano, tutto il percorso “campestre”. Qual è il participio passato di percorrere? Chiediamolo ai 5 Stelle.

– Bravo, sei forte, ragazzo. Ti do 9.

– Perché non dieci?

– Perché comunque non sei Carl Lewis.

 

Sì, ero affetto da un surplus di abilità stratosferiche, appunto, primeggiavo in ogni campo a eccezion fatta dell’unico “fondo” su cui i ragazzi a quell’età son campioni, cioè la figa.

Sì, quello era un “terreno” assai arido per il sottoscritto da coltivare e, nonostante fossi un fondista immenso, non ero molto esperto di sessuale “latifondismo”. Al che lasciai tutto e cominciai a identificarmi con Travis Bickle, sì, De Niro di Taxi Driver. Un finto idiot savant in realtà più sveglio di tutti che ama la notte perché si sente talmente umano, senziente, essente e umanista che il mondo animale adolescenziale lo ripugna, e vive come un vampiro.

 

Al che, possiamo dirlo sinceramente, senza infingimenti, come si suol dire… divenni Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Dolce e tenero quanto misantropo e pieno di manie, rituali compulsivi, ossessioni igieniche da William Burroughs per compensazione a un’ansietà irreprimibile della vita che a me pareva un porcile.

Sì, meglio il mio Pasto nudo che quelle moine per ragazzine. Quelle smancerie disgustose, quei buonismi da frasi T.V.B. e altre sconcezze immonde, orripilanti “carinerie”. Se proprio dovevo “orgasmizzarmi”, mi sparavo una sega.

E leggevo, guardavo film, così tanto che ora la mia vita è un film immane.

Poi, mi diplomai anche se i professori risero perché pensavano fossi io il rettore della scuola.

 

– Prego, signore. Bene, adesso interroghiamo i ragazzi. Ci vorrà un po’. Gradisce una tazza di caffè?

– Sì, grazie. Posso berla prima delle domande che mi porrete?

– Scusi, quali domande dovremmo porle?

– Insomma, da cosa partiamo? Da Storia o da Scienze? Ditemi voi.

– Lei da cosa preferisce partire? Siamo al suo servizio, preside.

– Preside di che?

– Non è, scusi, il preside?

– No, credevo di essere l’interrogato.

– L’interrogato? Ma lei è uno studente?

– No, in verità, lo fui. Ma, a quanto pare, ancora lo sono.

– Che vuole dire?

– Insomma, dai dai. Cerchiamo di fare in fretta.

– Non ci corre dietro nessuno.

– A lei, forse. Ha meno anni di me ma ed è già insegnante. E prende il suo comodo stipendio. Forza, cosa vuole sapere?

– Ah, le cose le dovrebbe sapere lei, mica io.

– Io le so, volevo insegnargliele.

– Lei è normale?

– Sì, di cervello e uccello abbastanza, di parametri sociali non molto.

– Ok, guardi, qual è la capitale della Francia?

– Parigi, ove hanno girato la scena in cui il grande Frankenheimer filmò l’inseguimento automobilistico nel tunnel. E ove morì Lady Diana, esattamente sotto il Ponte de l’Alma.

– Ah, dunque lei è un cinefilo? Anch’io amo molto quel film, come si chiama, pure? Ah, tanti cazzotti e mitragliatrici, tosto. Sa, quando mio marito non mi scopa, mi eccitano quelle sparatorie, e me le risparo. “Spingono”.

– Si chiama Ronin, con l’ultimo, vero grande Bob De Niro di sempre.

– Le piace De Niro? Anche a me. Ma non come uomo.

– Sì, lei è una da Brad Pitt.

– Come fa a saperlo?

– Guardi, le donne che guardano film si dividono in due categorie: quelle che amano il Cinema di Kieślowski e quelle che sognano l’uomo di tutte, cioè Brad Pitt.

– Dice?

– Lezione numero uno di Cinema e anche della vita. Se una donna, anche bruttissima, non ama Brad Pitt, è irrecuperabile. Puoi avere tanti soldi e avere una vita apparentemente stabile, essere sposata col capo di Confindustria ma quel languorino per il Pitt non può curartelo neanche Vento di passioni. Oh, che succede?

– Scusate, devo andare in bagno.

– Cazzo, appena le ho ricordato Vento di passioni, è venuta “seduta” stante.

 

Ecco, fratelli della congrega, riguardate il Piccolo Buddha del Bertolucci. Io ho sempre aspettato che dei monaci tibetani suonassero alla mia porta per identificarmi nel Dalai Lama, invece mi tocca sublimare le inculate, facendo l’ascetico zen.

 

Insomma, le potenzialità c’erano tutte, la volontà di “potenza” non molto, e sono rimasto un esistenzialista.

Comunque sia, se avete una vita “segreta”, non confidatelo mai a una donna. Le donne amano i retropensieri più schifosi e poi si fanno delle cattive idee sul tuo conto.

 

Ronin, inoltre, è un film che può piacere solo a noi maschietti. Non è roba per donnette.

Un film sull’amicizia virile del tu salvi la vita a me e io paro il culo a te.

Roba tipo The Killer e Windtalkers alla John Woo.

Per concludere, auspico buone stronze a tutti. Il vecchio leone ruggisce ancora.

Prima, credevo che essere felici significasse essere poco intelligenti. A essere onesti, bisogna accettare la vita per quello che siamo. Tanto, nemmeno Einstein aveva tutto. Invero, aveva quasi niente. Una moglie mezza racchia e fu dichiarato genio quando era già decrepito. Quindi, la dovete finire di lamentarvi e pensare che siete infelici perché geniali. No, siete solo degli scontenti e degli eterni frustrati. Ora, ficchiamoci questo film, e godiamocelo. Lezione numero due: non si diventa saggi se non si ha vissuto davvero. Si diventa solo dei moralisti, delle persone che psicologizzano (che si può dire come psicanalizzano) gli altri per non “semiotizzare” sé stessi. E degli idioti. Insomma, voi ve lo vedete il Bickle sposato, mano nella mano a guardare filmetti, aspettando di morire? Dai su.

