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Ove cova il corvo è nella spelonca di chi lo spelacchierà


14 Jan

Chi non legge i miei libri, non è un Uomo libero, libra solo di fantasie sessuali distorte, e io gli torco il braccio, sfogliandomelo letteralmente

Frase di lapidar’, anche se stesso/a, ché la vita non è univoca d’esserne imboccati di “produttivo” florilegio del comun luogo, “bravo” a sentenziare quanto poco ad approfondire, in quanto, poco desti, non “avean”, veniali, previsto il “sereno”, capitale, decapitante risveglio del Capitano, di forte nervatura secca con tanto “morigerato” non farsi “scioccare” da tali sciocchi, ma riscoccare.

Oh oh, che rintocchi, e i capelli, dapprima ispidi di fibre crespe, “cotonati” a compagnie che pregaron per sedarti nella sedia elettrica, in vanità, anche fraintesa e di malinteso tuo preso per vaniloquio, ecco che rifagociterà il cattivo bambino, affamato come nessun altro, dall’alto davvero della sua prosopopea e di tanto suo “roso” prepuziello da “zio” ammaestratore forse di verginelle, ma certo non di me, nomea che non si tocca, nominandola di “unzioni” prima che sarà Lui a benedirlo e inondarlo di “campanellino” assai bruciacchiantino nel suo “gran” uccellon’.

Con aria “nobilissima”, egli sfigurava tutti i “loschi figuri”, “affogando” le sue foghe in “fighe” che, di mio contro, poco me “lo” raccontano.
Come plagiava e palpava, di boccuccia “limonava” e tanto scemo da non calcolare il “suo”, slabbrato molto presto e arrestato, se la confessione, con annessa implorazione più perorazioni alla sua ca(u)sa(le) addebitata d’ulteriori bustarelle all’avvocaticchio corrotto, non s’arderà nella più vera verità. Fritto, andrà a vivere su una palafitta, non pagando l’affitto, adducendo che ha delle fette al suo fegato sfilettato? La mutua lo soccorrerà di pomata, e di pensioncina lo “azionerà”.

La rifugge ed, essendo lestofantissimo che diede dell’elefante a un “fantino” campione, fanatico del suo “fallino” e delle sue farfalline, frigge di risata dimen(tic)ata, quasi identica a come, di mani, sarà appeso al muro da quegli “imbianchini” a cui “lui” tanto sputò, sputtanandoli d’intimidazione ché “lodato” da madre cotanto, altrettanto imbrattata.
Ah, s’accaniva sugli imbranati ma non sa che verrà sbranato.
Disprezzava chi non sapeva vendersi ma non è cosciente di come lo venderemo in piazza (pulita), regalandolo in pasto alle bestioncine sue “amichette” tanto feroci.

Si preoccuperà di segnalare da “allarmato” con le sue armi?

Segnalasse, l’altra parte non aspetta altro per inchiodarlo di recidivo insistere con “pressione” a quel che mai, genio, avrebbe dovuto sognare, d’ingegno “acuto”, col mordere con tanto “focoso” farselo “generoso”. Io sono il mordente e non andrò morbido.

Questa è bontà.
Questa è la tua mentale sanità. Mio demente, corri, rifugiati, e denuncia.

L’Annunciazione è vicina e stai lì, terrorizzato, prevenendo meglio di “curare”.

Per quanto mi riguarda, mi pari guardingo ma di culo nelle mutandine.
Stavolta non delle “gentili signorine” che vizian il tuo vizietto, ma d’uno che, dietro, ti sevizierà di “servizietto”.

Eh sì, gli insetti, tanto di sete satanelli sulle “santarelle”, ora son delle pecorine nel greggello.

Ahia. Amen. Meno… uno.

Questo significa non rispettare le scelte di colui che Io sono, e che non cambierà/ò mai, impuntatissimo in mezzo ai puttanieri, e ostinato.

Denunciassero e li sventoleremo in tribunale. Loro e tutti i filistei del porcile.
A cui tal famigliola ben s’agganciò di ganci per “sganciarmi” dalla cosiddetta “ipocondria”.

Sì, l’inabisseremo come degli ippopotami.
Detergendoli nell’acqua del Giordano, ove d’abluzione al capo saran sciroccati ad “abuso” del mio pretendere di stenderli.

Silenzio.

