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EVA DE DOMINICI: lasciate stare Osho, il buddismo, i budini e le burine, gli psichiatri, le pasticche, Nanni Moretti, Morelli e le morette


28 Jul

Eva del peccato

Sì, son particolarmente ispirato in questo periodo. Son risorto come il Sole ogni giorno.

Sì, il Sole sorge ogni giorno. Alba Parietti invece sta declinando al tramonto mentre io respiro aria solare tre volte l’anno. Quando, dopo nottate mie insonni da lupo solitario della brughiera della nebbiosa periferia bolognese, non avendo preso sonno, apro la finestra, cammino fuori come un balcone con in mano un caffè da vero nevrotico dall’aspetto smunto simile a Nosferatu e brindo agli amori perduti e agli albori dardeggianti d’un crepuscolo da Ugo Foscolo sui generis o forse reincarnatosi, in lui generatosi.

Sì, sono io l’autore del carme Dei sepolcri, essendo oramai senza carne eppur vivendo di totale karma.

Da tempo immemorabile, infatti, non faccio una scopata, se non a terra. Visto che, durante la mia notte turbolenta, nella quale mangiai di fame chimica il mio risotto in bianco, indistruttibilmente funereo come il metallico, più duro adamantio, rimango nonostante tutto una persona romantica.

A differenza di voi che, malgrado ogni notte vi siate imboscati e (im)bucati con qualche lucciola, il mattino dopo già vi disperate con le vostre esistenze poco adamantine, affliggendovi nel più inconsolabile, nefasto, nero pianto.

Sì, state sempre a lamentarvi. Non ve ne va mai bene una. Sì, ieri vinceste alla SNAI una cifra pazzesca, al che sperperaste tutta la vincita, appunto, con una mignotta che, col sen(n)o di poi, vi rimase sullo stomaco quando prima vi stette sul cazzo. Cosicché, al risveglio, siete sempre rimasti poveri in canna e non avete ora neanche non solo una dea ma neppure tre deca per rifornirvi dallo spacciatore che ha il doppio lavoro. Sì, il vostro pusher non soltanto vende illegalmente sostanze stupefacenti, ovvero un campionario di droghe che vanno dall’eroina alla cocaina sin alle più misere canne, invero nel tempo libero fa come Harvey Keitel di Taxi Driver, sì, è pure il pappone delle belle bambine…

È un uomo che si chiama Sport e, coi soldi guadagnati dalle vostre tasche, s’è fatto addirittura l’abbonamento completo a Sky per guardarsi Ronaldo alla tv e Il cattivo tenente.

Sì, il losco figlio di zoccola s’è sistemato alla faccia vostra.

Già, vedo i ragazzi migliori della mia generazione oramai assaliti dalle più misteriose, non diagnosticabili patologie mentali.

Al che, ecco il disoccupato che si auto-dichiara affetto da disturbo borderline soltanto perché è stato lasciato da una malata di anoressia. Forse solamente frigida oppure ninfomane. Cosicché, nella bulimia delle sue irose crisi depressive, prende di mira tutti gli invalidi. Da quelli psichici a quelli meno(a)mati fisicamente.

Non fa altro per tutto il giorno, se non inveire su tutti, senz’eccezione alcuna nella sua smania delirante d’onnipotenza, tranne quando va dallo psichiatra che, coi soldi da lui elargitigli, chiama Sport/Keitel per impasticcarsi di sesso freudiano con la minorenne da lui educata come Michael Fassbender nei confronti di Keira Knightley di A Dangerous Method.

Un troiaio generale di caporali che dettano regole e sbattono pure tegole in testa ai senzatetto. Anche a quelle senza tette.

Comunque, persino i barboni si sono infurbiti. Adesso, non elemosinano più ai semafori.

Dalla loro camera iper-tecnologizzata, diffondono in rete le loro richieste assistenzialistiche da veri informati(ci) aziendalisti. Sì, ora domandano con insistenza soldi da gigolò, no, a gogò tramite il crowfunding delle risorse umane. Questo il messaggio tipico:

questo sono io. Ho la connessione ADSL e non ho l’AIDS. Pago tutte le bollette della luce e del gas e mangio piuttosto bene. Però, non ho i soldi per stare alle Seychelles e dunque per farmi un selfie come vanno di moda oggigiorno su Instagram. Ne va della mia dignità.

Perciò, vi chiedo cadauno almeno venti Euro.

 

Sì, le persone sono impazzite. Vivono di autocommiserazioni, cercando solidarietà da chi sta messo più a pecora di loro.

Si rivolgono allora ai filosofi d’oriente ma non ne cavano niente. Si recano quindi dagli occidentali curatori dell’anima, oserei dire incidentali. E cacciano più accidenti!

Psichiatri dei miei coglioni li rabboniscono, sedandoli come cavalli quando, prima di recarsene, almeno erano imbizzarriti stalloni come Rocco Siffredi.

Guardate, è penoso Siffredi. No, non sono un moralista ma, cazzo, uno che non ha problemi d’erezione com’è possibile che sia così impotente nella dizione? Gli occorre il Viagra per curare la sua difficoltà a parlare in italiano retto, no, corretto.

Una fica bestiale, no, fa una fatica incredibile. Suda freddo appena deve recitare la pubblicità delle patatine…

Di mio, sono appena reduce dalla visione del film Sangue nella bocca.

Una porcata rarissima. Non perché questa pellicola contenga scene sessuali ai limiti della pornografia più casareccia, semplicemente perché aveva ragione Orson Welles.

Il sesso filmato nel Cinema di “serie a” non serve a una minchia.

