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TITANIC è un capolavoro, voi no!


15 Jun

Titanic Winslet DiCapro


Bisogna abbattere la Critica cinematografica assai vetusta, dunque parziale, superata e logora, bisogna scardinare i luoghi comuni, non solo sulla Settima Arte più raffinata, anche di noi stessi…

Ancorati a una visione vecchia, dobbiamo svecchiarci e ringiovanire tutti assieme appassionatamente.

Evviva la retorica? No, la veritas.

Ebbene, con lo spopolare del web, tutti si stanno dilettando a far i tuttologi, anzi i dietrologi.

No, gli psicologi, i cardiologi, pure i virologi. E questo morbo è più virale del fantomatico Covid-19.

Su cui avrei da dirvene, anzi, già ne sparai parecchie nel mio libro Bologna HARD BOILED… in vendita sulle maggiori catene librarie online (questa dicasi, ah ah, pubblicità occultissima).

Sì, i potenti stanno occultando la verità, seppellendola in un mare d’inganni. Noi, circuiti, traviati, adesso tutti vaccinati.

Ci allarmarono e terrorizzarono, incatenandoci in quarantene figlie dell’oscurantismo più medioevalistico.

Così è, non voglio sentire ragioni. Da un po’ ci si può spostare, fra l’altro, tra regioni. Anche erogene? Oh, finalmente si può fare all’amore senza la profilassi delle precauzioni?

Ciak, azione. Cos’è un film con Siffredi Rocco? Macché. Oramai, Rocco è andato… e non solo con quelle… da tempo immemorabile. Rocco è fottuto, moscissimo. Bisogna pensare al nuovo. Ci siamo induriti e rotti le palle a causa dei lockdown esagerati.

Uomini e donne, eh eh, siate accalorati. Negazionisti, non negateci però il piacere dell’amoroso contagio più letizioso, oserei dire sfizioso, per la donna cremoso e per il maschio voglioso.

Basta, adesso. Non facciamo all’amore, facciamo i seri. Sì, le persone troppo serie non sanno amare neppure il Cinema con gusto e quella sana impudicizia che fa rima con godibilità malata soltanto di fottuta, superba malizia.

Che voglio dire con questo? Sono affetto da anti-moralismo, da ermetismo, oppure da poetico decadentismo? Non lo so.

Voglio dire che i veri amanti del Cinema e non solo di questo, eh sì, non hanno alcun pregiudizio.

Sono capaci di amare un film abbastanza mieloso e sdolcinato come Paura d’amare con Al Pacino e Michelle Pfeiffer, in quanto romantici come quel frustrato di Giacomo Leopardi, e allo stesso tempo sanno adorare anche Julia Roberts di Pretty Woman.

Ecco, se sei Richard Gere del succitato film di Garry Marshall (anche quello con Al, eh eh, lo è), vieni reputato figo. Se sei un cassaintegrato, vieni considerato un miserabile che deve pagarla, sennò non arriva/i a niente! Ah ah.

Di mio, sono Al Pacino di Serpico. Non mi vendo. Amo le donne ma posso giurarvi che non ne pagai mai una alla pari del grande Charles Bukowski. Allora, non capisco perché i perbenisti vogliano farmela pagare. Che ho fatto di male? Ah, ma allora sono dei moralisti falsi. Sono dei maniaci. Ah ah.

Comunque, io non sono un monaco. Detto questo, Capodanno a New York, sempre del Marshall, non è affatto male. A parte il fatto che abbiamo un Jon Bon Jovi nelle sue ultime, musicali performance decenti. Poi, abbiamo un parterre di donne capaci di risvegliare un morto qual è De Niro alla fine del film (spoiler!) Dunque, il film è vedibile, eccome. Ah no? Halle Berry, Lea Michele, ancora Pfeiffer Michelle, Sofia Vergara (cioè la controfigura e la “brutta” copia dell’ex pornoattrice Esperanza Gomez), Jessica Biel, Katherine Heigl e Sarah Jessica Parker? No, quest’ultima è racchia. Ex del Cage? Mah, contento lui…

È sempre assomigliata, molto vagamente, a Barbra Streisand. Con l’unica differenza che Barbra è una cantante che, pur esteticamente impresentabile, grazie alla sua voce melodiosa, riusciva a essere la Maga Circe. Insomma, non certo fisicamente una sirena. Ah ah.

Ah, mi son dimenticato di Hilary Swank. Ora, ha delle gambe magnifiche ma ci sarà un motivo se interpretò Boys Don’t Cry? E ho detto tutto.

Arriviamo a noi. Tanto, con queste qua, pezzi da novanta…, non potremo arrivare a una beneamata minchia. Ah ah. Sono inarrivabili. Vi arriverete soltanto se siete ricchi come Richard Gere. Ah ah.

Oppure se le vedrete nelle loro scene di sesso. No, non sex tape, cavolo! Pensate sempre a quello? Mi riferivo ad Halle Berry di Monster’s Ball unrated. Ah ah.

Sì, siamo uomini e donne angariati da una vita ladra e puttana. Al che, per compensare le mancanze e il vuoto interiore, non riuscendo a riempire e tappare i buchi…, ci diamo al Cinema, dando ancora più soldi a Richard Gere. Ah ah.

Be’, col tempo, compresi di essere demenziale come Mel Brooks. Cioè, in una società di matti e dementi, sono stato l’unica persona al mondo capace di distruggere un intero ordine psichiatrico, emulando, contro ogni strizzacervelli, il Mel di Alta tensione.

È vero, non sto mentendo. Mi credete? Miscredenti, atei, creduloni? Sì, un plurilaureato in Freud, ah ah, pensò che fossi da manicomio. Al che gli chiesi con estrema nonchalance:

– Mi tolga una curiosità, primario e luminare. Qual è la percentuale di guarigione dei pazienti in quest’istituto ove sono internati i suoi curati…?

– Una ogni morte di papa.

Uhm… sarebbe la morte cerebrale di Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo?

 

Dopo questa risposta, fui dimesso e tutti gli psichiatri furono radiati dall’albo.

Ora, prendiamo un regista che è sempre stato fissato coi manicomi. Ovvero John Carpenter.

Io sono l’unica persona al mondo capace di guarire Amber Heard di The Ward e Sutter Cane de Il seme della follia (eh già, il matto è lui, non Sam Neill), in virtù del fatto che sono il bambino sano di Village of the Damned. Comunque, non sono albino, non sono neanche un alpino. Però sono una cima. Ah ah.

E dire che fui scambiato per Fantozzi/Paolo Villaggio. Be’, in effetti, se mi fossi attenuto ai metodi psichiatrici, sarei divenuto Christopher Reeve dopo la sua caduta da cavallo.

Sono rimasto lo stesso… Superman. Ovviamente.

Comunque, complimenti di nuovo ai medici. Mi scambiarono per Fracchia la belva umana e invece non riuscirono a capire che fui e sono Clark Kent. Ah ah.

Voi credete nell’imponderabile? Non tutto ha una spiegazione scientifica nella vita.

Sì, credo in tutta sincerità di possedere poteri paranormali.  A mo’ di Chris Walken de La zona morta e di Jude Law di The Young Pope. Più che altro, quando sono in vena, riesco a entrare in telepatia, no, in empatia-sintonia col prossimo. A meno che lui non soffra, nei miei riguardi, di preconcetti e consequenziali antipatie. Ah ah. E vi garantisco che non c’è bisogno di essere laureati in psichiatria per capire che, se una persona si vuole suicidare, è perché è caduta in un profondo stato di apatia o melanconia. Oppure, non più gli tira a causa dei farmaci assunti. Oppur ancora vuole andarsene via in mezzo a tanta pazzia.

Io sono cinico? No, realista.

Un mio ex amico mi domandò:

– Stefano, secondo te, se la tua ragazza (la sua, oh, non la mia, suvvia) ti lascia, non bisogna farsene un cruccio? Anzi! Forse non era quella giusta! Sì sì, è così.

– Come no… Forse invece era quella giusta. Ma tu non eri quello per lei, giusto? Sbaglio? Per lei eri per di più sbagliato.

– Quindi, mi devo suicidare?

– No, ti dico la verità. Se vuoi consolarti, leggi le frasi dei baci Perugina.

– Sei troppo pessimista.

– Invece tu sei troppo ottimista.

– No, dico solo che non bisogna farne una tragedia. Me ne troverò una migliore. Sì, la troverò. Però, che (s)figa!

–  Vuoi che ti sia sincero?

– Certo.

– Non la troverai.

– Perché mai?

– Hai la stessa età di Richard Gere ma, a differenza di Richard, non hai i suoi soldi.

– E che significa?

– Significa che, al massimo, troverai una vecchia di settant’anni!

 

Perché sopra scrissi… ex amico? Perché si ammazzò. Lo uccisi io? No.

Ecco, che c’entra tutto questo con la cinefilia e i luoghi comuni attorno al Cinema? C’entra, eccome se c’entra. Se invece non entra, significa che non te l’ha data. Ah ah. Solitamente, tutti quelli che dicono che Nicolas Cage sia/è inespressivo (si fottano i congiuntivi del cazzo, ah ah), non hanno mai recitato neppure nel suo film peggiore come interprete, ovvero Zandalee. Però, vi avrei messo la firma per essere al posto suo. Il suddetto, molto sudaticcio film, eh già, fa schifo per l’appunto al cazzo ma Nicolas Cage, in tale pellicola, ha un paio di scene da Siffredi. Capisc’ a me!

Nel Cinema e nella vita vera, senza falsità o consolazioni, si fa tutto un altro campionato. E io sono stanco di passare il tempo a fare le classifiche. Continuate, pure, a farvi le seghe. A fare le distinzioni. Volete essere uomini distinti. Fidatevi, è meglio Basic Instinct. Non desidero per nulla fottermi nel discutere col prossimo se sia più bello Taxi Driver o Al di là della vita. Film metafisici par excellence. Nel primo vi fu Cybill Shepherd, nel secondo, Patricia Arquette ma, rispettivamente, entrambi i protagonisti non è che se le scopino molto. Diciamocela! In Taxi Driver, De Niro salvò una prostituta minorenne. La gente lo elevò ad eroe. Dopo aver portato la Shepherd a vedere un porno, lei lo scambiò per un pervertito e lo mandò a farsi fottere. Alla fine, gliel’avrebbe data tutta ma lui la mandò a fanculo. Ah, bella roba, ah ah. Nella vita reale, comunque, Cage la sbatté in quel posto a Patricia molte volte. Nel frattempo, girò pure City of Angels.  La verità è una sola (l’accento ficcatelo voi, a piacimento!). Nicolas Cage è un grande, Richard Gere è un grande (guardatelo ne Gli invisibili, eh eh, incapaci).

E, secondo me, chi parla ma non fa mai nulla, se la fa solo sotto. Per esempio, da un punto di vista prettamente cinematografico, Over the Top con Stallone è un film puerile. Cioè, avreste preferito che avesse vinto o vincesse Bull Harley? Ah ah.

Col passare del tempo, ho capito che Titanic di James Cameron è un capolavoro. Sì, lo è. In poche parole, Cameron voleva arrivare allo spettacolare e devastante climax dello scontro con l’iceberg del transatlantico ma, per tre ore abbondanti, non ci raccontò questo.

Cioè, noi sapevamo già come sarebbe andata a finire ma volevamo vedere come sarebbe finita, cosa fu quella storia. Questo si chiama genio.

