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Il mistero del cartoncino di Twin Peaks stagione 3: il nostro valore non serve per la Gloria, neanche per la Laur(e)a


27 Apr

 

Ecco, non l’avevo ancora aperta sino a poche ore fa. Sto parlando della confezione in cofanetto di Twin Peaks 3. Che vidi su Sky Atlantic e di cui registrai, mi pare ovvio, ogni singola puntata.

Per godermela nelle mie notti da uomo di Atlantide. Sì, in un mondo sommerso tutto mio da Joker Marino.

Purtroppo, Sky esige un abbonamento annuale abbastanza consistente e io non posso pagare un canone di questa portata ove il servizio clienti si limita appunto a qualche lynchiata. Il palinsesto ripropone sempre gli stessi film a cicli continui. Con extra di partite di uomini in mutande e il collaterale canale a luci rosse improponibile anche all’uomo delle nevi.

Così come tu, d’altronde, cambi umore un tanto al mese ma poi ritorni sintonizzato sulle stesse frequenze mentali, in un noioso, oserei dire ad libitum e allibente stato depressivo talmente monotono e monolitico da renderti un must assoluto. Più che farti santo, in tuo onore non erigeranno nessun monumento. Peraltro, non susciti nessun interesse, arrechi solo stress e dunque non ti dedicheranno neppure un attimo di tempo, un brevissimo, impercettibile momento. Ah, che godimento!

Sei già marmoreo di tuo. L’estasi vivente. Forse il buddista più deficiente. Tu non vieni scalfito non solo dallo scalpello ma neppure da una che vorrebbe s… telo.

Sei un uomo imperdibile, un appuntamento irrinunciabile per chi, ipnotizzato dal tuo stato poco catodico ma catatonico, sa che buchi lo schermo dei nervi ottici e solo quello con la tua espressione immutabile nel tempo come una Gioconda eterna, oserei dire eterea. Sì, il tuo nome echeggia nell’etere mentre gli altri fanno l’amore in prati fioriti di edere, tu rimani come eri, il domani per te non esiste e ti sei pietrificato in un’era ove forse c’eri una volta e invece ora sei di cera come il volto levigato, stolido e d’argilla indurita del grande Kyle.

L’unico uomo capace di mantenere lo stesso carisma pur interpretando tre personaggi assai diversi fra loro, ovvero l’agente Dale Cooper, uomo sempre pettinatissimo, coi capelli corti e il fascino di colui che usa solo dopobarba di qualità senza ulteriori aggiunte di emollienti, profumi e additivi chimici, un serious man dalla moralità invincibile, quindi Dougie Jones, l’uomo più sexy del mondo pur essendo ancora più tonto di Forrest Gump, l’unico capace di essere a letto più dolcemente animalesco di King Kong per Naomi Watts, e la specie d’Innominato-uomo nero delle favole, un Doppelgänger posseduto dal fantasma di Bob col bulbo di una rockstar fuori tempo massimo e un po’ di piacente pancetta da colui che forse ascolta pure Vasco Rossi. Sì, uno col pelo allo stomaco, un lupo che non perde un solo capello ma ha il vizio di essere terribilmente aggressivo e spacca a braccio di ferro i tendini dei suoi avversari come Jeff Goldblum de La mosca.

Un Popeye che divelle vertebre e bicipiti, dunque, come se nulla fosse, col giubbotto di pelle cammina a mo’ di rettile viscidissimo fra covi segreti nel suo look da Brandon Lee sui generis de Il corvo, innestato su movenze robotiche da cyborg e una faccia da culo magnifica.

Sì, un attore poliedrico, un camaleonte il nostro signor Kyle MacLachlan. In Showgirls è un guardone a pagamento, in Twin Peaks suscita, anche negli uomini più eterosessuali, immani e contagiose ammirazioni da voyeur.

Un uomo irresistibile che fa il piacione senza però dare nell’occhio. Conservando intatta la sua integerrima classe esagerata da investigatore finissimo in pulitissima giacca e cravatta ultra-stirata.

Praticamente sono io, non fosse che i miei capi d’abbigliamento non sono gli stessi indossati da Kyle. Uno che, grazie a Lynch, si può avvalere d’una costumista coi fiocchi. Sì, una sarta che saprebbe impettirlo anche regalandogli un modesto, poco vistoso papillon.

Di mio, sono cupo nel vestire, vale a dire tinta unita tendente al blu su occhi castani quasi corvini e un pizzico di alopecia androgenetica su stempiatura curata con shampoo della Coop, senza coloranti e balsami.

Jeans casual presi a caso dall’armadio, scarpe da ginnastica da meccanico dell’officina a te più vicina.

Sono spesso però imbalsamato. Un’anguilla maniaca della pulizia intima e igienica.

Sì, non ho più Sky e quindi ho dovuto dare indietro pure il decoder con tutte le puntate archiviate di Twin Peaks 3.

Così, dalla mensola ho rinvenuto il cimelio da me precedentemente acquistato della suddetta stagione.

Sin ad ora mai scartata, conservata e sigillata in un’impenetrabile, ermetica teca di plastica come un’intoccabile reliquia di San Gennaro.

Al che strappo delicatamente il cellophane e mi si para dinanzi l’abisso e ancora oltre.

Questo non è uno Steelbook e nemmeno un consueto Blu-ray.

Trattasi di un cofanetto intarsiato stra-pregiato e deluxe con tanto di tasto speciale e “proibito” per accedere alla red room misteriosa.

Con cartoncino prelibato e scotchato da rimuovere come se tu avessi svolto praticantato per vent’anni presso il miglior chirurgo del mondo. Quello più navigato.

Sì, basta una minima mossa falsa dei polpastrelli e si rovina irreversibilmente la magia. Devi avere un sangue freddo da salamandra e non devi, nella maniera più assoluta, lasciarti cogliere dal panico di una fretta cattiva consigliera.

Altrimenti, poi, il cartoncino pregevole potrebbe lacerarsi e le alette potrebbero non più ricongiungersi alla perfetta simmetria di tale cubo rettangolare con tanto di arabesco intaglio da mosaico bizantino di Ravenna.

Alla fine, ce la faccio. Adesso però mi occorre un cardiologo. La pressione è scesa al minimo storico.

Il cartoncino è rimasto, cazzo, leggermente segnato e ammaccato da tale manesca, oserei dire poco maneggevole, non tanto leggiadra mia palpata su dita appena lavate col sapone detergente anche il demone sotto la pelle di Kyle.

Sì, Cronenberg e Lynch s’intrecciano in Twin Peaks 3. Infatti, non vi è solamente la citazione di The Fly ma si va a parare anche su Starman di Carpenter.

Con tanto di “alieno” Dougie Jones che, nella scena delle slotmachine, sembra Jeff Bridges.

Sì, in casa mia è conservato uno dei capolavori più alti della Settima Arte più raffinata. Una perla impareggiabile, una bellezza ancor più magnetica della mitica G. Guida.

Sì, la Guida fu un’icona erotica delle commedie da quattro soldi un po’ pecorecce degli anni settanta.

Una Guida poco spirituale, diciamo, ah ah.

Una bionda da lasciar stecchito ogni Dorelli in tre secondi netti.

