Posts Tagged ‘Tom Hanks’

Il motto di Trump: ho vinto i nemici perdendo ad Amici, ah ah


14 Nov

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Trump possiede, dietro quest’apparenza da uomo compos(i)to e inquisitorio, una brillantezza da colui che fu leccato da Ivana, da cui Ivanka.

Uomo che non risulta simpatico e dunque non può vincere in Italia ma affermarsi in un Paese ove non si viene selezionati per ricevere un iPhone in regalo ma per regalarsi questo sogno: sei stato selezionato per vincere.

Insomma, Trump non va a vedere i film di Malick, e n’è ben fiero.

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Categoria Miglior Attore, Oscar previsioni


17 Oct

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O meglio predictions.

Ancora presto per poter definire la lista dei cinque candidati “Best Actor” per i prossimi Oscar, ma la lista si sta definendo e, a quanto pare, avremo molte sorprese dell’ultima ora.

Scontata appariva la nomination a Tom Hanks per il Sully di Eastwood, ma è uscito a Settembre, troppo presto per il rush finale, per la zampata “vincente”. I membri dell’Academy infatti, si sa, son pigri e si scorderanno, quando arriverà Febbraio, tempo appunto delle candidature, della prova, se non superba di Hanks, almeno da menzionare, da contemplare diciamo così. Una prova solida, robusta, come si dice in gergo, sostenuta da una regia efficace e classica nel miglior stile Eastwood, forse un po’ troppo agiografica e dal minutaggio abbastanza ridotto. Solo novanta minuti di film son probabilmente pochi per poterla chiamare una prova proprio da Oscar. All’Academy piacciono i film lunghi e dunque le recitazioni “prolungate”. Da incorniciare di “durevolezza”.

Molte sorprese, dicevamo.

Se il Denzel Washington di Fences appare quasi cosa fatta anche se, paradossalmente, nessuno ha ancora visionato il film, sicura e certissima sembra anche la nomination per Casey Affleck di Manchester by the Sea, che sta mietendo consensi ovunque. Una prova con la sordina, tutta giocata sulle corde dell’anima, una prova sofferta, intensa, sfumata, prettamente drammatica con punte d’insospettabile leggerezza.

In pole position anche Andrew Garfield per Silence (anche questo un’incognita, visto, scusate il gioco di parole, che nessuno l’ha anche in questo caso visto, speriamo non in una svista) e per Hacksaw Ridge di Gibson.

Ma i colpi di scena non mancheranno, fonti ben informate infatti, a detta dei rumors, danno il redivivo, anzianottone Warren Beatty “a giro di boa” per il suo film, e il grandissimo, il più grande, Robert De Niro per The Comedian. E sarebbe un vero touch down a venticinque (!) anni di distanza da Cape Fear, ultima sua candidatura come Miglior Attore, a prescindere da quella come non protagonista per Il lato positivo.

Staremo a vedere.

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La mia sindrome da Tom Hanks, spesso alla Jimmy Stewart


20 Sep

“Ausculto” il mondo che origlia alle porte e, squamando la mia dignità, forte infrange di squallida ilarità la mia età. Solleticandomi di dubbio gusto in derisioni “allegre” che, col passar del tempo, che io temo, abbattermi più non riescono. Perché mi son rafforzato e divenuto uomo saggio come Hanks. Da grande volevo fare l’astronauta, ma poi molti eventi distorsero i miei intenti e furono solo vani tentativi, di me che, adolescente sba(n)dato, tormentato, camminai a stento, a tentoni, e la mia verginità vollero attentare! Mi allu(ci)nai. Uomini, statene attenti! Queste donne lussuriose minano i vostri equilibri psichici “invadendovi” con allusioni che han perduto la squisitezza gioviale del gentil sesso che fu. Oggi sono aggressive e sui nostri “membri” si addentano, scusate, volevo dire avventano. Non siate avventati, prendetele per il verso giusto, cioè il culo. Stimo Tom Hanks perché è uomo che, di doppio mento, per arrivare ove è arrivato deve avere una gran mente. Apparente-mente è Gump Forrest, invero è un figlio di puttana come pochi. Egli sa come recitare con classe e finezza di faccia pienotta e sogna il suo (A)pollo 13 con rinomato splendore di un volto che par infantile e invece è sol asciugato nell’irrimediabile concretezza, “creta”, delle sue sotterranee ansie. Egli è un “curato”, come ne Il miglio verde, sa donare ai bimbi regali sesquipedali che in un mondo migliore li fan sperare, eppur “sperona” coi suoi occhi limpidi dalla purezza cristallina. Egli naviga per lidi sereni della sua Rita Wilson, la sa pigliar per la “palla” come in Cast Away, sembra casto dal viso adamantino eppur è un volpino. Egli è il nuovo James Stewart, e in Sully non è steward ma capitano, mio capitano!