Cameron ribaltò il concetto secondo cui la trama sarebbe importante. No, la vicenda narrataci può essere anche apparentemente banale e sdolcinata. Niente è banale e dolciastro se chi dirige la storia sa come emozionarci, sa come viverla… sa come tenerci col fiato sospeso.  Soprattutto perché volevamo vedere integralmente le tette di Kate Winslet ma Cameron ci fotté.

Dunque, sapete chi dice roba del tipo… oramai è stato già detto e inventato tutto? I falliti. Quelli che parlano e criticano. E basta. Oppure, peggio, esaltano e magnificano i “maestri” perché loro non lo sono. Ma, idolatrando i maestri, si sentono meno stupidi e meno inetti.

In giro, sento un sacco di cazzate. Sento che il mondo è peggiorato, che la società fa schifo. Che gli uomini e le donne sono imbarbariti. Mi spiace deludere questi tristissimi luoghi comuni.

Sembrano Harvey Keitel sia di Taxi Driver che di Holy Smoke.

Sono peggiorati quelli, coloro che fanno certi discorsi. Perché non sanno fare altro. Solo chi fa, sbaglia. Rimedia figure di merda e non. Altrimenti, siamo soltanto zombi. E molti di voi lo sono ma non lo sanno.

Di mio, posso dire che ho una certa faccia da culo.

Infatti, le donne mi guardano e pensano: quel ragazzo va fottuto a sangue.

Sì, molte donne vogliono, in tempi di pari diritti, farselo come un uomo.

Un tempo, solo gli uomini lavoravano.

Oggi come oggi, il culo se lo fanno anche quelli che non sono omosessuali attivi.

Insomma, come dice Peter Boyle, chi più chi meno, siamo tutti fregati.

Dunque, fottetevi, ah ah.

Su questa cazzata, vi lascio alle vostre porcate.

Domani, devo farmelo ancora.

Invece per voi saranno cazzi amari.

 

di Stefano Falotico

Il DIVIN CODINO, Roby Baggio e il grande Douglas de Il metodo Kominsky: che io mi ricordi, non ho voluto fare né il gangster né il calciatore, forse volevo essere un attore ma sono un grande scrittore?


31 May

oldmansealevinsondouglaskominsky194361121_852801812253666_8011526694933697825_nEbbene, è uscito su Netflix questo film (?) assai discutibile su colui che, a tutt’oggi, viene considerato il più grande calciatore italiano di tutti i tempi, ovvero Roberto Baggio.

Non so se sia stato, dunque sia, il più forte di sempre.

Sapete, avrei potuto esserlo io se non avessi mollato. Tutti i miei ex compagni di squadra nutrirono great expectations alla Charles Dickens su di me. E credo di averli invece delusi enormemente.

Ora, fu un Paradiso perduto? Forse ritroverò il mio Bob De Niro o Alec Guinness? Un benefattore che comprerà tutti i miei libri affinché non diventi un fan di Sally firmata da Vasco Rossi e cantata anche da Fiorella Mannoia?

Sono molto autoironico, eh sì, penso di essere sapido e non me la tiro da saputello. Sì, però, quante ielle. Ne persi di belle… occasioni, che coglioncello…

E dire che qualche malalingua pensò che fossi Christian Bale di American Psycho quando invece, al massimo, posso essere quello di The Fighter. Sebbene giammai mi drogai.

Vi fu un tempo in cui pensai che sarei davvero diventato the greatest football player of all time. Chi mi conosce e soprattutto mi conobbe, eh già, sono ancora qua? No, sa che non sto mentendo.

Comunque, Sussudio è una grande canzone. Ah ah.

Venni… paragonato a Edson Arantes do Nascimento, detto Pelé, e ad Andrea Di Stefano? Il regista di Escobar: Paradise Lost? No, ah ah, fui paragonato ad Alfredo Di Stéfano.

Nel paese natio dei miei genitori, un ragazzo soprannominato “il toro”, lui stesso considerato un enfant prodige straordinario dell’arte calcistica, anche lui purtroppo non divenuto nessuno, mi vide giocare a Calcio e, dopo cinque minuti, andò da tutti i ragazzi del Bar Centrale a dire che Diego Armando Maradona era un nano in confronto a me.

Be’, lasciai il Calcio e divenni un ammiratore sfegatato di Robert De Niro e di Benicio Del Toro, il Che per Steven Soderbergh, il regista di Traffic.

Be’, amici, se volete ridere, riflettere, farvi insomma due risate in maniera goliardica, unendo l’utile al dilettevole, cioè il godereccio divertimento satirico a una lettura spero godibile anche intellettualmente, vi lascio… a questo pezzo: http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2021/05/nel-2021-in-italia-produciamo-e-realizziamo-ancora-roba-come-il-divin-codino-ma-quale-lamartire-solo-io-ovvero-il-martire-o-uomo-di-marte-puo-raccontarvi-chi-e-il-piu-grande-football-player-nostr/

Piaciuto il pazzo? No, volevo dire il pezzo.

Che ne pensate invece di questa cover? Se cliccherete, potrete leggere anche l’anteprima. Vi offro persino i primi tre capitoli. Presto anche in cartaceo e audiobook.

I grandi film sul Calcio sono pochissimi. A me fa venire l’arrapamento, ah ah, L’allenatore nel pallone.

Che pensate inoltre del monologo non di Christian Bale nel succitato film della Harron, bensì di Michael Douglas ne Il metodo Kominsky 3, ep. 5? Alla faccia del finale irreale di Titanic.

Cosa succede davvero nel momento in cui arriva la morte… Poi, nel bellissimo episodio di questa final season, Mike dice: il mio sogno era fare l’attore. Quando poi non si è avverato…

Ecco, detto ciò, sono sicuro di non essere Baggio ma non sono sicuro più di nulla. Come si suol dire, volevo la bicicletta? Amici, non so se reggerò lo stress della responsabilità che ora ho. Sbaglierò il rigore?

Signore signori, sono un filosofo come Aristotele(s)? Ah ah.

Insomma, mi spiace per i miei haters. Che figuraccia.

di Stefano Falotico

Non seguo più la cerimonia degli Oscar come un tempo, un tempo mi tiravo a lucido, quasi in smoking, e mi docciavo per essere al top durante la visione, neanche se fossi stato io il winner… o Peppino Lo Cicero


04 Mar

lo cicero servillo

Sono particolarmente legato al film 5 è il numero perfetto di Igort.

Lo vidi, in anteprima, al Festival di Venezia dell’edizione stravinta da Joker. Proiettato, peraltro, proprio in quegli stessi giorni.

Fu stroncato ma io l’amai subito. In quanto, l’incipit con Servillo dal naso adunco e posticcio, mi ricordò la caricatura di Bob De Niro in Ronin. Quest’ultimo, nel film di Frankenheimer, scendeva le scale di una scalinata (per forza, le scale fanno parte della scalinata, non credo della Scala di Milano, ah ah) di Parigi, passeggiando torvamente per poi addentrarsi in un bistrot frequentato da spie forse losche, forse bazzicato da Natasha McElhone. Diciamocela, una gran gnocca.

Inizialmente, De Niro fu corteggiato per la parte andata poi, dopo molte vicissitudini produttive, a Toni Servillo, definito il De Niro italiano. Ora, con buona pace di Toni, se lui è il De Niro italiano, io sono il Daniel Auteuil del bassifondi felsinei.

La vita va avanti, a volte va indietro. Credo che sia giusto così, in fondo…

Sì, credo che un tempo fossi una persona migliore con enormi ambizioni. Credevo fermamente che un giorno avrei vinto l’Oscar. Ma divenni un Toro scatenato. Infatti, nella domenica mattina della nottata a venire dell’edizione degli Oscar, che si tiene dopo la mezzanotte, ora italiana, entravo in ansia e mi lavavo imperterritamente per trovarmi in splendida forma spumeggiante, quasi schiumosa al Neutro Roberts, per tifare contro Julia Roberts, donna da me mai sopportata, sentendomi più che una celebrità, diciamocela, un uomo pulito e immacolato da disturbo ossessivo-compulsivo di natura maniacale-igienica tendente al carnato mio di pelle chiara, oserei dire candida e smaltata più d’una bella statuina dorata.

Mi ricordo comunque che non poco m’identificai col vincitore Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato. Ah ah. Ah, che annata. Vinse tutto Titanic, tralasciando Helen Hunt…

Qualcosa è cambiato è una vera, soprattutto realistica, storia d’amore, altro che il film di Cameron.

Non uccidetemi per questa mia affermazione: il Cinema di James Cameron è inferiore a quello di Mario Camerini. Comunque, Kate Winslet è più figa rispetto ad Helen Hunt.

Andiamo ora avanti. Non facciamo della dietrologia per queste mie asserzioni banali. Che volete? La banana?

Oggi come oggi, debbo ammettere di essere cambiato in qualcosa? No, quasi in tutto. A quindici anni fui Jack Nicholson di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Sì, fui preso per pazzo solamente perché disertai il liceo. Non mi pento di tale mia scelta. Gli altri facevano occupazione mentre i professori facevano un po’ i disoccupati. Quindi, io sono stato coerente.

Se non vi sta bene, denunciatemi al sindacato di Jimmy Hoffa di The Irishman, miei mafiosetti e ragazzine smorfiosette. Ho delle belle fossette, dunque più di tanto non mi affosserete.

Peppino Lo Cicero, Peppino De Filippo, Peppino Impastato e Carlo Buccirosso as Totò o’ macellaio. Di mio, preferisco Antonio de Curtis di 47 morto che parlaE ho detto tutto…

Suvvia, guaglioni, non fatemi una Smorfia, neppure napoletana. Non ho bisogno di interpretare i vostri sogni per giocarmeli al Lotto. Voi, dalla nascita, vi siete fottuti il cervello. Quindi, i vostri sogni sono aria fritta come quelli di Iaia Forte nei panni di Madonna. Scusatemi, compari, ma non era Veronica Ciccone la… Madonna?

State messi male. In Italia, pensano che Sergio Castellitto sia un grande attore e che sua moglie, Margaret Mazzantini, sia una grande scrittrice. Sì, la Mazzantini vinse il premio Strega. Siamo sicuri che fosse della letteratura?

Castellitto è un mediocre. Lo apprezzo solamente nel film di Vincenzo Terracciano dal titolo Tris di donne & abiti nuziali.

La sua faccia infatti mi puzza di stronzo. Basti vedere le sue scene vergognose ne La carne con Francesca Dellera e il suo metodo molto sentito con Claudia Gerini in Non ti muovere.

Invero, di notte registravo tutte le puntate di Playboy Late Night Show. Durante la giornata, leggevo più di Dennis Hopper di Una vita al massimo. A eccezione della Notte delle Stelle in cui, possedendo io solo un videoregistratore ai tempi delle VHS, non essendo tale apparecchio dotato della possibilità di registrazione multipla a più canali, per una notte non mi distraevo con Marliece Andrada, futura star di Baywatch, fingendo spudoratamente, anzi, con estrema pulizia e pudicizia da Academy Award, per l’appunto, di essere un topo, no, un tipo che necessitava di starsene buono e zitto, amando donne bastarde eppur di gran classe come Louise Fletcher. Infatti, la parte di Fletcher in C’era una volta in America co’ De Niro fu tagliata…

Devo esservi sincero, Jack Nicholson ha recitato con attrici bravissime. Fra cui Diane Keaton, Meryl Streep, Faye Dunaway e via dicendo. Ed è stato sposato per anni con un’attrice meravigliosa ma, indubbiamente, oggettivamente bruttissima, cioè Anjelica Huston.