Il piacere nasce dal non detto, dagli sguardi sottilmente ammiccanti, dall’aura magnetica della seduzione invisibile eppure corposamente pugnace.

Non c’era bisogno dunque di spogliare la bellissima Eva De Dominici e sottoporla alle perenni sodomizzazioni del regista. Che, dopo una vaccata del genere, a mio avviso s’è infatti auto-inculato.

Sì, Sangue nella bocca è un American Beauty argentino mischiato a una telenovela, appunto, sudamericana con scene molto spinte e sudate. Talmente reiterate e interminabili che comunque devo stringere la mano appunto al suo regista. È riuscito a curarmi dall’insonnia. Dire, cazzo, che le avevo provate tutte.

Ah ah.

Pensavo che sarebbe finito almeno come Million Dollar Baby. Manco questo.

Il protagonista, detto Il Tigre come Vittorio Gassman, viene lasciato dalla moglie e dunque dai figli, perde il match della sua rinascita e la ragazzina con cui sta lo cornifica con un bisteccone…

Sì, Sangue nella bocca è lo scult di fine stagione.

Vale comunque per Eva.

Sì, la fine di ogni uomo partì per colpa di Eva. Adamo docet.

Di mio, che posso dirvi? Voi v’indiavolate a fottervi a vicenda ma a me piace, come Lucifero, mettere la mia lingua serpentesca fra moglie e marito. Ecco, avrei due domande da porvi. Voi conoscete Rambo? Chi non lo conosce? Mentre in questa foto cosa si vede? Un cotton fioc piantato nell’orecchio?

Bravi. Mi compiaccio nel sapere che ancora dementi del tutto non lo siete diventati.67682919_10214159488604057_6823429897663283200_nEVA DE DOMINICI FIGA evadedominici Eva sbaraglia De Dominici

 

A proposito di The Italian Stallion, ovvero Sly: un tempo non mi risparmiavo e sognavo di essere Rocky Balboa…


27 May

saga rocky blu rayAdesso devo centellinare ogni spesa, anche quella del dentifricio della Coop, per risparmiare e potermi permettere, oserei dire, il lusso di comprarmi il Blu-ray di Rocky – La Saga Completa a prezzo scontatissimo di 13 Euro e 38, salvo… spese postali eventualmente gratis se mi abbono ad Amazon Prime.

Ho detto tutto. La mia vita è stata un franchise di sfighe a ripetizione, di spinoff e reboot ricalcati sulla solita trama con poche variazioni tematiche. Ovvero, ogni qualvolta credetti che si fosse accesa in me la spina, ogni volta che pensai d’aver imboccato la via della svolta, ecco che la gente noiosa e spenta, volendomi imboccare con le sue buoniste rose, adattandomi alla sua visione falsa, melensa e retorica, mi ha urlato che sono eternamente un brocco che nessuna ne imbrocca e imbroccherà, mi ha tolto pure le brocche d’acqua naturale, gridandomi che non sono e non sarò mai dotato di sufficienti, robuste spine dorsali (sì, non ce n’è solo una) per poter resistere in un mondo di bestie e dementi.

Sì, non ho mai preso ripetizioni da nessun insegnante. Però io posso dar lezioni a tutti.

Mi do, malgrado quest’inutile eppur lodevole virtù, solamente un altro paio di anni. Al cui scadere, no, non sarò miracolato come Re Artù, estraendo la spada nella e dalla roccia, bensì sarò in modo truculente infilzato dalla caudina forca di questa società medioevalistica e fetente. A partire dalla mezzanotte scoccata di quest’ultimatum datomi, altro che Cenerentola, avrò solo due scelte esistenziali e lavorative a cui abiurare come Andrew Garfield di Silence:

o andrò a elemosinare ai semafori oppure, essendo oramai fuori tempo massimo per insegnare, fuori dalla mia porta sgarrupata di casa, metterò su l’insegna con la scritta epocale e stoica come il celeberrimo underdog di Philadelphia interpretato da Sylvester:

stallone italiano sfiancato per colpa della crisi incombente, più che morto di figa, sta morendo di fame.

Per ovviare a un probabile suicidio immediato, diciamo coming soon, invisibile non soltanto sul grande schermo bensì pure alla tv locale, visto (da nessuno…) che se morirò non mi dedicheranno certamente un servizio tele-giornalistico ma mi daranno e regaleranno la patente di loser mai nato, sì, potrò salvarmi, reinventandomi come Rocco Siffredi delle periferie del sottobosco bolognese.

Uomo totalmente a pecora riceve gentili signori abbienti per luculliane carnalità abbondanti dalle 9 e mezza del mattino sino alle 20.00 di sera, da cui i film di Paul Schrader, American Gigolo, The Walker, eccetera, eccetera, previo almeno mezz’ora di pausa pranzo ove deve nutrirsi. Non di arrosto alla griglia bensì d’insalata rancida.

Sì, do merito a Sylvester, come ho più volte scritto, di aver tirato fuori dal cilindro questi due personaggi meravigliosi del Balboa e del Rambo.

Ma, a settantatré primavere, la dovrebbe finire di camminare sulla montée des Marches del Festival di Cannes, tirando in dentro lo stomaco certamente muscoloso e prominente, altresì grassottello, con tanto di toupet e quella finta topa di sua moglie, Jennifer Flavin.

Il machismo, caro Silvestro, è finito non all’ultimo giorno dell’anno scorso ma da quando il rambismo è passato di moda anche per Carlo Verdone di Troppo forte.

Aggiornati, suvvia.