Sappiatelo, Tom Hanks sembra uno scemo ma ha un cervello da vendere. Secondo me, non la dice “tutta”, ma ha anche un buon uccello.

 

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di Stefano Falotico

La pace del Papa Re, cioè me, contro i papponi rei, cioè i They Live


15 Sep

Ecco, oggi ho sparso nel net la mia notizia su De Niro nel film su Edgardo Mortara, avendola appresa da THR e subito, nelle mie elucubrazioni inventive, rielaborata di mie parole. Le mie parole sono perle e voi dovete ringraziare un Papa come me che, ascetico, estraniatosi da anni da una realtà miserrima e cinica, “coltiva” le sue unghie con inevitabile sex appeal che non lo dà neanche mor(t)o, tendente al cast(an)o. Ridere, ridere, trombate, fratelli della congrega. Io, in an(n)i lontani, sverginai la mia proboscide “inoculandola” là ove il “lilla” florido si aprì al mio organo “sonante”, armonioso di ero(t)ica armonica. Che musica quando liscio, vellutatamente “oleoso”, in “ella” ficcò con piacevole, “brillante” scodinzolio di “acque” germoglianti al mio candore, allora, rubato. Divenne rubino e, incandescente, fu in quel tempo mio da peccatore che ebbi l’illuminazione rosea. La vita, “apertasi” alla magnificenza del mio caloroso ardore, mi fece comprendere che la mia (s)figa sarebbe stata altra. E giammai più scopai, rimanendo vergine nonostante più non lo fossi. Studiate a memoria questi miei passi “pudici” quando soffrirete “pene” dell’inferno e Tom Hanks non girerà più stronzate con Ron Howard, meditando sulla sua e vostra vecchiaia da “buoni” James Stewart perché condannati al miglio verde. In quei momenti di senile disperazione, rimuginerete sul vostro passato e capirete quanto gravemente sbagliaste la vostra esistenza. Sì, v’adattaste per “cheto” vivere alla noia dei giorni impiegatizi, piegandovi al padrone nazista che volle il vostro “ebreo” lavoratore “duro”, rammollendo la vostra vita(lità) dietro una scrivania di ufficio e cappuccino “zuccherato” nelle prese pel culo alla collega scosciata sul (di)vano della vostra mediocrità. Allora, quando capirete che “istruiste” i vostri figli alla vita casina, casino e lavoro, verrete da me in adorazione del mio san(t)o di mente, e gioirete, anche se tardivamente, della mia e vostra capacità di aver capito il tutto.

E ricordate: la vita degli uomini “normali” è un lutto, e io sono oggi lupo, domani cupo, e più avanti nel tuo cu(cu)lo. Sappiatelo quando verrà il giorno…

di Stefano Falotico

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Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis. Photo credit: Zade Rosenthal

Jess (Ashlyn Sanchez, left), her father Julian (John Leguizamo) and Elliot (Mark Wahlberg) watch the latest news about a widening crisis.
Photo credit: Zade Rosenthal

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I miei primi trentasette anni, profilo “completo” di un uomo al di sopra dello “stoico”