Nel tempo libero, fra una lite e l’altra con Morticia Addams, a mo’ di 3 giorni per la verità del suo amico Sean Penn, autore di Lupo solitario, col quale Jack avrebbe recitato pure ne La promessa, pur conservando omertosamente, a mo’ di mafioso bugiardissimo, L’onore dei Prizzi e l’impeccabile reputazione della “famiglia” alla Marlon Brando de Il padrino, non aveva prezzo quando segretamente sfilava le calze col pizzo di Amber Smith. O no?

Come si suol dire, Wolf – La belva è fuori? No, il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Sì, Jack è sempre stato un vizioso e non è affatto vero il detto fariseo… l’ozio è il padre dei vizi.

Di mio, per esempio, ho sempre oziato eppur non soffro de Il vizietto con Ugo Tognazzi. Non sono omofobo, non so neanche se sia io un uomo. A volte, comunque, mangio le uova. Le donne ovulano e i maschi amano spesso le galline spennacchiate. Molti uomini sono dei galli cedroni. Be’, fatemi bere ‘na cedrata.

Per via dei miei innocui vizi pubici, no, pudici, fui accusato di essere uno sfigato come Ugo Fantozzi. Sì, i miei coetanei mi sfottevano a sangue. Si sa, erano e sono immaturi e strafottenti. Loro se ne fottevano…, ancora se ne fottono.

Io accettavo ogni presa per il culo senza battere ciglio? No, senza battere. Sì, molti adolescenti della mia età invece già battevano senza darlo a vedere…. Stavano sempre a cazzeggiare e a limonare in qualche pub(e). No, non erano delle prostitute di bassa lega. Meglio non fare una sega? No, farsene molte… Questi pubescenti venivano… foraggiati dai genitori d’alto bordo che li mantenevano agli studi di ogni lingua, straniera e non, scandinava, spagnola o semplicemente “poliglotta” affinché si sviluppassero… con qualche tamarra già molto “esperta”, sebbene prematura con scapp… mento a destra? No, maturanda presto laureanda bravissima agli orali… Molte di queste donne, ex universitarie da Conoscenza carnale di Mike Nichols, adesso sono diventate Anne Bancroft de Il laureato. Sì, per mantenere la facciata di brave signore moralmente integerrime, sono regolarmente sposate a un uomo laureatosi alla Bocconi, poi nel privato, forse solo nel club privé, amano un Piccolo grande uomo alla Dustin Hoffman da attrici “navigate” come Brenda James, Julia Ann, Brandi Love. Finito ciò, ritornano a fare le donne di casa da maionese Calvé. Attenti, mariuoli, queste vi rigirano come un calzino e vi fanno impazzire.

Sì, queste attrici da me appena menzionate, sono specializzate alla boc… hini ai ragazzini? Forse, diciamo, che non sono Jodie Foster di Sotto accusa e de Il silenzio degli innocenti? Direi di no.

Be’, diciamo che i tempi sono cambiati. Dobbiamo aggiornarci, non essere bigotti. Nel sessantotto, si combatté per la libertà sessuale, poi arrivò il 69, adesso le Anne Bancroft dei “tempi d’oro” sono diventate Jodie Foster di The Dangerous Lives of Altar Boys.

Essendo un po’ in là con gli anni, tifano per Ragazzi fuori, no, per ragazzi puri come Ethan Hawke di Paradiso perduto. Eh già. Che cazzo possono fare, d’altra parte? Come si suol dire, nemmeno Francesco Benigno se l’inc… a. Cioè, sono passate dal bramare John Lennon e Paul McCartney dei Beatles a parteggiare per il protagonista biondino de L’attimo fuggente.

Ah, per forza. Vecchie decrepite come sono, possono solo recitare la parte delle filantrope. Sono passate dal credersi Ava Gardner al ballare nel giardino delle loro great expetactions perdute per colpa della menopausa più cavalcante di un Cowgirl – Il nuovo sesso con l’ex di Hawke? Sì, Uma Thurman ma queste qui non “thurmano”, no, non mi turbano. Onestamente, sono già state fottute da parecchio. Che si fottano. Riguardassero Ethan Hawke in Prima dell’alba e poi, se ancora sentiranno qualcosa, rivedessero il loro Prima del tramonto?

Che volete farmi per queste battone, no, per queste mie battute? Sono nato nel ‘79 e, parafrasando il buon Eastwood con E.G. Marshall in Potere assoluto, sono troppo vecchio per raccontarvi puttanate.

Il nostro mondo ha perso. Meritava di vincere come quando fu candidato Al Pacino agli Oscar per …e giustizia per tutti ma Al fu battuto, ingiustamente, da Dustin Hoffman di Kramer contro Kramer.

Quest’anno, tiferò per Nomadland. Tanto per dimostrarvi che non sono misogino. Sì, ci sono ancora le grandi registe donne dopo Jane Campion.

Ma mi sorge, qui, spontanea ora una domanda. Come ca… è stato possibile che Gran Torino di Eastwood non sia stato candidato a nulla? È semplicemente uno dei tre quattro film per cui valga la pena di vivere. Vedo gente che litiga perché è in disaccordo su un film. Vedo uomini che ammazzano le loro donne solo perché hanno scoperto che esse amano Jodie Foster. Da quando nasci, t’insegnano che sei una brava persona se fai lo schiavo che lavora come un negro e vive di messe e compromessi. Mentendo sempre a sé stesso per avere tanti amici e tante stronze. A un certo punto però, in questo mondo che non crede a nulla ma crede che siano giuste le quarantene dovute al Covid, come dice Eastwood/Walt Kowalski, avete presente che di tanto in tanto si incontra un tizio che è meglio non far incazzare? Beh, quello sono io… Sì, mi spiace che, a fine maggio, Clint Eastwood compirà 91 anni. Non penso che girerà molti altri film. Come dicono a Napoli, cè pecchet’! Cioè, che peccato! I geni non devono morire mai, i geni non devono stare con la gente normale. La gente normale è formata da ladri, da bugiardi, da guappi, da cornuti e traditori, da gente che di mattina mangia un cornetto e poi prega col cornetto affinché tu possa morire d’un male impietoso. È gente che crede a dio, è superstiziosa. Pensate, molti credono pure al diavolo, uno con le corna in testa… Crede davvero che un attore sia meglio di un altro perché a differenza dell’altro ha vinto l’Oscar. Appena alla gente sputi in faccia la verità, ti dicono che sei delirante. Be’, non ho bisogno più dei figli di bottana. Poiché, come sostenne Nietzsche, l’uomo all’apparenza più debole è invece il più forte. Un tempo, inoltre, la Critica cinematografica era formata da uomini in gamba. Adesso, tengono banco Frusciante e victorlaszlo88. Il primo è uno che, nella sua monografia su Carpenter, sostiene che dovremmo lavorare un’ora al giorno, massimo, e goderci la vita. Parla, parla, parla ma sta sempre a fare un cazzo, chiede soldi per “lavorare” a mini-recensioni di 2 min. Il secondo, a furia di vedere film e non farsi una trombata con Valeria Golino, sta diventando Victor Frankenstein.

Come sosteneva Clint, il mondo si divide in due categorie. Quella degli umani e quella dei nani. Voi siete nani. Continuate con l’onanismo. Ciao ciao.

 

locandina 5 numero perfetto servillo

di Stefano Falotico

 

Le coppie mal assortite del Cinema e della vita “re(g)ale”: da Tom Brady & Gisele Bundchen a Gisele con DiCaprio fin ad arrivare a Leo con la Morrone (?!)


08 Feb

tom brady bundchen

Sì, DiCaprio con Camilla Morrone fa veramente schifo. Fa ca… re come quella più marrone. Non si può vedere. A questo punto, il bel Leo poteva pure mettersi assieme alla burina Emma Marrone e avrebbe fatto più porca fig… a. Sì, un fig… ne, sì, figurone.

Sì, a Bologna sono sempre andati di moda, in maniera da pass… na, sì, superlativo di magnifica passer… la, espressioni decisamente volgari da tromboni. A uso e costume, anzi, a malcostume del dottor Balanzone di turno. Uomo fintamente saccente, il Balanzone, specializzato più che in cultura, eh già, in arte culinaria. Buongustaio e ottima forchetta imbattibile, uomo geloso (anche goloso) a morte delle donne altrui, affetto dunque da marcia bile indelebile.

Il vocabolario dell’uomo al prosciutto, mica tanto magro e crudo, di Parma, bensì à la mortadella della città in cui giocò il grande Loris Pradella, ovvero Bologna la grassa, è alquanto limitato. L’uomo felsineo della generazione sessantottina, post scudettata del ‘64, amante del 69 virtuale e poco pratico della rivoluzione sessuale da lui tanto predicata quanto mal razzolata, è perfino smemorato.  Manco ricorda chi fu il mitico Villa. No, non Claudio Villa, bensì il difensore dall’identico cognome dello squadrone non dell’anno dell’ultima vittoria del Bologna Football Club 1909, bensì delle annate in cui molti bolognesi confusero Lorenzo Marronaro con Giancarlo Marocchi. Maronna! Maradona! Madonna dell’Incoroneta!

Ora, il nome Rocco, femminilizzato, diventa Rocchina. Molte donne del sud, emigrate dalla Lucania nel capoluogo emiliano-romagnolo, sì, felsineo, aventi il “ridicolo” nome Rocchina, dai razzisti tifosi rossoblù furono “simpaticamente” apostrofate così:

– Mah, Rocchina, vieni dal Marocco?

leo dicaprio bundchen

Io militai sino ai Pulcini nel Bologna, quindi mi declassai nel Lame Ancora. Ove, prima di fare il militare, no, l’obiettore di coscienza, giocai con Perdisa. Centravanti infallibile quasi uguale a Pascutti. Pascutti, non Pasquale. Anche se, ne L’allenatore nel pallone, Lino Banfi, all’anagrafe Zagaria Pasquale, fu effettivamente scambiato per Pascutti. Perdisa, nella prima partita del torneo annuale, segnò sette reti fenomenali. Ho detto 7, sì. Nelle rimanenti giornate di tutta la competizione agonistica e provinciale, mise a segno zero goal. Ho detto 0.  Veramente un uomo da Internazionale, un fenomeno speciale. Comunque io lo battei e lo batto ancora. Durante quella stagione, pur giocando da mezz’ala destra alla Pier Paolo Pasolini, di reti… ne segnai una quindicina. Oggi come oggi, invece, posso attestare che trascorsi tutte le fasi da “bamboccione” alla Leo DiCaprio. Dopo violentissime delusioni, non solo in campo calcistico, soprattutto amorose, divenni poco amorevole nei confronti del mondo. E mi dilettai, inconsapevolmente, a imitare Leo di Buon compleanno Mr. Grape. Diciamo che, in tale stato da mezza sindrome di Tourette vicina alla schizofrenia ebefrenica da idolo delle smorfie, non emanai molto sex appeal da Johnny Depp dei tempi d’oro quando stava con Winona Ryder. Col tempo, però, migliorai. Uscì Titanic e divenni amante di Kate Winslet di Holy Smoke, conducendo una vita da uomo-donna scambiato/a per analfabeta di The Reader. Incontrai dunque la mia prima ragazza, bionda come Kate di Revolutionary Road. Lei sostenne che ero bello come DiCaprio de Il grande Gatsby ma, nella testa, assomigliavo a Michael Shannon.  Non soltanto a quello dell’appena succitato film di Sam Mendes, bensì appaiabile a livello, ripeto, comportamentale e non fisionomico, allo Shannon di My Son, My Son, What Have Ye Done. Non potevo darle torto. Non comprendeva, infatti, perché avevo tutte le registrazioni delle sfilate di Victoria’s Secret ma, con lei, a parte qualche volta quand’ero in buona, così come dicono a Bologna per esprimere i momenti in cui si ha voglia, diciamo, non è che fossi così voglioso di togliermi la biancheria intima. Per giustificare la pulitissima faccenda, assai pudica e affetta da ritrosia ben poco scostumata, mi giustificai alla bell’è meglio. Dicendole che non potevo cazzeggiare e che dovevo salvare il mondo come Shannon di World Trade Center.