Parlo Io, parlò Dio.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Master & Commander. Sfida ai confini del mare (2003)
  2. Moby Dick. La balena bianca (1956)
  3. Ronin (1998)

Ci sono due categorie di persone che ficcherei in galera: gli ebeti e gli “uomini”, perché la mia misantropia merita un piacevole sollazzo “animalesco”


24 Oct

Categoria a parte, falotica e non pentita, irreversibile non convertito fra i pervertiti

Fra il cane e il coniglio, scelgo me stesso, unendo le due specie nel mio speciale “Addio” a un Mondo ottuso e castigato dai loro agoni. Oh, li aborro, che ribrezzo, meglio la brezza, dolce e melodiosa del contemplar “scosciando” la pancina dopo un pranzetto

Sdraiandomi nel prato, senz’accappatoi di donne e “cappi” di “omacchioni” grandi e grossi, anche perché sono più muscoloso io, me ne sto bell’armonico, con la “cornamusa” del mio pelo d’allisciar da (d)ritto, “sorvolando” sull’umanità grattandomi le palle di cosmica ridicolaggine alle loro (s)fighe, a cui annuso “volentieri” gli “occhiolini”, adocchiando poi la torbidità del mio “torroncino” da sgranocchiar fra denti miei aguzzi d’ingegno, dunque da genio “canino”, e incarnandoli, “incatenandoli” nella mia saliva gengivale, di tutte mie “zampe” a dondolar loro un saluto “amichevole” da compagno “fedelissimo” della razza “umana”, tanto “amante” dell’anima, quanto bestiale e “inarrestabile” di bastardi.

Qui, nel cortile, osservo i ragazzini futili, che ancora adorano Trainspotting, drogati del peggior Danny Boyle modaiolo di “droghe artificiali” capziose e “calzanti” di “canne” pallose con fidanzatine callose.
Io calco la mano, che non ho, essendo un cagnaccio, dotato solo di pene molto “cavalleresco”, che non usa la cintura e impudicamente è irriverente a mostrarlo nudo senza reverenze e reverendi a “punirmi”, ah, me “lo” profumo placidamente menandolo per aria da equino. Così esposto che nessuno potrà più equivocare le mie “misure”, senza più censura e punti di sutura. Ah, me “lo” sudo tutto mentre faticate di “lutti” e condoglianze, “concentrati” e concentrici in lavoretti per un quarto di bue che, comunque, è un esemplare rigoglioso quando torreggia da toro montando le mucche, con tutti i “ciuchi” che applaudono inneggiando alla loro “montatura” senz’occhiali nelle caprette più maledette da “piedi” caprini e biondi come DiCaprio quando afferrò da dietro Kate Winslet, la “privilegiata”, a prua del Titanic, dunque “a poppe”, col tramonto a far da (s)fondo-schiena(ta).

Cantantucoli “leggeri” alleggeriranno e sdrammatizzeranno sui vostri problemi “inaffondabili”. Già, fondaste la vostra (r)esistenza sull'”ambizione” da vostre “in carriera”.
Un Tempo il “gentil” sesso doveva cucinare e obbedire agli ordini del marito, che rincasava sempre tardi perché “occupato” da altre faccende dello “straordinario”. Tradotto, la collega di lingua “allungata” nello stipendio di mancia e “di manico” per la “tradita”.
La moglie, infatti, se ne stava “appollaiata” nel tinello coi manicaretti mentre lui “rimboccava” appunto le maniche di “natica” e “nautico” del tradimento “insipido”, “sapiente” di pen furbetto nelle “invisibili” bugie della cornuta “nascosta” che taceva di bocca “sott’aceto” nell’accettare il feudo del suo “(s)posato” fraudolento, “lentissimo”. Già, s’attardava inventando altre scuse con “incorporata” telefonatella ansimante d’orgasmo ancor “andantissimo”, “al dente”.

Sì, tizi “tozzi” che frequentavano le scuole “migliori”, incitando alla ribellione per cambiare il Mondo, ora son più bolliti di mia nonna, che almeno ha la dignità di glissare con la glassa della “sachertorte”, sulle sue “candeline” senza moccoli e mocciosi da “cioccolatini” e bacetti.
Sì, vestivano “alternativi”, ascoltando musica “inkazzata”, adesso son dei cazzoni ben retribuiti e riscuoton le tasse senza la virtù del tassista, una delle poche persone che stimo, perché viaggia Notte e dì col suo abitacolo, di “retrovisori” è “indagatore” della vogliettina “posteriore” dei dottori e poi spacca la televisore del regime, mangiando i legumi e scoreggiando in viso ai tromboni, con sfacciato porger la guancia delle sue chiappe.
Al suo culo ci tiene… in forma, è ginnasta ed esistenzialista autodidatta, e di pallottole ti “spatacca” se spaccon sei un pappone.

Gli animali sono come me.
Perché mangiano, cagano e non dormono.
Mentre la società va a pezzi, tutta da manicomio negli encomi ruffiani, mentre loro sbudellan la carne “all’osso”, nel midollo spinale, da “briciole” cucciolissime quanto il latrato che fa paura.
E (non) de-morde. Eh no.