12 Sep

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Domani sarà il mio compleanno e già (non) ne giovo. Il mio fisico, appesantito oltremisura per colpa del tabacco e di farmaci antidepressivi, da lanciatore di giavellotto sta diventando. Giove! Eppur sono giovine come diceva Pesci in Mio cugino Vincenzo. Ma smagrirò come Robert De Niro in Novecento, attore del quale, nonostante non sia fanatico come in adolescenza, seguo sempre ogni progetto con sviscerata identificazione nel ne(r)o. Di miei libri pubblicati oramai IBS.it e altre catene librarie son invase. E me ne vanto, “sbuffando” caffè che deglutisco con ironica sfacciataggine del mio ancor poltrire nel marasma asmatico della mia (in)utilità. A “darlo” tutto, non voglio che le donne me le diano, essendo ascetico, più che altro del sesso menefreghista e fan della magia di Stranger Things, serie antologica in cui ho interpretato la parte del “mostro”, il Demogorgone, quella della disperata femminilità “matura” della Ryder, quella del ragazzo loser, dello sceriffo traumatizzato e soprattutto di Undici, bambina più adulta degli adulti e più maschia delle femminucce. Sì, son infant(il)e alla mia età suonata eppur mi psicanalizza più La morte corre sul fiume che un Robert Mitchum delle prediche psichiatriche. Vivo di deliri e poche ire, ce l’ho “ritto”, trattenendo il mio dentro fra i denti quando son lì per sbottare e andando mai a bottane, a differenza dei “lavoratori duri” che “la” fanno per il bene della famiglia, come Woody Harrelson di True Detective. Uomo davvero pericoloso, che si scinde fra il giusto della “luminosità”, gli spaghetti al cartoccio, la moglie carina e la zoccola con le tettone. Quello sa il “fallo” suo, mentre io son Falò mi(ci)o abbaiante quando nessuna da me viene abbagliata. Abbacinandomi di stronzate, consumo le mie giornate tra una “pausa” a Castenaso, località dell’interland bolognese di Bar Centrale, una alla Celentano e savie discussioni col mio ego dal fe(ga)to ribollente, romantico di fantasie, cazzone di tutto nel leggere filosofico Catone. Posso fregiarmi, fregarmi e sfregiarmi della mia faccia di “scemo”, “nobile” nel suo esser nubile e bile nel non neppur voler giocar a biliardo. Intanto scrivo, e di prossima pubblicazione sarà Il commediante nel quale, Re per una notte, imito il Bob che fu e quel che di Taylor Hackford verrà. Sono un DeVito, non un De Niro, con puntate nell’Harvey Keitel di “cattivo tenente” e anche da Lezioni di piano quando m’innamoro del mio muto. Non muterò, ma pagherò come molti il mutuo. Speriamo che oggi non mi faccian la multa, son passato col verde, oramai nessuno lo rispetta e la massa ti obbliga a pagare il controllo semaforico della loro immoralità. In tutta sincerità, sono un genio che se la suona da sé, come si confà a colui che, non retorico e neppur solipsista, è solo soletto di solista non fascista ma nemmeno comunista. Hanno festeggiato l’11 Settembre, era il mio compleanno di mio padre. Uomo che mai fu terrorista ma terrone che sa quanto questi discorsi sian meno belli di Sully. Sono l’incarnazione del miracolo sull’Hudson e sono anche molto a(si)no. Ma il mio sexy sta nel mio naso un po’ aquilino, sul volpino. Fra il Tom Hanks, James Stewart e lo steward. Diciamocela, sono stupido, ma uno stupido che “spinge”. E sa(le).

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I 60 anni di Tom Hanks, omaggio alla Forrest Gump


10 Jul

Ieri, Tom ha compiuto sessanta primavere. Ieri, mi sembra, non ricordo bene. Può darsi che fosse invece due giorni fa. Fatto sta che 60 sono, giorno più giorno meno.

Ecco, Forrest parla così:

provo spesso a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, ma loro sono più grandi di me e non ci comprendiamo. Al che, preparo loro una torta ma me la tirano in faccia.

State lontani dalle ammiratrici che vi mirano. Quelle voglion solo fra le gambe la mirra! Sono miranti, non ammiranti. Né mirabili.

Il mondo si divide in due categorie indiscutibili. Nella terza ci sono io.

 

Più che Gump, sembra Falotico, ma è un Tom di doppio mento e anche doppia mente.
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di Stefano FaloticoTom+Hanks+Inferno+Press+Conference+Marina+KH8UCvG3aCXl

 

Leccat(el)o sotto i baffi della ce(r)n(it)a tua beffarda, sei donna baffuta e io, il “paffuto” mai piaciuto, fa splash


06 Dec

Hanks Sirena Manhattan

di Stefano Falotico

(R)esistenza mi provi, m’attanagli come una piovra, fuori sempre (s)piove… languida è la mia lacrima bagnata dal sen(s)o del peccato.