Lei mi prendeva per il culo, gridandomi: – Bona lè!.

E io: – Socmel.

 

Socmel è come… eh, la Madonna di Renato Pozzetto. Anche se, letteralmente, equivale alla stessa cosa che dice Harvey Keitel de Il cattivo tenente alle ragazzine… Comunque, più d’una volta crollai come le Torri Gemelle quando lei, bruciando più di Ground Zero, mi “bombardava” a ciel sereno. Oggi come oggi, la mia attuale lei è più bella di Gisele. Non ho fatto, insomma, la fine di Jonathan Pryce di Brazil e, alle brasilere e ai giocatori di football americano, preferisco ancora Leo DiCaprio di C’era una volta a… Hollywood. Sì, alla pari di Leo/Rick Dalton, mi tornò la memoria. Difatti, ricordai e rammemoro che, ai tempi delle scuole medie, le bambine (a Bologna dette sbarbine) andavano matte per Luke Perry di Beverly Hills 90210. Pace all’anima sua. Anche alla loro. Devo esservi sincero, non ho rimpianti. Potevo diventare geometra, frequentando il Pier Crescenzi Pacinotti. Invece, già all’epoca, amavo di più Al Pacino e la crescenza. Ai ruffiani come Harvey Keitel di Taxi Driver, ho sempre preferito quelle delle Rubbiani. Sì, un po’ ignorantelle e ingenue come Jodie Foster dell’appena menzionatovi capolavoro di Scorsese. Col tempo, nessun problema, state tranquilli, si sarebbero fatte…

Torniamo però a Perdisa. No, parliamo di brisa. Non perdiamoci con le perdenti e/o ripetenti. Sapete che significhi brisa? E bazza? E balotta? E burdigone? E busone?

Sì, la mia lei è più bella di Diane Keaton de Il dormiglione. Ecco, Woody Allen e Diane Keaton furono la coppia più brutta del mondo. Fortunatamente, non sono brutto come Woody. Forse, non ne ho lo stesso cervello. Ma, a proposito di Al Pacino, Diane affermò che con Al non le serviva quello… Comunque, a Tom Brady preferisco Tom Cruise. Se non vi sta bene, riguardatevi Eyes Wide Shut e rendetevi cornuti anche soltanto col retro-pensiero dei vostri deliri. Sì, credo che Instagram possa creare un Doppio sogno alla Schniztzler kubrickiano. Non solo le coppie, infatti, impazziscono per un cuoricino sospetto, ho visto anche una donna bella come Claudia Cardinale dei tempi d’oro, eh sì, sospettare di suo fratello Tiberio Murgia/Ferribotte de I soliti ignoti:

Scusa, ma quello lì, che cosa mi rappresenta?

 

Di mio, sono Falò Le Mokò misto a Dante Alighieri e a Dante Cruciani. Dunque, sono letterato ed ex calciatore di Calcio smidollato. Se ancora mi vorrete rompere la Marrone, no, Morrone, no, i marroni, vi spezzerò la noce del capocollo con tanto di fratturarvi i crociati e i coglioni. Non fatemi la fine di Andrea Roncato/Bergonzoni e di Balanzone. A Pulcinella, invece, preferisco il cinema Arlecchino, situato in via Lame, a due passi da Azzogardino. All’ex numero 9 del Bologna, Alberto Gilardino, preferisco Brighella e Pantalone. Mentre ai lupi, preferisco la festa di Cappuccetto Rosso che si svolge a Brisighella con tanto di vostre macchiette e maschere carnevalesche e carnascialesche da Gianduia, Meneghino e Colombina.

A dire il vero, è tutto vero quel che qui vi scrissi anche se… Per anni, non socializzai nemmeno con me stesso e non mi guardai allo specchio. Fui un fantasma. A volte, non sapevo dove e come toccarmi…

Ne vidi di tocchi…

Ora, Kill Bill non è un capolavoro. Lo trovo troppo frammentario, anche spezzato in due parti troppo scollate. Ma ricordiamo che Tarantino sa bene chi fu ed è Uma Thurman. Diciamo anche che Uma non è che sia purissima.

Perché sono una persona cattiva.

No, tu non sei una persona cattiva. Tu sei… fantastica. Sei la persona che preferisco. Peccato che, di tanto in tanto, sai essere una gran troia.

 

Di mio, fui sempre molto volenteroso. A scuola, mi applicavo.

Appena mi applico, tutto funziona…

Ecco, so per certo che Tarantino è molto bravo a scrivere le sceneggiature.

So che, se m’impegno, lo distruggo senza neanche toccarlo.

Ricordate il mitico Ving Rhames di Pulp Fiction…

Marsellus Wallace: Penso che ti ritroverai, quando tutta questa merdata sarà finita… penso che ti ritroverai ad essere un figlio di puttana sorridente. La faccenda è… che in questo momento hai talento. Ma per quanto sia doloroso, il talento non dura. Il tuo periodo sta per finire. Ora questa è una merdosissima realtà della vita, ma è una realtà della vita davanti alla quale il tuo culo deve essere realista. Vedi, questa attività è stracolma di stronzi poco realisti, che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Hmhm! Se vuoi dire che diventa aceto, è così. Se vuoi dire che migliora con l’età, non è così. E poi… Quanti combattimenti credi di poter ancora affrontare? Hm? Due? Non ci sono combattimenti per i vecchi pugili, eri quasi arrivato ma non ce l’hai mai fatta e, se dovevi farcela, ce l’avresti già fatta. Sei dei miei?

Ora, se vogliamo dire che la mia vita è oramai fatta, è così.

Qualche donna me la sono fatta. Nessuna di queste era rifatta e una fattona. Questo mi fa onore.

Insomma, non incontrai Mia mai, no, mai la moglie di Wallace, cioè Mia.

Se volete dire che io non sia più bravo a scrivere di Tarantino, non è così.

Se volete invece dire che ho avuto meno figa, cioè più sfiga, è così.

Se volete invece dire che la mia lei è più bella di Uma Thurman, è così.

Adesso però state morendo di crepacuore come David Carradine.

E questo è quanto.

gary oldman uma thurman

uma thurman de niro mad dog glory uma thurman datingthurman tarantino

 

di Stefano Falotico

77.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: inaugura Lacci di Luchetti mentre io slaccio ogni lucchetto del passato e voglio ringraziare tutti, anche i cattivi, per il mio miracoloso ringiova(ni)mento


02 Sep

Lacci+Photocall+77th+Venice+Film+Festival+EeNMmso1s2olInnanzitutto lei, anzi, Lei con la maiuscola. Fulgida e soave, superlativa e acuta, lei il mio cuore ausculta e la mia anima ascoltò.

Eh sì. Edizione veramente particolare quella di quest’anno del Festival di Venezia. Pregiata kermesse giunta alla sua settantasettesima edizione.

77, come gli anni da pochissimo compiuti di the greatest actor alive.

Che te lo dico a fare? Al Pacino, incluso Donnie Brasco e la sua magnifica performance doppiata, in tale film di Mike Newell, da uno strepitoso Giancarlo Giannini al suo massimo storico?

No, il suo antagonista, nemico-amico storico di sempre. Ovvero, anzi, ça va sans diremonsieur Bob De Niro. Soprannominato, ai tempi della sua adolescenza schiva e riservata, as Bobby Milk, per via del suo pallore congenito.

Sì, è vero. Gli assomiglio. Peraltro, non poco. Ma non credo, sinceramente, che questa mia rassomiglianza sia derivata dall’essermene identificato tantissimo tempo addietro. Quando, adottando una tecnica d’identificazione-trasfusione attoriale fra lui e me, spettatore nei suoi riguardi adorante oltremodo, in maniera simbiotica sostituii il mio Falotico, dotato inoltre di medesimo suo neo sulla guancia però opposta, al suo volto. Compenetrandomene à la Videodrome cronenberghiana di mimesi talmente assurda da sembrare, a sua volta, un ambiguo, inquietante e al contempo pazzesco, funambolico body horror incredibile ed estremamente affascinante.

E, a proposito di uno dei tanti capolavori inarrivabili di uno dei maggiori, imbattibili cineasti viventi, vale a dire David Cronenberg, da qualche anno a questa parte, sono divenuto amico di Federico Frusciante. Auto-ribattezzatosi l’ultimo dei “videotecari”, stazionante in via Magenta e gestore, proprietario, soprattutto factotum del suo negozio di noleggio di dvd.

Un locale ove, anacronisticamente, ora che impazzano lo streaming, Amazon Prime e Netflix, ancora si possono “affittare” i film, restaurandoci all’antico lindore di una memorabilia cinefila fra l’ante litteram più nostalgico degli anni novanta, epoca in cui spopolarono le VHS, e la Naïve art di pellicole soltanto “arty”, cioè pellicole che, nelle intenzioni, vorrebbero essere assoluta arte memorabile e invece sono ed eternamente rimarranno pacchianate kitsch delle più scontate e programmaticamente studiate per un pubblico idiota di radicalchic finto-sofisticati, cioè una congrega di esaltati intrinsecamente ignoranti, e… dicevo, scusatemi, per l’ennesima volta mi sono perso. Dicevo, datemi un attimo di tregua e di Respiro (che fine ha fatto, Emanuele Crialese?), devo compiere mente locale, ecco, ci sono. Pardon!

Locale, quello del Fruscio, ove si passa dalle ultime mega-cagate con Nic Cage, attore da Fede detestato, alle più bieche furbate, dicasi altresì gigantesche porcate in formato colossal soprattutto della scemenza più abissale, firmate da Michael Bay, dai film muti a quelli più sregolati, folli e geniali di Takeshi Kitano. Regista dal Fruscio giustamente venerato, forse solo un tantino da lui magnificato.

Io vidi Beat Takeshi dal vivo. Come no?

Ah, ne passai tante e vidi tantissimi attori e registi. Pure lo stesso Nicolas Cage durante la prima de Il cattivo tenente di Werner Herzog.

Dopo aver fotografato Nic, mi recai a un chiosco. E, dinanzi a me, in camuffa, scorsi Vincent Gallo.

In questi anni, credo di aver affrontato qualcosa che un comune mortale non dovrebbe mai fronteggiare e contro cui nessun uomo dovrebbe giammai battagliare.

Dovetti scagionarmi da accuse infondate sulla mia persona, sconfiggendo ogni ordine psichiatrico e dimostrando di essere più intuitivo di Rust Cohle di True Detective per non venire cannibalizzato da carnali persone ingorde della mia anima.