 

di Stefano Falotico

Molte ragioni falotiche per cui dovete comprare il Blu-ray di Ronin


03 Feb

Ronin

 

Dovete sapere ma voi, lupi di mare, lo sapete benissimo, che la vita di molte persone è come la filmografia di Tony Scott. C’è qualche picco inaspettato, ma perlopiù è fatta di stronzate.

Sì, molti amano i film retoricamente falsi, la poesia d’accatto, le romanticherie becere, le raffinatezze artefatte, e disdegnano dunque questo capolavoro di Frankenheimer. Perché secondo loro è troppo amaramente vero, quindi “disdicevole”, perché secondo questi qua la vita è una sfilata carnascialesca di burle frivole, scopate maialesche e frasi “amorevoli” di convenienza per sgraffignare un po’ di dolcezza. Secondo me possono andare a prenderselo nel culo.

La mia filosofia di vita è fatta di battute ficcanti e cinicamente pure come quelle di David Mamet.

Ve ne do qualche esempio:

 

Harvey Weinstein, sino allo scorso Ottobre, appariva come un produttore intoccabile da Oscar. Adesso è considerato al pari di un disgustoso pornoattore.

Catherine Zeta-Jones poteva avere tutti gli uomini che voleva. Scelse lo stagionato, rimbambito Michael Douglas e da anni non gira più un cazzo. Contenta lei… però ha fatto ancora più soldi.

Molte donne “emancipate” attaccano Berlusconi. Berlusconi invece sapeva che le donne attraenti sono l’incarnazione del capitalismo. Sono creature che ambiscono a un uomo potente, sotto ogni punto di vista, ricco da morire, che possa sistemarle di ottima “posizione”.

Ho conosciuto molti uomini che si dichiaravano romantici. Sì, quando scrivevano poesie da baci Perugina, nella realtà giornaliera invece davano l’appellativo di zoccola a ogni donna che non gliela dava.

Non è vero che i comunisti sono persone che avendo perso combattono per una società egualitaria. Sono spesso fascisti di sinistra. Di mio, mi prendono sempre in mezzo-centro.

Non mi son mai interessato granché di politica, perché anche se morissi di fame non voterei dei magnoni.

Renzi non vuole concedere il reddito di cittadinanza perché l’Italia si basa sul lavoro. Sì, lui il lavoro ce l’ha e non fa un cazzo se non raccontare bugie. Stimabile… onorevole.

Non voterò 5 stelle, io ho sempre saputo usare i congiuntivi e non vorrei che al Governo accedesse uno che non conosce il participio passato di accedere.

Nella vita non ho mai scelto la mediocrità, ho sempre ammirato i geni, salvo poi scoprire che l’unico genio della faccia della Terra sono io e quindi il mondo non può capirmi. Non è vittimismo, è geniale pessimismo e cosmico, scatologico realismo. Presa di coscienza che sono fottuto.

La maggior parte degli iscritti su Facebook ha foto del profilo in cui fa le linguacce. Sono persone che pensano di essere simpatiche e invece non sanno usare la lingua italiana. Be’, almeno avremo un cimitero virtuale “strafottente”.

Non è vero che gli insegnanti sono persone di cultura. Sono persone che hanno imparato le solite nozioncine e le ripetono a memoria anno dopo anno. Si scopre che poi vanno a vedere un film con Van Damme per “rilassarsi”.

Se non mi darò una mossa farò la fine dei personaggi di Ciprì e Maresco. Comunque, ho una Punto comprata alla Maresca e Fiorentino, ma presto è da rottamare. Nel frattempo viaggio… e sono uno schianto!

Gli omosessuali sono sin troppo esigenti. Vogliono metterlo nel culo anche agli eterosessuali. Mi pare che stiano esagerando di “orgoglio”.

Io ero molto romantico prima di sverginarmi. Dopo che la trombai, lei si addormentò e trombò dal sedere delle scoregge davvero “sentimentali”.

Uma Thurman ha rivelato le “cose sporche” e pulp che Weinstein la obbligava a fare. Ma non capisco perché abbia girato allora con Tarantino…

Woody Allen, in seguito alle rivelazioni scandalose della figlia, rischia di non girare più film. Vabbe’, ha diretto 54 film e ha 83 anni, conosco persone che sono morte a 7 anni e i loro genitori non hanno potuto girare neanche il filmino della prima comunione.

 

Sono tutti amici finché non arriva il conto da pagare… mah, ti dirò, l’altra sera ero solo come un cane e ho ordinato una pizza da asporto. Ho dovuto pagare anche la mancia.

Oggi, una donna di malaffare mi ha chiesto l’amicizia su Facebook… poi me l’ha tolta perché ha capito che non vado a zoccole. Mi dicono che sono asociale… e non scendo a patti…

Conosco molti matti che stanno meglio dei sani di mente. Sì, grazie alla loro invalidità psichica, non devono alzare il culo la mattina… e prendono tutto come “viene”. Di mio, non sono né matto né sano. Infatti, non ho più soldi…

Mio padre volle presto allontanarsi dal suo paese natio, perché non condivideva la mentalità pigra, retrograda e appunto paesana, fatta di pettegolezzi e provincialismi agghiaccianti. Ogni tanto però torna alle origini… sì, quando qualche suo parente muore, è costretto ad andare ai funerali.

I critici di Cinema sono come quelli che vanno in bianco. Visto che non sono riusciti a “sfondare”, criticano ciò che avrebbero invero voluto “fare”.

La maggior parte degli scrittori sono come Fabio Volo. Ma io non mi svendo e infatti la gente non mi prende seriamente…

Oggi, una mia ex amica delle elementari mi ha contattato su Facebook, chiedendomi di uscire con lei. All’epoca era carina, adesso mi sembrava Morticia della Famiglia Addams. Sapete, ci sono delle donne che t’inducono a rimanere uno Zio Fester.