Slaccio la patta e ti “bagni”. Perdo in poesia, guadagno in ridente umorismo, mi auguro “leccato” al c(i)occo(lato) “affogato” in tue gote che a me non arridano di “malavoglia” ma di voglie (sp)orche, sciocca, dammi le “ciocche”. Sono un ciucciato, un caciucco, no, il caco no… Mi “stropicci” nel tovagliolo e “lo” asciugo, me lo hai rinsecchito come un’acciuga, reso strabico dalla figa umida che sei, spero tu presto lo s(t)ia, (s)tiramelo, (s)vengo, avventato vorrei entrar rovente, sin al ventre, della “tua” a ventosa a gambe(ro).

Strofinato… in te smaniosa di stuzzicarmelo… in “apnea” dell’orgasmo strafogato, soffocante. Ordiniamo degli strozzapreti?

Sì, ci proverò, mi piaci molto e non posso raffrenarmi né raffreddarmi, emani calore, sei un fuoco palpitante di crepitii erotici e fremo per possederti/li, scusa la mia eccessiva, troppo accesa, imperiosa focosità, appunto – “a punta” – a p(r)ugnetta, da gallo cotto, spero, a trapunta di un mio punto messo a se(g)no di tua (ri)cotta.

Dammi, “su”, dei pugni, “tirami-giù”. Scherzo, naturalmente, sei immondamente bella, cioè troppo sexy per questo mondaccio in-fame. Mia gallina, andresti arsa, non darti delle arie da “frigida”, non inaridirti, siimi a “duro” (t)orso, sfioralo al pom(pelm)o (s)premuto con uno sguardo puro e “pen” tenuto, ordino la tua “penna”, strizzamelo come un mandarino giammai sfiorito, invece so che i maschietti ti puntano e ti spu(n)tano, ti pungono e tu, giustamente, li punisci e (non) li strisci, che struscio. Un po’ di limone e va in bocca più lis(ci)o, ecco l’esca nelle tue pesche.

Non esser ingiusta con chi loda il tuo orologio Swatch ché i tuoi occhi ammiccano, vuoi “ammanicartelo” e io non posso volerti solo come amica.

“Abbracciatelo”, non far l’imbronciata, “prendilo” per il polso e le ore passeranno in tua passerina di uva passerona. Che (p)orco!

Invero, s’è squa(g)l(iat)o come fosse stato tagliato da un tuo inondante “vetro” da orca, io sono il lord(o)!

Me l’hai sciolto, che “pesce” piccolo.

Affogami di “braccialetto”, “nuotatelo” a bracciate.

Dinanzi alle tue iridi accecanti, abbacinato dalla tua rosea, florida bellezza fotografata mentre (s)posi in una dolce, lieta ce(r)n(ier)a così mangiante il mio capriccio a te offerto “riccioluto” tanto desiderante del voler con te desinare, che asino, subito ti voglio da (o)metto di un comune, stolto volgo, ah, le vongole, il mio davanti a te v(i)ola, arrossisco e perdo in eleganza, non son galante, sei magnifica, ti bacerei da capo(tavola) a piedi di un romantico feticismo bruciato, in quanto, reso da te gai(o), massacrato nella virilità vilipesa, mi prostro madido già amante, ma quali diamanti.

Non posso offrirti il pranzetto di manzo “al sangue” e per te, se ti “arrostissi”, scriverei mille (ro)manzi. Mangiatelo.

Debbo averti, voglio, voglio amarti.

Non sono matto, c’è il mare a Manhattan?

Non buttarmi via, “immergitelo”.

Fidati, son un uomo immane, anche in mare.

Hanks, branchie, Daryl, dai dai, a(h)ia, Hannah, ah ah!

Battute & battone, (imbatti)bile


29 Nov

Tom Hanks TurnerUn mio amico, su Facebook, non tollerando più la mia apatia, per tentare di scuotermi dal torpore, mi provoca sul sesso, dandomi della checca e urlandomi che mi lincerà con dei sassi.
Sì, è un mezzo ossess(ionat)o.