Va sempre così per tutti. I giovani si ribellano alla generazione dei loro padri, alcuni si credono fichissimi, altri Tom Cruise di Fuori i vecchi… i figli ballano.

Quelli che si sono trovati meglio nella vita son stati quegli analfabeti che sono andati a lavorare a 14 anni e ora, a 35, sono dei puttanieri incalliti che se la godono da matti. E pigliano anche Kenneth Branagh per coglione.

Come scrisse il grande Allen Ginsberg:

(EN)

«I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night […].»

 

(IT)

«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte […].»

 

Stasera, comunque trasmetteranno ancora per l’ennesima volta Momenti di gloria.

Musiche di Vangelis.

La mia vita non varrà forse una sega, no, saga. La vostra è veramente invece una mostruosità oscena.

Sì, la vostra esistenza è un Porno proibito.61110106_10213737070203861_5222764241496309760_n

di Stefano Falotico

porno proibito

 

Bruce Springsteen fan sfegatato di Scorsese? Sapevo di You Talkin’ To Me?, ma questa mi giunge nuova o forse no


07 May

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Domenica scorsa, a Los Angeles, vi è stata una strepitosa discussione fra Bruce Springsteen e Martin Scorsese.

Che cosa? Sì, avete letto bene. Ciò vi stupisce?

Si dice che siamo amici dal lontano 1975.

Come molti di voi sapranno, la celeberrima frase iconica You Talkin’ To Me pronunciata da Travis Bickle/De Niro di Taxi Driver fu involontariamente ispirata da Springsteen.

Sì, De Niro e Scorsese improvvisarono questa scena. Non sapendo che fare, a De Niro venne tale balzana e al contempo geniale idea.

Pochi giorni prima, per puro caso, era stato a un concerto di Springsteen. E Springsteen, fra una canzone e l’altra, s’era rivolto alla platea in tono scherzoso, pronunciando a incitazione del pubblico la frase suddetta.

Il resto è storia del Cinema.

Taxi Driver è stato scritto da Paul Schrader, regista peraltro de La luce del giorno.

Titolo tradotto in italiano della springsteeniana Light of Day. Che è infatti il titolo originale della pellicola che contiene proprio quest’omonima, ispiratrice, famosa track del Boss.

Taxi Driver e Al di là della vita, il cui script è sempre firmato da Schrader, sono due film cupamente notturni, sull’oscurità soprattutto dell’animo nostro umano.

Eppure, se non vado errato, Scorsese non ha mai utilizzato, in una delle colonne sonore dei suoi capolavori, nessuna canzone di Springsteen.

Fatto molto strano. Sì, nei suoi film, quelli più folli, visionari, incendiari, impazzano Eric Clapton, i Rolling Stones, i Clash e via dicendo.

Tutte rockstar di richiamo ed epocali. Ma, così come non mi risulta, correggetemi se sbaglio, che Scorsese non abbia mai usato canzoni, che ne so, dei Beatles, altresì non ha mai palesato e reso omaggio a questa misteriosa amicizia con Springsteen, tributandolo nell’inserire nei suoi film qualche suo pezzo pregiato.

Alla stessa maniera, Springsteen non ha mai fatto riferimento a questa conoscenza, un po’ segreta, con Martin.

Ebbene, io ero entrato in fissa con Springsteen verso il 2000. Ho tutti i suoi album nelle varie edizioni. Molti libri e biografie.

Ecco, becero luogo comune italiota è quello secondo cui chi ascolta Springsteen sia un cafone e ignorantone

Perché, nella limitatissima cultura appunto italica, superficiale e ridanciana, si accosta Springsteen a Born in the U.S.A. E dunque s’immagina un suo ammiratore nostrano in abiti molto sbracati con tanto di bandana da Troppo forte di Carlo Verdone.

In Italia, la gente canta spesso le canzoni inglesi e americane solo perché orecchiabili e, infoiandosi su pezzi grintosi, a squarciagola si dimena in grammelot che, a confronto di quelli di Dario Fo, sono questi sì da Nobel, degli idioti però.

Born in the U.S.A. non è una canzone per maschioni rambistici che pure di Rambo non hanno capito un cazzo. È una bellissima canzone contro il Vietnam e i suoi orrori, quindi una canzone rabbiosamente pacifista.

E Springsteen non è affatto un burino. Nebraska è uno degli album più malinconicamente poetici ed elevati di tutti i tempi.

Sì, dovrei fare un mockumentary sulla mia vita.

Inconsciamente, coi miei fanatismi su Scorsese e Springsteen, avevo già visto giusto riguardo la mia anima.

Da uomo dancing in the dark…

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di Stefano Faloticotroppo forte verdone

Gabriele Muccino, nefasta sciagura vivente, spara su Pasolini, io sparo sul suo pis… o, scritto pasoliniano, rambistico


22 Feb

Prefazione ironica, per modo di dire.

Nell'immagine distribuita dall'ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all'interno della mostra 'Pasolini-Roma' a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI +++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

Nell’immagine distribuita dall’ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all’interno della mostra ‘Pasolini-Roma’ a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014.
ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
+++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA – NO SALES – EDITORIAL USE ONLY+++

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Questa la seconda parte.

Muccino parte seconda, un piccino che uccella di cazzate

Sì, sociologi e intellettuali corrotti al sistema da Gabriele stesso magnificato, hanno già più e volte analizzato il “fenomeno” in questione.

Un uomo furbissimo.

Ora, domandiamoci: quando è saltato fuori questo qui?

A metà anni novanta. L’emblema finto-sinistroide della retorica italiana più abietta e falsa.