Nella vita ci sono due tipi di persone, gli onesti e i criminali. Di mio, amerò The Irishman di Scorsese, sapendo che il Presidente degli Stati Uniti è peggiore di Frank Sheeran.

Prima ero un agnellino, poi le iene mi fecero diventare un Plissken.

Dicono che crescendo cambierai. È una stronzata. Ronin mi piace più di prima. Sì, leggermente sono cambiato, in meglio.

 

di Stefano Falotico

Stefano De Sando, un doppiatore da rivalutare, così come la mia voce del cazzo


23 Sep

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De Sando, nato a Pizzo Calabro, uomo dai denti storti che cura il suo diaframma prestando le corde vocali ad attori di livello internazionale. Come tutti sanno, è oramai da anni la voce ufficiale di De Niro e, dopo l’esordio in Mission, alternandosi a Ferruccio Amendola, prima che quest’ultimo morisse, si è oramai impossessato di Bob, con buona pace dei suoi detrattori, che sostengono che non abbia le qualità “sonore” di Ferruccio, più capace di sfumature e di toni meno crespi, duri. De Sando non ci sta e ribadisce che lui e De Niro sono una “musica” sola. E continua a doppiarlo, regalandoci “performance” calde, pastose, innestate appunto sulla sua voce roca, tosta, perfino “permalosa”, sfumata fra la meridionalità verace, aggiustata e ammorbidita dalla perfetta dizione, e “squilli di tromba” per le nostre trombette di Eustachio. Sì, il condotto che collega l’orecchio medio alla faringe. A proposito di medietà e non mediocrità, De Sando ha doppiato un’infinità di attori grandiosi e non solo famosissimi. Una voce anche caratteristica, di carattere e un po’ di catarro, per enormi caratteristi. Spesso è stato la voce anche di John Goodman, “livellando” il suo grasso in melodie cangianti della sua gola secca, “smagrita” in “pentagrammi” fatti di la, esclamazioni forti, un diapason vivente che dà gusto alla parola recitata, animata, articolata nella bocca.

Non sempre piace De Sando, ma a me sì. Specie quando nel bistrattato Sfida senza regole accent(u)a così tanto il doppiaggio da rendere De Niro, in alcuni passaggi, un vero detective del mercato ortofrutticolo, ah ah, che sbraita, “latra”, iroso s’incazza e spara “gutturalmente” cazzate immonde.

Così, in “dicotomia” con De Sando, “passo in rassegna” la mia voce, che negli ultimi anni sta riscuotendo successo. Una voce “peculiare”, ancor difettosa in alcuni punti “critici”, rilassata quando mi sveglio alla mattina con l’anima di un gallo gaio, triste e malinconica quando bevo i caffè amari delle mie disperazioni. E si fa incarnata piaggeria, rimembrante la grande bellezza di Toni Servillo.

Ma è una voce che adopero per salvarmi dal caos di massa, per chiedere altro zucchero di canna alla barista nel mio porgerle un occhiolino “ammiccante” di sonorità che possan far sì che lei mi carezzi la mano con far poco equivocante. Sì, le bariste conoscono il mio “cliente” furbastro e vengono compiaciute dalla sobria gentilezza del mio diaframmatico “respirar” loro senza bavaglino. Ah ah. Una voce che sa farsi voler bene e poi sbanda in urla glaciali, spaventando anche me stesso nei momenti in cui vorrei solo un cagnolino accompagnante il mio volpino.

Siate come De Sando, non fate i finti santi. Dio santo! Siate voci “ficcanti”.

PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

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Discorso di fine an(n)o del Presidente, cioè Falotico, detto anche l’uomo del mar ionico, forse solo Ronin


31 Dec

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Ebbene, un altro anno di merda, fratelli della congrega, sta giungendo finalmente alla “fune”, alla fine, e so che state leccandovi le ferite in attesa di leccare, stasera, qualche “feritoia”. Sì, molte ragazze influenzate si stan facendo belle per voi bulli e io me ne sbudello, ridendo nel mio eremitaggio secco come un caffè “zuccherato” di nevralgia e più forte misantropia. In codesto anno solare, per me non tanto, ho pubblicato vari libri, tutti prodotti dal mio esser libero e dunque dettante legge superiore alla moltitudine ammassata nei luoghi comuni e ammaestrata in lavoretti schiavizzanti che detronizzano le vostre potenzialità. Sì, impotenti, avete patito le ore dietro la scrivania e sognate stasera le orge. Per non par(l)are di quelli sottomessi a lavori sudanti la schiena spezzata in qualche orto e poco oro. Ma poco ne “verrà” e sappiate che io molto varrò, in quanto io var(i)o. Dopo questa stronzata, passiamo a cos(c)e serie. So che state fremendo affinché i 365 giorni dell’anno a venire, sì, non è bisestile, illuminino le vostre teste e vi rendano amara-mente spensierati come il sottoscritto, il cui “patimento” maggiore è riordinare i dvd in che si son accumulati nel mio letargo cinefilo. Sì, colleziono “cimeli” e amo la cima di rapa con le orecchiette, cari ricc(hj)oni. Detesto le compagnie sociali perché mi par gente asociale, che sta dietro il pettegolezzo, la burla sadica, la chiacchiera cattiva, l’uso nazista e fascistoide d’una mentalità cretina che vorrebbe tutti assoggettarci a meccanismi di competizione falsa e frivola, ove “vince” chi ce l’ha più “duro”. Me ne frego e della mia fregiatura me ne fregio. Anche un po’ lo sfrego, in un fregolismo da trasformista, da “equilibrista” di pene, di danzatore delle mie enfiate vene. Svenatevi in leccate di culo tanto la vita avrà da darvi sol un paio di cazzi fritti. Ricordatelo, donne, quando vostro marito, dopo una giornata spossante, vi chiederà il bis e voi volevate solo un sano “biscotto”. Sono preso da interessi che non stressino, dal mio cervello che ha poco da spartire con i vostri uccelli, sono più che altro “rappreso”. Eppur apprendo, al chiodo appendendomi, vestito di pelle da uomo degli an(n)i settanta, un po’ cruising e un po’ qualcosa (non) è cambiato. E qui De Niro aveva un carisma che vale più di 2017 premi Oscar.