Io, nel lontano 2012, la vedevo spesso. Abita nel bolognese e, soventemente, la domenica mattina andava a far colazione alla pasticceria di Casalecchio di Reno, La Dolce Lucia.

Lei vive ancora del suo “mito”. È stata la fantasia inaudita di milioni d’italiani arrapati e ignorantissimi in quegli anni per lei d’oro…

E, per non farsi riconoscere, inforcava puntualmente, impeccabilmente occhiali da sole anche alla vigilia di Natale.

Ora, che vi posso dire?

La gente è assai suggestionabile e molto sciocca. Mi trovavo in questa pasticceria ed ecco che vidi entrare una donna. Una donna normale come tutte le altre. Non più giovanissima ma di ottimo aspetto.

Al che, udii ronzare nell’aria le voci incuriosite dei presenti… un cicaleccio di parole confuse si frastagliarono nella morbida atmosfera calorosa. Ah ah:

avete visto chi è? È la Guida.

 

Gli uomini, dall’avvocato super commendatore al buttafuori della bettola più sgarrupata, incominciarono a pasticciarla di occhiatone da leccaculo, avvicinandosi a lei in segno di riverente cortesia ruffiana da marpioni.

Porgendole baciamano che anelavano, dietro la gentilezza da cioccolatai, il mascarpone di notti ancor ribalde e gloriose con questa G… a.

Notti golose da infimi peccatori alla Se7en.

E dire che non vidi nessun uomo, fra questi, bello come Brad Pitt e nemmeno saggio come Morgan Freeman.

Uomini semmai che, dopo aver assaggiato le diplomatiche, fecero i diplomatici, sperando in una reciproca cremosità da merde diarreiche.

E poi il matto sarei io? Sarei io il Kevin Spacey di turno?

Mah, a me parve e pare una donna normalissima. Né più né meno di tante altre donne carine. Poi ha ora la sua età. Per la madonna!

Ma l’Italia è sempre stata questa. Vive di miti assurdi, ha elevato in gloria… Pozzi Moana e invece ha spellato vivo Silvio Pellico.

In Italia, se stai male, ti dicono che basta comprare un flacone di penicillina. E, che se non ce la fai, sei come Pollicino e vai di pollici giù.

Sì, a proposito di Guida e Lino Banfi, ma quale belva umena! Sono solo un cinefilo mezzo disgrazieto!

Secondo voi che dice all’orecchio la signora Laura Palmer a Kyle?

Ci sono varie opzioni:

1) Kyle, hai risolto il mistero della scatola blu di Mulholland Drive? Il tuo Dougie Jones conosce bene la Watts. Ti ha spifferato qualcosa?

2) Kyle, sono Sheryl Lee. Se non era come sempre per Lynch, vivrei come Laura Palmer dell’episodio finale. Lo sai? Stesso discorso, amico, vale per te. Se non era per David, nessuno oramai ti cagava.

3) Mi indicheresti dov’è il bagno? Non si capisce niente in questa stanza. Ci son solo tende e piastrelle. Potevano mettere un cartello, no?

4) Finita questa scena, ce la facciamo una cenetta a lume di candela? Poi mi fai tutta la ceretta, ok?

5) Con questa serie noi abbiamo ottenuto la gloria. Sinceramente però, ah, non è che ci abbiano pagato benissimo.

 

Morale della favola: nella vita è importante amare Twin Peaks.

Ma non si fanno le cose soltanto per la Gloria…

Si fanno per campare un po’ più decorosamente?

Secondo me, sì.

Insomma, che te ne fai di una Laura, no, laurea se poi non capisci non solo Twin Peaks ma nemmeno, nel 2019(!), zuccone, come ordinare tramite Internet un dvd?

 

Sì, fratelli.

Nel 2019 inoltrato, sento gente che guadagna ventimila Euro al mese e non ha mai fatto un solo acquisto tramite Amazon.

Perché non sa come si fa.

E noi vogliamo farci giudicare da gente così misera? Sono dei taccagni, avari pure nei sentimenti più gratuiti.

In verità, vi dico che sanno benissimo come si fa! Eccome! Se devono pagare una su un sito e non starò a dirvi quale, dopo tre secondi ecco che ottengono uno spogliarello in Live Webcam.

Questo per dire quante seghe, no, quanto segue.

Molta gente dice che vorrebbe comprare un mio libro, invero non ha acquistato neppure l’anteprima.

– Ah, va bene. Mica sei obbligato. Se ne sei interessato, leggilo pure. Mi farebbe piacere.

– No, lo leggerei volentieri. Non vedo l’ora. Deve essere notevole. Un’ottima lettura. Ma sono poco pratico di acquisti online.

 

 

La verità che non gliene può fregar di meno.

Ci sta. Ma poi non mi venisse a dire che Twin Peaks 3 è una boiata.

– Ti è piaciuto?

– No, non tanto.

– Ah, come mai? M’interesserebbe il tuo punto di vista.

– Guarda, in realtà non l’ho visto.

– Non avevi voglia. Ci sta.

– No, non ho tempo.

– No, non ci credo.

 

Il tempo si trova sempre.

Benvenuti cioè nel Belpaese. Ove tutti sono poeti che ambiscono a… la Gloria (come dicono a Bologna, capoluogo ameno in cui mettono l’articolo determinativo davanti ai nomi propri femminili) senza aver mai letto un libro, ove tutti sono grandi attori dopo tre buone Polaroid, dove lo sport nazionale non è il Calcio, bensì il Rugby dei pugni in faccia e delle prese per il culo.

Purissima, nobilissima commediaccia all’italiana con un tocco di feste e santi, anche sani, patroni molto padrini…

 

di Stefano Falotico

Cooper Laura Palmer twin peaks

Top and Most Anticipated Movies of 2019 o forse no, il grande Cinema è un sogno, un incubo lungo tutta la notte infinita


26 Apr

the mule blu-ray

Vado a curiosare nella media recensoria di Rotten Tomatoes riguardo Avengers: Endgame e noto un impossibile 96%.

Dico e mi domando: questa Critica americana cosa si è bevuta?

Premetto però questo, a me il primo Avengers, oramai di anni or sono, è piaciuto molto. Andai a vederlo a Prato assieme a mio cugino. Che è cinque anni più piccolo di me. Io sono del ’79 e Avengers è uscito nel 2012. Fate voi i conti e capirete che età potesse avere mio cugino all’epoca.

Nel cinema, stranamente, c’erano quattro gatti. Era il primo spettacolo pomeridiano. Può darsi che, a quell’ora, i pratesi fossero ancora a lavorare e i giovani a farsi un sincero pisolino.

Mio cugino è un nerd strepitoso. Volete saperlo? È stato uno dei principali esponenti e ideatori di uno dei maggiori siti in materia, oserei dire, cine-fumettistici in Italia. Del quale per motivi di privacy non posso rivelare il nome. Anche se comunque lo rivelassi, adesso non esiste più. Quindi…

Si era persino indebitato pur di portare avanti questo suo sogno. Dopo un po’ dalla sua dipartita, preso com’era da una vita più dentro la realtà, ha abbandonato tutto. Il sito è passato nelle mani di altri che non si sono dimostrati all’altezza e sono falliti.