 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cane e gatto (1982)
  2. Barfly (1987)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  4. Taxi Driver (1976)

Come Bukowski… gli unici, che sopravviveranno dalle schifezze, sono i puri, cani e “conigli”

“The Good Shepherd” – Recensione


15 Oct

Un plumbeo capodopera “inarcato” nelle “formazioni” della formalità rattrappita alle forme scultoree delle rapite giovinezze

Mastodontici echi “acquosi” di malinconia troppo savia per non destare l’indagine, “sciolta” in 25 anni di Storia americana, dalla seconda guerra mondiale all’“esodo” fallimentare dell’anticastrismo, “castratissimo”, della Baia dei porci.
Narrato come un racconto di formazione di tragedia dell’anima in agguato, “salingeriano” nell’analessi che, “dislessica”, frastaglierà nei “lineari” doppiopetti della CIA, strumento di controllo del Mondo e delle menti non solo “assoldate”.
Intelligence” offuscata nei riti “carbonari”, società segreta “medioevale”, tenebrosa di Skull and Bones, e tanti scheletri “aleggeranno” nel viaggio “dorato”, d’orgia di tradimenti, complotti, registrazioni, intercettazioni, corna, carni e cadaveri scoperti “disossati” o da “affogare”, metafisiche lealtà tradite, stoico eroe dell’impossibile quietezza del vivere quando “non vivi”, dunque vedi di più.
“Sepolto” nello spettro d’un Matt Damon laconico, “freddissimo”, impassibile e “inespressivo”, lacerato da dubbi, da “inetta” attitudine all’“adattamento” della selezione “naturale” dei “forti” a protezione della Nazione, delle bandiere, ombra e martirio, “mattino” d’albe “marine”, ardore suo placato da una compostezza d’incognite ad “aggrovigliare” il sorriso, a “sbiancarlo” troppo di “macchia” come tutti i “servi” prodigati alla prostituzione d’ideali troppo teorici, segnati dalla “levigatezza” ingannevole, “finti” di gioco (ir)reale e crudelmente (auto)indagatorio a raggi x per non osservare il lento esacerbarsi, inasprirsi o imbalsamarsi… proprio di sé (com)punti… ni sulle i…

Produce la Zoetrope di Coppola, non è un caso.
Dirige De Niro ereditando Frankenheimer e le sue spie. Non è una coincidenza, uno scambio di favori “postumo”.

C’è la Jolie in “tenuta” triste, ed è una scelta che gela.

Eric Roth ribalta Forrest Gump in una sceneggiatura che, qui, non è ammansita nel buonismo conciliante.
Gli scemi pagano, i “grandi” ancora di più perché sanno troppe “cose”…

Richardson “scheggia” fotografica, “impermeabilizzata” in un’altra tragedia (non) annunciata, vibrante, “impiccata” nello strazio d’un Damon dal vagito d’“inchiostri neri” del Cuore, anche nella sua felicità “toccata in volo”.

(Stefano Falotico)

Le sette attrici dal cognome omonimo che ancora stimolano il mio omen


06 Oct

Non gli somigliano pe’ niente!“.
Per fortuna

Sono delle fighe plurime dal nome “appaiabile” (ma chi le appaga “queste” qui? Un quaquaraqua, ah, o uno che dà la “paga a tutte”?, capisco, un pappone) che hanno avuto varie volte modo e “minutaggio” per spogliarsi, mostrando tutto il “bellissimo… vedere”
Eteree, diciamo. Chi le ha fottute, ha un sederone!
Lo ebbe. “crebbe”.

E, come Johnny Depp, con lo “stecchino” piglio tutte per le sottane.
Tanto, sono più misogine di me.
Infatti, si sposano con dei “minchioni”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Fuoco cammina con me! (1992)
    Shery Lee vs Bruce Lee.

    Sì, inutile che “armeggi” quel cinesino magrolino che “sgattaiolò” d’addome piatto.

    Io mi sarei preoccupato, di più, molto di più, di “appiattire” Sheryl sul letto. Che gattona. Che miagolio.
    Dal “ca(l)mino” con furore. Dalla cagna con ardori.

  2. Stone (2010)
    Sharon Stone? No, Edward Norton. A cui Milla “fa” la festona.
    Milla, una che a Luc Besson “la” diede nel quinto elemento.
    Infatti, Luc per molti anni divenne un demente e girò “cazzate”, non “usandolo” molto…

    “Eccola”, resident evil.

  3. Boxing Helena (1993)
    Nicolette Scorsese vs lo “Zio” Martin.

    Be’, dopo tante malinconie di Marty, un culo così mette di buon umore.

    Pare che anche “Il Mereghetti” abbia avuto il “ritaglio” dai suoi “impegni”, per “impegnarlo” d’onanismo.
    Tanto, più masturbatorie delle puttanate che scrive, gli mancava solo il “pisello” con la panna, condito con delle “farfalle”.