 

di Stefano Falotico

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Ronin | John Frankenheimer di Stefano Falotico su Superba di recensione superba/o Cinema


06 Mar

Ronin Falotico

Samurai Man, virgin soul verso il Sole


13 Jul

Compratelo!

Eh sì, guadagno cifre “pazzesche”, infatti anche il salvadanaio più piccino piange. Ma son scrupoloso, esigente, letterato e non m’arrendo. Al Diavolo se non mi daranno il Nobel, m’accontento di qualche spicciolo per non finire a “elemosinare” dagli strozzini più picciotti. Esco e mi cagan in testa i piccioni. Ma, dopo doveroso umorismo, un po’ nero voglio pedissequamente volteggiare, in tutto ardir sfamarmi di questa vita, goloso, insaziabile, euforico e giovialmente contagioso.

Voglio, anche coi fronzoli, piazzar un altro “sereno” frontale a chi m’affrontò in Passato, schernendomi del blandir più incolto e superficiale di sue “fighelle” smpre a magnar’, per poi vomitar marciume su mia faccia intonsa.
Sì, scusate se è poco, tornisco, anche superbo d’edonismo (os)curato, il mio corpo bel che da restaurare, dopo malignità a tutto andar’ che furon lì lì per nel “lutto” frenarmi.
Ah, rimpiangessero codesti, che si professan “professori” e son invece dottorini nell’indurti ai suicidi. Gentaglia che ti dà del pazzo, e quindi posso scaraventar’ in tutto mio strafare.
Divoro i loro invidiosi livori, son io l’incarnazione trasparente, senza vergogne a differenza di lor sempre “fighi” di “sfogliatelle” e baldanzosi nell’ozio dei più perversi vizi, che acuminò l’ingegnò, sorpassò ogni vetusta regola ottusa, e qui plano oggi a Dio, mentre i calunniosi di stessi spergiuri stan crepando, oh oh non eravate degli schianti. Sono il vostro “santino”, saltimbanco e ballerin sempre più di voglietta assatanato. Attentaste tanto per assassinarmi, perché deperissi e d’amar lagrime sanguinassi.
Invece, mie sanguisughe, ecco il sugo da Tito Andronico. Di par(zial)i cannibalismi, state cenando con le vostre viscere sbudellate.
Vi consiglio, se la digestione sarà cattiva e d’aerofagia vomitante, d’evacuar il vostro abissal dolore, non solo inchinandovi davanti all’abside, a mo’ di confessionali per i vostri “crocifissi” didietro “luculliani”, m’anche(ggiar… da cui la scoreggia se il “bacino” è, nonostante calmanti, troppo “scaldato”, miei scalmanatissimi a “venir” di “mani”…, oh, rallegravi col triste domani e “gioite” del dubbio più punitore al vostro mai farmi domande ma giudicar di troppo “comando”…, per di più ad assumere appunto dei “soavi” antidoti…
Lo so, odiarmi non servì a Nu(tel)la, ché addolcisco solo il mio erotismo se Lei si spoglia belante, e alla mia savia aggressività non v’è resina perché m’arrenda.

Ah, v’ho combattuto per mille e più stagioni, al fin di cambiarvi ma ottenni solo crudeli offese sempre più reiterate. Mah, perché adirarsi se, in tiro, posso stirarvi?

Cammin impettito, a testa alta, fra voi che “martirizzaste”, aizzati in tutto desiderar che m’arricciassi per tener “eretto” il di voi “alzabandiera”. Oh, state sventolando quella bianca, mai “sfoderata” da vostre notti in bianco già luride, miei lerci, ché delle sporche federe già scremavate “lattei” e “crematori” da federalismi e an(im)alismo. Ah ah, ecco servito il primo piatto, il secondo di contorno e quindi la torta “dolce” di torni.

Sinceramente, in tutta “infedeltà”, mi tradiste e vi siete meritate la merdosa meringa delle mie (in)ascoltate arringhe. Un’altra riga da drogati in camuffa, sotto falsi vesti aspirate… di bocca buona, ma v’ho sradicato nell’inalazione del vostro stesso veleno.

Con quest’altro mi congedo. E soprattutto buona “cena”.

Come si suol dire… chi di pancia mangia, d’abbuffata è ora buffo e mi fa un baffo. Ridermi “sotto” non è godibilità or che siete esplosi di bile.

Scusate, alla vostra “capricciosa”, manca la birra. E io, lupone, posso anche regalarvi il luppolo.

Ricorda, scemo: t’appioppo e se mi dai del malinconico, non m’arrabbio, t’appendo per il labbro. Mio simpatico lebbroso.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Ronin (1998)
  2. Takeshis’ (2005)
  3. Killer Joe (2011)

Italietta


08 Jul

In quest’Italietta ipocrita e crassa, ex craxiana, erigo il Falotico “dirigente” su “tagliatelle” di miei neuroni “strapazzati”, vividamente offendo tra “puttanesche”. Ecco la fettuccina, che femminuccia!