Detto ciò, il primo Avengers diverte da matti, è cazzuto, vigoroso. Quindi a mio avviso è bello. Gli altri non li ho visti perché non mi andava di vederli. Ah ah.

Può darsi dunque che questo Endgame sia stupendo, a me sinceramente di sorbirmi tre ore di CGI mi rompe le palle. A me non attizza nemmeno Scarlett Johansson. Il fisico è buono, la faccia da stronza non cambia mai espressione.

So che voi vi dividete tra faziosi, facinorosi, irriducibili fan sfegatati di questa saga Marvel, oramai per voi appunto monumentale, irrinunciabile, e coloro che, spesso per partito preso, affermano che questo non sia Cinema ma scemenza pura.

Non lo so. A rigore di obiettività, come detto, sto in zona neutrale, non potendomi esprimere coerentemente in merito. Non ho visto i sequel, neppure il seguito che ha tua sorella, e credo che non vedrò Endgame.

Tua sorella, comunque, la vanno a vedere tutti. Tua sorella sa bene che cosa sia un blockbuster. Come no?

Il biglietto d’ingresso costa pochissimo ma a lei sono tutti abbonati. Ha adottato una politica degli incassi da Netflix.

Ero partito molto prevenuto anche su Thor. E, prima di vederlo, ero sconvolto: Branagh che dirige un cinecomic?

E invece mi stupì. Thor è senza dubbio il migliore cine-fumetto che io abbia mai visto. Branagh ha classe.

Branagh è un narcisista ma può anche permettersi di esserlo. Anzi, scherzando sulla sua fissa su Shakespeare, può esserlo e non esserlo.

Scusate per questa mia lunga prefazione. Era per introdurre uno dei film da me più attesi dell’anno, ovvero Joker con Phoenix. Anche perché, si sa, com’è oramai ovvio, che non sarà un cinecomic nel senso stretto del termine. Un pretesto più che altro per parlare di un uomo impazzito per colpa di una società cinica e brutale.

È accaduto a molti, ahinoi. Anche a me, sebbene credo di essermi ripreso.

In questi anni, sapete, sono infatti entrato vivamente e dunque anche dolorosamente in contatto con realtà che mi erano state ignote sino a quel momento.

Realtà apparentemente tristi e oscure, fatte di gente emarginata, complicata, piena di manie, di paure, confinata nella propria tetra, ostile solitudine.

Persone molto vere nonostante tutto il loro bagaglio (im)prevedibile di assurde contraddizioni.

Gente che, essendo stata dall’adolescenza respinta dai suoi coetanei perché troppo particolare e forse schietta, non accettando molti ipocriti patti sociali, ha preferito melanconicamente allontanarsi dalla vita di tutti i giorni ché spesso consta di meschine e basse competizioni.

Donne e uomini verissimi. Talmente veri che sono matti. E non vogliono rinnegare la loro follia. Come li vedete? E chi li vede, oramai?

Non so se abbiano fatto la scelta giusta. Anzi, non penso proprio. Stare in questa società altamente spietata, certo, è dura. Ma starne del tutto fuori è altrettanto, se non più, controproducente.

Può servire semmai momentaneamente. Uno per proteggersi, si crea il suo piccolo mondo pieno di sogni. Ma, col tempo, la realtà inevitabilmente ti richiama. Non è un “obbligo di leva” in stile Apocalypse Now col soldato semplice Martin Sheen, bensì è un richiamo ben più subdolo, oserei dire ancestrale. Ah, le foreste sono incantate ma, di notte, tu non avresti paura a startene tutto solo al buio in quella casupola nel bosco? No, io non ho paura di alcuna strega. Ché poi le streghe sono ottime fighe, diciamocelo. Sì. Per anni, durante le inquisizioni medioevali, venivano bruciate. Per forza, erano talmente belle che tutti volevano averle ma solo il re poteva ardere con loro. E le streghe pensarono: ma questo re è un cesso, poligamo, infedele ed egoista. Non ci paga neanche. Andiamo a vivere da femministe altrove. In focolari più naturali…

Posso garantirvi che non esiste nessun uomo che possa definirsi un eremita. Cento anni fa poteva forse esserci. Ma probabilmente non doveva pagare le bollette della luce e del gas, era fuori come un cavallo e c’erano altre migliaia di persone come lui. Quindi, poteva starsene da solo in una baia a contemplare il mare e ad aspettare il tramonto con un bicchiere di vino in mano.

Oggi, nemmeno il guardiano del lago di Loch Ness credo che possa definirsi un eremita.

Avete visto il film The Vanishing? Non è male, l’ho pure recensito.

Come dire; sì, ti credi tranquillo e poi inaspettatamente ti accade qualcosa che invece non ti sarebbe successo se avessi svolto un anonimo lavoro da impiegato comunale. Ma poi anonimo di che? È un’azienda enorme, sanno tutto di te. Anche quante volte vai in bagno fra una segreteria e la segretaria che si apparta nella toilette con quello che conosce pure tua moglie.

Sì, e poi che fai quando non lavori sodo, tutto solo, stando da mattina a sera di fronte all’oceano? Per distrarti dalla noia, accendi la tv e ti sintonizzi, pure per sbaglio, su un canale a luci rosse.

E pensi: ah però, questa non è male. No, no, no. Ed è frustrante, onestamente, stare ad ammirarla con le mani in mano…

Una così devo conoscerla. Questa forse no, questa la dà a tutti. Ma, piuttosto che crepar di freddo tra queste gelide mura, in pieno inverno, una piccola uscita ci starebbe.

Il primo pub della zona non è poi molto lontano. Sì, forse non beccherò Brandi Love. Meglio, oramai è un colabrodo. E nemmeno Deborah Ann Woll. Perfetto, no, perfettina, è troppo dolce e perbenista, gasata e vuole amori di glassa. Deborah, se la tocchi, più che squagliarsi come un ghiacciolo, si rompe a mo’ di Glass. Ma una buona barista da The Punisher, chissà, forse posso trovarla. Una che sappia, eccome se sa, shakerare il milk al calore etilico.

E se invece incontrassi Grace Zabriskie di Twin Peaks 3?

Ah, ma potrei pure incontrare Lissie di Wild West.

 

Comunque i film da me più attesi sono, come detto, JokerThe IrishmanC’era una volta… a Hollywood, anche se non m’ha convinto per nulla il primo trailer,

Poi ci ficchiamo anche Gemini Man di Ang Lee.

Sapete che, tanti anni fa, doveva interpretarlo Clint Eastwood?

Lo ridico, a costo che mi diciate, come sempre, che sono ripetitivo.

Il più bel film del 2018 è The Mule.

Non voglio sentir ragioni.

Tornando invece a Twin Peaks.

Sì, David Lynch è un genio. Questi sono due momenti che m’hanno scioccato.

Perché, ricordate, Twin Peaks non è una serie televisiva, è uno dei più grandi film della storia del Cinema.

robbie hollywood tarantino

 

La durata dei film in questione e della nostra vita

Partiamo da Gemini Man. Abbiamo visto il primo filmato. Ma, se non sbaglio, la durata ancora non c’è stata rivelata. Conoscendo Ang Lee, non sarà sotto le due ore. Poco più poco meno.