  4. 9 settimane e 1/2. La conclusione (1997)
    Angie Everhart vs Erik Everhard, il più grande puttaniere della “storia”, quasi alle origini del primitivo nel superomismo da gorilla. Il “big boy“. Sì, come Jim con le Barbie.

    Angie è l’unica che non s’è scopato.
    Comunque, Angie se li è fatti tutti, compreso Joe Pesci.
    Per tal “morbidezza” della Everhart, Everhard ha lasciato “stare”.

    Quando costui morirà, scriveranno: “Partì da Tera Patrick e da allora non s’è mai ammalato di sifilide. Come c’è riuscito? Innanzitutto, tutto tutto era sempre lì, scompariva… poi Erik, qui sotto (prima s-tette un po’ ovunque) che giace, dopo aver tanto giaciuto, era un maiale che s’accertava della profilassi. A differenza di molte donniciole che si fidarono della pillola ritardante…, e si scoprì che erano le sue zoccole”.

    Da come è “messo a novanta” Mickey Rourke in questa robaccia, capiamo quanto ha faticato Aronofsky a scommettere sul suo wrestler, “pompandolo” di nuovo.

  5. Ronin (1998)
    Natasha McElhone vs Kyle Machlan. Uno che non ha avuto s(ucc)esso perché nessuno si ricorda esattamente come si scrive lo “scioglilingua” del suo cognome del cazzo.

    Quell’Uomo è uno scemo.
    E il Bob lo sapeva.
    Infatti, lo lascia col suo “fantasma“.

    Twin Peaks, e Lui invece si mangia il Twixt con Natashona sulle strade parigine del bacio “Perugina”.

  6. 10 (1979)
    Bo Derek vs l’ispettore Derrick.

    Ah, quello era un tedesco, la Derek di Long Beach. Infatti, in quella “spiaggia”, era “lunghissimo” per Bo, che non è la provincia di Bologna, ma una “mortadellona”.
    Da “infilare” col salame.

  7. Showtime (2002)
    Rene Russo vs la Russia.

    A Rene piace il “rosso”, ed Eddie Murphy, il “nero”, spinge.

    Il Bob mondiale, intanto, allieta l’interraziale, plasmando l’argilla d’una carriera che stava andando “in puttanissima”.
    Appunto.

7 attori che volevano scoparmi – Sì, non solo le attrici mi volevano, anche i maschi si davano “da fare”, ottenendo un netto non “annettermeli”


04 Oct

 

Mickey Rourke, in balia del suo “oblio” mentale, “sconvolto”, urlò: “Che fusto il Falotico!”

Al che, devastato più dei suoi incontri di pugilato “truccati” (tanto che ora nessun truccatore si azzarda a “toccarlo” neppure con un guanto, col “fango” sì però…), mi “rialzai in piedi”, riconoscendo ove “caddi”: “Fui un frustrato, non mi frustate. L’afflizione è già durata parecchio”.

Ma m'”indurirono” perché non “crescesse” ancora, ancora e ancora, perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te.

E, soprattutto, non me ne (s)frega niente. A “lavar” le asine si perde solo “sapone”.
Fidatevi. Per tali “ragioni”, fui spedito a Shutter Island in veste d’indagatore del “freudismo” ascetico di Ben Kingsley.
Ma Egli mi rispose di tutto tono e “in tonaca“: “A te che cazzo frega se son un Gandhi? Se tu sei piccante, non piluccare nel piatto ove non mangio…”.

Diario di un “gigolò” amante del “fai da te”…

Chi fa per sé, tutte se le fa, altro che tre come nei “porno” più sconci di queste “orgione” coi tamarroni.
Di fantasia vado “lì” e poi “vengo” nel “lilla”.

Qualcuna incontro, ma spesso son scontri.
Queste voglion solo il mio conto in banca.
Altroché. Se ne stanno nell’ufficio e poi si “grattano” aspettando che qualcuno “rimpingui” il “portafoglio” di “dollaro” frusciante…
Sì, queste “donne” sono come i salvadanai. Più “infili” e più son delle maialone.
Si spaccian per la Madonna. Sì, Veronica Ciccone…

Comunque, non si sparga la voce in giro, curo i miei addominali, li appiattisco a tal punto “(erogeno…) che “sparisce” della sua “interezza”. Poi, corro in bagno, mi tirò giù le brache nello specchio che mi “monologa” un “Non vali un cazzo” e mi spoglio in vasca per giocar di”paperelle”.
Con tutta la schiuma “bollente”.