Sì, sono Hannibal Lecter. Non lo sapevate? Con l’unica differenza che furono gli altri a volermi mangiare vivo mentre io continuo a pensare che, se Jodie Foster soltanto mi avvistasse davanti a lei in un pub, dopo tre secondi netti non sarebbe più lesbica.

Sì, Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti fu un uomo invero originariamente, innatamente e dannatamente innocente, scarnificato da maniaci sessuali. Al che, spolpato a sangue nel suo pudore stuprato, da pecora da poesie di Umberto Saba, si trasformò in un lupo cattivo, desiderando di amare le donne in modo saffico.

Di mio, malgrado ogni violenza psicologica subita, ripeto, divento sempre più buono, soprattutto bono forte.

Tant’è che la mia attuale lei è sull’orlo della pazzia, in quanto del sottoscritto gelosa a morte.

L’altra sera addirittura mi disse:

– Stefano, per non soffrire pene… d’amore, mi sa che dovrò cambiare sesso.

 

Lei, inoltre, crede fermamente che io piaccia molto anche ai gay. Una bella situazione del cazzo, non c’è che dire. Ah ah.

A parte gli scherzi, il Festival è stato inaugurato da Lacci di Daniele Luchetti, grande amico di Nanni Moretti.

Mentre io, grazie alla mia personale psicanalisi, assai più valida di ogni teoria freudiana ed elucubrazione lombrosiana sulle principali istanze della personalità, tematica al centro di Tre piani, abito al quarto piano e, ultimamente, io e la mia lei, quando ci amiamo e ci denudiamo, non è che, a dirla tutta, ci andiamo pianissimo.

Diciamo che io spingo abbastanza anche se, finito che abbiamo io e lei di amoreggiare in modo selvaggio, lei sostiene che Al Pacino sia sempre stato più bravo di De Niro.

E io, a mo’ di Moretti di Aprile, le rispondo:

– Sì, ed è sempre più basso.

 

No, non sono ancora a Venezia. Me ne recherò il 5 da accreditato stampa. Non posso permettermi tutto il Festival. Gli alberghi non poco costano.

Davvero pensavate che fossi figlio de Il caimano?

Sono un pasticcere trozkista e, a mio avviso, Silvio Orlando è un grandissimo.

Vi ricordate la sua battuta in Ex?

– E con questo stai? È pure brutto!

– Ha parlato Brad Pitt!

 

Io mi differenzio da Silvio per due motivi. I seguenti:

Brad Pitt non ha mai scritto un libro, recita peggio di me e, al Festival, vi va da piacione.

C’è una grandissima, immane differenza fra un sex symbol e un Falotico.

Io, se fossi in voi, sceglierei il Falò.

Se dite che non è così, beccatevi questo mio video e ci vediamo alla prossima.

Sì, non sarò mai Brad Pitt e C’era una volta a… Hollywood non è un granché.

Ma io batto Leo DiCaprio di Titanic soltanto di mia Voglia di ricominciare.

Comunque, fidatevi, This Boy’s Life è un film mediocre.

È meglio il film che sto concependo in tale mio momento esistenziale. Intitolato provvisoriamente Voglia di fottere…

Ve ne do un’anticipazione. Sarà la storia di vari uomini invidiosi del Falotico. I quali, malgrado molti universitari titoli, non sono accreditati stampa, non hanno nessun libro all’attivo, non sono combattivi ma hanno crescentemente i fegati distrutti.

Al che, in preda alla follia più totale, perseguitano il Falotico nel tentativo patetico di volerlo destrutturare e abbattere.

Peccato che io ami anche Ronin.

E, con morbida nonchalance, passeggio vellutatamente, leccando un gelato e non solo…

Non so cosa farò del mio Falò in questa vita ove ce n’è sempre una…

Intanto, faccio cose, vedo gente.

Sono un Ecce Bombo, un Bombolo, un uomo che ama un bombolone alla crema ma anche una donna più dolce delle facce da cioccolato scaduto di molti di voi.

Sì, ho capito una cosa importante in questa mia stranissima vita.

Io devo aiutare gli altri quando vanno giù e loro parimenti devono aiutare me.

Solo attraverso ciò si è veri amici. Così come insegnano Nanni Moretti e Daniele Luchetti.

Altrimenti, se continuerete a essere egoisti e narcisisti, stronzi e qualunquisti, canterete solamente La Mer.

Non sarete artisti di niente, sarete solo delle mer… e.

E mi spiace davvero deludere tante persone.

Avevo ragione io.

Sono un poeta, un romantico. A dirla tutta, non vi vedo neanche. E mi pare giusto che i dementi abbia io sputtanato.

DiCaprio è vincibile da me e l’isola di Capraia è fighissima…

Abbiamo pure visto, in questi giorni, il poster ufficiale di Diabolik.

Hype alle stelle! Ma mi faccia(no) il piacere. Ci mancavano solo i Manetti Bros. Con quel trimone di Luca Marinelli, con la regina delle sciacquette, ex Miss Italia dei suoi stivali e dell’italiano medio da stivalone italicus, ovvero Miriam Leone, cioè per dirla alla Carlo Verdone, un puttanone. E, a proposito di “top” delle tope da Bianco, rosso e verdone, abbiamo pure Claudia Gerini.

Ah, questi mi fanno girare i co… i, odio questi “girini” da girotondini raccomandatissimi. Di mio, mangio un grissino e sono versatile come il principe Antonio di Totò Diabolicus.

diabolik poster diabolicus totò

 

di Stefano Falotico

15 Giugno 2020: riaprono i cinema, esce il mio nuovo libro intitolato Speculare ipnosi, si riapre la vita all’amore di gran voce da maestoso furore


15 Jun

minnelli new yorkking kong bridges lange

Martin Scorsese disse a proposito dei film. Così tanto bistrattati dagli uomini in doppiopetto oramai spentisi nei sogni, dagli umori annuvolatisi e non più, nei loro animi, calorosi di vita armonicamente romantica:

They take us to other places, they open doors and minds. Movies are the memories of our life time, we need to keep them alive. Movies touch our hearts and awaken our vision, and change the way we see things

Non conoscete l’inglese? Devo tradurvi questo pezzo per voi. Forza, datevi una mossa. Usate Google Traduttore. Ah, manco questo sapete usare. Allora, lo traduco io per voi. Il grande Lebowski, in confronto a voi, esseri impigritisi nelle stronzate e nella noia più apatica, è John Rambo. Lo sapete almeno questo?

Orbene!

Essi ci conducono in altri posti (o luoghi), aprono le porte e le menti. I film sono le memorie della nostra vita, noi dobbiamo prodigarci al fine che sopravvivano. I film toccano i nostri cuori e risvegliano la nostra visione. E cambiano il modo in cui vediamo le cose…

 

Ebbene, amici, eccoci giunti a inizio settimana ed è partita la fase 3 della quarantena oramai quasi completamente superata.

Ci angosciammo e, sepolti vivi, tememmo per le nostre vite che rischiarono per sempre d’annerirsi e infrangersi, nelle tenebre eternamente schiantandosi.

Be’, debbo ammettere che per il sottoscritto fu un fine settimana assai bollente. Poiché, ancora una volta, incontrai la mia lei. E, al calar della sera, io e lei ovviamente c’amammo infinitamente, abbattendo tante streghe nere che forse non vedono di buon occhio questo nostro amore lindissimo e incorrotto.

Ah, ci facessero pure tutti i malocchi che vogliono. Non potranno mai accecare il nostro amore, spargendoci addosso fatture e cinismo senza un briciolo di cuore.

Cosicché, inviai anche i file, già pronti per la pubblicazione in ogni formato possibile e immaginabile, del mio nuovo libro.

Già acquisatbile in Kindle-Amazon e in eBook. https://www.youcanprint.it/fiction-erotico/speculare-ipnosi-9788831680578.html

Vi piace di più Scorsese? Nessun problema: https://www.ibs.it/martin-scorsese-strada-dei-sogni-libro-stefano-falotico/e/9788891130976

Ma vi consiglio altresì vivamente questo Speculare ipnosi. Che sarà presto in cartaceo. Costruito ingegnosamente attorno e dentro la bellezza mastodontica di una donna stupenda.

Oserei dire la donna più bella del mondo. Che naturalmente sta con me.

Un libro intarsiato in reciproche, intime confidenze assai amabili, eh sì, vicendevolmente svelateci in questi mesi di corteggiamento tanto sfiancante quanto stupefacente.

Gelosie a non finire si susseguirono interminabilmente e io dimagrii almeno venti chili.

Con Instagram e quant’altro a mettersi di mezzo di sospetti infondati ma finalmente il nostro romanzo è pronto e immantinente sarà disponibile anche in audiolibro suadente.

Anticipazione di mia recitazione splendente!

Sì, qui lo potete “vedere”, già ascoltandolo. Respirandolo nell’auscultare le nostre emozioni compenetrate, selvagge e rinomate.

Un libro eroico-erotico alla Falotico, certamente, ma finemente assai elegante e strepitosamente conturbante!

Siete gelosi? Noi siamo di noi stessi soltanto golosi, oh, haters pusillanimi e invidiosi.

Ora, stamattina ordinai la ristampa anche del mio La leggenda di King Kong. M’accorsi, tardivamente, di un errore piuttosto lampante situato esattamente all’inizio di tale mio romanzo rinomato. Quando affermai che il libro suddetto è una reinterpretazione letteraria del capolavoro cinematografico del ‘33.

Ah, per quale motivo scrissi erroneamente… del 1993? Ah, correggiamo subito il Kindle, l’ePub e rimandiamo il testo di errata corrige dopo il lapsus freudiano del cazzo.

Ah, qui si vocifera, si spettegola, la gente si dà un gran da fare a sputtanare il prossimo, raccontando falsità.

Di mio, passeggio con aria indisturbata e savoirfaire da Bob De Niro di Taxi Driver misto al DiCaprio di Marvin’s Room.

Anche se, a essere sinceri, attualmente assomiglio al Bob di New York, New York e al Leo di Titanic.

Bob rimane il mio attore preferito ma anche Ryan Gosling non scherza.

Cari tromboni, dovreste finirla di volermi trombare.

La trombetta si mette in bocca così come sostenne il principe Antonio in Totò a colori.

Dai, Martin! Giriamo questo Killers of the Flower Moon? O no?

 

di Stefano Falotico

Le mie prigioni alla Silvio Pellico, ora sono io che mi sbellico, l’orco avrà bisogno della penicillina contro il mio Pollicino? Tanti saluti ai piccini e ai picciotti


28 Jan

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Parte prima: siamo dentro Richard Jewell, smascheramento di ogni criminale ridente, irredento ma presto punito

Indubbiamente, siamo di fronte a una tragedia di proporzioni eclatanti, sconvolgenti, dinanzi a uno scandalo giudiziario da far impallidire i maggiori esperti di criminologia e tutti i premi Pulitzer che portarono alla luce gli eventi più agghiaccianti, assurdi, macabri e sensazionalmente, per l’appunto, mostruosi.