Ang Lee, regista di un solo grande film, La tigre e il dragone. Bel colpo, sì. A pensarci bene, poi, proprio il suo Hulk è fra i migliori film “fumetto” di sempre. A proposito, Eric Bana che fine ha fatto?

Gli altri suoi film sono belli, eleganti ma troppo estetizzanti come il sopravvalutato, immeritato Leone d’oro Lussuria – Seduzione e tradimento.

Erano anni ove tutti impazzivano per Lee. Vedi l’altro Golden Lion di due anni prima, I segreti di Brokeback Mountain. Cioè vinceva sempre lui a Venezia.

Questo Gemini Man m’affascina. Un mezzo Minority Report con un uomo che scopre il suo clone più giovane, omicida. Molto interessante. Chissà davvero come sarebbe stato con Clint Eastwood di venti-trenta anni fa.

Callaghan che scopre un fascista assassino. A quel punto, nessun suo detrattore avrebbe più sostenuto che Eastwood sia un reazionario. Ah ah.

E Will Smith? Quest’anno uscirà anche con Aladdin di Guy Ritchie.

Ecco, qui ci starebbe appunto una battuta fintamente razzista in stile Clint: cosa? Aladino è un nero? Non c’è più religione, miei cari Alì Babà, volevo dire baccalà.

Ah, però c’è Alì, non è Will Smith? Ah ah.

Andiamo avanti, figlioli…

Tarantino e Once Upon a Time in Hollywood. Qui non abbiamo Ang Lee ma perfino Bruce Lee che le prende da Brad Pitt.

Da cui il famoso film L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente. Forse terrorizzerà Chuck Norris, un cesso sia come attore che come uomo. Brad Pitt, no.

Conoscendo Tarantino, qui staremo sulle tre ore abbondanti.

Dunque, proprio Joker. Todd Phillips si gioca tutto. Ha rischiato veramente forte stavolta. Perciò, un filmetto da un’ora e mezza non può essere. Anche in questo caso parliamo di un film sui 120 min. buoni.

Ah, che ve lo dico a fare? The Irishman.

Mi pare ovvio che qua potremmo arrivare addirittura sulle quattro ore circa. Weinstein sforbiciò Gangs of New York. Che infatti nella versione concepita da Scorsese doveva durare circa 240 minuti.

Adesso, Martin lavora per Netflix che gli ha dato quasi totale carta bianca.

Il film, considerando la trama, con tutti i flashback possibili e immaginabili, potrebbe essere un C’era una volta in America in salsa scorsesiana.

E arriviamo, come direbbe Rust Cohle/Matthew McConaughey, alla questione Netflix.

Sento dire un sacco di stronzate, amici.

Ad esempio, che oggi i tempi di fruizione cinematografica si sono accorciati a dismisura perché sarebbe calata la soglia di attenzione dello spettatore medio. Che non ha per niente voglia di guardare qualcosa che possa andare oltre i cinquanta minuti come l’episodio appunto di una serie tv.

Non è vero. Chiariamoci molto bene. Secondo me è il contrario, invece.

Un tempo semmai era così. La gente lavorava da mattina a sera. E, se si sorbiva 4h di C’era una volta in America era perché non c’era il videoregistratore, di conseguenza non vi era neppure l’home video e figurarsi se poteva esistere lo streaming.

Quindi, o te lo cuccavi tutto di fila sulla Rai quando lo programmavano con solo due interruzioni pubblicitarie oppure dovevi aspettare l’anno dopo per vederlo, quando l’avrebbero ridato. Poteva pure capitare che l’annunciavano il lunedì, poi saltava tutto e te lo piazzavano la sera dopo. E tu quella sera avevi la febbre.

Lo spettatore di oggi non è affatto più scemo e pigro di allora. Anzi, ribadisco, è l’esatto inverso. Oggi, il livello culturale s’è alzato a dismisura, anche se la cultura è diventata ipertestuale e informatica, oggi siamo tutti più smaliziati perciò meno fottibili, cinematograficamente parlando.

Un tempo forse la gente era molto più ingenua e avevo meno tempo da perdere col Cinema.

Infatti, oggigiorno, la gente è spesso sola e manco si sposa. Un tempo, oltre a lavorare e giocare a carte, oltre a mangiare, bere e dormire, che altro poteva fare per occupare le ore libere?

Ecco, ci siamo capiti. È per questo che marito e moglie avevano dieci figli. Poi, per tirarli su, lei doveva pensare alla casa, facendosi un culo enorme, lui era lì che arava i campi, faticando come una bestia.

Che cosa? Danno C’era una volta in America? Ma che vuoi che me ne freghi?! Domattina, devo alzarmi alle quattro. Che può darmi questa roba? Invece, cara, tu puoi darmi qualcosa di più sostanzioso, vero?

Oggi quindi che senso ha spararsi quattro ore di botto? Puoi vedere il film a spezzoni. Sta lì su Netflix. E chi te lo toglie?

 

Detto ciò, morale della favola: se volete continuare ostinatamente a fare i passatisti nostalgici e dire che Netflix è il male, fate pure.

Se volete dire invece che la questione è molto più modernamente complessa, è una visione della vita molto più sincera come il Cinema di Clint Eastwood.

La gente mi chiede: scusi, ma lei che fa nella vita? La bella figa?

Potrebbe essere così o potrei essere davvero un agente Cooper molto più reale di quanto potreste solo immaginare.


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Buonanotte #twinpeaks #onceuponatimeinhollywood #davidlynch #kylemaclachlan

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di Stefano Falotico

Possibile che non sudi? Possibile che non studi? Possibile che non scopi? Sì, sono Starman, avevate dei dubbi?


01 Mar

bridges starman

Sì, sto editando la versione internazionale del mio libro su Carpenter. Attualmente sui maggiori mercati librari in italiano, presto nella lingua più parlata del nostro pianeta, ovvero l’inglese.

Prometto, e io ho sempre mantenuto le promesse, essendo anche Jack Nicholson de La promessa, sì, un uomo talmente oltre da esser considerato pazzo perché nessuno crede alla sua versione assurda dei (mis)fatti, che dopo Pasqua il libro sarà sui migliori stores della Terra.

Per la cover non vi è da apportare nessuna modifica. Il titolo è già in originale, Prince of Darkness.

Per il resto, mi sto facendo un discreto culo. E, nel penare di quest’immane, universale fatica, mi prendo solo alcune pause in cui penso, fumando col caffè, a una gran figa dal fondoschiena turgido, rotondo come il globo terrestre, a cui esserle nell’equatore un magma trivellante al fine di limare ogni stretto di Gibilterra e unire la mia penisola con la sua donna sola.

Sì, per molto tempo son stato scambiato per Haley Joel Osment. Reputato uno schizofrenico semi-autistico dotato di sesto senso e di A.I.

Più che altro, fui trattato da lebbroso come se avessi l’AIDS.

Un uomo temuto, soprattutto da sé stesso. Infatti, mi alienai per molto tempo, leggasi anche mi arenai.

Per via del mio prenderla con filosofia, fui tacciato d’essere un grande Lebowski.

In verità vi dico che sono, sì, Jeff Bridges, ma quello di Starman. Appunto. Mamma mia, ripeto, sto rileggendo per la traduzione il mio libro su Carpenter. Ma è roba stellare, cazzo. Di un altro mondo.