Una, una qualsiasi, mica di quelle “pescivendole” che “la” svendono a Hollywood, mi contatta già per “tastare”:

– Sei uno sportivo. L’Uomo atletico è una garanzia.
– Come fai a “saperlo?”.
– Lo so.
– Ah, questo lo sappiamo.
– No, non potete.
– Hanno già “potuto”.
– E come hanno fatto?
– Sei “sfatta” figlia mia. Vai a mietere, dai dai. Sei proprio “eterea”. Ove la terragna nasce, di terriccio “coltiva”.
Hai raccolto tanti frutti dell’amore che puoi metter su una piantagione di zucchero.

Quindi, mi telefona un’alt(r)a a tarda Notte:

– Che vuoi?
– Il “tuo”.
– Oh, Cristo Santo, non “mettermelo in croce”.
A proposito, hai avuto molti ragazzi?
– Chissà.
– Su, sbottonati, “dimmela”.
– Volevi dire “dammela?”.
– No, non farmi del danno.
– Ma io voglio farti del bene.
– No, solo il pene. E chi di pene ferisce, di “pentola il testa” patisce.
– Vaffanculo!
– Ci penso da me.

Applauso!

Questa play è una “puttanata?”. Sì, come le puntate di Beautiful, per “dirla” alla Nino Frassica.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Homeboy. Ragazzo di famiglia (1988)
    Qui, il Rourke è traumatizzato.
    Prima è già giù di corda. E non riesci a lenirsi nonostante si alleni.
    Chris Walken, un bastardone, cerca di fotterlo.

    Mickey torna al “bucolico”.
    Sì, dopo il suo Bukowski, una gnocca da “puro”.

  2. Stone (2010)
    Dopo che fui sverginato con la “forza” all’urlo “Addà trombà!“, ne beccai una che mi stava sbattendo.
    Sì, in carcere per troppo senso del pudore.
  3. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    – Allora, signor Falotico. Lei non mi sembra affatto “cieco”.
    – Sciagurato, no? Un “salame?”.
    – No, solo davanti agli occhi.
    “In mezzo”, c’è…
  4. L’uomo senza ombra (2000)
    Poco prima di riprendere il mio corpo, un mio amico, il Romano (che ha bazzicato anche dalle nostre “zone”), mi guardò nelle “palle”… degli occhi, e mi chiese, “gustando” (di secondo nome “fa” Gustavo):

    – Stefano. Ma tu come ti vedi?
    Non hai una percezione di grande autostima, sai?
    – Di stigmate sì.

    Infatti, entrambi amiamo Dostoevskij.

  5. Ultimo tango a Zagarol (1973)
    Peccato che non ci fu neppure il primo.

    Nonostante questo, “la prima voltà” è stata da Marlon Brando.
    Cioè, siamo “franco franchi“, ero già “finito”.

  6. Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)
    Quando andavo alle medie, a tutte le ragazze piaceva Edward Furlong, perché pensavano che ce l’avesse “lungo”.

    La sua carriera, invece, ha incontrato presto un “armadio” grande e grosso che gli ha “sparato” un “Sei terminato!“.

  7. Ronin (1998)
    Alti… là!. Che combinate nel parcheggio? Siamo gli sbirri”.
    – Piacere, mi chiamo De Niro. Non posso baciare Natasha?
    – Ah, ci scusi. Abbiam preso una cantonata. Lei è un due volte premio Oscar. “Faccia” con comodo.

    Poi, “confabulando” da carabinieri di “barzellette sporche“…

    – Abbiam preso un granchio.
    – Eh già. Non è un delinquente.
    – Diamoci alle linguette.

“Ronin” – La recensione


02 Oct

Finalmente, ne parlo da sempre, ma è la prima volta che lo recensisco.
Nella mia mente, l’opinione è “avvenuta-svenuta” più e più volte, ma mai “pubblica(ta)”.

Eccola là, dunque qui.
Ronin

Tagli crepuscolari con l’accetta

Sceneggiato da David Mamet, forse l’ultimo capolavoro di John Frankenheimer.

Con un cast stellare su malinconie d’“inseguimenti” accecanti nel “mozzafiato” senz’attimi di tregua, col Cuore in gola e la pellaccia da salvare. Costi quel che costi (lucro, missione mercenaria assoldata al “sorpassato” ma morale codice del samurai), “scavato” nei volti antichi d’uomini rocciosi e rabbiosi, amaramente “dolci” proprio nell’“acquiescenza” liquidissima d’“aforismi” dissacranti buttati lì, forse per noia, per troppe “coscienze”, per disillusioni insopprimibili come le ruvide, intagliate pietre d’asfalti imbruniti nella polvere, da spari soprattutto, e di mitragliatrici “sguinzagliate” a detonar “repentine” ma “calibrate”, come rapacissimi segugi notturni d’una Parigi “offuscata” nel sonno del dormiente caos cittadino di mattine ombrose dalla “tranquilla monotonia” borghese, mercatini e cascine intrecciate alla “topografia” del casino della nostra esistenza, ripresa dall’alto, dunque nelle sue viscere più incandescenti e “malavitose”, spiata e indagata con sottigliezza d’“irrimediabile” mestizia però vigorosa, morsa e “corsa” dentro le viuzze e i (rag)giri furbi, tortuosi, doppiogiochisti delle palpebre. Vedono, sanno, sudano, non dicono, esangui combattono.