Ora, senza essere troppo fantasiosi o perderci in chiacchiere e panegirici, comprate il mio libro Dopo la morte e sarete, nei minimi dettagli, attraverso il suo intarsio raffinato sciolto in prosa tagliente, finissima e sincera, morbida e cattivamente scagliata contro tutte le persone morbose, aggiornati in merito ai fatti atrocemente devastanti che non so se coinvolsero la mia vita poiché in questo libro non faccio nomi e cognomi ma vi vado giù pesante e impietosamente spingo, ribadisco, con furente forza sprigionatasi in maniera portentosa. Sfoderando tutta la mia grintosa maestria lessicale e sviscerando una torbida faccenda merdosa, una macchinazione peggiore di quella inflitta a Pasolini, un complotto mascherato (s)coperto da bugie bianche, da indagini ridicole, da compressivi, terroristici accertamenti psichiatrici assolutamente superflui, deleteri, solamente appesantenti una purezza forse (e)stinta per via dell’abominevole follia di rigidi codici fascisti istituzionali e biecamente, ingannevolmente dichiaratisi sani, santi, anzi stupidamente smanianti verso idiozie per nulla sananti sottese a (in)castrare un’indole che, in modo sacrosanto, non doveva essere lesa nella sua immaginifica spensieratezza e nel suo, vivaddio, libero arbitrio giammai infranto. Oh, miei infanti, oh, miei furfanti e impostori, la faceste grossa apposta e presto per voi arriverà, non so recapitata nella buchetta della posta, una bella supposta con tanto di richiesta di risarcimento e annesse imposte.

Un j’accuse tremendo, giusto. Inappellabilmente basato su fatti e accadimenti che non saprete mai se siano veramente esistiti, esistenti o ancora in balia di pendenze, procedimenti o altre porcate immondamente putrefacenti l’animo di un poeta che non volle, non vuole né vorrà adattarsi alla comune libagione di poveri dementi ch’è meglio che non aprano più bocca o continuino a recitare la parte degli allocchi.  Ogni lettore ne ricavi la corretta interpretazione, ogni colpevole si guardi in faccia e si costituisca senza rigirare le frittate a piacimento. Detto ciò, partendo da quest’assunto, ripeto, assai assurdo, incredibile nel suo riverberarsi e protrarsi, reiterarsi e puzzare più di fetenti carogne terrificanti, atterrenti ogni buon senso e trasgreditori di qualsivoglia morale dotata di senno, ora, di punto in bianco, parimenti al raptus di follia che indusse qualcuno a voler compiere uno scellerato Delitto perfetto, cioè desiderare in cuor suo di ammazzare una persona ma, essendo costui consapevole, pur non avendo coscienza, che se questa persona lui avesse ucciso fisicamente, sarebbe stato internato o, a vita, arrestato d’ergastolo insindacabile, arbitrariamente decise d’effettuare un crimine di matrice psicologica-sessuale. Adottando una strategia subdola di subliminali provocazioni bestiali, celate dietro profili anonimi da vigliacco, al fine di far crollare questa persona e ingiustamente di malattia mentale accusarla. Cioè, un crimine ribaltato per la bella faccia da maiale di costui. Come potete constatare, non mi piego dinanzi alle intimidazioni, ai ricatti e alle reprimende, alle falsissime ammende e alle bugiarde incriminazioni che, in verità, non mi fanno nulla ma soprattutto non significano niente. Ah, certa gente è peggiore dei mafiosi. Prima trucidano uno e poi vanno pure a confessarsi alla domenica con tanto di acqua benedetta. Pulendo le loro lacrime da coccodrillo se appurano pure che quella persona, da loro presa di mira indiscriminatamente in giro, è morta, anzi peggio inaspettatamente rinata, con una veloce, detergente salvietta.

Persone che forse votano Salvini o, peggio, si spacciano per buoni cristiani di Sinistra quando, invero, sarebbero da ficcare in un centro di cura riabilitativa affinché si acclari che i loro squilibrati cervelli siano stati smacchiati, puliti e asciugati da ogni neurone fuori di testa.

Dio cacciò Lucifero dal Paradiso e da allora fu una battaglia senza fine.

E, quando sarà finalmente finita la mostruosità, forse sarà davvero finita un’altra vita. Poiché il cosiddetto buono altri non è che Satana e ora ha capito che io sono più cattivo di lui.

E non la do vinta ai pazzi e ai criminali che affibbiano all’altro la patente di nano, di pervertito onanista, di fancazzista ed emarginato ballista.

Vi basta prendere le loro vite, insulse, carnascialesche e confrontarle con la mia anima esposta in un catalogo di libri da mettere al tappeto qualsiasi Edgar Allan Poe del cazzo.

Edgar scrisse I racconti del terrore, io scriverò forse I racconti del terrone. La storia di come il razzismo nordista non accetta gli artisti perché, si sa, devono farsi il culo e soffrire in una vita pusillanime e mediocre, sennò vengono tacciati di schizofrenia e altre stupidaggini partorite dall’imbecillità incurabile dei dementi insanabili.

No, dinanzi agli ebeti non mi arrendo. E ancora mi appello a una san(t)a giustizia che faccia pulizia di certa ignobile sporcizia.

Parte seconda: per sapere se puoi entrare in contatto con un uomo e una donna sani, fate loro queste domande

Allora, voi credete all’amicizia fra uomini e donne? Esiste, soltanto che poi uno non resiste e, se non ha un cazzo di meglio da fare, avviene il tradimento. Ah ah.

Ora, se credere che possiate essere amici di una donna che v’affascina, andate da lei e salutatela calorosamente con un:

– Ciao, grande figa. Vuoi diventare mia amica?

 

Ora, se vi blocca subito, significa che sinceramente siete dei cessi e pure senza una lira. Poiché non v’avrebbe mai bloccato se foste stati Lapo Elkann. Il quale è brutto come il debito ma ha i soldi per comprare a tutte le donne del mondo cinquemila ville ove si drogheranno tutti assieme appassionatamente Dunque di costei, sia come donna che come eventuale amica, non sappiamo che farcene.

Sì, vorrei essere chiaro su questo punto, non solo g come G di gonna. Il novanta per cento degli uomini sono dei pervertiti come Harvey Weinstein. Solamente che, non essendo produttori di Hollywood, non posseggono il potere fascinatorio di corrompere nessuna. Al massimo, è la loro moglie che rompe le balle a costoro se li scopre che comprarono la crema vaginale messa in vendita dall’interprete di Shakespeare in Love, ovvero Gwyneth Paltrow. Una che, in effetti, non fu mai stu(p)rata da Weinstein ma disse al suo ex compagno di allora, Brad Pitt, di picchiare Harvey se si fosse azzardato a non corrompere i membri degli Academy Awards per darle l’Oscar. Ah ah!

Quest’anno, Brad vincerà l’Oscar per C’era una volta a… Hollywood. Interpretò Bastardi senza gloria, prodotto da Weinstein, ma non vinse un cazzo. Mentre, C’era una volta a Hollywood non è, per ovvie ragioni, finanziato da Weinstein anche se inizialmente doveva essere così, ma è la storia di una donna stuprata e poi uccisa, bionda come la Paltrow, cioè Margot Robbie/Sharon Tate, che deve averla data a qualche produttore più scemo di Charles Manson per trovarsi in un film di Tarantino.

Ah ah. Ce la vogliamo dire? Quand’è che riprenderanno la serie Baywatch? Margot Robbie è un’attrice da du’ soldi, una bagnina tutta rifatta e strafatta. Non sperate che possa esservi amica poiché, se doveste incontrarla in vacanza a Venezia e, senza sprezzo del pericolo, le direte che è una bella figa, col conto in banca che ha, vi farà causa e finirete inchiappettati più di quei tre cazzoni uccisi da Pitt e DiCaprio nel finale della troiata del film di Tarantino. Come no? Se vi dico che è così, cazzo, è così.

Mah, di mio, adesso devo grattarmi le palle. Poi uscirò. Lungo la strada, vedrò tanti uomini belli come DiCaprio che, purtroppo, non ebbero e giammai avranno l’occasione d’interpretare Titanic e dunque presto finiranno affogati.

Sì, sono come un iceberg. Dico a tutti, compreso me stesso, le verità raggelanti del mondo. Voi, donne, continuate a leccare un gelato e a sposare una testa di cono. Ne riparliamo quando, dopo che lui vi avrà offerto e spalmato lo yogurt, dopo tanto (o)zio vi chiederà il divorzio e finirete a lavorare in una cremeria, mangiandovi le dita sporche di cioccolato. Uhm, quel colore è marrone come qualcos’altro. Siamo sicuri che sia cioccolato? Ah, capisco, è un marron glacé. Insomma, andate tutti a cagher’!

Di mio, indosso un maglioncino e non voglio essere un piccino. Do da mangiare ai piccioni poiché, ricordate, meglio prendere due piccioni con una fava e non credere alle favole di questa società di uccelli e passere, apparentemente perfetti, che in realtà fanno vomitare chiunque, vivaddio, ancora possegga un ottimo cervello.

Parte terza: finale esplosivo!

Qualche mese fa, anzi, per l’esattezza la scorsa estate, forse a causa del clima caldo di quel periodo, entrai in ascensore con l’anziana condomina del terzo piano che mi disse:

– Stefano, voglio dirtela tutta.

– Ah, ha detto esattamente voglio dirtela? Dirtela con la i?

– Sì, perché?

– No, così, non si sa mai. Mi dica.

– Mia figlia, l’altro pomeriggio, è tornata a trovarmi. Da tempo non ti vedeva. Come sai, da anni abita col marito lontana da me. Ecco, mi ha guardato, pronunciando le testuali parole… sai che è diventato un bellissimo ragazzo? Stava parlando di te.

– Capisco. Quindi sua figlia volle tradire suo marito e, in quel preciso istante in cui mi vide, sognò di succhiarmi l’uccello.

– Ma che dici? Che schifo!

– Ho detto la verità, signora. Ha mai conosciuto una donna che dica… ah, è un bel ragazzo e, nel frattempo, non immagini di leccarglielo tutto con tanto di avvilupparselo al galoppo e bacio alla scaloppina su molte pomiciatine e sfilatino nella ficcatona?

– In effetti, no.

– Insomma, dica a sua figlia che devo pensarci su. Ma non è che lei pensa di me la stessa cosa di sua figlia?

– Ma figurati, sei così giovane.

– Appunto.

 

Ah ah. Eh sì, mentre molti di voi diventano pasciuti e viscidi, lerci, grassi, unti e bisonti, il Falò ringiovanisce a vista d’occhio e, lupescamente, ammicca con tanto di ciuffo su faccia da culo che sa il fallo, no, suo fatto. Se siete invidiosi, fatevi una sega o una scema, forse pure la scimmia de I delitti della Rue Morgue ma vivrete di complessi di colpa da Il gatto nero.

Ora, devo dormire. Dalla nascita, sono troppo sveglio e preferii chiudere un occhio a chi mi fece i malocchi. Forse lui fu un finocchio, forse io sono Pinocchio.

Fatto sta che ogni misfatto viene prima o poi a galla, miei galli.

Sono Asterix. Ora inserisco pure un asterisco in mezzo alle tue gambe perché fai lo stronzo che se la tira da uomo brillante.
Insomma, che cazzo campo a fare in questa società inculante?