Ecco la fettuccina, che femminuccia! Ripetenti!
Paragrafo 1, da imparare a memoria su “pappardelle” di prosciutto e panna nella “boscaiola”, il mio “Credo”, di piselli, cari scoreggioni da fagioli:
credo alla credenza contro le panze d’apparenza e vettovaglie, in quanto Io vaglio e son vaglia postale nel posteriore tuo sacralmente a me discinto. D’apparecchiata tavola. Sul banco degli imputati, impuntato, li addito, condendoli al peperoncino! Punto “al dente” avvelenato!
Credo nell’estrazione “mineraria” di una caffettiera nella prima mattina “grigia”, da mescolare nei balli “lenti” sulle tazzine aizzate a suo “pipistrello” erotico e piastrelle che fan l’amore con l’imbianchino “pallido”.
Ecco, credo che i branchi vadano abbrancati, questi sono stupri partoriti, dunque d’aborrire, per colpa imperdonabile, blasfema della società di Massa(ia) Carrara. Si finge incolpevole nel levigato d’asciutto “trasparente”. Crimini vedo-non vedo da tacere nei sottaceti.
Tante coscienze uccise a “valor” patriottico che, se non trombi le mignotte da “pienotto”, sei uno sfigato inchinato al Chinò.
Coi miei pantaloni Carrera, scardino queste ce(rnit)e a mio pulpito in fiero e camaleontico, mutante “prepuzio” scarnito dai carnai. Credo nei cartoni animati e nel mio “fragile” cartone, sensibile se “toccato” da donne che “mirano” solo a farsi strappar da un “ricc(i)o” la gonna. Basta con le zie, con tal ignobile prosapia! Basta con Celentano Rosalinda, con quelle battistiane, da lavar nel Giordano di panni sporchi, che non ballano linde…
Meglio l’omonimo Bruno, centravanti laziale di “sfondamento”…, cannoniere davvero “romano” alla Pruzzo! Da non confondere, sebbene invertito di squadra “derbistica”, con appunto Giordano Bruno. Basta capovolgere il nome previo cognome per “bruciare” di “stregoneria” un Uomo libero. Un Tempo i liberi erano terzini che venivano stimati anche se avevano soltanto la Terza Media. Da cui il detto nomen omen della locuzione latina verace, mischiata al gergale, oramai globalizzato “Salutam’ a sorrata, fregna del porcile esperanto”. Espressione schietta meridionale, a miscela mondiale nella Torre di Babele, esportata anche all’estero a mo’ di Sabrina Ferilli “nazionale” della popolana “goliardia” in suo seno “scoppiante” ma non a te congiunto quale di Messina… (ri)stretto. Se ti va “stretta” la vita, Sabrina l’alla(r)ga nell’imprenditore in “lei” volpone di “uvona”. Un po’ ancora pass(er)a e quindi da verdure nei tanti passerotti “vogliosi” alla Giorgio Pasotti. Acerbi per la Milf che fa il suo “effetto rinculo”. Questa è grande “bellezza”. Ma quale Sorrent(in)o! Sopravvalutato! Servillo vale De Niro quanto tua cugina è valida con gli invalidi.
Il riso scotta, evviva Gerry, leprotto grassoccio coi suoi quiz da manuali delle marmotte…
Italietta di marmittoni, di bamboccioni e mammoni! Ecco a voi chi il culone ha sfondato!
Sono un carro armato, il “nazista” a tal “Unità” invero fascista!
Una ragazza ha bisogno d’affetto e garanzie. Le porgo una carezza, una garza, il mio cazzo arzillo e poi pugni in faccia quando, anziché darmela “seduta stante”, fa la difficile “inchiappettante”.
Impettita, esige che io la corteggi d’altrettanti diari intimi, mi costringe alle invasioni barbariche della sua sessualità “complicata”, tale e quale a Daria Bignardi!
Al che, credo nel bignè “cremoso”, dunque acrimonioso dinanzi a “costei” sbavata di “cioccolata”.  Da crisantemi. Va sepolta alacremente! Ecco le “amare” lagrime! Frequenta solo ragazzi della crème de la crème, si copre il viso di cremine e, come dico io, legge Paolo Crepet mentre di figa le mangian la “crepe”.
Deve crepare quest’Italietta di “(mas)calzoni”. Ove ancor propagano presentatori ignoranti per rivalità da “Miss Italia”. Una che deve solo praticar la “stiratura” al turco napoletano. Ecco il mascarpone! Meglio una volgare scarpetta a tali rossette scarpette! Delle o a? Ah ah!
Perché la serva serve! La “bella” gode degli sguardi “mascolini” su “maschiaccia” per stimolare il “muscolo” catodico di chi ne “loda” il décolleté, sinonimo “al bacio” della scollatura per l’uomo che vuole incollar, “erculeo”, in “lei”.
E io ti servo il mio falò per incendiarti come il “vecchione” a San Silvestro!
Sono nichilista, meglio di questi carnevaleschi stivaletti! Non sono un travestimento!
Investite sul Falotico e otterrete una vita vera!
Milly Carlucci ancor danza con gli ebetucci, Frizzi e lazzi… ammazza quanto sei “bona”.
E il maestro Mazza è morto?
E io, fascista, t’ammazzo!
Se non conoscete De Niro, non sapete “delirar”. Non ardite mai a giudicare di monografie sulla sua filmografia (sor)passata, presente (im)perfetto e back to the future irriverente. Per cortesia!
Oggi, cioè ieri nel flusso canalizzatore di “YouTube”, il nostro Federico Frusciantone “postò” il trailer d’una perla rara, che l’abitudine alacre odierna ha bruciato nel dimenticatoio.
Parlo ivi di Mad Dog and Glory, estrosa commedia dolceamara, altro che pesci innamorati alla Pieraccioni.
Qua, in questo McNaughton plumbeo, scandito nelle gambe di Uma Thurman a terza “incomoda” per amplessi hard e denti fra capezzoli vicino al comodino,  un De Niro svezzato,“allattato” da un seno maestoso, florido, giocoso nella bionda pimpante, “in carriera” ma cameriera, una che si scoperebbe l’intera camerata dei marines più frustrati, sciogliendoli nel “feticismo” tarantiniano da amante-mantide-madissima versione fighissima del Kill Bill…, qui io vi dico che fa (s)venire. Piglia il tuo “timido” toro per le corna al Bill, appunto, Murray e da mula fotte Red Bull un De Niro non tanto raging in senso suzione prima che Bob di famoso ne(r)o (s)fumasse con altre negre, come l’attuale Grace Hightower. Donna che gli praticò un pompino “in volo” quand’era hostess e, da allora, salvo dispute d’un divorzio riconciliato nel doppio letto (ri)matrimoniale, è la “concubina” di De Niro per carriera sputtanarlo.
Presenza fissa ad accompagnarlo alle prime dei “suoi” film, Grace ha tette “carismatiche” ma indubbiamente è “sformata” per troppa carne arrosto… (cfr: vedi il culo chiatto nonostante l’abito “mascherante” su cerone a sbiancarla da Samuel L. Jackson “femmina”).
Ah, Bob spompa ogni Notte, un Bob “melodico” che si strugge per il suo “latte”… inginocchiato dentro il colore “bianco” della donna di mogano su picchi “caloriferi” del termosifone “senile”.
La causa delle sue scelte poco “ritte” come attore, sì, derivano dalla maniaca sessuale ch’è Grace. Ho appurato, numero di orgasmi alla mano, constatando anche l’inseminazione artificiale del figlio lor novello prodotto in vitro, che Grace ha “rovinato” De Niro.
Ha preso le palle “al balzo”, durante quell’aeroplano “piccante”, e gliel’ha tagliate da ex “duro”. Oggi, De Niro s’è “intenerito”. Recita in Stanno tutti bene, versione Mastroianni del mai realizzato, felliniano Il viaggio di G. Mastorna. Meglio Federico che tu sia morto. Ci hai risparmiato un altro Amarcord patetico!
Un otto-volante e mezzo di tutto dentro le sue gambe, dipartita per un De Niro che non tornerà. Di troppo uccello ringalluzzito, Bob svolazza nella vaccazz’ dei suoi film non più “cazzuti”, “assorbito” da un sentimentalismo coniuge di filmografia “untissima”.
Quanti “nei” nella sua carriera recente!
Da allora, Bob è incerto. Già celebre per la sua camminata “a gambe storte”, come da locandina e corrispettiva scena “solitaria” di Taxi Driver, Bob ha dolori all’anca, troppo spinge nei fianchi dell’Hightower e anche talvolta “la” man(i)ca… lercia d’una macchiolina “scostumata” quando vien intervistato per il Tribeca, toponimo di “Becco la topa pigmentata che rassodo ma bieco le son barbabietola e trinco, meglio se sposavo Jasmine Trinca, una schizofrenica morettiana…”.
Già, Nanni ce l’ha col Bob De Niro. Non è colpa di Henry ma a proposito di come lo critica versione Harrison Ford, un film però contro ogni plagio “accusatorio”, a vendicarsi elegantemente dalle precoci diagnosi assai erronee, da far felice l’analista d’una certa famiglia… molto “mafiosa”.
Vi lascio con questa stronzata!
Se, per colpa del mal di testa, ingolli troppe aspirine, nella reazione contraria all’effervescenza tua “brillante”, scoppierai a mo’ di Sprite. Poi, non sbraitar’ se di “spray” in “lei” non sventrerai!
Ma non abbiamo ancora finito contro una famiglia di “tori scatenati”, perché saranno scotennati in tribunale, stavolta in presenza del Principe per eccellenza, nel “sacro”, inscindibile “vicolo” della loro cecità!
“Gagliardo” è il sadismo dell’animale coperto da “rigidi” attestati alla sua promiscua, muschiosa mente “baldanzosa”. Come si balocca il teppista, che smascherai in tempi non sospetti ma, tacciato di giusto marchiarlo, scappò illuso che altro “ferir” dalle feritoie “risanasse” il torto impagabile.
Potremmo chiedere un lecito, lautissimo risarcimento per le cagioni che tale “impiccatore” perpetrò con “notevole destrezza” e ribaldo scem(pi)o.
Ma, nella pazienza meticolosa, d’ingegno sopraffino, affinata mente erudita e indurita dal patimento inenarrabile che le sue violenze “letali” perpetuarono di Male in Male amplificato e di sue risate “umilianti” a schernir con più “dovizia”, la vendetta calerà nerissima, di egual metodo “leguleio” e strategici colpi inferti nella secca, crudele e pari spietatezza. Ne spezzerò e amputerò ogni altro suo scellerato, mostruoso “scherzaccio”, e sarà lui, “egregio” e “colto”, a ripararsi nella paralisi totale.
Barricato, udirà mortale paura a lievitare con “aderenza” a pelle sua sbriciolata, inghiottita dalla malizia speculare del suo gioco d’animale.
Con quale deliberato arbitrio s’eresse a giudice, “chiaroveggente” di prosopopea pomposissima, forse aborto “benigno” d’una madre avida nell’arp(i)a. “Ella” che, con “carezzevole pedagogia”, strizzò i figli nei singhiozzi del frigido monologo a una vagina frivola, logorroica, putrefatta e gelosa. E “ammantò” di buio i giovani che, a sua tristezza, non ne “combaciava” l’ilare scioltezza, il “primato” ambiguo da costei inviso degli spensierati voli fantasiosi.
Prodiga alla scolastica “cultura”, sposa di cotanto marito da “lei” dissanguato in aberrante evirarlo. Di stessa castrazione però invertì il figlio, acuminandone la carne ché si “slanciasse” ove lei non la godette.
In gola al “divertimento” di membra sconce e giullaresco tutti irridere dal “podio” dei porcili, come da nomea “nobiliare” di questa megera “altera”. “Religiosa” nel baciamano cortese, ateissima nelle spicciole piccinerie e stupide ipocrisie.
Non v’è perdono che si può accordare a ladri di tal “titanismo” osceno.
Neppure la “bontà” dei puri che, ricattati quando “deboli” apparvero, furon indotti in “criminosa” tentazione a forma santa di ribellione angelica. Ecco come vi sano!
Universale, il loro lapidario, stigmatizzante “suffragio” s’è da sé strangolato. A calvario d’un cavallo apocalittico, imbizzarrito come Cristo punito per aver donato ai maiali la sua unica grandezza!
Il Demonio è ora l’orrore della loro “innocenza”. Piangessero! Prima dell’eclissi!
Sono celebre per la mia “galanteria”: infatti, “ordino” il sex tape di Claudia Galanti e, anziché darle la mia glassa “colante”, a differenza di quel magrino che la… rimpingua dopo un bel pompin’, offro a codesta una macedonia “lesta” perché, come dico io, se nel porno casalingo si vede la foresta, devi arrestare il guardone che sei mentre mangi i “frutti di bosco” con la cerbiatta senza ceretta. Da cui la dà e da me sol che pugni avreta… che è “femminile”, come la lettera “malafemmina” di Totò