Sì, mi piglio per i fondelli da solo quando indubbiamente faccio la figura del pirla ma so anche complimentarmi con la mia anima, compiacendomene, quando senza dubbio ho scritto qualcosa che voi, poveri deficienti, non scriverete mai.

Di primo acchito, posso apparire come Dougie Jones di Twin Peaks. La mia prima ragazza ebbe un ottimo fiuto nonostante già fossi molto accasciato, e non “accosciato”, ah ah, a causa di molti rifiuti. Tanto da rischiare di diventare un umano rifiuto.

E lei capì, eccome se lo carpì, che dietro quell’espressione da tonto, da uno senza cervello, si nascondeva invero un grandioso uccello.

Io rimasi interdetto anche quando finimmo l’accoppiamento e lei, estasiata, mi volle, fortissimamente volle ancora dentro. Sì, come Alfieri e io le fui con piacere ancora fieramente alfiere.

Son scherzi che si fanno? No, devi riprendere (f)iato ed elevarti dalle squallide scopate.

Portare la mente a un livello concettuale della realtà molto sofisticato.

Devi ascendere a Starman.

Sì, a me nella vita è successo questo. Prima pensavo di non essere molto adatto al porcile volgare di massa(ie). Ma dovevo appurare, in maniera come ho detto impura, se era vero o se la mia era solo un’incapace verga. Ero un impotente matterello o solo un potente mattarello? Io direi un menestrello. E fu sol un minestrone non tanto bello.

Adesso, anzi, da an(n)i a questa parte, ho tristemente compreso che questo mondo mi debilita. Questo mondo capitalista, edonista, marcio, burocratizzato. Ove, se non ti attieni alle trombate collettive, vieni presto… sì, lobotomizzato.

No, non è il mio habitat. Non mi do affatto delle arie, credendomi chissà chi. Espongo i falli, no, i fatti come stanno.

Il mio habitat naturale è il firmamento.

Insomma, pensavo di essere caduto dalle stelle alle stalle e di essere un coglione stallone e invece, ahimè, ho capito di essere realmente un “extra-terrone”, come dice Lino Banfi.

Un uomo malinconico non inseribile, nonostante l’abbia inserito…, ai parametri efficienti di questa società ad alto tasso di produttiva coefficienza e, come detto, di notevole scemenza.

Appena prendo aria, uscendo dal guscio, mi sento soffocare, le palpitazioni cardiache crescono e davvero sudo… freddo. C’è una bomboletta di ossigeno? In mancanza di quella, è gradito anche un bombolone alla crema.

Sì, essendo il mondo popolato da animali, essendo io geneticamente superiore, dovete credermi. Quando giocavo a Calcio, non sudavo mai.

E molta gente si chiedeva: ma questo come fa a sapere tutto e non ha mai studiato?

Siamo anche sicuri che abbia scopato?

Fidatevi, io ho molto sgobbato.

Essendo genio innato eppur mai nato.

Un bel problema, cazzo. Ora, come lo mettiamo? No, la mettiamo?

Mi son di nuovo superato. Tutti quanti questo risultato, perfino gli psichiatri, avevano sperato.

Io no, invece. Perché sapevo che sarei stato soltanto nella purezza speronato.

Sì, a questo mondo di puttanesimi e troiate, è meglio una sana peperonata. Rivoglio il mio battesimo!

Sì, pur di tornare lindo, son disposto perfino a un periodo di quaresima.

Infinito!

di Stefano Falotico

Il Genius, il ritorno, meglio di Twin Peaks 3, e buon Natale a tutti


22 Dec

42-1torino cristallo

Il cuore rivelatore, che fantastica storia è la vita!

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Il cuore rivelatore, che fantastica storia è la vita!

E tutti che pensavano assurdità sul mio conto. Lotte, invidie, mormorii, pettegolezzi.

Ma, restaurato, rinnovato, rincuorato, mi è giunto a casa il libro col mio racconto Un angelico miracolo.

E, fra un colpo di genio e l’altro, una colazione con molta panna e molto zucchero, sono io che risolvo i problemi, vero Mr. Wolf, rinato a suadente decadenza.

E se il grande Dario Argento filmò a Torino, no, a Roma, L’uccello dalle piume di cristallo, perché io non posso recarmi in questo capoluogo piemontese come il mitico Lino Banfi di Al bar dello sport e ammirare, dall’alto della mia Mole Antonelliana, tutto il panorama di questa vita strana?

Habemus Papam! Evviva le romane e anche le spagnole!

Come un gargoyle a Notre-Dame, osservo la miseria degli stolti e ballo assieme a Edgar Allan Poe la magnificenza della mia spettacolare giovinezza mia perduta o forse giammai vinta.

Tutti pensavano che fossi un martire e invece sono spaziale artista da Montmartre.

È ancora presto per ascoltare il rumore del mare, son riemerso come una marea di Mont Saint-Michel perché vado matto per quella figona di Pfeiffer Michelle. O meglio, ora Michelle è un po’ andata ma in giro ci son altre bionde che aspettano soltanto che io nei loro buchini le strapazzi come una buona frittata.

Molti pensavano che scherzassi quando mi autodefinii il Genius. E mi pigliarono per malato di mente.

Invece, io non sono né malato né inculato, resto un ragazzo con un ottimo c… o.

E d’ora in poi fatevi i vostri.

Un certo Lavstig su Facebook mi ha detto che son penoso. Dopo tre minuti, l’hanno ricoverato in manicomio perché gli son arrivate tre frecciatine che l’hanno fatto capitombolare di colpo.

Un altro, un tale Frattini, mi ha dato l’appellativo di poveraccio. Sì, questo pensionato avrà da me solo un rutto in faccia e una scoreggina distillata con enorme aplomb, silenziosa, scricchiolante nello sfintere a lui inchiappettante.

 

 

di Stefano Falotico

Test Falotico, scoprite se siete vecchi o vi tira ancora alla grande


05 Oct

mag20Un test forse testicolare.

Si capisce che tuo padre è invecchiato quando cerca su Google l’altezza degli attori del passato e le ragioni della loro morte.

Sì, mio padre fa così. Dopo aver fatto la spesa e imbottigliato il vino, si siede e “accende” Google.

Ha scoperto, con sua somma sorpresa, che Gene Hackman, il prossimo 30 Gennaio, compirà 89 anni e da circa quindici anni non fa più film. Che Stallone è del ’46, mentre Bruce Springsteen è nato dieci giorni dopo di lui, il 23 Settembre del 1949. Mio padre, allora, si guarda allo specchio e comprende che il Boss è più gagliardo perché alla sua età sa ancora reggere un concerto di tre ore e invece lui non sa tenere per più di quattro minuti in mano la sigaretta. Perché la fuma nervosamente in trenta secondi.

A mio padre è sempre piaciuto Sean Connery. Ma non solo come attore. Proprio come uomo. Sì, mio padre non è omosessuale, altrimenti io non sarei qui a scrivere ciò, ma è pelato come Sean. Dunque, per affinità “elettive”, considera Connery un grandissimo. Sapete quella leggenda metropolitana secondo la quale gli uomini più calvi sono sessualmente più dotati? Mio padre è sempre andato in giro a dire a tutti che lui è pelato perché fra le gambe ha una specie di albero di Natale. Con tanto di palline colorate, di luci fluorescenti a intermittenza sul rosso vulcanico. Ah ah.