Tutti soli e senza Dio, senza Sole forse. Agiscono perlopiù di Notte, già. Quando tutto, “tramontando”, s’accheta per istanti che aspettano solo la guerriglia urbana di chi fa lo “sporco lavoro” stipendiato per rischi “rampanti” e segretezze “annodate” sotto la patina (im)percettibile d’occhi “sinceri”.
O serpenteschi?

Un parterre di “agenti speciali”, una valigetta misteriosa…

Hitchcock coniò il termine, dunque l’“inizio” di tutta l’enfasi, il cosiddetto MacGuffin, pretesto narrativo e dunque “tramico” per imbastire l’azione nel suo punto “nevralgico” o solo a distrarci da e con un obiettivo capzioso, d’una pista che “falsifica” le vicende, è all’origine nascosta del complotto e dei destini, è lo “sfondo” fittizio d’una fitta rete di trame e inganni. Di amici, nemici, donne fatali e traditrici, di compagni bugiardi che (non) scopriranno le carte troppo presto.

Se… ironizzassimo un po’, al televisivo MacGyver “bastava” un coltellino per cavarsi dagli impacci, sopravvivendo d’ingegno “ingenuissimo”.

Frankenheimer viene da una Scuola “un po’” più realista e allestisce proprio un’intelaiatura che, di primo impatto, si coglie adrenalica e “thrillerante”, ma che ha le sue ragioni proprio in un polar più “freddo” dei gialli di Alfred.

Ne perdiamo le tracce sullo sfondo della Torre Eiffel che occhieggia birichina, sulle innumerevoli battute da tenere a memoria, di cui perderemo il conto…

Anche quando un “triste” Jean Reno stringerà la mano a De Niro, dopo una tesissima avventura in cui, forse, sono ancora “vivi”, ancora sconosciuti d’identità (mai) con-fidate.

Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire?

Sono tutti amici finché non arriva il conto da pagare.

(Stefano Falotico)

 

Il mio casual look alla De Niro


29 Sep

Molti mi chiedono perché mi piace il Bob.

– Son cazzi miei. Meglio dei “vostri”, sempre a sputtanare.

E, dopo Ronin, ancora a Parigi è “inseguimento” in passerella.

Anche i geni sbagliano, il perfetto” d’altronde è un difetto dei robot. Già, tutti voglion sistemarsi da prefetti, invece io pappo la mia fetta, che “filettona”, e non m’inf(l)etterete più


27 Aug

The Master

Se aveste letto in vita vostra Isaac Asimov, vi sareste accorti di come, la razza umana, sempre fin dai primordi alla ricerca d’un significato al mistero insondabile della vita, sia sempre stata ossessionata dalla “perfezione”, che ha idealizzato in Dio e poi in tante “icone” greche, le quali vengon studiate alle scuole “alimentari” affinché il grezzo si “plagi” nel plasmarci, Plasmon, alla società. Per una rigidezza mentale che spesso ottunde le libere scelte e anche quelle “discole” non da discoteca, ove spesso i nostri “parenti” di Neanderthal “gozzoviglian” di “carne in scatola”, graffiando di “graffiti” il murales “affrescante” della “gazzella” in cui “sguazzarlo”, “pennellando” su musica aizzante.

Sì, stavo risfogliando il mio “Dizionario dei film 2011” e il mio proverbiale, maniacale perfezionismo è stato turbato da un clamoroso “Porco Dio, che refuso pazzesco. Non me n’ero accorto, come cazzo ha fatto a sfuggirmi?”.

E dire che circa 400 pagine, sebbene ost(r)iche a rileggerle innumerevoli volte, eran già impresa leggendaria pubblicarle, considerando che, per tale progetto, ho dovuto “sbattermelo” da solo, assieme a Valerio.
Qualche “virgoletta” che (s)balla, qualche imprecisione lessicale e “combricola” con una “c”, anche se poi scopro che, addirittura, c’è tanto d’un sito “ufficiale” e pagine Facebook che riportan tale erronea dicitura.

Che dite? Lo debbo scrivere nuovamente?
No, pigliatelo così ché già mi son fatto il mazzo(lin) di “rosso”, perché tanto faticai che nessuna Donna poi, alla fin fine, mi “sculacciò” a dovere. E fui diligente, vacca boia.
Basta, che voglion queste vacche? Voglion “sgozzarmelo?”. Che s’ingozzin con Alessandro Magno, ché a paragon di Lorenzo il Magnifico, qual io sono reincarnato, non ha conquistato neanche un grammo dei suoi, dunque miei, neuroni.