A tal supermodella di popò, preferisco il Barbapapà, “congiunzione anale” di “rosa”… creato nel francesismo “coniugato” e “congiunto” che significa “zucchero filato”.
Sì, incontrai Claudia in Costa Azzurra, mentre pensava “contemplativa” ad altri “asciutti” di Miami. Eh sì, miagola Claudia e mi fa “maramao” con la manina… Ma morta(della) sarà Claudia ché il mio “flauto” se ne frega e le recita “Resta di stucco, è un barbatrucco”.
Il mio cazzo è distrutto, meglio che dar di stucco a una zoccola di tali “coccole”. A gatte così abbaio di cane. Ma quale candito!
Sì, Claudia e il suo amante fan l’amore nel sottofondo “melodico” del rock “alternativo” su “saliscendi” un po’ frenetico di tal “uccellino” birbantello… Una cosc(ia) che non ho mai capito è perché gli uomini entrano nelle gambe di pianoforte” con la “colonna sonora” che “carica”.
Sarà che lavorando tutto il giorno, si rendon tristi figuri e il mattino ha l’oro in “bocchino?”. Ah, anche per una scopata han bisogno d’esser spronati su “giradischi” a palle ammosciate in cellulite smaltita di vertebrale semi-anoressia “Vanity Fair” per farsi, tra sniffate e stantuffate.
A me queste troie han stufato.
E mi tuffo nel cesso ché mi par meglio di queste “annacquate”.
Sì, la gente “comune” ama gli “strozzapreti”, io mi ritengo Al Pacino di tutto petto e, ai bacini, offro un “urlo” shakesperiano e poco sospirato nelle smancerie.
Sono un teatrante sofisticato e quindi posso “tirarmela”.
Mammata tua abbotta come le mie “botte”. E io la boicotto. Sì, si magna i bucatini mentre Falò non s’è mai “bucato”.
Andate a farvelo dare! Danarosi, ecco il mio “daino”. Nessun danno, non condannate i dannati!
Son Uomo d’annata.
Mentre tu, suonato nell’ocarina, hai proprio una faccia da cretino, mio criceto a “creta” caratteriale di ’st’Italia che fa venir due palle.
Beccati la sciocca, da me solo che “scottature”.
E ricordate: se la madre degli imbecilli è sempre incinta, la tua da me solo che cinghiate!
Sono un cinghialone! Da cui la frase celeberrima “Tagliati le unghie e dammi il rasoio”.  Non fa rima, non fa un cazzo!
Meglio di farsela crescere, adulti bimbetti!
Ogni sera, al bar, incontro una testa calda ma c’è scritto “Paninoteca fredda”