Il suo primo vero successo, dopo due amene idiozie qualunquiste, è stato Come te nessuno mai. Tripudio d’imbecillità adolescenziali, anzi liceali.

Già qui il suo Cinema relativistico, compiacente la borghesia popolanamente classista, era palese.

Storie di ragazzi che non sapevano prematuramente, ancor maturandi, che pesci pigliare. Tumefatti da una vita scolastica tanto ambiziosamente prodiga di elevatezze sognate e sognanti quanto già (con)chiusa. Sì, adolescenze putrefatte, imborghesite da genitori asfissianti, atrofizzate e becere, ripiegate in post-sessantottini ideali utopici fra un Castiglioni-Mariotti, celeberrimo vocabolario del latinorum da Don Abbondio, un amore all’acqua di rose con Mariella, ragazzina un po’ pienotta ma a cui desiderare di dar qualche botta, per ascendere poi oggi come oggi a tifare Juventus, patrocinata da Marotta. Ah no, quello è Agnelli, Marotta è dell’Inter.

Sì, comunque parliamo di dirigenti aziendali ai vertici del potere. L’inganno del potere!

Pasolini, come il sottoscritto, era una grande ala destra. Ma non avrebbe mai e poi mai abdicato a un business calcistico ove CR7, sì, il numero di maglia dell’ala destra è il 7 anche se Cristiano è un centravanti e dovrebbe andare il 9, ecco dicevo, un sistema di analfabeti che guadagnano miliardi con gli sponsor e via dicendo, non sanno coniugare un verbo ma son attorniati da modelle più decerebrate di loro per palle sotto l’incrocio dei peli. E ville con colonnati e traverse sbattute in faccia alle persone comuni, da loro trattate da traviati. Perché sì, loro, tirando a calci una palla, se la possono tirare…

Leggete un trattato, finitela di maltrattare!

Sì, oggi i giovani sono nella merda. Ed è colpa del sistema. Sento sempre parlare di lavoro.

Il lavoro è cosa nobile e giusta se valorizza l’uomo e gli dà dignità ma soprattutto stimoli vitali.

Invece, il capitalismo ha creato discrepanze e dislivelli economici aberranti.

E giovani laureati, con due coglioni così, o sono inseriti da qualcuno oppure devono mendicare quattro spiccioli, cercando gli annunci “freelancer” su bacheche “rinomate”; fiore all’occhiello del disagio moderno.

Abbiamo Indeed.com, bakeka.it e il “grandioso” Kijiji.

Siti ove troverete lavori per cui davvero vi sistemerete. Sì, all’assistenza sociale… ah ah.

Lavori senza contributi per siti, appunto, a cui offrite il vostro obolo quotidiano nella speranza che la vostra vita, fra un anno e forse meno, non finisca nell’oblio.

Sì, Muccino ha capito tutto.

Compiacendo il pubblico a cui il suo Cinema indignitoso, fasullo e retorico si rivolgeva e ancor si rivolge.
Tu a chi ti rivolgi? Ah, capisco…

Allora se voi, ragazzi realmente sognanti ma profondamente realistici, vorrete cambiare le cose e non accetterete il muro di gomma di quest’ipocriti con la panza piena, se vi azzarderete a ribellarvi e a spaccare tutto, arriverà la Municipale sotto casa vostra, suonerà violentemente al campanello, saliranno dei fascisti da Brazil e, una volta entrati col mandato da perquisitori-inquisitori per ordine del questore, vi deporteranno in un centro psichiatrico per una cura sedativa e repressiva a base di farmaci castranti non solo la libido mozzata ma soprattutto addolcenti la vostra lingua giustamente arrabbiata che rivendicava il sacrosanto diritto a una vita libera, democratica, equa e socialmente equilibrata. In cui essere tutti felici.

E, dopo essere stati resi muti e mutilati, sarete a posto…

Sì, totalmente deprivati del vostro amor proprio, sbattuti a svolgere un lavoro davvero glorificante. Soprattutto la gastrite provocatavi da farmaci che hanno distrutto il vostro metabolismo, vi hanno fatto ingrassare e vi hanno mummificati nell’ebetudine di massa.

E canterete, come tutti, assieme ai Negramaro che hanno stuprato Modugno…

Meraviglioso
Ma come non ti accorgi

Di quanto il mondo sia Meraviglioso 

Perfino il tuo dolore 

Potrà guarire poi 

Meraviglioso
Ma guarda intorno a te 


Che doni ti hanno fatto

Ti hanno inventato il mare 

Tu dici non ho niente 

Ti sembra niente il sole? 

La vita 

L’amore 

Eh sì, Muccino definisce comunque Pasolini un grande scrittore ma dubito che abbia mai letto qualche suo libro. Perché l’Italia è questa. Tutti conoscono Proust, Roth e Dostoevskij…

E allora il Cinema di Pasolini, dogmatico, giustamente scarno ed essenziale, brutale e sincero, spietato, diventa povero perché lui non aveva bisogno di emozionare, leccando, di spettacolarizzare la vita, usando dolly, piani-sequenza e monologhi imbonitori.

Eh sì.

 

Questa è una grande canzone!