Allora, siete pronti per quello del 2012?
Se sì, vedete di non fare i precisini, ché qui si “pompa” e talvolta, sbronzi, si sfasa un po’ di cervello, e gustatevi già i primi post del prossimo.
Che potrete trovare sul nostro “benianim” e, di legenda “posterizzato“, “Cinerepublic”.

E ricordate: se Fox era “malato”, la ragione era riconducibile solo al “fallo” che “nessuna” gli concesse, sì, eran solo dei cessi, il pompino perfetto non esiste, soprattutto se scopri che in mezzo alle gambe vale molto di più di questa “stramba” umanità nel “transessuale”. E Gabriele D’Annunzio “lo” sapeva…

Sì, i poeti spesso si “sollazzano” ma, a differenza del nostro “Lele”, farò la fine dell’Arcangelo.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. New Rose Hotel (1998)
    A dar retta al mio “amico” Dafoe, che intanto si scopava le “Asie”, sarei finito suicida senza “aiuole”.
    Che bel piano per salvare la mia vita. Lui, intanto, “appianava” e mi avrebbe ridotto a planare giù dal balcone.
  2. Ronin (1998)
    Hai mai ucciso qualcuno? No, l’ho “solo” offeso.

    Che hai fatto in tutti questi anni Noodles?
    Sono andato a letto tardi, perché rimanessi sveglio non è un “cazzo” tuo.

  3. Insomnia (2001)
    Qui, lo scrittore di gialli sono io, caro Robin Williams veda di nevrotizzare la sua follia in barca.
    Sì, lei è imbarcato da un pezzo di merda.
  4. I dieci comandamenti (1956)
    Non desiderare la donna d’altri.
    E se, di cognome, faccio “Altro?”.

Se De Niro è una “puttanella” a caccia di soldi, ogni madre, eccetto la mia, è quello che “è”


11 Aug

 

Perché inveite sul Bob, “venite” e non addivenite alle vostre scelte sbagliate?
Che cosa “dietrologizzate?”. State attenti al culo, a proposito dei “di…”, lì, nel fondo dell’uomo barilotto che mangia solo pasta Barilla con una barese, “raschiando” di “scarpetta”. Sì, la sua compagna “indossa” le zoccole

Il talento sta nelle choices.
Testuali parole del “neo”.
Dunque, se rimpiangete il cazzo che fu amaro, datevi alla bottega “Crema di latte”, gestite da una “bottana” che mischia il gelato al bacio con delle scaglie sulla “stracciatella”.
E vedete di leccare usando più lingua possibile.

Io, “scolasticamente”, sono un fallito, e appoggio De Niro quando dichiara che gli studi “superiori”, che Lui abbandonò, gli son serviti quanto una chiavetta USB degli anni ’90.
Coi suoi “modi”, beffardi, ha chiavato molto di più. Quasi tutta l’USA.
Fidatevi, quando aggrotta la fronte in rughe asimmetriche, fiuti subito il “lupo” che sta sotto la risatina.

Fra due settimane, il qui presente, in ossa e non so quanta carne rossa di fisico ma molta di figa al sangue, visto che, dopo che m’imbottirono di “calmanti” che non tranquillizzarono proprio un bel niente, son di nuovo scalmanato, dunque non “lo” ammaino ma smanio. Sì, codesto Signore che voi tanto odiate per motivi riconducibili solo al “dirigibile” del vostro pallone gonfiato, pubblicherà la quarta sua opera, “Noir Nightmare – L’ombra blu del fantasma”, vero cult book ai livelli del Sam Raimi migliore. Un po’ armata delle tenebre e un po’ amato teneramente.

Sì, ero una “piccola stella”, oggi sono il Sole nelle vostre notti spettrali. Godete quanto una stampante senza inchiostro. Dai, di “colore” schizzate!

E ora, a chi avrà l’ardire, illetterato, incolto, scriteriato di criticare Robert, da me riceverà solo i suoi coglioni spappolati a  mo’ di Planet Terror.

Sette film ove Lui mi spronò.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cop Land (1997)
    Uno che ama Bruce Springsteen è solo stato “pachidermizzato” da dei vermi.
    Signor Stallone, Lei è un’ottima persona.
    Spari a quella marmaglia di laidi maialoni, e ci andiamo a prendere un caffè.
  2. Jackie Brown (1997)
    Che cazzo provochi, Bridget Fonda?
    Duro tre minuti, ma è stato durissimo.
  3. Ronin (1998)
    La vita è Parigi, e Nizza ama Jean Reno, il mio amico “polar(e)”.
  4. Limitless (2011)
    Lei, signor Falotico, ha un cervello spaventoso. La posso assumere?
  5. The Score (2001)
    Anni fa, conobbi un tizio, un mezzo mariuolo che mi urlò: “Tu non solo non pubblicherai niente, ma non scoperai mai!”.