Per anni, ho inseguito Michelangelo Buonarroti ma sto ruotando come “La Gioconda” di Leonardo senza bone ma molto “Buonanotte”.
Sì, mi dedicai al mio Napoleone “isolato” e nell’inverno del mio scontento. Quando mi ribellai, fui accusato d’essere “scontato”. Ma scontai anche l’ammenda dei “commendatori”, i quali non mi perdonarono l’eremitaggio, poco “adatto” a tal società di allampanati paninari.
Sì, ogni sera bevo il caffè amaro, senza “canna”, e nel bar incontro sempre il fiscale “scontrino” non della cassiera “Gradisca” ma del tabaccaio dirimpettaio che “smonta” dalla “bottega”.
Egli è “uomo” di enorme… “levatura”. Per dieci ore se la suda… al fine che il suo “garzone” entri finalmente, come spera, nell’appunto corteggiata vanamente “cameriera”. Donna d’altrettanto “alto” lignaggio, non sa leggere ma sa parlare durante l’“atto” che, “in ginocchio”, ne implora “altro”.
“Vergine” che sanguina… a miracolare i provetti poveracci con tanto di carta straccia. “Igienica” come Paris Hilton, viene dai suoi amatori, polli Amadori, “appesa” al muro e tanti ne “prende” dietro il “certificato”.
Solo costui non riesce ad averla e dire che vorrebbe tanto “fuoriuscirlo” per arderlo da arido e cattivo alito! Al che, s’accanisce contro di me che sto sulle mie… “posizioni” tiepide. Scaldabagno!
Mi prende a testate, gridandomi che non ho “attestati”.
Mi blandisce con un “Ognuno vuole dalla vita quel che cerca. Trovatene una, trovatello”.
Rispondo senza battere ciglio: “Quanto le devo?”.
Lui: “Come, prego?”.
Io: “Prega prega che la figa non s’avvera, intanto spendi ma non e-spandi”.
Lui m’assal di mali parole e mi tratta da “pargolo”. Io fuggo nel parapiglia, così non pago mai il caffè perché la cassiera non vuol far i conti col “casino”.
Questo scambio di “battute” av-viene ogni sera ma il “nostro” è tanto tardo che non si ricorda mai niente, neppure il nome della cameriera.
Ed è per questo che lei non gliela dà. Lui la butta a ridere ogni qualvolta vien colto in “fallo”. Si chiama “gaffe” del maschio poco “graffiante”.
Quindi, bevo e voi ve la bevete tutta.
Morale della fav(ol)a: se non ce l’hai, ci sarà un motivo. Il motivo sta tutto qui… nel mentre che ti sta per “venire” il nome, lei sta parlando con un “dritto”. Che st(r)appa…
E su tale capolavoro, sono fra i capi. Me la rido sotto i baffi, non sono una mafietta come voi d’Italietta!
Applauso!
Ricordate: la mia Cappella… Sistina non si scappellerà mai per queste “copp(i)e”.
Potete odiarmi, anzi dovete.
Altrimenti, succede che vi brucio!
E il paragrafo due?
Che si fotta!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. All’ultimo pugno (2013)
  2. Rocky (1976)
  3. Pacific Rim (2013)

 

Se Dio ti tradisce, Martin Lutero è tuo fratello


22 May

 

Non ho “religione”, sono ateo, tu sei un apostolo degli atti impuri? Credo e rinunzio!