 

E questa rimane una testa, appunto, di cazzo.10631091_10202382553668044_6121674787773137868_o

 

di Stefano Falotico

TOP TEN Sylvester Stallone


28 Nov

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Ebbene, non so se avete visto il filmato nuovo di zecca inserito da Stallone su Instagram. Ove, accanto a un falò, annuncia malinconicamente e allo stesso tempo grandiosamente di aver abbandonato per sempre i panni di quel personaggio iconico oramai entrato, volenti o nolenti, nell’immaginario collettivo, il Balboa, Rocky Balboa. Il pugile fallito di Philadelphia, un underground mai visto, uno che non sa che farsene delle lauree alla Bocconi e ha scelto la strada della strada, eh sì, forse giocoforza, perché le esigenze della vita l’hanno costretto a un certo tipo di percorso più duro ma più umanamente vero.

Uno a cui piove un miracolo dal cielo e viene scelto, pescato, come sfidante del campione in carica dei pesi massimi, Apollo Creed. Contro ogni sfavorevole e forse realistico, pronostico, lui non vince l’incontro, lo perde ai punti ma resiste e non va al tappeto, arrivando alla fine dell’ultima ripresa.

Insomma, un uomo vinto dalla vita ancora una volta sconfitto ma che, a suo modo, è anche un grande vincente. Perché ha resistito con enorme coraggio, non si è mai arreso, non ha gettato la spugna, è il caso di dirlo, e alla fine ha trovato anche il suo immenso amore, Adriana.

Rocky vinse l’Oscar come Miglior Film, un po’ immeritatamente perché Taxi Driver, anch’esso in gara quell’anno, era il film che doveva oggettivamente vincere. Ma il suo successo fu talmente clamoroso che perfino l’Academy, quasi sempre molto “borghese” e sussiegosa, ne rimase contagiata e decise, appunto, di decretarlo vincitore assoluto.

E anche Sly andò vicinissimo alla statuetta. Ma perse. L’Oscar come Miglior Attore andò a Peter Finch di Quinto potere, Oscar assegnatogli postumo. Anche in questo caso si trattò di una svista. L’Oscar a Finch fu dato proprio per omaggiare la sua morte. L’avrebbe dovuto vincere Bob De Niro.

Come tutti sanno, Rocky generò tutta una serie di seguiti, più o meno riusciti, e tutti i sequel ottennero lo stesso immane apprezzamento da parte del pubblico.

Quindi, è venuto lo spinoff Creed e consequenzialmente, a sua volta, il seguito. Mah.

Ecco, se vediamo Stallone in questo succitato video su Instagram e non sapessimo che fosse Stallone, penseremmo: ma chi è questo contadino-mugnaio che si muove come un agricoltore diretto, sbraccia e veste come un barbone?

Eh no, Sly è un miliardario, i soldi gli escono perfino dalle orecchie perché, nonostante per sua stessa ammissione (e tanto di cappello per l’umiltà), sappia benissimo che non sa recitare Shakespeare e non possa rivaleggiare affatto con attori espressivamente più dotati, Stallone è rimasto sempre testardamente, ai limiti dell’idiozia geniale, sé stesso.

Dunque, quali sono le sue dieci migliori performance in assoluto?

Ora, è luogo comune dire che Stallone sia l’antitesi-nemesi di Woody Allen. Tanto lui è muscoloso, rozzo, spontaneo, ruspante, uno che non va tanto per il sottile, tanto Allen è il campione psicanalitico dei dubbi della coscienza, uno che perennemente, anche ora che ha più di ottant’anni, s’interroga intellettualmente sull’uomo in quanto uomo. Con tutte le sue debolezze, paure, ritrosie, con le sue amabili follie.

Stallone è decisamente più cazzone, diciamolo. Ma il fatto curioso è che ha esordito al Cinema proprio in un film di Woody Allen. Incredibile, vero? Il dittatore dello stato libero di Bananas.

Ecco, torniamo alle sue dieci prove migliori.

Assodato che Rocky sia imprescindibile, vediamo quali sono le altre nove.

Direi di piazzare ovviamente Rambo, altro suo personaggio indimenticabile. Con tanto di sequel.

Dopo di che, I falchi della notte e Fuga per la vittoria. Cosa? Stallone in un film di John Huston? Sì, fa il portiere di calcio, non è che gli fosse stato richiesto di essere Jack Nicholson de L’onore dei Prizzi.

Anche se poi fu Oscar, il fidanzato per due figlie con Ornella Muti (!). Ma questo non lo inseriamo.

Perciò, Cop Land. Rocky Balboa, non il primo, l’ultimo. Ci piazzerei anche Cliffhanger. No no, non recita male, per niente. Sorvegliato speciale e Over the Top.

E per finire Jimmy Bobo.


MV5BMzM4Mzk4OTAyM15BMl5BanBnXkFtZTgwODI3NzY3NjM@._V1_SX1500_CR0,0,1500,999_AL_ di Stefano Falotico  

Il metodo Kominsky? Meglio il metodo Faloticus, uomo di fantascienza che odia le persone senescenti e anche le sceme, soprattutto i dementi


16 Oct


Rambo 5
Sì, ho perso la voce in questi ultimi due giorni. Nei quali ho vagato, di raucedine e laringite, fra il bagno a vomitare e la cucina a scucchiaiarmi antibiotici per curarmi i bronchi. Alla fine, le troppe sigarette hanno incendiato i miei polmoni e ho sputato sangue anche dalle narici. Stamattina, va leggermente meglio. Ho deambulato tra una febbre leggerissima però fastidiosissima, emicranie devastantissime… e diarrea futile del mio stronzo perpetuo a evacuare stronzetti migliori di voi, coglioncelli.

Sì, ho avuto un po’ di febbre. Toccando il picco massimo di 37 e 5. Che per me è come avere la temperatura a quaranta… Voi, è da una vita, che state a novanta.