Parte quarta: no, non era finita, ho deciso di infilzarle ancora, no, iniziando da dove ero finito, no, avevo finito, cioè da tre donne e mezza più una semi-lingua, tre quarti di seno e trenta cm di coscia, insomma Boxing Helena

Sì, di me si può dire che, in effetti, coiti alla mano, no, conti alla mano, in passato sia stato un grande borseggiatore delle donne anziane. Cioè me stesso. Sì, invecchiai prima del tempo e vissi una vita da pensionata/o. Poi, in tv passò Sherilyn Fenn in Twin Peaks e cazzeggiai di fantasie erotiche ritrovate. Anche Laura Palmer fu ritrovata nella terza stagione di tale capolavoro lynchiano ma era diventata una cinquantenne frustrata e forse, dico per lei, era meglio se fosse morta davvero.

Sì, le cinquantenni, chiariamoci, che cazzo vivono a fare? Per andare a Teatro a vedere donne ancora peggiori e più acide di loro che inscenano patetismi esistenziali a base di urla e monologhi vaginali con al loro fianco, spesso, un uomo fesso e marpione cha fa la figura del borghese coglione?

Sì, vite in auto-ritratto di donne che non sono semmai delle zoccole ma a cui preferirò il peto, no, il pelo delle ratte, no, di più giovanili gatte.

Ecco, nel 2003, scopai una. Ero vergine ma, dopo 15 secondi dalla penetrazione, lei si dimenò e mi graffiò manco fosse una pantera poiché, dopo l’orgasmo e il lungo… amplesso scalmanato, mi disse che, sì, prima di me aveva fatto sesso con altri ma nessuno aveva fatto sesso con lei come io lo feci con lei.

– Siamo sicuri che tu fossi vergine? Non sembrava.

– Ti ho detto. Prima di stasera, avrò visto almeno diecimila porno. Qualcosa ho imparato.

 

Poi, dopo questa arrivò un’altra.

Quindi, che mi crediate o no, forse in mezzo a queste due o in mezzo a qualcos’altro, incontrai una a Roma e le leccai solo il capezzolo del seno destro prima che lei, titubante, mi urlò con far sinistro:

– Non facciamo cazzate, domani devo alzarmi presto e ora è tardi!

– Ti vorrei ricordare che, domattina, io tornerò a Bologna e prenderò il primo treno. Non so quando tornerò a Roma.

– Quando potrai, faremo.

 

Io da quella sera la dimenticai. Lei no. Il giorno dopo mi scrisse su hotmail ma proprio quel giorno cambiai indirizzo elettronico e cestinai quello precedente.

Ecco, per dire che comunque non è che si fosse persa molto. Soprattutto io, ringrazio iddio, che quella sera m’abbia inculato anche se non era lei un gay.

Poi, arrivarono altri baci, bacetti e La porti un bacione a Firenze. Quindi, ricoveri psichiatrici, sedazioni al limite della castrazione, poche eiaculazioni ma solo, in ospedale, il caffelatte a colazione. Ecco adesso è risolto l’arcano. Dopo tremila anni di indagini a rompermi il cazzo, tutti gli esperti furono concordi nell’affermare che non soffro né di schizofrenia né di sociali fobie, né d’impotenza né di timidezza, né di scemenza né di mancanza di volontà. Insomma, non ho propri più voglia. Non solo di quella. Anche perché, a essere sinceri, le preferii sempre Elephant Man e credo che Una storia vera sia uno dei più bei film della storia.

– No, non ho capito quello che hai detto. Vorresti dire che ti senti come Harry Dean Stanton del film di Lynch appena menzionato?

– No, come Richard Farnsworth.

In verità, sbagliarono la diagnosi.

– Quando? Nel 2008?

– No, quindici anni prima.

– Cioè ti avevano scambiato per Sissy Spacek di Una storia vera. E quando ti ribellasti ti fecero passare per pazzo come quell’indemoniata della stessa Spacek in Carrie.

– Bravo, vedo che hai capito in fretta. La gente invece ancora non c’arriva.

– Visto che tu sai tutto di Cinema, toglimi una curiosità. Boxing Helena è della figlia di David Lynch?

– Sì, esattamente.

– E Nicolette Scorsese, la figona che si vede nel film, è imparentata con Martin?

– No, nessun grado, neppure lontano di parentela. Però Isabella Rossellini sposò prima Scorsese e poi Lynch.

– Quindi, Jennifer Lynch di chi è figlia? Della Rossellini?

– No.

– Oddio che casino. Un cazzo di qua, una figa di là, veramente la tua vita ma anche quella di tutti è una Mulholland Dr.

Cioè per farla breve, mi scambiarono per un mostro come Hannibal Lecter, sfruttato solamente per le sue capacità intellettive superiori alla media, e mi trattarono da cieco storpio come Dente di fata.
E se invece non fossi manco Clarice Starling ma Will Graham?
Come la vedete?

Eh già, a questo punto della storia, la vedo molto dura per voi battere e controbattere uno così. Che fate? Mi mandate altre missive minacciose e le consegniamo, come le altre, al mio avvocato?
Come direbbe proprio Lecter, dai su, eravate andati così bene. E poi quella battuta di cattivo gusto. Eh già, è stata quella a inchiodarvi, finalmente.

Toc toc, toc toc.sherilyn fenn boxing helena

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie 'Red Dragon.' Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press. (©) Copyright 2002 by Universal Studios

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie ‘Red Dragon.’
Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press.
(©) Copyright 2002 by Universal Studios

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

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di Stefano Falotico84209059_10215566266772632_5084184274127552512_o83295157_10215566267932661_3904010798300659712_o

JOKER sbaraglia tutti alle nomination(s) Oscar ma Murray Franklin è ora arrabbiato


13 Jan

joker

 

Sì, De Niro è stato escluso sia per Joker che per The Irishman, i film più nominati per la nuova edizione degli Oscar.

Comunque, è stato candidato come produttore… ah, bella presa per il culo. Leonardo DiCaprio di Titanic manco per quello fu…

Fatto sta che è stata un’ottima annata per Bob. A giorni, vedremo il trailer italiano di Nonno, questa volta è guerra!

Le sue fortissime dichiarazioni contro Trump devono aver pregiudicato la sua mancata nomination?

No, sennò pure Joker, film anti-trumpiano per eccellenza, sarebbe rimasto fuori.

Pioggia di candidature anche per la stronzata di Tarantino. Sono felice per Anthony Hopkins ma vincerà Brad Pitt. Insomma, stanotte ho una stella da spolverare meglio di voi, brutte statuine. Da cui il detto, dalle stelle alle stalle e dunque allo stallone, poi di nuovo coglione con faccia da bambagione su barbetta incolta da volpone, cari papponi. Poiché il Falò ringiovanisce come Benjamin Button e ha il suo perché come “controfigura” del cazzo nei riguardi di tutti i suoi ignobili assalitori.

E, con fascino poliedrico da Colin Farrell di Miami Vice della periferia bolognese, il Falò ammicca e ammalia con sopracciglia che sanno ballare il ritmo romantico del dolce (t)rombarvi. Il Falò, uomo fumettistico, imparagonabile a ogni supereroe in quanto i supereroi sono finti e lui invece è vero, in carne e ossa. Donne, toccate per credere. Uomini miscredenti, eh sì, il Falò spinge. A volte è incurabile, talvolta inculabile, altre volte se ne fotte. Tornando a Bob De Niro. La sua ultima nomination, prima di morire, come Best Actor, rimarrà forse quella per Cape Fear. Presto, girerà un altro film di Scorsese con DiCaprio, ovvero Killers of the Flower Moon. Ma avrà un ruolo da co-protagonista. Pensiamo, per esempio, a C’era una volta in America. Per colpa di quel testa di cazzo del produttore Arnon Milchian (che comunque poi si rifece con Heat, capolavoro senz’alcuna candidatura, bello schifo…), il quale ebbe la folle pensata di tagliarlo per la versione americana, l’opera magna di Leone fu totalmente snobbata. Io avrei candidato De Niro agli Oscar come non protagonista per Mean StreetsAngel Heart e The Untouchables. In questo caso, fu Sean Connery a cuccarsi la statuetta. Altro scandalo! Sean Connery, un solo Oscar come non protagonista! E nessun’altra candidatura?! Manco di striscio mai lo cagarono.

Sto scherzando? No, andate a controllare. Avrei inoltre candidato De Niro per Mission, per Casinò, per Re per una notte. E torniamo dunque a Joker. Sì, gli Oscar, per lo stesso discorso appena fattovi in merito alle assurde esclusioni di De Niro, non dicono, alla fin fine, nulla. Rimane però il fatto che molta gente parla di Cinema senza saperne una beneamata minchia. Dissero, per esempio, che Joker ha una brutta colonna sonora, una fotografia di merda e un montaggio orribile. Abbiamo visto… I soliti snob diranno che Joker ha ottenuto così tante candidature perché gli Oscar sono commerciali. È soltanto parzialmente vero. Avengers: Endgame? Una sola nomination… ah ah.

Stimo tantissimo Todd Phillips, infine. La sua dichiarazione in merito alla mental illness fu di un coraggio assoluto. Disse che, se una persona soffre di una malattia fisica, la gente capisce. Se invece una persona soffre di un disturbo di natura psichica, la gente, oltre a emarginarla, la ricatta pure.

Finché non arriva qualcosa d’inaspettato che lascia tutti tramortiti, di una potenza immane come la prova di Phoenix. Joker, capolavoro! Joker non è Cinema puerile, non è un film per ragazzini, è semplicemente tutto ciò che andava detto, filmato, sbattuto in faccia. Contro l’ipocrisia, contro una società di rimbambiti, di giovani già vecchi, bulli e fascisti. Il Principe della notte balla al plenilunio, morbidamente avvolto dal suo magnetismo poiché non è più ora per fare i simpatici e raccontarsi barzellette.

di Stefano Falotico

Robert De Niro oramai fuori dai giochi dell’Oscar, una sconcertante, clamorosa esclusione e i miei registi e attori del futuro. Ma quale futuro? Ah ah


12 Dec

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Sono davvero Russell Bufalino, no, imbufalito. Oltremodo incazzato come un Al Pacino estremamente sopra le righe e furentemente infervorato. Ho un diavolo per capello. De Niro, come sap(r)ete, è stato escluso dalle candidature dei Golden Globes e soprattutto degli Screen Actors Guild Awards. Salvo per un miracolo, no, salvo un miracolo, ah ah, non lo vedremo nella cinquina dei nominati agli Oscar come miglior attore.

Trovo che ciò sia riprovevole, imbarazzante, oserei dire perfino allucinante.

Ma come? L’attore protagonista della pellicola, assieme a Parasite, meglio recensita dell’anno, del film che con molta probabilità vincerà i premi maggiori, non sarà candidato?

Ma è uno scandalo! Chi è stato l’artefice di tale complotto? Forse Tommy Lee Jones di JFK. Forse Fidel Castro, da lassù, con la sua “baia dei porci”.

De Niro che, prima di Kevin Costner, fu opzionato da Oliver Stone per essere il protagonista del film appena sopra menzionatovi.

E che avrebbe dovuto persino, tanti anni fa, interpretare una commedia con lui nei panni di Fidel che espatriava nientepopodimeno che nei suoi odiati, da sempre combattuti Stati Uniti per guardare una partita di baseball. Sì, non vi dico balle. Non mi ricordo come avrebbe dovuto intitolarsi questo progetto ma De Niro, a metà anni novanta, voleva portare sullo schermo questa bislacca storia.

De Niro che infilò poi Castro nella sua seconda regia, il sottovalutato The Good Shepherd.