Continuo ad annoiare tutti ma ad avercela con quei “qualcuno”, teppistelli della peggior feccia, sempre a sparger infamie ché “affamati” da burloni-maniaci sessuali e invece da “sbullonar” in quanto bulli

Di mio, apro la patta, “modero” uno “slinguazzarlo” modernissimo tendente all’instant classic dello “staccartelo” nel distaccato “Steccolecco” a mia realtà ipere(g)ale, insacco le lor “sacche” e, “a pelo”, li addormento, quindi tiro… fuori dal frigorifero lo zucchero filato donatomi da tua sorella in una Notte di “veli” e lo riscaldo in bocca, “frastagliando” il gusto mieloso all’amarezza che t’ha ingoiato, nel  “fuorviare” la devianza che m’accusò di succosa “perversione” da viali.

Son sempre stato questo, inutile chiedere al Papa di scomunicarmi.  Comunico più Io con Dio di te, “reverendo” a cui m’inchino irriverente.

Lo incontrai a Roma, vicino alla Fontana di Trevi, a buttar monetine per credere a un “ricco” Cristo migliore del suo… predicarlo. Mah, saprà il latino ma adesso ha il rimpianto di non aver fatto la “Comunione” con una extracomunitaria latina-sudafricana di Ostia.

Eh sì, era pasoliniana quella e ben il pisellino dei suoi pistolotti spronava per la “ricotta”.

Era tarda Notte, libero da sguardi indiscreti di “Famiglia Cristiana”, noto settimanale che uccise il Piacere del sensuale “cioccolatino” Novi, per aggirar il figliol prodigo dall’ultima tentazione di Cristo , “Sua Signoria” stava lì contemplativo come Toni Servillo de La grande bellezza. In cerca della sua Maddalena o solo d’una infantile regressione per le altalene? Suonan le campane, din don dan. Il rintocco… dunque “toccati”, onanismo della superstizione cattolica.

Su sguardo vuoto nel prendersi per il culo oppure “Novella 2000” dell’evangelista retorico come le colonne sonore diVangelis. Fra una metafisica-Terrence Malick delle coste di Sorrento e un Cinema “voyeur” da Sorrentino.

Eh sì, un blade runner per un Paradiso perduto. Questione di John Milton, Al Pacino o spauracchio della Chiesa “purista” contro i libri dell’avvocato del Diavolo?

Ah, a dar retta alle bolle, neanche “quelle”… acqua e sapone, solo Benedicta Boccoli in sagrestia per un “balconcino” da ex Botticelli. Benedicta ballava, il Papa mai bollò. E oggi è bollito.

Che brodaglia, che bavetta, che liofilizzato!

Mah. Michelangelo dipinse la “cappella” pur Vergine sino alla morte, tua madre indossa la sesta da chiatta, e la “Sistina” non è vincente. Perciò, l’Enalotto te l’ha piazzato come San Pietro di “chiave”.
Meglio un unno per le mammelle dell’Inno di Mameli!

Stai cadendo a pezzi, cazzo. Che fai? Il cazzo deve rialzarsi, oh. Non è che è un cazzo pazzo? Eh, Cristo! Almeno laCiccone si veste fetish. Che zoticona!
Lo ammoscia, a questo punto meglio la Madonna!

Ora, come puoi far il parroco se la Monaca di Monza indossa Fra Cristoforo? Ah, i famosi “fori” romani, di cui è specialista Ferilli Sabrina, eh sì, Sabrina è “a gattoni” delle sabine per la saliva del ratto che conta le sue prostitute “alla romana”. E se le “fuma” con accento rauco in quanto Franco Calif…ano.

Mah. Di mio, so che l’Italia è un paesello di pastasciutta. A Napoli, c’è la Barilla, a Barletta son grasse di tette con tanta “besciamella”, a Torino delle Grissin Bon anche se dovrebbero essere (ri)forma-te a Reggio Emilia, perché mangiano la mortadella prima d’aver spruzzato la panna sulle tagliatelle. Eh sì, in Italia vige la Legge del Taglione.
Memore dei “fasti” fascisti, eh… la Patria e l’Altare…, come volevasi dimostrare da Teorema “Cogli la prima mela, spezzando il pane e le pen(n)e… avvinazzate all’arrabbiata”, Adamo ed Eva son oggi marito e Lele Mora.

Intanto, Max Gazzè canta dei poveretti e ha tre figli con tanti soldi.

Infatti, Fabrizio Corona è in carcere, e ha le spine di “aureola”. In quanto, pozzo nero della sua Croce tamarra dallo splendore “aureo”.

Di mio, preferisco mandarvi a pisciare.

Anche perché, se andaste a cagare, non pulireste il cesso del vostro “bagno”.

I romani costruirono le “Terme”, e tu sei terminato in quanto affogato nel fango.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Motel (2013)
    Sì, una nottataccia con John Cusack e questo Bob col cotonato.Se avete dei dubbi nella vita, un riposino con la valigetta pericolosa, una puttanina per dissipare la puttanata assicurata.

    Ah, se poi non avete alcuna assicurazione, rivolgetevi al portiere, sempre che non sia impegnato a rubarvi la macchina.

  2. La grande bellezza (2013)
    Il film è stato stroncato a Cannes, la presenza di Verdone e della Ferillona ha reso Servillo un servo della commediuccia ispirata a Fellini ma invero fallita e basta.
  3. Inside Llewyn Davis (2013)
    Oh, ecco i Coen. Questo è Cinema, non cazzi di Soderbergh col candelabro.

“Hara-Kiri” (Ishimei), Trailer


27 Jan

Dal genio di Takashi Miike, nuova mirabolante sfida fra samurai.

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)