Sì, in quanto sono uomo-lucertola come Jim Morrison, a sangue freddo, un Nosferatu freddissimo che può vantarsi di possedere un pallore migliore del colorito latteo di quella zoccola di tua moglie, una che a forza di farsi le lampade non ha avuto il tempo di cambiare il lampadario della sala ed è dovuta andare a farsi ingessare la testa di cazzo che è sempre stata, poiché il lampadario, scollatosi dal soffitto, è caduto a picco, centrandole il cranio e creandole un buco “verginissimo”. Sì, gli altri due, quello della vagina e del culino, è da tempo immemorabile che son stati lesi, totalmente trivellati, sfrangiati, sfiancati, abusati e innumerevoli volte fottuti. Sì, tua moglie non ha mai usato troppo la sua testa vuota dalla nascita, ma ha saputo riempirsi di molte tenerezze dure. Che le davano “gioia”. Fra una botta e l’altra cantava con Battisti, sì, viaggiare, evitando le buche più dure…

È donna che ora però può sfoggiare non certo un lindo bucato, che mangia da matrona i bucatini ed esibisce una testa bucata in tutto e per tutto, parimenti al braccio bucherellato di quell’altro troione di suo figlio drogato, totalmente andato, destinato a essere, come sua madre, soltanto più inculato di come già dalla società fu ben inchiappettato.

Quelli della mia generazione son totalmente rimbambiti. Passano il tempo a parlare di film del passato. E oggi inseriscono la news per cui Tilda Swinton è il “dottore” di Suspiria.

Che vita eccezionale. A settant’anni cosa faranno?

Io ho sempre adorato la scena di RoboCop in cui il grande Peter Weller “robotizzato”… becca due merde per le strade di Detroit. Che vogliono rapinare e stuprare una donna.

Al che, spara in mezzo alla gonna della donna e castra il maiale.

Gli amputa il pistolino e poi fa girare la pistola.

Quello che ho fatto io. Un po’ anche come Clint Eastwood di Gran Torino.

Di me taluni merde avevan detto che ero il down de L’ottavo giorno, il tonto Billy Bob Thornton di Lama tagliente e lo storpio Walken di New Rose Hotel.

A un certo punto, tutti quanti hanno realizzato che ero semplicemente un ascetico che se la tira e se le tira.

Sì, non ero, come disse il demente ai miei danni, il coglione che non sa che lui sogna di sbattersi anche quelle che vanno a messa.

Ma come mai è successo tutto ciò?

Perché non potevo essere un Falotico ma dovevo ascoltare musica grunge per decerebrati e fare le leccatine a qualche gattina.

 

E invece sono tornato più bello di prima.

Anche più duro… Anche più “schizofrenico”. Genialmente incurabile.

Ah ah.

E ascolto Springsteen. E il mio attore preferito è De Niro.

 

Cari lobotomizzati, sul canale 9 passa il programma Più sani, più sexy, più ritardati.

Il programma che vi accompagnerà di Total Recall per sempre.

Per quanto mi riguarda, andate a farvelo dare nel culo.

Tanto, sapete già che il vostro culo è stato da me bucato come tua madre dal lampadario.

Sì, tua madre ha avuto l’illuminazione!

 

di Stefano Falotico

Ascesi rambistiche e idolatrie di Shannon Tweed


21 Sep

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La trama di Rambo 5 è sempre quella dei film precedenti.

John si è ritirato a vita privata nello chalet del padre, e indossa anche lo scialle. Sognando di morire a Venezia, suicidandosi in una calle.

Ha anche un padre, John? Non era orfano di madre?

Sì, io invece immagino questa trama.

Stallone, a torso nudo coi boxer, sta stravaccato sul divano, riguardando in dvd tutti i film softcore con quell’ex passerona di Shannon Tweed. E la sua ascesi va a farsi fottere.

Ora, se vi volete tirare il pisellino in totale comfort, liberi da sguardi indiscreti, quando la vostra ragazza è andata in Grecia a visitare i templi, non c’è bisogno di guardare tutti i film con Shannon. Nella maggior parte di essi non si vede ’na mazza. Ah sì, Valeria Mazza, altra biondona da bagnasciuga…

Ecco, vi chiederete voi? Perché cercare le scene “incriminate” con la Tweed, quando si può vedere un porno in streaming?

Perché la pornografia, in verità, è poco eccitante. L’erotismo, anche se poco raffinato e di bassa lega come nei film con Shannon, non quello della Juliette Binoche prima mano, no, maniera, è più stimolante.

Perciò, dopo un’accurata selezione, questi sono i titoli immancabili della filmografia tweediana.

Partiamo con moderatezza per salire su…

Innanzitutto, Trappola d’acciaio, semi-remake orribile di Trappola di cristallo. Ma che vale il prezzo del biglietto per una scenetta piccantina fra la Tweed e Michael Paré, un belloccio che m’immagino sia stato un bell’uccello ficcante come i suoi occhi azzurri penetranti…

Arriviamo subito al cul per antonomasia, no, allo scult imbattibile, ove Shannon fa la vera battona, vale a dire Vendetta fatale. In questo film, suo marito, pur di ottenere la promozione, lascia che il suo capo, un vecchiaccio bavoso, scopi sua moglie in cucina. Ma il vecchiaccio non mantiene i patti e promuove un altro al posto suo. Super-inculata bestiale. Il pover’uomo, cornuto e mazziato, come dicono in meridione, si ammazza.

La moglie, interpretata dalla Tweed, decide di vendicarsi. Ma, anziché farla pagare al Bill/Carradine di turno, se la prende con l’uomo che ha fottuto il posto di lavoro al suo defunto marito. Che cazzo c’entra questo qui? Non è mica colpa sua.