Mio padre si consola quando guarda le foto di Jack Nicholson alle partite di basket dei Los Angeles Lakers.

– Guarda lì che panza. E anche la faccia oramai è in stato avanzato di putrefazione. Sì, Jack si sta decomponendo. E non è molto più vecchio di me. Dunque, sì, io mi porto benissimo i miei anni.

 

Da un po’ di tempo a questa parte, mio padre è anche diventato un mezzo maniaco. Sì, alle volte andiamo al cinema assieme. A vedere film che possono piacergli. E mi sono accorto che, quando fa il biglietto alla cassa, scruta con far un po’ perverso le ragazzine tutte “attillate” che vanno a vedere i film mielosi…

– Che guardi? I culi delle ragazze?

– Macché. Penso che hanno ancora una vita davanti. E rimpiango quando me la godevo, fottendo di brutto.

 

Sì, con la vecchiaia si diventa un po’ bavosi. Soprattutto quando si è ancora sposati. Mio padre, credo, che non abbia mai tradito mia madre. A tutt’oggi nemmeno. Quando rincasa tardi la sera, è solo perché ha trovato una zoccola… in cantina e ha perso due ore ad ammazzarla, scopando poi tutto il porcume…

Mio padre si è fissato con Clint Eastwood, ch’è alto più di un metro e novanta. E, secondo lui, vista l’altezza, ha avuto sempre una bella, notevole “oca”.

– Quel Clint lì, eh sì, fa sempre la parte del buono. Ma chissà a quante bonazze ha mostrato la sua Magnum da Callaghan. Sì, è per questo che ora sembra un teschio ambulante. L’hanno spompato. Comunque, sta morendo ma ci ha dato…

 

Mio padre non ha mai amato Nanni Moretti. Perché secondo lui, dietro quei modi raffinati e moderati da uomo di Sinistra, si nasconde un mezzo frocio persino fascista. Ma non capisco perché, allora, sia sempre stato fan di D’Alema.

 

– Chi? Moretti? Nanni uguale nano. La smettesse di prendere in giro Pacino di Heat. Non vale un cazzo. Si spaccia per un genio e invece il suo Cinema, a mio avviso, è bassissimo. Non mi emoziona, non trasmette nulla se non lo smog della sua Vespa in Caro diario.

– Ma è un omaggio sentito a Pasolini.

– Mah, Pasolini. Un altro… Indubbiamente gran pensatore ma anche un rotto in culo. Pasolini uguale pisellini. E quella scena di Nanni mi ha sempre fatto addormentare. Sì, ora vado a farmi un pisolino.

Poi, stasera mangerò pasta e piselli.

 

Da vent’anni a questa parte, e non è che abbia tutti i torti, non gli piace nemmeno De Niro.

– Ma perché De Niro, ultimamente, sembra sempre quello di Flawless? Fa le smorfie con la bocca storta. Non è che ha avuto un ictus?

 

Per quanto riguarda le attrici, mio padre è ancora più lapidario.

– Sophia Loren? Un cesso. Cioè, sì, per quei tempi, ove le donne poco si curavano e non andavano in palestra, aveva indubbiamente un seno che avrebbe allattato un plotone di marines. Ma ha sempre avuto una faccia da mezzo uomo, sembrava un lupo della steppa.

– Paola Cortellesi ti piace?

– Sì, credo che non abbia trovato però il lavoro adatto alle sue caratteristiche.

– Cioè?

. Andare a far la pasta sfoglia. Sì, cucinasse un paio di tortellini.

– Ambra Angiolini?

– Ma chi se l’incula? Solo quel fruttivendolo di Allegri e quel volpone di Gianni Boncompagni. Che le ha dato una bella spinta, la classica bottarella, per metterla lì. Io la vedrei bene a fare lo scontrino in un bordello di Salerno. La verità è che non vale niente né come donna né come attrice. E ti dirò di più, figliolo. Non serve a nulla neppure come puttanella.

– Luisa Ranieri?

– Meglio suo marito.

– Ma sei frocio?

– No, mi piace Montalbano…

– E degli attori italiani del passato… chi ti piace(va)?. Gassman?

– Un esaltato, er tigre… ma de che? Soffriva di balbuzie.

– Mastroianni?

– Per l’amor di dio. La faccia da prete bugiardo per antonomasia. E, tornando alla Loren, non ho mai creduto che fossero solo amici. Ogni volta che, tutt’ora, la Loren parla di Marcello, si allupa ancora di più…

 

Ho detto tutto… Quindi, giovani, non scoraggiatevi se scrivete un libro come Arthur Rimbaud e i vostri padri leggono invece le offerte della Conad.

Comunque, dovete sapere che mio padre a trent’anni era identico a questo qui.

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E ora invece? È uguale a questo.

 

 

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Morale: mio padre non cambierà mai.

Ma nemmeno voi.

Prima almeno eravate giustificabili perché puri. Adesso, siete solo dei rincoglioniti. E la vostra vita, fidatevi, è andata a farsi fottere.

 

 

di Stefano Falotico

Twin Peaks: molti sono curiosi di vedere la mia casa, ebbene ve la mostro


07 Apr

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Qui abita il Genius, l’uomo più invidiato del mondo, per via della sua inconfutabile elevatezza, della sua indole poetica e della sua mente oltre i confini dell’immaginazione.

Poi, ci sono i mediocri che affibbiano patenti oscene che io “distorsi” poiché sono pirandelliano e non sono classificabile… ah, state lontani dalle megere… mi sembrano la madre di quella “disgraziata” della Palmer. Poveretta…

Sì, dovreste essere fieri di avere un uomo come me, poco adatto alle nefandezze della frivolezza di massa e cuore puro da sognatore giammai abbattuto.

Mi dispiace per quelli che si sono arenati a una vita mestamente “felice”. Avranno da pagar le bollette e hanno perso da parecchio la bussola… insomma, dei bolliti.

Invece, io viaggio fra scossoni, bollori e botte in testa, senza bottane ma comunque amante delle sottane…

Perché, “sotto sotto”, i mediocri dinanzi al vero piacere se la fan sotto, e io invece io me la faccio pure di lato. Sono, sì, un uomo ubiquo, senza perfetta collocazione, eppur “obliquo” lo ficco in quel posto a chi vorrebbe rendermi sghembo o trattarmi da elephant man…

Sì, mi guardo allo specchio, il mio naso è lungo ma non dice le bugie come Pinocchio, a differenza di molti noiosi e ammorbanti quattrocchi, ed è parimenti proporzionale di lunghezza a “qualcosa” che sta nel mezzo di “dura” interezza. Sì, emano molta tenerezza e le donne, intenerendosi, propendono poi a trattarmi con “durezza”. Non è male come tattica, no?

Sì, son ancor intatto e lei, donna, mi tatti pure. Sono un intoccabile ma se lei mi toccasse anche io la toccherei. Sì, racconto la mia storia alle donne e loro dicono che è molto toccante…

Questo si chiama il “tocco magico” del Genius. Un uomo molto toccato, toccatissimo.