    Sì, pare che costui sia disoccupato.
    Ma, vista la crisi, non sarebbe neanche una colpa. La colpa è la sua demenza. Sì, L’Ed Norton di questo film c’è tutto nel suo “lutto”. Un lavoro da scopatore dei cessi, però, potrebbe facilmente “ottenerla”.

  6. L’orlo argenteo delle nuvole (2012)
    Figlio mio, lo so che sei “impazzito”.
    Ma vedi, Jennifer Lawrence è una che si farebbe pure tuo padre, che sono io.
    Una bottarella e andiamo a ballare.
  7. Killing Season (2013)
    Senta signor Travolta, ancora a rompere le palle?
    Quante pallottole vuole stavolta, in pancia?

Sette film sull’amicizia (virile)


21 Jul

 

Amicizia, friendship.

Altro che love story e tanti “matrimonietti” che poi, fra piatti “(s)lanciati” e vettovaglie “divorziste”, alimentan solo già inconciliabili differenze, peraltro “ingiallite”, sin dall’inizio, di alibi e sospetti, e di “lei” che credo se “la” faccia con l’albino.

“Amare” un amico non pretende il tuo orgasmo, ma soddisfa sinceramente di più.

Sono l’Uomo che non “rosica” se il mio amico “approderà” sulle tette di Kate Upton o “slinguazzerà” nelle a(r)mene cavità “sondabilissime” di Kim Kardashian.

Sì, poi mi ricoverano perché il mio fegato s’è sventrato di “lune” alcoliche per placare il “dolorino”, ma vale la pena “sorreggere” un compagno del viaggio.
Basta che non scopi me, e può inculare tutto il Crazy Horse.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Chi trova un amico trova un tesoro (1981)
    Film imprescindibile dell’infanzia, da rivedere anche alla nostra età, nei momenti in cui la vita, in “avaria”, si vorrebbe abbandonare a un “rilassante” giro in barca.La strana coppia Spencer-Hill, al solito s'”arruffa” d'”azzuffate” e scherzettini. Hill, l’atletico e dritto, sfrutta la dabbenaggine del gigante buono Spencer e, navigando per il mare, la stretta di mano è un’ancora di salvataggio.
  2. Windtalkers (2002)
    Prima visione: pessima.
    Seconda: rivalutazione.
    Terza: forse un capolavoro indiscutibile, indicibile, anzi, da discuterci sopra.John Woo, il Re delle sparatorie ove gli amici si scambian la “pistola”, allestisce un coreografico balletto bellico.Nic Cage, qui quasi quasi melodrammatico senza imbarazzanti smorfie, e un indiano di una Cultura diversa.
    Non si capiscono, e il marine osserva, (dis)incantato, le superstizioni del “muso seduto e riflessivo-magico” mentre combattono i musi gialli.Poesia, commozione, quasi John Ford.
  3. Le ali della libertà (1994)
    Ma, allo spettatore, interessa davvero la “colpevolezza” d’un Tim Robbins mai così viscerale nella nostra empatia?Fuggirà da una prigione di massima sicurezza, con calma premeditata, “artefatta” in Rita Hayworth, la rossa per cui vale la pena di vivere e sognare la pioggia in una Notte dallo scroscio “piovigginoso” e catartico.Alla fine, Lui e Freeman s’incontreranno vicino alla riva marina delle (dis)illusioni.
  4. Ronin (1998)
    Io salvo la vita a te e tu a me.Ci ritroveremo, dopo tanti “inseguimenti” e una Nizza argentata nel plumbeo e nei “piombi”, in un bistrot parigino, guardandoci negli occhi e augurandoci, sulle strade del destino, “Buona fortuna”.Il sapore melodico della malinconia di Frankenheimer.
  5. La versione di Barney (2010)
    Amici per la “pelle”, con uno stronzo che si fotte tutte le tue donne.L’hai ucciso? No, forse no, sarà “inciampato” per un tuffo battesimale nel lago.Ma tu hai tradito l’unica che amavi davvero.
    Ma chi se ne frega.
  6. Pulp Fiction (1994)
    Travolta e Jackson, gangster che s’appoggian di “minchiate”.Ne succedono di tutti i colori su “salsa” pulp, e si esce poi da una tavola calda ma “freddissima”, vestiti come due cazzoni.
  7. Terra di confine – Open Range (2003)
    Qui, mi sembra si sia “sconfinato” parecchio.
    Addirittura (ci) han ammazzato un povero Cristo che non faceva del male a nessuno.E allora, amico Duvall, grande mio mentore, ritorniamo in città.
    E la Notte sarà loro “illuminante”.

 

 

 

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