Però non va a ucciderlo. Seduce il figlio teenager, che ha un culo pazzesco a trombarsi una gnocca di questo livello, e poi si fa sodomizzare dal padre.

Per far impazzire la moglie dell’uomo che l’ha appena inculata. Insomma, una Terence Stamp di Teorema versione sexy.

Secondo voi, chi ha scritto una boiata del genere?

Ma il top della sua enorme topa la Tweed lo raggiunge in Body Chemistry 4: Full Exposure. Un Basic Instinct ancora più spinto e ridicolo. La Tweed interpreta la parte di un’assassina irredenta e bastarda che si lascia sbattere dal suo avvocato difensore. Un uomo tracagnotto e bruttino. Altro culone mai visto.

Qui la Tweed esagera. Nudi a godo, no, a gogo.

Sì, Stallone/Rambo, dopo aver “ripassato” i film con la Tweed, decide quindi di lasciar stare gli allenamenti e i suoi patetici video-selfie su Instagram, chiama la moglie, Jennifer Flavin, che sta in cucina a pulire il pavimento, e le urla: – Sono vecchio per Rambo, mia cara, ma per te no…!

E spinge, sì, pompa Sly.

Un vero duro col martellone!

 

 

di Stefano Falotico

Troppo forte: perché essere Rambo quando posso essere un rombo e anche un quadrato, un quadrilatero e un esagono? Mie teste di cono?


23 Jun

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Sì, nel 1986 usciva uno dei film più brutti e maldestri di Carlo Verdone. L’altro pomeriggio, su YouTube, ho visto una sua intervista in cui, nostalgicamente esaltato dalle sue memorie, ha rimembrato questo film, lodandone l’inizio, quando il suo burino entra in un bar e gioca col flipper come se fosse un amplesso. Verdone, soggiogato dalla lacrimuccia, dice che è un grande inizio. Invece io lo reputo osceno, esagerato, patetico. Sì, era l’epoca di Rambo e di Born in the Usa di Springsteen e allora Oscar Pettinari, affiliandosi e attingendo a questi due modelli culturali che andavano per la maggiore, si barcamenava come comparsa, fregiandosi di essere un attore di (ca)risma. Fra aneddoti di scene rocambolesche e mitizzazioni di sé stesso, un ignoto, insulso figuro romanaccio finito nei guai e salvato per il rotto della cuffia dallo scalcagnato avvocaticchio, malato di amnesie, interpretato da Alberto Sordi. Un film a cui mise mano anche Sergio Leone, ai suoi minimi storici. Uno che credeva sconfinatamente in Carlo Verdone, tanto da finanziargli i suoi primi film. Sì, Verdone andava sempre a casa di Sergio e gli cucinava delle ottime fettuccine, pulendogli col bavaglio anche il labbro sporco di sugo. Cosa non si farebbe per farsi raccomandare? Troppo forte è un film un ch’era già impresentabile all’epoca ma questo tipo di commediole all’italiana andavano, appunto, fortissime. E non c’è da stupirsi che, col beneplacito del popolino, incassavano cifre da capogiro. È un Cinema piccolo piccolo, da periferia, già stanco e privo d’idee, un ininterrotto flusso di sketch tragicomici da cabaret. Una zozzeria che non fa nemmeno tanto ridere, sguaiata, sbrindellata, goffa e modaiola. Il tipico Cinema italiota, beota e stronzo, leccaculo e volgarotto. Macchiettistico nell’accezione peggiore del termine, limitatissimo. Roba che con una Super 8 filmi un lungometraggio veramente superiore e da Oscar, rispetto a questo Pettinari. La pinetina… “teribile”. Con una r. E basta con quel romanesco strascicato da “irriducibile”. Che palle! Quell’anno l’Oscar lo vinse La mia Africa. Nemmeno questo un capolavoro ma in confronto a Troppo forte… Poi, ci chiediamo perché in Italia siamo sempre dei sognatori… sognatori e basta, ed è capace che magnifichiamo anche Vincenzo Salemme, e la frittata è fatta. Di mio, son stanco dei giochetti adolescenziali del pigliare a modelli le stelle di Hollywood. Mi guardo allo specchio e ho il fascino dell’uomo che è orgoglioso di specchiarsi. Perché De Niro, nonostante tutto, rimane il mio attore preferito? Scusate, non si vede che classe che ha a indossare la cravatta? Tempo previsto per oggi: caldo, probabilmente asciutto come me.

 

 

di Stefano Falotico

L’immarcescibile Sylvester Stallone sarà ancora Rambo


07 May

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Ebbene sì, da non crederci? Invece è tutto vero. Sylvester Stallone rivestirà ancora una volta, nonostante l’età avanzata, uno dei suoi più iconici e mitici personaggi in Rambo V.

Non è uno scherzo né il solito, patetico rumor messo in giro da qualche buontempone. La notizia è ufficiale ed è stata diramata da Screen International in esclusiva, e poi è rimbalzata sui maggiori siti di news cinematografiche, attestata peraltro da Deadline.

L’attore riprenderà il suo leggendario e celeberrimo ruolo nel quinto “episodio” del franchise Rambo.

E la trama sarà su per giù questa: l’attempato John Rambo, ritiratosi a vita privata in un ranch, sarà costretto a tornare in azione quando la figlia di un suo caro amico viene rapita dopo che si era recata in Messico per partecipare a una festa. E John s’imbatterà in un pericoloso giro di prostituzione gestito da un re del crimine.