Al che, senza batter ciglio, oso dirgli che la sua ragazza, una mezza squinternata-strampalata con molti buchi nel cervello, molto bucata in quanto drogata e poco da pulito bucato poiché oramai riempita dappertutto, lo cornifica da, appunto, zoccola conclamata. A pugno di fisting! E nessuna virgola! Vola(no)! Mi fa una pugnetta! Mi spomp(in)a ma vinco ai pugni. Offese! Fesso/a!

Lui, arrabbiatissimo, si scaglia contro di me ma mi offre la chance, da me (ri)fiutata, di (ri)tirare tal (in)giusto insulto diretto-sinistro alla sua mentecatta-gattona torva, chiedendomi di chiedere scusa. Io non riparo al suo tor(t)o.

Infatti, rincaro la dose e la definisco zoccolona, accrescitiva offesa in lui ficcato-minuscolo, senza muscolo sessuale, che eppur va a puttane bassissime. Un bassotto, insomma? No, non è un cane di razza, è un bastardello a cui va (s)fatto perché capisca di esser un tordo. Come attestano le sue battutine di pessimo gusto, in quanto battone.

Minaccia di picchiarmi, io gli telefono e gli sbatto la cornetta, ribadendogli che, oltre a esser cornuto, sarà lui il mazziato se continua a (s)fottermi.

Al che, chiama la polizia, mi bloccano, oscurandomi il (pro)filo. Io non faccio la coda a nessuno/a. Eppur mi creo un finto acconto poco fid(at)o per provocarlo in modo vero. Deve filarsela come la sua (ra)gazza e prenderle senza garza. Sì, lo fan soffrire di molte ferite. Io, dunque, perché non dovrei dargliele? E infierisco, da fig(li)o di puttana son ferino. (In)fermo!

In questo casino generale, la vita, ricordate, è un caso(tto).

Ring(hia)!

Di mio, sto a casina e son lo stesso un casinaro.

Anche un cagnaccio.

Da cui i cani del vicino son sempre meno lupi del mio a pelo senza palle ma, nonostante tutto, non valgo un cazzo.

Pigliatevi tutti/e la pall(in)a e mangiate più merendine.

Fidatevi.

Oggi è il tuo Turner.

Ciao, bau bau!

 

di Stefano Falotico

Boicottate facciadibronzo.net


21 Sep

Qui la legge finisce e comincio io, idioti! Muratevi in casa e blindate, rinforzate i cancelli, sfondo con un tir(o) micidiale!