Per fortuna…

Insomma, mi fanno quasi tutti un baffo.

Sì, bisogna prenderla con filosofia. Lei invece come la prende? Con ragioneria? Mah, sarà… cioè, quando la sua donna si mette a novanta, lei dopo il lavoro continua a fare l’impiegato? Ah, siete colleghi. Anche lei ha una vita impiegatizia, diciamo… Ma che bella messa in piega…

La faccia da culo c’è? Sì sì… eccome.

In poche parole, non mi si può perculare. Diciamo che sono “erculeo”, nel senso romanesco di intercul’…

Non sono mai stato un fifone, questa è una diceria delle malelingue. Son sempre stato un figone, purtroppo…

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di Stefano Falotico

Le solite giornate stressanti della nostra vita amletica


03 Apr

American Hustle

Sì, spesso la vita non è come l’avevamo sognata. Insomma, quando avevo tredici anni, chissà perché, mi ero iscritto al Liceo Scientifico e avevo sogni d’astronauta, poi m’innamorai del Cinema di Scorsese e degli anni Settanta, diciamo anche che “impazzii”, sì, per dovere morale alla coscienza che non può più mentire, sì, lo confesso, il mio cervello sbandò e visse di nottate da licantropo, forse memore del film con Michael J. Fox, Voglia di vincere, ma anziché trionfare da “lupetto” divenni un po’ “infetto”. Alcuni, i maligni, dicono inetto, io continuo a credere che fossi in quel periodo un po’ bimbetto con un bell’uccellone. Sì, un mezzo guaglione eroticamente sempre “ardente” eppur poco nella realtà “ficcante”. Sì, scalognato, vessato, angariato, di offese subissato, crocifisso e forse di miei rituali un po’ fissato. Eppur di nuovo nella vita giornaliera mi son issato, ancor spesso nel costato trivellato e dai cattivi “sodomizzato”. Eppur si va, e i dì si fan impegnativi, ardui e strenuo (r)esisto nel casino generale, ove laureate in Girisprudenza mi fan prudere di rabbia perché si son prese il titolo solo per legiferare su chi non ha una casa, altro che cause. Son donne “buone”, sì, quasi tutte queste son pimpanti, han fisici slanciati, son statuarie e sanno come circuire un maschio, irretendolo nella loro spirale di calze a rete “illegali”.

Sì, a dire il vero sono solo delle fanatiche del culo, quello che hanno loro dopo ore di palestra tonificante e quello di chi si son scelte come fidanzato, un tipo che fa invidia all’avvocato Agnelli. Ah, mie caprette, dovete conoscere la “Costituzione” di queste donne, donne che vogliono i soldi e non voglion restar sole. Non fraintendiamo quando dico sole. Non creiamo disambiguazioni. Sole non sta per la sfera che illumina la Terra, né come abbreviativo un po’ in romanesco di suole, né come sostantivo per identificare le persone rimaste in solitudine, io parlo di vere sòle, cioè donne che sono una fregatura, sì, vi raggirarono, e fu solo un piacere imbrogliante. Sì, quando stavate con loro v’imbrodaste ma ora siete rimasti di nuovo soli senza Sole e al tramonto bevete un brodino aspettando il rosso di sera ché bel tempo si spera. E, sperando, va la malinconia andante.

A parte questa constatazione, questa afflizione, so che le abbuffate pasquali vi hanno reso pienotti come Christian Bale di American Hustle. Sì, prima del giorno della Redenzione, pesavate trenta chili in meno e, adottando un metodo naturale d’ingrassamento, “puro” Actor’s Studio non premeditato, adesso potete competere per interpretare la parte di Jake LaMotta in Toro scatenato, sì, quando Bob De Niro diventa un panzone deforme.

Ieri sera, ho visto finalmente Assassinio sull’Orient Express di e con Branagh. Ecco, avevo letto cose infami su questo film. Questa gente si dovrebbe vergognare di dichiararsi critica. Criticasse la sua pochezza, più che altro, e si astenesse da giudizi affrettati, ché poi non si distorcono solo i film di qualità ma anche le persone di giusta sanità. Date valore agli uomini di buona volontà!

Ad esempio, alla fermata dell’autobus vedo sempre un tizio che mi sembra un deficiente e mi asterrò qui dal dirne il nome, ma probabilmente è un genio ed è solo il mio occhio, diciamo, “epidermico”, che lo giudica a “pelle”, ad averlo relegato in un’infima categoria sociale. Semmai, se avessi modo di conoscerlo, di entrare in empatia col suo vissuto interiore, non mi limiterei a un voto così ingiurioso.

Vabbe’, leggetevi la mia recensione e capirete che so, so… Sembra che io non sappia poiché vivo una vita da seppia, eppur io sempre seppi, lo sa anche Giuseppe. Facciamo il presepe, sì, dopo Pasqua viene Natale e Pasquale è il nome reale di Banfi Lino.

Stamattina, ho dovuto scrivere degli articoli in cui non credo molto ma servono per sbarcare il lunario.

Quindi, dopo un pranzo lauto, rincominciarono le cose odierne poco liete.

Sì, ricevo una mail da IBS.it, e mi han detto che il mio ordine di Twin Peaks non può essere completato perché PayPal non “risponde”. Invero, la carta di credito mio prepagata è scaduta, dopo dieci anni, proprio il 4 Aprile, giorno di Pasqua, no, invero è oggi, no domani, ma a quanto pare la banca, insomma, che casino! E dire che l’ordine l’avevo effettuato il 29 Marzo e pensavo che mi avrebbero spedito il “prodotto” prima della scadenza. Al che ho dovuto aggiornare il metodo di pagamento, inserendo la nuova carta, in questi giorni arrivatami, dunque è partito in automatico l’ordine ma, nel frattempo, manualmente avevo ripagato lo stesso ordine. Insomma, partirono, son partiti due pagamenti. E io stavo partendo… oh, nessuno ha voglia di rimetterci dei soldi. Perciò ho dovuto telefonare all’assistenza clienti e spiegare l’equivoco. Il problema pare risolto.

Ecco, risolto un problema se ne presenta un altro. Una mia amica mi dice che il video di presentazione del mio ultimo libro, da me scrupolosamente allestito, non è riuscita a scaricarlo, o meglio è scaduto il file WeTransfer.

Per fortuna l’avevo salvato, e ho dovuto rispedirlo. Ma dico… se lo spedii perché dovetti rimandarlo? Ah, qui si rimandano le scadenze.

Ah, quello mi è scaduto. Io non son decaduto, ma decadente.

Al che mi telefonano… è arrivato il lettore Blu-ray che avevo ordinato ma oggi pomeriggio non posso ritirarlo.

Sabato scorso, a mezzanotte e mezza, mi han suonato al campanello. Era un amico dell’inquilino terzo piano che aveva sbagliato, ma siamo sicuri che sbagliò?

Si pena, si pensa, e tutto pesa ma pigliamola con filosofia. Sì, potrei laurearmi in questa facoltà. Ma non sono facoltoso. Insomma, è una scelta facoltativa ma bisogna essere abbienti per certi “ambienti”. Lei è benestante? Ben le stia, evviva le carestie!