Rambo dovrà sgominare il criminale e salvare la ragazza, e si avvarrà perfino dell’aiuto di un giornalista la cui figlia a sua volta è stata presa in ostaggio.

A quanto pare, le riprese dovrebbero cominciare abbastanza presto, già a Settembre fra location mozzafiato e suggestive che andranno da Londra alla Bulgaria fin alle Isole Canarie.

Il film sarà prodotto da Avi Lerner, grande amico di Stallone, produttore peraltro de I mercenari, e il film sarà presentato al Festival di Cannes, che inizierà fra pochissimi giorni, affinché possa essere acquistato da possibili finanziatori.

Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che Sylvester Stallone il prossimo 6 Luglio, che è oramai alle porte, compirà la bellezza di settantadue anni.

Sarà credibile nei panni di Rambo o vi pare troppo vecchio per un ruolo del genere?

 

di Stefano Falotico

Intervista al mitico Raffaele Costanzo sul mitico Sylvester Stallone


06 Feb

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1) Ciao Raffale. Ebbene, dicci un po’ di te. Quanti anni hai, cosa fai nella vita, come passi le tue giornate. Io molte cose so di te, avendoti fra gli amici su Facebook, ma altra gente no. Quindi “evinciti”, esternati, eh eh.

Io ho 32 anni, sono musicoterapista oltre che attore di teatro e non, musicista, speaker radiofonico e di recente ho aperto un canale YouTube (Chicco & Raf ) dove insieme al mio storico partner facciamo dei video di stampo comico!

2) Sin da quando ti ho conosciuto, ho potuto appurare che nutri una passione oserei dire atavica, quasi irrazionale e “immotivata” per Sylvester Stallone. Potresti motivarcela?

Beh, con Stallone ho un rapporto di “affetto” vero e proprio dovuto al fatto che ci sono praticamente cresciuto; il primo film di cui ho memoria è proprio Rocky, da sempre infatti il mio film preferito. Ricordo che già a 5 anni conoscevo tutta la saga e andai al cinema a vedere, nel 1990, Rocky V! Da lì in pratica ho seguito tutta la sua carriera.

3) Se potessi scegliere i capi di abbigliamento usati da Stallone nei suoi film, come ti “acconceresti?”

Ovviamente gli abiti classici che Stallone indossa nel primo Rocky: cappello, guanti e giacca di pelle… tutta roba che posseggo infatti.

4) Quali sono secondo te le migliori interpretazioni del nostro beniamino Sly?

Io credo che Stallone abbia dato il massimo in Rocky, Rocky Balboa, Creed, Rambo, John Rambo e Cop Land su tutti, ma lo trovò molto in parte anche in Jimmy Bobo, I falchi della notte, Taverna Paradiso e ne La vendetta di Carter.

5) Credi anche tu che Stallone non sarà mai Laurence Olivier ma rimarrà, anche dopo morto, un mito inestinguibile? E perché?

Stallone ormai è diventato a tutti gli effetti un “mito”, per molta gente, me compreso, anche perché ha incarnato in molti suoi film l’uomo comune che grazie a coraggio e perseveranza riesce a sfondare nella vita.

6) Cosa ti aspetti da Creed 2? Ti convince il ritorno di Ivan Drago?

Non so bene cosa aspettarmi da Creed II… in effetti ho sempre accolto con molto scetticismo il ritorno di Balboa (forse proprio per il grande amore che provo per questo personaggio), salvo poi ricredermi con gli ottimi Rocky Balboa (piccolo capolavoro per me) e Creed. Non so se avrei reintrodotto Drago ma bisogna vedere come lo metteranno in scena. Terrò le dita incrociate!

7) Se dovessi stilare una classifica dei vari Rocky, dal primo all’ultimo, quale metteresti al primo posto e via via più in basso?

Al primo posto ovviamente il primo ROCKY, capolavoro assoluto, poi direi Rocky Balboa come miglior sequel, Rocky II, Creed, Rocky III, Rocky V, Rocky IV. Ma, a parte i primi due, cambio idea ogni volta che li riguardo, quindi dipende molto dal mio stato emotivo

8) Se Stallone ti chiamasse per un cameo in un suo film, in cui devi fare la parte di uno che le prende, accetteresti?

Accetterei senza battere ciglio!

9) Credi che, in fin dei conti, Sylvester meriti un Oscar, anche alla carriera? E perché?

Non do tutta questa importanza agli Oscar, ma dovendo rispondere direi che avrebbe già dovuto prenderlo ai tempi del primo Rocky come attore e sceneggiatore. Un Oscar alla carriera a questo punto mi sembrerebbe d’obbligo, anche solo per quello che ha rappresentato e che continua a rappresentare.

10) Ti piacerà rivedere Stallone nel quarto seguito dei Mercenari o preferiresti che si desse a qualcos’altro? E quali sono i progetti futuri di Stallone, e sicuramente li conoscerai, che maggiormente attirano la tua curiosità?

Io guardo tutto quello che esce con Stallone. Magari un quarto Mercenari non era necessario, ma si sa… si fanno per soldi. Tra i progetti vociferati mi incuriosiva un suo ipotetico film da regista con protagonista Adam Driver (dove Stallone dovrebbe interpretare suo padre) e un film di stampo mafioso con Olivier Assayas alla regia. Mi è dispiaciuto molto l’abbandono del film diretto dal bravo Jim Mickle. Comunque qualunque cosa farà io la andrò a vedere!27935555_10214727463970859_1231173125_n

 

 

Grazie mille amico!

Genius-Pop

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