Sono pochissimi gli attori che, venendo esclusi dalle nomination agli Screen, hanno poi ottenuto ugualmente la candidatura agli Academy Awards.

Mi viene in mente, per esempio, Edward Norton di American History X. Che, nel rush finale, surclassò Joseph Fiennes di Shakespeare in Love.

Ed fu però candidato ai Golden…

Leonardo DiCaprio, nominato agli Screen per il film di Tarantino, consegnerà il premio alla carriera degli Screen stessi a De Niro in persona.

Ah, capisco.

Ma DiCaprio non fu candidato per il film che, assieme a Ben-Hur, è il più oscarizzato della storia, vale a dire Titanic. Che bella inculata.

Questi Oscar fanno acqua da tutte le parti più del transatlantico omonimo al titolo del film di Cameron che fu abbattuto da un iceberg stronzo semi-galleggiante.

Sì, i votanti dei Golden e degli Screen sono stati freddissimi quanto me quando una donna stupenda, pur mandandomi foto di lei più sexy di Kate Winslet a pru(gn)a e a poppa/e, tenta di provocarmi coi suoi “auto-ritratti” in chat su Facebook, perché non si capacita di come il sottoscritto, il quale prestissimo pubblicherà un altro graphic novel noir-erotico, apocalittico e divino, con una meravigliosa ragazza in copertina, possa essere più bello di Leo DiCaprio ma sia restio ad affrescare di pennello, di sua Cappella non so se Sistina, una con la quinta e con un paio di gambe più lunghe di una celeberrima ex di Leo, Blake Lively.

Lei mi vuole sedurre come fece Anne Bancroft de Il laureato con Dustin Hoffman e desidera quanto prima salvarmi dal divenire un Uomo da marciapiede.

Questa è bella, è bellissima, ah ah.

No, in tempi non sospetti, leccai il petto di una tizia e lei mi trattò da pollo arrosto, friggendomi nella sua patata al forno. Da allora, dopo che codesta mi strapazzò come un uovo al tegamino, nella fermentazione da “Quattro salti in pa(de)lla” della sua ovulazione post-mestruazione, fu combinata alla mia vita una frittata. Una stronzata!

Adesso, sono un ibrido, un uomo né carne né pesce che vaga nel mare infinito della sconsolatezza più amara. No, non voglio più amare.

Sì, lei con le sue gambe da giraffa m’avvinghiò, me lo prese e lì se lo sistemò, tutto fluidamente entrò, rimasi annacquato in quel Triangolo delle Bermude a lungo, bollendo mentre lei, godendo, imprecando e inveendo, posseduta come Linda Blair de L’esorcista, emise persino delle ignobili bestemmie in tale nostro atto orgasmico in cui crocifisse ogni mia castità per sempre perduta.

Dopo tanto tempo in cui il sesso fu da me temuto, fui dentro di lei sverginato e lei, gemuta e (m)unta, macchiò per sempre la mia oramai irrecuperabile innocenza della mia giovinezza che fu e giammai sarà più pura come prima di quel momento di me in lei spremuto e duramente sperduto.

Sì, uomini, non sposatevi.

Non fate neanche gli intellettuali e disdegnate pure la vita coniugale. È solo una pugnetta! Lo dico sempre… è meglio un congiuntivo mal coniugato piuttosto che vedere lei in bagno che si lava i denti e semmai soffre pure di congiuntivite.

Di notte, dei balordi potrebbero lordarla e allora diverrete un Cane di paglia.

Farete il culo ai bastardi ma, stando alle leggi italiane sul legittimo diritto alla difesa, vi prenderanno e vi ficcheranno in un centro psichiatrico come Alex di Arancia meccanica. Ah ah.

Lì vi sederanno e impasticcheranno di brutto. Sarete talmente rintronati che Rain Man sfigurerebbe dinanzi a degli uomini (ar)resi autistici in maniera esponenzialmente più devastata e devastante di lui.

Sì, eravate Top Gun, belli e gagliardi come Tom Cruise. Al che dei violenti fecero irruzione a casa vostra proprio nel momento in cui stavate per sparare a razzo una supersonica eiaculazione.

Adesso, non vi svegliate più. Nemmeno se degli infermieri vi riempiono di botte affinché dal letto vi alziate per andare a fare colazione. Sono lontani i tempi della vostra Isola che non c’è da Peter Pan. Tutta colpa di Hook. Sei anche tu, amico mio, un Eroe per caso? O siamo tutti noi degli antieroi come Lebowski che giriamo con le pantofole non solo in casa? La leggenda del re pescatore!

Pensate che vogliono dare l’Oscar ad Adam Driver per un film uguale a Kramer vs. Kramer. Ragazzi, non crescete mai. Le donne vorranno effeminarvi e vi trasformerete in Mrs. Doubtfire e in Tootsie. Non fate carriera. Sarà solo una laida vita da Sesso & potere. Tutti gli uomini del presidente!

Ad Alan J. Pakula ho sempre preferito Qualcuno volò sul nido del cuculo e sinceramente il culo, da Silenzio dei prosciutti, di Joanna Pacula.

Insomma, ho fatto le mie esperienze. Ma sono rimasto Travis Bickle di Taxi Driver, cioè Joker, ah ah.

Rimarrò imperituramente adolescente. E svecchiamo il Cinema! Evviva Nicolas Winding Refn, evviva Joaquin Phoenix, evviva la follia, il cinismo dei romantici, evviva gli ossimori, le contraddizioni viventi poiché è meglio rimanere deficienti piuttosto che leccarlo a questo mondi di ricchi in verità puttanieri e nullafacenti! Via tutte le maschere, il festino è finito!79117418_10215187069812945_554831786627039232_o

 

di Stefano Falotico

SCORSESE vs JAMES CAMERON: un irredento umanista geniale e rockettaro contro un megalomane sesquipedale


29 Jul

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scorsese instagram

THE ABYSS, screenwriter and director James Cameron, 1989, TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

THE ABYSS, screenwriter and director James Cameron, 1989, TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

terminatorEcco, questo Scorsese non sta fermo un attimo.

Sono contento che, nel pomeriggio di ieri, io sia stato fra i primi a dare la notizia secondo cui il tanto atteso, sospirato, bramatissimo dal pubblico di cinefili di mezzo mondo, The Irishman, finalmente abbia ora una data precisa di release.

Per meglio dire, dopo l’assurdo forfait dal Concorso del Festival di Venezia, The Irishman aprirà le danze, come si suol dire, del prossimo New York Film Festival, inaugurando la serata di gala del 27 Settembre.

Ora però, scusate.

C’è stato detto da Alberto Barbera, la scorsa settimana, che lui e il suo staff avrebbero voluto fortemente inserire, appunto, The Irishman nella kermesse da lui diretta ma il film non è risultato pronto per fine agosto.

Il Festival di Venezia dura, come sempre, undici giorni. Si terrà infatti dal 28 Agosto al 7 Settembre.

Ora, essendo io un habitué veneziano, sebbene l’ultimo film da me visto al Lido sia stato Birdman, datato 2014, dunque son cinque anni che non me ne reco, avendo avuti gravi problemi personali protrattisi sin allo sfinimento dei quali non mi pare la sede opportuna riferirvene, all’ultimo giorno del festival non sono proiettati più né i film in Concorso né quelli Fuori Concorso. È una giornata nel quale sfilano solo gli omaggi delle retrospezioni dei classici e il giorno nel quale, prima dell’ora di cena, vengono assegnati i premi.

Dunque, sostanzialmente, la Mostra dura dieci giorni. L’undicesimo sta lì come il cazzo di quel mostro che mangia popcorn e aspetta che qualche donna lo premi. Dubito fortemente che sarà valutato come Leone d’oro.

Ah ah.

Detto ciò, continuo a non capire. Scorsese e Netflix lasciarono detto a Barbera che The Irishman necessitasse ancora di molti ritocchi e non poteva essere perciò completato per fine agosto-settembre.

Ma per il 27 Settembre, a quanto pare, invece sarà prontissimo.

Scorsese ha fatto un po’ il furbetto. Anche Martin è un paraculo. Chissà, forse il direttore del New York Film Festival deve essere fra i produttori di Killers of the Flower Moon.

Della serie tu fai pubblicità a me e io ti passo du’ soldi. Dai, dai.

Comunque, The Irishman è bello già che impacchettato, montato dall’inizio alla fine più di Lena Paul. Milf fatta e strafatta ch’è diventata la mia nuova attrice porno preferita.

Sì, parliamo di un capolavoro sotto ogni punto di vista. Lena può venir… fotografata anche dal signor Gennaro Calluzzo, celeberrimo guappo dei Quartieri Spagnoli che confonde una Nikon per Nicol senza e, famosa entraîneuse del suo rione, e c’apparirebbe lo stesso meravigliosa come i panorami suggestivi filmati dal cinematographer Rodrigo Prieto.

Sì, Lena Paul è una donna che si mangia Avatar e Titanic in un sol boccone.

Una che non ha bisogno degli effetti speciali per incassare più di Avengers: Endgame.

Sì, una vera Vedova nera, infatti è praticamente identica a Scarlett Johansson, soprattutto nello sguardo.

Sguardo eroticamente killerTerminator nuda e cruda, senza se e senza ma.

Sì, un tempo per essere una grande attrice dovevi sostenere i corsi di Lee Strasberg e farti il culo.

Adesso, basta che hai la faccia da coniglietta e guadagni a patate, no, a palate.

Ci siamo evoluti molto, no?

Sì, come in Terminator 2, siamo dominati dalle macchine.

Come no? Prendere la foto da me scattata circa un’ora fa. Macchine parcheggiate in doppia fila dinanzi a un baretto di periferia.

Come fece John Connor, cioè il sottoscritto, a bere un caffè? Parcheggiai a duecento metri di distanza.

Vicino a un vicolo ove incontrai una simile a Linda Hamilton:

– Ehi, bel ragazzo, vuoi che ti faccia da mamma, stasera?

– Non ci penso neppure. Lei è pazza più di Sarah Connor. Non turbi le sessualità pure dei giovani, si rivolga a Robert Patrick. Sì, vada dal T-1000.

Quello lì, eh già, anche se lo squagli, torna sempre intatto.

Guardi, signora. Se io e lei stanotte facessimo sesso, lei mi brucerebbe più di Arnold Schwarzenegger.

– No hay problema.

– Hasta la vista, baby.

 

Ecco, il paragone fra Scorsese e Cameron non sussiste.

Scorsese sta facendo i sopralluoghi, appunto, per Killers of the Flower Moon.

Storia noir d’indiani arricchiti, di poliziotti corrotti, di troie a briglia sciolta, della tribù Osage che vuole fare lo scalpo al capo dell’FBI. Cioè J. Edgar /DiCaprio del film omonimo di Clint Eastwood?

No, DiCaprio sarà Tom White.

Chi sarà allora J. Edgar Hoover? Billy Crudup di Nemico pubblico?

No, ma Scorsese batte James Cameron trenta film a uno. Sì, James ha girato un solo capolavoro assoluto, Terminator, appunto.

Eppur DiCaprio fece il botto con Titanic.

Che vi devo dire? Hollywood è un losco giro ove Joe Pesci di Occhio indiscreto fa sempre la sua porca figura.

 

di Stefano Falotico
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THE PUBLIC EYE, Joe Pesci, 1992, (c) Universal

THE PUBLIC EYE, Joe Pesci, 1992, (c) Universal

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