Credo, in tutta fede, che dai sedici anni in poi giustamente disprezzo la società, e anche chi scrive che bisogna, al bisogno, usare i congiuntivi al posto giusto e pertinente quando soffre di congiuntivite, cioè il lor morbo da bavosi nei confronti del “gentil” sesso, tanto di galanterie “corteggiato” quanto d’ipocrisia, a mimica bugiarda, tradito con irriverenza caustica nelle salivari voglie.
Sì, son da murar vivi con dell’acido muriatico dopo aver scardinato ogni parete della lor imbecillità reazionaria. Che pretacci!
Oggi, prenderemo a modello un sito gestito da un gruppetto “corazzato” con tanto di avatar segnaletico “per metterci in guardia”. Si dichiarano giustizieri dell’entertainment.
E io sarò quindi, di contraltarini, Charles Bronson di Death Wish.
A me, onestamente, sebben vivaddio non li frequenti da tempi fortunatamente voltisi in mio favore e contro tal “favolisti” della violenza a man bassa, dei luoghi comuni su frasi fatte apprese a menadito nel malapena esser traballanti fra i penosi e il pene “virile” ostentato di boria “assassina”, paion indementiti più di quando, tonti, gironzolavan per Bologna “a spiccioli” mendicanti di fighelle da leccare e farsele in umido.
Sì, in effetti, sotto le Due Torri l’effetto “serra” si sente. Socmel, tradotto per la “Crusca” di questi topi di fogna in “Ciucciamelo”, espressione volgare affibbiata alle maggiorate, che va per la (Piazza…) maggiore anche presso i pseudo intellettualini pienotti di sé, e di “Sciii al posto di sì” da cui strascicata in Via Indipendenza con le vasche (per fortuna non amano Rossi Vasco), è come ca va sans dire senza l’orpello alla francesina. Insomma, sebben si celino dietro pezzi di “zona universitaria”, rimangon animali famelici da savane per la bonazza anche di Via Benazza, ubicata vicino al Mulino Bruciato, famosa trattoria ove tal troioni “lo(r)dan” le troiettine amichette con tanto di tortellini alla “panna”. Alla puttanesca di penne.
Che mi denunciassero e gli censureremo, d’hacker, il blog d’acari. Ecco la mia “carezzina”.
Questi stronzi han chiamato il sito facciadibronzo.net, nomen omen, questi son degli ominidi. Almeno, rispecchiano il non vedersi.
L’ultima loro “recensione” è da “buttafuori”. Stroncan sempre tutto per il “piacerino” al languore, davvero affettivo, di spezzar qualunque cos(ci)a che non “combaci” a tanto “egregio” solipsismo, grigissimo loculo simil Certosa di “Viva la gnocca e gli gnocchi della mammona, professoretta frigida per crescenze alla mortadellina su mammelle decadenti del salamino, il marito, impotente grasson come Balanzone e di flatulenze a garze tronfio da sgonfiar a mo’, e a mollo-mollargliele, del pallon gonfiato, oppure da bruciare come il vecchione di San Silvestro, rattristandolo con le canzoni di Vecchioni e gazze ladre d’Arancia meccanica”.
S’accaniscono contro Rush ma celebrano comunque l’ex Ron Howard, elevando in gloria Fuoco assassino. Sì, “tiratori”, ardete tal omicidi di backdraft e roteate lor intorno a orbite orculari come Apollo 13.  Più che “miopi”, son ciechi di cervello. Cecchini contro i diversi “uccelli”. Ogni persona, che a lor non va, l’accusano di essere John Nash, sono delle beautiful mind. Ripetiamolo, soffrenti di elevata demenza pura, patiranno nel punirli con destrezza della mia testa durissima.
E questo è solo l’anticipo. Presto, i loro colli (come i portici arrugginiti vicino alla basilica di San Luca) “decolleranno” a Seattle “spedisco i dentini da castoro e i cazzini da scoiattoli”, meta preferita d’uno dei due gemelli dei loro piselli da I soliti ignoti “eterozigoti” con tanto di gotine “arrossite” vicino al fiume “Hudson-Azz che male”, ove saran affogati di foche monache come quella puttanazza della lor genitrice amante di Manhattan.

Stagione cinematografica 2012-2013, first look trailers


12 Jul

Oggi, ieri, anche domani se ci sarà… siam stati, saremo invasi (eh sì, siamo degli invasati…) da una raffica bombardante di filmati: con scrupolo, trovateli sul “Tubo” e sparat(evel)i