 

di Stefano Falotico

Il Blu-ray di Twin Peaks 3


16 Mar

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Molti si stupiscono della mia vita e, ogniqualvolta cambio rotta e sperimento nuove parti della mia personalità, la gente rimane spiazzata perché pensava di avermi inquadrato e invece deve rivedere le sue posizioni.

Per questo sono lynchiano, lunatico ed esoterico, maniacale, ossessivo, pulito, igienico, asettico e poi creativo, pindarico e gioviale, giovane e vecchio, avventuroso e trascendente, onirico e pigro, melanconico e rock come le ballate dei finali di questo capolavoro immenso.

E solfeggio di voce roca nel traffico dei comuni mortali, benedicendoli perché hanno speso 80 Euro per comprare la collection de L’armata delle tenebre e probabilmente invece non compreranno questo cofanetto. Con tutto il bene che si può volere a Raimi Sam, David è di un’altra categoria, davvero folle, visionaria alla massima potenza.

Per Pasqua, nel giorno in cui il Cristo, dopo essersi fatto uomo, ascese al Cielo in redenzione e remissione dei vostri peccati, regalatevi questa “roba”. E smettetela di stronzeggiare su Instagram.

Invece che attorniarvi di fighe e figotte, anziché darvi i pizzicotti e star a mangiare solo pizze guardando le donne col pizzo (ah, ci son anche quelle col pizzetto, perché donna “baffuta” sempre piaciuta, ah ah), sparatevi un Kyle alla Falotico, che soffre di “disturbi deliranti” nel miglior stile che piace a me.

Anche perché, detta fra noi, e spargete pure la voce del Ver(b)o in giro, la realtà è quella che ci costruiamo noi. Lasciamo che i politici si scannino e vestano impettiti, perché ho sempre preferito i “pazzi” agli imbalsamati.

Andate in pace.

 

Morì Darlanne Fluegel di C’era una volta in America e domani sera, ai Golden Globe, tifo De Niro!


06 Jan

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Eh sì, la cara Darlanne io la conosco bene. So che a molti il suo nome non dice e non disse nulla, ma io conosco il Cinema meglio delle tasche di Zio Paperone e le sue poche ma ottime interpretazioni, il suo viso sottile e nevrotico, la sua femminilità quasi “virile” son cos(c)e che mai scorderò. È morta a solo 64 anni, per l’Alzheimer, una forma precoce di Alzheimer che le diagnosticarono già negli anni novanta, quando di anni ne aveva decisamente meno, e che l’ha debilitata parecchio, tanto da far sì che se ne andasse angelicamente evanescente eppur in modo commovente. Invero, la notizia ufficiale è stata diramata solo un paio di giorni fa, ma era già deceduta lo scorso 15 Dicembre. Poi, i parenti hanno dato il triste, inevitabile annuncio. Ho letto che il suo ruolo più famoso è quello della femme fatale fidanzata del personaggio di De Niro in C’era una volta in America. Invero, questa è la versione “politicamente corretta”. Perché, se non ricordo male, e come potrei, nel film diventa la fidanzata di James Woods, e da De Niro invece viene “brutalizzata” quando lui e la sua combriccola di gangster rapinano il negozio di gioielli. Ah no, era Tuesday Weld. Scusate. Su questo film appunto memorabile, epocale, ne son state dette tante. E se Mereghetti è convinto che, nonostante tutto, non sia quel capolavoro assoluto che tutti dicono, perché a suo avviso è troppo “triviale” e, paradossalmente, non riesce a essere un’elegia romantica riuscita per la sua aridità (?) di sentimenti, per la secchezza irrisolta della psicologia dei suoi protagonisti, a tutt’oggi la definizione più pertinente è quella del compianto Morandini, perché Once Upon a Time in America è esattamente, splendidamente riassumibile nelle sue testuali parole: il presente non esiste: è una sfilata di fantasmi nello spazio incantato della memoria. Alle sconnessioni temporali corrispondono le dilatazioni dello spazio: con sapienti incastri tra esterni autentici ed esterni ricostruiti in teatro, Leone accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso l’America metropolitana (e la storia del cinema su quell’America) che è reale e favoloso, archeologico e rituale. Sono spazi dilatati e trasfigurati dalla cinepresa; spazi anche sonori e musicali, riempiti dalla musica di E. Morricone e da motivi famosi: “Amapola”, “Summertime”, “Night and Day”, “Yesterday”. È un film di morte, iniquità, violenza, piombo, sangue, paura, amicizia virile, tradimenti. E di sesso. In questa fiaba di maschi violenti le donne sono maltrattate; la pulsione sessuale è legata all’analità, alla golosità, alla morte, soprattutto alla violenza. È l’America vista come un mondo di bambini. Piccolo gangster senza gloria, Noodles diventa vero protagonista nell’epilogo quando si rifiuta di uccidere l’ex amico Max. Soltanto allora, ormai vecchio, è diventato uomo.

Sì, è un film “sporco”, volgare, proustiano, misogino, irruento, immenso, e poco c’importa se De Niro/Noodles sia un uomo rozzo, pieno di contraddizioni, violento, carnale e poi eccezionalmente metafisico e, nel finale, purissimo e ambiguo. Proprio in quest’ambiguità consiste il fascino senza tempo di un masterpiece inscalfibile e titanico.

Ma, tornando alla Fluegel, io la ricorderò certamente anche per un altro capolavoro, il feroce Vivere e morire a Los Angeles di Friedkin, anche in quel caso nei panni di una bella pupa contesa dai due protagonisti.

Ed è stata anche la donna di Stallone in Sorvegliato speciale. La donna innamorata che rischia di essere violentata (un’altra volta!?) dalle guardie carcerarie aguzzine e che sosterrà da lontano, moralmente, quel Sylvester ingiustissimamente vessato e angariato dal tremendo, sadico Sutherland. Non un grande film, a dir il vero, ma Darlanne, sebbene compaia poco, è una presenza forte e di valore.

Ora, invece andiamo a parare nuovamente su De Niro. Domani è il favorito ai Golden Globe per la sua interpretazione di Bernie Madoff in Wizard of Lies. Una prova egregia, quieta, compassata ma al contempo carismatica e potente. Anche se, a ben vedere, chi meriterebbe davvero è il magnifico Kyle MacLachlan di Twin Peaks. Fra i due litiganti i “terzi” potrebbero fregarli, cioè Jude Law di The Young Pope ed Ewan McGregor di Fargo.

Di mio, sono un joker spesso malinconico, un’incarnazione del male, no, Mare dentro… e sono il globo d’oro delle mie emozioni dorate. Insomma, a-doratemi.

Non mi mostro molto in giro ma dovrebbero farmi santo, perché sono il più sano. Anche se spesso mento di lungo naso ma dico la verità incontrovertibile, e sono dunque sia mentitore che dei mie fan amabile mentore, ho una gran mente.

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di Stefano Falotico

A grande richiesta, riproponiamo questo mio must alla Dougie Jones


16 Aug

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Sì, dopo il successo ottenuto su Facebook, ecco il video di questo mio scritto di ieri.

Intanto, De Niro abbonda di panza assieme al Boss, un padrino poco Corleone e molto cor di panna.

Buona la crostata, vero, Bob?

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)