Oh my God, arriva l’Estate, anzi è già inoltrata e al cinema rimangon le scorte dell’annata. Ancora, qualche colpo “sfreccerà”, per ricordarci che i sogni non son “robotici”, sebbene siam quasi già “spalancati” per il nuovo Del Toro Guillermo, ché del Pacific Rim ci vertiginosamente animerà. Speriamo d’innamorarcene, stando alle americane critiche, il filmone è già culto morbido, miei ammorbanti. Gli europei son più “selettivi” ma non dimenticateci, noi nerd adoriamo Il labirinto del fauno e non tanto la “sociale” fauna.
A parte Guillermo, anche Guglielma è “taurina”. Secondo me, è ingrassata per colpa del Tavor. Ne assume a grandi dosi da “vacca”, ché la cavalla oramai non tanto chiava. Di depressione, proprio Guglielma è “pa(r)tita” ma dir che era figa, però nel presente merita la cattiva digestione quando fu, fu molti an(n)i fa…, Donna di calor e d’affissione. Ora, prego i crocefissi e le son venute le “fisse”. Ad esempio, ha la fisima per la Madonna di Medjugorie e dorme come una ghira “illibata”. Ah, di centrini è “ghirigoro”, guarda sempre Magnolia di Anderson e legge le favole buoniste di Andersen. Col finale sempre dolceamaro, proprio Guglielma che tutti, roventi, addolciva ben “in tiro”, mentre il Tempo rode e purtroppo “stira” di Rowenta, non tanto dunque gode di “culo e camicia”, micina or tardona che spera nella santa “provvidenza” sociale dell’imprenditore Giorgio Gori. Che talvolta Guglielma confonde e piglia per Cecchi… Paone e con quella pavida di Cristina Parodi, mentre canta d’Avena…, sempre meglio della Pavone Rita, da Pavesini e non Pavese ma di Reno Teddy. Non fa rima, ma rumina.
Un Tempo, eh sì, “veniva”. Mai peccò di peccati capitali, di “cappelle” molto, eh già…, mutanti fra “veniali” mutandine e parecchia montatina su panna oggi di penne e molti fagioli.
Alla scoreggiona…, per cui val la regola (co)desta: se troppo abusi di “svelta”, vestiti or che in mezzo alle gambe non (r)esiste. Ah, nessuno “desistette” quando Gugliema tutti gli orsi erse. Che carne alla pizzaiola. E, in piazza, impazzivano quando nuda strillava. Avercene di Guglielme.
Son tutte fottute.
Adesso, anche Ercole non gliela farebbe… Misuratele la febbrina…
Va bene, passiamo a cosce… più serie. Ché di questa tramontata sera di Guglielma, non ce n’importa una “sega”. D’altra parte, Guglielma non “riempie” neanche la più spaziosa e “confortevole” sedia…
Per tal irriverenza, senza riverenze alla vecchia, vorreste forse bruciarmi d’elettrica “corrente” dell’Enel o a inalazione avvelenante? Pensa alle tue narici, alle “mie” c’è il pene ancor attaccato. Voglio metter radici su sigarette accese di roc(ci)a.
Si chiama “in presa diretta”. Per molto Tempo, si scollegò, tramite mille faticose imprese a qualcuno lo “impressi”. Ah, comunque le donne… che stress.
Più che altro, son quasi tutte stronze. Prima, non ti cagano, poi pian piano te la danno e quindi tanti “dann(at)i”. Ancor porto le ferite addosso ma son meglio di te che, a trent’anni, sei attorniato da ragazzine coi “riporti”.
Scopano con quelli sotto i portici, hanno aperto anche un “elegante” portale, ove esibiscono i lor bestiali accoppiamenti per vincere la “coppa” della “Partnership”, previo “visualizzazioni” nascoste.
Più si vede perversa, più si guadagna in modo traverso. Ed è tutta una c(ucc)agna. Ah, abbiam invertito ogni valore. I valorosi vengon dichiarati invalidi e Guglielma anche quelli validò. Te lo dico io che lo so.

Ce la vogliamo dire? Questa vita abbaia, più che da lupo, appunto la vedo buia…, meglio di te, bue!
Ma non m’oscurerete, ho il mio talento non trascurabile. Da cinofilo…, scusate volevo dire cinefilo (vedete che succede a incagnirsi, causa i bastardi?), voglio nonostante…, a prescindere poco “discinto”-assai scisso in zona “scimmia”, illustrarvi i trailer che, se vi son sfuggiti, dovete “ficcarvi”.

Ah, (s)fortunatamente, a voi non scappa mai un cazzo. Il problema è ques(i)to: “Se il cazzo s’incazzò, poi tornò scazzato o cazzaro?”.

Sul dilemma “atavico”, forse è meglio il Tavor di Guglielma.
Ah, il resto è una chiavica. Se stai troppo male Guglielma, chiama gli infermieri. Son peggio dei militari con gli elmetti.
(De)ambulando, la sirena vedrai che, sebbene intermittente, suonerà la carica di tuo ustionarli da crocerossina.

Ok, è passata la Mezzanotte e mi metto a tavola. Come per Banfi Lino, gli spaghetti son cornetti alla “crema”.
Ricorda però che ti faccio cornuto. Sai perché? Al posto delle cornee, spruzzo di “purè”.

E su tal stronzata “culinaria”, andate a pigliarvelo nel… “loculo”.

Mi trovate al mare, vendo il cocco.
Meglio di te, bello come il cazzo.
Per Guglielma, tal frase non vale. A lei piaceva eccome anche se era brutto.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Oldboy (2013)
    Spike Lee è tornato, cazzo. Qualche capolavoro ha azzeccato, per altri film andrebbe “ghigliottinato”. Sinceramente, non ho mai capito che cazzo, appunto, di strada ha mai perseguito il suo Cinema.
    Una volta “imita” Scorsese, gli “ruba” anche la sceneggiatura di Clockers, si crede Michael Jordan col fisico “annerito” di Woody Allen, indossa le Nike, adora allo spasmo il nostro compianto Michael Jackson ma s’accanisce da Malcolm X contro i bianchi.
    Tranne Denzel Washington, sceglie sempre protagonisti statunitensi di “madrepelle” ariana… adesso Josh Brolin/Bush addirittura nel “remake” del giapponese.A inizio filmato, sembra Schwarzenegger versione Jake LaMotta/De Niro dell’ultima mezz’ora dei Chicagoraging” bull, uno spaccatutto rovinato che non hai mai fatto centro. Una ciambella al suo buco.
    Un Max Cady versione centuplicata della Vengeance is mine. Verso la fine del trailer, non gli va tanto male. Ottiene una grande… “mela” di scopatona interraziale. Da cui la Red Band.Ecco, il Cinema di Spike Lee sta tutto qui. Fumo negli occhi, tanta carne arrosto ma, quasi quasi, meglio Oliver Stone.
    Oliver, chiama Brolin e dagli adesso la parte che si merita questo “Cinema” americano: il porco.
    Ce la vogliamo dire? Tolti tre film di Spike, gli altri son da spaccargli da “negro”.
  2. Out of the Furnace (2013)
    Christian Bale, se non ce la fa a vincere l’Oscar con questo, ha American Hustle da sbatterti. Metodo sempre alla De Niro scorsesiano di camaleontismo. Infatti, De Niro interpreta Victor Tellegio nel cameo durante la scena del casinò.
  3. Saving Mr. Banks (2013)
    Hanno sempre infantilizzato Tom Hanks. Tranne Sam Mendes e un’altra manciata, gli altri lo dipingono “Big”.
    Qui è Walt Disney. Abbiamo un po’ esagerato, eh…
    Tom Hanks comunque sa che Rita Wilson è una topolona…
    Si fa seviziar da Paperino eppur nuota nell’ora da Zio…
  4. The Seventh Son (2013)
    Aveva ragione Jim Morrison. Meglio i sogni della realtà.Esco di casa, un’altra mi aggredisce di tal “nobiltà” e filastrocca da “elegante” gnocca:- Secondo me, Stefano non ce la fa, trallallà. Io invece la dona su e là, come è lilla. Vuoi scommettere che sempre lì lo prenderà a meno che non si suiciderà?

    Sterzo l’occhio finto-ergastolano per provare a essere “credibile” nella parte cazzuta:

    – Cosa intendi per farcela? Che (non) ce la farò? Hai una bella faccia, sai? Vuoi che coniughi di congiuntivo “Facci” e ti sfianchi? Mi vuoi facchino o preferisci la varichina nella tua testolina d’asinella, qui a Bologna ove “torreggian” le Asinelli, che mangi i tortelloni e sia “prosciuttino” come tutti i maialini? Un lavoretto da bravo “bambino”, a guardar le partitelle come i babb(uin)i, tante “care” troiettine, qualche cannellone in trattoria, una cannonata di “p(i)atti” e un “cannone”, ed eccoti servito l’appiattimento da piattola!
    Piantala subito o i miei testicoli gireranno poco “trombanti” di “girini” ma a farti girar la testa proprio di decapitazione. Da me, puttana, nessun “capitone”, ma il capitombolo e non eccedere, altrimenti prima nella fogna da tombini e quindi lo “spurgo” totale, senza Purgatorio”, nella tomba della Certosa. Affare fatto?
    Ce l’ho fatta? Ho uno stile dantesco da gironi. Sono il tuo Inferno, mia demente inferma. Ecco, il blocco, ecco il lucchetto al culetto.

    Sì, fratelli, la vita è tosta, le teste son testarde e pensan sempre alla “mostarda”, alla crost(at)e, io riceverò molte “palate” ma mangio lo stesso le “patate”… al forno… crematorio. Sì, evviva il Drugo! Adesso, combatte pure da “drago”.

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